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SHEMUELYOSEFAGNON
 Appenaieri
trad.diElenaLoewenthalEinaudi,pp.776,
32AnticipiamoquilaprefazionediAbrahamB.Yehoshua
ABRAHAMB.YEHOSHUA
Alcune fra le opere diShemuel Yosef Agnon, vissu-to fra il 1888 e il 1970, sono giàstate tradotte in italiano. Mala mia impressione è che, pur-troppo, questo scrittore cosìimportantenelcontestoebrai-co, premio Nobel per la lette-ratura nel 1966 nonché, alme-no secondo la mia modestaopinione, uno fra i più signifi-cativi e originali autori dellaletteratura universale nel No- vecento, sia ancora pressochésconosciutoalpubblicodeilet-tori italiani.
 Appena ieri 
 è rite-nuto da molti il romanzo piùimportante di Agnon e l’operapiù significativa nella storiadella letteratura ebraica delXX secolo. È stato pubblicatoin Terra d’Israele nel 1945,cioè prima della fondazionedelloStatoebraico.Conunapazienzaepica,ric-ca di ispirazione, vi si narranole vicende di un giovane ebreodinomeIsaccoKumer,chedal-la Galizia arriva in Terrad’Israele all’inizio del XX seco-lo nei panni dell’ardente sioni-staansiosodidedicarsiallavo-ro manuale e rigenerare la na-zione ebraica nella patria avi-ta; ma queste sue aspirazioniunite al destino e al suo perso-naleconflittointeriorefralaici-tà e vita religiosa, lo conduco-no infine a legarsi a una ragaz-za che proviene da una fami-glia ultraortodossa di Gerusa-lemme, dove il nostro eroe an-dràincontroaundestinotantotragicoetantostrano.Che cosa contraddistingueShemuelYosef Agnondagli al-triscrittoriinebraicosuoicon-temporanei? Secondo me, unacombinazioneparticolare e ra-radiartistalegato,percoscien-za e cultura, alla civiltà e allaletteratura europea classica, ealtempostessodicredentenel-la fede ebraica e osservantedeiprecetti,inassiduafrequen-tazione di quei giacimenti te-stuali che costituiscono la tra-dizioned’Israele.Considero particolare que-sta combinazione, perché ilnesso tra fede religiosa e crea-tività artistica nelle sue formepiùdiverseèsemprestatopro- blematico,perl’ebraismo.Mol-todiversamentedalcattolicesi-mo, che ha assegnato una va-lenza rituale alla pittura e allascultura, alla musica e alla let-teratura,glispazidiattivitàar-tistica nel contesto della fedeebraicasonosemprestatimol-ti angusti. Mentre l’attività ar-tisticaesigelibertà,lareligiosi-tà che governava i fedeli ebreidispersiintuttoilmondoesot-topostiaregimistranierihare-so possibile solo uno stile di vi-tarigoroso e delimitato daunadisciplinainterioretesacostan-tementeall’osservanzareligio-sanelcontestochiusodella co-munità, dove la libertà creati- vaeraalquantolimitata.Soloapartire dalla metà del XIX se-colo, quando per l’ebraismo ècominciatoilprocessodieman-cipazione, è esplosa di colpouna potente, impressionanteenergia creativa rimasta re-pressa per secoli e secoli. Perquesto ci stupisce tanto il grannumerodiartistiebreiintuttiicampi, nel corso di questi ulti-miduecentoanni.Più di tutti gli scrittori e ipoeti di prima e dopo di lui,Agnon è riuscito a stabilireuna complessa dialettica fral’anticaculturaebraicaeleten-sioni della modernità. La suaopera attinge tanto alla tradi-zioneebraicaquantoaimodellieuropei di scrittura nelle sue varieforme,esidispiegalungo bensessant’anni.Lasualinguatuttaparticolare,tantodaesse-re definita come «agnonica»,non è solo un tramite, piutto-stounaformaespressivaunicacaricadi mistero, ricca di voci,humour e ironia, causticità, difrasi composte da un’afferma-zioneedalsuocontrario,dire-lativismo e uso «sovversivo»dellefonti.PerquestoAgnonsirivela sempre un’esperienzaeccitanteeunasfidaperiletto-ri,glistudiosieicreativi,econ-tinuaaessereunafontediispi-razioneperchiunque.Ebreo religioso, Agnon nonsoltanto incarna un’eccezione
 Anteprima
YehoshuaciinvitaascoprireAgnon,premioNobelnel1966,capostipitedellaletteraturaebraicamoderna:nelsuoromanzo«Appenaieri»unavitaledialetticatralaicità,fedeearte
 Acuradi:
LUCIANOGENTA conBRUNOQUARANTA 
tuttolibri@lastampa.itwww.lastampa.it/tuttolibri/ 
Tutticolorocheamanoisacrivaloridellademocraziaedellalibertàdevonoessere gratiaGianfrancoFinicheliharivendicaticontroilcupogaleone berlusconiano,semprepiùprocedentesurotteilliberali.Enulladadiresulfattoche,creandounanuovaentitàpartitica,Finil’abbiavoluta battezzarenelnomedelfuturoedellalibertà,termini genericisucuinessunopuòrivendicareuncopyright.Comprensibileanchecheigiornalisti,pernecessitàcongenitadiabbreviare,sisianoprecipitatiainventareunasiglaridotta.Potevasaltarnefuoriunefficace«futurliberismo»,abbastanzarispondentealnomeinterodellanuovaformazione.Ma«Futuristi»no,questononva,iltermineègiàsaldamenteoccupato,sarebbeunabeffadeldestinocheproprioincodaalcentenariodiMarinettisispendesseilnomedelsuomovimento,nondicoperunacausaindegna,macomunquerivoltaadaltriscopi.Inquestocaso,dovrebbefunzionaredavverouncopyrightatuteladellasigla,oquantomenodovrebbe vigilare,aimpedirel’usurpazione,l’interacategoriadichiamaepraticalaculturanellesueformepiùavanzate.
Continuaapag.VI 
TUTTOLIBRI
LASTAMP
NUMERO
1741
 ANNOXXXIVSABATO20NOVEMBRE2010
R
ENATO
B
ARILLI
U
RGETUTELAREIL FUTURISTA
M
ARINETTI
tuttoLIBRI
LIBRID’ITALIA 
Oltreilpadrepadrone
Ledda:ritornauncasodel1975
ONOFRI P.V
DIARIODILETTURA 
IpallinidiMorandini
TrailcinemaeDostoevskij
SANTOLINI P.XI
Unascritturariccadihumour,lacapacidiguardare negliabissi dell’anima:adesempiocon occhi di unrandagio
 ShemuelYosefAgnoninun’illustrazionediStefanoFrassettoperTuttoLibri 
C’èuncanemattoesavioaJerusalem
p
UngiovanesionistainIsraeleall’iniziodel’900el’amore per una ragazza di famigliaultraortodossa
MANN
Lanuovamontagna
Magicaedizionedelcapolavoro
FORTE P.II
BRIZZI
CrescereconSilvio
IFonziealieniallamalapolitica
BOATTI P.IX
 
I
 
FELICEPIEMONTESE
Si fa un po' fatica aimmaginarselo, l'austero etormentato scrittore mitte-leuropeo Sándor Márai, im-mergersi nella ribollente re-altà napoletana (e negli annidell'immediato dopoguerra,poi),allepreseconpescatori, vinai, venditori di trippa e dinoccioline, insomma quellochesidefinisceilpopolino.Eppure, si sa che Márai,fuggito nel 1948 dall'Unghe-ria, in cui era stata instaura-taladittaturacomunista,vis-se per quattro anni a Napoli,abitandoaPosillipo,cheallo-ra era quasi un villaggio se-parato dal resto della città,popolato appunto da poveragente che, a quanto pare,non aveva ancora vissuto ilprocesso di incanagliamentoche l'avrebbe trasformata inquelcheèora.Da quell'esperienza, loscrittore trasse un libro,
 Il sangue di San Gennaro
, pub- blicato per la prima volta nel1957 eche, a parecchi anni didistanza dalla sua «scoper-ta»con
 Braci 
,vieneoraoffer-to al pubblico italiano da Adelphi, che sta proponendotutta l'opera, assai disegua-le,diMárai.Tutta la prima parte delromanzo, in effetti, somigliaa una sorta di reportage an-tropologico nel quale si de-scrivono, con simpatia, usicostumi e comportamenti diquellasingolareetniacostitu-itaperlopdagentepoveris-sima ma che aveva la ventu-ra di abitare in un luogo bel-lissimo,chenonacaso avevatanto interessato scrittori,poeti, vedutisti (lo scrittoreabitava con la moglie a po-chissima distanza dalla «fe-nestella»diMarechiaro).Piccoli racconti, spesso vere e proprie scenette tea-trali,eventipiùomenosigni-ficativi, raccontano la vita diquestipopolani,«professioni-sti dell'attesa», convinti chesolo un miracolo potrà trarlifuori da una condizione d'in-digenza che, in molti casi, laguerra ha reso insopportabi-le.Siamospessoailimitidell'oleografico («il mandolino,quando finisce in mani napo-letane, comincia a suonareda solo»), da cui Márai si sal- vaperl'usoinsistitodelpara-dossoeperl'alonedimisteroche l'arrivo di una coppia distranieriintroducenellaquoti-dianitàdelvillaggio.Si fantastica, si fabbricanocastelli in aria, si diffonde la voce che lui, lo straniero mi-sterioso, si sia assunto il com-pito di «redimere il mondo», equindi di compiere non si sa bene quale genere di miraco-li. E a un certo punto la scenacambia completamente, per-chélo straniero -uno scienzia-to un tempo famoso, fuggitodall'Est e in attesa di recarsinegli Stati Uniti o in Austra-lia - muore, suicida (prefigu-rando il gesto che, molti annidopo, compirà lo stessoMárai,quasinovantenne).E una metà, circa, del ro-manzo, sarà dedicata alle mo-nologanti testimonianze cheunpoliziotto,unfrateelacom-pagna del suicida rendono,ognuno naturalmente espri-mendoilsuopuntodivista,sulgesto dell'uomo. Con ossessi- va ripetizione di quel concettodi «redimere il mondo» (solol'individuo può farlo, non gliStati,iregimi,leideologie)me-diante il sacrificio di se stessi,su cui s'innesta il tema, di cer-to drammaticamente sentitodall'autore, dell'esilio, dellaperdita d'identità, dello spae-samento come condizione irri-mediabile («una patria la sipuòperderesoloinmanierain-condizionataedefinitiva»).E' la parte più interessantedel romanzo, anche se spessodeclamatoria e ripetitiva, conrichiami impliciti alle teorieesistenzialiste allora in voga,innervate da un drammatico vissutoautobiografico.
GABRIELLABOSCO
La ferita è ancoraapertaesanguina.Sonopassa-ticinquant'anni,elaFrancialaricordainmodietempiconso-ni,malaguerrad’Algeriacon-tinua a tormentare le coscien-ze con la forza dirompente deltrauma. Dalle pagine di un ro-manzo,
 Degliuomini 
,scrittodaqualcuno che nel 1961 non eraneppurenato,LaurentMauvi-gnier - oggi quarantatreenne -quellaferitatornaatracimare,a dire l’irrisolto che la mantie-ne bruciante e che impediscelacicatrizzazione.In esergo, Mauvignier tra-scriveunpassodiJeanGenet,tratto dal
 Funambolo
: «E latuaferitadov’è?Michiedodo- verisieda,dovesicelilaferitasegretaincuiogniuomocorrearifugiarsisequalcunoatten-ta al suo orgoglio, quandoqualcunolo ferisce.Lagonfie-rà, questa ferita, la riempirà.Sarà così il suo foro interiore.Ogni uomo sa come raggiun-gerla, fino a diventare egli stes-so quella ferita, come un cuoredolente». Sono parole senzasperanza, che fanno pensare auna sorta di destino tragico cuinon ci si può sottrarre. Ma for-se quella è l’impressione chel’autore, giovane ma non abba-stanzapernonsentireneltessu-to sociale le conseguenze di unpassato di colpa, una colpa non voluta dagli dei ma dagli uomi-ni, vuole fugare. La storia inse-gna: che il torto inflitto ad A siritorceràsuB,suC,suD...Per-ché l’odio non rimesti odio, o la violenza non produca violenza,perchél’incomprensioneeladi- visione non dilaghino ammor- bando l’esistenza degli indivi-dui,l’unicaviaènoninnestarli.Feu de Bois, Fuoco di Le-gna, ovvero Bernard, il perso-naggio che nel romanzo incar-na il dolore e l’impossibile re-denzione, entra in scena nelle vestidelmaledetto.Portaindo-noallasorellaSolange,nelgior-no del suo sessantesimo com-pleanno, un gioiello prezioso,una spilla d’oro. Ma è una spe-ciedibarbone,chebeveedema-nacattivoodore.Dovepuòaverpreso i soldi per quel regalo? Ilsospetto è nella mente di tuttigliinvitati,cherespingonol’uo-mo, sono diffidenti e, peggio,rancorosi nei suoi confronti.L’unicaèSolange,adalbergarenel cuore un lumino di dubbio.Umiliato, Bernard aggredisceun amico arabo della sorella,Chefraoui.Beveancora,minac-ciamoglieefiglidiquell’uomo.A raccontare il presente è ilcugino del protagonista, Rabut,che con lui ha condiviso l’espe-rienza della guerra in Algeria.Maneltempod’attesachesepa-raifattiavvenutidalladenuncianon ancora decisa nei confrontidi Bernard, l’esperienza di ieririemerge.OggiRabutcondannaBernard,perchéapparentemen-te è incapace di leggere il sensodiciòcheluistessonarra.Eallo-raeccocheilraccontosifacora-le,edallevocidichilovisselari-costruzionediquelpassatotrau-matico porta a galla i marginidellaferita,ilsenso dicolpa nonredimibile dei sopravvissuti, dicolorochedovendoportareilpe-sodi tutti coloro che sono mortinesonostatischiacciati,nelcor-poenell’anima.L’epilogoèpoeti-camente,umanamentetragico.Questoèunromanzochena-sce dall’urgenza improvvisa ditestimoniare,elascritturalodi-ce: ansimante, rotta, veloce. Latraduzione di Yasmina Mela-ouahne rendetutta ladetermi-nazioneaddolorata.
Unaspillad’ororiaprelaferitadell’Algeria
LUIGIFORTE
 La montagna magica
non è un inedito romanzo diThomas Mann, ma il titoloscelto dalla bravissima tra-duttrice Renata Colorni perla nuova splendida edizionenella collana dei Meridiani acura di Luca Crescenzi dellagrande opera nota da noi fi-no a ieri come
 La montagnaincantata
, che lo scrittore diLubecca pubblicò con enor-me successo di pubblico ecritica nell'autunno del 1924,cinque anni prima di riceve-reilNobel.Non è facile rinunciare al vecchio sintagma a cui era- vamo affezionati: ben conno-tava l'atmosfera trasognatadel romanzo, quel clima diserra lambito da un alito dimorte e ravvivato dal chiac-chierio di anime peregrine.Un titolo talmente radicatonell'immaginario dei lettoricomenelnostrocanonedellaletteratura europea del '900da sembrare immodificabile.Lo aveva coniato nel lontano1925 Lavinia Mazzucchetti,la germanista amica diMann, e da allora rimase ta-le, mentre altre lingue euro-pee preferirono l'aggettivo«magico», del tutto plausibi-le se si guarda l'originale,
 Zauberberg 
, a cui viene da as-sociare per analogia
 Zauber- flöte 
, per l'appunto
 Il flautomagico
diMozart.
Certo, come evidenziaanche l'ottimo commento diCrescenzi, nel romanzo siintersecano esperienze eso-teriche e occultistiche, ipersonaggi trascoloranofra mito e realtà, metamor-fosi oniriche e processi al-chemici, fluido romantico emalia erotica, per non parla-re del sostrato fiabesco del-la narrazione.
Insomma, la magia è tutt'altrochefuori luogo, e il nuo- vo titolo, già proposto negliAnni Cinquanta dal grandetraduttore Ervino Pocar marifiutato da Mondadori,anzi-ché tradire sembra accen-tuare le intenzioni dell’autore,chela magistrale versione del-la Colorni (sì, davvero magicase si pensa alla complessitàdellaprosa di Mann!) trasmet-te con raffinata musicalità alsemprepiùincantatolettore.Seguire il protagonistaHans Castorp, giovane inge-gnerediAmburgo,nelsuosog-giorno in un lussuoso sanato-rio sulle montagne di Davos,che richiamano il Venusbergdel
 Tannhäuser 
, è ancor oggiun'avventura affascinante,quasi temeraria. Ci si inoltranella cultura europea dellamodernità poco prima dellasua disfatta, rivisitandone lelontane origini in un gioco dirifrazioni che accostano paro-dia e tragedia, amore e morte,illuminismoeoscurantismo.Di tutto ciò il buon Ca-storp, un borghese di culturamedia, senza grandi ambizio-ni, non ha alcuna idea quandofa visita al cugino malato Joa-chim Ziemssen al Berghof, ilsanatorio dove finirà per tra-scorrere non una ventina digiorni come previsto ma bensette anni, fino allo scoppiodellaprimaguerramondiale.Un appassionante proces-so di maturazione attende ilprotagonista, all'insegna deigrandi temi della decadenzacari a Mann già al tempo dei
 Buddenbrook 
: dalla malattiaall'inclinazione verso la mor-te, dall'amore di Hans, in que-sto caso, per la russa ClawdiaChauchat prossimo al
 cupiodissolvi 
, fino allo sguardo rapi-to su un'epoca che si sta ina- bissando.Castorp è una specie di so-stanza alchemica che il narra-tore utilizza nei suoi esperi-menti non solo per evocare laproblematicità di quegli anni,ma anche per una riflessionesulpropriopercorsodi scritto-re tedesco che ancora nelle
Considerazioni di un impolitico
del1918 si batteva per la cultu-ra, romantica utopia contrap-posta alla civilizzazione, allamodernità, all'idea stessa diragione illuministica. Una dia-letticachenella Montagnama-gica riemerge attraverso lecontrappostefigure dell'italia-noSettembrini,liberalee mas-sone e dell'ebreo gesuitaNaphta,profetadell'irraziona-lismo e mistico del terrorismoreligiosoepolitico.Come Castorp anche Mannera stato a Davos, nel maggiodel 1912 in visita alla moglieKatja ricoverata in un sanato-rio per una lieve forma polmo-nare. Fu allora che maturòl'idea di un racconto, un breve
Mauvignier
Unaguerrachebruciaancoranellamemoriadeifrancesi
«IlsangudiSanGennaro»:ipotesisuunsuicidionellacornicediunreportage antropologico
RedimereilmondoaPosillipo
pp
ThomasMann
p
LAMONTAGNAMAGICA
p
acuraeconintroduzionediLucaCrescenzieunsaggiodiMichaelNuemann
p
traduzionediRenataColorni
p
Mondadori
p
pp.CLXXXIII-1422,
60
p
Mann pubbliil romanzo nel1924,5anniprimadelNobel.Ilti-tolo
 La montagna incantata
 fuconiatodaLavinaMazzucchetti.
pp
LaurentMauvignier
p
DEGLIUOMINI
p
trad.diYasminaMelaouah
p
Feltrinelli,pp.206,
16
pp
SándorMárai
p
ILSANGUEDISANGENNARO
p
acuradiDonatoA.Sciacovelli
p
Adelphi
p
pp.346,
19
Marai
LastagionesottoilVesuviodell’autoreungheresedi«Braci»
 NelsanatoriodiDavosunappassionant processo di maturazione,all'insegnadeigrandi temidelladecadenza
 RenataColorni,traduttrice 
Mann
Unanuovasplendidaedizionedelcapolavoro,nellamagistraletraduzionediRenataColorni
Scrittoristranieri
II
 SándorMárai «EruzionedelVesuvio»,dipintodiTurner,1817 
Lamontagnaèdiventatamagica
 LaurentMauvignier 
 
 
MASOLINOD’AMICO
Due brevi romanzi dicostume,
 Diario di un lady di  provincia
 e
 Gabbia per amanti 
;entrambidaltonoironico(spe-cialmente il primo)e scritti dadonne, Delafield e Powell, econ protagonista femminile,unodel1930,unodel1957.Ladiaristadiquellopiùan-ticononè,diversamentedaco-mepuòfarpensareiltitoloita-liano, una nobildonna (nel suomite snobismo, ella non osanemmenospecificareperinte-ro il cognome delle vere «la-dy» con cui ha contatti), bensìuna semplice signora borghe-se che abita in un villaggio in-glesemoltotipicodovecondu-ceunavitamoltoconvenziona-le, annotando tutti i giorni,non senza sottolineare comi-camentelepropriegoffaggini,quellochelesuccede:valeadi-relevicissitudinideisuoibam- bini,isilenzidelconiuge,spes-so gravidi di disapprovazione,i vani tentativi per far cresce-re piante in soffitta, i rapporticon le altre signore del posto,tracuilascioccamogliedelvi-cario e la lamentosa anzianaMrsBlenkinsop.Ilgrandeavvenimentodel-l’annata coperta dal diario è ilfidanzamentodellafigliadico-stei con un giovanotto che haun lavoro sull’Himalaia; altrimomentimemorabilisonopiùomenoriuscitefestedibenefi-cenza, brevi visite di amicheche vivono altrove, una picco-la vacanza che la nostra eroi-na si concede nel sud dellaFrancia. Il tema ricorrente èlacontinuamancanzadidena-ro della narratrice, spesso co-strettaperpagarepiccolidebi-ti a stratagemmi come impe-gnare il suo anello più prezio-so; una modesta eredità checapitaalmaritoportaunaben- venuta boccata d’aria. Non èchiaro se sia questo laconicomarito a tenerla a stecchetto,inognicaso itempisonocam- biatiassai.Laprotagonistacontinuaaricevere intimazioni di credi-toriedèspessocostrettaafar-si prestare somme irrilevanti,ma ha una grande casa congiardini e campo da tennis,più cameriera, cuoca e made-moiselle francese per la bam- bina. Certo, da sola non sa-prebbe cavarsela. Come po-trebbe?Nonlehannoinsegna-tonientediutile,suonamaluc-cio il piano, cuce quel tanto cheleconsentedimodificarsiivesti-ti,siarrabattaaparlaredeilibridel momento con interlocutoriche con ogni probabilità non lihannolettinemmenoloro.Poco più attezzata all’indi-pendenza è del resto la giovaneamericana di
 Gabbia per aman-ti 
, autrice Dawn Powell, la cau-stica rivale di Dorothy ParkerriscopertadaGoreVidal.Questa Christine, abitanteinunacittadinadiprovinciadel-l’Ohioconlamadreabbandona-ta dal marito e un’altra sorella,èstatanotataperlasuagraziaedocilità da una ricca e valetudi-naria signora del posto, che sel’è presa in casa come qualcosatraun’infermieraeunadamadicompagnia.Spintadallamadre,Christinenon si è opposta, ben-ché tenessemoltoad andare al-l’Università, l’inconfessata at-trazione essendo il nipote dellamiliardaria, che è un ragazzoapertoegentile,particolarmen-te con lei. Ma gli anni sono pas-sati,ilnipotedellamiliardariasièsposatoedèandatoavivereal-trove,eChristinesièlasciatavi-ziare dai viaggi in prima classe,dai bei vestiti con cui la sua pa-dronasidivertearicoprirla,da-gli incontri con personaggi diun mondo nel quale altrimentinonavrebbemai avutomodo dimetterepiede.Però non è felice, e un belgiornoapprofittandodiun’occa-sione favorevole, scappa, senza bagaglie senzaprogetti,aPari-gi, convinta di aver fatto perde-re le sue tracce e di poter final-mente avere un’esistenza auto-noma.Maècomeliberare inun boscounanimaleallevatoincat-tività...Traflashbackchecirag-guaglianosui precedenti, l’azio-neprocedesenzafarcibalenaretroppe speranze per Christine,che sarà intelligente ma dopoquel primo passo non dà provanédienergianédiiniziativa.Per sua fortuna, la Powell fi-nisceperimpietosirsieleconce-de un finale meno disastroso dicomepotevamotemere.
DAVIDESAPIENZA
Èunlavoroparticolar-mente affascinante quello cheIperboreaconducedamoltian-niconl'operadelfinlandeseAr-toPaasilinna.Ilgenialescritto-re di Kittilä, in Lapponia, dive-nuto famoso in Italia con
 L'an-nodellalepre 
nel1994,saconiu-gare una scrittura lineare aslancinarrativichecomeifeno-meni atmosferici delle sue ter-re, risultano imprevedibili, mi-steriosi, eppure sempre capacidi farci ritornare sulla stradamaestra dopo lo spaesamentoiniziale. Dal vasto repertoriodello scrittore, oggi quasi set-tantenne,Iperboreahasempresceltoconcuratitolichepredili-gono un percorso artistico piùchediuscitecronologichedellesue opere.Forse questoha fat-to spostare su Paasilinna i no-stririflettoriinmanieradiscon-tinua, ma può essere interes-santeperillettoreattentoparti-re dal «nuovo» romanzo perpercorrere questo cammino aritroso, sicuro di poter trovaresorpreseavvincenti.Leggere oggi
 L'allegra apoca-lisse 
(uscitoinFinlandianel1992)lasciaaboccaapertaperlasurre-aleattualitàdegliingredientinar-rativiedeltematantoinvogaal-la vigilia del 2012 (no: PaasilinnanonfaesploderelaTerrainquell'anno).Mac'èdipiù:lafavolabu-colica raccontata nelle paginedel libro è talmente paradossaleda non poter mai essere definitainverosimile, nonostante episodiallimitedellafollia(l'interramen-todiunabombaHinunboscoalconfine tra Russia e Finlandia!).Non che Paasilinna utilizzi que-storegistroperlaprimavolta:ac-cadevaanchein
 Losmemoratodi Tapiola
 (2001),
 Piccoli suicidi traamici 
 (2006) e
 Il migliore amicodell'orso
 (2008), storie talmente(in)verosimilidaapparireplausi- bili. Paasilinna cattura il lettoresenzacircuirlo,preferendoorien-tareilpensieroverso puntidi vi-sta inusuali eppure allineati allaparticolarementalitàdelsuopo-polo,cosìunicotraquelliscandi-navi. La sottile linea che separalanormalitàel'assurdofadi
 L'al-legra apocalisse 
 un romanzo cheti spinge a considerare normaletuttociòcheèimprevedibile,que-stosenzaforzareconscelteartifi-cioselastoria.Perquestounafra-se semplice, seria, piazzata a unterzo del libro - «la foresta cam- bia un uomo» -, ci svela come il bizzarrotestamentodel«grande bruciachiese Asser Toropai-nen»,permanodelnipotepredi-lettoEemeli,sistamaterializzan-doinun'Utopiapossibilediritor-noaivalorieairitmidellaTerra.E attraverso una serie di vi-cissitudini che coinvolgono pa-rallelamente il microcosmo cheil nipote va costruendo in un'area selvaggia della Finlandia(le foreste del Kainuu), e quelledi un distante mondo pratica-mente chiuso fuori, si svolgel'apocalisse-«letenebrenuclea-ri»dellaterzaguerramondiale-e una distante rinascita della ci- viltà,ilcuicentroèpropriolaco-munitàdirettadaEemeli.
 L'allegra apocaliss
 è una fa- vola.Gli avvenimentiesterniso-no giganteschi, ma l’Associazio-neFunerariadiEemeliToropai-nen ne resta colpita solo margi-nalmente, e per questo cresce esuomalgradodiventasimbolodiuna civiltà che riparte da capo.Paasilinnaparevolerdirechesel'uomo è convinto di potersi er-gere a dominatore del pianetaTerra, sbaglia. E che l'unica co-sa che funziona davvero, se vis-suta con il dovuto rispetto, è lanaturamadre.
ABOLOGNAEATORINO
Letture
=
SaràBernardManin,docenteallaNewYorkUniversityeall’Institutd’EtudesPolitiques,atenerel’annualeLetturadelMulino(oggih.11,30aBologna,aulamagnadell’Università).Temadellalezione:«L’avvocatodeldiavoloindemocrazia:ilruolodelcontraddittorionelladeliberazionepolitica».ATorino,il25novembre,CircolodeiLettori,viaBogino9,h.18,conferenzadiBernhardWaldenfels,fraimaggiorifenomenologicontemporanei,allievodiMerleau-Ponty,su«Prestateattenzioneall’estraneo».OrganizzalaScuoladialtaformazionefilosoficadirettadaUgoPerone.
ALUCCA 
PerTobino
=
«LaToscanadiTobino:letteraturaeartenelNovecento»èiltemadelconvegnoaLuccail26eil27novembre.Ricorderannofraglialtril’autoredelle«LiberedonnediMagliano»chenascevacentoannifaAlfonsoBerardinelli,AndreaCortellessa,FilippoLaPorta.
ALGAMBRINUS
ConSennett
=
IlsociologoRichardSennett,autoredi
L’uomoartigiano
(Feltrinelli),ètraivincitoridelPremio«Gambrinus-GiuseppeMazzotti»,conDomenicoLucianieMoniqueMesser(alorocura:
Petrarcae suoiluoghi 
,FondazioneBenetton/Canova)eChristophRansmayr(
Lamontagnavolante
,Feltrinelli).OggiaSanPaolodiPiave(Tv)lapremiazionedelsupervincitore.
UN«APPELLO»POLEMICO
ConPennacchi
=
ConCanaleMussoliniAntonioPennacchihavintoilpremio«Astid’Appello”riservatoatitolisecondieterziclassificatiaigrandipremi.Inevitabililepolemiche:PennacchièstatoprimoalloStrega!UrgeCassazione.
AIMPERIA 
L’addioaLanteri
=
NeigiorniscorsiseneèandatoElioLanteri,liguretraDolceacquaeImperia,amicodiFrancescoBiamonti,asuavoltascrittore.Nel2009avevapubblicatoperTranseuropa
Laballatadellapiccolapiazza
.
Rinasceredopoilcaosnucleare,nellaforesta
«pendant umoristico» alla
 Morte a Venezia
. Ma il traumadella guerra trasformò quelprogetto in un «romanzo diformazione» e in un viaggioiniziatico fra caratteri eccen-trici e classiche icone: queimalatiche, simili a ombre dell'Ade, s'aggirano per il Berghof come sul proscenio di un'apo-calisse che inghiottirà con Ca-storp,tornatonelle «terre bas-se» a combattere, il mondo incui lo scrittore aveva credutofindaultimo.Nona casotalunipersonag-gi affondano le loro radici nelsottosuolomitico perché la ge-ografia culturale e simbolicadella
 Montagnamagica
 abbrac-cia epochein un fantasmagori-co intreccio di richiami e leit-motiv costruiti con arte musi-cale (è noto l'interesse delloscrittore per Wagner). Perfi-no sull'ingenuoCastorpsi pro-iettano le ombre di Odisseo edEnea così come il primario delsanatorio, il consigliereBehrens richiama Radaman-to, il cui ordine è quello degliinferi,ela bellamadameChau-chat cela in sé la vocazione diVenereediPersefone.La montagna magica non èsolo un complesso panoramaepocale, la mappa di un'interaciviltà fagocitata dalla follia edall'istinto di morte, ma il te-stamentodiungrandeintellet-tuale che volta pagina, abban-dona i fantasmi decadenti innomedell'amoreescopreilgu-sto della democrazia. Dal suodisorientamento lo scrittoreaccedea una superioreumani-tà e nel ritratto di un'Europaal tramonto lascia trasparirel'imperativoassoluto della lot-taaogniformadibarbarie.E quasi inavvertitamenteecco scaturire il suo romanzomoderno: un vertiginoso viag-gio mitopoietico fra parodia esaggismo. Una storia ermeti-ca, la definisce lui, sottrattaal tempo e impastata di so-gno, ma con il presagio degliincubifuturi.
Paasilinna
«Lallegraapocalisse»:unaparadossalefavolabucolica
«Diariodiunaladydiprovincia»:quandolafigliasifidanza;«Gabbiaperamanti»:sognandoilmiliardario
Lesignorecogoffeecosìgraziose
pp
ArtoPaasilinna
p
L'ALLEGRAAPOCALISSE
p
trad.diNicolaRainò
p
Iperborea,pp.320,
16
pp
E.M.Delafield
p
DIARIODIUNALADYDIPROVINCIA
p
trad.diMonicaPareschi
p
NeriPozza,pp.188,
15
pp
DawnPowell
p
GABBIAPERAMANTI
p
trad.diSilviaCastoldi
p
Fazi,pp.206,
17,50
CastorpeMadame Chauchat,personaggi chetrascoloranoframitoerealtà,fluidoromanticoemaliaerotica
Delafield-Powell
Traunvillaggioingleseel’Ohio,sulfilodell’ironia
Tuttolibri
SABATO20NOVEMBRE2010LASTAMPA 
 III
Blocnotes
 ArtoPaasilinnaUnritrattogiovanilediThomasMann
 

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