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Lavori in quota Roma e risparmio ristrutturazioni edilizie

Fonte: http://edilbio.it/lavori-quota-roma-risparmio-ristrutturazioni-edilizie/
Info sull’azienda:
 Soppalchi Roma
 Pergole Roma
 Verande Roma
 Tettoie Roma
 Pensiline Roma
 Pergotende Roma

Edilbio
Via del Quadraro 9 - 00174 Roma (RM)
348 767 2918
Quando si tratta di lavori edili di ristrutturazione tettoie, manutenzione o impermeabilizzazione spesso
diventa cruciale nella scelta della ditta alla quale viene affidato il lavoro il prezzo.

Scegliere il miglior prezzo però non sempre equivale ad avere un lavoro di elevata qualità.

Per riuscire ad ottenere entrambi i vantaggi è necessario avere chiaro il tipo di lavoro da fare e il modo in
cui lo si svolge.

In questo contesto Edilbio, nella continua ricerca del miglior rapporto qualità prezzo, può offrire un
ulteriore vantaggio ai propri clienti derivante dall’abilitazione allo svolgimento di lavori in quota.

Cosa sono i lavori in quota

I lavori in quota infatti vengono preferiti sempre più spesso per la possibilità di abbattere i costi fissi che
inevitabilmente peserebbero su un normale preventivo.

Ad esempio l’occupazione di suolo pubblico con ponteggi fissi ed il tempo necessario per il montaggio e lo
smontaggio degli stessi.

O ancora potrebbe ritenersi necessario oltre che conveniente economicamente il ricorso ai lavori in quota
nel caso in cui vi siano evidenti difficoltà logistiche, come poco spazio per la collocazione di un
ponteggio.

Senza l’obbligo di dover utilizzare ponteggi ma con l’ausilio di dispositivi di sicurezza sofisticati che
mettono la sicurezza del lavoratore al primo posto si possono eseguire una grande varietà di interventi
edili e risparmiare così sugli interventi di ristrutturazione edilizie.

Ovviamente gli operai che eseguono lavori in quota hanno dovuto conseguire uno specifico attestato a
seguito di un corso di formazione di lavori in quota.

Il Decreto
Decreto Legislativo n. 81/2008 ci offre una chiara definizione di “lavori in quota”,
stabilendo che tali si intendono “attività lavorative che espongano il lavoratore al rischio
di caduta da una posizione posta ad un’altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano
stabile”.
In tale contesto il legislatore ritiene prioritarie misure di protezione collettiva e qualora tali
misure non siano state adottate è necessario prevedere l'uso di sistemi di arresto caduta,
descritti dall'art. 115 dello stesso testo.

Articolo 115

1. Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all’articolo 111,
comma 1, lettera a), è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l’uso specifico
composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche,
quali i seguenti:

a) assorbitori di energia;
b) connettori;
c) dispositivo di ancoraggio;
d) cordini;
e) dispositivi retrattili;
f) guide o linee vita flessibili;
g) guide o linee vita rigide;
h) imbracature.
2. Comma abrogato dall’art. 115 del D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106
3. Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a
parti stabili delle opere fisse o provvisionali.
4. Nei lavori su pali il lavoratore deve essere munito di ramponi o mezzi equivalenti e di idoneo dispositivo anticaduta.

Si definiscono SISTEMI DI ARRESTO CADUTA i dispositivi di protezione individuale contro le


cadute dall’alto costituiti dall’assemblaggio di una imbracatura (mezzo di presa per il corpo) e
un sottosistema di collegamento fornito di dissipatore di energia, raccordabile a un punto di
ancoraggio, avente funzione di arresto caduta.
Il sistema di arresto è sempre composto da tre elementi base: PUNTO DI ANCORAGGIO +
SOTTOSISTEMA DI COLLEGAMENTO + IMBRACATURA DI SICUREZZA.
Nel caso in esame il sottosistema di collegamento risulta costituito dal cordino di
posizionamento dotato di connettori e assorbitori di energia.

Ha la funzione di assicurare la persona a un punto di ancoraggio in modo da prevenirne


completamente o arrestarne in condizioni di sicurezza, le cadute dall’alto.

Deve essere formato da elementi compatibili fra loro, collegati a formare il sistema più idoneo
alle diverse condizioni oggettive. Non esiste un sistema anticaduta universale, utilizzabile
indistintamente in tutte le situazioni.

Il sottosistema di collegamento in un sistema anticaduta deve sempre garantire una tensione


massima sull’imbracatura al momento dell’arresto caduta di 600 dN massima.

Questo tipo di sistema, nel suo insieme, costituisce una protezione nei confronti delle cadute
dall’alto altamente affidabile. La sua funzione primaria è quella di assicurare una persona ad
un punto di ancoraggio stabile al fine di evitarne l’impatto al suolo in caso di scivolamento oltre
il bordo della copertura.
Le sue caratteristiche scaturiscono dalla qualità e dalla tipologia dei singoli elementi che lo
compongono.

Il cordino, nell’ambito del sistema, rappresenta l’elemento intermedio; può essere realizzato in
corda di fibra sintetica, da fune metallica, cinghia o catena, ha il compito di limitare la caduta
libera dell’operatore e deve essere scelto in funzione del luogo e delle caratteristiche del
lavoro da effettuare.Il cordino è raccordato ai punti di ancoraggio fissi o scorrevoli su guide,
mediante idonei connettori.

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