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nro di partenza altezze differenti (fig. 5). Piu indietro, alIa sua sinistra, una quar
o di un piccolo ta fanciulla regge, nelle mani, due auli (fig. 6). La segue, seduta,
o IV (fig. 2). Si Ia suonatrice di cithara, grande strumento a corde con cassa di
[ervaro al Museo risonanza in basso. Infine, all'estrema destra, l'ultima fanciulla,
,a l'intero pavi agitando Ie mani provviste di nacchere, accenna ad un passo di
l. 5.25 x 4. 45 danza. Tra questi strumenti due meritano particolare attenzione:
~ dell'opera, dI l'organo e Ie otto coppe. Partiamo da queste ultime, per Ie quali
1n uno dei pio. non abbiamo alcuna notizia dalle fonti e nemmeno conosciamo il
'cale, enotevo nome con il Quale esse venivano indicate dai musici. In campo
arro usuale nei figurato ne conosciamo soltanto un secondo esempio, piu tardo,
zioni pio. anti gia citato dalla Duschesne-Guillermin: mi riferisco alIa miniatura
a anche dagH con it banchetto del Faraone che correda il codice purpureo nota
no Ie donne a come Genest' dt' Vz'enna (cod. Vindob. theol. gr. 31, fol. 34, Vien
00 1a dthara, na, Nationalbibliothek)14 redatto con ogni probabilira ad Antio
chia nel tardo V secolo 1.5 (fig. 7). In detta miniatura Ie coppe
irali abitati e , disposte suI tavolo sono soltanto quattro e d' argento, e anche in
o musicale in questa caso e una fanciulla a percuoterle con due asticelle, mentre
ono distribu accanto a lei un'altra suona il doppio aulo. E presumibile che,
ento diver nella realta, Ie coppe fossero di spessore diverso 0 che contenes
iecoli dischi sero acqua a livelli differenti dato che, in entrambe i testi figurati,
essibili con Ie coppe sono di misura uguale. Solo spessore 0 acqua avrebbero
piano e un consentito di ottenere, alIa percussione, differenti altezze di suo
da due sim no l6• Mosaico e miniature indicano comunque che tale strumento
di, immette veniva usato in Siria almeno fino a tutto il V secolo.
ione domina Passiamo ora all'organo che nessuno dei Padri cita. Si trarta di
ate che una un organa pneumatico, e di esso, per quanto ci e noto, il mosaico
rne suoni di conserva la pio. antica raffigurazione pervenutaci; per di piu esso
e indicato come componente di un piccolo complesso che, con
e de Meriamin parola moderna, vorremmo definire di 'musica da camera'.
,20, 1970, pp.
La Syrie. II: La
14 Questo prezioso codice e staro pubblicato in fac-simile da O. Mazal.
en, 1989. pp. Wiener Genesis, Frany]urt a. M.• 1980.
1.5 Discordiamo dagli studiosi che collocano iI Genesi di Vienna nel corso
, durante una
del seco10 VI e soltanto pochi propongono come luogo d'origine 1a Siria. Ragioni
stilistiche contrastano con tale datazione e 10 separano nettamente dal codice
meDtando il
purpureo di Rossano Calabro e da1 Sinopense della Biblioteca Naziona1e di
aile bevan de
" dal vino. La Parigi. Ana!ogie con alcuni mosaici di Antiochia inducono a datare iI prezioso
manoscrirto a1 massimo, nel tardo V seco10 e ad indicare Antiochia e non Costan
non badano
tinopoli. come luogo della sua redazione.
1 si esprime:
16 Zaqzuq-Duschesne-Guillemin, La Mosafque de Meriamin cit. La Dusche
cythare. auIi
sne-Guillemin esamina partitamente ciascuno strumento e, in rapporto aIle cop
'0 su un alt~
pe cita gli srudi di Hippasos di Metaponto (p.105) sulIa percussione dei metalli.
e miserabile
Ci chiediamo se Ie coppe non possano essere comprese tra quegli strumenti di
erIe sulla lira
bronzo cui accenna Teodoreto di Ciro (PG. LXXXIII), i quali «insieme alla lira
braccia nude
e alIa cithara sono capaci di rendere con il vento 0 con i1 tocco un canto armonio
lana, perche
·vita. so eben ritmato». E !'uso del termine «rocco» che ci consente di ipotizzare che
l'autore facesse riferimento aIle 'coppe' di metallo.
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L'Orgue cit., p. 23 L'obelisco, portato a Costantinopoli da Karnak (in Egitto) gia da Giulia
no I'Apostata (ante 363), risale al tempo di Tutmosi III 0504-1490 a. C.). Cfr. G.
Bruns, Der Obelisk un seine Basis auf den Hippodrom zu Konstantinopel, in
no chiaramente «Mitt. Deutsch. ArchaeI. lnst. lstanbuler Forschungen», 7,1983; H. Wrede, Zur
Klang. To nen _ Errichtung des Theodosius Obelisken in Istanbul, in «lnstanbuler Mitteilungen>,
elt, Bern, 1986, 16, 1960, pp. 178-198.
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ne datato aI550-565,
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~·.:·:·.I
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ono in Trada. Sembra (entrata prindpale del Magno Palazzo) per accogJiere trionfal
.0, che esso entrasse in mente I'imperatore di ritorno da una campagna in Asia minore 44 .
'e dtta e nel momento Purtroppo i due organi furono distrutti dal figlio Michele III
ai sudditi in tutta Ia (842-867) insieme ad altri preziosi oggetti (di cui si did ~Itre) per
. S40, re1atore di questo
ricavarne dall'oro (che probabilmente era soitanto un rivestimen
nza soffermarsi sugH to) un congruo numero di monete atte a risanare Ie casse vuote
esso veniva conferito dello Stato. Ne abbiamo notizia da Theophane Continuatus e da
eus, anche al di fuori altri cronisti 45 ; tuttavia, piu tardi, due organi d' oro 0 imperiali
l'organo pneumatico usati a corte, compaiono pili volte citati da Costantino VII Porfi
che da parte dei basi rogenito, nel De Cerimoniis aulae bizantinae, opera che raccoglie,
- sete preziose degli anche tenendo conto di tradizioni piu antiche, usi e costumi di
inviati in segno di palazzo secondo un precise protocollo e dal quale una volta di
fi, specie in occiden piu si evince I'importanza degli organi a corte. Il MaJiaras 46 ipo
nno 757, l'invio di un tizza, con argomenti convincenti, che i due organi d'oro siano
anchi Pipino iJ Breve stati ricostruiti da Leone VI (876-912) su modello, 0 Forse anche
'Oli Magni, si dice che sullo scheletro di quelli fatti costruire da T eomo, Ci chiediamo se
Mi~he1e I Rangabe, iJ uno di detti organi non sia quello visto e descritto dall' arabo
UnIto di pe]]e di toro Harun ben-Jahia che, prigioniero a Bisanzio, fu ospite a corte per
aniera meravigJios a il banchetto di Natale de1l'899 0 900, svoItosi nel triclinio dei
a voce, Jo strepito di XIX letti. All'inizio di detto pranzo - egli scrive - «portarono un
bali, la dolcezza del oggetto che si chiama al-urgan (organo)>> e prosegue quindi spie
gandone la forma ed il funzionamento: «Questo e un oggetto di
vvedimento preso da legno di forma quadrata che ha I'aspetto di una pressa per l' olio;
pseudo-Simeone Ma questa pressa e tappezzata con cuoio molto robusto e sorregge
ani tutti d' oro ornati sessanta canne di bronzo. La sezione delle canne situata al di
i definito «Ja proto sopra del cuoio e ricoperta d'oro rna non se ne vede che una
anto ad una grande parte, per il fatto che ciascuna canna oItrepassa un po' in lun
o podio neJIa ChaIke ghezza quella vic ina. Da ciascuna parte dell'oggetto quadrato si
trova un foro dove sono introdotti dei soffietti simili a quelli di
o ~aso la versione di Ana un fabbro, Due uomini cominciano allora a manovrarli, poi arriva
Virtute copiosa in Thra I'organista che fa cantare Ie canne, ciascuna canna emette un
j Ie SOste furono a Beroe
medesima notizia e an~ suono proporzionato aHa sua aItezza e celebra l'imperatore»47.
gli organi e dai rnusici». Sono Ie canne ricoperte d'oro quelle che inducono a ritenere
che quest'organa Fosse uno di quelli fatti ricostruire da Leone VI,
no 741 usque ad annum tanto pili che nel De Cerimoniis gli organi d'oro vengono sempre
·carum). Perrot, L'Orgue
uardo.
,7 (Monumenta Germa
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probabilmente, con In relazione ai basileis apprendiamo dal gia citato Harun ben
Jahia che, durante il banchetto natalizio al quale egli prese parte,
ioni dei Prasini (i cessato il suono dell'organo «entrarono venti uomini con i cym
no alternativamen_ bali» che suonarono per turta 1a durata del pranzo53 . In data
in un responsorio, pressoche contemporanea il Cletorologion - opera che raccoglie
ano parte anche i per il tempo di Leone VI (886-912) Ie norme riguardanti i ban
organi, intonavano chetti - attesta che ai pranzi erano presenti i melz'stt~ vale a dire
-Dio del basileus. dei suonatori, dei quali non nomina peraltro gli strumenti. Sem
non ne abbiamo 49 . pre da1 medesimo testa apprendiamo che i melz'sti facevano parte
no sia per i canti sia della fazione dei Veneti sia di quella dei Prasini, e che riceve
~lente al 900 circa: vane un compenso di sei miliaresi, pari a quello per l'organo 54 .
laresi per ciascuna Nel De cerimoniis troviamo invece anche il nome di alcuni degli
ne, quattro milia strumenti impiegati: siamo informati con precisione che in occa
sione della deductio sponsae il corteo era accompagnato dai chei
aggiore frequenza rocymbali, e che il suono dei medesimi strumenti accoglieva i
ll'altra del Magno novelli sposi all'uscita dalla chiesa 55 . L'aver precisato che si trarta
alla Magnaura a di cymbali per 1a mana (cheir), ci e utile per distinguerli da quelli
'.
ImOnIa e, quando
' azionati per mezzo delle aste flessibili - come quelli visti nel
iavano a suonare mosaico di Hama; dovevano quindi esser affini in qualche modo
on il suo seguito a quelli agitati dalla baccante del mosaico di Madaba, rna riservati
oeleusis 0 grand~ soltanto aIle mani e non anche aIle caviglie, come del resto indica
occasione di de la parola scelta per definirli.
inohre nel dexi Sempre nel De Cerimoni£s si cita un secondo strumento: la
oni e, secondo la pandura suonata per accompagnare canti e danze durante un
convivio particolare di antica tradizione chiamato «convivio goti
, dell'obelisco
. di co», che si svolgeva con 1a presenza di uomini con maschere di
epoca, venlvano
ahri strumenti, varia genere, i quali percuotevano con verghe i lora scudi. Una
onia 0 festa reli specie di pantomima quindi, nel corso della quale i panduristi
stamente coneIu avevano il compito di accompagnare i «canti gotici»56. La pandura
medio-bizantino. era uno strumento con poche corde, di origine orientale, dalla
so di altri stru forma di una piccolo mandolin0 57 . Tale strumento doveva essere
rte .e, di riflesso , cOQosciuto da tempo poiche uno simile, anche se piu grande da
o rlguardo, non definirsi meglio liuto - compare, tra altre figure, suonato da un
llomo seduto, nel grande mosaico di un peristilio del Magno
Palazzo, mosaico data bile al secolo VI (fig. 20).
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oIte, i thymelica
canto delle indi percuotere un tamburello a forma di clessidra, strumento di pro
rullo, tale termi babile origine orientale che, nello stesso Khludov vediamo al f.
plesso di musici 37v (Salmo 18, 6) in mana a Idutun (fig. 22), uno dei cantori scelti
tra, che forse ne da Davide per suonare davanti all' Area. L'ultimo dei componenti
linea generale si il complesso, in alto a destra, da fiato ad una buccina. Anche
ione 1i descrive questo strumento ricorre nel Khludov a f. 81v (Salmo 80, 4) (fig.
dopo Ie nozze 23) dove al pari del salterio e in mana a Davide, non in veste di re
.
matrimonio era' bensl di pastore, come al f. 24r (Salmo 26, l) (fig. 24), e al f. 147v
etare nel 946 il (Salmo 151), che contiene il ben noto Alleluia (fig. 25). In en
Romano ai Sara- trambi i casi l'iconografia di base della scena (anche se a f. 147
terza si descrive sono inclusi altri due episodi della vita del sovrano ebraico) e
mpre nel mede quella di Orfeo che ammansisce Ie fiere, con la differenza che, in
accolta a Costan mana ad Orfeo, vi e sempre 0 la lira 0 la cetra e non il salterio.
. arne di corte 60 • Di Davide pastore che suona abbiamo un'altra splendida mi
'n qualche modo niatura (fig. 26) contenuta nel Cod. gr. 139 della Biblioteca Na
ssi rnusicali nel zionale di Parigi, f. Iv. A parita di origine con il citato dittieo del
ecostituito dal poeta e della Musa, il manoscritto proviene da una cerchia colta
, come gia si e della capitale, ovviamente di epoca piu tarda, perche risale agli
el sec. IX 61 • Si inizi del sec. X 63 • La miniatura e carica di reminiscenze tardo
me visivamente antiche, dovute forse al fatto che con ogni probabilira si tratta
ente davanti al della copia di un originale, forse del secolo VI. Comunque queUo
trumenti musi. che a noi interessa e 10 strumento in mana a Davide. Si tratta di
. ). L'artista cui una versione raffinata del salterio, che qui e provvisto alla base di
e costumi della un~ cassetta lignea finemente decorata con funzione di cassa di
one di un testo risonanza; che pera, quando 10 strumento non e in uso, diviene
za e come testi contenitore dello stesso strumento. Lo indica l' asta ricurva, ov
lla scena, sotto viamente pieghevole, che Davide regge con la mana sinistra, men
a di Cristo cui tre con Ie dita della mano destra fa vibrare Ie corde64 •
, il Profeta e re Tornando al Khludov, ritengo sia il caso di chare un' ultima
e sfiora con Ie miniatura (f. 136r), la quale, in rapporto al Salmo 136 che ricorda
sici in minore la schiavitu degli Ebrei in Babilonia, ne illustra il versetto 4: «ai
. vrana ebraieo, saHd di quella terra sospendemmo Ie nostre cetre». Due schema
di fuori dell'ar tiche cetre sono state dipinte, in consonanza al testo, pendenti
1 strumento che
mute da un albero (fig. 27).
o di danza. La Se il frontespizio sopra esaminato pua essere considerato sol
to a corde che tanto l'esempio indiretto di un piccolo complesso strumentale
strumento suo- biznntino, un affresco sulle pareti della torre scalaria meridionale
in alto sta per della Chiesa della Santa Sofia di Kiev (Ucraina), ne e testimonian
za diretta, come concludono in un recente esame della scena I. F.
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·o.si ai quali si deve la eoncavi di media grandezza infilati nelle mani con due 1acci.
t1 presenti 65 . Detta scena Viene spontaneo il raffronto con i cymbali della ballerina del
stantinopoli khe sia i1 mosaico di Madaba, che li tiene legati aIle mani nel medesimo
ga?) come indica con modo - come chiaramente si vede per la mana destra -; nelI'affre
e,. assiso nel Kathisma seo in questione sono pe1'o, pili g1'andi. Ci chiediamo se sia que
CClava sull'ippodromo) sto, 10 strumento corrispondente ai chez'rocymbalz' dei quali, come
re~sa (fig. 28) compare, si e visto, parla il De Cerimoniis.
~tICO. Dopo quello del II cicIo di affreschi di Kiev e datato fra la fine del secolo XI e
1 Teodosio, e questa 1a I'inizio del XII66. Siamo in un periodo di st1'etti 1'appo1'ti t1'a la
rgano pneumatico tra Russia e Bisanzio e va tenuto presente che la chiesa della Santa
.~ma ~orrisponde esat Sofia, che ospita questi affreschi, fu costruita alIa meta del secolo
~u antlche e anche qui, XI con I'intervento di maestranze bizantine. D'altronde che i
e un uomo. A Kiev i complessi orchestrali di questo tipo, a volte completati da danza
. o~o tutt.i uomini (fig. tori 0 danzatrici, esistessero a Bisanzio e testimoniato dal Cletoro
chiederci se la Chiesa, logion dove, t1'a i domestici dipendenti dall'Epa1'co e compreso
mente ottenuto che Ie un domestikos tes thymeles, che riteniamo, avesse il compito di
mosaico di Hama) si sovrintendere Ie rappresentazioni di musica e danza 67 • N e da
ell'organista che insie conferma il De Cerimoniis nel paragrafo riguardante il «convivio
l'impo1'tanza di que gotieo» dove, parl'ando dei panduristi che si apprestavano con
stanna
. tre suonatori , danze e canti ad allietare il convivio, si fa presente che, prima di
primo agita i campa 101'0, si faceva entrare I'arconte «tes thymeles»68, probabile 'regi
u:lli visti nel saltedo sta' della complicata rappresentazione che stava per svolgersi. Di
dl. u~o dei mosaiei di thymeles parla anche Giorgio Monaco in rapporto alIa vita di
glatl sulle ginocchia Teofilo, riferendosi specificatamente a quelli che nel gruppo suo
robabile derivazione navano gli strumenti a co1'da 69 •
e bacchette. 11 terzo Bucdne, trom be, salpighe (lunghe trom be sottili, aperte al
. Purtroppo in questa termine a corolla), comi e tibie (trombe corte e sottili di osso),
rduta e giustamente i erano gli strumenti che insieme al timpano corredavano l' eserd
zona mancante Fosse to. n suono delle buccine salutava a Bisanzio i soldati che s'im
, da 101'0 identificato barcavano per la guerra e, stando ai Patria 70 una serie di buccine
ltro supporre che si era disposta lungo il muro di un palazzo che si affacciava suI mare
e e sovrastato da un e, per questa ragione, denominato Bukinon. Dette buccine erano
estra Ie corde di una molto grandi e suonavano a seconda dello spirare dei venti. Della
destra in basso, del personificazione di questi elementi atmosferici bucdne 0 trombe
ano due auleti. Alla sono sempre I'attributo e nuovamente troviamo conferma di cio
rcuotere due piatti in un'altra miniatura del Khludov (f. 133r, Salmo 34, 7)" dove
quattro figure maschili - i venti - che soffiano nelle bucdne, sono
#reseo delto degli "Scho
ru~so): iI saggio e stato 66 V. Lazarev, Storia della pittura bizantina, Torino, 1967, p. 154. Tockaja e
torI, nel n. 3 di «Milion. Zajaruznyi 10 ritengono del secolo XI.
sae:a a Bisanzio, Roma, 67 Cletorologion cit., col. 1324 B.
~Stc~/ogica dell'a//resco .s De Cerimoniis, col. 688.
ita ~t Kiev, ibidem, pp. 69 Giorgio Monaco, ed. Bonn, 1838, p. 142.
92, In occasione di una 70 Patria Constantinopoleos. Seriptores originis Constantinopolitarum, a cura
di Th. Perger, Leipzig, 1901, II, p. 231.
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1a qua1e riferis(
collocati ai quattro angoli della terra (fig. 30), ipoteticamente
re con lui pove
raffigurata, secondo antic he credenze come una superficie qua
to divino, priv
drangolare.
Tornando a fonti storico-letterario ricordiamo Anna Comne a1cuna musica
na che nell' Alexiade (opera che si conelude nel 1118), parla delle Scarsissiml
'ouccine usate per dare il segno della battaglia e dei timpani le notizie rigu:
distribuiti ai marinai bizantini, che su piccole imbarcazioni nel aHa fine del s
lago di Nicea, partecipavano all'assedio della citra. Lo scopo era che Alessio 1
quello di intimorire con illoro suono il nemico. Anna prosegue la figHe - Irene'
_ trasferlle (;\
narrazione ricordando come dopo la presa di Nicea, mentre si
issavano sugli spalti Ie insegne imperiali, il basileus fu salutato dal mo, aUe Blad
suono delle buccine e delle salpighe. Anna riferisce inoltre che, no posti S?tt:
per ordine di suo padre, una salpiga suonava per fermare l' eser passo lascl~ 1
moniale dl I
dto se una delle moglie dei soldati stava per partorire; in seguito,
accentuando
con suono differente, avvertiva 1'esercito della ripresa del com
ziato con i ~
hattimento 0 della marcia7l •
Blacherne. 1
Questi strumenti a fiato compaiono in alcune miniature dello
scritte dal p
Skilitzes Matritensis della Biblioteca Nazionale di Madrid. 11 un notevOlil
manoscritto, risalente probabilmente al secolo XIII 0 XIV, ma
politica inn
copia di un originale del secolo XI, contiene illustrata Ia Synopsis L'occuP
Historiarum di Giovanni Skilitzes e tra Ie miniature vi sono soIda una pagina
Ii in guerra con Ie salpighe (fig. 31); inoltre a fo1. 10v, vediamo Ie
mancando
1:>Uccine che suonano per annunziare l'elezione a coimperatore di massima pl
Michele I da parte di Leone V l' Armeno. A fo1. 145v Ie salpighe
siamo priv
<lccolgono a Costantinopoli Niceforo Foca e sono accompagnate Il 1261
dal suono della cetra e dei cheirocymbali (fig. 32); infine a fo1.
Michele V
78v un gruppo di suonatori con Huto, salpigha (?) e cheirocymba
musicali it
H, mascherati da sacerdoti, suonano, su ordine di Michele III, per
tico fasto;
deridere il patriarca Ignazio (fig. 33).
la piu rist
Spesso trombe e buccine vengono traslate in testi reHgiosi, 11 De (
come ad esempio nell'affresco del giudizio finale nelI'esonartece
secolo XI
della Nea Moni di Chios (Grecia) (seconda meta del sec. XI) dove
re assai 11
Ia buccina e suonata da un angelo per risvegliare i morti; oppure pisce iml
ancora nelI'Exultet di Troia del XII secolo (Biblioteca Capitola precende
re) dove, in ovvia traslazione da temi imperiali, sono gH angeli a basileis;
dar Hato aIle buccine per esaltare l'ascensione di Cristo72 •
gura zion
L'utilizzazione di complessi musicali nei banchetti durante i
secoIi XI e XII e indirettamente testimoniata da Anna Comnena,
7) Cc
e chiaro r
71 Anne Cornnene, Alexiade: Regne de l'Empereur Alexis Ier. Comnene musicali.
(l081-1018), lexle elabli el lraduil par B. Leib, Paris, 1967-1988, index par P. 74 N
Gamhier, Paris, 1976, II, p. 217; III, pp. 12, 13 e 213. 7' P
72 A. Grabar - M. Manoussacas, L'Itlustration du ms. de Skilit1.es du Madrid, Magnae I
Venezia, 1979.
80
1
•
~:
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO
30), ipoteticamente la quale riferisce che quando suo padre Alessio invitava a mangia
una superficie qua re con lui poveri ed ammalati «la sua tavola era come un banchet
to divino, priva di strumenti sonori, di auli, di timpani, ne vi era
'amo Anna Comne alcuna musica importuna73 ».
eI1118), parla delle Scarsissime sono invece, dopo il fiorente periodo macedone,
gli.a e dei tim pani Ie notizie riguardanti l'organo. A quanto pare se ne parla soltanto
Ie Imbarcazioni nel alIa fine del secolo XII. Cito Niceta Coniata il quale ci informa
citra. Lo scopo era che Alessio III (1195-1203) in occasione del matrimonio delle
. Anna prosegue la figHe Irene con Alessio Paleologo e Anna con Teodoro Lascaris
i Nicea, mentre si - trasferlle corse, che in tali occasioni si svolgevano all'ippodro
ileus fu salutato dal mo, alIe Blacherne dove, costruito per l'occasione un teatro, furo
'ferisce inoltre che no posti sotto i suoi archi il «poliaulon organon» e gli aulF 4 • I1
per fermare l' eser~ passo Iascia intendere che I'organo faceva ancora parte del ceri
rt~rire; in seguito, moniale di corte. Ma siamo in un periodo nel quale si stava
a rlpresa del com- accentuando il progressivo abbandono del Magno Palazzo, ini
ziato con i Comneni, con preferenza data appunto alIa sede delle
ne miniature dello Blacherne. E quindi Iecito pensare che Ie fastose cerimonie de
ale di Madrid. II seritte dal protocollo di corte da Costantino VII avessero subito
XIII 0 XIV, rna un notevolissimo calo e che, data anehe Ia non facile situazione
Ustrata la Synopsis politiea internazionale, molte fossero state abbandonate.
ture vi sono sold a L'oceupazione latina di Costantinopoli, dal 1204 al 1261 e
1. 10v, vediamo Ie una pagina bianca per quanto riguarda gli strumenti musieali:
a coimperatore di maneando infatti la vita di corte, dalla quale abbiamo desunto
. 145v Ie salpighe massima parte delle nostre notizie a eonforto delle illustrazioni,
no accompagnate siamo privi di ulteriori testimonianze.
32); infine a fo1. II 1261 segna il ritorno dei bizantini nella Ioro capitale con
?) e cheirocymba_ Michele VIII Paleologo. I1 eerimoniale e l'uso degli strumenti
i Michele III, per musieali in rapporto al basileus rip rende, rna non certo con I'an
tieo fasto; teatro delle cerimonie, non e piu il Magno Palazzo, rna
in testi religiosi Ia piu ristretta residenza della Blacherne.
e nell' esonartec~ I1 De O/licis dello pseudo-Codino, databile alla meta circa del
del sec. XI) dove seeolo XIV75, ci aggiorna suI nuovo protocollo di corte che appa
.imorti; Oppure re assai meno fastoso di quello descritto nel De Cerimoniis. Col
IlOteca Capitola pisee immediatamente la mancanza dell'organo che nei secoli
sana gli angeli a precendenti aveva svolto un ruolo tanto importante in rapporto ai
i Cristo n . basileis; nemmeno Ie altre fonti 10 citano e manca qualsiasi raffi
chetti durante i gurazione di questo strumento.
Anna Comnena,
73 Comnene, Alexiade cit., III, p. 214. II paragone con «il servizio divino»
texis Ier. Camnene e chiaro riferimento alla mancanza durante Ie funzioni nelle chiese di strumenti
·1988, index par P. musicali.
74 Niceta Coniata, Histaria, ex recensione 1. Bekkeri, Bonn, 1855, p. 674.
Skilit·us du Madrid, n Pseudo-Codino, De officialibus Palatii Constantinopolitani et de Officiis
Magnae Ecclesiae liber, ex recognitione J. Bekkeri, Bonn, 1839.
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mend a Hato. Tu
Uno dei punti salienti del protocollo era costituito dalla ced
monia nota come prokypsis; il nome Ie deriva dall'alta tribuna che dell'impero non If
veniva approntata in chiesa per il Natale e Ie altre feste, con lascia intendere (
grande sfoggio di numerose icone. Su una piattaforma veniva d' avo rio conserva
79
collocato il trono imperiale, schermato da tende. II basileus vi dio del Grabar
molto piccola e r(
prendeva posto dopo la comunione e nel momenta in cui veniva
no aperte Ie cortine, i musici (paigniotai), che si trovavano in si cm. 2. 95. Lun
basso tra Ie insegne imperiali e il clero, incominciavano a suonare nuit?! la scena ch
e i cantori (psaltai)76li accompagnavano con acclamazioni. Suonato posizione frontal
ri di salpighe, di buccine, di trom be (anakristai), di flauto (souro un basileus, d~ll
tistat') e «soltanto questi» - come precisa Codino - formavano il oHerto il plastlc(
gnano questi pe
I5ruppo dei suonatori deHniti paigniotaz7 7 • Ma egli inoltre specifi
Grabar e l'Oikol
ca che ness uno degli «strumenti sottili» (ton lepton organon) era
presente. Se la nostra interpretazione di leptos come sottile 0 esser posta tra il
V Paleologo; pe
tenue, e giusta, riteniamo che Codino faccia riferimento agli stru
basi1eus di Tessl
menti a corda, il cui suono si distingue da queIlo piu forte degli
strumenti a fiato. Sono comunque questi ultimi che, in epoca da parte di Mam
lpotesi questa c
paleologa, prendono i1 posto dell'organa nelle manifestazioni
darsi accanto al
ufficiali e, come si e visto, vengono persino ammessi, accompa
gnati dal canto, negli edifici sacri, allorche il basileus e presente. danzatori che (
eipi»81, mentre.
Questa pompa della prokypsis, non era dservata al solo basi
leus, rna poteva svolgersi per altri membri della famiglia imperia presentazione 1
le, anche fuori dalla stessa Constantinopoli. E il caso, ad esempio, ai basl'1 elS
. 82 . II
inginocchi~to. (
delle nozze di Teodora, figlia di Giovanni VI Cantacuzeno (1347
1354) che ando sposa al sultano turco Orchano. I1 matrimonio si
segue in pledl
svolse a Selymbria (Silivri, Turchia) nella piana davanti aHa dtta, Ie gambe iner<
dove secondo la consuetudine, fu elevata la prokypsis, riservata una citbara, d
anche aIle figHe dei basileis, come 10 stesso Cantacuzeno precisa successione, i
nella suaStoria78 • Anche in questo caso l'alta tribuna era provvista danza e, in m
di tende di seta e d'oro per nascondere, in un primo momento, la complesso e
musica, agita!
fanciulla agli occbi dei presenti. All'aprirsi delle cortine, scrive
sempre il Cantacuzeno, la sposa apparve tra i bagliori delle Hac secondo 10 st
cole in mana agli eunuchi - la cerimonia si svolse dunque di sera suonatori: Ol
presente qua
come e costume ancora oggi in Siria - e nel contempo risuonaro
no «Ie salpighe, Ie tibie, gli auli, Ie siringhe e qualsiasi altro
strumento a Hato inventato dagli uomini per dilettare l'udito». 79 A. Gra1
Anche in questa cerimonia sana quindi presenti soltanto stru 1960. pp. 123-]
mill attenzione
80 N.Oik
76 Qui i cantori non sono piu i kraktai del tempo di Costantino VII, bensl Oaks, in «DUl
i psaltai che nel De Cerimoniis, passim, sono indicati come gli specifici camori 81 efr. G
della chiesa. dado dell'obel
77 Questo termine che si riscontra come si e visto nel Concilio in Trullo, complesso strl
!:embra sostituire ora i thymetikoi del De Cerimoniis. 82 Oikou
78 Giovanni Cantacuzeno, Historiarum lib,i IV, cd. Bonn, 1828·1832, II, p.
588.
82
I
GLl STRUMENTI MUSICALl A BISANZIO
ra costituito daIla ced menti a fiato. Tuttavia che in questo ultimo periodo della vita
'va dall'alta tribuna che
dell'impero non mancassero sicuramente strumenti a corda (.co~e
' e. e Ie altre feste , con lascia intendere Codino) e a percussione, 10 conferma la plsslde
, na plattaforma veniva d'avorio conservata al Dumbarton Oaks (fig. 34), oggetto di stu
a tende. II basileus vi dio del Grabar79 e dell'Oikonomides 80 . Si tratta di una scatola
omento in cui veniva molto piccola e rotonda con un diametro di cm. 4. 30 e un altezza
0, che si trovavano in si cm. 2. 95. Lungo il cilindro si snoda senza soluzione di conti
ominciavano a suonare
nuita la scena che andremo descrivendo. Vi sono raffigurate, in
,acc1amazioni. Suonato
posizione frontale due famiglie imperiali composte ciascuna da
istai), di £lauto (souro
un basileus, dall' Augusta e da un figlio. A ciascuna di esse viene
odino - formavano i1 offerto il plastico di una citta. Sulla base dei nomi che accompa
a egli inoltre specifi gnano questi personaggi, Ie proposte di identificazione tra il
,n lepton organon) era Grabar e l'Oikonomides differiscono. Per Grabar la pisside puo
leptos come sottile 0 esser posta tra il 1348 e il 1352, vale a dire al tempo di Giovanni
riferimento agli stru V Paleologo; per 1'Oikonomides il riferimento va alIa nomina a
,qu~l1~ piu forte degli basileus di Tessaloniea - cui allude il plastico - di Giovanni VII,
ultlml che, in epoca da parte di Manuele II e la data risulterebbe quindi esser il1403/4.
nelle manifestazioni Ipotesi questa convincente. Ma quanto a noi interessa e 10 sno
. aml?essi, accompa darsi accanto alle coppie imperiali di un complesso di musici e
J. basileus e presente. danzatori che Grabar interpreta come un «divertimento dei prin
lservata al solo basi- cipi»81, mentre Oikonomides 10 considera una traduzione in rap
l~a famiglia imperia presentazione ideologiea del gia citato Salmo dell' Alleluia riferito
11 caso, ad esempio ai basileis 82 . II discorso figurato-musieale ha inizio con un uomo
Cantacuzeno (13 47 ~ inginocchiato che percuote un grande tamburo poggiato a terra;
no. II matrimonio si segue in piedi un suonatore di aulo e quindi un uo~o seduto co~
na davanti alIa citta Ie gambe incrociate intento a far vibrare con Ie dna Ie corde dl
prokYPsis, riservat; una cithara, che ricorda quella dell'affresco di Kiev. Due sono, i~
antacuzeno precisa successione, i suonatori di salpiga, entrambi in atteggiamento dl
ribuna era provvista danza e, in mezzo a loro, e seduto un suonatore di pandura. II
primo momento, la complesso e completato da due ballerine che, al suono della
elle corrine scrive musiea, agitano i loro veli. Le figurette sono sottili e allungate
i bagliori delle fiac secondo 10 stile del tempo, come 10 sono i costumi indossati dai
olse dunque di sera suonatori: non scevri da influssi occidentali. Ora, se teniamo
ntempo risuonaro_ presente quale fu il valore degli strumenti musicali in rapporto ai
e e qualsiasi altro
dilettare l' udi to».
enti soltanto stru 79 A. Grabar, Une Pixide en ivoire, in «Dumbarton Oaks Papers», 14,
1960, pp. 123-145. Ringrazio an cora il prof. Antonio Iacobini per aver attirata la
mia attenzione su questa pisside.
. Cos~antino VII, bensl 80 N. Oikonomides, John VII Palaeologos and the Ivory Pixis at Dumbarton
me gh specifici cantod Oaks in «Dumbarton Oaks Papers», 31, 1977, pp. 329-339.
8i Cfr. Grabar, Une Pixide cit., p. 134. I confronti proposti sono con il
dado dell'obelisco di Teodosio e con l'affresco di Kiev. Ma Grabar, pili che suI
complesso strumentale, si attarda suI tipo di giochi in uso nell'impero bizantino.
nn, 1828-1832, II, p. 82 Oikonomides, John VII Palaeologos cit., pp. 338-339.
83
Nessuno sto
basileis, alIa corte di Costantinopoli, non possiamo considerare struzione, a que
questo piccolo complesso orchestrale come un divertimento 0 quando, esclud
come una interpretazione ideologico politica di un salmo, ma plesso sistema
semplicemente una traduzione Hgurata del protocol!o di corte collocato nell'a'
secondo la tradizione. Se nella cerimonia della prokypsis erano svolgevano i ril
presenti soitanto gli strumenti a Hato per acclamare il basileus, in scrizione circos
questo caso trattandosi, come precisa Oikonomides, di un avve nit's , in relazion.
nimento politico di palazzo, non stupisce che siano presenti quel da e pili SUCCl
Ii che il De Cer£mon£is definisce i thymelica panta. m~na che fu ri
Lo stato, quindi a Bisanzio, a differenza della Chiesa, manten I due testi s
;1e vivo I'uso degli strumenti musicali, e va farto presente che e affiancato da
neppure mancarono nel corso dei secoli trattati sulla musica. _ introdotti al
'futtavia va soprattutto sottolineato che I'uso e Ia valorizzazione terra per comp
dell'organo pneumatico in rapporto alla maesta del basileus, fu atto di venera~
per questo strumento la predella di lanci0 83 anche nell'Occidente trono suI quah
cristiano dove assunse particolare importanza proprio nelle chiese. muovevano la
dice Costantin
inizio al canto
Automi musicali abbassava e r
all'uscita di q
Nel novero degli strumenti musicali, alla corte di Costantino mente in mot'
poli non possiamo esimerci dal fare un cenno agH automi84 che gano. II fuDZ
fecero la loro apparizione a corte con Teofilo. Sappiamo dalle mezzo di mar
fonti che, insieme ai due organi d'oro, di cui si e parlato, detto matico, anch
sovrano fece costruire anche due leoni e due grifoni d' oro nonche Ne possiamo
un albero - alcuni precisano un platano - tra i rami del quale che illustra \;
svariati uccelli intonavano illoro canto, per mezzo di tubi nasco tiones mecan
sri che vi facevano confluire I'aria. Lo scopo di questi oggetti era di Milano. r
:}uello di magnificare la maesta dell'imperatore. Essi, sempre tre soffietti .
li:tando alle fonti, furono distrutti daI figlio di Teofilo, Michele III Cividale del
(842-867) insieme agH organi di cui si e gia dert0 85 • Il proble
Maliaras91 , i
83 Una norizia del 1449 comenuta nelle memorie di Giorgio Sphranze ac 86 De Ce
cenna ad «un organo» in occasione di un suo viaggio in Iberia (Georgia). Scrive ffI Liutp1
di essere stato accompagnaro da nobili, soldati, santi monad, cantori, medici e 88 Rimar
artisti «i quali avevano con se un organo». Gli Iberi - egli continua - «udirono riferisce Liuq
questo nome ma non ne conoscevano il significate e 10 vollero vedere e semire, albcri erano (
per questa ragione si raccolsero da tutti confini dell'Iberia per senrirlo». Malia tois dendresi
ras, Die Orgel cir., pp. 285-286, si sofferma su questo passe e ipotizza trattarsi di soltanto sui r
un organo del secolo X, forse portato dal Magno Palazzo aile Blacherne conser 89 Solta
vato come un pczzo da musco. 1049 D.
84 Per gli automi musicali in generale efr. R. Hammerstein, Klnag und Ma 90 Pseu
r;ht. Tonende Automaten als Realitiit und Fiktion in der alten und mittelalterli 91 Liuq
chen Welt, Berlin, 1966, (per Bisanzio, in particolare pp. 43-50). sicuramente
8' efr. Maliaras, Die Orgel dr., p. 137. schel etfO po
84
_ . .......I.-.. -------L-----
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO
ssiamo considerare Nessuno storieo fa piu cenno, dopo la notizia della loro di·
un divertimento 0 struzione, a questi automi fino alIa loro ricomparsa nel X secolo,
a di un salmo, rna quando, escludendo i grifoni, essi vengono a far parte del com
protocollo di corte plesso sistema del trono cost detto 'Salomonico', stabilmente
a prokypsz"s erano collocato nell'abside del grande triclinio della Magnaura, dove si
mare il basileus, in svolgevano i ricevimenti per gli ambasciatori stranieri. Una de
mides, di un avve scrizione circostanziata si trova, ancora una volta, nel De Cerz"mo
siano presenti quel nUs, in relazione con l'arrivo, nel 946, dei Saraceni 86 • Una secon
anta. da, e piu succinta segnalazione e fOJ'nita da Liutprando da Cre
la Chiesa, man ten mona che fu ricevuto alIa corte di Bisanzio nel 959 87 •
fatto presente che I due testi segnalano che il trono era appoggiato su due leoni
ttati sulla musica. e affiancato da un alber0 88 • Nel preciso momenta in cui gli ospiti
. e la valorizzazione - introdotti al suono dell'organo si prostravano con la fronte a
ta del basileus, fu terra per compiere la proskynest"s di rito, dovuta al basileus come
che nell 'Occidente atto di venerazione, i leoni si alzavano sulle zampe innalzando il
roprio nelle chiese. trono suI quale era assiso il sovrano e, nel contempo, ruggivano e
muovevano la coda. Gli uccelli sull'albero rna anche quelli, come
dice Costantino Porfirogenito, che si trovavano sul trono, davano
inizio al canto secondo il verso loro propri0 89 • Quindi il trono si
abbassava e nel silenzio si svolgeva il colloquio con gli ospiti;
rte di Costantino all'uscita di questi il complicato meccanismo si metteva nuova
agli automi 84 che mente in mota e la cerimonia si concIudeva con il suono dell'or
o. Sappiamo dalle gano. II funzionamento del trono doveva esser concertato per
si e parlato, detto mezzo di mantici ad aria, in analogia con quelli dell'organo pneu
'foni d'oro nonche matico, anche se probabilmente doveva essere piu complicato.
i rami del quale Ne possiamo comunque avere un'idea da uno schematico disegno
zzo di tubi nasco che illustra una copia dell'XI secolo del De Arz"tmett"ca et Instz"tu
. questi oggetti era tz"ones mecant"cae di Boezio conservato aHa Biblioteca Ambrosiana
ore. Essi, sempre di Milano. Esso raffigura un alberello con uccelli alimentato da
eofilo, Miehele III tre soffietti per l'aria. L'immagine si ripete in un manoscritto di
tto 85 • Cividale del Friuli (fig. 35)90.
II problema che gli studiosi si sono posti e da ultimo anche il
Maliaras 91 , e quello del periodo della costruzione del trono salo-
Giorgio Sphranze ac
eria (Georgia). Scrive 86 De Cerimoniis, colI. 1048-1054, in particolare 1049-1052.
ad, cantori, medici e 87 Liutprando da Cremona, Antapodosis, PL, 135, col. 895 B.
. continua «udirono 88 Rimane il dubbio se accanto al trono vi fosse solo un albero, come
ero vedere e sentire, riferisce Liutprando che parla di «Aerea sed deauratam quedam arbor» 0 se gli
per sentirlo». Malia· alberi erano due dato che Costantino VII parla degli uccelli che cantavano «en
e ipotizza trattarsi di tois dendresi», a meno che egli non volesse significare non sugli alberi, ma
aIle Blacherne conser· soltanto sui rami (degli alberi).
89 Soltanto Costantino VII parla degli uccelli sui trono, De Cerimoniis, col.
rstein, Klnag und Ma· 1049 D.
Iten und mittelalterli 90 Pseudo-Simeone Magistro, Historia cit., p. 625.
·43·50). 91 Liutprando da Cremona, Antapodosis cit. L'albero, come egli scrive, era
sicuramente di bronzo dorato (efr. supra nota 89); per i leoni ha un dubbio. 10
scheletro poteva essere anche di legno.
85
FERNANDA DE' MAFFEI
86
GL! STRUMENTl MUSICAL! A BrSANzIO
re adattamento dei vecchi drll,to da uccelli che fanno. parte del trono stesso, cost come
e albero e leoni possano doveva esser quello della Magnaura stando alIa descrizione di
prendo ancora una volta Costantino VII e, in piu sorretto da due leoni che sembra essersi
Liutprando i1 Quale con appena alzati in atto di ruggire e di muovere la coda, come, del
nzo coperto d'oro e che resto, aveva visto Liutprand0 94 ,
bronzo, sempre coperti
. dell'Amico Testamento,
94 F. de' Maffei, leone pitture e arte al concilio Niceno II, Roma, 1974,
Appendice I: La cassettina di Troyes, pp. 109-118: 114-115.
87
FIG. 1. Monacl che suonallo il simandron. Salterio Khludov, f. 620. Mosca, Museo
storico.
62v. Mosca, Museo
FtG. 3. Organo pneumatico. Particolare del mosaico con piccola orchestra FTG. 4. Putti che azionano il mantice dell'organo pneumatico. Particolare
conviviale. Museo di Hama. del 111osaico con piccola orchestra conviviale. Musco di Hama.
FIG. 3. Organo pneumatico. Panicolare del mosaico con piccola orchestra
conviviaJe. Museo di Hama. FIG. 4. Purti che azionano iJ manrke dell'organo pneumarico. Panicolare
del mosako con piccola orchestra conviviale. Museo di Hama.
FIG. 5. Fanciulla che pcrcuote con asticelle una serie di coppe. Particolare del mosaico con piccola orchestra conviviale.
Museo di Hama.
FIG. 6. Fanciulla che regge due auli. Particolare del mosaico con piccola orchestra
conviviale. Museo eli Hilma.
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Ftc 7. Bancheno del Faraone. Miniarura del Cod. Vindob. theal. gr. 3, i. 34. Wien, Osrerreichische Narionalbibliorhek.
J - LC$ pltothides d:JDS leur logemeot.
1 - TuyallX' de I'Hydr:a. d'Aquiocum.
3· Les rt$sorts.
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daos leur log~meot.
]
Frc;. 10. Suonatori d.i organo, ill a~ 0 doppio e di tromha. Particolare di Jestra dell'ultimo
registro in basso del law sud della base dell'o e1isco d.i Teodosio. Istanbul, ippodro
mo.
FIG. \2 Mem
dell'l
FIG. 11. Suonatore d.i organo e anzatrici con campanelli. Particolate di sinistra deJJ'ulrinlQ
tegistro in basso Jellato sud della base delJ'obelisco d.i Teodosio. Istanbul, ippodro
mo.
'..I ,.;.' - .......
FIG- 12_ Menade damante con Sileno_ Piano d-argenro_ San Pietroburgo_ M seQ
delJ'Hermirage
sinistra dell'ultimo
Istanbul, ippodro
..--.". ,.: T~l·*,"~~~&;;';~-~.w¥,! /1' I
MOY"7\~N
XHi\ffACli
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FIG. 13. Maria di Mose che guida gli ebrei dopo iI passaggio del Mar Rosso. Minia
tura del Salterio di Khludov, f. 148". Mosca, Museo storico.
FIG, 14. Fanciulla che danza can i campanelli. Mmtatura del Salre
rio cod. gr. 139. Paris, Bibliotheque Nationale.
FIG. 14. Fanciulla che danza COn i campanelli. Miniatura del Salte.
rio cod. gr. 139. Paris, BibJiotheque Nationale.
FIG. 15. Baccante che danza con i cimbali insieme ad un Satiro. MClsaico. FIG. 16. Achille che suOlla iJ salterio con il plertra. Mosaico. Madaba,
Madaba, Museo archeologico. chiega degli ApostOl!.
FIG. 17. Amice di rearro u di circa. can lira e ma FIG. 18. Musa che suona Ia lira. Particolate del dit
schere. Avotiu. Berlin, Sraatliche Museen. rico. n poera e la musa. MOllza, Tesoro
della Cattedrale,
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FIG. 19. ozze eli Davide can suonatori eli aulo. Piano d'argento. London, British Mu
seum.
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Frc. 20. Suonatore di liuto. Particolare del mosaico di un peristiJio del Magno Palazzo. Istan
bul, Museo dei mosaici.
Flc. 21 Fronrespizio del salterio Khludov con Davide che suona il
salterio e quattro musici con campanelli, pandura, doppio Flc. 22. Idutun che suona il doppio tamburello. Miniatura del Sal
tamburello e buccina. Mosca, Museo storico. lerio Khludov,f. 37v. Mosca, Museo storico.
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Frc, 23, Suonatore di buccina. Salterio dj ludov, f. 81v. Mosca, Museo sto- Frc. 24. Davide pastore che suona it salterio. Miniatura del Salterio di Khlu
rico. Jov,f 241' Mosca, Museo storico
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Frc. 25. Davide pastore che suona il salterio. Miniatura del Salterio di KhIudov, f.
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A~I!z. t4P6ll.~~Q,"""'1'tl1()<1~~~c$.
8O~ll-rWlpa.~p~i""'nI~~o-rpI_:
~J. -
.
FIG. 27. Gli ebrei che hanno appeso Ie arpe ai salici. Miniarura del Salterio di
Khludov, f. 135/.-'. Mosca, Musco storico.
FIG. 26. Davide che suona iI salterio. Miniatura, Particolare. Cod. gr. 139, f. lv.
Paris, Bibliomeque Narionale.
FIG.
FrG. 28. Complesso orchesrrale. Affresco. Kiev, Torre scalaria della chiesa della Santa So·
Fia.
'.
:,
,;1
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-, II
~=_~~.-'::.__-~-;;i~-~ -- - --~
Fr(~. 29. Complesso orchestrale. Disegno con integrazione delle pani mancanri dell'alfre
sco della torre scalaria deUa ch.iesa di Santa Sofia eli Kiev (da 1. F. Tockaia e A.
M. Zajaruznyil.
FIG. 30. Personificazione dei venti con 1<: bue ine posli ai quattro angoli della terra. lvli
niarura del Salterio eli Khludov, f. 1331'. Mosca, Museo storko.
FIG. 31. Soldati in guerra a1 suono della salpiga. Miniatura da Skilitzes Matritensis, f. 253.
Madrid, Biblioteca Nacional.
mti deWaffre.
Tockaia e A.
FIG. 32. Suonatori eli salpighe, di cheyrocyru ali e eli khytara che accolgono a Costannno
poli Niceforo Foca, Skilitzes Matritensis, f. 145v. Madrid, Biblioteca acional.
FIG. 34.
FtG. JJ. Suonatori di liuro. di salplga e cheyrocymbah Skilitzes Matritensis. f. 78v. Ma
drid. Biblioreca Nacional.
a.
Jgono a Co,tantino.
iblioreca Nacional.
d.
SUR LA TRAC
DANS LA:E
L'OFFICE VE
1. Pretimil1aires
La liturgie celeb'
de plusieurs fa<;ons
ex em pie a mentionr
pour les psaumes ut
me c'est l'usage gel
nettement remaniec
cale et speciale de 1:
dans les differents!
tere a travers les tr<
Marco.
EHectivement,
pas chante des tro]
meme pas durant I
X-XIs siecles. Ce I
gie. A Venise, on 1
ecrits, aune epo
Marco (ie manus
F'G. 35. D'lsegno. di. un alltoma con albero e " Kulturbesitz, Mu:
senno di S. Biagio. Cividale de! Friul~eeelli, aZlonato da soffietti. Mano·
XUle siecle, ul a
simplemeot disp3
des tropes est rel
les fetes importa
elemeots. 11 y a
sangalliens, au (
blent uniques (p
1 G. Cattin, N
delle Ore dal XII a
cinqtlecenteschi, 3 \
Collezione speciale
2 Canw, Musl
42 et passim. La pu
trionale e ii Nord (,
de la Basilique de '
DA BIsANZIO
A SAN MARCO
MUSICA E LITURGIA
a cura di
Giulio Catlin