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Fernanda de' Maffei

nto stesso in cm SI GLI STRUMENTI MUSICALI A BISANZIO


orno all'eta costanti­
sintesi eun elemen­
a, anche in secoli in
mbra affievolita.

La stretta unione tra Stato e Chiesa nell'impero romano d'orien­


te fu alIa base delle progressive modi fiche che mutarono per
massima parte Ie finaHta d'uso degli strumenti musicali rispetto al
mondo antico. 11 101'0 impiego e il tipo di musica furono infatti
considerati, per molti lati, contrari agli insegnamenti della nuova
fede, dichiarata religione ufficiale di Stato nel381 da Teodosio I.
Ogni strumento musicale fu, in primo luogo, bandito dagli edifici
sacri per fare spazio, durante Ie funzioni liturgiche, soltanto al
canto. Fautori di tale decisione furono i Padri della Chiesa che,
fin dai pdmi secoli, alzarono la loro voce contro i riti e Ie feste
pagane, contra Ie esibizioni nei circhi e nei teatd, contra i ban­
chetti nuziaH, dove il suono delle lire, degli auli (flauti), delle
cithara (cetre), e dei timpani (tamburi) accompagnati da danze e
pantomime, finiva per dare luogo a vere proprie orgel. Oto fra i
molti, Clemente Alessandrino (c. 150 - c. 215) il quale, cdticando
aspramente la presenza di musici e danze durante Ie feste pagane,
cosl si espdme: «auli, salted, cod, danze, crotali egizi (nacchere)
e altro diventano indecenti e selvaggi specialmente quando sono
accompagnati dalla percussione di cymbali e timpani e da nume­
rosi strumenti di traviazione»2. Tertulliano, Taziano, Agostino,
Basilio di Cesarea, i due Gregori, Epifanio di Salamina, Giovanni
Crisostomo e altd presero la medesima posizione. Epifanio, ad
esempio, depreca il rito notturno che si svolgeva ad Alessandria
nei sotterranei del tempio di Core «al suono degli auli e dei
timpani» e condanna i banchetti di nozze perche, durante il loro
svolgimento «vengono introdotti danze, cymbali, auH, vergogno­
se parole e canzoni, ubdachezza e carole e molte di queste por­
cherie del diavolo»3.

1 Molti di questi testi sono stati accuratamente raccolti da J. McKinnon,


Music in Early Christian Literature, Cambridge, 1987, con una specifica introdu­
zione sull' argomento.
2 Clemente Alessandrino, PG, VIII, 440-441.
) Epifanio di Salamina, PG, LXI, 103.

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l_ I
FERNANDA DE' MAFFEI

Persino nella versione cristianizzata dei Libri Sibillini fu inse­


rito un oracolo per annunciare la scomparsa dei culti pagani
accompagnati da strumenti musicali. Ne trascrivo il testo.
Essi [i cristianil non versano sangue sugli altari in libagioni sacrifica­
Ii, / il timpano non suona ne suona i1 cymba1o. / Neppure l'aulo dai molti
fori con il delirio della sua voce, / ne la siringa che ha l' aspetto di un
ritorto serpente, / ne 1a tromba, barbaro sonante araldo di guerra, / ne vi
sono gli ebbri in carole e danze ne il suono della cithara4 •

Se, da un lato, quest'uso ritenuto distorto degli strumenti


musicali (non gli strumenti in se) viene in continuazione biasima­
to, dall'altro i Padri sono concordi nel sottolineare il valore della
voce umana che nel canto innalza lode alla Divinita. A questo
proposito Giovanni Crisostomo, ad esempio, si compiace con i
monaci, i quali gia all'alba, prima ancora del canto, del galla
«cantano gli inni profetici con grande armonia eben ordinata
melodia», sostenendo poi che «ne cithara, ne siringa, ne nessun
altro strumento emette un analogo suono che puo essere udito nel
silenzio e nella solitudine»5.
Se questi sono pareri dei singoli, la Chiesa stessa nel Concilio
di Laodicea (meta circa del sec. IV) non tardo a prendere posizio­
ne con restrizioni di carattere generale. Ii canone 15 ordina ai
cristiani che assistono ai banchetti di nozze, di non saltare ne
danzare, mentre il 53 impone a sacerdoti e chierici di uscire da
tali banchetti allorche entrano i thymelikoi, vale a dire il comples­
so di musici e danzatari che aveva il compito di allietare la festa 6 •
Pili severi ancora furono i provvedimenti presi con i canoni detti
'di Basilio': il 74 considera peccato per un lettore ecclesiastico
suonare la cithara; gli impone la confessione con promessa di non
ricadere nella medesima colpa, pena l'espulsione dalla Chiesa; in
un altro si avvertono i suonatori di aulo, di cithara, di lira e di
altri consimili strumenti e, al pari, gli esecutori di mimi e panto­
mime, che, se non desistono dall'esercitare la loro arte, non po­
tranno essere battezzatF.

4 Libri Sibiltini, VIII, I, 13-21.


, McKinnon, Music cit., p. 78.
6 Ibidem, p. 118 n. 259.
7 Ibidem, p. 112 n. 260. Per il vocabolo Thimeles, efr.: Thesaurus graecae
linguae, ab H. Stefanus constructus, ad vocem, dove si legge, citando Vitruvio, 5,
8: «Apud (graecos) tragici et comici auctores in scena peragunt: reliqui autem
artifices suas pre orchestram praestant actiones; itaque ex eo scenici et Thymelici
Graece separantur» e Stefanus continua: «saepius apud recentiores pro scena et
re scenica atque musica occurrit».

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GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

i Sibillini fu inse­ Con Leone I (457-474) si verifica il primo diretto intervento


dei cuIti pagani da parte di un imperatore che sancisce l'interdizione daIl'uso di
ivo il testo. strumenti musicali durante Ie domeniche e i giorni di festa.
In seguito, e con maggior vigore, aItre decisioni vennero prese
libagioni sacrifica­ dal Concilio in Trull0 8 (680), cosl denominato perche svoltosi in
pure l'aulo dai molti
e ha l'aspetto di un
una sala cupolata del Magno Palazzo, sede a Bisanzio del basi­
do di guerra, / nevi leus. Si tratta dei canoni 24, 31 e 62 con i quali si vieta a quanti
ara4• appartengono all'ordine sacerdotale e ai monaci di assistere aIle
corse nell'ippodromo 0 ai ludi dei thymelikoi. Inoltre, in concor­
degli strumenti danza con Laodicea si ordina ai chierici di uscire dai banchetti di
uazione biasima­ nozze quando entrano i teatranti (paignia). Sono proibite ogni
are il valore della sorta di pantomime, di mimi e di danze e interdetto alle donne di
ivinita. A questo ballare per Ie strade il primo di marzo, inizio dell'anno bizantino;
i compiace con i infine si ingiunge a tutti di non travestirsi e di non usare masche­
canto, del gallo re, sia corniche, sia satiriche, sia tragiche. Nel caso si tratti di un
a eben ordinata chierico che non ottemperi a questi ordini, si decide la deposizio­
iringa, ne ness un ne, nel caso di un laico la segregazione. Inutile dire che nel corso
, essere udito nel degli spettacoli citati in questi canoni, gli strumenti musicali,
anche se non nominati esplicitamente, erano presenti. Le decisio­
essa nel Concilio ni del Concilio furono comunque opera non solo della Chiesa, rna
rendere posizio­ anche dello Stato, poiche gli atti dei concili e i relativi canoni, per
oe 15 ordina ai diventare legge, dovevano essere firmati (con l'inchiostra rosso)
i non saItare ne dal basileus. Nel caso del concilio in Trullo la firma fu di Giusti­
rid di uscire da no 119.
a dire il comples­ Da quanto fin qui esposto, se pur in forma riassuntiva, risulta
l1ietare la festa 6 • chiaro che i Padri della Chiesa, i Concili e gli imperatori stessi si
00 i canoni detti adoperarono per porre dei limiti all'uso degli strumenti musica­
ore ecclesiastico li lo , e anche se, solo il canto trionfo nelle celebrazioni religiose,
,promessa di non nella vita pubblica e privata furono ugualmente esercitati dei
dalla Chiesa; in controlli. La Chiesa diede una sola concessione: l'uso nei mona­
ara, di lira e di steri del simandron (fig. 1), semplice asta di legno, che ritmica­
i mimi e panto­ mente percossa can un martello di legno serviva, e serve an cora
ro arte, non po­ oggi, a chiamare i monaci alIa preghiera l l .

8 ]. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, Florentiae,


1747, colI. 953 ss.
9 La firma e la seguente: «Flavius ]ustinus fidelis in Christo imperator
romanorum consentiens omnibus quae definita sunt et ea suscipiens subscrip­
sit»: ibidem, colI. 987.
.: .Thesaurus graecae 10 Sugli strumenti musicali del mondo antico esiste una vasta letteratura. Per
cHando Vitruvio 5 un panorama complessivo <Con mohe illustrazioni} si rinvia a L. Vorreiter, Die
nnt: reliqui aut~~ schonsten Musikinstrument des Altertums, Frankfurt a. M., 1983; A. Riethmiiller
.scenici et Thymelici - F. Zaminer, Die Musik der Altertums, Laaber Verlag, 1989. In particolare per la
tiores pro scena et musica romana vedi G. Wille, Musica romana, Amsterdam, 1964.
11 Ad es. nel monastero di S. Caterina suI Monte Sinai e a Osios Lukas in
Focide (Grecia).

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I
FERNANDA DE' MAFFEI

Ma passiamo ora aBe immagini e come punto di partenza


prendiamo in esame il precoce esempio figurato di un piccolo
complesso conviviale databile alla fine del secolo IV (fig. 2). Si
tratta di uno splendido mosaico pavimentale conservato al Museo
di Hama e proveniente da Meriamin, dove copriva l'intero pavi­
mento di una sala quadrangolare absidata di m. 5.25 x 4. 45,
pertinente ad una casa privata 12 • A parte la qualita dell'opera, di
altissimo livello - che fa del mosaico di Meriamin uno dei piu
belli della Siria -la sua importanza, in campo musicale, e notevo­
lissima perche Ie suonatrici sono soltanto donne, fatto usuale nei
primi secoli d. c., come probabile eredita di tradizioni piu anti­
che, desunte non soltanto da altri testi figurati, rna anche dagli
editti degli stessi Padri della Chiesa che invitavano Ie donne a
filare la lana piuttosto che dedicarsi a suonare l'aulo 0 la cithara,
definite «arti inutili»13.
La scena e compresa entro una larga cornice di girali abitati e,
su una piattaforma di legno - indice che il complesso musicale in
una sala veniva collocato in posizione eminente -, sono distribu­
ite sei fanciulle, dascuna in atto di suonare uno strumento diver­
so. La prima a sinistra tiene, in mano dei cymbali, piccoli dischi
concavi di metallo, posti in cima a due bacchette flessibili con­
giunte alla base. Accanto a lei, spostato in primo piano e un
organo pneumatico (fig. 3) il cui mantice e azionato da due sim­
bolid putti (fig. 4). Una seconda fandulla, in piedi, immette
l'aria nella canna prescelta. Al centro della composizione domina
un tavolo suI quale sono distribuite otto coppe dorate che una
terza fandulla percuote, con sottili bacchette, per trarne suoni di

12 A. R. Zaqzuq - R. Duschesne - E. Guillemin, La Mosaique de Meriamin


conservee au Musee de Hama, in «Les Annales Arabes Syriennes», 20, 1970, pp.
93-126;]. Balty, La Mosaique en Syrie, in Archaelogie et histoire de la Syrie. II: La
Syrie de l'epoque achemenide a I'avenement de l'Islam, Saarbriicken, 1989, pp.
491-523 (per il mosaio di Hama, pp. 507-508).
Mi e staw possibile vedere il mosaico sia ne! 1990 sia ne! 1992, durante una
missione in Siria finanziata dal C.N.R.
n Ad es. 10 pseudo Isaia (citato da McKinnon), il quale commentando i1
passo di Isaia, 11-12: «Guai a coloro che presto di mattina si danno aile bevande
inebrianti e continuano a gozzovigliare sino a tarda notte scaldati dal vino. La
cetra, l'arpa, il timpano, i1 flauto e il vino: ecco i loro conviti, rna non badano
all'opera del Signore, non vedono I'azione delle sue mani», cos1 si esprime:
«Guai, e scritto, a coloro che bevono con accompagnamento di cythare, auli,
timpani e canzoni e voi ponete una lira decorata d'oro e d'avorio su un alto
piedistallo come se fosse la statua di un diabolico idolo e qualche miserabile
donna piuttosto che metter Ie sue mani sui fuso e istruita da voi a tenerle sulla lira
L.. J cos11ei e in piedi accanro alia lira, la sue mani sulle corde, Ie sue braccia nude
e la sua espressione impudica» (v. fig. 17), donde I'invito a filare la lana. perche
il prodotto degli strumenti musicali cessa, allorche cessa la lora attivita.

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Gu STRUMENTI MUSICALI A BISANZIO

nro di partenza altezze differenti (fig. 5). Piu indietro, alIa sua sinistra, una quar­
o di un piccolo ta fanciulla regge, nelle mani, due auli (fig. 6). La segue, seduta,
o IV (fig. 2). Si Ia suonatrice di cithara, grande strumento a corde con cassa di
[ervaro al Museo risonanza in basso. Infine, all'estrema destra, l'ultima fanciulla,
,a l'intero pavi­ agitando Ie mani provviste di nacchere, accenna ad un passo di
l. 5.25 x 4. 45 danza. Tra questi strumenti due meritano particolare attenzione:
~ dell'opera, dI l'organo e Ie otto coppe. Partiamo da queste ultime, per Ie quali
1n uno dei pio. non abbiamo alcuna notizia dalle fonti e nemmeno conosciamo il
'cale, enotevo­ nome con il Quale esse venivano indicate dai musici. In campo
arro usuale nei figurato ne conosciamo soltanto un secondo esempio, piu tardo,
zioni pio. anti­ gia citato dalla Duschesne-Guillermin: mi riferisco alIa miniatura
a anche dagH con it banchetto del Faraone che correda il codice purpureo nota
no Ie donne a come Genest' dt' Vz'enna (cod. Vindob. theol. gr. 31, fol. 34, Vien­
00 1a dthara, na, Nationalbibliothek)14 redatto con ogni probabilira ad Antio­
chia nel tardo V secolo 1.5 (fig. 7). In detta miniatura Ie coppe
irali abitati e , disposte suI tavolo sono soltanto quattro e d' argento, e anche in
o musicale in questa caso e una fanciulla a percuoterle con due asticelle, mentre
ono distribu­ accanto a lei un'altra suona il doppio aulo. E presumibile che,
ento diver­ nella realta, Ie coppe fossero di spessore diverso 0 che contenes­
iecoli dischi sero acqua a livelli differenti dato che, in entrambe i testi figurati,
essibili con­ Ie coppe sono di misura uguale. Solo spessore 0 acqua avrebbero
piano e un consentito di ottenere, alIa percussione, differenti altezze di suo­
da due sim­ no l6• Mosaico e miniature indicano comunque che tale strumento
di, immette veniva usato in Siria almeno fino a tutto il V secolo.
ione domina Passiamo ora all'organo che nessuno dei Padri cita. Si trarta di
ate che una un organa pneumatico, e di esso, per quanto ci e noto, il mosaico
rne suoni di conserva la pio. antica raffigurazione pervenutaci; per di piu esso
e indicato come componente di un piccolo complesso che, con
e de Meriamin parola moderna, vorremmo definire di 'musica da camera'.
,20, 1970, pp.
La Syrie. II: La
14 Questo prezioso codice e staro pubblicato in fac-simile da O. Mazal.
en, 1989. pp. Wiener Genesis, Frany]urt a. M.• 1980.
1.5 Discordiamo dagli studiosi che collocano iI Genesi di Vienna nel corso
, durante una
del seco10 VI e soltanto pochi propongono come luogo d'origine 1a Siria. Ragioni
stilistiche contrastano con tale datazione e 10 separano nettamente dal codice
meDtando il
purpureo di Rossano Calabro e da1 Sinopense della Biblioteca Naziona1e di
aile bevan de
" dal vino. La Parigi. Ana!ogie con alcuni mosaici di Antiochia inducono a datare iI prezioso
manoscrirto a1 massimo, nel tardo V seco10 e ad indicare Antiochia e non Costan­
non badano
tinopoli. come luogo della sua redazione.
1 si esprime:
16 Zaqzuq-Duschesne-Guillemin, La Mosafque de Meriamin cit. La Dusche­
cythare. auIi
sne-Guillemin esamina partitamente ciascuno strumento e, in rapporto aIle cop­
'0 su un alt~
pe cita gli srudi di Hippasos di Metaponto (p.105) sulIa percussione dei metalli.
e miserabile
Ci chiediamo se Ie coppe non possano essere comprese tra quegli strumenti di
erIe sulla lira
bronzo cui accenna Teodoreto di Ciro (PG. LXXXIII), i quali «insieme alla lira
braccia nude
e alIa cithara sono capaci di rendere con il vento 0 con i1 tocco un canto armonio­
lana, perche
·vita. so eben ritmato». E !'uso del termine «rocco» che ci consente di ipotizzare che
l'autore facesse riferimento aIle 'coppe' di metallo.

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FERNANDA DE' MAFFEI

La storia dell'organo e ben nota, percbe oggetto di numerosi


studi 17 • Sappiamo dalle fonti e da un'ampia serie di testi figurati 18
(alcuni mosaici, terrecotte e monete) che I'organo pneumatico e
stato preceduto in ordine di tempo dall'organo idraulico, vale a
dire da un organa nel quale l'aria raggiungeva Ie canne per la
forza dell'acqua. Si trattava di uno strumento pesante difficilmen­
te trasportabile. Inventato nel II secolo a. C. da Ktesibio ad
Alessandria, fu in seguito descritto da Erone 19 e quindi da Vitru­
vi0 20 , e trovo larga diffusione in ambito romano, negli ippodromi
e nei circhi, nonche nelle cerimonie imperiali. OItre aIle riprodu­
zioni, disponiamo fortunatamente di un esemplare che risale al
226 a. C. trovato ad Aquincum in Ungheria 21 (fig. 8). L'organo
pneumatico sembra invece risalga al II sec. d. C. e, probabilmen­
te, anch'esso ebbe origine ad Alessandria. La differenza con l'or­
gano idraulico consiste nella sostituzione dell' acqua con l' aria
che attraverso valvole esterne veniva fatta affluire in due grandi
otri di pelle formando COS1 un vero e proprio mantice. Detti otri
venivano compressi con i piedi per far convergere, attraverso due
tubi, I'aria in canne di aItezza degradante e che potevano variare
di numero. A ciascuna canna corrispondeva un soffietto che l' or­
ganista apriva 0 chiudeva per immettere aria nella canna, 0 nelle
canne presceIte, al fine di trarne il suono voluto. Tali soffietti
erano disposti orizzontalmente sulla sommita della cassa, quasi a
formare una tastiera e, se Ie canne erano molte, potevano essere
disposti - al pari de quest'ultime - su pili file 22 •

17 Cito per tutte J. Perrot, L'Orgue de ses origines hellenistique a la /in du


XIII siecle, Paris, 1963 (con molte illustrazioni e citazioni dalle fonti).
18 L'organo idraulico compare suI verso di alcuni contorniati di Nerone e
di Caracalla, da ultimo suI verso di una moneta di Valeminiano III (424-455),
quando gill si stava diffondendo l'uso dell'organo pneumatico. Una dettagliata
raffigurazione dell'organo idraulico si trova come illustrazione del salmo 151
[150] nel Salterio di Utrecht, opera del secolo IX, rna probabile copia di un
esemplare, forse siriaco, del secolo V 0 VI. Cfr. T. Seebass, Musikdarstellung und
Psalterillustration in /riiheren Mittelalter, Berlin, 1983.
19 Erone di Alessandria, Pneumatica-Automata. Per il testo cfr. Perrot,
L'Orgue cir., p. 376. II cod. gr. 513 della Biblioteca Marciana di Venezia, databile
al primo terzo del 1300, contiene questo testo con relative illustrazioni, insieme
alIa Geogra/ia di Tolomeo e alla Tactica teoria di Eliano. Esso attesta l'interesse
continuo per Erone, attraverso i secoli. II codice e stato specificatameme studia­
to da I. Furlan, Codici greci illustrati della Biblioteca Marciana di Venezia, Milano,
1981, III, pp. 30-47.
20 Vitruvio, De Architectura, X, 8. Per il testo cfr. Perrot, L'Orgue cit., p.
376.
21 M. Kaba, Die Orgel von Aquincum, Budapest, 1976.
22 Alcune miniature di codici medievali occidentali indicano chiaramente
la disposizione di questi soffietti cfr. R. Hammerstein, Macht und Klang. Tonen­
de Automaten als Reailitiit und Fiktion in der Altenmittelalterliche Welt, Bern,1986,
figg. 28 e 29.

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GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

etto di numerosi L'utilita dell'organo pneumatico rispetto all'organo idraulico


di testi figuratPS risulta ovvia, perche essendo molto piu leggero e piu maneggevo­
no pneumatico e Ie poteva essere trasportato con facilira da un luogo all'altro e,
idraulico, vale a come dimostra il mosaico di Hama, entrare anche a far parte di
Ie canne per la piccoli gruppi strumentali privati.
ante difficilmen_ Di questo vantaggio si resero subito conto gli imperatori bi­
da Ktesibio ad zantini i quali fecero ben presto dell'organo pneumatico 10 stru­
quindi da Vitru­ mento principe delle loro manifestazioni ufficiali giungendo a
negli ippodromi relegare in secondo piano ogni altro strumento musicale. Questo
ltre aUe riprodu­ fino aHa caduta di Costantinopoli in mana ai Latini, nel 1204.
are che risale al La sua apparizione nell'ippodromo, in sostituzione deH'orga­
ig. 8). L'organo no idraulico, e testimoniata da una scultura, ancora oggi visibile,
e, probabilmen_ che si trova sullato sud del dado-base dell'obelisco fatto erigere
erenza con l' or­ nel 390 da Teodosio I suHa spina dell'ippodromo della capitale
cqua con l'aria d'oriente23 • La scena presenta il momento in cui il basileus sta per
e in due grandi consegnare all' auriga vincente la corona deHa vittoria (fig. 9). II
ntice. Detti otri discorso visivo si estende in una nuova prospettiva, in rottura con
, attraverso due la tradizione tardo antica (vigente ancora nel mosaico di Rama e
otevano variare nel ms. viennese), dato che non viene presa in considerazione la
ffietto che l'or­ profondita (0 terza dimensione), ma i personaggi vengono aHineati
canna, 0 nelle gli uni al di sopra degli altri, affidando la loro importanza gerar­
. Tali soffietti chica aHa grandezza. La figura del sovrano domina al centro in
cassa, quasi a alto, mentre nell' ultimo registro in basso, in dimensioni molto
otevano essere ridotte, sono allineati i thymelikoi, come li definisce il sinodo di
Laodicea. Essi allietano con suoni e danze (continuando ritenia­
mo, la tradizione romana) il momenta solenne della premiazione
.'stique a la fin du con la quale si concludevano Ie corse, nel caso specifico delle
e (onti).
iati di Nerone e
renne. In detto registro sono collocati uno per ciascun lato due
o III (424-455), organi pneumatici, come indicato dalla presenza di due figure
. Una dettagliata maschili che azionano i mantici. I due organisti suonano stando
e del salmo 151 seduti. Accanto a quello di destra prende posto un suonatore di
~ile copia di un tromba (0 buccina?), al quale ne segue un altro che da fiato
ikdarstellung und
all'aulo doppio (fig. 10); a sinistra invece, dopo l'organo, sono
esto efr. Perrot inserite tre danzatrici che precedono un suonatore di siringa (fig.
enezia, databi1~ 11). Altre quattro danzatrici sono disposte al centro.
trazioni, insieme
ttesta I'interesse Non e mai stato rilevato come queste figure femminili accom­
tamenre studia­ pagnino la loro danza con strumenti musicali; infatti, pur essendo
VeneZia, Milano,

L'Orgue cit., p. 23 L'obelisco, portato a Costantinopoli da Karnak (in Egitto) gia da Giulia­
no I'Apostata (ante 363), risale al tempo di Tutmosi III 0504-1490 a. C.). Cfr. G.
Bruns, Der Obelisk un seine Basis auf den Hippodrom zu Konstantinopel, in
no chiaramente «Mitt. Deutsch. ArchaeI. lnst. lstanbuler Forschungen», 7,1983; H. Wrede, Zur
Klang. To nen _ Errichtung des Theodosius Obelisken in Istanbul, in «lnstanbuler Mitteilungen>,
elt, Bern, 1986, 16, 1960, pp. 178-198.

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i
L
FERNANDA DE' MAFFEI

oggi la scuItura moIto abrasa, si pUO distinguere in ciascuna lora


mana un campanello, il roptron, scosso nel ritmo del ballo. Per
convalidare la nostra lettura portiamo a confronto - rimanendo in
am bito bizantino - il piatto con il marchio di Eraclio (613 -629/
30), oggi conservato al Museo dell'Hermitage di San Pietrobur­
g024; piatto nel quale la Menade che nella danza e accompagnata
da SHeno (fig. 12), non solo tiene in mana i campanelli come Ie
nostre danzatrici, rna anche il suo atteggiamento e simile a quello
'Ji alcune di esse. Altra conferma viene da una miniatura del
SaIterio Khludov, conservato al Museo storico di Mosca, opera
palestinese del secondo decennio del secolo IX25, nel quale Ma­
ria, sorella di Mose 6 , (fig. 13), e raffigurata in posa analoga
mentre danza scuotendo i campanelli dopo il passaggio del Mar
Rosso. Un'aItra danzatrice con campanelli ritoma in una delle
miniature del SaIterio aristocratico della Biblioteca Nazionale di
Parigi (Cod. gr. 129) (fig. 14), datato all'inizio del secolo X 27 , e
danzatrici analoghe sono riscontrabili nella Cinegetz"ca dello pseudo­
Oppiano, (Venezia, Biblioteca Marciana cod gr. 479)28, codice
della meta circa del secolo XI, rna certamente copia di un esem­
plare pili antico.
n costante uso dell'organo e di altri strumenti musicali a fiato,
non soltanto nell'ippodromo, rna anche nei giochi del circa (sem­
pre secondo la tradizione romana) risulta dal dittico di Flavia
Anastasio, conservato al Museo Diocesano di Verona29 . Al di
sotto dell'imponente figura ufficiale del console (trabeato e suI
seggio curule) sana raffigurati i giochi del circa da lui offerti per
festeggiare la sua nomina. All'estrema destra in basso compare un
organo a sette canne che ci lascia peraltro nel dubbio se si tratti di

24 E. Cruishank-Dodd, Byzantine Silver Stamps, Washington D.C, 1961, pp.


:>4 ss. Lascia invece perplessi circa la sua autenticita il piatto di collezione privata
I'affigurante una menade che danza con il roptron e che viene datato a1550-565,
vale a dire al tempo di Giustiniano. M. X. Garezou, Le Roptron et la clochette:
musique sur un plate byzantine, in «Antikekunst», 36/II, 1993, pp. 28-30.
2' Sia per la data sia per l' origine di questo manoscritto ritenuto dalla
maggior parte degli studiosi opera del periodo posticonoclastico (post 843) cfr.
F. de' Maffei, Le /igura:doni marginali del Sa Iterio Khludov e l'iconoclastia, Roma,
1985 (Bessarione, Quaderno n. 4), pp. 29-95.
26 Nell'Esodo (15, 16) leggiamo: «Maria profetessa L..] prese in mana un
timpano e tutte Ie donne la seguirono formando cori di danza». II miniatore,
adeguandosi con ogni probabilita al costume delle danzatrici del suo tempo
sostitui al timpano i campanelli.
27 H. Buchtal, Part's Psalter, London, 1936.

28 Furlan, Codici greci illustrati cit., V.

29 F. Volbach, El/enbein Arbeiten der Spatantike und des /riihen Mittelalter,

Mainz, 1952, nota 19.

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.-.1.......-­ --1
Gu STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

re in ciascuna 101'0 un organo idraulico oppure di uno pneumatico. Anche in qusta


itmo del ballo. Per situazione l'esecutore e affiancato da un suonatore di siringa.
nto - rimanendo in Altre notizie ben piu sporadiche provengono dalle fonti lette­
. EracIio (613-629/ rarie. Cito In laudem !ustz'nz' Mz'norz's, poema scritto per l'incoro­
di San Pietro bur­ nazione di Giustino II, avvenuta nel 565 dopo la morte di Giusti­
za e accompagnata niano, dove il verso «organa plectra lira totam insonuere per
ampanelli come Ie urbem»30 sta ad indicare 1'uso di strumenti di vario genere per
to esimile a queIIo festeggiare il novello imperatore e la moglie Sofia.
una miniatura del Dall'osservazione di questi pochi esempi possiamo dedurre
o di Mosca, opera che se la Chiesa aveva estromesso qualsiasi strumento musicale
25, nel quale Ma­
dai servizi divini, altrettanto non aveva fatto 10 Stato che conti­
a in posa analoga nuava ad usarli nelle cerimonie ufficiali e, di conseguenza e argui­
passaggio del Mar bile, che se ne continuasse l'uso anche a Hvello popolare e nella
orna in una delle vita privata, sebbene 10 Stato esercitasse, nei limiti del possibile,
teca Nazionale di un controllo suI fine per cui venivano usati, come del resto indi­
del secolo X 27 , e cano i canoni del Concilio in Trullo. E infatti feste pagane con
etica deno pseudo­ musiche e danze non mancavano di essere ancora celebrate nel­
gr. 479)28, codiee l'ambito dell'impero. Ne danno testimonianza i resti di due mo­
copia di un esem­ saici del secolo VI, provenienti da due abitazioni dell' antica Ma­
daha (Giordania)31, Entrambi si riferiscono a processioni dionisia­
.ti musicali a fiato, che. Uno di essi, conservato nel Museo Archeologico della mo­
hi del circo (sem­ derna Madaba, presenta la figura di un satire nudo accompagnato
dittico di Flavio da una baccante con i cymbali (fig, 15). A differenza del mosaico
i Verona 29 • AI di di Hilma nel quale, come si e visto, 10 strumento e formato da due
Ie (trabeato e suI piccoli piatti concavi di metallo attaccati a due aste flessibili, qui
da lui offerti per Ie aste mancano e i piatti sono piu grandi. La fanciulla ne tiene
basso compare un due infilati nelle mani e fermati da un Iaccio ed altri due sono
bbio se si tratti di legati alle caviglie. Con il cymbalo della mana destra percuote
quello della caviglia sinistra e accompagna il suono con un movi­
mento agitato di danza,
. g~on D.~, 1961, pp.
II secondo mosaico, oggi nella chiesa degli Apostoli, sempre a
dt collezlOne privata

ne datato aI550-565,

Madaba, era diviso in fasce. In quell a superiore, nella quale si


'/Jtron et la clochette: dispiega una processione bacchica, rimangono a destra i resti di
993, pp. 28-30.

critto riten uta dalla

astico (post 843) efr.


,0 U.]. Stach, Flavius Cresconius Corippus. In Laudem ]ustini Minoris. Ein
I'iconoclastia, Roma,
Kommentar, Berlin, 1976. Riteniamo che, in questa caso «organa» non si rueri­
sca specificatamente allo strumento «organa», bensl al complesso degli strumen­
~ ...] prese in mano un ti musicali suonati per l'occasione. Dobbiamo infatti tener presente quanta dice
Idanza». II miniatore Agostino in un suo commento al Salmo 150: «organa dicuntur omnia instrumenta
~trici del suo temp~ musicorum non solo illud organum dicitur quod grande est et inflatum follibus
sed quidquid aptatur ad cantilenam». Nelle fonti greche «to organon» usato al
plurale ha spesso il significato di strumenti musicali in genere oppure, soltanto
quello puro e semplice di strumento in genere. Si veda ad es. Anna Comnena (cit.
res /riihen Mittelalter, a nota 67), passim, che con «organon» si riferisce aIle macchine da guerra.
31 M. Piccirillo, Mosaici di Giordania, Gerusalemme, 1961, p. 26.

69

I
FERNANDA DE' MAFFEI

una figura di Pan che suona la siringa preceduto da una danzatri·


ce della quale si vede solo la parte inferiore del corpo, rna e
evidente nella mana sinistra un campanello di misura pili grande
di quelli notata in mana a danzatrici giii citate. Nella fascia in
basso, accanto ad una figura femminile incoronata da due eroti, si
trovana Achille e Patroclo. Achille suona con il plettra il salterio
(fig. 16), semplice strumento, per 10 pili di dieci corde, che si
distingue dalla lira e dalla cithara perche privo di cassa di risonanza
in basso n . Come tutti gli strumenti a corda poteva essere suonato
~mche con Ie dita 0, pare, con una penna d'oca. Era 10 strurnento
tipieo usato dagli ebrei per accompagnare il canto dei Salmi e, dal
salterio, il libro dei Salmi, 10 strumento ricevette il nome.
Pantomime e mimi continuavano ad essere rappresentati nel
circo e nei teatri, come indica tra gli altri il citato dittieo di
Verona, e nel corso degli spettacoli certo non mancava la musica,
come e attestato da un avorio di Berlino, raffigurante un' at trice di
teatro 0 di circo che indossa uno strano coprkapo, mentre ha,
nella mana destra, tre maschere e con la sinistra, regge una lira
(fig. 17). Anche in questo caso siamo nel secolo Vp3.
Alla medesima epoca risale l'elegantissimo dittico del Tesoro
della Cattedrale di Monza, che presenta sulla valva destra il poeta
assiso e sulla valva sinistra la Musa in piedi, mentre con il plettra
suona la lira posta su un capitello sorretto da una colonna 34 (fig.
18). L'avorio proviene di certo da una cerchia raffinata e colta
della capitale, per cui si deduce che in tali ambienti la musica
continuasse ad essere coltivata, probabilmente a livelli pili alti di
quanto avveniva in ambito popolare. Ne fa anche fede il fatto che
nell'insegnamento delle arti liberali, accanto alIa matematica era
inclusa la muska.
Tra gli strumenti diffusi a tutti i livelli va considerato l'aulo,
di origine pastorale, che si presentava nella versione di doppio
aulo (come si e visto nel mosaico di Hama, nella miniatura del
Genesi di Vienna, suI dado dell'obelisco di Teodosio), in quella

32 La differenza tra cithara e salterio e precisata da una serie di Padri della


Chiesa nei commenti ai Salmi. Ad esempio Basilio (PG, XXIX), scrive nell'Ome­
lia I: «Cithara e lira rispondono dal basso al plenro che Ie suona [... ] II salterio
lia Ia sorgente del suo suono armonioso dall'alto». Per questa ragione riteniamo
che in mana ad Achille sia un salterio e non una cetra (come indica Piccirillo,
Mosaici di Giordania cit.); perche esso manca della cassa di risonanza in basso;
basta inoltre un confronto con la lira tenuta in mana dalla Musa nell'avo rio di
Monza (fig. 18) per escludere che si trani di detto strumento.
33 Forse Ie tre maschere corrispondono alle satiriche, corniche c tragiche,
delle quali parla il canone 62 del Concilio in Trullo.
34 Ibidem, n. 68. La posizione della lira corrisponde a quella descritta dallo
pseudo Isaia (efr. supra, nota 13).

70
GLI STRUMENTI MUSICALI A BISANZIO

o da una danzatri­ di aulo traverso (come vedremo nell'affresco di Kiev), e in forma


. del corpo, rna e semplice come 10 vediamo in piatto proveniente da Cipro (sem­
isura piu grande pre del tempo di Eraclio), oggi al British Museum di Londra (fig.
e. NeJ]a fascia in 19). La scena, di carattere religioso vetero-testamentario, raffigu­
ta da due eroti, si ra il matrimonio di Davide con Mical, la figlia di Saul (I Samuele,
plettro i1 salterio 16, 27). La Bibbia non descrive queste nozze, rna l'artista ha
'eci corde, che si trasferito in immagine Ie usanze del suo tempo aggiungendo al
cassa di risonanza gesto della congiunzione delle destre degli sposi, di origine roma­
va essere suonato na, la presenza, allora consueta, dei musici. Ai lati degli sp?si
Era 10 strumento sono infatti presenti due giovani che danno fiato all'aulo semphce
a dei Salmi e, dal muovendo agilmente Ie dita sui fori dello strumento 35 •
te il nome. Sembra tuttavia che, fra tutti gIi strumenti sia a fiato, sia a
appresentati nel percussione, sia a corde36 , Fosse l'organo pneumatico quello che,
citato dittieo di almeno a corte, andava acquistando una posizione di preferenza 37
ncava la muska, anche al di fuori delle cerimonie ufficiali. Leggiamo infatti nella
nte un'attrice di Stot'ia ecclesiastica di Giovanni di Efeso come, per calmare la
apo, mentre ha, pazzia che aveva colpito Giustino II negli ultimi anni della sua
, regge una lira vita (t 578), si mantenesse «un organa costantemente suonato
VP3.
giorno e notte vicino alla sua stanza 38». In ogni caso strumenti
ttieo del Tesoro musicaIi di vario tipo, e non organi come in genere si ritiene,
a destra i1 poeta accompagnarono nel 713 Filippo Bardane dal Magno Palazzo ai
re can i1 plettro bagpi di Zeusippo nel breve percorso che il basileus fece a caval­
colonna H (fig. lo. La testimonianza di Theophanes 39 ha comunque importanza,
affinata e colta in quanto indica che, indipendentemente dalle cerimonie ufficia­
ienti la musiea Ii, alla musica era affidato i1 compito di annunciare il passaggio
ivelli piu alti di del basileus per Ie vie della citta.
ede il fatto che Sicuramente invece un organo insieme ad altri strumenti mu­
matematiea era sicali fece parte del corredo da viaggio allorche, nel 784, la basi­

.siderato 1'a ulo ,


one di doppio n Cruishank-Dodd, Byzantine Silver Stamps cit.
36 Per gli strumenti musieali in ambito bizantino vedi J. B. Thibaut, La
miniatura del Musique instrumental chez les Byzantines, in «Eehos d'Orient», 4, 1900-1901,
sio), in quella pp. 339-347 e 5, 1901-1902, pp. 343-353. H. G. Farmer, Byzantine Musical
Instruments in the Ninth Century, London, 1925 e E. Wellesz, A History of
Byza,ottin Music and Himnography, Oxford, 1961.
rie di Pad ri della 17 Oltre al Perrot, L'Orgue cit., per l'organo in particolare nel mondo
, scrive neU'Ome­ bizantino, con specifico riferimento al De Cerimoniis Aulae Bizantinae, si veda N.
na L.. J II salrerio Maliaras, Die Orgel im byzantinischen Ho/zerimoniell des 9. und 10. Jahrhunderts.
agione riteniamo Eine Quellen Untersuchungen, Miinchen, 1991 (Miscellanea Byzantina Monan­
indica Piccirillo censis, 33).
onanza in basso: 38 Johannes Ephesius, Historia Ecclesiastica pars tertia, a cura di E. W.
sa nelI'avo rio di Brooks, CSCO, 1935 (Seriptores Syri, ser. III). II passo e traseritto in Perrot,
L'Orgue cit., p. 391.
iche e tragiehe, 39 Theophanes, Chronographia, ex recensioneJoannis Classeni, Bonn, 1841.
Nel vol. II, nella traduzione di Anastasio biblioteeario, il passo e il seguente:
a descritta daUo «visum est imperatoris sabbato Pentecostes cum susceptione ae organis ingredi
et lavari in publico balneo Zeusippo».

71

~·.:·:·.I
f,
I
FERNANDA DE' MAFFEI

lissa Irene e il figlio Costantino IV si recarono in Tracia. Sembra (entrata pr


ovvio ritenere, per quanto riguarda l' organo, che esso entrasse in mente l'iffi'
funzione soltanto durante Ie soste nelle varie citra e nel momenta purtro!
in cui i due sovrani si dovevano presentare ai sudditi in tutta Ia (842-867) i
loro maesta. II fatto stesso che Theophanes40 , relatore di questo ricavarne (
viaggio, nomini esplicitamente l' organo senza soffermarsi sugli to) un con
altri strumenti, fa intuire il valore che ad esso veniva conferito della State
come indice della maesta in Dio del basileus, anche al di fuod altri croni
della capitale. Risulta inoltre evidente che l'organo pneumatico usati a cor
era considerato oggetto di gran pregio, perche da parte dei basi­ rogenito, :
leis fu incluso nel novero dei doni di valore - sete preziose degli anche ten
(:'rgodosia imperiali e altro - che venivano inviati in segno di palazzo 51
riconoscenza 0 di amicizia ai sovrani limitrofi, specie in occiden­ pili si evil
teo Einhard registra nei sui Annales 41, per I'anno 757, l'invio di un rizza, cor
organa da parte di Costantino V al re dei Franchi Pipino il Breve stati ricO!
e, in un prosieguo di tempo, nelle Gesta CaroH Magni, si dice che sullo sch€
tra i doni inviati a Carlo Magno nell'812 da Michele I Rangabe, il uno di d
re ammiro in modo particolare: «l'organo munito di pelle di toro Harun be
che avviava il suo somo nelle canne in maniera meravigliosa il banchl
imitando successivamente nel suono della sua voce, 10 strepito di XIX letti
un ruggito, il timbro chiaro e leggero dei cymbali, Ia dolcezza del oggetto l
pizzicato armonioso della lira 42». gandone
Tuttavia ancora pili significativo e il provvedimento preso da legno di
'.leofilo (829-843) il quale - come scrive 10 pseudo-Simeone Ma­ questa!
gistro - fece costruire «due grandissimi organi tutti d'oro ornati sessanta
di ogni sorta di pietre»43. Uno di tali organi definito «la proto­ sopra d
meraviglia», fu pubblicamente esposto accanto ad una grande parte, ~
croce gemmata e al trono collocato su un alto podio nella Chalke ghez za
trova u
40 Theophanes (ibidem). Trascrivo anche in questo caso la versione di Ana­
un fabl:
~tasio: «exivit imperatrix Heirene una cum filio suo et virtute copiosa in Thra­ l'organ
cern, circumferens organa et cetera genera musicorum»; Ie soste furono a Beroe, suono:
Filippopoli e Anchilao. Anche Giorgio Monaco da la medesima notizia e an­ Son
ch'egli afferma che i sovrani erano accompagnati «dagli organi e dai musici». che qu
efr. Maliaras, Die Orget cit., pp. 260-266.
41 Eginardo, Annates Regni Francorum inde ab anno 741 usque ad annum tanto I
829, Hannover, 1850 (rist. 1950) (Scriptores rerum germanicarum). Perrot, L'Orgue
dt., pp. 294-295, elenca anche tutte Ie altre fonti al riguardo.
44
42 Notker Balbulus, Gesta Karoti, Berlin, 1959, II, 7 (Monumenta Germa·
niae Historica. Scriptores rerum Germanicarum nova series). Perrot, L'Orgue 956 S5.,
dt., p. 294 n. 396. La costruzione di organi idraulici non era comunque venuta 4'
46
meno, dato che nell'826 un cerro Giorgio presbitero fu chiamato alla corte di
Ludovico il Pio essendosi dichiarato capace di costruire un organo idraulico. 47
(Theganus, Vita Ludovici Imperatoris, Hannover, 1929 (Monumenta Germaniae court d
Historica), p. 40). Un Prj
43 Pseudo Simeone Magistro, ex recognitione 1. Bekkeri, Bonn, 1838, p. 1969, !
625.

72
GLI STRUMENTI MUSICALI A BISANZIO

ono in Trada. Sembra (entrata prindpale del Magno Palazzo) per accogJiere trionfal­
.0, che esso entrasse in mente I'imperatore di ritorno da una campagna in Asia minore 44 .
'e dtta e nel momento Purtroppo i due organi furono distrutti dal figlio Michele III
ai sudditi in tutta Ia (842-867) insieme ad altri preziosi oggetti (di cui si did ~Itre) per
. S40, re1atore di questo
ricavarne dall'oro (che probabilmente era soitanto un rivestimen­
nza soffermarsi sugH to) un congruo numero di monete atte a risanare Ie casse vuote
esso veniva conferito dello Stato. Ne abbiamo notizia da Theophane Continuatus e da
eus, anche al di fuori altri cronisti 45 ; tuttavia, piu tardi, due organi d' oro 0 imperiali
l'organo pneumatico usati a corte, compaiono pili volte citati da Costantino VII Porfi­
che da parte dei basi­ rogenito, nel De Cerimoniis aulae bizantinae, opera che raccoglie,
- sete preziose degli anche tenendo conto di tradizioni piu antiche, usi e costumi di
inviati in segno di palazzo secondo un precise protocollo e dal quale una volta di
fi, specie in occiden­ piu si evince I'importanza degli organi a corte. Il MaJiaras 46 ipo­
nno 757, l'invio di un tizza, con argomenti convincenti, che i due organi d'oro siano
anchi Pipino iJ Breve stati ricostruiti da Leone VI (876-912) su modello, 0 Forse anche
'Oli Magni, si dice che sullo scheletro di quelli fatti costruire da T eomo, Ci chiediamo se
Mi~he1e I Rangabe, iJ uno di detti organi non sia quello visto e descritto dall' arabo
UnIto di pe]]e di toro Harun ben-Jahia che, prigioniero a Bisanzio, fu ospite a corte per
aniera meravigJios a il banchetto di Natale de1l'899 0 900, svoItosi nel triclinio dei
a voce, Jo strepito di XIX letti. All'inizio di detto pranzo - egli scrive - «portarono un
bali, la dolcezza del oggetto che si chiama al-urgan (organo)>> e prosegue quindi spie­
gandone la forma ed il funzionamento: «Questo e un oggetto di
vvedimento preso da legno di forma quadrata che ha I'aspetto di una pressa per l' olio;
pseudo-Simeone Ma­ questa pressa e tappezzata con cuoio molto robusto e sorregge
ani tutti d' oro ornati sessanta canne di bronzo. La sezione delle canne situata al di
i definito «Ja proto­ sopra del cuoio e ricoperta d'oro rna non se ne vede che una
anto ad una grande parte, per il fatto che ciascuna canna oItrepassa un po' in lun­
o podio neJIa ChaIke ghezza quella vic ina. Da ciascuna parte dell'oggetto quadrato si
trova un foro dove sono introdotti dei soffietti simili a quelli di
o ~aso la versione di Ana­ un fabbro, Due uomini cominciano allora a manovrarli, poi arriva
Virtute copiosa in Thra­ I'organista che fa cantare Ie canne, ciascuna canna emette un
j Ie SOste furono a Beroe
medesima notizia e an~ suono proporzionato aHa sua aItezza e celebra l'imperatore»47.
gli organi e dai rnusici». Sono Ie canne ricoperte d'oro quelle che inducono a ritenere
che quest'organa Fosse uno di quelli fatti ricostruire da Leone VI,
no 741 usque ad annum tanto pili che nel De Cerimoniis gli organi d'oro vengono sempre
·carum). Perrot, L'Orgue
uardo.

,7 (Monumenta Germa­

series). Perrot, L'Orgue


44 Costantino Porfirogenito, De Cerimoniis aulae byzantinae, PG, 112, colI.
n era com un que venuta 956 ss., in particolare 960.
cmamato alia co rte di 4' Theophanes Continuatus, Bonn, 1838, p. 173.
46 Maliaras, Die Orgel cit., pp. 162-164.
're un organo idraulico.
(Monumenta Germaniae 47 Cfr. Perrot, L'Orgue cit., pp. 212-213. H. Gregoire, Un Captive arabe ala
court de l' empereur Alexandre, in «Byzantion», 7, 1932, pp. 666-673. M. Izzedin,
Bekkeri, Bonn, 1838, p. Un Prisoniere Arabe a Byzance au IX siecle, in «Revue des Etudes Islamique»,
1969, pp. 167-227.

73

I
FERNANDA DE' MAFFEI

distinti dagli organi d'argento, anche questi, probabilmente, con


solo Ie canne coperte d'argento.
Di tali strumenti disponevano Ie due fazioni dei Prasini (i
Verdi) e dei Veneti (gli Azzurri) che li suonavano alternativamen­
te (raramente insieme) per acclamare, come in un responsorio,
l'imperatore48 • Dei Prasini e dei Veneti facevano parte anche i
cantori (kraktai) i quali, cessato il suono degli organi, intonavano
Ie lodi alla Divinita e alla Maesta in Cristo-Dio del basileus.
Ulteriori notizie su quale musica si suonasse, non ne abbiam0 49 •
Prasini e Veneti venivano pagati sia per I'organo sia per i canti,
come risulta dal Cletorologion di Philotheos risalente al 900 circa.
Per I'organo e indicato il compenso di sei miliaresi per ciascuna
fazione; per i canti, sempre per ciascuna fazione, quattro milia­
!'esPo.
Sia gli organi d'oro 0 imperiali, sia con maggiore frequenza
quelli d'argento, venivano spostati da una sala all'altra del Magno
Palazzo 0 collocati negli ippodromi, oppure alla Magnaura, a
seconda delle necessita richieste dal tipo di cerimonia e, quando
venivani disposti ai lati della ChaIke, essi iniziavano a suonare
acclamando il basileus allorche egli compariva con il suo seguito,
per compiere in pubblico l'ultima parte della proeleusis 0 grande
processione verso la chiesa della Santa Sofia in occasione di de­
terminate feste religiose. Gli organi suonavano inoltre nel dexi­
monn, nei banchetti, nei genetliaci, nei matrimoni e, secondo la
rradizione, gia attestata dalle sculture del dado dell'obelisco di
Teodosio I, nell'ippodromo; tuttavia, in quest'epoca, venivano
impiegati sempre da soli, mai accompagnati da altri strumenti.
Questa onnipresenza dell'organo in ogni cerimonia 0 Festa reli­
giosa e non, fece di questo strumento, come giustamente conclu­
de il Maliaras52 uno status-symbol del periodo medio-bizantino.
Nonostante questa supremazia dell'organo, I'uso di altri stru­
menti musicali non era stato abbandonato a corte e, di riflesso,
nemmeno dai privati cittadini anche se, a 101'0 riguardo, non
disponiamo di notizie particolari.

48 Maliaras, Die Orgel cit. Dopo un esame particolareggiato della presenza


deIl'organo nelle varie cerimonie in rapporto alluogo dove venivano svolte, 10
studioso ne fornisce una chiara tavola riassuntiva a pp. 183-189.
49 Maliaras, Die Orgel cit. Si veda il cap. C, Die Musik und das Imtrument,
pp.191-217.
50 Cletorologion, aggiunto in De Cerimoniis, colI. 1436 e 1441.
'1 Per questa particolare cerimonia nella Quale l'organo aveva un ruolo
fondamentale, vedi Maliaras, Die Orgel cit., pp. 63 -67.
n Maliaras, Die Orgel cit., p. 289.

"14

I
GLl STRUMENTI MUSICALl A BISANZIO

probabilmente, con In relazione ai basileis apprendiamo dal gia citato Harun ben­
Jahia che, durante il banchetto natalizio al quale egli prese parte,
ioni dei Prasini (i cessato il suono dell'organo «entrarono venti uomini con i cym­
no alternativamen_ bali» che suonarono per turta 1a durata del pranzo53 . In data
in un responsorio, pressoche contemporanea il Cletorologion - opera che raccoglie
ano parte anche i per il tempo di Leone VI (886-912) Ie norme riguardanti i ban­
organi, intonavano chetti - attesta che ai pranzi erano presenti i melz'stt~ vale a dire
-Dio del basileus. dei suonatori, dei quali non nomina peraltro gli strumenti. Sem­
non ne abbiamo 49 . pre da1 medesimo testa apprendiamo che i melz'sti facevano parte
no sia per i canti sia della fazione dei Veneti sia di quella dei Prasini, e che riceve­
~lente al 900 circa: vane un compenso di sei miliaresi, pari a quello per l'organo 54 .
laresi per ciascuna Nel De cerimoniis troviamo invece anche il nome di alcuni degli
ne, quattro milia­ strumenti impiegati: siamo informati con precisione che in occa­
sione della deductio sponsae il corteo era accompagnato dai chei­
aggiore frequenza rocymbali, e che il suono dei medesimi strumenti accoglieva i
ll'altra del Magno novelli sposi all'uscita dalla chiesa 55 . L'aver precisato che si trarta
alla Magnaura a di cymbali per 1a mana (cheir), ci e utile per distinguerli da quelli
'.
ImOnIa e, quando
' azionati per mezzo delle aste flessibili - come quelli visti nel
iavano a suonare mosaico di Hama; dovevano quindi esser affini in qualche modo
on il suo seguito a quelli agitati dalla baccante del mosaico di Madaba, rna riservati
oeleusis 0 grand~ soltanto aIle mani e non anche aIle caviglie, come del resto indica
occasione di de­ la parola scelta per definirli.
inohre nel dexi­ Sempre nel De Cerimoni£s si cita un secondo strumento: la
oni e, secondo la pandura suonata per accompagnare canti e danze durante un
convivio particolare di antica tradizione chiamato «convivio goti­
, dell'obelisco
. di co», che si svolgeva con 1a presenza di uomini con maschere di
epoca, venlvano
ahri strumenti, varia genere, i quali percuotevano con verghe i lora scudi. Una
onia 0 festa reli­ specie di pantomima quindi, nel corso della quale i panduristi
stamente coneIu­ avevano il compito di accompagnare i «canti gotici»56. La pandura
medio-bizantino. era uno strumento con poche corde, di origine orientale, dalla
so di altri stru­ forma di una piccolo mandolin0 57 . Tale strumento doveva essere
rte .e, di riflesso , cOQosciuto da tempo poiche uno simile, anche se piu grande ­ da
o rlguardo, non definirsi meglio liuto - compare, tra altre figure, suonato da un
llomo seduto, nel grande mosaico di un peristilio del Magno
Palazzo, mosaico data bile al secolo VI (fig. 20).

giato della presenza


venivano svolte 10 :, Ibidem, pp. 162-164.
·189. ' ~4 Cletorologion, cir., col. 1442 C.
und das Instrument, " De Cerimoniis, col. 680. L' accompagnamento della sposa verso la chiesa
al suono di strumenti musicali, awiene ancora oggi in Siria.
e 1441.
'6 Ibidem, colI. 682-693, in particolare 685.
no aveva un ruolo
'7 V. M. Maas -]. Mcintosh Snyder, Stringed Instruments 0/ Ancient Cree­
c.e, J:'Iew .Haven - London, 1989, p. 185: la pandura e collocata nella famiglia dei
hU~l; la ~llustrano con una terracotta e un marmo da Mantinea, e la ritengono
arnvata III Grecia dalla Persia in seguito alla spedizione di Alessandro Magno.

75

I
FERNANDA DE' MAFFEI

n De Cerimoniis cita, infine per ben tre volte, i thymelz'ca


panta senza ulteriori dati specifici. Ma tenendo conto delle indi­
cazioni del Concilio di Laodicea e di quello in Trullo, tale termi­
ne si dovrebbe intendere come indicante un complesso di musiei
e danzatori accompagnati da una piccola orchestra, che Forse ne
costituiva la parte piu importante, come gia in linea generale si
desume dal mosaico di Hama. La prima citazione li descrive
nell'atto di scortare l' Augusta nel terzo giorno dopo Ie nozze,
verso Ie terme annesse alla Magnaura, dove il matrimonio era
stato celebrat058 ; nella seconda sono detti allietare nel 946 il
banchetto offerto da Costantino VII e dal figlio Romano ai Sara­
reni nel triclinio di Giustinian059 ; e infine nella terza si descrive
i.lloro intervento al banchetto offerto nel 957, sempre nel mede­
simo triclinio, all'arcontissa Elga (Olga) di Russia, accolta a Costan·
tinopoli con grande fasto dalla basilissa e dalle dame di corte60 .
Disponiamo di qualche esempio figurato che in qualche modo
ci aiuta a capire quali potevano essere, i complessi musicali nel·
l'ambito di questi thymelica panta. II piu antico e costituito dal
frontespizio del salterio Khludov (fig. 21), che, come gia si e
detto, dovrebbe risalire al secondo decennio del sec. IX61 • Si
tratta di una miniatura a piena pagina che riassume visivamente
I'ordine dato da Davide di cantare ininterrottamente davanti al­
l' Area dell' Alleanza con I' accompagnamento di strumenti musi·
cali (I Paralipomeni, VI, 55; XII, 4 ss. ; XXV, 1 ss. ). L'artista cui
si deve la composizione ha peraltro traslato modi e costumi della
sua epoca - compresi gli strumenti -, a illustrazione di un testo
vetero-testamentario, come avveniva con frequenza e come testi­
moniano altre miniature del Khludov. Al centro della scena, sotto
una grande arcata, campeggia l'immagine clipeata di Cristo cui
sottosta, in vesti regali bizantine e assiso in trono, il Profeta e re
Davide. Con Ia mana sinistra regge il salterio che sfiora con Ie
dita della destra. Lo accompagnano quattro musici in minore
dimensione, perche di grado inferiore rispetto al sovrano ebraico.
Due sono in basso dentro l'arcata e due in alto al di fuori dell'ar­
cata. II primo in basso a sinistra agita i campanelli, strumento che
abbiamo gia visto, rna questa volta non vi e accenno di danza. La
figura, sempre in basso a destra, suona uno strumento a corde che
non esitiamo a definire la pandura, vale a dire 10 stl'umento suo­
nato nel «convivio goticO»62. II suonatore di destra in alto sta per

58 De Cerimoniis, col. 468 B.

59 Ibidem, col. 1104 C.

60 Ibidem, col. 112 A.

61 Vedi supra nota 26.

62 Vedi supra nota 56.

76

.1
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

oIte, i thymelica
canto delle indi­ percuotere un tamburello a forma di clessidra, strumento di pro­
rullo, tale termi­ babile origine orientale che, nello stesso Khludov vediamo al f.
plesso di musici 37v (Salmo 18, 6) in mana a Idutun (fig. 22), uno dei cantori scelti
tra, che forse ne da Davide per suonare davanti all' Area. L'ultimo dei componenti
linea generale si il complesso, in alto a destra, da fiato ad una buccina. Anche
ione 1i descrive questo strumento ricorre nel Khludov a f. 81v (Salmo 80, 4) (fig.
dopo Ie nozze 23) dove al pari del salterio e in mana a Davide, non in veste di re
.
matrimonio era' bensl di pastore, come al f. 24r (Salmo 26, l) (fig. 24), e al f. 147v
etare nel 946 il (Salmo 151), che contiene il ben noto Alleluia (fig. 25). In en­
Romano ai Sara- trambi i casi l'iconografia di base della scena (anche se a f. 147
terza si descrive sono inclusi altri due episodi della vita del sovrano ebraico) e
mpre nel mede­ quella di Orfeo che ammansisce Ie fiere, con la differenza che, in
accolta a Costan­ mana ad Orfeo, vi e sempre 0 la lira 0 la cetra e non il salterio.
. arne di corte 60 • Di Davide pastore che suona abbiamo un'altra splendida mi­
'n qualche modo niatura (fig. 26) contenuta nel Cod. gr. 139 della Biblioteca Na­
ssi rnusicali nel­ zionale di Parigi, f. Iv. A parita di origine con il citato dittieo del
ecostituito dal poeta e della Musa, il manoscritto proviene da una cerchia colta
, come gia si e della capitale, ovviamente di epoca piu tarda, perche risale agli
el sec. IX 61 • Si inizi del sec. X 63 • La miniatura e carica di reminiscenze tardo­
me visivamente antiche, dovute forse al fatto che con ogni probabilira si tratta
ente davanti al­ della copia di un originale, forse del secolo VI. Comunque queUo
trumenti musi. che a noi interessa e 10 strumento in mana a Davide. Si tratta di
. ). L'artista cui una versione raffinata del salterio, che qui e provvisto alla base di
e costumi della un~ cassetta lignea finemente decorata con funzione di cassa di
one di un testo risonanza; che pera, quando 10 strumento non e in uso, diviene
za e come testi­ contenitore dello stesso strumento. Lo indica l' asta ricurva, ov­
lla scena, sotto viamente pieghevole, che Davide regge con la mana sinistra, men­
a di Cristo cui tre con Ie dita della mano destra fa vibrare Ie corde64 •
, il Profeta e re Tornando al Khludov, ritengo sia il caso di chare un' ultima
e sfiora con Ie miniatura (f. 136r), la quale, in rapporto al Salmo 136 che ricorda
sici in minore la schiavitu degli Ebrei in Babilonia, ne illustra il versetto 4: «ai
. vrana ebraieo, saHd di quella terra sospendemmo Ie nostre cetre». Due schema­
di fuori dell'ar­ tiche cetre sono state dipinte, in consonanza al testo, pendenti
1 strumento che
mute da un albero (fig. 27).
o di danza. La Se il frontespizio sopra esaminato pua essere considerato sol­
to a corde che tanto l'esempio indiretto di un piccolo complesso strumentale
strumento suo- biznntino, un affresco sulle pareti della torre scalaria meridionale
in alto sta per della Chiesa della Santa Sofia di Kiev (Ucraina), ne e testimonian­
za diretta, come concludono in un recente esame della scena I. F.

63 Vedi supra nota 27.


64 Ringrazio l'amico pro£' Antonio Iacobini che mi ha suggerito l'interpre­
tazione di questo strumento, considerato sempre come una lira 0 un'arpa.

77
FERNANDA DE' MAFFEI

Tockaja e A. M. Zajaruznyi, due studiosi ai quali si deve 1a


particolareggiata descrizione degli strumenti presenti 65 • Detta scena
fa parte di un cielo che si riferisce a Costantinopoli (che sia it
ricordo del viaggio della principessa Elga?) come indica con
chiarezza la presenza del basileus il quale, assiso nel Kathisma
(loggia imperiale che a Bisanzio si affacciava sull'ippodromo)
assiste alle corse. Nella sezione che ci interessa (fig. 28) compare,
in primo piano, un grande organo pneumatico. Dopo quello del
rnosaico di Hama e queUo dell'obelisco di Teodosio, e questa la
terza ed anche ultima raffigurazione dell'organo pneumatico tra­
mandataci dall'iconografia bizantina. La forma corrisponde esat­
tamente a quella delle due raffigurazioni pili antiche e anche qui,
come nel dado dell'obelisco, l'organista e un uomo. A Kiev i
suonatori (come nel dado dell'obelisco) sono tutti uomini (fig.
29), per cui non possiamo fare a meno di chiederci se la Chiesa,
con il suo intervento, non avesse effettivamente ottenuto che Ie
donne piuttosto che aUa musica (come nel mosaico di Hama) si
dedicassero «a filare la lana». AHa destra dell'organista che insie­
me al suo strumento - quasi a sottolineare l'importanza di que­
;,:t'ultimo - e raffigurato in primo piano, stanno tre suonatod,
~;eggermente arretrati e seduti su sgabelli. 11 primo agita i campa­
ilelli, che sono qui un poco pili grandi di quelli visti nel salterio
di Khludov e pili vicini a queUo superstite di uno dei mosaici di
Madaba. 11 secondo suonatore tiene appoggiati sulle ginocchia
due piccoli tamburi con fondo coneavo (probabile derivazione
dall'antieo timpano) e Ii percuote con due bacchette. 11 terzo
t~
tiene tra Ie ginocchia uno strumento a corda. Purtroppo in questa
zona la parte bassa dell'affresco e andata perduta e giustamente i e
t
due studiosi russi hanno proposto che nella zona mancante fosse
dipinta la cassa di risonanza dello strumento, da loro identificato
\
come lira. La sua notevole grandezza fa peraltro supporre che si
,;ratti di una cithara. Quest'ultimo suonatore e sovrastato da un
.nusieo in piedi, il quale sHora con la mana destra Ie corde di una
pandura, in piena analogia con il suonatore, a destra in basso, del
frontespizio del Khludov. Dietro a lui si trovano due auleti. AHa
loro sinistra il musico seduto, e in atto di percuotere due piatti

6' 1. F. Tockaja - A. M. Zajaruznyi, I musici dell'affTesco detto degli "Scho­


morochin nella Cattedrale della Santa Sofia a Kiev, (in russo): il saggio e seato
pubblicato, in italiano, per gentile concessione degli amori, nel n. 3 di «Milion.
Studi e ricerche di Arte Bizantina»: Arte profana e arte sacra a Bisanzio, Roma,
1994, pp. 281-303, seguito da F. Luisi, Per una lettuTa musicologica deU'affresco
detto degli "Schomorochi n nella cattedrale della Santa Sofia di Kiev, ibidem, pp.
.303-315. Mi e state possibile rivedere l'affresco nel 1992, in occasione di una
Illissione di ricerca finanziata dal CN .R.

78
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

·o.si ai quali si deve la eoncavi di media grandezza infilati nelle mani con due 1acci.
t1 presenti 65 . Detta scena Viene spontaneo il raffronto con i cymbali della ballerina del
stantinopoli khe sia i1 mosaico di Madaba, che li tiene legati aIle mani nel medesimo
ga?) come indica con modo - come chiaramente si vede per la mana destra -; nelI'affre­
e,. assiso nel Kathisma seo in questione sono pe1'o, pili g1'andi. Ci chiediamo se sia que­
CClava sull'ippodromo) sto, 10 strumento corrispondente ai chez'rocymbalz' dei quali, come
re~sa (fig. 28) compare, si e visto, parla il De Cerimoniis.
~tICO. Dopo quello del II cicIo di affreschi di Kiev e datato fra la fine del secolo XI e
1 Teodosio, e questa 1a I'inizio del XII66. Siamo in un periodo di st1'etti 1'appo1'ti t1'a la
rgano pneumatico tra­ Russia e Bisanzio e va tenuto presente che la chiesa della Santa
.~ma ~orrisponde esat­ Sofia, che ospita questi affreschi, fu costruita alIa meta del secolo
~u antlche e anche qui, XI con I'intervento di maestranze bizantine. D'altronde che i
e un uomo. A Kiev i complessi orchestrali di questo tipo, a volte completati da danza­
. o~o tutt.i uomini (fig. tori 0 danzatrici, esistessero a Bisanzio e testimoniato dal Cletoro­
chiederci se la Chiesa, logion dove, t1'a i domestici dipendenti dall'Epa1'co e compreso
mente ottenuto che Ie un domestikos tes thymeles, che riteniamo, avesse il compito di
mosaico di Hama) si sovrintendere Ie rappresentazioni di musica e danza 67 • N e da
ell'organista che insie­ conferma il De Cerimoniis nel paragrafo riguardante il «convivio
l'impo1'tanza di que­ gotieo» dove, parl'ando dei panduristi che si apprestavano con
stanna
. tre suonatori , danze e canti ad allietare il convivio, si fa presente che, prima di
primo agita i campa­ 101'0, si faceva entrare I'arconte «tes thymeles»68, probabile 'regi­
u:lli visti nel saltedo sta' della complicata rappresentazione che stava per svolgersi. Di
dl. u~o dei mosaiei di thymeles parla anche Giorgio Monaco in rapporto alIa vita di
glatl sulle ginocchia Teofilo, riferendosi specificatamente a quelli che nel gruppo suo­
robabile derivazione navano gli strumenti a co1'da 69 •
e bacchette. 11 terzo Bucdne, trom be, salpighe (lunghe trom be sottili, aperte al
. Purtroppo in questa termine a corolla), comi e tibie (trombe corte e sottili di osso),
rduta e giustamente i erano gli strumenti che insieme al timpano corredavano l' eserd­
zona mancante Fosse to. n suono delle buccine salutava a Bisanzio i soldati che s'im­
, da 101'0 identificato barcavano per la guerra e, stando ai Patria 70 una serie di buccine
ltro supporre che si era disposta lungo il muro di un palazzo che si affacciava suI mare
e e sovrastato da un e, per questa ragione, denominato Bukinon. Dette buccine erano
estra Ie corde di una molto grandi e suonavano a seconda dello spirare dei venti. Della
destra in basso, del personificazione di questi elementi atmosferici bucdne 0 trombe
ano due auleti. Alla sono sempre I'attributo e nuovamente troviamo conferma di cio
rcuotere due piatti in un'altra miniatura del Khludov (f. 133r, Salmo 34, 7)" dove
quattro figure maschili - i venti - che soffiano nelle bucdne, sono
#reseo delto degli "Scho­
ru~so): iI saggio e stato 66 V. Lazarev, Storia della pittura bizantina, Torino, 1967, p. 154. Tockaja e
torI, nel n. 3 di «Milion. Zajaruznyi 10 ritengono del secolo XI.
sae:a a Bisanzio, Roma, 67 Cletorologion cit., col. 1324 B.
~Stc~/ogica dell'a//resco .s De Cerimoniis, col. 688.
ita ~t Kiev, ibidem, pp. 69 Giorgio Monaco, ed. Bonn, 1838, p. 142.
92, In occasione di una 70 Patria Constantinopoleos. Seriptores originis Constantinopolitarum, a cura
di Th. Perger, Leipzig, 1901, II, p. 231.

79

I
FERNANDA DE' MAFFEI

1a qua1e riferis(
collocati ai quattro angoli della terra (fig. 30), ipoteticamente
re con lui pove
raffigurata, secondo antic he credenze come una superficie qua­
to divino, priv
drangolare.
Tornando a fonti storico-letterario ricordiamo Anna Comne­ a1cuna musica
na che nell' Alexiade (opera che si conelude nel 1118), parla delle Scarsissiml
'ouccine usate per dare il segno della battaglia e dei timpani le notizie rigu:
distribuiti ai marinai bizantini, che su piccole imbarcazioni nel aHa fine del s
lago di Nicea, partecipavano all'assedio della citra. Lo scopo era che Alessio 1
quello di intimorire con illoro suono il nemico. Anna prosegue la figHe - Irene'
_ trasferlle (;\
narrazione ricordando come dopo la presa di Nicea, mentre si
issavano sugli spalti Ie insegne imperiali, il basileus fu salutato dal mo, aUe Blad
suono delle buccine e delle salpighe. Anna riferisce inoltre che, no posti S?tt:
per ordine di suo padre, una salpiga suonava per fermare l' eser­ passo lascl~ 1
moniale dl I
dto se una delle moglie dei soldati stava per partorire; in seguito,
accentuando
con suono differente, avvertiva 1'esercito della ripresa del com­
ziato con i ~
hattimento 0 della marcia7l •
Blacherne. 1
Questi strumenti a fiato compaiono in alcune miniature dello
scritte dal p
Skilitzes Matritensis della Biblioteca Nazionale di Madrid. 11 un notevOlil
manoscritto, risalente probabilmente al secolo XIII 0 XIV, ma
politica inn
copia di un originale del secolo XI, contiene illustrata Ia Synopsis L'occuP
Historiarum di Giovanni Skilitzes e tra Ie miniature vi sono soIda­ una pagina
Ii in guerra con Ie salpighe (fig. 31); inoltre a fo1. 10v, vediamo Ie
mancando
1:>Uccine che suonano per annunziare l'elezione a coimperatore di massima pl
Michele I da parte di Leone V l' Armeno. A fo1. 145v Ie salpighe
siamo priv
<lccolgono a Costantinopoli Niceforo Foca e sono accompagnate Il 1261
dal suono della cetra e dei cheirocymbali (fig. 32); infine a fo1.
Michele V
78v un gruppo di suonatori con Huto, salpigha (?) e cheirocymba­
musicali it
H, mascherati da sacerdoti, suonano, su ordine di Michele III, per
tico fasto;
deridere il patriarca Ignazio (fig. 33).
la piu rist
Spesso trombe e buccine vengono traslate in testi reHgiosi, 11 De (
come ad esempio nell'affresco del giudizio finale nelI'esonartece
secolo XI
della Nea Moni di Chios (Grecia) (seconda meta del sec. XI) dove
re assai 11
Ia buccina e suonata da un angelo per risvegliare i morti; oppure pisce iml
ancora nelI'Exultet di Troia del XII secolo (Biblioteca Capitola­ precende
re) dove, in ovvia traslazione da temi imperiali, sono gH angeli a basileis;
dar Hato aIle buccine per esaltare l'ascensione di Cristo72 •
gura zion
L'utilizzazione di complessi musicali nei banchetti durante i
secoIi XI e XII e indirettamente testimoniata da Anna Comnena,
7) Cc
e chiaro r
71 Anne Cornnene, Alexiade: Regne de l'Empereur Alexis Ier. Comnene musicali.
(l081-1018), lexle elabli el lraduil par B. Leib, Paris, 1967-1988, index par P. 74 N
Gamhier, Paris, 1976, II, p. 217; III, pp. 12, 13 e 213. 7' P
72 A. Grabar - M. Manoussacas, L'Itlustration du ms. de Skilit1.es du Madrid, Magnae I
Venezia, 1979.

80
1


~:
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

30), ipoteticamente la quale riferisce che quando suo padre Alessio invitava a mangia­
una superficie qua­ re con lui poveri ed ammalati «la sua tavola era come un banchet­
to divino, priva di strumenti sonori, di auli, di timpani, ne vi era
'amo Anna Comne­ alcuna musica importuna73 ».
eI1118), parla delle Scarsissime sono invece, dopo il fiorente periodo macedone,
gli.a e dei tim pani Ie notizie riguardanti l'organo. A quanto pare se ne parla soltanto
Ie Imbarcazioni nel alIa fine del secolo XII. Cito Niceta Coniata il quale ci informa
citra. Lo scopo era che Alessio III (1195-1203) in occasione del matrimonio delle
. Anna prosegue la figHe ­ Irene con Alessio Paleologo e Anna con Teodoro Lascaris
i Nicea, mentre si - trasferlle corse, che in tali occasioni si svolgevano all'ippodro­
ileus fu salutato dal mo, alIe Blacherne dove, costruito per l'occasione un teatro, furo­
'ferisce inoltre che no posti sotto i suoi archi il «poliaulon organon» e gli aulF 4 • I1
per fermare l' eser~ passo Iascia intendere che I'organo faceva ancora parte del ceri­
rt~rire; in seguito, moniale di corte. Ma siamo in un periodo nel quale si stava
a rlpresa del com- accentuando il progressivo abbandono del Magno Palazzo, ini­
ziato con i Comneni, con preferenza data appunto alIa sede delle
ne miniature dello Blacherne. E quindi Iecito pensare che Ie fastose cerimonie de­
ale di Madrid. II seritte dal protocollo di corte da Costantino VII avessero subito
XIII 0 XIV, rna un notevolissimo calo e che, data anehe Ia non facile situazione
Ustrata la Synopsis politiea internazionale, molte fossero state abbandonate.
ture vi sono sold a ­ L'oceupazione latina di Costantinopoli, dal 1204 al 1261 e
1. 10v, vediamo Ie una pagina bianca per quanto riguarda gli strumenti musieali:
a coimperatore di maneando infatti la vita di corte, dalla quale abbiamo desunto
. 145v Ie salpighe massima parte delle nostre notizie a eonforto delle illustrazioni,
no accompagnate siamo privi di ulteriori testimonianze.
32); infine a fo1. II 1261 segna il ritorno dei bizantini nella Ioro capitale con
?) e cheirocymba_ Michele VIII Paleologo. I1 eerimoniale e l'uso degli strumenti
i Michele III, per musieali in rapporto al basileus rip rende, rna non certo con I'an­
tieo fasto; teatro delle cerimonie, non e piu il Magno Palazzo, rna
in testi religiosi Ia piu ristretta residenza della Blacherne.
e nell' esonartec~ I1 De O/licis dello pseudo-Codino, databile alla meta circa del
del sec. XI) dove seeolo XIV75, ci aggiorna suI nuovo protocollo di corte che appa­
.imorti; Oppure re assai meno fastoso di quello descritto nel De Cerimoniis. Col­
IlOteca Capitola­ pisee immediatamente la mancanza dell'organo che nei secoli
sana gli angeli a precendenti aveva svolto un ruolo tanto importante in rapporto ai
i Cristo n . basileis; nemmeno Ie altre fonti 10 citano e manca qualsiasi raffi­
chetti durante i gurazione di questo strumento.
Anna Comnena,
73 Comnene, Alexiade cit., III, p. 214. II paragone con «il servizio divino»
texis Ier. Camnene e chiaro riferimento alla mancanza durante Ie funzioni nelle chiese di strumenti
·1988, index par P. musicali.
74 Niceta Coniata, Histaria, ex recensione 1. Bekkeri, Bonn, 1855, p. 674.
Skilit·us du Madrid, n Pseudo-Codino, De officialibus Palatii Constantinopolitani et de Officiis
Magnae Ecclesiae liber, ex recognitione J. Bekkeri, Bonn, 1839.

81
FERNANDA DE' MAFFEI

mend a Hato. Tu
Uno dei punti salienti del protocollo era costituito dalla ced­
monia nota come prokypsis; il nome Ie deriva dall'alta tribuna che dell'impero non If
veniva approntata in chiesa per il Natale e Ie altre feste, con lascia intendere (
grande sfoggio di numerose icone. Su una piattaforma veniva d' avo rio conserva
79
collocato il trono imperiale, schermato da tende. II basileus vi dio del Grabar
molto piccola e r(
prendeva posto dopo la comunione e nel momenta in cui veniva­
no aperte Ie cortine, i musici (paigniotai), che si trovavano in si cm. 2. 95. Lun
basso tra Ie insegne imperiali e il clero, incominciavano a suonare nuit?! la scena ch
e i cantori (psaltai)76li accompagnavano con acclamazioni. Suonato­ posizione frontal
ri di salpighe, di buccine, di trom be (anakristai), di flauto (souro­ un basileus, d~ll
tistat') e «soltanto questi» - come precisa Codino - formavano il oHerto il plastlc(
gnano questi pe
I5ruppo dei suonatori deHniti paigniotaz7 7 • Ma egli inoltre specifi­
Grabar e l'Oikol
ca che ness uno degli «strumenti sottili» (ton lepton organon) era
presente. Se la nostra interpretazione di leptos come sottile 0 esser posta tra il
V Paleologo; pe
tenue, e giusta, riteniamo che Codino faccia riferimento agli stru­
basi1eus di Tessl
menti a corda, il cui suono si distingue da queIlo piu forte degli
strumenti a fiato. Sono comunque questi ultimi che, in epoca da parte di Mam
lpotesi questa c
paleologa, prendono i1 posto dell'organa nelle manifestazioni
darsi accanto al
ufficiali e, come si e visto, vengono persino ammessi, accompa­
gnati dal canto, negli edifici sacri, allorche il basileus e presente. danzatori che (
eipi»81, mentre.
Questa pompa della prokypsis, non era dservata al solo basi­
leus, rna poteva svolgersi per altri membri della famiglia imperia­ presentazione 1
le, anche fuori dalla stessa Constantinopoli. E il caso, ad esempio, ai basl'1 elS
. 82 . II
inginocchi~to. (
delle nozze di Teodora, figlia di Giovanni VI Cantacuzeno (1347­
1354) che ando sposa al sultano turco Orchano. I1 matrimonio si
segue in pledl
svolse a Selymbria (Silivri, Turchia) nella piana davanti aHa dtta, Ie gambe iner<
dove secondo la consuetudine, fu elevata la prokypsis, riservata una citbara, d
anche aIle figHe dei basileis, come 10 stesso Cantacuzeno precisa successione, i
nella suaStoria78 • Anche in questo caso l'alta tribuna era provvista danza e, in m
di tende di seta e d'oro per nascondere, in un primo momento, la complesso e
musica, agita!
fanciulla agli occbi dei presenti. All'aprirsi delle cortine, scrive
sempre il Cantacuzeno, la sposa apparve tra i bagliori delle Hac­ secondo 10 st
cole in mana agli eunuchi - la cerimonia si svolse dunque di sera suonatori: Ol
presente qua
come e costume ancora oggi in Siria - e nel contempo risuonaro­
no «Ie salpighe, Ie tibie, gli auli, Ie siringhe e qualsiasi altro
strumento a Hato inventato dagli uomini per dilettare l'udito». 79 A. Gra1
Anche in questa cerimonia sana quindi presenti soltanto stru­ 1960. pp. 123-]
mill attenzione
80 N.Oik
76 Qui i cantori non sono piu i kraktai del tempo di Costantino VII, bensl Oaks, in «DUl
i psaltai che nel De Cerimoniis, passim, sono indicati come gli specifici camori 81 efr. G
della chiesa. dado dell'obel
77 Questo termine che si riscontra come si e visto nel Concilio in Trullo, complesso strl
!:embra sostituire ora i thymetikoi del De Cerimoniis. 82 Oikou
78 Giovanni Cantacuzeno, Historiarum lib,i IV, cd. Bonn, 1828·1832, II, p.
588.

82

I
GLl STRUMENTI MUSICALl A BISANZIO

ra costituito daIla ced­ menti a fiato. Tuttavia che in questo ultimo periodo della vita
'va dall'alta tribuna che
dell'impero non mancassero sicuramente strumenti a corda (.co~e
' e. e Ie altre feste , con lascia intendere Codino) e a percussione, 10 conferma la plsslde
, na plattaforma veniva d'avorio conservata al Dumbarton Oaks (fig. 34), oggetto di stu­
a tende. II basileus vi dio del Grabar79 e dell'Oikonomides 80 . Si tratta di una scatola
omento in cui veniva­ molto piccola e rotonda con un diametro di cm. 4. 30 e un altezza
0, che si trovavano in si cm. 2. 95. Lungo il cilindro si snoda senza soluzione di conti­
ominciavano a suonare
nuita la scena che andremo descrivendo. Vi sono raffigurate, in
,acc1amazioni. Suonato­
posizione frontale due famiglie imperiali composte ciascuna da
istai), di £lauto (souro­
un basileus, dall' Augusta e da un figlio. A ciascuna di esse viene
odino - formavano i1 offerto il plastico di una citta. Sulla base dei nomi che accompa­
a egli inoltre specifi­ gnano questi personaggi, Ie proposte di identificazione tra il
,n lepton organon) era Grabar e l'Oikonomides differiscono. Per Grabar la pisside puo
leptos come sottile 0 esser posta tra il 1348 e il 1352, vale a dire al tempo di Giovanni
riferimento agli stru­ V Paleologo; per 1'Oikonomides il riferimento va alIa nomina a
,qu~l1~ piu forte degli basileus di Tessaloniea - cui allude il plastico - di Giovanni VII,
ultlml che, in epoca da parte di Manuele II e la data risulterebbe quindi esser il1403/4.
nelle manifestazioni Ipotesi questa convincente. Ma quanto a noi interessa e 10 sno­
. aml?essi, accompa­ darsi accanto alle coppie imperiali di un complesso di musici e
J. basileus e presente. danzatori che Grabar interpreta come un «divertimento dei prin­
lservata al solo basi- cipi»81, mentre Oikonomides 10 considera una traduzione in rap­
l~a famiglia imperia­ presentazione ideologiea del gia citato Salmo dell' Alleluia riferito
11 caso, ad esempio ai basileis 82 . II discorso figurato-musieale ha inizio con un uomo
Cantacuzeno (13 47 ~ inginocchiato che percuote un grande tamburo poggiato a terra;
no. II matrimonio si segue in piedi un suonatore di aulo e quindi un uo~o seduto co~
na davanti alIa citta Ie gambe incrociate intento a far vibrare con Ie dna Ie corde dl
prokYPsis, riservat; una cithara, che ricorda quella dell'affresco di Kiev. Due sono, i~
antacuzeno precisa successione, i suonatori di salpiga, entrambi in atteggiamento dl
ribuna era provvista danza e, in mezzo a loro, e seduto un suonatore di pandura. II
primo momento, la complesso e completato da due ballerine che, al suono della
elle corrine scrive musiea, agitano i loro veli. Le figurette sono sottili e allungate
i bagliori delle fiac­ secondo 10 stile del tempo, come 10 sono i costumi indossati dai
olse dunque di sera suonatori: non scevri da influssi occidentali. Ora, se teniamo
ntempo risuonaro_ presente quale fu il valore degli strumenti musicali in rapporto ai
e e qualsiasi altro
dilettare l' udi to».
enti soltanto stru­ 79 A. Grabar, Une Pixide en ivoire, in «Dumbarton Oaks Papers», 14,
1960, pp. 123-145. Ringrazio an cora il prof. Antonio Iacobini per aver attirata la
mia attenzione su questa pisside.
. Cos~antino VII, bensl 80 N. Oikonomides, John VII Palaeologos and the Ivory Pixis at Dumbarton
me gh specifici cantod Oaks in «Dumbarton Oaks Papers», 31, 1977, pp. 329-339.
8i Cfr. Grabar, Une Pixide cit., p. 134. I confronti proposti sono con il
dado dell'obelisco di Teodosio e con l'affresco di Kiev. Ma Grabar, pili che suI
complesso strumentale, si attarda suI tipo di giochi in uso nell'impero bizantino.
nn, 1828-1832, II, p. 82 Oikonomides, John VII Palaeologos cit., pp. 338-339.

83

FERNANDA DE' MAFFEI

Nessuno sto
basileis, alIa corte di Costantinopoli, non possiamo considerare struzione, a que
questo piccolo complesso orchestrale come un divertimento 0 quando, esclud
come una interpretazione ideologico politica di un salmo, ma plesso sistema
semplicemente una traduzione Hgurata del protocol!o di corte collocato nell'a'
secondo la tradizione. Se nella cerimonia della prokypsis erano svolgevano i ril
presenti soitanto gli strumenti a Hato per acclamare il basileus, in scrizione circos
questo caso trattandosi, come precisa Oikonomides, di un avve­ nit's , in relazion.
nimento politico di palazzo, non stupisce che siano presenti quel­ da e pili SUCCl
Ii che il De Cer£mon£is definisce i thymelica panta. m~na che fu ri
Lo stato, quindi a Bisanzio, a differenza della Chiesa, manten­ I due testi s
;1e vivo I'uso degli strumenti musicali, e va farto presente che e affiancato da
neppure mancarono nel corso dei secoli trattati sulla musica. _ introdotti al
'futtavia va soprattutto sottolineato che I'uso e Ia valorizzazione terra per comp
dell'organo pneumatico in rapporto alla maesta del basileus, fu atto di venera~
per questo strumento la predella di lanci0 83 anche nell'Occidente trono suI quah
cristiano dove assunse particolare importanza proprio nelle chiese. muovevano la
dice Costantin
inizio al canto
Automi musicali abbassava e r
all'uscita di q
Nel novero degli strumenti musicali, alla corte di Costantino­ mente in mot'
poli non possiamo esimerci dal fare un cenno agH automi84 che gano. II fuDZ
fecero la loro apparizione a corte con Teofilo. Sappiamo dalle mezzo di mar
fonti che, insieme ai due organi d'oro, di cui si e parlato, detto matico, anch
sovrano fece costruire anche due leoni e due grifoni d' oro nonche Ne possiamo
un albero - alcuni precisano un platano - tra i rami del quale che illustra \;
svariati uccelli intonavano illoro canto, per mezzo di tubi nasco­ tiones mecan
sri che vi facevano confluire I'aria. Lo scopo di questi oggetti era di Milano. r
:}uello di magnificare la maesta dell'imperatore. Essi, sempre tre soffietti .
li:tando alle fonti, furono distrutti daI figlio di Teofilo, Michele III Cividale del
(842-867) insieme agH organi di cui si e gia dert0 85 • Il proble
Maliaras91 , i
83 Una norizia del 1449 comenuta nelle memorie di Giorgio Sphranze ac­ 86 De Ce
cenna ad «un organo» in occasione di un suo viaggio in Iberia (Georgia). Scrive ffI Liutp1
di essere stato accompagnaro da nobili, soldati, santi monad, cantori, medici e 88 Rimar
artisti «i quali avevano con se un organo». Gli Iberi - egli continua - «udirono riferisce Liuq
questo nome ma non ne conoscevano il significate e 10 vollero vedere e semire, albcri erano (
per questa ragione si raccolsero da tutti confini dell'Iberia per senrirlo». Malia­ tois dendresi
ras, Die Orgel cir., pp. 285-286, si sofferma su questo passe e ipotizza trattarsi di soltanto sui r
un organo del secolo X, forse portato dal Magno Palazzo aile Blacherne conser­ 89 Solta
vato come un pczzo da musco. 1049 D.
84 Per gli automi musicali in generale efr. R. Hammerstein, Klnag und Ma­ 90 Pseu
r;ht. Tonende Automaten als Realitiit und Fiktion in der alten und mittelalterli­ 91 Liuq
chen Welt, Berlin, 1966, (per Bisanzio, in particolare pp. 43-50). sicuramente
8' efr. Maliaras, Die Orgel dr., p. 137. schel etfO po

84

_ . .......I.-..­ -------L-----­
GL! STRUMENTI MUSICAL! A BISANZIO

ssiamo considerare Nessuno storieo fa piu cenno, dopo la notizia della loro di·
un divertimento 0 struzione, a questi automi fino alIa loro ricomparsa nel X secolo,
a di un salmo, rna quando, escludendo i grifoni, essi vengono a far parte del com­
protocollo di corte plesso sistema del trono cost detto 'Salomonico', stabilmente
a prokypsz"s erano collocato nell'abside del grande triclinio della Magnaura, dove si
mare il basileus, in svolgevano i ricevimenti per gli ambasciatori stranieri. Una de­
mides, di un avve­ scrizione circostanziata si trova, ancora una volta, nel De Cerz"mo­
siano presenti quel­ nUs, in relazione con l'arrivo, nel 946, dei Saraceni 86 • Una secon­
anta. da, e piu succinta segnalazione e fOJ'nita da Liutprando da Cre­
la Chiesa, man ten­ mona che fu ricevuto alIa corte di Bisanzio nel 959 87 •
fatto presente che I due testi segnalano che il trono era appoggiato su due leoni
ttati sulla musica. e affiancato da un alber0 88 • Nel preciso momenta in cui gli ospiti
. e la valorizzazione - introdotti al suono dell'organo ­ si prostravano con la fronte a
ta del basileus, fu terra per compiere la proskynest"s di rito, dovuta al basileus come
che nell 'Occidente atto di venerazione, i leoni si alzavano sulle zampe innalzando il
roprio nelle chiese. trono suI quale era assiso il sovrano e, nel contempo, ruggivano e
muovevano la coda. Gli uccelli sull'albero rna anche quelli, come
dice Costantino Porfirogenito, che si trovavano sul trono, davano
inizio al canto secondo il verso loro propri0 89 • Quindi il trono si
abbassava e nel silenzio si svolgeva il colloquio con gli ospiti;
rte di Costantino­ all'uscita di questi il complicato meccanismo si metteva nuova­
agli automi 84 che mente in mota e la cerimonia si concIudeva con il suono dell'or­
o. Sappiamo dalle gano. II funzionamento del trono doveva esser concertato per
si e parlato, detto mezzo di mantici ad aria, in analogia con quelli dell'organo pneu­
'foni d'oro nonche matico, anche se probabilmente doveva essere piu complicato.
i rami del quale Ne possiamo comunque avere un'idea da uno schematico disegno
zzo di tubi nasco­ che illustra una copia dell'XI secolo del De Arz"tmett"ca et Instz"tu­
. questi oggetti era tz"ones mecant"cae di Boezio conservato aHa Biblioteca Ambrosiana
ore. Essi, sempre di Milano. Esso raffigura un alberello con uccelli alimentato da
eofilo, Miehele III tre soffietti per l'aria. L'immagine si ripete in un manoscritto di
tto 85 • Cividale del Friuli (fig. 35)90.
II problema che gli studiosi si sono posti e da ultimo anche il
Maliaras 91 , e quello del periodo della costruzione del trono salo-
Giorgio Sphranze ac­
eria (Georgia). Scrive 86 De Cerimoniis, colI. 1048-1054, in particolare 1049-1052.
ad, cantori, medici e 87 Liutprando da Cremona, Antapodosis, PL, 135, col. 895 B.
. continua ­ «udirono 88 Rimane il dubbio se accanto al trono vi fosse solo un albero, come
ero vedere e sentire, riferisce Liutprando che parla di «Aerea sed deauratam quedam arbor» 0 se gli
per sentirlo». Malia· alberi erano due dato che Costantino VII parla degli uccelli che cantavano «en
e ipotizza trattarsi di tois dendresi», a meno che egli non volesse significare non sugli alberi, ma
aIle Blacherne conser· soltanto sui rami (degli alberi).
89 Soltanto Costantino VII parla degli uccelli sui trono, De Cerimoniis, col.
rstein, Klnag und Ma· 1049 D.
Iten und mittelalterli­ 90 Pseudo-Simeone Magistro, Historia cit., p. 625.
·43·50). 91 Liutprando da Cremona, Antapodosis cit. L'albero, come egli scrive, era
sicuramente di bronzo dorato (efr. supra nota 89); per i leoni ha un dubbio. 10
scheletro poteva essere anche di legno.

85
FERNANDA DE' MAFFEI

monico. Costruzione 0 ricostruzione oppure adattamento dei vecchi


automi restaurati ad un nuovo trono? Che albero e leoni possano
sicuramente essere stati riutilizzati, ricoprendo ancora una volta
d'oro illoro scheletro, 10 confermerebbe Liutprando il quale con
precisione attesta che l'albero era di bronzo coperto d'oro e che
i leoni potevano essere di legno 0 di bronzo, sempre coperti
d'oro.
Rimane l'interrogativo per il trono, che non viene mai elenca­
to tra gli oggetti fatti eseguire da Teofilo, e neppure tra quelli
distrutti da Michele III. Ci chiediamo se esso non sia stato costruito
ex novo quando uno dei successori di Michele III ebbe l'idea di
riutilizzare i resti dei vecchi automi per dare vita ad un panicola­
re seggio che ricordasse il lussuoso trono di Salomone, accurata­
mente descritto nel III Libro dei Re (10, 18-21) rna soprattutto
(come noi riteniamo, tenendo conto della mentalit?1 bizantina)
perche nella sua denominazione esso adombrasse, emblematica­
mente, la sapienza e la giustizia, doti precipue di Salomone, e che
dovevano essere anche doti precipue del basileus nella gestione
del potere 92 •
II Maliaras 93 ipotizza, con validi argomenti, che questo «trono
salomonico», al pari dei due organi d' oro 0 imperiali, sia da
attribuire ad un intervento di Leone VI (876-912), facendo, tra
l'altro presente 1'amore che delto sovrano ebbe per gli automi
musicali e non, e dei quali parla in un suo poema Leone Choiro­
sphactes. Ii sovrano Ii aveva fatti disporre nelle terme dove era
l'.olito recarsi; ed era n che si dilettava del suono incessante di un
organo che cantava Ie sue lodi, di un drago che usciva fuori
strisciando, di un leone che ruggiva, del felice grido di una gru
del colore dello zaffiro e di una canzone che riecheggiava tra Ie
foglie dorate di un albero dai rami frondosi.
Purtroppo sia il trono salomonico sia questi automi sono
andati perduti al pari degIi organi d'oro, Forse durante l' occupa­
zione latina di Costantinopoli, dato che dall' epoca dei Paleologhi
non ne abbiamo pili notizia, e neppure abbiamo una raffigurazio­
ne che Ii ricordi. Per il trono possiamo riproporre, come suggeri­
mento generico, rna che fu Forse anche lontana fonte d'ispirazio­
ne, l'immagine che decora il fondo di una coppa Sasanide (con­
servata nel museD archeologico di Teheran). In essa vediamo,
probabilmente Cos roe II (591-628), assiso su una trono, inqua­

92 II rapporto tra i sovrani bizantini e i personaggi dell'Antico Testamento,


specie Davide, e frequente.
9) Maliaras, Die Orgel cit., pp. 127-169.

86
GL! STRUMENTl MUSICAL! A BrSANzIO

re adattamento dei vecchi drll,to da uccelli che fanno. parte del trono stesso, cost come
e albero e leoni possano doveva esser quello della Magnaura stando alIa descrizione di
prendo ancora una volta Costantino VII e, in piu sorretto da due leoni che sembra essersi
Liutprando i1 Quale con appena alzati in atto di ruggire e di muovere la coda, come, del
nzo coperto d'oro e che resto, aveva visto Liutprand0 94 ,
bronzo, sempre coperti

e non viene mai e1enca­


10, e neppure tra quelli
so non sia stato costruito
ichele III ebbe l'idea di
are vita ad un particola­
di Salomone, accurata­
, 18·21) rna soprattutto
l1a mentalita bizantina)
mbrasse, emblematica­
ipue,di Salomone, e che
baslleus nella gestione

enti, che questa «trono


ro a imperiali, sia da
(876-912), facendo, tra
ebbe per gli automi
poema Leone Choiro­
,e nelle terme dove era
,suono incessante di un
raga che usciva fuod
elice grido di una gru
che riecheggiava tra Ie
si.
a questi automi sono
orse durante l'occupa­
.'epoca dei Paleologhi
lamo una raffigurazio­
oporre, come suggeri­
tana fonte d'ispirazio­
coppa Sasanide (con­
n), In essa vediamo ,
su una trono, inqua­

. dell'Amico Testamento,
94 F. de' Maffei, leone pitture e arte al concilio Niceno II, Roma, 1974,
Appendice I: La cassettina di Troyes, pp. 109-118: 114-115.

87
FIG. 1. Monacl che suonallo il simandron. Salterio Khludov, f. 620. Mosca, Museo
storico.
62v. Mosca, Museo
FtG. 3. Organo pneumatico. Particolare del mosaico con piccola orchestra FTG. 4. Putti che azionano il mantice dell'organo pneumatico. Particolare
conviviale. Museo di Hama. del 111osaico con piccola orchestra conviviale. Musco di Hama.
FIG. 3. Organo pneumatico. Panicolare del mosaico con piccola orchestra
conviviaJe. Museo di Hama. FIG. 4. Purti che azionano iJ manrke dell'organo pneumarico. Panicolare
del mosako con piccola orchestra conviviale. Museo di Hama.

FIG. 5. Fanciulla che pcrcuote con asticelle una serie di coppe. Particolare del mosaico con piccola orchestra conviviale.
Museo di Hama.
FIG. 6. Fanciulla che regge due auli. Particolare del mosaico con piccola orchestra
conviviale. Museo eli Hilma.
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Ftc 7. Bancheno del Faraone. Miniarura del Cod. Vindob. theal. gr. 3, i. 34. Wien, Osrerreichische Narionalbibliorhek.
J - LC$ pltothides d:JDS leur logemeot.
1 - TuyallX' de I'Hydr:a. d'Aquiocum.

3· Les rt$sorts.

FTc. 8. Res i delJ'organo idraulico eli Aquincum.


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daos leur log~meot.
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Frc;. 10. Suonatori d.i organo, ill a~ 0 doppio e di tromha. Particolare di Jestra dell'ultimo
registro in basso del law sud della base dell'o e1isco d.i Teodosio. Istanbul, ippodro­
mo.

FIG. \2 Mem
dell'l

FIG. 11. Suonatore d.i organo e anzatrici con campanelli. Particolate di sinistra deJJ'ulrinlQ
tegistro in basso Jellato sud della base delJ'obelisco d.i Teodosio. Istanbul, ippodro­
mo.
'..I ,.;.' - .......

FIG- 12_ Menade damante con Sileno_ Piano d-argenro_ San Pietroburgo_ M seQ
delJ'Hermirage

sinistra dell'ultimo
Istanbul, ippodro­
..--.". ,.: T~l·*,"~~~&;;';~-~.w¥,! /1' I
MOY"7\~N
XHi\ffACli
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'

FIG. 13. Maria di Mose che guida gli ebrei dopo iI passaggio del Mar Rosso. Minia­
tura del Salterio di Khludov, f. 148". Mosca, Museo storico.

FIG, 14. Fanciulla che danza can i campanelli. Mmtatura del Salre­
rio cod. gr. 139. Paris, Bibliotheque Nationale.
FIG. 14. Fanciulla che danza COn i campanelli. Miniatura del Salte.
rio cod. gr. 139. Paris, BibJiotheque Nationale.

FIG. 15. Baccante che danza con i cimbali insieme ad un Satiro. MClsaico. FIG. 16. Achille che suOlla iJ salterio con il plertra. Mosaico. Madaba,
Madaba, Museo archeologico. chiega degli ApostOl!.
FIG. 17. Amice di rearro u di circa. can lira e ma­ FIG. 18. Musa che suona Ia lira. Particolate del dit­
schere. Avotiu. Berlin, Sraatliche Museen. rico. n poera e la musa. MOllza, Tesoro
della Cattedrale,

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FIG. 19. ozze eli Davide can suonatori eli aulo. Piano d'argento. London, British Mu­
seum.

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Frc. 20. Suonatore di liuto. Particolare del mosaico di un peristiJio del Magno Palazzo. Istan­
bul, Museo dei mosaici.
Flc. 21 Fronrespizio del salterio Khludov con Davide che suona il
salterio e quattro musici con campanelli, pandura, doppio Flc. 22. Idutun che suona il doppio tamburello. Miniatura del Sal­
tamburello e buccina. Mosca, Museo storico. lerio Khludov,f. 37v. Mosca, Museo storico.

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FIG. 27. Gli ebrei che hanno appeso Ie arpe ai salici. Miniarura del Salterio di
Khludov, f. 135/.-'. Mosca, Musco storico.

FIG. 26. Davide che suona iI salterio. Miniatura, Particolare. Cod. gr. 139, f. lv.
Paris, Bibliomeque Narionale.
FIG.

FrG. 28. Complesso orchesrrale. Affresco. Kiev, Torre scalaria della chiesa della Santa So·
Fia.

'.
:,
,;1
,I
-, II

~=_~~.-'::.__-~-;;i~-~ -- - --~
Fr(~. 29. Complesso orchestrale. Disegno con integrazione delle pani mancanri dell'alfre­
sco della torre scalaria deUa ch.iesa di Santa Sofia eli Kiev (da 1. F. Tockaia e A.
M. Zajaruznyil.
FIG. 30. Personificazione dei venti con 1<: bue ine posli ai quattro angoli della terra. lvli­
niarura del Salterio eli Khludov, f. 1331'. Mosca, Museo storko.

FIG. 31. Soldati in guerra a1 suono della salpiga. Miniatura da Skilitzes Matritensis, f. 253.
Madrid, Biblioteca Nacional.

mti deWaffre.
Tockaia e A.
FIG. 32. Suonatori eli salpighe, di cheyrocyru ali e eli khytara che accolgono a Costannno­
poli Niceforo Foca, Skilitzes Matritensis, f. 145v. Madrid, Biblioteca acional.

FIG. 34.

FtG. JJ. Suonatori di liuro. di salplga e cheyrocymbah Skilitzes Matritensis. f. 78v. Ma­
drid. Biblioreca Nacional.
a.

Jgono a Co,tantino.
iblioreca Nacional.

d.

FIG. 34. Coroplesso orchestrale can dame. Pisside d'avorio. Dumbarton


Oaks.

ensis, f. 7811. Ma·


Ri

SUR LA TRAC
DANS LA:E
L'OFFICE VE

1. Pretimil1aires

La liturgie celeb'
de plusieurs fa<;ons
ex em pie a mentionr
pour les psaumes ut
me c'est l'usage gel
nettement remaniec
cale et speciale de 1:
dans les differents!
tere a travers les tr<
Marco.
EHectivement,
pas chante des tro]
meme pas durant I
X-XIs siecles. Ce I
gie. A Venise, on 1
ecrits, aune epo
Marco (ie manus
F'G. 35. D'lsegno. di. un alltoma con albero e " Kulturbesitz, Mu:
senno di S. Biagio. Cividale de! Friul~eeelli, aZlonato da soffietti. Mano·
XUle siecle, ul a
simplemeot disp3
des tropes est rel
les fetes importa
elemeots. 11 y a
sangalliens, au (
blent uniques (p

1 G. Cattin, N
delle Ore dal XII a
cinqtlecenteschi, 3 \
Collezione speciale
2 Canw, Musl
42 et passim. La pu
trionale e ii Nord (,
de la Basilique de '
DA BIsANZIO

A SAN MARCO

MUSICA E LITURGIA

a cura di

Giulio Catlin

Fondazione Ugo e Olga Levi

Societa editrice il Mulino

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