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Alberto Pirelli, figlio secondogenito di Giovanni Battista fondatore dell'azienda omonima con

sede a Milano, proseguì con il fratello maggiore Piero l'attività di famiglia, interessandosi
anche del processo di sviluppo della nascente industria italiana. Dopo aver conseguito la
maturità classica presso il liceo "Giuseppe Parini" di Milano, frequentò corsi di ingegneria,
economia e giurisprudenza, laureandosi in giurisprudenza nel 1904 all'Università di Genova.
[1] Negli stessi anni, su suggerimento del padre, frequenta anche alcuni corsi del Regio
Istituto Tecnico Superiore (in seguito Politecnico di Milano) e dell'Università Bocconi, in
modo da impadronirsi di nozioni e strumenti dell'economia, della meccanica e della
contabilità industriale.[1]

Nel dicembre del 1904 Alberto Pirelli e il fratello Piero sono nominati cogerenti
dall'Assemblea degli azionisti della Pirelli & C., con poteri e responsabilità uguali a quelli del
padre. Alla base della decisione di cooptare i figli nella gestione della società c'è l'obiettivo di
sfruttare le opportunità di crescita e di espansione internazionale che si stanno prospettando
grazie al grande sviluppo a livello mondiale dell'industria della gomma, in particolare nel
settore dei cavi elettrici e in quello degli pneumatici. Insieme nell'elaborazione della strategia
generale, i due fratelli consolidano ben presto una spartizione precisa dei compiti operativi,
che affida a Piero il peso della gestione dell'impresa, della quale nel 1927 ridisegna l'assetto
societario, e ad Alberto i rapporti con le istituzioni e gli apparati ministeriali e la gestione
delle relazioni internazionali.[1]

Espansione della rete commerciale


Alberto Pirelli - in stretta unione con il fratello, discreto regista dietro le quinte - è il
protagonista della fase di forte espansione internazionale che l'azienda conosce negli anni
successivi alla sua nomina ad amministratore. Conscio delle difficoltà di penetrazione dei
mercati esteri, anche a causa della concorrenza delle grandi imprese tedesche e americane,
Pirelli si adopera innanzitutto per un rafforzamento della rete commerciale, sostituendo
l'originaria organizzazione basata su agenti con la creazione di filiali commerciali,
successivamente trasformate in società autonome. Il secondo passo è la costruzione di nuovi
impianti produttivi all'estero, obiettivo che Pirelli persegue stringendo una serie di alleanze
con imprese locali.[1]

Uno dei primi Paesi su cui l'imprenditore concentra la sua attenzione è la Gran Bretagna, dove
nel 1913 conclude una joint venture con la londinese General Electric Co., insieme alla quale
vengono costruiti, negli anni successivi, due impianti per la fabbricazione di cavi a
Southampton (nel 1913) e a Eastleigh (nel 1927), e uno stabilimento per la produzione di
pneumatici a Burton upon Trent nel 1928.[1]

Un altro mercato che ben presto attira le attenzioni dell'imprenditore milanese è quello
argentino, Paese dove all'inizio degli anni dieci il governo ha avviato un vasto piano di
elettrificazione. Di fronte alla difficoltà di accedere alle commesse pubbliche a causa
dell'influenza esercitata dalla concorrenza tedesca, Pirelli, in società con alcuni imprenditori
locali, fonda la Compañía italo-argentina de electricidad, riuscendo ad assicurarsi importanti
commesse. I risultati premiano la sua strategia: nel 1917 nasce la società commerciale Pirelli
S. A. Platense, e – tre anni più tardi – viene completato un primo stabilimento per la
produzione di conduttori elettrici a Buenos Aires. Negli anni successivi segue un secondo
stabilimento per la produzione di articoli vari in gomma, e nel 1930 viene eretto, sempre a
Buenos Aires, un più vasto e moderno impianto per la produzione di cavi sotterranei e di
pneumatici per biciclette.[1]
Informatii despre Alnerto Pirelli

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