, da Corinto
Capitolo 1
Preambolo e saluto. 1 - Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato apostolo, e messo a parte per
[annunziare] il Vangelo di Dio, 2 ch'egli aveva innanzi promesso a mezzo dei suoi profeti nelle
sante Scritture, 3 relativamente a suo Figlio, - nato dal seme di David secondo la carne, 4 ma
dichiarato in modo potente Figlio di Dio, secondo lo spirito di santità, mediante la risurrezione dei
morti, - Gesù Cristo il nostro Signore, 5 per opera del quale noi abbiamo ricevuto la grazia e la
missione di indurre, nel nome di Lui, all'obbedienza della fede tutti i Gentili, 6 fra i quali ci siete
anche voi, chiamati ad essere di Gesù Cristo, 7 a tutti quanti siete in Roma, amati da Dio, chiamati
santi, grazia a voi e pace, da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo. La fede dei Romani. 8
Prima di tutto ringrazio il mio Dio a mezzo di Gesù Cristo a motivo di voi tutti, poichè la vostra
fede si annunzia in tutto il mondo. 9 Mi è testimone Iddio, a cui io rendo culto nel mio spirito
propagando la buona novella relativa al Figlio di Lui, che non tralascio mai di far memoria di voi,
10 chiedendo nelle mie preghiere se mai una buona volta, io possa, nella volontà di Dio, trovare
l'occasione di venir da voi. 11 Giacchè vivamente bramo di vedervi, per comunicarvi un po' di
grazia spirituale, sì da esserne fortificati, 12 o meglio, per essere, in mezzo a voi, insieme confortati
per la reciproca fede vostra e mia. La salvezza dipende dalla fede. 13 E non voglio ignoriate, o
fratelli, che molte volte mi ero proposto di venir da voi, (e ne sono stato finora impedito), per
raccogliere qualche frutto anche tra voi, come ho fatto tra gli altri Gentili. 14 A Greci come a
Barbari, a sapienti come ad ignoranti, io sono debitore; 15 tanto è vivo il desiderio, (quanto a me)
di annunziare il Vangelo anche a voi in Roma. 16 Giacchè io non mi vergogno del Vangelo; chè
esso è il potere di Dio per dar la salute a chi crede, al Giudeo prima poi al Greco; 17 giacchè vi si
rivela la giustizia di Dio proveniente dalla fede e che conduce alla fede, conforme sta scritto: «Il
giusto vive di fede». Il peccato dei Gentili e la loro condanna. 18 Poichè l'ira di Dio si manifesta
dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia; 19
infatti quel che si può conoscere di Dio è in essi manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato; 20
poichè le perfezioni invisibili di Lui fin dalla creazione del mondo, comprendendosi dalle cose fatte,
si rendono visibili, quali la sua eterna potenza e la sua divinità; laonde essi sono inescusabili, 21
perchè avendo conosciuto Iddio non l'hanno glorificato come Dio, nè l'hanno ringraziato; ma
s'invanirono nei loro ragionamenti, e fu avvolto di tenebre il loro stolto cuore. 22 Dicendo di esser
sapienti divennero stolti, 23 e scambiarono la gloria dell'incorruttibile Iddio nella riproduzione di
un'immagine di corruttibile uomo, e di volatili e di quadrupedi e di rettili. 24 Perciò li abbandonò
Dio, nelle concupiscenze dei loro cuori, alla sconcezza del disonorare tra loro i loro corpi, 25 essi
che scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece
che al Creatore, il quale è benedetto ne' secoli, così sia! 26 Per questo li abbandonò Iddio a passioni
d'infamia, poichè le loro femmine scambiarono l'uso naturale in quello contro natura: 27 e
similmente i maschi, lasciato l'uso naturale della donna, si accesero nel desiderio gli uni degli altri,
atti turpi operando maschi con maschi, e ricevendo in se stessi la mercede che si conveniva della
loro aberrazione. 28 E poichè non si diedero cura di conoscere Dio, li abbandonò Iddio ai reprobi
sentimenti: far ciò che non si deve, 29 ripieni d'ogni ingiustizia, malvagità, fornicazione, avidità,
malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, d'inganno, di malignità; sussurroni, 30 maldicenti,
in odio a Dio, violenti, superbi, millantatori, inventori di male azioni, disobbedienti ai genitori, 31
insensati, disamorati, sleali, incapaci di sentir compassione; 32 i quali, pur avendo conosciuto la
giusta sentenza di Dio, che chi fa tali cose è degno di morte, non solo le fanno, ma approvano chi le
fa.
Capitolo 2
Il peccato dei Giudei. 1 - Per conseguenza tu sei inescusabile, o uomo, chiunque tu sia che
giudichi; poichè in quella che giudichi gli altri, condanni te stesso, giacchè tu che giudichi fai le
stesse cose. 2 Or noi sappiamo che il giudizio di Dio contro chi fa tali cose è secondo verità. 3 E
fai conto tu, o uomo, che giudichi chi fa tali cose, e le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? 4
O disprezzi tu la ricchezza della sua benignità, della sua pazienza e della sua longanimità,
ignorando che la bontà di Dio ti guida al pentimento? 5 Per la durezza tua e il cuore impenitente tu
fai s'accumuli per te un mucchio d'ira nel giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio
di Dio; 6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere; 7 agli uni, che per costanza nell'opera
buona cercano riputazione e onore e immortalità, eterna vita; 8 agli altri, figli della discordia e che
disobbedienti alla verità obbediscono invece all'ingiustizia, ira e sdegno. 9 Tribolazione e angoscia
sopra ogni anima d'uomo che fa il male, Giudeo prima poi Greco; 10 riputazione e onore e pace a
chiunque fa il bene, Giudeo prima e poi Greco; 11 poichè non vi è riguardo a persone presso Dio.
12 Quanti senza legge peccarono, senza legge anche periranno; e quanti errarono nella legge, con
essa legge saranno giudicati; 13 poichè non quelli che senton parlare della legge son giusti appo
Dio, ma solo quelli che la praticheranno saranno giustificati. 14 Quando i Gentili che non han
legge, fanno per natura le cose della Legge, costoro non aventi legge son legge a se stessi; 15 essi
mostrano l'opera della Legge scritta nei loro cuori, attestandolo la loro coscienza e i loro pensieri,
che a vicenda or si accusano tra loro or si difendono. 16 Ciò apparirà in quel giorno in cui Dio
giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo per Gesù Cristo. La vera circoncisione.
17 E se tu ti chiami Giudeo, e ti riposi sulla Legge, e in Dio ti glorii, 18 e conosci la sua volontà, e,
istruito dalla Legge riconosci ciò che è meglio, 19 tu ti fidi di essere guida dei ciechi, luce di quei
che son nelle tenebre, 20 educatore degli ignoranti, maestro dei fanciulli, avendo nella Legge la
formola della conoscenza e della verita; 21 tu dunque che ammaestri gli altri, non insegni a te
stesso? tu che predichi di non rubare, rubi? 22 tu che dici non doversi commettere adulterio, lo
commetti? tu che hai in abominio gli idoli, ne fai sacrilego commercio? 23 tu che ti glorii della
Legge, colla trasgressione della Legge disonori Iddio? 24 (Giacchè «il nome di Dio per cagion
vostra è bestemmiato tra le Genti» come sta scritto). 25 La circoncisione è utile se tu segui la
Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. 26 Se
dunque l'incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata
come circoncisione? 27 e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con
la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. 28 Non è adunque quello che
apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; 29 ma il Giudeo è
quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la
cui lode non è dagli uomini ma da Dio.
Capitolo 3
L'uomo è giustificato mediante la fede. 1 - Che cos'ha di più dunque il Giudeo, o qual è l'utilità
della circoncisione? 2 Grande per ogni riguardo. Prima di tutto perchè a lui furono affidati gli
oracoli di Dio. 3 Che dunque? Se alcuni non credettero, forsechè la loro incredulità renderà vana la
fedeltà di Dio? non può essere. 4 Dio è verace, ed «ogni uomo menzognero», conforme sta scritto:
«affinchè tu, o Dio, sia riconosciuto giusto quando parli, e abbia vittoria quando ti si giudica». 5
Che se la nostra iniquità conferma la giustizia di Dio, che diremo? si dirà forse che è ingiusto Iddio
il quale dà corso alla sua ira? 6 (parlo secondo l'uomo); non sia mai; poichè altrimenti come
giudicherà Dio il mondo? 7 E se la veracità di Dio, nella mia menzogna, apparve maggiore, a sua
gloria, perchè mi si giudica ancora come peccatore? 8 O non è il caso di dire, (conforme siamo
calunniati e conforme alcuni spacciano che noi diciamo), che noi faremo il male acciò ne venga del
bene? La condanna di questi calunniatori è giusta. 9 Che dunque? Siamo noi dappiù di essi? niente
affatto. Noi abbiam già accusato Giudei e Greci di essere tutti in peccato, 10 conforme sta scritto:
«Non vi è alcun giusto, neppur uno; 11 non vi è persona di senno, non vi è chi cerchi Dio; 12 tutti
si sono sviati, e insieme son diventati inutili; non c'è chi faccia il bene, non c'è fino ad uno; 13
tomba aperta è la loro gola; della lingua loro si son fatto mezzo d'inganno; veleno d'aspidi sulle loro
labbra; 14 la bocca loro è piena di maledizione e d'amarezza; 15 veloci i lor piedi per versar
sangue; 16 distruzione e miseria nelle strade loro; 17 e la via della pace non conobbero. 18 Non
v'è timor di Dio dinanzi agli occhi loro». 19 Or noi sappiamo che quanto la Legge dice, lo dice a
quelli che son nella Legge, affinchè ogni bocca sia chiusa, e tutto il mondo sia soggetto al giudizio
di Dio; 20 perchè dalle opere della Legge «nessuno sarà giustificato dinanzi a Dio», giacchè per via
della Legge si ha (solo) la conoscenza del peccato. 21 Ma ora all'infuori della Legge s'è manifestata
la giustizia di Dio, attestata dalla Legge stessa e dai Profeti; la giustizia di Dio, per mezzo delle fede
in Gesù Cristo, per tutti coloro che in essa credono; giacchè non v'è differenza; 23 tutti hanno
peccato e rimangono lontani dalla gloria di Dio, 24 e son giustificati gratuitamente per la grazia di
lui a mezzo della redenzione in Cristo Gesù; 25 lui Dio ha prestabilito mezzo di propiziazione, per
via della fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, a motivo della tolleranza per le passate
colpe 26 durante la sua divina sopportazione; per dimostrare (dico) la sua giustizia nel momento
presente, sì da essere lui giusto, e giustificare colui che ha fede in Gesù. 27 Dov'è dunque il tuo
vanto? è escluso. Per qual legge? quella delle opere? no, ma per la legge della fede, 28 poichè
riteniamo essere l'uomo giustificato per la fede, all'infuori delle opere della Legge. 29 Forsechè
soltanto dei Giudei è Dio? no, anche delle genti; 30 sicuro, anche delle genti, se è unico Dio quello
che giustificherà i circoncisi in seguito alla fede, come i non circoncisi mediante la fede. 31
Annulliamo dunque la Legge per via della fede? non sia mai; anzi confermiamo la Legge.
Capitolo 4
Abramo giustificato mediante la fede. 1 - Che diremo dunque abbia conseguito Abramo, nostro
progenitore secondo la carne? 2 poichè se Abramo è stato giustificato dalle opere, ha ragione di
vantarsene, ma non davanti a Dio. 3 Che dice la Scrittura? «Abramo credette in Dio, e ciò gli fu
calcolato a giustizia». 4 Ora a chi opera, la mercede non si conteggia a titolo di grazia, ma come
cosa dovuta; 5 e a chi non fa le opere, ma crede in colui che giustifica l'empio, gli è calcolata la
fede a giustizia secondo il proposito della grazia di Dio. 6 Come anche David parla della
beatitudine di colui a cui Dio imputa la giustizia senza le opere: 7 «Beati quelli dei quali sono
rimesse le iniquità e di cui sono coperti i peccati» e 8 «Beato l'uomo del cui peccato il Signore non
ha tenuto conto». 9 Tale beatitudine è essa pei circoncisi, o anche pei non circoncisi? Poichè noi
diciamo: «fu imputata ad Abramo la fede a giustizia»; 10 come fu imputata? quand'era circonciso o
quand'era incirconciso? non nel tempo della circoncisione, ma prima. 11 E il segno della
circoncisione ricevette poi come sigillo della giustizia della sua fede nel tempo dell'incirconcisione,
affinchè potesse essere e padre di tutti i credenti dell'incirconcisione sì da essere ascritta anche a
questi la giustizia, 12 e padre dei circoncisi, non solo di quelli che provengono dalla circoncisione,
ma anche di coloro che seguono le orme della fede del padre nostro Abramo, ancora incirconciso.
13 Difatti non già per la Legge è stata fatta ad Abramo e alla sua discendenza la promessa
dell'eredità del mondo, ma per la giustizia della fede. 14 Poichè se eredi fossero solo quelli della
Legge, sarebbe vana la fede e annullata la promessa; 15 poichè la Legge produce l'ira, giacchè dove
non v'è Legge non vi è neppure trasgressione; 16 perciò eredi si è in seguito alla fede, affinchè ciò
sia per grazia, allo scopo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non quella solo della
Legge, ma anche quella che ha la fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi, 17 (conforme sta
scritto: «Padre di molte genti io ti ho costituito»), dinanzi a quel Dio in cui credette, quello che rifà
vivi i morti e chiama le cose che non sono come fossero. 18 Egli contro ogni speranza sperò, ed
ebbe fede, rispetto al dover diventar «Padre di molte genti» secondo era stato detto: «Così sarà il tuo
seme», 19 e non venuto meno nella fede vide sì il suo corpo impotente, essendo di circa cento anni,
e senza vita ormai l'utero di Sara; 20 ma, data la promessa di Dio, non esitò per incredulità, anzi si
rafforzò nella fede, dando gloria a Dio, 21 e pienamente convinto, che quello che ha promesso Egli
è anche in grado di mantenerlo. 22 Perciò gli fu imputato a giustizia. 23 E non è stato scritto per
lui solo che fu imputato a giustizia, 24 ma anche per noi, ai quali verrà imputato il credere in chi ha
risuscitato Gesù Signor nostro dai morti, 25 il quale fu dato [a morte] per i nostri mancamenti, e fu
risuscitato a motivo della nostra giustificazione.
Capitolo 5
Effetti della giustificazione mediante la fede. 1 - Giustificati dunque dalla fede, abbiano pace
con Dio per mezzo del nostro Signor Gesù Cristo; 2 per il quale abbiamo anche avuto, mediante la
fede, adito a questa grazia in cui siamo, e di cui meniamo vanto nella speranza della gloria dei
figliuoli di Dio. 3 Nè solo questo, ma ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la
tribolazione produce tolleranza, 4 la tolleranza produce virtù provata, la virtù provata, spera nza; 5
e la speranza non inganna, perchè l'amore divino s'è riversato nei nostri cuori per lo Spirito Santo
che ci fu dato. 6 Difatti, perchè mai essendo noi ancora deboli, al suo tempo Cristo morì per gli
empi? 7 or a mala pena altri morrà per un giusto, e per un uomo dabbene qualcuno forse avrà
cuore di morire; 8 ma Dio dà a vedere il suo vivo amore per noi, perchè essendo noi ancora
peccatori, 9 Cristo per noi è morto. Or dunque, giustificati nel sangue di lui, tanto più saremo a
mezzo di lui salvati dall'ira. 10 Giacchè se, essendo nemici, siamo stati riconciliati a Dio per la
morte di suo Figlio, tanto più, riconciliati, saremo salvati nella vita di lui; 11 nè solo questo, ma
anche ci gloriamo in Dio per opera del Signore Nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale ora
abbiamo ottenuto la riconciliazione. Il peccato e la grazia. I due Adami. 12 Per questo, come per
opera d'un sol uomo entrò la colpa nel mondo, e per la colpa la morte, e così a tutti gli uomini s'è
estesa la morte in quanto che tutti peccarono. 13 Giacchè fino alla Legge v'era sì la colpa, nel
mondo, ma la colpa non s'imputava non essendovi la legge. 14 Nondimeno, regnò la morte da
Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevan peccato trasgredendo la legge come aveva fatto
Adamo; il quale è figura di colui che doveva venire. 15 Ma non come il fallo è il dono, poichè se
per la colpa d'uno tutti gli altri morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono nella grazia
dell'unico uomo Gesù Cristo, ridondò a vantaggio di tutti. 16 E non come nel caso di quell'unico
che fu colpevole è stato il dono; poichè in seguito a quell'unico si voltò in condanna il giudizio, la
grazia in seguito a molte colpe si voltò in giustificazione. 17 Se per il fallo di un solo regnò la
morte per via d'uno, molto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della
giustizia, in vita regneranno per via dell'unico Gesù Cristo. 18 Adunque come per un solo fallo si
venne a una condanna per tutti gli uomini, così un unico atto di giustizia riescì per tutti gli uomini a
giustificazione di vita. 19 Come per la disobbedienza di uno i molti sono stati costituiti peccatori;
così per l'obbedienza di uno i molti saranno costituiti giusti. 20 La legge poi sopraggiunse sì che
abbondò il fallo; ma dove abbondò il peccato ivi sovrabbondò la grazia, 21 affinchè come aveva
regnato il fallo nella morte, così regni la grazia propria della giustizia, in eterno, per opera di Gesù
Cristo nostro Signore.
Capitolo 6
Liberazione dalla schiavitù del peccato. 1 - Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato affinchè
abbondi la grazia? 2 non sia mai. Noi che siam morti al peccato, come vivremo ancora in esso? 3
O ignorate che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella morte di lui?
4 Siamo stati dunque sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinchè, come fu
resuscitato Cristo da morte per la gloria del padre, così anche noi camminiamo in novità di vita. 5
Poichè se siamo stati come innestati alla somiglianza della morte di lui, lo saremo anche a quella
della risurrezione; 6 sapendo questo, che il nostro uomo vecchio fu crocifisso con lui perchè fosse
ridotto a nulla il corpo del peccato, in modo da non esser più noi schiavi del peccato; 7 perchè chi
è morto è stato giustificato dalla colpa. 8 E se siamo morti in Cristo, abbiamo fede che rivivremo
anche con lui, 9 sapendo che Cristo risorto da morte non muore più, la morte non avrà più dominio
su lui. 10 Poichè per il fatto che è morto, è morto una volta per sempre al peccato, e quel che vive
vive in Dio. 11 Così anche voi fate conto di esser morti al peccato, e di vivere a Dio in Cristo Gesù.
12 Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da ubbidire alle sue concupiscenze; 13
nè esibite le vostre membra come armi d'ingiustizia al peccato; ma offrite voi stessi a Dio come
risuscitati da morte, e le vostre membra siano a Dio armi di giustizia.14 Poichè il peccato non vi
comanderà più non essendo più sotto la Legge, ma sotto la grazia. 15 Che dunque? peccheremo
perchè non siamo sotto la Legge ma sotto la grazia? non mai; 16 non sapete che a chi vi fate
schiavi per obbedienza siete schiavi di quello cui ubbidite, sia del peccato che conduce alla morte,
sia dell'obbedienza che mena alla giustizia? 17 E grazie si rendano a Dio perchè eravate schiavi del
peccato, ma avete di cuore obbedito a quella forma di dottrina a cui siete stati ascritti; 18 e liberati
dal peccato, siete divenuti schiavi della giustizia. 19 Io parlo in modo umano, per la debolezza della
vostra carne. Perchè come offriste le vostre membra come schiave all'impurità e all'iniquità per
l'iniquità, così ora offrite le vostre membra schiave alla giustizia per la santificazione. 20 Poichè
quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi rispetto alla giustizia. 21 E che frutto avevate
allora? cose delle quali ora vi vergognate, poichè la fine loro è la morte. 22 Ma ora affrancati dal
peccato e fatti schiavi a Dio, ne avete il frutto nella vostra santificazione, e il fine è una vita
sempiterna. 23 Poichè la paga del peccato è morte, e il grazioso dono di Dio è la vita eterna in Gesù
Cristo Signor nostro.
Capitolo 7
Il cristiano non è più sotto la legge, ma sotto la grazia. 1 - Ignorate voi, fratelli, che la Legge,
(parlo a chi conosce la Legge), domina sull'uomo finchè egli vive 2 come una donna soggetta al
marito è legata per legge al marito vivente; e se il marito muore vien sciolta dalla legge del marito.
3 Sicchè, vivente il marito, farà da adultera se stia con un altro uomo; e solo se muoia il marito, è
libera dalla legge, rispetto al non essere adultera convivendo con un altro uomo. 4 Cosicchè,
fratelli miei, anche voi siete morti alla Legge per il corpo di Cristo, sì da appartenere ad un altro,
cioè a colui che risuscitò da morte, e ciò perchè cogliamo frutti a Dio. 5 Quando eravamo nella
carne, le passioni peccaminose, occasionate dalla legge, agivano nelle nostre membra così da portar
frutti alla morte; 6 ma ora siamo stati affrancati dalla Legge, morendo a ciò da cui eravamo
detenuti, in modo da servire in novità di spirito e non secondo l'antica lettera. La Legge e il peccato
nell'uomo. 7 Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? mai no, ma il peccato non l'avrei
conosciuto se non era la Legge; giacchè non avrei conosciuto la concupiscenza se la legge non
avesse detto «Non desiderare»; 8 e il peccato, prese le mosse da quel comandamento, produsse in
me tutta la concupiscenza; poichè all'infuori della Legge morto era il peccato. 9 Ed io una volta
vivevo senza legge; ma venuto il precetto, il peccato prese vita, 10 e io morii; e così ne venne per
me che il precetto, che mi doveva condurre alla vita mi fu cagion di morte; 11 perchè il peccato
presa occasione dal precetto, mi ingannò e per esso mi uccise. 12 Sicchè, santa è soltanto la Legge,
e il precetto è santo e giusto e buono. 13 Una cosa dunque buona mi fu cagion di morte? No, ma il
peccato, per apparir peccato, mediante una cosa buona mi cagionò la morte, affinchè esso peccato
diventasse estremamente colpevole per il divieto. 14 Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale,
ma io son carnale, venduto e soggetto al peccato. 15 Quello che fo io, non lo intendo; perchè non
quel bene che voglio, io opero, ma quel male che odio, io fo. 16 E se fo quel che non voglio,
consento alla legge, e riconosco che è buono; 17 ma ora non son più io che fo quello, bensì il
peccato che abita in me. 18 Giacchè io so bene che non abita in me, cioè nella mia carne, il bene;
c'è il volere sì in me, ma l'operare il bene no; 19 giacchè non fo il bene che voglio, ma il male che
non voglio, questo io fo. 20 E se fo quel che non voglio, non son più io che lo fo, ma il peccato
risedente in me. 21 Trovo dunque questa legge, che, volendo io fare il bene, mi sta presso il male;
22 mi diletto della legge di Dio secondo l'uomo di dentro, 23 e vedo un'altra legge nelle mie
membra che fa guerra alla legge della mia mente, e mi rende schiavo nella legge del peccato: la
quale è nelle mie membra.24 Disgraziato, che io sono! chi mi libererà da questo corpo di morte? 25
La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro; così io stesso colla mente sono servo della legge di
Dio, colla carne della legge del peccato.
Capitolo 8
Filiazione adottiva di Dio: eredità della vita eterna. 1 - Nessuna condanna v'è dunque ora per
quelli che sono in Cristo Gesù; i quali non camminano secondo la carne. 2 Poichè la legge dello
spirito di vita in Cristo Gesù mi liberò dalla legge del peccato e della morte. 3 Poichè quel che era
impossibile alla legge in quanto era indebolita per via della carne, Dio, mandando suo Figlio in
carne simile a quella del peccato, condannò il peccato nella carne, 4 affinchè la giusta sentenza
della legge si adempisse in noi, che non secondo la carne camminiamo ma secondo lo spirito. 5
Poichè quei che sono secondo la carne hanno in cuore le cose della carne, e quei che sono secondo
lo spirito quelle dello spirito. 6 E il pensiero della carne è morte, quello dello spirito vita e pace. 7
La saggezza della carne è nemica a Dio, perchè non sta soggetta alla legge divina, non potendolo, 8
e quei che son nella carne non possono piacere a Dio. 9 Ma voi non siete nella carne, sì nello
spirito, se lo spirito di Dio abita in voi. E se uno non ha lo Spirito di Cristo, non è de' suoi. 10 Se
invece Cristo è in voi, il corpo è si morto per il peccato, ma lo spirito è vita per via della
giustificazione. 11 E se abita in voi lo Spirito di chi ha risuscitato Gesù dai morti colui che risuscitò
Gesù Cristo dai morti, farà rivivere anche i corpi vostri mortali per mezzo dello Spirito suo che
risiede in voi. 12 Adunque, o fratelli, noi siam debitori non alla carne per vivere secondo la carne,
13 perchè se vivrete secondo la carne, morirete; ma se con lo spirito darete morte alle azioni della
carne vivrete, 14 giacchè quanti son guidati dallo Spirito di Dio, questi son figli di Dio. 15 Non
avete mica ricevuto spirito di servitù da ricader nel timore, ma spirito di adozione a figliuoli, in cui
gridiamo : «Abba, Padre!». 16 Lo Spirito stesso attesta allo spirito nostro che siamo figli di Dio. 17
E se figli, anche eredi; eredi di Dio, coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui affine di essere anche
con lui glorificati. 18 Poichè io ritengo che le sofferenze del tempo presente non han nulla a che
fare colla gloria che dev'essere manifestata in noi, 19 giacchè l'ansiosa aspettativa del mondo creato
attende la manifestazione dei figli di Dio; 20 poichè alla vanità è soggetta la creatura non di volontà
propria, ma per causa di chi l'ha assoggettata; colla speranza però 21 che gli stessi esseri creati
saranno liberi dalla schiavitù della corruzione, verso la libertà della gloria de' figli di Dio. 22
Sappiamo bene come la creazione fino ad ora geme tutta quanta e soffre quasi le doglie del parto;
23 nè solo essa, ma noi stessi che abbiamo in noi le primizie dello Spirito, gemiamo, aspettando
l'adozione, cioè la redenzione del nostro corpo. 24 Nella speranza siamo stati salvati, ma quando
quel che si spera, si vede, codesto non è più speranza; perchè chi già vede una cosa, che spera più?
25 Ma se speriamo quel che non vediamo, allora aspettiamo con pazienza. 26 Parimenti anche lo
Spirito ci aiuta a sostenere la nostra debolezza, giacchè noi non sappiamo che cosa dobbiam dire
nelle preghiere per pregar come si deve, ma lo stesso Spirito intercede per noi con ineffabili sospiri,
27 e colui che scruta i cuori sa bene qual sia l'aspirazione dello spirito, perchè intercede per i santi
secondo Iddio. 28 Sappiamo poi che tutto coopera a bene per chi ama Dio, cioè per quelli che
secondo il suo piano sono chiamati. 29 Perchè quelli che egli ha preconosciuti li ha anche
predestinati a essere conformi all'immagine di Suo Figlio, sì da esser lui primogenito fra molti
fratelli; 30 e quelli che ha predestinati, questi ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha
anche giustificati; e quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. 31 Che diremo dunque a tutto
ciò? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32 Colui che non risparmiò il proprio Figliuolo, ma
per tutti noi lo diede, come non ci donò anche ogni cosa con lui? 33 Chi porterà accuse contro gli
eletti di Dio? Se Dio li giustifica, 34 chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto, anzi
risuscitato; il quale sta alla destra di Dio e intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di
Cristo? la tribolazione o l'angoscia o la fame o la nudità, o il pericolo, o la persecuzione, o la spada?
36 (Secondochè sta scritto: «Per cagion tua siam tratti a morte durante tutto il giorno, siamo stati
calcolati come pecore da macello»): 37 ma in tutte queste cose siamo più che vincitori per opera di
colui che ci ha amato. 38 Poichè io son persuaso che nè morte nè vita, nè angeli nè principati, nè
virtù, nè cose attuali nè future, nè potestà, 39 nè altezza nè profondità, nè alcun'altra creatura potrà
separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù Signor Nostro.
Capitolo 9
Incredulità dei Giudei. 1 - Dico la verità in Cristo; non mentisco, rendendone testimonianza la
mia coscienza nello Spirito Santo: 2 grande dolore io provo e continua pena è nel mio cuore. 3
Vorrei essere io stesso anàtema e separato da Cristo, per i miei fratelli, parenti miei secondo la
carne, 4 i quali sono Israeliti, dei quali è l'adozione a figliuoli e la gloria e i patti d'alleanza e la
Legge e il culto e le promesse, 5 ai quali appartengono i patriarchi, e dai quali è Cristo secondo la
carne, il Dio che è sopra tutte le cose benedetto nei secoli, amen. 6 Non già che sia andata perduta
la parola di Dio, perchè non tutti i discendenti da Israele, sono Israeliti, 7 nè per essere seme
d'Abramo son tutti figli; ma: «In Isacco avrà nome la tua discendenza». 8 Il che vuol dire: non i
figli della carne sono i figli di Dio, ma i figliuoli della promessa van calcolati nella discendenza. 9
Poichè della promessa questa è la parola: «In questo tempo verrò, e Sara avrà un figliuolo». 10 E
non solo questo, ma anche Rebecca ebbe due figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre; 11
poichè pur non essendo ancora nati e non avendo fatto nulla nè di bene nè di male, affinchè fermo
stesse il proponimento di Dio relativamente alla elezione, 12 non dalle opere ma dal voler di chi
chiama, fu detto a Rebecca che: 13 «il maggiore sarà servo del minore», conforme sta scritto: «Ho
amato Giacobbe, ho odiato Esaù». Dio non può essere accusato d'infedeltà o d'ingiustizia. 14 Che
cosa diremo dunque? Forse è ingiustizia in Dio? non sia mai! 15 Egli dice a Mosè: «Userò
misericordia a chi uso misericordia, e avrò compassione di chi avrò compassione». 16 Adunque
non è di chi vuole nè di chi corre, ma di Dio misericordioso. 17 Dice la Scrittura a Faraone: «Per
questo appunto ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza, e perchè sia annunziato in tutto il
mondo il mio nome». 18 Adunque a chi Egli vuole usa misericordia, e chi Egli vuole indura. 19 Mi
dirai: «E allora, di che cosa ancora si lagna? poichè al voler di lui chi s'è opposto?». 20 O uomo, e
chi se' tu che vieni a disputa con Dio? Non mica dirà il vaso al formatore: «Perchè mi hai fatto
così?» 21 o non ha il formatore dell'argilla facoltà di fare della stessa pasta il vaso di uso onorevole,
e quello spregevole? 22 E se Dio, volendo mostrare l'ira sua e far conoscere ciò che egli può,
avesse tollerato con molta longanimità dei vasi d'ira pronti per la perdizione, 23 anche al fine di
manifestare la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, già preparati per la gloria? 24
[Dico di] noi che anche chiamò non solo dai Giudei ma altresì dalle genti, 25 come dice anche in
Osea: «Chiamerò quello che non è mio popolo, popolo mio: e colei che non era amata, amata», 26
e «Avverrà nel luogo ove fu detto loro: - Non siete mio popolo voi -», proprio là saranno chiamati
«figli del Dio vivente». 27 E Isaia esclama sopra Israele: «Se anche il numero dei figli di Israele
fosse come la rena del mare, non ne sarà salvato che il residuo». 28 Poichè la parola sua
adempiendo e circoscrivendo, l'effettuerà il Signore sopra la terra. 29 Conforne anche aveva
predetto Isaia: «Se il Dio degli eserciti non avesse lasciato a noi un seme, noi saremmo diventati
come Sodoma e ci saremmo assomigliati a Gomorra». I Giudei responsabili della loro
riprovazione. 30 Che diremo dunque? Diremo che le Genti le quali non andavano dietro alla
giustizia l'hanno ottenuta, 31 e Israele che cercava la legge della giustizia a tal legge non pervenne.
32 E perchè? perchè non dalla fede [la cercò], ma dalle opere; urtarono nella pietra d'inciampo; 33
secondo che fu scritto: «Ecco io pongo in Sion un sasso d'inciampo, una pietra d'intoppo, e chi ha
fede in lui non sarà svergognato».
Capitolo 10
1 - Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera ch'io fo a Dio per loro, è per la loro salvezza. 2
Poichè fo testimonianza per loro che hanno zelo di Dio, ma non secondo scienza. 3 Poichè
ignorando la giustizia di Dio, e cercando di stabilire la propria, alla giustizia di Dio non si sono
sottomessi. 4 Poichè Cristo è fine della Legge, per la giustizia di chiunque ha fede. 5 Difatti Mosè
scrisse che l'uomo che pratica la giustizia, quella che vien dalla Legge, vivrà in essa. 6 E la
giustizia dalla fede dice così: «Non dire nel tuo cuore: - Chi salirà al cielo? -», ciò è un trarne giù
Cristo; 7 o: «Chi scenderà nell'abisso?», questo è un far risalir Cristo di tra i morti. 8 Ma che cosa
dice la Scrittura? «Vicino a te è la parola, nella bocca tua e nel tuo cuore»; e questa è la parola della
fede che noi annunziamo. 9 Se tu confessi nella bocca il Signore Gesù, e nel tuo cuore hai fede che
Dio lo ha risuscitato da morte, sarai salvo; 10 poichè col cuore si crede per la giustizia, e con la
bocca si fa la confessione per la salute. 11 Poichè dice la Scrittura: «Chiunque in lui crede non sarà
svergognato». 12 Giacchè non vi è distinzione di Giudeo e Greco. È lo stesso il Signore di tutti,
ricco per tutti quelli che lo invocano. 13 Poichè «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà
salvo». 14 Come dunque invocheranno quello in cui non han creduto? e come crederanno in uno di
cui non han sentito dir nulla? E come ne sentiranno parlare senza chi lo annunzi? 15 E come lo
annunzieranno se non sono stati mandati? Conforme sta scritto: «Come belle sono le orme di quelli
che recano lieto annunzio di cose buone!». 16 Ma non tutti hanno dato retta alla buona novella:
Dice infatti Isaia: «Signore, chi ha creduto a quel che ha udito da noi?». 17 Adunque la fede vien
dal sentir parlare, e il sentir parlare si fa per mezzo della parola di Cristo. 18 Ma, dico io: «Non
hanno così sentito nulla?». Sicuro che hanno sentito: «Per tutta la terra si è sparsa la voce loro, e
agli ultimi confini della terra abitata giunsero le loro parole». 19 Ma dico: «Forse non lo seppe
Israele?». Mosè per il primo dice: «Io vi farò gelosi d'una nazione che non è nazione e contro una
nazione che non è nazione e contro una nazione insipiente ecciterò il vostro sdegno». 20 E Isaia osa
dire: «Sono stato trovato da tali che non mi cercavano, e divenni manifesto a tali che non
domandavan di me». 21 E ad Israele dice: «Tutto il giorno ho teso le mani a un popolo che non
crede e contraddice».
Capitolo 11
La riprovazione d'Israele è parziale. 1 - Io dico dunque: «Forsechè Iddio ha rigettato il suo
popolo?». No certo, perchè anch'io sono Israelita, del seme d'Abramo, della tribù di Beniamino. 2
Dio non ha rigettato il popolo suo, che fin da prima riconobbe. Non sapete cosa dice la Scrittura
nella persona di Elia, come sollecita Dio contro Israele? 3 «O Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno distrutto i tuoi altari, ed io fui lasciato solo, e cercano di togliermi la vita». 4 Ma che gli
risponde la voce divina? «Mi son riserbato settemila uomini, i quali non piegarono il ginocchio a
Baal». 5 Così dunque, anche nel momento presente vi è un residuo di eletti, effetto della grazia. 6
Se per la grazia, non più dunque per le opere; altrimenti grazia non è più grazia. 7 Che dunque?
Quel che cerca Israele non l'ha ottenuto ma l'hanno ottenuto gli eletti. Gli altri sono stati accecati, 8
conforme sta scritto: «Diede loro Iddio spirito di stordimento, occhi da non vedere, orecchi da non
sentire, fino al giorno d'oggi».9 E David dice: «La loro mensa sia per essi un laccio e un cappio e
un inciampo e giusta punizione; 10 siano oscurati i loro occhi da non vederci più, e la loro schiena
incurvata del tutto». Essa giova alla conversione dei Gentili. 11 Dico dunque: «forsechè
inciamparono in modo di esser caduti?». No certo; ma col fallo loro n'è venuta la salvezza alle
genti, per suscitar la loro gelosia. 12 E se il fallo loro è ricchezza del mondo, e la diminuzione loro
è ricchezza delle genti, quanto più sarà la loro pienezza? 13 E a voi Gentili io dico: «In quanto io
sono apostolo delle genti, farò onore al mio ministero, 14 se mi avverrà di suscitare l'emulazione
del mio sangue e ne salverò alcuni. 15 Poichè se la loro reiezione è stata riconciliazione del mondo,
che sarà la loro accettazione, se non un rivivere risorti da morte? 16 E se la primizia è santa, anche
la massa è santa; e se è santa la radice, santi sono anche i rami. 17 Che se alcuni dei rami sono stati
tagliati via, e tu, che eri un olivo selvatico, sei stato in luogo loro innestato, e sei diventato partecipe
della radice e del succo dell'olivo, 18 non ti vantare, sprezzante, con quei rami; chè se tu li
disprezzi, non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te». 19 Tu dirai: «Sono stati spezzati
dei rami per essere innestato io». 20 «Va bene: per la incredulità sono stati tagliati quei rami e tu
stai su per la fede; non levarti in superbia, ma temi; 21 poichè se Dio non risparmiò i rami naturali,
non risparmierà neppur te. 22 Vedi dunque la benignità e la severità di Dio; la severità verso quelli
che son caduti, e verso di te la benignità di Dio; purchè tu corrisponda a questa benignità; se no,
anche tu sarai tagliato via. 23 E anche quelli, se non rimarranno ostinati nella incredulità, saranno
innestati; poichè Dio è potente a innestarli di nuovo. 24 Poichè se tu sei stato tagliato dall'olivo per
sua natura selvatico, e contro natura sei stato innestato nell'olivo buono, quanto più saranno essi
naturalmente innestati nel loro proprio olivo! Alla fine anche Israele si convertirà. 25 Poichè io
non voglio, o fratelli, che ignoriate questo mistero, (affinchè non siate entro voi stessi orgogliosi),
che è avvenuto un induramento in una parte d'Israele, e ciò fin che non sia entrata la totalità dei
Gentili; 26 allora tutto Israele si salverà, conforme sta scritto: "Verrà da Sion il liberatore e
allontanerà l'empietà di Giacobbe";
27 e "Questo sarà il mio patto con loro, quando io abbia cancellato i loro peccati".
28 Riguardo al Vangelo, son nemici per via di voi, ma rispetto all'elezione sono amati per via dei
padri; 29 i doni e la vocazione di Dio non son cose che soggiacciano a pentimento. 30 Come voi
avete in passato disobbedito a Dio, ora invece avete ottenuto misericordia per la loro incredulità, 31
così anch'essi non hanno ora creduto per la misericordia che è stata usata a voi, affinchè anche essi
ottengano misericordia. 32 Dio ha rinchiuso tutti nella incredulità per usare a tutti misericordia. 33
O profondità della ricchezza e sapienza e conoscenza di Dio! come imperscrutabili sono i suoi
giudizi, e non intracciabili le sue vie! 34 "Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? o chi gli fu
consigliere?" 35 o "Chi diede a lui primo da averne il contraccambio?". 36 Chè da lui e per lui e a
lui ogni cosa; a lui gloria nei secoli, così sia».
Capitolo 12
Doveri vicendevoli dei cristiani. 1 - Vi esorto dunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, a
offrire i vostri corpi come ostia vivente santa, gradevole a Dio, ciò che è il vostro culto ragionevole;
2 e non conformatevi al secolo presente, ma trasformatevi col rinnovamento del vostro spirito,
affinchè possiate ravvisare qual è la volontà di Dio, ciò che è bene e gradevole e perfetto. 3 Perchè,
per la grazia che a me è stata data, dico a ciascuno che è tra voi, di non voler farsi saggio al di là del
giusto limite, ma presuma solo di sè sino al grado della prudente saviezza, secondo che a ciascuno
Dio distribuì la misura della fede. 4 Poichè come in unico corpo abbiamo varie membra, e le
membra non hanno tutte la stessa funzione, 5 così noi molti siamo un corpo solo in Cristo, e, per i
rapporti reciproci, siamo membri gli uni degli altri. 6 E secondo la grazia data a noi abbiamo doni
differenti: o la profezia, [e chi l'ha, deve usarla] secondo la proporzione della fede; 7 o il ministero,
[e chi v'è chiamato, attenda] al ministero; così chi insegna [si dedichi] a insegnare; 8 chi esorta
[lavori] nell'esortazione; chi dà, [lo faccia] con semplicità; chi presiede, [lo faccia] con tutto
impegno: chi fa opere di pietà [le faccia] con animo ilare. 9 L'amore sia senza ipocrisia. Odiando il
male, siate attaccati al bene; 10 con amor fraterno amandovi gli uni gli altri, e quanto a rispetto,
anteponendo ciascuno gli altri a se stesso. 11 Per diligenza non tardi; di spirito ferventi; a Dio
servendo; 12 nella speranza rallegrandovi, nelle tribolazioni pazienti, perseveranti nella preghiera.
13 Ai bisogni dei santi prendete parte, praticate l'ospitalità. 14 Benedite quelli che vi perseguitano,
benedite e non maledite. 15 Rallegrarsi con chi gode, piangere con chi piange. 16 Abbiate gli stessi
sentimenti gli uni per gli altri; non alte cose presumendo, ma accompagnandovi cogli umili. «Non
siate savi agli occhi di voi medesimi». 17 A nessuno rendete male per male, ricercando il bene a
tutti gli uomini. 18 Se possibile per quant'è da voi, abbiate pace con tutti gli uomini; 19 non
vendicandovi da voi stessi, o diletti, ma date luogo all'ira divina, perchè sta scritto: «A me la
vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi: «Se ha fame il tuo nemico dagli da
mangiare; se ha sete, abbeveralo; poichè facendo così radunerai carboni di fuoco sopra la sua testa».
21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci nel bene il male.
Capitolo 13
Doveri verso l'autorità. 1 - Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; perchè non v'è
podestà se non da Dio, e quelle che sono, son da Dio ordinate. 2 Sicchè chi si oppone all'autorità,
fa contro l'ordine di Dio, e quelli che così resistono si tireranno addosso la condanna. 3 Poichè i
magistrati non sono oggetto di paura per l'opera buona, ma per la cattiva. Vuoi tu non dover temere
l'autorità? Fa' il bene, e avrai lode da essa, 4 che è ministra di Dio a te per il bene. Ma se fai il
male, allora devi temere; poichè il magistrato non porta la spada inutilmente, essendo ministro di
Dio, e vindice nell'ira divina per chi fa il male. 5 Perciò è necessario sottomettervi, non solo per
tema dell'ira divina, ma anche per la coscienza. 6 Per questo anche voi pagate i tributi; vi son
ministri di Dio che appunto a questo attendono. 7 Date a tutti ciò che è dovuto, a chi il tributo il
tributo, a chi il dazio il dazio, a chi il timore il timore, a chi l'onore l'onore. i Romani 13
Esortazione alla carità e alla vigilanza. 8 Non siate debitori di nulla a nessuno, altro che di
amarvi scambievolmente; poichè chi ama il prossimo ha adempiuto la Legge. 9 Poichè il «non
fornicare», «non uccidere», «non rubare», «non dir falso testimonio», «non desiderare» e qualsiasi
altro precetto, si riassume in questa formula: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore
non può far del male al prossimo; dunque la pienezza della Legge è l'amore. 11 E tutto questo
dovete fare ben conoscendo il tempo, poichè è ora già che voi vi svegliate dal sonno; la salvezza
nostra ora è più vicina di quando noi siamo diventati credenti. 12 La notte è inoltrata e il giorno si
avvicina; gettiamo via dunque l'opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce. 13 Come in
pieno giorno, camminiamo onestamente, non in crapule e ubriacature, non in alcove e in licenza,
non in contese e invidia: 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne sì
da destarne le concupiscenze.
Capitolo 14
Doveri verso i cristiani più deboli nella fede. 1 - Colui che è debole nella fede, accoglietelo, non
per discutere sulle differenti opinioni. 2 L'uno crede di poter mangiar d'ogni cosa; un altro che è
debole non mangia che erbe. 3 Or chi mangia non sprezzi colui che non mangia; e chi non mangia
non voglia giudicar chi mangia, poichè Dio stesso l'ha accolto. 4 O tu chi sei che vuoi giudicare il
servo altrui? pel suo padrone, sta o cade; ma starà in piedi, perchè il Signore ha la potenza di
sostenerlo. 5 C'è chi giudica un giorno più d'un altro, c'è chi ritiene tutti i giorni uguali; ognuno
nella propria mente abbia la sua piena sicurezza. 6 Chi bada al giorno, lo fa per il Signore, e chi
mangia, mangia per il Signore; tant'è vero che ne ringrazia Dio, e chi non mangia s'astiene per il
Signore, e così rende grazie a Dio. 7 Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se
stesso; 8 se viviamo, viviamo pel Signore, e se moriamo, moriamo per lui; sia che viviamo sia che
moriamo, siamo del Signore. 9 Per questo morì Cristo e risorse, per signoreggiare e morti e vivi.
10 E tu, a che giudichi tuo fratello? O anche tu perchè disprezzi tuo fratello? Tutti compariremo
davanti al tribunale di Dio, 11 poichè sta scritto: "Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni
ginocchio si piegherà avanti a me, e ogni lingua liberamente confesserà Dio". 12 Così dunque
ognun di noi renderà conto di se stesso a Dio. 13 Dunque non giudichiamoci più gli uni gli altri, ma
questo piuttosto decidete, di non porre inciampi al fratello o essergli cagion di caduta. 14 Io so e
son persuaso in Cristo Gesù, che nulla cosa è volgare di per sè; però chi ritiene qualche cosa come
volgare, tale è per lui. 15 Se per via del cibo il tuo fratello ha da aver un cruccio, tu non ti conduci
più con amore. Non rovinare pel tuo cibo, colui per cui Cristo è morto. 16 Che quel che è vostro
bene, dunque non sia oggetto di biasimo. 17 Il regno di Dio non è cibo nè bevanda, ma giustizia e
pace e gioia nello Spirito Santo. 18 Chi serve a Cristo in questo, è gradevole a Dio e approvato
dagli uomini. 19 Seguiamo dunque le vie della pace e della scambievole edificazione. 20 Non
distruggere per via d'un cibo, l'opera di Dio; tutte le cose son pure, ma è male per l'uomo che ne
mangia se dà occasione di scandalo. 21 Bello è non mangiar carne, nè bere vino, nè far ciò in cui il
fratello tuo riceve scandalo. 22 La fede che tu hai, tientela per te stesso davanti a Dio. Felice chi
non ha a condannare se stesso in ciò che approva; 23 e chi è incerto se debba mangiare, è
condannato mangiandone, perchè non agisce secondo la sua fede; e tutto quello che non è secondo
la fede è peccato.
Capitolo 15
1 - E dobbiamo noi, forti, sopportare le debolezze dei deboli, e non voler compiacere solo a noi
stessi. 2 Ognuno di noi procuri di piacere al prossimo, nel bene, a edificazione, 3 anche Cristo
non cercò piacere a se stesso, ma come sta scritto: "Gli oltraggi di quelli che oltraggiano te son
caduti su di me". 4 Poichè tutto quel che già fu scritto, fu scritto per nostro ammaestramento,
affinchè, mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi conservassimo la speranza.
5 Or il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di aver fra voi lo stesso sentire
secondo Cristo Gesù, 6 affinchè con un animo solo e una sola bocca glorifichiate Dio il padre del
Signor nostro Gesù Cristo. 7 Perciò, accoglietevi gli uni gli altri, così come Cristo ha accolto noi, a
gloria di Dio. 8 Dico che Cristo è stato fatto ministro dei circoncisi per la veracità di Dio, al fine
che fossero confermate le promesse dei padri; 9 e i Gentili glorificano Dio per la sua misericordia
conforme sta scritto: "Per questo ti confesserò fra le Genti e salmeggerò al tuo nome". 10 E di
nuovo dice: "Rallegratevi, o Genti, col suo popolo!". 11 E ancora: "Lodate, o tutte le Genti, il
Signore e tutti i popoli lo esaltino". 12 E di nuovo Isaia dice: "Vi sarà la radice di Jesse e colui che
sorgerà a comandare alle Genti; in lui le Genti riporranno la loro speranza". 13 Ora il Dio della
speranza vi riempia d'ogni gaudio e di pace nella fede, sì che voi abbondiate nella speranza, in virtù
dello Spirito Santo. Notizie personali.14 Io per me sono persuaso, o fratelli miei, a riguardo vostro
che anche voi siete pieni di amore, ricolmi d'ogni sapere, in grado anche di ammonirvi gli uni gli
altri. 15 Ma v'ho scritto un po' arditamente, come per richiamar la vostra memoria, per via della
grazia concessa a me dal Signore, 16 di essere il ministro di Cristo tra le Genti, esercitando il
sacerdozio del Vangelo di Dio, affinchè sia da lui bene accolta l'offerta delle Genti, santificata nello
Spirito Santo. 17 Io ho adunque di che gloriarmi in Cristo Gesù per le cose di Dio, 18 perchè non
ardirò dire che vi sia cosa che non l'abbia fatta Cristo per mezzo mio, onde trarre all'obbedienza le
Genti, sia nelle parole sia nei fatti, 19 sia nella potenza dei miracoli e dei prodigi, nella virtù dello
Spirito Santo; di guisa che da Gerusalemme e dai paesi all'intorno fino all'Illirico ho adempiuto la
mia missione rispetto al Vangelo di Cristo. 20 E mi sono studiato di evangelizzare non là dov'era
già stato nominato Cristo, per non edificare su base d'altri, secondo sta scritto: 21 "Vedranno quelli
a cui non è giunta notizia di lui, e quelli che non l'hanno udito l'intenderanno". 22 Perciò anche
sono stato parecchie volte impedito di venir da voi; 23 ora poi non avendo più nulla da fare in
queste terre, e avendo da parecchi anni vivo desiderio di venir da voi, 24 quando viaggerò verso la
Spagna, spero, passando, di vedervi e di esser da voi aiutato nel viaggio verso là, quando prima mi
sarò in parte ripieno di voi. 25 Ora vado a Gerusalemme per portar soccorso a quei santi. 26
Perchè la Macedonia e l'Acaia hanno creduto bene fare una colletta a pro dei poveri fra i santi che
stanno a Gerusalemme. 27 Hanno creduto come ho detto, ma ne sono anche debitori, perchè se le
Genti sono state fatte partecipi nelle cose spirituali, devono anche nelle cose materiali aiutarli. 28
Fatto questo dunque, e assicurato loro questo frutto, partirò per la Spagna passando da voi. 29 E so
che venendo da voi ci verrò nella pienezza della benedizione di Cristo. 30 Vi esorto, o fratelli, per il
Signore nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, di adoperarvi con me nelle preghiere che fate
per me a Dio, 31 affinchè io sia liberato dagli infedeli che sono in Giudea, e l'offerta del mio
ministero sia bene accettata ai santi a Gerusalemme, 32 affinchè con gioia venendo da voi per la
volontà di Dio, possa godere con voi un po' di riposo. 33 Il Dio della pace sia con tutti voi, così sia!
Capitolo 16
Epilogo. - Saluti. 1 - Vi raccomando Febe, la sorella nostra, ministra della chiesa di Cenerea, 2
affinchè l'accogliate nel Signore in modo degno dei santi, e l'assistiate in quelle cose in cui abbia
bisogno di voi; anch'essa è stata d'aiuto a molti e anche a me stesso. 3 Salutate Prisca e Aquila, i
miei cooperatori in Cristo Gesù, 4 (i quali per la vita mia hanno esposto la loro testa, a cui non io
solo son grato ma tutte le chiese dei Gentili); 5 e salutatemi pure la Chiesa che è in casa loro.
Salutate Epeneto l'amico a me diletto, che è la primizia dell'Asia in Cristo. 6 Salutate Maria, la
quale molto si è affaticata per voi. 7 Salutate Andronico e Giunia miei parenti e compagni di
prigionia, i quali son segnalati tra gli apostoli e furono anche prima di me in Cristo. 8 Salutate
Ampliato il mio diletto nel Signore. 9 Salutate Urbano il nostro cooperatore di Cristo Gesù e il
caro amico Stachi. 10 Salutate Apelle, il provato in Cristo. 11 Salutate quei di casa di Aristobulo.
Salutate Erodione mio parente. Salutate quei di casa di Narcisso che son nel Signore. 12 Salutate
Trifena e Trifosa che faticano nel Signore. Salutate la carissima Perside, che molto s'affaticò nel
Signore. 13 Salutate Rufo eletto nel Signore, e sua madre che è anche mia. 14 Salutate Asincrito,
Flegonte, Erma, Patroba, Erme, e i fratelli che son con loro. 15 Salutate Filologo e Giulia, Nereo e
sua sorella, e Olimpiade e tutti i santi che son con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con un santo
bacio. Vi salutano le Chiese tutte di Cristo. Ultime raccomandazioni. 17 O fratelli, vi esorto ad
aprir gli occhi su quelli che son causa di dissensioni e d'inciampi contro la dottrina che voi avete
appreso; e allontanatevi da loro; 18 poichè costoro non servono a Cristo Signor nostro, ma al loro
proprio ventre, e coll'onesto parlare e colle lusinghe ingannano i cuori dei semplici. 19 Ma la vostra
obbedienza è nota a tutti; di voi perciò mi compiaccio e voglio che siate saggi nel bene e semplici
rispetto al male. 20 Il Signore della pace schiacci presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del
Signor nostro Gesù sia con voi. 21 Vi saluta Timoteo il mio cooperatore, e Lucio e Giasone e
Sosipatro, i miei parenti. 22 Vi saluto nel Signore io Terzo, che ho scritto la lettera. 23 Vi saluta
Caio il mio ospite e l'ospite di tutta la Chiesa. Vi saluta Erasto il tesoriere della città, e il fratello
Quarto. Dossologia finale. 24 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo con tutti voi. Così sia. 25 A
colui che può consolidarvi secondo il mio Vangelo e la predicazione di Gesù Cristo, conforme alla
rivelazione di un mistero per lunghi secoli taciuto, 26 (ma ora rivelato per mezzo delle Scritture
profetiche, giusta l'ordine dell'eterno Dio e conosciuto fra tutte le genti per trarle all'obbedienza
della fede), 27 a Dio unico Sapiente, per via di Gesù Cristo, sia la gloria per i secoli dei secoli. Così
sia !