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Nel 1908 a Gela iniziò a frequentare le scuole elementari[6]. Nel gennaio del 1909
il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella
stazione di Messina colpita da un disastroso terremoto e successivo maremoto, il 28
dicembre 1908. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario
morto della stazione. Quegli anni restarono impressi nella memoria del poeta, che
li evocò nella poesia Al Padre, inserita nella raccolta La terra impareggiabile,
scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto
di Messina[7]:
Nel 1919 si trasferì a Roma, dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma,
subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli, per impiegarsi in
più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile e, in seguito,
impiegato presso un grande magazzino. Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e
iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla
del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale Rampolla del Tindaro,
Segretario di Stato di Papa Leone XIII[9].
«Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull'acque
dell'isole dolci del dio,
oggi m'assali
e ti chini in cuore. …»
Nel 1931 venne trasferito presso il Genio Civile di Imperia, in seguito presso
quello di Genova. In questa città conobbe Camillo Sbarbaro e le personalità di
spicco che gravitavano intorno alla rivista Circoli, con la quale il poeta iniziò
una proficua collaborazione pubblicando, nel 1932, per le edizioni della stessa, la
sua seconda raccolta Oboe sommerso nella quale sono raccolte tutte le poesie
scritte tra il 1931 e il 1932 e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la
sua adesione all'ermetismo.
Dal marzo 1933 alla fine del 1934 lavorò come funzionario all'Ufficio del Genio
Civile di Cagliari. Ottenuto il trasferimento a Milano, venne però destinato alla
sede di Sondrio. Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura,
iniziò a lavorare per Cesare Zavattini in un'impresa di editoria e, soprattutto, si
dedicò alla collaborazione con Letteratura, una rivista vicina all'ermetismo. Nel
1938 pubblicò, a Milano, una raccolta antologica intitolata Poesie; nel 1939 iniziò
la traduzione dei lirici greci. Nel 1941 venne nominato professore di Letteratura
italiana presso il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano, incarico che
mantenne fino alla fine del 1968.
Nel 1950 ottenne il Premio San Babila; nel 1953 condivise il Premio Etna-Taormina
con il poeta gallese Dylan Thomas[18]; nel 1958 ebbe il premio Viareggio[19]; nel
1959 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura «per la sua poetica
lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei
nostri tempi»[20] che gli fece raggiungere una definitiva fama. A esso seguirono le
lauree honoris causa dalla Università di Messina nel 1960 e da quella di Oxford nel
1967.
Il 14 giugno del 1968, mentre il poeta si trovava ad Amalfi, dove doveva presiedere
un premio di poesia, venne colpito da un ictus (aveva avuto già un infarto mentre
visitava l'Unione Sovietica), che lo condusse alla morte poche ore dopo: il cuore
del poeta smise di battere sull'auto che lo stava trasportando all'ospedale di
Napoli. Il suo corpo fu trasportato a Milano e tumulato nel Famedio del Cimitero
monumentale, luogo che già ospitava le spoglie di Alessandro Manzoni. Quasimodo fu
membro della Massoneria, iniziato il 31 marzo 1922 presso la Loggia "Arnaldo da
Brescia" di Licata.[21][22]
Il poeta e lo scrittore
Niente fonti!
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«Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.»
(Salvatore Quasimodo, da Uomo del mio tempo)
Nelle Nuove poesie (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume Ed è
subito sera del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso,
grazie anche all'uso più frequente dell'endecasillabo o di altri versi lunghi
(anche doppi[23]): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel
poeta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e
confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.
Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha
lasciato quand'era ancora un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice,
ignara dell'angoscia del figlio, ormai adulto), o con il ricordo della prima moglie
Bice Donetti.
Nella raccolta Il falso e vero verde (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di
un'estrema incertezza esistenziale, un'intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma
nel volume trova posto anche una sofferta meditazione sui campi di concentramento
che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz).
La terra impareggiabile (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato
alla rappresentazione della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta
a una condizione di devastante solitudine e conferma, nel poeta, la voglia di
dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo
mitizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici
come il terremoto di Messina del 1908 (Al padre).
Opere
Raccolte di poesie
Acque e terre, Firenze, sulla rivista Solaria, 1930.
Oboe sommerso, Genova, sulla rivista Circoli, 1932.
Odore di eucalyptus ed altri versi, Firenze, Antico Fattore, 1933.
Erato e Apòllìon, Milano, Scheiwiller, 1936.
Nuove Poesie, Milano, Primi Piani, 1938.
Ed è subito sera, 1942.
La vita non è sogno, Milano, A. Mondadori, 1949.
Il falso e vero verde (1949-1955), Milano, Schwarz, 1956.
La terra impareggiabile, Milano, A. Mondadori, 1958.
Dare e avere. 1959-1965, Milano, A. Mondadori, 1966.
Traduzioni
Lirici greci, Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
Virgilio, Il Fiore delle Georgiche, Milano, Edizioni della Conchiglia, 1942. -
Milano, Gentile, 1944; Milano, Mondadori, 1957.
Catulli Veronensis, Carmina, Milano, Edizioni di Uomo, 1945. - Milano, Mondadori,
1955.
Omero, Dall'Odissea, Milano, Rosa e Ballo, 1945.
Sofocle, Edipo re, Milano, Bompiani, 1946.
Il Vangelo secondo Giovanni, Milano, Gentile, 1946.
John Ruskin, La Bibbia di Amiens, Milano, Bompiani, 1946.
William Shakespeare, Romeo e Giulietta, Milano, Mondadori, 1948.
Eschilo, Le Coefore, Milano, Bompiani, 1949.
William Shakespeare, Riccardo III, Milano, Edizioni del Piccolo Teatro, 1950. -
Milano, Mondadori, 1952.
Pablo Neruda, Poesie, Torino, Einaudi, 1952.
William Shakespeare, Macbeth, Torino, Einaudi, 1952.
Sofocle, Elettra, Milano, Mondadori, 1954.
William Shakespeare, La Tempesta, Torino, Einaudi, 1956.
Molière, Il Tartufo, Milano, Bompiani, 1958.
Fiore dell'Antologia Palatina, Parma, Guanda, 1958.
Edward Estlin Cummings, Poesie scelte, Milano, Scheiwiller, 1958.
Ovidio, Dalle Metamorfosi, Milano, Scheiwiller, 1959.
William Shakespeare, Otello, Collana Lo Specchio, Milano, Mondadori, 1959.
Euripide, Ecuba, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1962.
Conrad Aiken, Mutevoli pensieri, Milano, Scheiwiller, 1963.
Euripide, Eracle, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1964.
William Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Milano, Mondadori, 1966.
Tudor Arghezi, Poesie, Milano, Mondadori, 1966.
Yves Lecomte, Il gioco degli astragali, Edizioni Moneta, 1968.
Curatele
Lirici minori del XIII e XIV secolo, a cura di S. Quasimodo e Luciano Anceschi,
Milano, Edizioni della Conchiglia, 1941.
Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni, 1957.
Poesia italiana del dopoguerra, 1958.
Altri scritti
Petrarca e il sentimento della solitudine, Milano, Garotto, 1945.
Scritti sul teatro, 1961.
L'amore di Galatea libretto per musica, 1964
Il poeta e il politico e altri saggi, Milano, Schwarz, 1967.
Leonida di Taranto, Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
Lettere d'amore di Quasimodo, post., 1969
Poesie e discorsi sulla poesia, post., 1971.
Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo, Giuseppe Dozza, post., 1976
A colpo omicida e altri scritti, post., 1977.
Onorificenze, premi e riconoscimenti
Onorificenze
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte - nastrino per
uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e
dell'arte
— 2 giugno 1968[24]
Premi
Premio Antico Fattore per la poesia, 1932
Premio San Babila, 1950
Premio Etna-Taormina, 1953
Premio Viareggio per la poesia, 1958
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la letteratura 1959
Cittadinaza onoraria, Messina (1960)
Riconoscimenti accademici
Cattedra di Letteratura Italiana "per chiara fama" presso il Conservatorio di
musica "G. Verdi" di Milano" (1941-1968)
Laurea "Honoris Causa", Università di Messina (1960)
Laurea "Honoris Causa", Università di Oxford (1967)
Curiosità