Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Bene, ora sai che hai bisogno di studiare le aperture; la prossima questione è ovviamente
quali aperture studiare ed in che modo. Inoltre, dobbiamo vedere come trasformare un
insieme di aperture in un repertorio, legate da un filo logico. Infatti, avere un repertorio
significa molto più di una semplice scelta tra 1.d4 o 1.e4 alla prima mossa. Ciò che lega
dei sistemi di apertura in un repertorio è una decisione preliminare tua, una scelta basata
su una ricerca a priori, decisione che ha bisogno di essere valutata e controllata.
Ovviamente, vi deve essere una certa attitudine da parte tua, una preferenza per
determinate posizioni: alcuni sono più forti in posizioni aperte e tattiche, altri preferiscono
una struttura pedonale chiusa e fissa in cui poter fare lente manovre. Altri ancora
preferiscono posizioni semplici con pochi pezzi o, viceversa, altri amano la tensione di
molti pezzi e pedoni. Purtroppo, scegliere le giuste aperture non è una semplice questione
di 'tentativi ed errori'! Potresti trascorrere degli anni a cercare ed a cambiare, senza
venirne a capo! Quindi, occorre stilare un piano d’azione energico, se vuoi veramente
risolvere in modo soddisfacente la questione:
1) Stile di gioco
Innanzitutto, vediamo se possiamo definire dei rivelatori di stile, che ci aiutino in modo
più oggettivo. Qui ne elenco alcuni, associandoli per opposto:
i. aperto/chiuso
ii. dinamico /statico
iii. posizionale/tattico
iv. illuso/concreto
v. attendista/aggressivo
vi. occupante del centro/controllore del centro
vii. lottatore per l’iniziativa/contrattaccante
viii. manovriero/posizioni semplici
ix. piano unico/molti piani
Ognuno di noi può divertirsi a leggere elenchi simili, ma ricordano da vicino gli oroscopi
che si leggono su riviste di infimo ordine! Se hai trovato il tuo “stile” in questo elenco...sei
sulla strada sbagliata! Infatti, idealmente, dovresti fare un giusto mix di questi stili, perchè
hai bisogno di volta in volta di varie tecniche per padroneggiare le differenti posizioni. Le
partite posizionali ti portano a costruire situazioni in cui dovrai necessariamente usare la
tattica per poter cogliere i frutti del tuo gioco precedente. E, parimenti, se sei bravo nella
tattica avrai bisogno di alcune competenze strategiche per condurre in porto le posizioni
favorevoli.
All’inizio del secolo scorso, Emmanuel Lasker offrì la seguente classificazione dello stile di
gioco:
1.Lo stile di un automa – il giocatore che ha questo stile memorizza alcuni schemi noti
(patterns), e nelle posizioni date egli ha sempre le stesse idee.
2.Lo stile solido – caratterizzato dalla tendenza verso la sicurezza, ma anche verso un
comportamento passivo.
4.Lo stile combinativo – giocatori che si basano sul calcolo delle varianti.
Salva le tue partite in un database e fai una statistica, rispondendo alle seguenti domande:
Nota che l’ultima domanda è la più importante, in quanto è la vera discriminante tra un
giocatore di alto livello ed un principiante, ed è anche quella che ti dice se hai bisogno di
cambiare il tuo repertorio (se già ne adotti uno!).
Eseguito questo screening, avrai tra le mani una bozza di repertorio, ovviamente molto
incompleta ed insoddisfacente (se tu fossi contento del tuo repertorio attuale, non
perderesti tempo a leggere queste pagine!). Usiamo queste indicazioni come base
operativa (ad esempio: col Bianco gioco 1.e4 e col Nero la Francese e l’Est-Indiana, ma
non sono a mio agio).
Se sei autodidatta, la prima cosa da fare è raccogliere del materiale utile. La gran quantità
di materiale disponibile ai giorni nostri è in realtà causa di grande confusione: occorre una
selezione ragionata.
Per comodità, dividiamo le fonti in due categorie: libri (anche in formato digitale, tipo CD
Chessbase) e video (DVD).
Enciclopedie: coprono tutte le aperture del mondo in 500 pagine, ma non coprono
un’apertura in modo esaustivo. Paradossalmente, dicono troppo poco per un dilettante
(non spiegano il motivo delle linee scelte) e troppo per un professionista (poche
diramazioni secondarie). Il vantaggio è però quello di dare un’utilissima visione d’insieme
al sistema d’apertura prescelto. Inoltre, rappresentano il libro da “consultare”
all’occorrenza, finchè non si è stampato il proprio repertorio.
Libri di repertorio: sono la base fondamentale da cui partire. Spesso sono scritti con una
formula vincente: una introduzione strategica, piani tipici, e poi la teoria in facili blocchi,
usando partite intere per illustrare i piani di mediogioco. Questi libri hanno un vantaggio
ovvio: il Grande Maestro ha già navigato attraverso l’apertura ed ha scelto alcune linee
buone per te, salvandoti dai dubbi. Dunque, il professionista si arroga il diritto di scegliere
le varianti che tu dovresti giocare, legandole da fili logici più o meno forti. Ad esempio, se
consiglia 1...c5 e poi ...g6 per il Nero, ti produce un libro in cui esamina il Dragone e
l’Inglese simmetrica (1.c4 c5). Infine, mette un bel titolo rassicurante (Repertorio per il
giocatore d’attacco o Repertorio completo per il giocatore posizionale). Ovviamente,
nessuno mai pubblicherà un libro dal titolo: ”Come giocare 1.e4 e...perdere”. Quindi, non ti
indicherà mai i difetti del suo repertorio, ma, nonostante ciò, questi libri sono utili, in quanto
ti offrono una rosa di sistemi tra cui scegliere. Niente ti impedisce di modificarlo, inserendo
i sistemi che preferisci. Ma dove trovarli, questi sistemi alternativi? Nelle monografie...
Monografie. I libri dal titolo “Vinci con...”, paradossalmente sono i migliori, in quanto
almeno sai che l’autore è sì un imbroglione (ti ha truffato i soldi, facendoti credere di aver
comprato un libro miracoloso) ma almeno è stato onesto, in quanto sin dal titolo ti ha
avvisato che il suo libro è a senso unico. Infatti, TUTTI i libri di aperture imbrogliano: tutti
gli autori “nascondono” le varianti critiche con accorgimenti tipici, quali l’inserimento in
nota, facendoti intendere che nessuno ti giocherà mai quella mossa demolitrice, oppure
coi commenti quali “ed il Nero ha compenso dinamico”, però intanto tu hai un pedone in
meno... I vantaggi di una monografia, però, sono altrettanto notevoli: hai la possibilità di
dare uno sguardo d’insieme, osservi delle partite modello, comprendi i lati positivi
dell’apertura che ti interessa (ma ricorda: NON i lati negativi!).
Video(DVD). Hanno lo stesso significato delle monografie: ti offrono spunti per lo studio,
ma non puoi costruirti un repertorio completo basandoti solo sulle poche informazioni
sviluppate.
Devi anche considerare che i libri di apertura, come la maggior parte dei libri di scacchi,
non possono essere letti come le riviste. Significa che non puoi solo leggere i commenti ed
i diagrammi, saltando quelle noiose notazioni algebriche...! Il miglior approccio è avere
una scacchiera reale a portata di mano, così da spostare i pezzi mentre leggi.
Purtroppo, sarebbe di cattivo gusto, da parte mia, fare una specie di lista nera, in cui
elencare i peggiori testi in circolazione. E sarebbe anche inutile, in quanto si tratterebbe di
opinioni personali e dunque discutibili. Ed al pari, una lista dei migliori testi si tradurrebbe
in una specie di “consiglio per l’acquisto”. L’unica affermazione che può farti da guida è
quella dell’ex-Campione del Mondo Tigran Petrosian, che disse: ”Quando studio
un’apertura dal punto di vista del Bianco, le varianti finiscono sempre in parità. Quando
studio la stessa apertura, ma dal punto di vista del Nero, il Bianco ha sempre un
vantaggio”.
In conclusione, servono tutte e tre le tipologie, ma vanno usati cum grano salis. La
soluzione migliore è quella di integrarli: scelto un libro di repertorio (occhio all’autore!),
occorre trascrivere le varianti suggerite in un database, confrontandole con una
monografia. Lo so, è un lavoro duro, ma mi ha dato sempre soddisfazioni il tempo usato
in questo modo. Il fattore principale, pertanto, diventa un altro:
3) quanto tempo hai per studiare scacchi?
Ovviamente, se il tempo è limitato, occorre imparare poche semplici aperture, non con
molta teoria. In alternativa, se hai tutti gli ultimi libri di apertura, o un computer con regolari
aggiornamenti di tutte le ultime partite, e se ti diverte memorizzare lunghe e taglienti
varianti, allora vai avanti, gioca la Siciliana Najdorf e buona fortuna! Ne avrai bisogno! Ed il
fattore tempo è decisivo anche per un’altra questione non da poco:
Probabilmente sarai stupito dalla risposta, ma vi è una ragione logica: devono essere
lunghe il più possibile, possibilmente tutta la partita-modello. Da molti anni abbiamo a
disposizione la possibilità di realizzare databases con motori d’analisi che ci possono
aiutare per controllare il nostro repertorio, se è scritto in formato Chessbase! Basta poi un
semplice click per aggiungere o rimuovere linee, o semplicemente per analizzare
materiale rilevante.
Scrivere un repertorio con carta e penna è, oggigiorno, ridicolo. E sperare di leggere i libri
di aperture solo per avere idee, è inutile: le dimenticherai rapidamente! Usando il
database, invece, potrai familiarizzare con le aperture scelte, rigiocare partite tematiche,
per cercare di capire cosa accade dopo l’apertura, ossia quali piani funzionano bene in
quelle situazioni. Quindi, è sempre una buona idea guardare intere partite giocate da forti
giocatori nelle varianti da te scelte, per vedere come affrontano le posizioni (se sono
commentate da loro stessi, tanto meglio!). Cerca così di ottenere un buon feeling per la
base dell’apertura e per le idee/tecniche tipiche del loro mediogioco. Se comprendi
veramente bene le idee dell’apertura, potrai muoverti correttamente anche se non ricordi
esattamente la teoria! Se l’apertura ha finali tipici, allora potrai esaminare anche alcuni di
questi. In questo modo, potrai memorizzare le varianti, comprendendo anche il perchè
delle mosse.
Come scegliere la giusta apertura, in base al proprio punteggio ELO o, meglio ancora, in
base al proprio livello di gioco? Argomento delicato...
Spesso gli istruttori dicono ai loro studenti di iniziare giocando 1. e4 col Bianco, per
impratichirsi nelle loro capacità tattiche, e solo dopo passare a 1. d4, quando essi sono già
abbastanza forti e con una discreta abilità posizionale. Ma questo insegnamento funziona
solo se lo studente ha una luminosa carriera davanti a sè! Se invece, come tanti fanno,
nascono e muoiono Categoria Nazionale, il consiglio si rivela un boomerang formidabile:
giocando sistemi complessi (ad esempio, il GM John Nunn consiglia la Spagnola, in
quanto è “una mucca da cui puoi mungere latte per tutta la vita”) il giocatore inesperto
perde, decide (spessissimo erroneamente) che la colpa è dell’apertura, la cambia, la
ricambia, riperde ancora, torna alla precedente e così via, vittima della “switch syndrome”.
Secondo la mia modesta opinione, vi è un errore di fondo, che ti espongo.
Le aperture spesso sono classificate in tre categorie basilari: Gioco Aperto (1 e4 e5),
Giochi Semi-Aperti (1 e4 ... – la Difesa Siciliana, la Difesa Francese, ecc.) ed i Giochi
Chiusi (1. d4, 1. c4) ma è difficile credere veramente a queste categorie perchè, ad
esempio, la linea principale della Spagnola Chiusa difficilmente è “Aperta” e molte linee
del Gambetto di Donna Accettato non sono certamente chiuse!
Pertanto, possiamo rifinire meglio questo concetto se realizziamo che la natura tattica o
posizionale dell’apertura è decisa sì dalla struttura pedonale, ma è decisa soprattutto dalla
disposizione dei pezzi, funzione della nostra capacità di attivarli. Insomma, così come non
definiamo “tattico” un giocatore solo perchè gioca 1.h4, così non possiamo definire
“posizionale” un giocatore solo perchè gioca 1.d4 2.c4 (pensate al Gambetto Benko,
giusto per citare un esempio di partita dinamica).
La mia filosofia generale è simile al big bang: partendo da un piccolo nucleo, il tuo
repertorio deve espandersi lentamente ma inesorabilmente, a seconda del tempo
dedicato allo studio ed al metodo di verifica del repertorio (leggi dopo).
Se si vuole tutto e subito (gioco la Francese e l’Est-Indiana col Nero, e col Bianco 1.e4 con
Spagnola e Siciliana Aperta) mi limito a farti tanti auguri!
Occorre fare pratica, sia per memorizzare il repertorio e sia, soprattutto, per controllarlo
ed aggiornarlo (manutenzione).
Una volta inserito in Chessbase e stampato su carta, potrai “leggerlo” più volte, ma
giocando contro un qualsiasi avversario avvertirai sempre la stessa, spiacevole
sensazione: il tuo repertorio NON prevede tutto! Ma questo è perfettamente normale: a
parte l’impossibilità matematica di comprendere tutte le possibili mosse di una partita a
scacchi, vi sarebbe anche l’impraticabilità di un repertorio mostruoso!
Giocando le aperture prescelte contro un partner, al circolo o online, avrai del materiale
importante. Giocare contro un forte avversario è la miglior opzione possibile, perchè dalle
sue reazioni potrai trarne i maggiori insegnamenti. Il gioco online ti offre due chances: a) il
gioco per corrispondenza e b) le blitz. Le puoi utilizzare a precise condizioni:
a) Il gioco per corrispondenza è alterato dai motori scacchistici, che adoperano
repertori specifici per il loro tipo di gioco. Ora, il repertorio adatto ad un umano
(qualunque sia il tuo) sarà sempre diverso ed inferiore. Pertanto, puoi giocare solo
se parti dal presupposto che la sconfitta è inevitabile. Ma può essere utile per
approfondire linee specifiche del tuo repertorio. Se il tuo ego ti permette di perdere i
punti ELO virtuali, fai pure!
b) Blitz online. Giocane al massimo tre per volta. Poi, disconnettiti e controlla
IMMEDIATAMENTE le partite, confrontandole col repertorio stampato.
Utilizza il materiale così ottenuto per fare queste verifiche:
controlla se ti sei ricordato la teoria in modo corretto
controlla se hai giocato il giusto piano di mediogioco
come ti sei sentito durante la partita?
dove hai sbagliato?
sono stati errori tattici o posizionali?