Sei sulla pagina 1di 4

Anniversario della morte di Battisti.

Senza tomba
A Molteno (Lecco) dove Lucio Battisti visse a lungo e dove venne sepolto, nessuno
nel sedicesimo anniversario della morte può ricordare il cantautore sulla sua
tomba. Dallo scorso anno infatti non c'è più un luogo dove portare un fiore

Martedì, 9 settembre 2014 - 09:40:00

A Molteno (Lecco) dove Lucio Battisti visse a lungo e dove venne sepolto, nessuno nel 16/o
anniversario della morte (9 settembre) può ricordare il cantautore sulla sua tomba. Dallo scorso
anno infatti non c'è più un luogo dove portare un fiore o lasciare un bigliettino come facevano i fan:
il 6 settembre 2013, pressoché alla vigilia del 15/o anniversario dalla scomparsa, la vedova Grazia
Letizia Veronese fece riesumare i resti dell'artista e li fece cremare a San Benedetto del Tronto

10 motivi per cui non finiremo mai di amare Lucio Battisti

6 dicembre 2014

45 anni fa, dopo l’esordio a Sanremo ’69 e la prima apparizione a “Speciale per voi”, Lucio Battisti
era in testa alle classifiche con l’album “Lucio Battisti” e con il singolo “Mi ritorni in mente”. Fu
l’inizio di una rivoluzione per la musica italiana e di una storia d’amore con il pubblico che durano
ancora oggi. Ecco dieci motivi per cui da 45 anni amiamo Lucio e non smetteremo mai di amarlo:

1. Perché questo è da 42 anni (e resterà per sempre) il più


grande duetto della musica italiana
Mina splendida, alta, potente, con la sua criniera di fuoco. Lucio che a confronto sembra un
bambino, con la giacca e il foulard al collo. E alle loro spalle la band, “cinque amici”, come li
chiama Lucio presentandoli, che sembrano usciti di peso dall’iconografia degli anni Settanta. Le
prove del pomeriggio erano andate male (la band era arrivata da Milano in vagone letto e i musicisti
erano cotti) e i funzionari Rai temevano il peggio. Ma alle 21,47 del 23 aprile 1972, quando terminò
l’applauso del pubblico e iniziò la musica, Mina e Battisti regalarono a Teatro 10, alla Rai e
all’intera televisione italiana il più grande duetto della sua storia. All’inizio Lucio sembra quasi
intimidito, ma dopo 2 minuti, quando lui e Mina duettano su “Il tempo di morire”, il teatro è già
loro. Sono 8 minuti entrati nell’immaginario collettivo, talmente indimenticabili che il giornalista
Enrico Casarini è riuscito a costruirci intorno un libro di 367 pagine fitte: Insieme. Mina, Battisti.
1972: il duetto a «Teatro 10» e la fine del sogno italiano. Sarà l’ultima esibizione di Lucio nella
televisione italiana

2. Perché suonava la chitarra così


Lucio Battisti era un musicista coi fiocchi. Guardate con che tecnica si esibisce dal vivo nel 1971.
Secondo la leggenda, la chitarra che usa in questo live l’aveva acquistata per 10mila lire alla
stazione Termini di Roma pochi minuti prima di entrare negli studi Rai

3. Perché nel 1970 aveva questo coraggio

Nel 1970 la musica doveva essere “impegnata”: chi parlava solo di sentimenti ed emozioni doveva
renderne conto. Battisti è protagonista di un’infuocatissima puntata di “Speciale per voi”, con
Renzo Arbore. I ragazzi del pubblico gli contestano l’assenza di un messaggio sociale o politico
nelle sue canzoni. Lucio ha una reazione che sembra anticipare di sei anni lo sfogo di Paolo
Villaggio contro la “Corazzata Potemkin” nel “Secondo tragico Fantozzi”.

4. Perché dopo questo, è montato a cavallo e ha scritto questa


Un mese dopo l’apparizione a “Speciale per voi”, Battisti e il paroliere Mogol partono per un
viaggio a cavallo da Milano a Roma. “Io propongo delle cose, vi emozionano?”, aveva chiesto
Lucio al pubblico che lo contestava. La canzone che compone nel corso di quel viaggio sembra
proprio una risposta a loro: si intitola “Emozioni” e resterà uno dei capolavori della musica italiana

5. Per questo album

zoom
“Emozioni” è anche il titolo del secondo album ufficiale di Lucio Battisti, che esce il 15 dicembre
1970 per la Ricordi. Ecco l’elenco delle canzoni che lo compongono. Non servono altre parole:

Lato A

Fiori rosa, fiori di pesco – 3:16


Dolce di giorno – 2:38
Il tempo di morire – 5:40
Mi ritorni in mente – 3:41
7 e 40 – 3:32
Emozioni – 4:44

Lato B

Dieci ragazze – 2:54


Acqua azzurra, acqua chiara – 3:36
Era – 2:56
Non è Francesca – 3:40
Io vivrò (senza te) – 3:53
Anna – 4:37

6. Per Supermarket
Perché proprio “Supermarket” tra le centinaia di successi di Battisti? Perché è divertente e
irriverente. Perché è registrata praticamente in presa diretta con una chitarra e un piede che batte sul
pavimento. Perché Lucio sembra Rino Gaetano tre o quattro anni prima di Rino Gaetano

7. Perché è sempre stato 10 anni avanti


“Fatti un pianto” è una canzone del 1986, seconda traccia dell’album pietra miliare “Don
Giovanni”. Dieci anni anni dopo c’era ancora chi scalava le classifiche con le stesse sonorità

8. Perché è stato il più grande rivoluzionario della musica


italiana
Nel 1988 Lucio Battisti pubblica “L’Apparenza”, secondo album nato dal sodalizio artistico con
Pasquale Panella. Il brano introduttivo, “A portata di mano”, stravolge definitivamente i canoni
della canzone: nessuna struttura prevedibile, nessun ritornello, strofe che si legano le une alle altre
senza soluzione di continuità ma che alla fine formano un quadro unitario. Nessuno potrebbe
credere che l’autore di questo azzardo sia lo stesso che intorno a tre accordi aveva costruito La
canzone del sole

9. Per il pesce d’aprile più riuscito della storia

zoom
D’accordo, qui Lucio non c’entra direttamente. Il 30 marzo 1998 sul sito LucioBattisti.com appare
l’annuncio che i fan attendevano da quattro anni: un nuovo album di Battisti, intitolato “L’asola”. Il
sito mostra la copertina e (meraviglia per quei tempi) promette di fornire a chi lascerà la sua mail
un’anteprima di cinque brani. Nessuno fa caso al fatto che, leggendo di seguito le iniziali delle
dodici canzoni nella retrocopertina, si componga la scritta “PESCE D’APRILE”, né agli altri indizi
sparsi qua e là. I critici, quelli che da anni facevano le pulci al nuovo corso di Battisti e Panella, ci
cascano con tutte le scarpe, e qualcuno azzarda persino una recensione dell’album. Peccato che
nessuno possa averlo ascoltato, trattandosi di uno scherzo architettato da Franco Zanetti, direttore di
Rockol.it. Battisti, dicevamo, non è coinvolto nella burla, e nessuno sa come abbia reagito. Ma il
pesce d’aprile (che era poi un clamoroso omaggio alla sua opera) non sarebbe stato possibile senza
le sue scelte e la sua coerenza

10. Perché ha detto non parlerò più, e l’ha fatto

zoom

Il 3 dicembre 1978 Battisti rilascia a Gherardo Gentili di Tv Sorrisi e Canzoni quella che sarà la sua
ultima intervista alla stampa italiana. Dichiara: “Non parlerò mai più, perché un artista deve
comunicare solo per mezzo del suo lavoro”. A differenza di tanti prima e dopo di lui, terrà fede a
questo proposito, sparendo definitivamente dai mass media e diventando un mito immortale

Potrebbero piacerti anche