inquinata, questo comporta che tutte le specie marine (pesci, molluschi, alghe ecc. ) sono a rischio di estinzione
Tutti i mari del mondo sono coinvolti:
nell’oceano Pacifico esiste una isola galleggiante di rifiuti plastici grande come tutta la Francia. Anche nel mar Tirreno, vicino a casa nostra hanno recentemente scoperto un’ isola di plastica che si muove tra l’isola d’Elba e la Corsica. Le bottiglie di plastica sono l’inquinante principale: per decomporsi nel mare occorrono 450 anni. Tutti noi dovremmo smettere di utilizzarle sostituendole con borracce o bottiglie di vetro
Per risolvere il problema dobbiamo
impegnarci tutti a : 1. NON SPRECARE L’ACQUA IN CASA 2. ACQUISTARE PRODOTTI AGRICOLI CHE ARRIVANO DA ZONE VICINE 3. CHIEDERE CHE LE AZIENDE PRODUCANO SPRECANDO MENO ACQUA POSSIBILE Legambiente ha monitorato la quantità di rifiuti sulle spiagge italiane: ci sono una media di 670 rifiuti ogni 100 metri. La plastica si conferma il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,4%), metallo (4%), carta e cartone (3%).
In questa immagine vediamo i tempi di
decomposizione di tutti gli oggetti che gettiamo in mare: si va dai 2 mesi per un torsolo di mela ai 600 anni del filo da pesca. La plastica non è biodegradabile ma, esposta alla luce del sole, lentamente si decompone in piccoli frammenti: le MICROPLASTICHE. Esse possono essere scambiate per cibo e ingerite da pesci, molluschi e crostacei, accumulandosi nei tessuti. E’ chiaro che il mare non può sostenere una situazione del genere ancora a lungo
LA SCARSITA’ D’ACQUA
Nel mondo quasi 1 miliardo di persone
non ha accesso facilmente all’acqua potabile: nei villaggi africani e asiatici mancano pozzi e acquedotti
Le grandi dighe trattengono l’acqua
solo in alcuni territori sottraendola ad altri paesi e causando spesso guerre e migrazioni di popoli interi
L’acqua spesso deve essere depurata
con tecniche poco sicure provocando dissenterie anche mortali per molti bambini. Tutti i popoli della terra hanno ugualmente diritto di accedere all’acqua potabile ma si calcola che nel 2040 metà del pianeta avrà seri problemi a reperire l’acqua. Anche l’Italia e molti paesi del Mediterraneo si troveranno in difficoltà. PROBLEMI LOCALI La Pianura Padana è una zona densamente popolata dove si pratica un’agricoltura intensiva
L’agricoltura assorbe il 63% dell’acqua
dolce a disposizione contro il 20% dell’industria e il 7% per l’uso domestico
Inoltre gli antibiotici usati per gli
allevamenti di bestiame e i fertilizzanti e pesticidi usati in agricoltura finiscono tutti nei corsi d’acqua o nelle falde sotterranee inquinandole ulteriormente. Dobbiamo capire che l’acqua sta finendo ed è la nostra fonte di vita, non una merce utile ad arricchirsi Nella mia zona in provincia di Novara esistono molte risaie che consumano troppa acqua. Ultimamente gli agricoltori stanno sperimentando un metodo chiamata SEMINA IN ASCIUTTO DEL RISO che permette di risparmiare fino all’80% di acqua rispetto al metodo tradizionale.