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C'è onore tra i ladri

© Riccardo Mini

C'è onore tra i ladri.


Mi ricordo ad esempio che una volta da bambina tornai a casa e trovai la
casa svaligiata, allora mi misi a gridare.
Mia madre era al lavoro. Mio fratello grande era scappato di casa la
settimana prima. Io avevo da poco compiuto otto anni.
Vedendo la casa sottosopra, sul primo momento ero convinta che mio fratello
fosse tornato e avesse distrutto tutto per vendicarsi, per farla pagare a mia
madre.
Ma quando gridai il suo nome, il nome di mio fratello, Andrea, dalla cucina
uscì un uomo, con in mano un sacco, e un cappuccio infilato in testa.
Ciao Andrea, gli dissi, perché ero convinta che fosse mio fratello.
Ciao, mi rispose l'uomo.
Cosa ci fai con un cappuccio in testa, gli chiesi.
Voglio non farmi riconoscere, disse l'uomo, guardandomi.
Aveva un tono di voce buffo. E un accento straniero. Ma il tono era buffo. Di
certo non era la voce di mio fratello, eppure ancora non ero sicura. Ebbi
l'impressione che sotto il cappuccio stesse sorridendo.
In seguito venni a sapere che lavorava in un circo, ma per arrotondare lui e i
colleghi svaligiavano appartamenti, guadagnando molto di più così che col
circo. Tuttavia lui preferiva il circo. Faceva il clown. Gli piacevano i bambini.
Si sentiva più a suo agio facendo il clown che svaligiando appartamenti.
Non farti riconoscere da chi?, gli chiesi. Dalla mamma?
Dalla mamma, sì, rispose.
Avevo capito a questo punto che non era Andrea, ma per qualche motivo
continuavo a trattarlo come se fosse Andrea.

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Dietro di lui intanto era comparso un altro uomo incappucciato. Gli disse
qualcosa in una lingua straniera, continuando a fissarmi, e il non-Andrea gli
rispose.
Sembrava che stessero litigando.
L'altro a un certo punto tirò fuori una pistola e me la puntò contro. Il non-
Andrea lo bloccò parandoglisi davanti col suo corpo.
Ci fu una lotta, uno sparo, e il non-Andrea cominciò a sanguinare.
I due ladri fuggirono.
Quando mia madre tornò a casa, più tardi, la macchia di sangue era
penetrata nel tappeto, talmente in profondità, che non ci fu verso di farlo
tornare pulito. Dovemmo buttarlo via e comprarne un altro, anche se ci
mettemmo mesi a trovarne uno uguale. C'erano tanti bei tappeti in giro, ma
mia madre voleva a tutti i costi che fosse identico all'altro.
Invece, a casa, mio fratello Andrea non ritornò più.

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