Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Trasferimento interfase di un solo componente
Curve di lavoro e calcolo grafico
Nelle colonne di assorbimento, deassorbimento ed estrazione se la quantità di soluto trasferita non è
trascurabile le portate non possono più essere assunte costanti; tuttavia, nel caso in cui il soluto sia il solo
componente trasferito le portate dei componenti non trasferiti sono costanti, abbiamo quindi che:
e
per cui
1 1 1
1 1 1
Le curve di lavoro possono essere scritte in modo da far comparire le portate e . Nel caso
dell’estrazione/deassorbimento il bilancio di materia di A nella sezione della colonna diventa:
, , , ,
1 , 1 , 1 , 1 ,
L’equazione precedente è lineare se si esprimono le concentrazioni non in termini di frazioni molari ma con
i seguenti rapporti molari:
1
1
Eseguendo la sostituzione si ottiene:
da cui abbiamo
La curva di lavoro è quindi una retta in un diagramma XY in cui le concentrazioni sono espresse come
rapporti molari su base priva di soluto:
Il calcolo grafico è analogo al caso delle soluzioni diluite purché si esprima la relazione di equilibrio in
rapporti molari.
Nel caso dell’assorbimento, con analoghi passaggi, si ottiene che:
e quindi
Equazione di Riccati: estrazione/deassorbimento
Come abbiamo visto precedentemente, l’uso dei rapporti molari su base priva di soluto consente di avere
delle curve di lavoro lineari nel caso in cui sia trasferito un solo componente. Questa trasformazione di
variabili ha però l’inconveniente di trasformare un’equazione di equilibrio lineare rispetto alle frazioni
molari in un’equazione non lineare rispetto ai rapporti molari:
Y X mX
y = mx ⇒ =m ⇒ Y=
1+ Y 1+ X 1 + (1 − m )X
L’equazione alle differenze che si ottiene combinando la precedente equazione di equilibrio con il bilancio
di materia in rapporti molari è un’equazione alle differenze di Riccati.
Consideriamo un calcolo di progetto di estrazione o deassorbimento, le equazioni da risolvere sono le
seguenti:
1 1
combinandole si ottiene
1 1
Ponendo
, 1 , ,
l’equazione per un generico n diventa
1
moltiplicando per 1 si ottiene l’equazione di Riccati
0
dividendo per si ottiene l’equazione in forma canonica
⁄ 1
0
Ponendo
⁄
1
1 1
1
1
1
l’equazione alle differenze diventa
0
Isolando il rapporto molare in n, si ottiene un’equazione adatta al calcolo stadio per stadio partendo dalla
condizione iniziale X0
Calcolo della portata minima di solvente (estrazione) o di gas (deassorbimento)
Quando la curva di equilibrio è concava (m < 1), la retta di lavoro con una portata di solvente pari a quella
minima interseca la curva di equilibrio in corrispondenza della composizione dell’alimentazione X0 (punto
, . Se invece la curva di equilibrio è convessa (m>1) si hanno due possibilità. Il punto pinza si
può trovare, come nel caso precedente, in corrispondenza dell’intersezione tra la retta di lavoro e la curva
di equilibrio in , oppure, se la convessità della relazione di equilibrio è sufficientemente
accentuata, può essere tangente ad essa in punto nell’intervallo operativo , .
Pertanto, quando la curva di equilibrio è convessa, è necessario verificare se esiste nell’intervallo operativo
un punto in cui la retta di lavoro e la curva di equilibrio siano tangenti. Se questo è presente allora
rappresenta la condizione in cui V’ è minimo.
Condizione di intersezione
La condizione di intersezione impone che per X0 , la Y ottenuta dalla relazione di equilibrio sia uguale alla Y1
calcolata mediante la retta di lavoro:
1 1
da cui
Condizione di tangenza
La condizione di tangenza sia ha quando i due punti di intersezione tra la retta di lavoro e la curva di
equilibrio coincidono. Questa condizione equivale a imporre che le due radici della seguente equazione
siano uguali:
0
per cui ∆ 4 0
1 1
,
1 1 1
I coefficienti a+b e c sono linearmente dipendenti dal rapporto tra le portate.
Ponendo
1
, , ,
1 1 1 1
Si ha che
,
sostituendo nel discriminante si ottiene un’equazione di secondo grado rispetto al rapporto tra le portate
∆ 4 2 4 4 2 2 4 0
I rapporti ⁄ che sono radici dell’equazione predente rappresentano i reciproci delle pendenze delle due
rette di lavoro tangenti alla curva di equilibrio. La sola radice da considerare, se esiste, è quella con un
punto di tangenza incluso nell’intervallo tra XN e X0. Nel caso in cui esista, poiché la curva di equilibrio è
convessa, la corrispondente portata sarà quella minima in quanto maggiore di quella ottenibile
imponendo l’intersezione in X0.
Risoluzione dell’equazione alla differenze di Riccati
L’equazione di Riccati può essere risolta riducendola a un’equazione lineare del primo ordine. Infatti,
ponendo si ottiene
0
se h è una radice dell’equazione
0
√∆
cioè con ∆ 4
allora l’equazione diventa omogenea
0
dividendo per l’equazione alle differenze risulta del primo ordine, lineare e non omogenea rispetto
a 1/
1
La soluzione dell’omogenea associata è
mentre la soluzione particolare per 1/ costante è
1
2
per cui la soluzione generale è
1 1
2
La soluzione espressa in termini di diventa
1 1
2
per cui imponendo le condizioni in testa e in coda alla colonna
1 1
2
1 1
2
e eseguendo il rapporto si ottiene
1 1
2
1 1
2
Come visto nel calcolo del punto di tangenza, h rappresenta la X corrispondente a un punto di intersezione
tra la retta di lavoro e la curva di equilibrio. A seconda della curvatura della curva di equilibrio, ovvero a
seconda del valore di m, questo può esistere o meno in campo reale. Se gli h sono reali (condizione sempre
soddisfatta se la curva di equilibrio è concava, m<1) allora è possibile eseguire il logaritmo dell’equazione
ottenendo un’equazione esplicita per il calcolo del numero degli stadi.
1 1
2
1 1
2
Nel caso in cui le intersezioni siano assenti allora gli h sono complessi coniugati, in questo caso, conviene
trasformare l’equazione come segue.
√∆ 1 2 2
Poichè allora 2 √∆ per cui
2 2 2 2 √∆
1 1 2 1 2 √∆ 1
e quindi ·
2 2 √∆ √∆ 2 √∆ √∆
2 2 2 √∆ √∆ √∆
inoltre
2 2 2 √∆ √∆ √∆
sostituendo
2 √∆
2 √∆ √∆
2 √∆ √∆
2 √∆
se ∆ 0 allora si può scrivere
2 √ ∆
2 √ ∆ √ ∆
2 √ ∆ √ ∆
2 √ ∆
e quindi adottando la rappresentazione esponenziale
√ √ √
con , ,
L’equazione richiede che 0, 1, 2, … per cui
Il minore tra i valori degli N positivi che soddisfano l’equazione precedente corrisponde al numero di stadi
di equilibrio cercato.
Equazione di Riccati: assorbimento
Nel caso di un calcolo di assorbimento, si ottiene come nel caso precedente un’equazione di Riccati. Si ha
infatti che
1⁄
1 1 1⁄
Se si isola nella retta di lavoro si ottiene
Ponendo
, , 1⁄ , 1 1⁄
e sostituendo l’equazione di equilibrio nella retta di lavoro si ottiene
1
quindi, moltiplicando per 1 si ottiene l’equazione di Riccati
0
dividendo per si ha
⁄
0
Pertanto l’equazione di Riccati in forma canonica è la seguente
0
1 1 ⁄ 1⁄ 1
con , ,
1 1⁄ 1 1⁄ 1 1⁄
Isolando il rapporto molare in n+1, si ha un’equazione adatta al calcolo stadio per stadio partendo dalla
condizione YN+1:
Calcolo della portata minima di solvente
Riducendo la portata di solvente, il punto pinza corrispondente alla portata minima può essere collocato
nell’intersezione tra la retta di lavoro e la curva di equilibrio in YN+1 (corrente VN+1) oppure, nel caso in cui la
curva di equilibrio sia sufficientemente concava, corrispondere a un punto in cui la retta di lavoro è
tangente a quella di equilibrio nell’intervallo tra Y1 e YN +1 . Nel caso in cui la curva di equilibrio sia concava
sarà quindi necessario verificare la presenza di un punto di tangenza in questo intervallo.
Condizione di intersezione
La condizione di intersezione impone che per YN+1 la X ottenuta dalla relazione di equilibrio coincida con la
XN calcolata mediante la retta di lavoro:
da cui
Condizione di tangenza
La condizione di tangenza equivale a imporre un solo punto di intersezione tra la retta di lavoro e la curva di
equilibrio, questa condizione è possibile solo se la curva di equilibrio è concava (m < 1) ed equivale a
imporre coincidenti le radici della seguente equazione:
0
per cui ∆ 4 0
1⁄ 1 1
,
1 1⁄ 1 1⁄ 1 1⁄
I coefficienti a+b e c sono linearmente dipendenti dal rapporto tra le portate.
Ponendo
1⁄ 1
, , ,
1 1⁄ 1 1⁄ 1 1⁄ 1 1⁄
Si ha che
,
sostituendo nel discriminante si ottiene un’equazione di secondo grado rispetto al rapporto tra le portate
∆ 4 2 4 4 2 2 4 0
I rapporti ⁄ che sono radici dell’equazione predente rappresentano le pendenze delle due rette di
lavoro tangenti alla curva di equilibrio. Una radice per essere accettabile deve corrispondere a un punto di
tangenza compreso nell’intervallo tra Y1 e YN+1. Nel caso in cui esso esista, la sua portata sarà quella
minima in quanto maggiore di quella ottenibile imponendo l’intersezione in YN+1.
Risoluzione dell’equazione alla differenze di Riccati
La soluzione generale ha la seguente forma
1 1
2
per cui
1 1
2
1 1
2
eseguendo il rapporto
1 1
2
1 1
2
dove h è una soluzione dell’equazione di secondo grado
0
Se l’equazione precedente ha delle radici reali, queste sono le Y per cui si ha l’intersezione tra la retta di
lavoro e la curva di equilibrio. Le intersezioni sono sempre presenti nel caso in cui la curva di equilibrio sia
convessa (m>1).
Come nell’estrazione e nel deassorbimento, valori di h reali consentono, eseguendo il logaritmo, di
ottenere un’equazione esplicita per il calcolo del numero degli stadi ideali.
1 1
2
1 1
2
Diversamente, con passaggi analoghi a quelli usati per l’estrazione/deassorbimento, si ottiene
un’equazione adatta per il calcolo degli stadi nel caso di valori di h complessi coniugati, cioè:
0, 1, 2, …
√ √ √
con , ,
Anche in questo caso, il minore tra i valori positivi di N corrisponde al numero di stadi di equilibrio cercato.