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Contratti
Intro
L’attività d’impresa si risolve in una serie di atti tra loro collegati in funzione dello scopo
economico perseguito (atti materiali, negozi giuridici…). Tra questi ultimi sono importanti
i contratti stipulati dall’imprenditore per l’organizzazione e soprattutto lo svolgimento
dell’attività economica.
Il codice del 1942 non detta un’apposita disciplina per i contratti dell’imprenditore. Fonti
di diritto interno (il codice civile stesso, leggi speciali, usi mercantili…) e di diritto
internazionale (direttive e regolamenti…), però, consentono di delineare i contorni e i
contenuti di un diritto speciale dei contratti d’impresa. Si tratta di un ricco materiale
normativo che, derogando alla disciplina generale del contratto e delle obbligazioni,
prende forma in un complesso di disposizioni. Queste interessano tanto singole figure di
contratti d’impresa, quanto profili generali della contrattazione d’impresa.
Tra le disposizioni più qualificanti in materia abbiamo quelle sulle clausole abusive nei
contratti stipulati tra imprenditori e consumatori oppure quelle che contengono un lungo
elenco di clausole che si presumono di contenuto vessatorio e sanciscono la nullità di
alcune clausole particolarmente gravose. Sono da segnalare, poi, una serie di disposizioni
volte ad assicurare l’immissione nel mercato, attraverso messaggi pubblicitari, di
informazioni veritiere, pratiche commerciali corrette e chiare in ordine ai prodotti offerti
dalle imprese e anche specifici obblighi di informazione circa i possibili termini dei
contratti da concludere e dei loro effetti. Una disciplina specifica per la contrattazione
d’impresa stabilisce il permanere dell’efficacia della proposta o dell’accettazione fatta
dall’imprenditore nell’esercizio della sua impresa nonostante la morte o la sopravvenuta
incapacità dello stesso prima della conclusione del contratto. In relazione ai contratti
conclusi al di fuori dei locali commerciali e ai contratti a distanza è previsto un diritto del
consumatore di revocare la proposta contrattuale nel termine di dieci giorni. Numerose
sono le disposizioni con cui viene imposto ai contraenti, per la conclusione del contratto,
l’impiego di forme scritte a pena di nullità o l’uso di forme solenni per la prova del
contratto o a fini informativi.
C’è da dire poi che alcuni studiosi hanno configurato i contratti d’impresa come categoria,
altri hanno negato che i contratti d’impresa costituiscano una speciale categoria di
contratti. Si consideri o non scientificamente corretta la categoria dei contratti di impresa,
certo è che tali contratti ammettono distinzioni al loro interno: contratti aziendali (hanno
per oggetto il godimento, da parte dell’imprenditore, di beni aziendali non suoi); contratti
d’impresa (non hanno ad oggetto beni aziendali, come ad esempio quelli che riguardano
l’organizzazione dell’attività d’impresa); contratti del consumatore (è una sottocategoria dei
contratti d’impresa) caratterizzata dalla qualità delle parti, di cui una è un consumatore e
l’altra un imprenditore; contratti tra imprenditori (un’altra sottocategoria dei contratti
d’impresa); contratti dell’impresa pubblica; contratti commerciali internazionali.
Per quanto riguarda le regole che disciplinano la responsabilità per inattuazione dei
contratti d’impresa ricordiamo, ad esempio, quelle in materia di clausole abusive, dalle
quali si desume l’esistenza di un regime di inderogabilità convenzionale della disciplina
della responsabilità contrattuale dell’imprenditore nei rapporti con il consumatore. Degno
di nota è il provvedimento legislativo in materia di lotta contro i ritardi di pagamento nelle
transazioni commerciali, le cui norme regolano i rapporti derivanti da contratti tra
imprenditori ovvero tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportino la consegna
di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.
L’art. 1470 sancisce che la vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della
proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un
prezzo. La vendita non è un contratto tipico d’impresa. Vi sono tuttavia sottotipi di vendita
e clausole particolari che rimangono ‘’commerciali’’ o perché presuppongono l’esistenza
di un’attività d’impresa commerciale o perché contengono pattuizioni particolari che
vengono normalmente impiegate da imprenditori, o perché vengono concluse mediante
tecniche che caratterizzano esclusivamente le contrattazioni con gli imprenditori. La
compravendita è un contratto consensuale e traslativo. Consensuale perché si perfeziona
con il realizzarsi dell’accordo delle parti, senza bisogno della consegna della cosa o del
pagamento del prezzo. Traslativo perché programma e realizza sempre il trasferimento di
un diritto in capo al compratore. La vendita è un contratto ad effetti reali, nel quale
l’effetto traslativo non è intermediato da una precedente obbligazione di dare, ossia di
compiere un distinto negozio di trasferimento del bene. L’effetto traslativo è immediato e
si produce automaticamente al perfezionarsi dell’accordo contrattuale. Con esso si verifica
anche il passaggio del rischio (sul compratore) del perimento o del deterioramento
fortuito della cosa. Vi sono, tuttavia, delle ipotesi in cui il trasferimento è eventuale e
rinviato al verificarsi di determinati fatti o atti, quali l’individuazione della cosa nella
vendita di cose generiche, la venuta ad esistenza del bene nella vendita di cosa futura,
l’acquisto della proprietà da parte del venditore nella vendita di cosa altrui, il pagamento
integrale del prezzo nella vendita a rate con riserva della proprietà. In questi casi, che
prendono il nome di vendite obbligatorie, sorge a carico del venditore l’obbligazione di
fare acquistare la cosa al compratore. Ci sono anche dei casi in cui i contraenti possono
preferire di rinviare il trasferimento del diritto alla prestazione di un loro successivo
consenso. In questi casi il contratto concreta un preliminare di vendita, dal quale
scaturisce l’obbligazione di entrambe le parti (c. preliminare bilaterale) o di una sola di
esse (c. preliminare unilaterale) di addivenire in un secondo momento alla conclusione
della compravendita definitiva. Nei contratti preliminari aventi ad oggetto beni immobili,
prevale la trascrizione della vendita definitiva sulle trascrizioni ed iscrizioni eseguite contro
il promittente alienante successivamente alla trascrizione del preliminare. Il ritardo o il
rifiuto di stipulare il contratto definitivo trova rimedio nell’esecuzione forzata in forma
specifica dell’obbligo di contrarre.
Nel settore delle vendite stipulate dagli imprenditori deve essere segnalata l’esistenza di
peculiari tecniche di contrattazione. La prenotazione è una tecnica di contrattazione,
diffusa soprattutto nel commercio di autoveicoli e macchinari di serie, con la quale il
prenotante si impegna ad acquistare una determinata merce, mentre l’altra si riserva di
accettare. Ricordiamo anche la vendita per automatico, ossia mediante l’uso di macchine a
gettone. Ricordiamo la vendita a self-service, che è una vendita a prelievo diretto del
cliente oppure la vendita cash-and-carry, dove i dettaglianti possono prelevare da sé, nella
quantità voluta, il prodotto desiderato e caricarlo sui mezzi propri per l’asporto e pagando
a pronta cassa. Poi abbiamo vendita all’asta (privata) o in borsa mercato, nelle quali basta
un cenno della mano, un gesto convenzionale o un impulso sopra un pulsante elettronico
a realizzare la conclusione del contratto. Tra le tecniche aggressive abbiamo, invece, alcuni
contratti negoziati al di fuori dai locali commerciali oppure a distanza. Basti ricordare
l’invio della merce direttamente al domicilio del possibile consumatore senza una
preventiva richiesta da parte del medesimo. Ancora, abbiamo la vendita diretta, che
consiste nell’invio, da parte dell’imprenditore, di propri incaricati a domicilio dei clienti a
scopo di dimostrazione o di scambio. La vendita su corrispondenza e/o su catalogo, posta
in essere da apposite case distributrici o direttamente da industrie produttrici, che è
conclusa mediante la spedizione a mezzo posta, da parte del cliente, di un modulo
apposito (ordine) che equivale ad accettazione della proposta di vendita della casa, inserita
nel catalogo, anch’esso inviato per posta. Va infine ricordata la vendita conclusa a mezzo
di telefono, organizzata da alcune case di vendita per corrispondenza, e la vendite a
distanza, ossia quelle per televisione o mediante computer. A riguardo vanno ricordate
delle clausole (salvo accettazione della casa), in forza della quale gli ordini e le proposte
raccolti riservano sempre alla casa produttrice l’ultima parola sulla conclusione o
esecuzione del contratto; (la pattuizione salvo venduto), con la quale il venditore
proponente si riserva la facoltà di revocare la proposta in caso di vendita della merce ad
altri medio tempore… La contrattazione speciale è accompagnata da speciali documenti,
come la fattura che ha il compito di specificare il prezzo dovuto in rapporto alla quantità e
alla qualità della merce e di indicare la data convenuta per la sua spedizione e per il
pagamento del prezzo. Si tratta di un documento ricognitivo formato dal venditore dopo la
conclusione del contratto che può essere peraltro utilizzato dal compratore per la prova
della vendita. Ad una regolamentazione specifica sono sottoposte la vendita straordinaria e
di liquidazione.
L’oggetto della vendita è costituito dalla cosa e dal prezzo, o meglio dall’attribuzione del
diritto e dall’attribuzione del prezzo. Per la vendita di azienda, rinviamo a quanto detto in
tema di azienda. Per la vendita in regime di subfornitura rinviamo a quanto diremo in
relazione alla subfornitura industriale (che, concretando di regola un contratto d’appalto o
d’opera, verrà esaminata fra i contratti per l’esecuzione di opere o di servizi). In ordine
alla vendita di partecipazioni sociali va detto che non è raro l’impiego della vendita di
quote sociali come strumento per alienare i beni aziendali di proprietà della società. Per
quanto riguarda la vendita di cose future abbiamo: la vendita di appartamenti in corso di
costruzione o da costruire oppure la vendita di frutti pendenti o alberi in piedi. A rischi
particolarmente elevati rimane esposto l’acquirente di immobili da costruire o in corso di
costruzione. Nelle ipotesi di fallimento del costruttore o di pignoramento dell’immobile,
è previsto l’obbligo del costruttore di procurare il rilascio di una garanzia fideiussoria
bancaria o assicurativa a cautela dell’eventuale credito dell’acquirente di restituzione dei
corrispettivi versati al costruttore prima dell’acquisto della proprietà dell’immobile e nel
contempo istituisce un Fondo di solidarietà che assicura analoghi indennizzi agli
acquirenti. In sintesi ci dev’essere una fideiussione bancaria o assicurativa a carico del
costruttore a garanzia della restituzione dei corrispettivi in denaro o in natura versati
dall’acquirente che non sia riuscito ad acquistare la proprietà dell’immobile e dichiari di
sciogliersi dal contratto. Il mancato rilascio della fideiussione è sanzionato dalla legge con
la nullità di tale contratto. Poi abbiamo l’assicurazione della responsabilità civile a carico
del costruttore per i danni che possano derivare dalla totale o parziale rovina dell’edificio
o da gravi difetti costruttivi dell’immobile per un periodo di dieci anni dall’ultimazione
della costruzione. Il diritto di prelazione a favore dell’acquirente, nell’acquisto
dell’immobile, esercitabile nell’ambito di procedure esecutive o fallimentari che abbiano a
colpire l’immobile stesso, purchè esso sia stato consegnato e altresì adibito ad abitazione
principale del medesimo, di un figlio o genitore. Infine l’imposizione, per tutti i contratti
diretti al successivo acquisto in capo ad una persona fisica di un immobile da costruire, di
contenuti minimi necessari del negozio e di allegati documentali obbligatori.
Per quanto riguarda la vendita immobiliare, deve essere richiamata la regola che considera
inclusi nella vendita le pertinenze e gli accessori della cosa, e anche la disciplina che
prevede la nullità (insanabile) degli atti di alienazione di costruzioni realizzate in difetto di
concessione edilizia (permesso di costruire), e la disposizione che commina la nullità
(sanabile) degli atti traslativi di terreni cui non sia stato allegato il certificato di destinazione
urbanistica. È dubbio invece se sia affetta da nullità la vendita di aree abusivamente
lottizzate. Un sotto-tipo di vendita di impresa è la compravendita di multiproprietà
(immobiliare o alberghiera) oggi compresa accanto ai contratti relativi ai prodotti per le
vacanze di lungo termine, ai contratti di rivendita e di scambio. Al compratore si assicura
un diritto all’informazione su tutti gli elementi del regolamento contrattuale; la
immodificabilità di tali elementi; la irrinunciabilità ai diritti previsti dalla legge; la nullità dei
patti limitativi della responsabilità del venditore; il diritto di recesso entro il termine di 14
giorni; il divieto per l’alienante di esigere il versamento di acconti o caparre prima della
fine di questo termine.
Per quanto riguarda le vendite mobiliari, sono nate numerose clausole concernenti i
requisiti e la qualità delle merci negoziate. Abbiamo la clausola ‘’merce vista e piaciuta’’
che impedisce al compratore di dedurre vizi riconoscibili. Ove la contrattazione non sia
preceduta dall’esame della merce, le parti possono riservare al compratore la possibilità di
accettarla dopo averla esaminata, assaggiata o provata. Si parla in questi casi di ‘’vendite
salvo visita-assaggio-prova’’. Al compratore viene lasciata la libertà di accettare o rifiutare la
merce. Si identifica, quindi, una ‘’vendita con riserva di gradimento’’. Qualora invece il
compratore abbia facoltà di rifiutare la merce, solo se, a seguito della prova, non abbia i
caratteri pattuiti, si avrà ‘’vendita a prova’’. Poi abbiamo la ‘’vendita con facoltà di
sostituzione del prodotto’’ con cui si assicura al compratore il diritto di modificare
unilateralmente il contratto mediante sostituzione del bene già acquistato. Quando le
merci sono lontane e non è possibile la visita preventiva e quindi non c’è la possibilità di
sciogliere il contratto dopo l’esame, le parti possono ricorrere a varie pattuizioni tra le
quali spicca la ‘’clausola su campione’’, che consente al compratore la risoluzione del
contratto in presenza di qualsiasi difformità. Poi abbiamo la ‘’vendita di merce nello stato
di fatto in cui si trova’’ , con cui le parti vogliono scambiare merce ad un basso livello
qualitativo, come nelle vendite di cose usate. Poi abbiamo le c.d.d prestazioni accessorie a
carico del venditore: ‘’prestazioni pre-vendita’’ o ‘’post-vendita’’. Poi abbiamo le ‘’vendite
con omaggio’’ o ‘’a premio’’ che si ha quando i produttori, a scopi pubblicitari ad
esempio, in aggiunta alla merce offrono un omaggio oppure un premio (con la raccolta di
bollini ad esempio). La vendita dei beni di consumo è una figura di vendita mobiliare in
cui il contratto ha ad oggetto beni mobili e intercorre tra u venditore professionale e un
compratore-consumatore.
La ‘’vendita con trasporto’’ (o con spedizione) è quella in cui le parti prevedono che la
cosa debba essere trasportata in un luogo diverso da quello in cui si trova al momento
della conclusione del contratto. Il venditore si libera dall’obbligo della consegna
rimettendo la cosa al vettore o allo spedizioniere. Le spese del trasporto sono a carico del
compratore. Nelle vendite con spedizione di beni di consumo il legislatore prevede che il
rischio della perdita o del danneggiamento dei beni si trasferisca al consumatore solo nel
momento in cui quest’ultimo entra materialmente in possesso dei beni. La ‘’vendita con
consegna all’arrivo’’ è quella in cui le parti prevedono che la cosa sia consegnata dal
venditore in un dato luogo, diverso da quello in cui si trova al momento della vendita, di
regola il domicilio del compratore. La consegna, a carico del venditore, verrà a
perfezionarsi solo con l’arrivo a destinazione della cosa e le spese del trasporto sono a
carico del venditore. Le ‘’clausole franco’’ sono quelle con cui tutte o alcune voci di spesa
vengono poste a carico del venditore o diversamente distribuite fra le parti. Vanno
ricordate le ‘’clausole franco riferite ad un determinato luogo’’ il cui significato è che il
venditore assume a suo carico tutte le spese che sono richieste dallo spostamento del bene
fino al luogo indicato. Altri tipi di clausole franco concernono le spese di carico e scarico e
indicano che il bene deve essere reso disponibile nel punto indicato a spese del venditore,
ad esempio la ‘’clausola franco a bordo’’ oppure chiamata ‘’free on board’’ in base alla
quale il venditore provvede a sue spese al caricamento della merce sulla nave. La clausola
CIF indica che il prezzo include le spese di assicurazione e di trasporto e viene apposta
con frequenza nella vendita su documenti.
Gli istituti della garanzia di diritto interno (che interessano le vendite commerciali) sono:
a) la garanzia per evizione e limitazioni al godimento; b) la garanzia per vizi e mancanza di
qualità (il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la
rendano inidonea all’uso cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore;
la garanzia copre solo i vizi occulti. I rimedi, azioni edilizie, concessi al compratore sono:
la risoluzione della vendita, azione redibitoria, che comporta la restituzione del prezzo e il
rimborso delle spese fatte per il contratto o la riduzione del prezzo, azione estimatoria o
quanti minoris, in misura proporzionale al minor valore che la cosa ha a causa dei vizi.
Entrambi i rimedi operano indipendentemente dalla colpa del venditore. Il compratore
decade dalla garanzia se non denuncia i vizi entro otto giorni dalla scoperta e vede
estinguersi le azioni stesse ove non faccia valere i suoi diritti entro un anno dalla consegna.
Nell’ipotesi in cui la cosa venduta non abbia le qualità promesse ovvero quelle essenziali
per l’uso cui è destinata, si rinvia alle disposizioni generali sulla risoluzione del contratto
per inadempimento; c) aliud pro alio, ovvero quando la difettosità della cosa trasferita è
tale da tradursi in una radicale diversità rispetto al bene dedotto nella vendita, come
quando la cosa consegnata appartenga ad un genere del tutto diverso ovvero sia inidonea
ad assolvere alla funzione propria della cosa pattuita; d) garanzia di buon funzionamento
(l’articolo 1512 c.c. prevede che quando in forza di un patto espresso o degli usi il
venditore garantisce il buon funzionamento della cosa per un tempo determinato, il
giudice può assegnargli un termine per riparare o sostituire la cosa, salvo risarcimento del
danno, sempreché il difetto di funzionamento venga denunciato entro 30 giorni dalla
scoperta e l’azione venga proposta entro 6 mesi dalla scoperta stessa).
In attuazione della direttiva 1999/44/CE, su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei
beni di consumo, il legislatore ha introdotto novità sul piano della disciplina della garanzia
per vizi e difetti nella vendita. La nuova disciplina riguarda l’introduzione di una
obbligazione di consegnare beni conformi al contratto e dalla unificazione delle varie
specie di difetti previsti dal c.c. In relazione a qualsiasi difetto di conformità esistente al
momento della consegna del bene, è posta a carico del venditore una responsabilità e si
riconosce al compratore un apparato di rimedi costituito dalle azioni di risoluzione del
contratto e di riduzione del prezzo e dalle azioni intese ad ottenere la riparazione o la
sostituzione del bene difettoso a spese del venditore. Sono stati, inoltre, allungati i termini
di durata della responsabilità del venditore e di prescrizione delle azioni sopra ricordate
nonché del termine di decadenza per la denunzia del difetto. A tutela del consumatore si
stabilisce l’imperatività e l’inderogabilità della disciplina legale e la conseguente nullità dei
patti diretti a escludere o limitare i diritti riconosciuti al consumatore. La disciplina
comunitaria lascia al consumatore la possibilità di avvalersi di qualunque diritto e rimedio
che possa spettargli in base alle norme dell’ordinamento interno.
I contratti per l’esecuzione di opere o di servizi: Appalto
Si tratta di contratti non diretti allo scambio di beni. Trovano attuazione non in una
prestazione di dare, ma di fare. L’articolo 1655 c.c. sancisce che l’appalto è il contratto
con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a
proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizi, verso un corrispettivo in
denaro. La prestazione dell’appaltatore consiste nel compimento di un’opera o di un
servizio mediante un’organizzazione d’impresa. L’appaltatore è obbligato ad un ‘’facere’’
ma non come mera prestazione di energia di lavoro, bensì come risultato dell’attività
lavorativa. Su di esso grava perciò un’obbligazione non di mezzi ma di risultato, di guisa
che egli può considerarsi adempiente al contratto solo se realizzi l’opera o il servizio.
Elementi fisionomici dell’appalto sono anche l’organizzazione dei mezzi e la gestione a
proprio rischio. L’appaltatore per eseguire il contratto organizza i mezzi personali e
materiali necessari per raggiungere il risultato promesso al committente e assume su di sé
il rischio dell’affare, sia come rischio economico della difficoltà del lavoro e di non coprire
i costi della prestazione con il corrispettivo, sia come rischio del perimento dell’opera
prima della consegna, oltre al rischio degli eventi che ne impediscano il compimento.
L’appalto è un contratto commutativo, poiché il rischio economico rientra nell’alea
normale del contratto e le contrapposte prestazioni sono certe sin dal momento della sua
conclusione. La previsione a carico del committente è un altro elemento importante. È
una previsione di un corrispettivo in denaro che ne fa un rapporto a prestazioni
corrispettive. L’appalto non dà vita ad un rapporto ad esecuzione continuata o periodica,
fatta eccezione per le ipotesi in cui abbia ad oggetto prestazioni continuative o periodiche
di servizi. L’interesse del committente è unitario e frazionabile, tale da ricevere
soddisfacimento tutto ad un tratto, con il conseguimento del risultato finale. Il
compimento dell’opera o del servizio non è istantaneo, però, ma richiede il protrarsi
dell’attività lavorativa per un certo tempo. Per questo qualifichiamo l’appalto come un
contratto ad esecuzione prolungata. Ci sono anche dei sottotipi dell’appalto: appalto di
beni di consumo, appalto avente ad oggetto la prestazione continuativa o periodica di
servizi. Poi abbiamo l’appalto privato che è regolato dal codice e l’appalto pubblico che è
quello degli enti pubblici ed è oggetto di una legislazione speciale. L’istituto del
‘’raggruppamento di imprese’’ consente a più appaltatori di associarsi temporaneamente
per partecipare ad un appalto pubblico. Il subappalto è un sottotipo di appalto con cui
l’appaltatore, in veste di sub committente, incarica un terzo, il subappaltatore, di eseguire,
in tutto o in parte, l’opera o il servizio che forma oggetto del rapporto principale. Si tratta
di un contratto derivato che lascia ferma la responsabilità dell’appaltatore nei confronti del
solo committente e quella del subappaltatore unicamente verso l’appaltatore e viceversa, e
non comporta un’azione diretta del committente nei confronti del subappaltatore. Rimane
possibile un’azione di regresso dell’appaltatore, evocato in giudizio dal committente,
contro il subappaltatore per i vizi e le difformità dell’opera, salvo l’onere di comunicargli
la denunzia dei vizi proveniente dal committente entro 60 giorni dal ricevimento. Il
subappalto è subordinato ad un’autorizzazione del committente. In difetto di quest’ultima,
il sub. sarà valido ed efficace, ma l’appaltatore si renderà inadempiente e si esporrà alla
risoluzione del contratto, oltre che al risarcimento dei danni. Ci sono dei contratti atipici
riconducibili al modello di appalto perché in essi si combinano le prestazioni
caratteristiche dell’appalto e quelle di altri schemi contrattuali: trasporto, noleggio,
deposito, contratto di organizzazione di viaggi, catering, engineering, contratti di diffusione
pubblicitaria, contratto di manutenzione e riparazione, contratto di pulizie, d’albergo, di
ristorazione…
L’accordo dell’appalto, la forma di esso e la sua formazione sono disciplinati dalle norme
generali sul contratto. Vi possono essere, oltre all’appaltatore e al committente, anche altre
figure, come il progettista, che redige il progetto per conto del committente e il direttore
dei lavori, che rappresenta il committente nell’esecuzione dell’opera e impartisce ordini e
direttive all’appaltatore. Un altro sotto-tipo è costituito dalla subfornitura industriale che
intercorre tra due imprese, una grande e una piccola/media.
I rischi da considerare sono quelli che possono incidere sull’esecuzione dell’opera ovvero
dell’opera già eseguita. Abbiamo l’impossibilità sopravvenuta della prestazione non
imputabile alle parti. Salva la nullità del contratto, l’impossibilità originaria di eseguire
l’opera, nei casi di impossibilità verificatasi dopo la stipulazione del contratto, ove essa sia
totale, il rapporto si risolve automaticamente e per intero, con eventuale diritto del
committente di ripetere il prezzo pagato. Per l’ipotesi di impossibilità sopravvenuta
parziale, è posto a carico del committente l’obbligo di pagare la parte di opera già
compiuta, nei limiti in cui è per lui utile, in proporzione al prezzo pattuito per l’opera
intera. Abbiamo il rischio del perimento o del deterioramento dell’opera prima che essa
sia accettata. Il perimento, totale o parziale, o il deterioramento non imputabile ad alcuna
delle parti è a carico dell’appaltatore, il quale perciò non solo potrà esigere il corrispettivo
per i lavori eseguiti ma sarà obbligato a procedere alla ricostruzione o alla riparazione
senza diritto a supplementi di prezzo. Il perimento o il deterioramento dell’opera
successivi all’accettazione della stessa, invece, sono a carico del committente. Qualora
l’evento sia imputabile ad una delle parti, l’altra potrà far valere l’inadempimento; dopo
l’accettazione dell’opera il committente potrà avvalersi dei rimedi particolari della garanzia
per vizi e difetti. Altra causa di scioglimento è data dal recesso del committente. Il
committente recedente è obbligato a tenere indenne l’appaltatore delle spese sostenute,
dei lavori eseguiti, e del mancato guadagno. Il recesso può essere esercitato dal
committente in qualunque momento e per qualsiasi ragione, al limite anche ove sia
inadempiente o se sia inadempiente l’appaltatore. Altra ipotesi di recesso del committente
può aversi in caso di morte dell’appaltatore.
Un’ ulteriore ipotesi di responsabilità dell’appaltatore è prevista nei casi in cui, entro dieci
anni dalla costruzione di un edificio o altre cose immobili destinate a lunga durata, il bene
presenti pericolo di rovina o gravi difetti o ‘’si rovini’’ in conseguenza del vizio del suolo o
per difetto di costruzione. La denuncia dell’evento lesivo deve farsi entro un anno dalla
scoperta e l’azione è soggetta alla prescrizione di un anno dalla denunzia.
Assicurazione
L’assicurazione della responsabilità civile è quella con cui l’assicuratore si obbliga a tenere
indenne l’assicurato di quanto questi dovrà pagare a terzi a titolo di risarcimento del
danno per fatti che comportino una responsabilità contrattuale o extracontrattuale
dell’assicurato stesso. Si tratta di un’assicurazione contro i danni con la quale l’assicurato
trasferisce all’assicuratore il rischio cui l’intero suo patrimonio è esposto, per effetto della
responsabilità civile dedotta in contratto. Il terzo danneggiato rimane estraneo al rapporto
di assicurazione. L’assicuratore non è obbligato a pagare direttamente al terzo danneggiato
l’indennità dovuta, ma ne ha solo facoltà. Egli è obbligato a farlo solo se l’assicurato glielo
richieda. Il danneggiato, quindi, deve sempre agire contro il responsabile e costui potrà
eventualmente chiamare in causa l’assicuratore.
Il mandato è quel contratto col quale una parte (mandatario) si obbliga a compiere uno o
più atti giuridici per conto dell’altra (mandante). Compiere atti giuridici in senso lato
significa porre in essere atti giuridici in senso stretto (eseguire pagamenti ad esempio) e
concludere contratti. La formula dell’agire ‘’per conto altrui’’ esprime il fenomeno della
destinazione al mandante dei risultati economico-sostanziali dell’atto posto in essere in
nome proprio dal mandatario. I vantaggi e gli svantaggi economici dell’operazione sono di
pertinenza del mandante, e anche qualunque rischio inerente ad essa. Il mandatario è una
delle possibili figure di ausiliari di cui l’imprenditore può avvalersi nello svolgimento
dell’attività. A differenza di institori (ecc…) egli è ausiliario autonomo, appartenendo il
mandato all’area del lavoro autonomo. Ma occorre ricordare, tra le forme di cooperazione
gestoria (sostituzione di un soggetto ad un altro nel compimento di atti giuridici) anche la
rappresentanza. Il rappresentante compie atti e negozi giuridici in nome del rappresentato.
Gli effetti giuridici dell’atto compiuto dal rappresentante si riversano direttamente nella
sfera giuridica del rappresentato. Nella rappresentanza, la spendita del nome del
rappresentato da parte del rappresentante nella conclusione del contratto col terzo
contraente, comporta che parte di tale contratto è il rappresentato, il quale acquista tutti i
diritti e assume tutti gli obblighi da esso derivanti. Nel mandato, agendo in nome
proprio, il mandatario, non solo è autore del contratto stipulato col terzo, ma anche parte
in senso sostanziale, ossia destinatario diretto degli effetti giuridico-formali di tale
contratto. Poiché però è il mandante il titolare dell’affare, il mandatario è obbligato a
riversargli i risultati vantaggiosi e svantaggiosi della propria attività gestoria. Qualora
l’interessato, quindi, desideri rimanere celato agli occhi dell’altro contraente, stipulerà un
mandato senza rappresentanza; qualora intenda apparire all’esterno e diventare parte del
contratto da concludere col terzo, conferirà al mandatario anche una procura (mandato
con rappresentanza). Il mandato avrà il compito di regolare il rapporto interno tra
mandante e mandatario e la procura, il rapporto diretto tra mandante-rappresentato e
terzo contraente. Il mandato può essere a titolo oneroso o gratuito. Può avere ad oggetto il
compimento di uno o più atti specificamente individuati (mandato speciale) o può essere
conferito per la cura di tutti gli affari del mandante o di tutti gli affari attinenti a una data
sfera di rapporti, ad esempio, l’amministrazione dei beni che il mandante possiede in una
data regione (mandato generale). Il mandato può essere conferito ad un unico
mandatario o anche contemporaneamente a più mandatari. In questo caso ciascun
mandatario potrà eseguire l’incarico anche da solo (mandato disgiuntivo), salvo che nel
mandato non sia espressamente indicato che tutti i mandatari devono agire
congiuntamente (mandato congiuntivo). Il mandato può presentarsi con parte
plurisoggettiva anche per il mandante quando venga conferito da più mandanti con unico
atto e per un affare di interesse comune (mandato collettivo). Il mandato può essere
conferito per soddisfare anche un interesse del mandatario o di un terzo. Ad esempio
Tizio conferisce a Caio, suo creditore, mandato a riscuotere un proprio credito da
Sempronio, affinchè, effettuato l’incasso, si soddisfi sulle relative somme. La figura viene
designata dal codice ‘’mandato conferito anche nell’interesse del mandatario o di un
terzo’’ oppure viene chiamata comunemente ‘’mandato in rem propriam’’. Il
conferimento di un mandato, anche in rem propriam, non priva il mandante della
legittimazione a compiere personalmente gli atti per i quali il mandato è stato stipulato. Il
mandato con rappresentanza non richiede mai una forma solenne. Il mandato senza
rappresentanza esige la forma scritta quando ha ad oggetto la stipula di negozi formali e in
particolare l’acquisto o l’alienazione di beni immobili.
Nel mandato con rappresentanza, quindi, gli effetti degli atti posti in essere dal mandatario
in nome del mandante si producono direttamente in capo a quest’ultimo. Nelle ipotesi di
mandato senza rappresentanza, gli effetti giuridici dei contratti conclusi con i terzi si
producono nella sfera patrimoniale del mandatario, poiché quest’ultimo agisce per conto
del mandante ma in nome proprio. Per i crediti acquistati dal mandatario (senza
rappresentanza), nei confronti dei terzi, è previsto che il mandante, sostituendosi al
mandatario, può esercitare tali diritti purchè ciò non pregiudichi i diritti attribuiti al
mandatario. Quindi il mandante, se vuole, può paralizzare la legittimazione del
mandatario a esigere dal terzo l’adempimento degli obblighi da costui contratti, facendosi
avanti lui stesso e richiedendo al terzo di eseguire la prestazione in sue mani. In relazione
alle ipotesi in cui il mandato abbia ad oggetto l’acquisto di beni mobili, il codice stabilisce
che il mandante può rivendicare le cose mobili acquistate per suo conto dal mandatario
che ha agito in nome proprio, salvi i diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di
buona fede. Per quanto riguarda il mandato ad acquistare beni immobili o beni mobili
iscritti in pubblici registri, il codice stabilisce che il mandatario è obbligato a ritrasferirli al
mandante (negozio traslativo di esecuzione). Per quanto riguarda i conflitti tra il mandante
e i creditori del mandatario, questi ultimi non possono aggredire esecutivamente i beni
che il mandatario ha acquistato in nome proprio, sempreché trattandosi di beni mobili o
di crediti risulti da atto di data certa l’anteriorità del mandato al pignoramento, e
trattandosi di immobili o mobili registrati sia stato trascritto anteriormente al
pignoramento l’atto di ritrasferimento o la domanda giudiziale del mandante. Nelle ipotesi
di fallimento del mandatario, sebbene questo scioglie il mandato, rimangono fermi in
favore del mandante i diritti e i rimedi previsti.
Con riguardo alle obbligazioni nascenti dal mandato, per quanto riguarda il mandatario
questi deve adempiere all’obbligazione di compiere l’attività gestoria, con la diligenza del
buon padre di famiglia. L’eccesso di mandato si ha quando il mandatario compie un atto
difforme da quello impostogli dal mandato e dalle istruzioni ricevute. Egli deve
comunicare al mandante le circostanze (preesistenti o sopravvenute) a lui ignote che
possono determinare la revoca o la modificazione del mandato. Egli deve comunicare
senza ritardo al mandante l’avvenuta esecuzione del mandato e deve presentargli il
rendiconto, fornendogli un prospetto contabile delle entrate e delle uscite e rimettergli
tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato, con gli interessi sulle somme eventualmente
dovute. Il mandatario non risponde verso il mandante delle obbligazioni assunte dalle
persone con le quali ha contrattato. Per quanto riguarda il mandante, questo ha l’onere di
somministrare i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato, ha l’obbligo di rimborsare
le somme anticipate con i relativi interessi, deve tenere indenne il mandatario da tutte le
perdite che abbia sofferto in dipendenza dell’esecuzione dell’incarico. Riguardo
all’obbligazione di pagare il compenso al mandatario, si deve osservare che la misura del
compenso è determinata in base alle tariffe professionali o agli usi; in mancanza è fissata
dal giudice. I sub mandatari sono gli ausiliari o sostituti di cui può avvalersi eventualmente
il mandatario.
Tra le cause speciali di estinzione del mandato abbiamo la scadenza del termine, la revoca
del mandante, la rinunzia del mandatario, la morte, l’interdizione o inabilitazione del
mandante o del mandatario, l’impossibilità sopravvenuta della prestazione del mandatario
e il fallimento di uno dei contraenti o del solo mandatario. Nel mandato con
rappresentanza, l’estinzione del mandato comporta anche il venir meno del potere di
rappresentanza. Nel mandato senza rappresentanza, le varie cause di estinzione trovano
un limite oltre il quale non possono più operare, costituito dalla conclusione dell’affare da
parte del mandatario. Il mandante, essendo l’unico interessato all’esecuzione del mandato,
può in ogni tempo revocare il mandato. Questa regola soffre di due eccezioni: il mandato
in rem propriam che non si estingue neppure per morte o sopravvenuta incapacità del
mandante. Stessa regola vale anche in caso di fallimento del mandatario o del mandante.
L’irrevocabilità assoluta, nel mandato collettivo, riguarda il fatto che la revoca non ha
effetto se non è fatta da tutti i mandanti, salvo che sussista una giusta causa. Il mandatario
può rinunciare sempre e quando voglia all’incarico, ma ove non ricorra una giusta causa,
deve risarcire i danni al mandante. La regola che stabilisce che in caso di morte,
interdizione o inabilitazione del mandante o del mandatario si estingue il rapporto di
mandato subisce un’eccezione nel caso in cui il mandato abbia ad oggetto atti pertinenti
all’esercizio dell’impresa del mandante (defunto) e questa venga continuata.