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Un paio d’anni fa, mentre stavo facendo ricerche per il mio romanzo “Nato tre volte”, scovai in
libreria il volume di Horgan “La fine della scienza”, edito da Adelphi. Lo lessi d’un fiato.
Horgan è un giornalista specializzato in temi scientifici. Il suo libro fa un giro d’orizzonte su tutti I
campi delle scienze (tradizionali e non) per dimostrare che siamo alla fine di questa attività umana,
per diversi motivi: la scienza si avvita su sè stessa interrogandosi, oppure confessa di essere arrivata
ad un punto in cui nulla può essere detto senza sconfessarsi, oppure ancora si è degradata a mero
lavoro di recupero di denaro, oppure, infine, è diventata filosofia-teologia.
Lo stesso Horgan ammette che di fine della scienza si parla inviariabilmente da qualche secolo,
previsioni rese sempre ridicole dalla successiva realtà dei fatti.
Di recente mi è capitato di voler rileggerne alcune pagine, scovandovi un riferimento a due autori,
un fisico e un paleontologo sacerdote. Del primo, Frank Tipler, Horgan parla diffusamente a
proposito del suo “la fisica dell’immortalità”.
Forse per me era giunto il momento di qualche lettura “fou”, oppure il caso mi fece, chissà perchè,
sottovalutare le ironie di cui era condita la prosa di Horgan, fatto sta che mi misi a caccia del libro.
Tipler è un professore universitario di Fisica che cominciò ad essere ossessionato da un’idea
brillante: se la fisica ha compiuto passi così enormi da poter serenamente dissertare sui primi istanti
della creazione dell’universo (Big Bang), perchè non usare la stessa matematica e la stessa fisica per
dire qualcosa del suo futuro?
Il suo volume è stato tradotto in italiano e pubblicato da Mondadori, ma, uscito fuori collana, è
scomparso. Via web sono riuscito a capire che qualche biblioteca di provincia lombarda ne ha una
copia, ma per il resto è come se fosse stato bruciato. Non esiste. Non mi restava che sperare di
leggerlo in inglese dall’edizione distribuita da amazon. Prima di acquistarlo navigai un po’ per
vedere che se ne diceva in giro. Trovai molto poco, ma tutti I commenti insistevano sul fatto che
Tipler non aveva violentato la fisica, e non aveva neppure sbagliato I suoi conti: la sua matematica
reggeva, con una serie di improbabili condizioni, ma reggeva. Quindi nessuno gli dava
dell’incompetente o del pazzo (insegna ancora), piuttosto sembrava che le sue idee fossero talmente
folli da generare sconcerto.
La curiosità diventò fortissima e mi decisi a comprare il volume. Arrivò a casa mia dalla costa
pacifica degli states, in quindici giorni, e cominciò la lettura.
Il mio inglese è arrugginito, molto, ma la prosa di Tipler è pressocchè banale, per cui non ebbi
grosse difficoltà.
La cosa ancora più incredibile del primo capitolo è che, appena qualche rigo sotto, Tipler afferma:
“La teoria della resurrezione che affronterò ci richiede l’accettazione del fatto che noi essere umani
siamo oggetti puramente fisici, una complessa macchina biochimica esaustivamente e
completamente descritta dalle conosciute leggi della fisica. Non ci sono misteriose forze vitali. Più
in generale, essa richiede di riferirci alle “persone” quali particolari (molto complicati) tipi di
programma da computer: l’anima umana non è null’altro che uno specifico programma che gira in
un computer chiamato cervello.”
La cosa in definitiva straordinaria è che, considerati gli assunti e le premesse, lui arriva a dimostrare
tutto ciò sulla base delle moderne leggi fisiche. E ancora più stimolante è il fatto che molti dei
caratteri che albergano all’interno delle dimostrazioni e del testo sono null’altro che una
“matematicizzazione” di anime, angeli, spiriti santi e così via.
Lo so, detta così sembra una cosa pazzesca, ma è proprio quello che succede nel libro.
Dopo la prima cinquantina di pagine ecco che alzo gli occhi e finalmente esclamo: Ok Frank, o sei
un pazzo o sei un genio.
Ogni singolo passaggio logico matematico abbisogna di una lunga riflessione, cosa che certamente
avrà fatto Tipler, a lungo, molto a lungo.
Da dove si comincia?
1. se il sole comincia a morire anche la terra lo farà;
2. lo stesso valga per l’universo: big bang e poi big crunch in un universo sempre più caldo, tanto da
rendere impossibile la vita.
3. quindi l’umanità è condannata, ma siamo sicuri che sia così anche per la vita?
Tipler deve definire la vita in termini fisici, quindi passa a definire Vita tutto ciò che può
immagazzinare informazioni e salvarle dalla selezione naturale.
Una cellula è viva, l’uomo è vivo, ma sono vivi anche I computer attuali (forse anche il monitor che
stai guardando) e le vetture.
Per me è grandioso: migliaia di anni a dire che l’uomo è superiore, è al centro dell’universo, e
l’uomo è intelligente etc etc.
Lui invece dimostra che l’uomo è solo un computer molto complicato ma “finito” ossia capace al
massimo di 100000 terabit di operazioni al secondo, dicendo anche che fra una cinquantina d’anni,
al massimo, costruiremo computer molto più capaci e veloci di un cervello. Il super uomo di
Nietsche non è un uomo ma un computer. E fin qui Hollywood impera. Se è così allora possiamo
costruire dei supercomputer, miniaturizzati, da spedire in giro a conquistare l’universo. Ma
saremmo Noi a conquistarlo? Che importa, l’importante è che sia la Vita. A quel punto saranno I
computer a decidere se replicare l’uomo in una nuova terra (o migliaia di queste) oppure lasciar
perdere quest’essere inferiore al suo destino. Chiaro che tutto ciò passa per la possibilità
d’immagazzinare tutti I ricordi d’un uomo, etc etc.
4. visto che l’universo è destinato a riunificarsi in un grande evento distruttore allora la vita è
condannata a meno che:
a. il processo delle informazioni continui indefinitamente lungo almeno una world-line fino al punto
C, di fine del tempo.
b. Che la capacità d’infomazione si approssimi ad infinito all’approssimarsi del punto C.
E questo può accadere solo se tutto il passato di tutto l’universo, tutti raggi di luce, I pensieri, le
emozioni, gli accadimenti continuano ad essere ricordati ed elaborati da uno o più sistemi vitali che
sono infinitamente in contatto tra loro. In pratica un’intelligenza che possieda l’intero universo
prima che questo cominci a collassare e cominci ad elaborare infinitamente il tutto come un unico
processo. In tal modo è come se l’universo intero perda il suo connotato di reale, per diventare
pensiero (il corsivo è mio). Ha tempo per far questo, tutto il tempo tra la massima espansione
dell’universo e il punto C di fine del tempo. Anzi Tipler dimostra che la modalità di elaborazione
infinita avviene proprio nell’istante fine del tempo.
In queste condizioni, il Punto C predetto non è la scomparsa della vita, non è più solo l’estinguersi
del tempo, ma al contrario è l’Omega Point, ovvero Dio onnipresente, onniscente e onnipotente (su
quest’ultimo aspetto, addirittura, Tipler pone dei limiti logici all’onnipotenza di Dio, il che è
abbastanza fantasioso ma appunto Logico), che ci resusciterà tutti attraverso una perfetta
emulazione (che equivale a vera esistenza).
Tipler prosegue indicando che se ciò è vero, allora esistono delle previsioni testabili della teoria, tra
cui anche alcune qualità delle particelle che potrebbero essere scoperte con gli acceleratori.
Fin qui sembrerebbe un fatto quasi meccanicistico: sembrerebbe cioè che siamo destinati a questo
futuro.
Purtroppo (o per fortuna) non è così.
Seguendo Tipler c’è un salto tra il punto 4 precedente e la parte successiva, che diventa più
misteriosa in quanto tratta della famosa Funzione d’Onda della meccanica quantistica (Psi).
Quella delle funzioni d’onda, così come anche da me romanzata in “Nato Tre Volte”, è una delle
grandi questioni ancora incomprese persino dagli scienziati, e non lo dico per presupponenza, sono
loro stessi a dire che la vera essenza e rappresentatività delle funzioni d’onda è al di là della loro
comprensione.
Insomma, per farla breve, a livello atomico le particelle e l’energia sono descritte da funzioni
d’onda probabilistiche, all’interno delle quali spazio e tempo non sono ricompresi, ovvero la
funzione “Psi” prescinde dallo spazio e dal tempo. Da ciò deriva il fenomeno dell’entanglement,
contestato dai tempi di Einstein fino ad oggi. Semplicemente non si comprende ancora bene che
vuol dire.
Dalla funzione d’onda deriva anche la cosa più stana con cui la fisica ha mai avuto a che fare, e cioè
la ben strana situazione che se un essere vivente non misura, il sistema cui si fa riferimento fa
quello che vuole e nulla si può dire del suo effettivo stato deterministico, fino a quando non si
compie una misurazione (per esempio velocità di una particella). La conseguenza diretta di questa
teoria è che esistono (forse) Molti Mondi paralleli. Tipler dice di aver fatto una ricerca tra I suoi
colleghi, scoprendo che la maggior parte di loro opta per la versione Molti Mondi della meccanica
quantistica.
Dice anche che ciò che lo ha convinto dell’esistenza di Molti Mondi è che per la verità trova che
questo meccanismo funzioni egregiamente in molti aspetti della nostra vita pratica. Ma Tipler si
innamora di questa teoria per il semplice fatto che, attraverso essa, è possibile dimostrare che:
Alla fine Tipler, da scienziato, propone di considerare la Teologia una branca della Fisica, e qui si
perde in considerazioni sull’efficacia delle principali religioni del pianeta alle prese con l’Omega
Point e tutto il resto.
Tipler fa spesso rifeimento al lavoro di Theilard de Cardin, l’inventore del concetto di Omega Point,
cui arriva partendo dall’intuizione cristiana su basi scientifiche.
Ho preso un paio di volumi di Theilard (per fortuna in italiano) e Vi rimando alla prossima puntata
per affrontare l’argomento.
Per adesso posso assicurare tutti che una sana (oltre che critica ed ironica) lettura di Tipler ha I
seguenti effetti:
E che, per finire, sarebbe il caso di finirla con la sete di potere, di denaro e con la superbia,
altrimenti ci toccherà riviverle, fra qualche miliardo di anni, per l’eternità.