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LA STORIA DELLA MUSICA

IL CANTO GREGORIANO
Agli inizi del VI secolo, esistevano in Occidente diverse aree liturgiche europee, ognuna con un proprio rito
consolidato (tra i principali, ricordiamo il rito vetero-romano, il rito ambrosiano a Milano, il rito visigotico-
mozarabico in Spagna, il rito celtico nelle isole britanniche, il rito gallicano in Francia, il rito aquileiese nell'Italia
orientale, il rito beneventano nell'Italia meridionale). La tradizione vuole che alla fine di questo secolo, sotto il
papato di Gregorio I (590-604) si sia avuta la spinta decisiva all'unificazione dei riti e della musica ad essi soggiacente.
In realtà si ha motivo di credere che l'unificazione avvenisse quasi due secoli più tardi, ad opera di Carlo Magno e
sotto l'impulso dell'unificazione politica che portò alla nascita del Sacro Romano Impero. Il prodotto dell'unificazione
di due dei riti principali quello vetero-romano e quello gallicano fu codificato nel cosiddetto antifonario gregoriano,
che conteneva tutti i canti ammessi nella liturgia unificata. Questa unificazione classificò i brani di musica sacra in
uso secondo un sistema di modi, ispirati - almeno nei nomi - ai modi della tradizione greca (dorico, ipodorico, frigio,
ipofrigio, lidio, ipolidio, misolidio, ipomisolidio).

GLI INIZI DELLA POLIFONIA


La riforma gregoriana non impedì che, nel corso degli anni, le melodie monodiche di base fossero arricchite tramite
amplificazioni in senso orizzontale, aggiungendo ornamentazioni alla linea melodica, e in senso verticale,
aggiungendo altre voci al canto del celebrante. L'amplificazione orizzontale prese la forma di interpolazione di testi e
melismi nella melodia gregoriana (tropi) o di composizioni originali a partire da particolari momenti della liturgia, in
genere l'Alleluja (sequenze). L'amplificazione verticale, che costituiva l'inizio della polifonia (dal greco: molte voci)
prese dapprima la forma di una raddoppio (diafonia) della voce monodica (vox principalis), con una seconda voce
(vox organalis) ad andamento parallelo e a distanza fissa (in genere una quarta o una quinta), secondo il
procedimento che fu detto organum parallelo. La vox organalis (o duplum) inizialmente posta al di sotto della vox
principalis, sarebbe divenuta più acuta negli sviluppi che seguirono. Nello stesso periodo, emerge una tecnica detta
eterofonia, probabilmente derivata dal canto popolare, che consente al duplum di eseguire melismi mentre la vox
principalis intona, con valori di durata assai prolungati, la melodia originale. Non furono queste le uniche alterazioni
della prescrizione monodica gregoriana: nello stesso periodo e luoghi dell'organum melismatico si trovano esempio
dell'uso di una voce di bordone , composizioni multitestuali dette tropi simultanei. Bisogna infine ricordare che
in Inghilterra nacque un tipo di polifonia molto diversa da quella del continente europeo, che ammetteva,
enfatizzandoli, gli intervalli di terza e sesta, considerati dissonanti sul continente. Questa tendenza, espressa in
composizioni a due (gymel) e tre voci (falso bordone), avrebbe in seguito influenzato la musica fiamminga e si
sarebbe poi diffusa in tutta l'Europa, diventando la base della musica occidentale (che si basa sulle triadi e gli
intervalli di terza).

ARS ANTIQUA
Nel 1150 si sviluppa a Parigi attorno alla Cattedrale di Notre Dame una grande scuola contrappuntistica europea, di
ispirazione pitagorica, che fu detta appunto scuola di Notre Dame, o anche Ars Antiqua in contrapposizione all'Ars
nova, che sarà un altro grande movimento polifonico che nascerà nel XIV secolo. Dal punto di vista della notazione
musicale, la Scuola di Notre Dame introdusse la tecnica di indicare precisamente l'altezza delle note (che nell'opera
di Guido d'Arezzo era ancora intesa in maniera relativa) in modo simile a quello che avviene nella composizione
musicale moderna, e la prima idea di divisione delle durate: ogni nota poteva essere divisa in tre note di durata
inferiore.

ARS NOVA
Il XIV secolo fu il secolo in cui iniziò in tutta Europa un rafforzamento del movimento di laicizzazione della cultura,
iniziò a distanziarsi dai condizionamenti ecclesiastici e ad acquistare una sua dimensione autonoma. Questo
fenomeno si manifestò in tutti gli aspetti della produzione artistica: in letteratura si ebbe la compresenza di un'opera
teologica del mondo (la Divina Commedia) e della commedia umana di Boccaccio; in pittura si passa da figure più
semplici alla dimensione fisica dell'uomo. Anche la musica acquisì una sua autonoma dimensione. L'ars antiqua si
chiude nel 1320, data a cui risalgono due trattati: Ars novae musicae di Johannes de Muris e Ars nova
musicae di Philippe de Vitry, che iniziarono il periodo cosiddetto dell'Ars nova. Questa scuola sviluppò ulteriormente
il concetto di notazione mensurale, aggiungendo altre durate a quelle usate fino ad allora, ed estendendo
l'applicabilità della divisione binaria dei valori; inoltre accentuò gli aspetti musicali delle composizioni. Queste
innovazioni la posero ben presto in polemica con gli esponenti dell'Ars antiqua . Il punto di vista ars novistico infine
prevalse, e i suoi insegnamenti furono alla base delle ulteriori innovazioni musicali che avrebbero avuto luogo nel
secolo successivo nelle Fiandre.

IL QUATTROCENTO: I FIAMMINGHI

I rivolgimenti economici e sociali del XV secolo soprattutto la guerra dei cent'anni e lo sviluppo dei traffici nel nord
Europa diminuirono l'importanza della Francia e diedero impulso allo sviluppo delle arti in generale e della musica in
particolare nelle regioni della Fiandra e della Borgogna. La scuola che si sviluppò, finanziata nelle scuole delle
cattedrali dalla borghesia benestante, prese il nome di scuola franco fiamminga e innovò grandemente le
preesistenti forme della messa, del mottetto e della chanson. Ponendo le consonanze per terze e la forma imitativa
del canone alla base delle loro procedure compositive, i fiamminghi (il fondatore Guillaume Dufay) rivoluzionarono la
pratica della polifonia ereditata dall'Ars nova e dall'Ars antiqua. Il lavoro di questi compositori poneva le basi per lo
sviluppo di quella che sarebbe stata la teoria dell'armonia. La monumentale complessità cui pervennero le
composizioni fiamminghe (si ricorda il mottetto "Deo Gratias" di Johannes Ockeghem, a 36 voci a parti reali), le
regole da essi codificate e la minuta tassonomia con la quale classificarono le forme da essi frequentate (soprattutto
il canone) finirono per inaridire e fare considerare artificiose le composizioni dell'ultimo periodo fiammingo: a questo
punto), gli insegnamenti dei fiamminghi erano stati assorbiti dagli altri musicisti europei ed erano divenuti parte
integrante della polifonia. Si affermarono diverse forme quasi monodiche, o comunque con polifonie omoritmiche
molto più semplici di quelle fiamminghe, in cui il testo prevaleva sull'intreccio musicale. Tra queste era popolare la
forma detta frottola. Da Napoli proveniva la villanella (che inizialmente si chiamò infatti villanella alla napoletana),
una forma a 3 voci, inizialmente in dialetto napoletano, che diventò una forma internazionale come il madrigale. Fu
una forma dal carattere fortemente popolare, caratterizzata dalla presenza di quinte parallele, quasi a sottolineare la
distanza dalla tradizione colta dello stesso periodo.

IL CINQUECENTO

Il XVI secolo vide il verificarsi di uno degli eventi più significativi per la diffusione della musica: la nascita dell'editoria
musicale. Nel 1501 a Venezia viene per la prima volta pubblicato ad opera di Ottaviano Petrucci l'Harmonice Musices
Odhecaton, un intero volume di musica a stampa. Petrucci utilizzò dei caratteri mobili; uno stampatore romano,
Andrea Antico, utilizzò pochi anni dopo un procedimento di tipo xilografico per ottenere lo stesso risultato. Un'altra
importante diramazione della chanson parigina fu in Italia il madrigale, nato ad opera del francese Philippe Verdelot
e del fiammingo Jacques Arcadelt. Fu questa una forma cantata a più voci, in cui il significato del testo comunicava il
carattere espressivo alla musica; in essa si cimentarono i principali musicisti dell'epoca (Palestrina, Monteverdi,
Orlando di Lasso). L'avvento della Riforma Luterana e la reazione cattolica controriformista, culminata nel Concilio di
Trento (1545-1563) ebbero un profondo influsso sulla musica sacra. Nel mondo tedesco, la traduzione in tedesco dei
canti liturgici e la loro messa in musica spesso su melodie profane creò la tradizione del corale protestante. Nel
mondo cattolico, si creò un movimento di ritorno alle origini del gregoriano, che si distanziava dall'eccessiva
complessità introdotta dalla scuola fiamminga nel secolo precedente, e proibiva ogni messa di derivazione musicale
profana, richiamando i compositori al rispetto dell'intelligibilità del testo. Particolarmente sensibile a questi dettami
fu il musicista italiano Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), che come compositore o maestro di diverse
cappelle romane lasciò un corpus di 100 messe, 375 mottetti e più di 300 altre composizioni che costituirono in
pratica la rifondazione della musica sacra cattolica, stabilendo un canone stilistico che sarebbe stato per secoli a
venire il riferimento per la musica liturgica. Allo stesso tempo, negli ambienti umanistici si sviluppava una polemica
tra i proponenti delle forme polifoniche e i proponenti delle forme monodiche, dove questi ultimi vestivano i panni
degli innovatori.
IL SEICENTO E IL SETTECENTO

Il periodo Barocco copre il periodo tra il XVII e il XVIII secolo, in particolare dal 1600 al 1750. Storicamente, la musica
aveva quasi sempre previsto la presenza di elementi vocali, eventualmente con parti elaborate per strumenti
musicali, il Barocco vide una prevalenza dell'utilizzo di strumenti, che si sviluppò all'interno delle chiese di Venezia,
sfruttando le possibilità acustiche della chiesa di San Marco. Si cominciò a scrivere per uno strumento musicale
sfruttando le capacità dello strumento stesso: questo tipo di scrittura prese il nome di "Musica Idiomatica". Nei
palazzi aristocratici si formò così la figura del Virtuoso; conseguentemente in seguito questa figura arriverà anche nei
palazzi vescovili. La musica occidentale si sviluppò con straordinaria rapidità attraverso i secoli successivi, anche
perfezionando il suo sistema tonale. La tonalità è un sistema musicale basato su scale maggiori e minori. Su ogni
grado della scala si può costruire un accordo; gli accordi possono essere di posa (1°-6°), poco movimento (2°-4°), o
movimento (5°-7°) e possono essere anche consonanti o dissonanti. Una pietra miliare è costituita dalle composizioni
di Johann Sebastian Bach del Clavicembalo ben temperato (I libro 1722, II libro 1744, raccolta di 48 Preludi e Fughe in
tutte le tonalità), opera che mette in pratica il cosiddetto sistema dei "buoni temperamenti".
Alcune tipologie di opera dell'epoca barocca sono:
- Suite: considerata una successione di danze stilizzate fatte per essere solo ascoltate: allemanda (origine tedesca),
giga (origine irlandese), corrente (origine italiana/francese), sarabanda (origine spagnola): questa successione di
danze fu inventata da Froberger.
- Sonata: brano strumentale che assomiglia al madrigale.
- Forma libera: le sezioni del madrigale diventano quelle della sonata: passa dall'essere un unico brano a essere
formato da più tempi. Lento-veloce-L-V chiesa; V-L-V-L camera.
- Melodramma: nel 1570 in casa Bardi, alcuni artisti si riuniscono e decidono di far rivivere la tragedia greca
basandosi sulla convinzione che essa fosse interamente cantata in un canto monodico accompagnato. Nel 1598 si
arriva alla realizzazione della "Dafne", musicata da Peri e Corsi, della quale resta oggi solo qualche frammento. Nel
1600 viene composta, da Peri e Caccini, per il matrimonio di Maria de' Medici e Enrico IV di Francia, l'"Euridice", con
testi di Rinuccini. Nello stesso anno l'opera di Emilio de' Cavalieri "Rappresentatione di anima et corpo" che ha la
stessa impianto di un melodramma ma non è definibile come tale dato che i melodrammi devono essere di
argomento profano e questo non lo era. L'Euridice viene notata dal duca Gonzaga di Mantova che commissiona un
melodramma al suo musicista Monteverdi, che compone nel 1607 l'"Orfeo". I primi melodrammi vengono eseguiti in
"recitar cantando" (un canto monodico accompagnato): da lì nascono il recitativo e l'aria. Gli argomenti dei primi
melodrammi sono di argomento mitologico per giustificare l'inverosimiglianza del dialogo cantato. Viene molto
utilizzato il mito di Orfeo e Euridice perché si esprime la magia e la bellezza del canto di Orfeo capace di muovere gli
affetti. Il finale veniva spesso cambiato perché i melodrammi dovevano avere un lieto fine, cosa che non
caratterizzava questo mito.

Nel periodo barocco si istituirono alcune scuole per musicisti come associazioni laiche. In Italia nascono i primi
conservatori, nati in realtà come orfanotrofi, in cui agli orfani veniva fatta studiare la musica. In Italia Antonio
Vivaldi operò molto negli orfanotrofi, come insegnante e direttore di orchestra. Innovando dal profondo la musica
dell'epoca, Vivaldi diede più evidenza alla struttura formale e ritmica del concerto, cercando ripetutamente contrasti
armonici e inventando temi e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel comporre una musica non
accademica, chiara ed espressiva, tale da poter essere apprezzata dal grande pubblico e non solo da una minoranza
di specialisti. Vivaldi è considerato uno dei maestri della scuola barocca italiana, basata sui forti contrasti sonori e
sulle armonie semplici e suggestive. Altro importante esponente della musica strumentale italiana di questo periodo
è Domenico Scarlatti. La scuola pianistica russa ha tenuto in grande considerazione la musica di Scarlatti per le sue
grandi qualità didattiche ed artistiche. Alla fine del Cinquecento un prete fiorentino (S. Filippo Neri) crea piccole
assemblee dove i fedeli possono pregare e discutere insieme di argomenti religiosi. Queste assemblee ebbero molto
successo. Vennero emulati ovunque. Durante queste assemblee i partecipanti discutevano e pregavano cantando
delle Laudi polifoniche. Con la morte di S. Filippo Neri, l'utenza diventò di un ceto sociale più alto. Si cominciano a
cantare i Madrigali, e piano piano si trasformano in oratori. Le principali differenze tra melodramma e oratorio sono:
oratorio - no azione scenica, sacralità, fondamentalità del coro, presenza del narratore (historicus); melodramma - sì
azione scenica, argomento profano, no coro, no narratore. Mentre fino al XVI secolo prevalevano gli strumenti a
fiato perché erano i più idonei ad eseguire la musica polifonica nel ‘600 prevalsero gli archi anche perché con questo
tipo di strumento puoi produrre più effetti e dinamiche. Fino a quel momento non esisteva il concetto di pubblico
dato che le opere venivano eseguite solo nelle corti. Nel 1637 con l'apertura del primo teatro pubblico a Venezia, la
popolazione sarà quella che paga e comincerà a condizionare le scelte musicali. Durante la prima metà del Seicento
nella scuola veneziana, Girolamo Frescobaldi scrisse per organo e clavicembalo, una musica polifonica dove inserisce
il virtuosismo, dando anche indicazioni all'esecutore. Le forme dei brani che scrive sono: canzona, ricercare, toccata
e capriccio. Accanto a quelle di Bach, sono di fondamentale importanza le composizioni del tedesco Georg Philipp
Telemann, che esce dagli schemi della scuola tedesca di quel tempo. Vi è inoltre la grande presenza di Wolfgang
Amadeus Mozart. Senza dubbio è uno, tra i grandi, e sono tanti; e grazie a lui l'evoluzione della musica può poggiare
su un grande pilastro creato, che si estende in tutti i campi, sinfonia, opera, musica da camera, serenate, e che è il
legame, possiamo dire, tra la musica del settecento (le sinfonie calme e serene, che rispecchiano alla perfezione gli
schemi musicali, di Haydn) e quella romantica del XIX secolo.

Antonio Vivaldi

Antonio Lucio Vivaldi è un celebre violinista e compositore del periodo barocco e fu anche un sacerdote. La sua
composizione più nota sono i quattro concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre e
straordinario esempio di "musica a soggetto". Innovando dal profondo la musica dell'epoca, Vivaldi diede più
evidenza alla struttura formale e ritmica del concerto, cercando ripetutamente contrasti armonici e inventando temi
e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel comporre una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale
da poter essere apprezzata dal grande pubblico e non solo da una minoranza di specialisti. Vivaldi è considerato uno
dei maestri della scuola barocca italiana, basata sui forti contrasti sonori e sulle armonie semplici e suggestive.
Johann Sebastian Bach fu profondamente influenzato dalla forma del concerto vivaldiano: egli trascrisse alcuni
concerti per clavicembalo solista e alcuni concerti per orchestra.

Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach fu un compositore tedesco e organista del periodo barocco, universalmente considerato uno
dei più grandi geni della musica di tutti i tempi. Le sue opere sono famose per profondità intellettuale, padronanza
dei mezzi tecnici ed espressivi, bellezza artistica e sono state di ispirazione per la gran parte dei compositori che si
sono susseguiti nella tradizione europea. Durante la sua vita, egli compose oltre 1000 opere. La sua raccolta di
preludi e fughe chiamata Il clavicembalo ben temperato costituisce un repertorio monumentale e definitivo per
quello che riguarda lo stato della forma detta fuga in ambito barocco. Esplorò compiutamente la possibilità di
eseguire sulla tastiera composizioni in tutte le 24 tonalità maggiori e minori, come risultato dell'abbandono del
sistema di accordatura mesotonica a favore dei cosiddetti "buoni temperamenti".

Georg Friedrich Händel

Georg Friedrich Händel fu uno dei maggiori compositori del XVIII secolo. Händel visse dal 1706 al 1710 in Italia, dove
raffinò la sua tecnica compositiva, adattandola a testi in italiano; rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma,
Napoli e Venezia e conobbe musicisti coevi come Scarlatti, Corelli, Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale
Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra. A Londra Händel decide di stabilirsi, e fondare un teatro reale
dell'opera, che sarà conosciuto come Royal Academy of Music. Fra il 1720 e il 1728, scriverà per questo teatro
quattordici opere. Händel compose almeno quaranta opere per il teatro – fra cui molte di genere "serio" – diventate
famose. Fu autore anche di trentadue oratori altrettanto celebri (incluso il suo capolavoro Messiah). Scrisse poi
molte pagine di musica per orchestra. Tra esse comprendevano inni ed anthem, sorta di inni celebrativi, e sonate
sacre, oltre a centodieci cantate, venti concerti e trentanove fra sonate, fughe, suite per cembalo.
LA MUSICA CLASSICA

Nella storia della musica, la musica classica propriamente detta, anche periodo classico, classicismo musicale, è la
musica composta fra il barocco e il romanticismo, ovvero nella seconda metà del Settecento, con appendice nella
prima parte dell'Ottocento, fino agli anni immediatamente successivi al Congresso di Vienna. Il polo del movimento
classicista è in particolare Vienna (tanto che si parla di Classicismo viennese), città dove operavano Franz Joseph
Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart, e Ludwig van Beethoven, i tre più grandi protagonisti della stagione classicista.
La stagione del Classicismo musicale si colloca circa tra il 1760 e il 1830 e presenta caratteri analoghi a quelli del
neoclassicismo nelle arti figurative, quali la ricerca della linearità e il gusto delle simmetrie. L'estetica del classicismo
è caratterizzata da una forte razionalizzazione del discorso, dal tentativo di istituire un equilibrio tra le parti della
composizione e dall'adozione di regole rigorose. Il tipico esempio è l'introduzione dello schema formale noto come
forma-sonata, particolare struttura basata sulla dialettica tra due temi e articolata in tre parti (da qui il
nome bitematica tripartita): esposizione, sviluppo e ripresa.
In questo periodo si afferma l'opera lirica:

 l'opera seria raffigurava principalmente la storia antica e la mitologia.

 l'opera buffa rappresenta scene di vita quotidiana in cui si prendevano in giro i nobili e i loro privilegi.
Nell'opera buffa il personaggio, oltre a saper cantare, doveva anche saper recitare.

È durante il Classicismo che si afferma l'orchestra sinfonica modernamente intesa. Inoltre il clavicembalo è
progressivamente sostituito dal pianoforte, in cui il controllo delle dinamiche consente una maggiore resa
espressiva.

LA MUSICA ROMANTICA

La musica romantica è la musica composta secondo i principi dell'estetica del Romanticismo. In senso stretto
abbraccia un arco di tempo che va dal 1820 al 1880 circa, e segue il periodo classico. Il Romanticismo coinvolse in
maniera sostanziale e consistente soprattutto la musica classica, trascinato dagli ideali ispiratori che furono accolti
con entusiasmo dai compositori di mezza Europa. Inoltre, considerarono il pianoforte, per la sua peculiare capacità
espressiva, come lo strumento principe del movimento romantico. Un grande autore preromantico fu
indubbiamente Ludwig van Beethoven, che iniziò a scrivere musica secondo la linea sentimentale del Romanticismo
già durante la fine del '700. Con l'Inno alla gioia di Schiller, nella Nona Sinfonia. Furono diversi i rappresentanti della
corrente romantica in Italia, tra cui Giuseppe Verdi. Fondamentale per l'evoluzione musicale del romanticismo fu
anche Franz Liszt, si impegnò enormemente nella creazione di nuove forme musicali (come il poema sinfonico) e
nella modernizzazione di altre già superate. Ma fu soprattutto Richard Wagner che partendo dall'esperienza di
Beethoven condusse melodia e armonia verso i princìpi del tonalismo romantico più evoluto, elaborando un nuovo
linguaggio musicale che in seguito avrebbe portato alla dissoluzione della tonalità. Con l'avvento del Romanticismo i
compositori superarono l'epoca del classicismo avutosi con Haydn e Mozart per approdare ad un'espressione
concreta e diretta del sentimento. Furono apportate numerose novità: l'orchestra conobbe l'aumento dei fiati e
delle percussioni e l'introduzione definitiva come componenti stabili degli ottoni gravi, fra cui il trombone e il
bassotuba. Nacque così la figura del direttore d'orchestra, impegnato a dirigere un numero di strumenti sempre più
elevato. In questo periodo il linguaggio musicale subisce una rapida evoluzione. Si impose dunque una nuova libertà
formale: alla melodia fu affidato un ruolo-chiave come veicolo dell'espressione, ora frenetica ora malinconica, anche
grazie al frequente uso del modo minore, le dinamiche si fecero più irregolari. Notevole importanza ed autonomia
acquisirono i timbri strumentali. In quest'ambito si svilupparono due tendenze opposte: l'intimismo e il virtuosismo.
Il primo cercava suoni perlati, soffici e raffinati, evitava le folle, si rifugiava nei salotti ed emergeva d'innanzi a pochi
amici. Il virtuosismo invece scatenava sonorità imponenti, tempeste di note e di arpeggi. Era alla ricerca della folla e
voleva mandarla in delirio, trionfando su di essa. I compositori avevano modo di conoscersi fra loro ed è questa
l'epoca dei grandi scambi culturali, ad esempio tra Ferencz Liszt e Fryderyk Chopin, Felix Mendelssohn e Robert
Schumann.
LA MUSICA TARDO ROMANTICA

La musica tardo-romantica è una stagione della storia della musica, avviata circa a metà del XIX secolo in Germania.
I compositori di questo periodo sottolineano il forte collegamento fra la musica e la letteratura. Fra i principali
esponenti si possono citare Johannes Brahms, Hector Berlioz, Franz Liszt, Richard Wagner, Richard Strauss.
Nei primi anni del XX secolo il tardo-romanticismo evolvette gradualmente nell'espressionismo. Comunque le sue
idee vennero seguite da altri musicisti fra i quali Virgil Thomson che descrive: "Il tardo-romantiscismo riunisce
materiali melodici, temi ed espressioni schiette dei sentimenti umani. Le linee del tardo-romanticismo sono
puramente estetiche in quanto dal punto di vista musicale hanno degli andamenti molto eclettici. Noi non vogliamo
impressionare e siamo contro le esagerazioni." Secondo Daniel Albright (2004), «Nel tardo XX secolo, il termine
tardo-romanticismo ci ha suggerito una musica che imitasse la grande saturazione emozionale della musica di
Schumann, ma negli anni venti esso significava un modesto emozionalismo in cui l'eccesso di gestualità
espressionistiche era mischiato ad un solido residuo di emozionalità. Pertanto il tardo-romantismo non fu un ritorno
al romanticismo, ma letteralmente un nuovo romanticismo.»

L'IMPRESSIONISMO E L VERISMO

Con l'espressione musica impressionista si intende una corrente di musica colta sviluppatasi in Europa (in particolare
in Francia) tra il 1890 e il 1920 avente alcune analogie con l'omonima corrente pittorica e facente capo alle idee
compositive di Claude Debussy. Questa espressione è stata data a posteriori dai musicologi poiché lo stesso Debussy
non vi si riconosceva del tutto. L'Impressionismo musicale è inoltre strettamente legato alla poetica simbolista.
La Francia di fine secolo si mostra estremamente ricettiva nei confronti delle nuove correnti musicali assorbendo le
esperienze stilistiche provenienti dagli altri paesi europei e dalla scuola russa. Da questa straordinaria mescolanza di
idee nasce lo stile impressionista che, caratterizzato da un raffinato colorismo orchestrale e da originali impasti
sonori in grado di descrivere sensazioni emotive immediate, avrà come principali esponenti Claude Debussy (1862-
1918) e Maurice Ravel (1875-1937). In Italia l'attualità del Verismo letterario di Verga e Capuana non manca di
esercitare una profonda influenza nell'ambiente musicale. Stanchi dell'irrealtà romantica, compositori come Puccini,
Mascagni e Leoncavallo, ai quali si è già fatto cenno, scelgono libretti che raccontino storie più vicine alla realtà di
tutti i giorni, utilizzando melodie descrittive e "orecchiabili", di semplice comprensione.

ESPRESSIONISMO

Nella stessa epoca, in ambito austro-tedesco, la reazione all’Impressionismo si attuò, attraverso la figura di Arnold
Schoenberg, nella nuova tendenza dell’Espressionismo. Lo scopo di Schoenberg era suscitare nel pubblico reazioni
istintive, ma allo stesso tempo inaspettate, proponendo un’espressione drammatica degli argomenti da lui trattati
(come accadde al termine dell’opera “Un sopravvissuto di Varsavia”, nella quale furono descritte le atrocità
compiute dai tedeschi ai danni degli ebrei nei “Lager” nazisti: in tale occasione, infatti, il pubblico non applaudì, ma
rimase in silenzioso raccoglimento). Per fare ciò il linguaggio di Schoenberg si riferì ai principi della musica atonale,
cioè la musica che si contrappone alla musica tonale (che risponde alle leggi dell’armonia) e che risulta perciò
sgradevole all’orecchio. Schoenberg si impegnò inoltre a rinnovare il linguaggio della musica con l’invenzione della
cosiddetta “dodecafonia”, una tecnica che non utilizzava i sette suoni delle scale tonali, ma tutti i dodici suoni della
scala cromatica, comprendente anche le alterazioni. Essi non potevano però essere utilizzati liberamente, ma
dovevano formare un’articolata successione, chiamata “serie”, in essa nessun suono poteva essere ripetuto prima
che fossero apparsi tutti gli altri. Schoenberg nacque a Vienna, poi si trasferì a Berlino, dove si avvicinò
all’Espressionismo, introducendo il cosiddetto “canto parlato”, in cui l’esecutore non intona le parole come nel
tradizionale “canto a voce”.
LA SCUOLA DI VIENNA

La seconda scuola di Vienna è la scuola musicale fondata all'inizio del XX secolo a Vienna da Arnold Schönberg.

Vienna all'inizio del XX secolo era il centro di rinnovamento artistico e culturale dell'Europa centrale. Ciò permise lo
sviluppo di nuove teorie nelle varie discipline artistiche. In questo clima di rinnovamento, Mahler e soprattutto
Wagner (1813-1883) col loro sinfonismo, avevano messo definitivamente in crisi tutte le forme lessicali fino ad allora
in uso (tonalità, consonanza, melodia tradizionalmente intesa, ritmo, struttura). La musica si svincolava così dalla
realtà per approdare in uno spazio virtuale e immanente. In questo clima di apertura alle novità Schoenberg trovò
spazio per sviluppare le sue teorie, basate sulla ricerca di un nuovo tipo di linguaggio sganciato dalla tonalità. I suoi
due allievi più importanti, Webern e Berg, che in un primo momento avevano adottato il sistema tonale, si
convertono alla atonalità e all'uso della sistematica dissonanza. Tuttavia è solo con la pubblicazione delle teorie
di Arnold Schönberg in un manuale del 1911 e con le prime composizioni seriali dei primi anni venti che abbiamo la
nascita e la consacrazione della dodecafonia, cioè di quel nuovo sistema compositivo che fu il punto d'approdo della
seconda scuola di Vienna.

COMPOSITORI DEL NOVECENTO

Nella seconda metà del XIX secolo l'assestamento di valori e ideali nazionali negli Stati Uniti stimola la produzione di
una musica interamente americana. Nasce così un nuovo genere musicale che, influenzato da tutte le forme nelle
quali si era sviluppata la musica jazz, troverà la sua piena espressione nel musical del Novecento. Tra i compositori
statunitensi più popolari del XX secolo vi è certamente George Gershwin (1898-1937), autore di concerti,
musical. Igor Stravinskij (1882-1971) è probabilmente il musicista più noto del XX secolo. Egli volle bandire dalla
musica qualsiasi significato espressivo, sostenendo che essa altro non è che il prodotto di una pura azione
costruttiva, del tutto simile a quella di un artigiano. Nelle proprie composizioni, Stravinskij ha valorizzato soprattutto
l'elemento ritmico; la melodia è spezzata, contorta, spesso grottesca e beffarda. Tra le sue opere: i balletti l'Uccello
di fuoco e Petroucka, la Sagra della Primavera.
Heitor Villa-Lobos è stato un compositore brasiliano del neoclassicismo musicale.
Aaron Copland è stato un compositore statunitense. Copland è riuscito a creare un proprio stile compositivo,
delineato e ben riconoscibile, che risentiva di varie influenze: la musica classica, la musica contemporaneae il jazz,
con un'importante componente folklorica puramente americana.
Charles Edward Ives è stato un compositore statunitense. È uno dei primi compositori classici autenticamente
nordamericani di fama internazionale.

MUSICA ALEATORIA/ELETTRONICA DEL XX SECOLO

Con musica aleatoria si intende un tipo di musica in cui alcuni elementi della composizione siano lasciati al caso e/o
in cui alcuni elementi fondamentali nella realizzazione del lavoro di composizione siano lasciati alle libere decisioni
dell'esecutore. La musica propriamente elettronica si serve di suoni prodotti da apparecchiature quali sintetizzatori,
registratori, macchine per la trasformazione del suono, filtri, mixer eccetera. Programmi appropriati consentono
inoltre di produrre musica elettronica anche servendosi del computer. Si possono ottenere in questo modo impasti
timbrici e atmosfere sonore straordinari, assolutamente non riproducibili con un'orchestra tradizionale. Al di là degli
usi sperimentali, la musica elettronica ha largo impiego attualmente nelle colonne sonore cinematografiche e
televisive, rivelando in tali utilizzazioni una grande efficacia. Per musica elettronica si intende tutta quella musica
prodotta o modificata attraverso l'uso di apparecchi elettronici. Sebbene i primi strumenti musicali elettronici si
siano diffusi già a partire lungo la prima metà del Novecento, si è iniziato a parlare di musica elettronica solo a
partire dagli anni quaranta del secolo, quando si diffusero diversi studi di registrazione in Europa. Durante gli anni
‘60, il successo commerciale di strumenti elettronici come i sintetizzatori contribuì a dare alla musica elettronica i
primi momenti di notorietà. Nei decenni seguenti si è notato un perfezionamento delle tecnologie elettroniche e il
diffondersi di tantissime varianti di musica elettronica e stili da quelli più commerciali a quelli di più classici.

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