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IL PARCO FLUVIALE DELL’ORETO E LE SCELTE STRATEGICHE

DELL’AMMINISTRAZIONE – Ornella Amara-


Il Parco fluviale dell’Oreto è un tema progettuale spesso affrontato in diversi ambiti, soprattutto
accademici, ma altrettanto spesso abbandonato, per la complessità ad esso connaturata.
Le interrelazioni tipiche di un’area vasta, le problematiche legate ad un corso d’acqua spesso esiguo
e maleodorante.ed in più inquinato e fagocitato dal cemento, la compresenza di aree pubbliche e
private, di attività spesso configgenti, hanno da sempre scoraggiato a proseguire chi si era cimentato
con tale tema.

Foto aerea del tratto urbano del fiume

L’ipotesi che si è configurata nello studio di fattibilità, potrebbe in parte risolvere le difficoltà cui si
è fatto cenno, ipotizzando un sistema di interventi “ a mosaico “ , composto da diversi tasselli che,
complementari l’uno all’altro, concorrano globalmente alla creazione di un sistema complesso.
Si configurerebbe così un’ipotesi unica di Parco, con al suo interno diverse potenzialità.: parco
fluviale, parco agricolo, parco urbano, e la cui creazione passi attraverso una serie di fasi come la
riqualificazione del fiume e del suo sistema idrogeologico ( attraverso azioni di disinquinamento e
di razionalizzazione delle reti idriche ), la rinaturalizzazione dell’ambiente,( sia quello antropizzato
che quello agricolo), la riqualificazione del contesto urbano ( foce ed alveo ), la creazione di un
sistema di luoghi ed itinerari di valenza storica, culturale, ambientale.
Il sistema delle tessere di un unico mosaico generale è costituito da azioni di intervento e da azioni
legate alla gestione.
Il progetto, così come gia “testato” nello studio di fattibilità, si prefigura come un programma di
iniziative la cui sommatoria e la giustapposizione realizzativi, distribuita in un arco temporale
necessariamente di lungo termine, consenta tra l’altro la possibilità di implementare le singole
azioni, verificandone in itinere, la singola sostenibilità.
Tutto ciò per spiegare come, a causa della complessità delle problematiche in campo, non si possa e
non si debba parlare di progetto in senso tradizionale, ma piuttosto dell’avvio di un programma per
fasi, che nel tempo crei il Parco.
Prefigurazioni progettuali del Parco

In quest’ottica di “steps” successivi, guidati però da un’unica idea generale di Parco,


l’Amministrazione di Palermo, ha deciso di procedere speditamente verso l’individuazione di alcuni
di quei tasselli che costituiranno il punto di partenza del già illustrato processo, e di inserirli,
attraverso un progetto preliminare - stralcio, già da subito nel Programma triennale delle Opere
pubbliche, strumento questo di programmazione indispensabile a rendere un’opera realizzabile, ed
in seguito, con la redazione di un progetto esecutivo, effettivamente cantierabile.
La scelta è caduta sul tratto urbano, caratterizzato dalle problematiche piu,. complesse : aree
fatiscenti , degradate, spesso abbandonate, spazi che richiedono azioni capaci di riconvertire tale
degrado.

Il degrado prima delle demolizioni


I tratti in esame sono più precisamente : la zona della foce e la parte limitrofa al tratto di fiume
canalizzato , il tratto che dal ponte della ferrovia giunge al ponte sulla Via Oreto, ivi incluso il tratto
particolarmente degradato della zona Guadagna, per arrivare alla tangenziale.
Gli interventi, in questi tratti, ( tutti coerenti con lo gli strumenti urbanistici vigenti ), saranno
limitati al recupero delle aree di margine ed alla loro integrazione con il tessuto urbano, attraverso
la creazione di una viabilità secondaria, soprattutto ciclo-pedonale, alla riqualificazione della
viabilità esistente, alla realizzazione di aree di sosta e di aree attrezzate, a partire dal risanamento
ambientale legato alla qualità dell’acqua, alle presenze vegetazionali, al recupero ed alla
valorizzazione delle preesistenze architettoniche con valore testimoniale.

I canali di finanziabilità degli interventi saranno quelli ex Leggi 36/94,183/89,366/98 e 388/00, il


POR 2000-2006, altre fonti di finanziamento come i progetti Life III, investimenti privati,
partnariati con Università o Enti come ENEA, ENEL, AMAP, ecc, o ancora si potrà ricorrere a
finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti o a Bandi Comunitari o Ministeriali come i
Contratti di Quartiere.
Proprio in adesione al Bando Ministeriale Contratto di Quartiere II, l’Amministrazione comunale
ha scelto un quartiere che è parte integrante di un’area a Sud Est di Palermo, area segnata dalla
presenza del Fiume Oreto, alle pendici dei monti che circondano la città, inserita in un tessuto
agricolo residuale, ancora attivo.
Orografia del fiume Oreto

La situazione orografica del sito con la profonda incisione del fiume Oreto crea una condizione di
marginalità di quest’area rispetto al resto della città, mentre quello che dovrebbe essere elemento di
connessione, la Circonvallazione, diventa essa stessa una netta separazione tra i tessuti urbani posti
al “ di qua “ e al “ di là “ di essa.

Il fiume e la città
Parliamo dei quartieri di Bonagia e Falsomiele, situati a Sud Est rispetto al centro della città,
all’interno di una porzione di territorio che potrebbe appartenere alla “Conca d’oro”, se la
Circonvallazione non avesse creato un forte cortocircuito tra quella parte di città ed il fiume.
“Una città, un fiume” è proprio il logo scelto per il progetto che si pone come obiettivo una
ricucitura di questo territorio con il proprio intorno, la ri-creazione di quel rapporto che la città
aveva con il fiume, la re-identificazione degli abitanti con il luogo.

Immagini del fiume Oreto


Va detto, tra l’altro che questa scelta non è casuale, ma è il frutto di una serie di riflessioni che
l’Amministrazione sta portando avanti sul ruolo che il futuro “Parco del fiume Oreto “ potrà avere
rispetto alla città.
Si sta, già da qualche anno infatti, in sinergia con i Comuni di Monreale e di Altofonte , ragionando
sui confini amministrativi che il parco dovrà avere, sulle potenzialità economiche che da tale
istituzione potranno scaturire, verso quale modello di sviluppo ci si vorrà orientare, cercando di
mettere insieme le tante tessere di un complesso mosaico nel quale, scelte economiche, capacità
finanziarie, orientamenti culturali e volontà politiche dovranno trovare la giusta collocazione.
E mentre si lavora alla complessa unità musiva, si colgono al volo le occasioni di finanziamenti
possibili da utilizzare per questo grande disegno territoriale, attingendo a finanziamenti comunitari
quali il “ Life Ambiente” per il quale la Comunità Economica Europea ha concesso un
finanziamento al progetto “Sun & wind “.
Tale progetto, rivisitando il repertorio formale dell’architettura mediterranea tradizionale, mira a
trovare strumenti innovativi per il risparmio energetico, ma contemporaneamente a migliorare la
qualità formale e lessicale del patrimonio edilizio esistente lungo l’asta fluviale per ottimizzarne la
qualità e parzializzarne l’impatto.

Dammusi a Pantelleria

Ragionamento questo che si è incardinato in un più complesso quadro normativo che vede Enti
sovraordinati quali la Regione e la Provincia impegnati nella stesura di un disegno di legge che,
salvaguardando gli endemismi ed i vernacoli lessicali, miri a incentivare con defiscalizzazioni ed
incentivazioni coloro i quali sposeranno tale logica.
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Un quadro normativo dal quale potranno anche emergere dei criteri per la creazione di una
produzione certificata, dal bioedilizio al biologico in agricoltura e creare una filiera occupazionale
per un mercato che, anche se di nicchia, potrà avere un dignitoso posto in una economia futura.
Il progetto “SOLE E VENTO” si pone infatti come un’azione di sviluppo sostenibile il cui
obiettivo specifico è integrare la dimensione ambientale nella pianificazione e valorizzazione del
territorio attraverso l’introduzione di tecniche e metodi innovativi integrati che possano influire e
contribuire all’ulteriore sviluppo della politica ambientale comunitaria e degli Enti Locali.
La proposta progettuale nasce dalla volontà di condividere con tutti gli Enti Pubblici che governano
il territorio, una politica tesa alla costruzione di un sistema normativo che regoli e dia indicazioni su
interventi tecnici e metodologici del costruire per ottenere un reale risparmio energetico, un
migliore isolamento termico degli edifici e un maggiore confort ambientale.
L’idea di progetto nasce dall’aver individuato, quale problema ambientale, l’alto consumo
energetico, sul territorio, dovuto al riscaldamento, climatizzazione, illuminazione e impianti del
costruito residenziale.
L’obiettivo del progetto è giungere ad una sensibile riduzione dei consumi energetici residenziali
con azioni che mirino a modificare la cultura del singolo cittadino sull’arte del costruire,
recuperando il “sapere tecnico costruttivo” dell’architettura del Mediterraneo, che ancora oggi,
rappresenta un perfetto esempio di architettura bioclimatica, e costruendo una normativa della
“buona pratica del costruire” che possa diventare attuativa prima a scala territoriale limitata, la valle
del fiume Oreto, un’area dalla forte valenza ambientale, ma anche, purtroppo fortemente
compromessa, poi a scala provinciale e infine a scala regionale con una proposta di legge da
presentare all’Assemblea regionale e che interessi tutto il territorio siciliano.
Soggetto proponente e beneficiario del progetto è il Comune di Palermo, Settore Tutela e
Salvaguardia del Territorio, Ufficio Parchi e Riserve; il progetto sarà svolto in partenariato con:
− Tutti gli Enti locali che sovrintendono al territorio oggetto dell’intervento (Comune di
Altofonte, Comune di Monreale, Provincia Regionale di Palermo-Assessorato Provinciale
Ambiente, Regione Sicilia – Assessorato Regionale Territorio Ambiente) per costruire
insieme una politica locale sul risparmio energetico.
− Paesi europei del bacino del Mediterraneo (Municipalità di Toledo, Spagna – Provincia
di…….. )con cui sviluppare l’idea di progetto, scambiare la metodologia di intervento e
valutare insieme i risultati
− l’Università degli Studi di Palermo – Facoltà di Ingegneria - Istituto DREAM di Fisica
Tecnica, Facoltà di Agraria, Istituto di Coltivazioni Arboree
− Soggetti Privati (ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, associazioni di
categoria, ordini professionali…..)
Per giungere all’obiettivo del progetto, saranno necessarie una serie di azioni:
1. Il coinvolgimento di tutti gli attori locali
Azioni informative e di coinvolgimento sulla capacità di risparmio energetico delle tecniche
costruttive della cultura mediterranea saranno messe in atto per singoli cittadini, scuole, forze
produttive e sociali, forze politiche e sindacali….
2. Formazione delle maestranze e dei tecnici locali
La formazione delle maestranze locali, delle Imprese edili e dei tecnici interessati vedrà la
partecipazione di istituzioni, quali le Università, e di imprese dei Paesi Partners, che
interverranno nel progetto come sub-contraenti.
3. Esame del vigente quadro normativo nazionale e regionale e confronto con la
corrispondente normativa dei Paesi Partners
4. Attivazione di uno sportello informativo
Sarà attivato uno sportello informativo sulle tecniche costruttive per il risparmio energetico e
risorse economiche messe a disposizione dallo Stato e della Regione negli ultimi anni per
supportare lo sviluppo delle tecnologie di utilizzazione delle fonti rinnovabili, del risparmio
energetico e per la tutela dell’ambiente
5. Creazione di un data base del repertorio edilizio presente nella Valle del Fiume Oreto
6. Stesura di Linee Guida della buona pratica del costruire
La stesura delle Line e guida terrà conto delle tipologie del costruito presente e darà
indicazioni sull'impiego di idonee tecnologie ed opportuni criteri di progettazione sia per le
nuove costruzioni che per il recupero energetico di quelle esistenti.
7. Proposta di inserimento delle Linee guida della buona pratica del costruire nelle Norme
Tecniche di Attuazione del P.R.G. dei Comuni di Palermo, Altofonte e Monreale.
8. Progettazione del prototipo
Nella Valle del Fiume Oreto sarà individuato un elemento di costruito per la quale progettare
un intervento di ristrutturazione con i criteri di recupero energetico previsti dalle Linee guida
9. Realizzazione del prototipo
10. Proposta di attivazione di forme di incentivazione economica e/o defiscalizzazione per
coloro che utilizzeranno la metodologia costruttiva prevista dalle Linee guida della buona
pratica del costruire
Il Comune di Palermo con i Comuni partners del progetto proporranno l’attivazione di forme
varie di defiscalizzazione o di incentivi economici da proporre a tutti i cittadini interessati a
realizzare nuove costruzioni o a intervenire sulle costruzioni esistenti con la metodologia di
risparmio energetico prevista dal progetto.
11. Creazione di una rete dei Comuni della Provincia Regionale di Palermo
I Comuni della Provincia di Palermo saranno invitati a partecipare alla formazione e alla
redazione delle Linee Guida della buona pratica del costruire e a una Conferenza di Servizi per
la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti sull’uso di tecnologie e metodi costruttivi per il
risparmio energetico.
12. Stesura di un disegno di legge da presentare all’Assemblea Regionale che contempli le
Linee guida sulla buona pratica del costruire
13. Redazione di Linee Guida per la realizzazione di D.A.P. (Dichiarazione Ambientale
Prodotti) di elementi edilizi tipici dell’area del Mediterraneo
14. Bilancio energetico del prototipo realizzato
15. Diffusione dei risultati ottenuti
Tutte le azioni descritte, messe a sistema, costituiranno quel mosaico generale necessario a
creare il Parco dell’Oreto, un complesso sistema territoriale polivalente e multispecifico, dentro
il quale dovranno trovare posto iniziative imprenditoriali sostenibili, il recupero e la fruizione di
un patrimonio naturalistico, storico e socio-culturale, la possibile creazione di itinerari eno-
gastronomici volti ad un fruitore ecosensibile che, anche se a tutt’oggi è collocato in un
mercato di nicchia, tende sempre più ad espandersi.

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