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CROCE DI GIUSTINO II
MUSEO STORICO ARTISTICO DEL TESORO DI SAN PIETRO
DIZION
I
ISBN 978-88-6339-005-6
€ 20,00
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788863 390056 O VAT
ARCHIVUM SANCTI PETRI
STUDI E DOCUMENTI SULLA STORIA DEL CAPITOLO VATICANO E DEL SUO CLERO
Bollettino d’archivio
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Dario Rezza
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La Crux Vaticana o Croce di Giustino II
La Crux Vaticana e la Roma ‘bizantina’
di Valentino Pace
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le due comunità cristiane. Se però è vero che nei Maggiore, tuttavia l’iconizzazione della Sua im-
testi di nostra conoscenza nulla ci testimonia di magine, che a Santa Maria Antiqua La trasforma
una particolare valenza devozionale verso Maria in una impassibile creatura regale, segna una ce-
nella città sul Tevere, a differenza di quanto av- sura di rilievo rispetto all’afflato narrativo della
veniva sul Bosforo, è comunque altrettanto vero basilica sull’Esquilino(14). I labili indizi di qualità
che a Roma le testimonianze figurative, pur esse esecutiva (di ‘stile’) testimoniano peraltro un
testimonianze di ‘storia’, depongono a favore di radicamento romano del pittore che, almeno a
un forte clima devozionale verso la Madre del Si- livello esecutivo, ne certifica l’appartenenza alla
gnore(12). Qui Maria è rappresentata come ‘regi- cultura figurativa romana.
na’ (con il Figlio in grembo, a ricevere l’omaggio Negli anni di regno dell’imperatore Giustino pro-
dell’offerta delle corone d’oro), secondo canoni prio questa ‘icona murale’ di devozione mariana
d’immagine che diverranno parte integrante del- venne cancellata con la sovrapposizione dell’An-
la devozione e della cultura figurativa romana dei nunciazione, ma nello stesso tempo riproposta ed
secoli a venire(13). Rappresentata in precedenza enfatizzata, assai verosimilmente, sull’abside. Nes-
già nella basilica mariana per eccellenza, ovvero sun indizio ci permette d’individuarne con preci-
sull’arco absidale (poi ‘trionfale’) di Santa Maria sione la committenza, invece sicuramente accredi-
1. Roma, Santa Maria Antiqua. Parete ‘palinsesto’ con affreschi frammentari: Maria Regina con Cristo Bambino e angelo offerente (VI sec.);
Annunciazione (VI sec.); Volto di Padre della chiesa (VIII sec.).
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SOMMARIO
La Crux vaticana è altrettanto celebre, quanto è stata fino ad oggi enigmatica. Il suo auspicato restauro
ha finalmente permesso di ottenere una chiara definizione del suo stato originario e delle sue alterazioni
successive. Opera di sicura committenza imperiale, per l’ostentazione della scrittura di dedica e delle im-
magini di Giustino e della consorte, ne sono di conseguenza sicura datazione (565-578) e localizzazione
(Costantinopoli), che ne fanno un preziosissimo testimone dell’oreficeria costantinopolitana del VI seco-
lo, ancor più importante per la controversia critica sull’origini di altre opere discusse fra la Capitale e la
Siria. Se possono restarne enigmatiche le scelte di iconografia (dalla duplice presenza dell’immagine di
Cristo all’abbigliamento della coppia imperiale, e altro) e le difficoltà di confronti, tuttavia non per questo
se ne può ormai più legittimare la totale genuinità solo per un più facile ossequio a visioni storiografiche
‘convenzionali’. La Croce venne inviata dalla coppia imperiale alla città di Roma, urbs christiana le cui più
recenti espressioni di committenza religiosa la affiancavano degnamente alla nuova capitale dell’impero.
La Crux Vaticana, resta ancora oggi esemplare testimonianza di fede di un imperatore, Giustino II, che
volle inviare alla città dei martiri in ricordo di se stesso e di sua moglie, la preziosa reliquia della passione
di Nostro Signore.
La Crux Vaticana, prestigiosa testimonianza dell’oreficeria bizantina custodita nel Museo del Tesoro della
Basilica di S. Pietro, rappresenta uno dei rarissimi esempi di committenza imperiale ancora conservato.
Grazie alla fase preliminare di studio e alle successive operazioni del recente restauro, l’acceso dibattito
sull’originaria consistenza e sull’autenticità della croce trova oggi risposte convincenti e nuove certezze
su manomissioni e sostituzioni. Inoltre, sulla base delle testimonianze documentarie e iconografiche e a
seguito della valutazione delle materie costitutive della croce e del suo apparato decorativo, è stato possi-
bile ricollocare la scomparsa corona di perle attorno alla reliquia e inserire nuovamente singole perle sul
fronte con un intervento di parziale ripristino che consente, nel rispetto dell’equilibrio tra facies originaria
e manipolazioni storicizzate, la piena leggibilità dell’armoniosa e significante sequenza di gemme fatta di
precise alternanze cromatiche.
L’iscrizione posta sulla Crux Vaticana qualifica l’oggetto come donazione alla città di Roma da parte
dell’imperatore Giustino II e di sua moglie Sofia, opportunamente menzionata come socia. L’uso della
lingua latina, ben attestata a Costantinopoli alla fine della tarda antichità, e della scrittura onciale ‘di tipo b’,
adoperata nelle legende monetali bizantine, prova la sostanziale autenticità della croce, che, prima di
entrare a far parte del Tesoro di San Pietro, fu forse conservata, almeno inizialmente, nella chiesa di Santa
Maria Antiqua, cappella palatina di Roma al tempo del ducato bizantino.
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SUMMARY
The Crux Vaticana, the reliquary-cross of the passion of Our Lord, is as much a celebrated object as it is an enigmatic one.
Its long-awaited restoration has finally allowed us to obtain a clear idea of its original state and subsequent alterations.
Evidently a work of imperial patronage - from its ostentatious text which records the pious gift of the emperor Justin and
his consort, as well as their images (significantly in the gesture of prayer) - we can consequently date the object (565-578)
and define its place (Constantinople). It is a key work of reference among the silver objects produced in Byzantium in
the 6th c., especially in the context of their often controversial attribution to Costantinople or Syria. Even if some of its
iconographic choices (e.g. the duplication of the image of Christ, or the imperial garb) and stylistic comparisons with this
work may still cause controversy, its genuine nature can no longer be denied.
The Cross was sent by the imperial couple to Rome, the city of the martyrs, whose most recent works of religious patronage
had aligned it appropriately with the empire’s new capital. These monuments and the Crux Vaticana still testify powerfully
today both to the links between Rome and Costantinople and to the faith of this pious emperor and of his wife.
The Crux Vaticana, a prestigious testimony to the skills of the Byzantine goldsmiths kept in the Treasury Museum of Saint
Peter’s Basilica, represents a rare example of imperial patronage still in existence. Thanks to the preliminary phase of stud-
ies and to the subsequent works of recent restoration, the lively debate over its original consistency and the authenticity of
the cross is today met by convincing responses and new certainties about its modification and substitution. Furthermore,
on the basis of prime documents and images and following valuations of the materials that constitute the cross and its
decorative elements, it has been possible to reattach the lost crown of pearls around the reliquary and add once again
single pearls on its front, in an act of partial restoration. Whilst respecting the balance between original appearance and
historical manipulation, this act helps us to better perceive the harmonious composition of the significant sequence of
gemstones which are placed in a precisely alternating chromatic sequence.
The inscription on the Crux Vatican qualifies the object as a donation to the city of Rome from the emperor Justin II and
his wife Sophia, rightly mentioned as partner. The use of the Latin language, known in Constantinople well into the
period of late antiquity, and the uncial style of writing “of type b”, adopted for the legendary Byzantine coin, prove the
substantial authenticity of the cross, which, before becoming part of the Treasury of Saint Peters, was perhaps kept at least
initially in the church of Santa Maria Antiqua, a palatine chapel in Rome dating to the time of the Byzantine duchy.
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Si ringrazia in modo particolare per la cortese collaborazione nella realizzazione dell’opera il dott. Mirko Stocchi
Direttore di collana:
Mons. Prof. Dario Rezza
Responsabile editoriale:
Mons. Giuseppe Bordin
Testi di:
Valentino Pace, La Crux Vaticana e la Roma ‘bizantina’
Sante Guido, Nuovi dati e osservazioni tecniche emerse dalle operazioni di restauro
Paolo Radiciotti, Un’iscrizione latina incisa a Costantinopoli
Realizzazione editoriale:
ATS Italia Editrice
- Brenda Maroni (impaginazione e grafica)
- Leandro Ricci (scansioni e correzioni cromatiche)
- Flavio Zancla (coordinamento tecnico)
Coordinamento fotografico:
Angela Giommi (ATS Italia Editrice)
Referenze fotografiche:
Capitolo Vaticano, archivio (Mallio Falcioni, ATS Italia Editrice), p. 14
Museo Storico Artistico Tesoro S. Pietro (Mallio Falcioni, ATS Italia Editrice), pp. 12, 13, 15-18, 21, 24-27, 30-35
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, p. 5
Documentazione grafica:
Silvia Orsi
ISBN 978-88-6339-005-6
Stampa:
Papergraf - Padova
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