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#SEMIOLAB

2019 TESI A CURA DI

Marco Formichella MATR. 1730013


Gabriele Pulcini MATR. 1540812
Manfredi Leone MATR. 1799777

TUTOR PROGETTO
Dott.ssa Tiziana Barone

______________________________
SOMMARIO:
INTRODUZIONE DI IMPACT HUB ROMA
1. DEFINIZIONE DEL TESTO
1.1 IL TESTO HUB ROMA
1.1.2 PIANO DELL'ESPRESSIONE
1.1.3 PIANO DEL CONTENUTO
1.2 PLANIMETRIA DI IMPACT HUB
2 DEFINIZIONE DELL'OBIETTIVO DELL'ANALISI ETNOGRAFICA
2.1 DEFINIZIONE DELL'UNIVERSO SEMANTICO DEL LEMMA INNOVAZIONE
2.2 DEFINIZIONE DELL'UNIVERSO SEMANTICO DEL LEMMA BENESSERE
3 ANALISI DEL FIGURATIVO: IL RICONOSCIMENTO DEL MONDO NATURALE
4. PERTINENZA SPAZIALE RISPETTO LA DEFINIZIONE DI INNOVAZIONE E DI BENESSERE
5. ANALISI DEL PLASTICO
6. L'ANALISI DELLA NARRATIVITA
7. VALORIZZAZIONI: ASSIOLOGIE & QUADRATI SEMIOTICI
7.1 VALORIZZAZIONI PRATICH
7.2 VALORIZZAZIONI OTTICHE
7.3 VALORIZZAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE E DELL'AUTONOMIA
8. TEMI E FIGURE
9. LE CONCLUSIONI DEL TEAM
PRESENTAZIONE DI IMPACT HUB

IMPACT HUB è un network globale di Coworking and Community Space, composto da una rete internazionale
imprenditori, professionist e changemakers sparsi in tuto il mondo, con il fne comune di promuovere un impato
positvo nella società e nell’ambiente.
Ad oggi Impact Hub conta più di 9000 membri sparsi in 70 paesi, con un focus condiviso sulla creazione di un impato
positvo e reale sul proprio territorio.
I membri possono benefciare di assistenza, risorse e opportunità condivise da 70 Impact Hubs nel mondo.
Per far parte della community è sufciente atvare una qualsiasi membership che prevede il servizio di coworking, in
alternatva è possibile atvare la membership "Hubnet" che fornisce accesso agli event, all'Area Relax per incontri
informali e al social network "Hubnet" che mete in contato tut gli hubber del mondo.
Il cuore di Impact Hub Roma è il coworking space, una sala di 200mq che ospita fno a 70 coworker in scrivanie
condivise, dedicate a un team oppure in ufci privat. Per usufruire del coworking space occorre atvare una
membership da 50 o 100 ore oppure unlimited; per startup, associazioni o aziende con un team, si ofrono servizi e
cost personalizzat.
La sede di Roma è localizzata nei pressi di una delle vie principali del quartere San Lorenzo, adiacente l’Università di
Roma Sapienza, prestgiosa Isttuzione centenaria nonché Ateneo più grande d’Europa.
1. DEFINIZIONE DEL TESTO
1.1 IL TESTO HUB Roma
Come riportato da A. Giannitrapani nella sezione dedicata alla “spazialità” del libro “Introduzione alla semiotca dello
spazio”, la spazialità stessa è considerata un linguaggio che suggerisce determinat signifcat a partre da allestment
signifcant (dimensioni, altezze, profondità, etc…), per cui associabile alla lingua naturale, la quale esprime i concet
atraverso artcolazioni sonore. In tal senso possiamo sostenere che il testo della nostra analisi è lo spazio
architetonico stesso di HUB Roma, che presuppone luoghi condivisi e non.
Defnito il Testo, è ora necessario indagarlo, seguendo quanto indicato dalla teoria semiotca di Hijemslev, il quale
elabora le teorie precedent di De Saussure e supera la dicotomia signifcato/signifcante.

1.1.2 PIANO DELL’ESPRESSIONE


Tale confgurazione è possibile spiegarla secondo:
- Punto di vista sintagmatco  ogni elemento dello spazio di coworking assume signifcato in base agli element che
lo circondano;
- Punto di vista paradigmatco  ogni elemento dello spazio di coworking assume signifcato in base agli altri
element da cui potrebbe essere sosttuit, ossia in base alla presenza di altri luoghi di coworking nelle vicinanze
potrebbero sosttuirlo all’evenienza.
Tuto ciò contribuisce a connotare HUB Roma come un “testo complesso” in quanto contribuisce a defnire il senso
dei singoli element che compongono il sistema. Seguendo, infat, quanto deto dal Lotman: “qualsiasi testo
complesso può essere considerato come un sistema di sototest, per i quali esso rappresenta il contesto, uno spazio
entro cui si compie un processo di formazione semiotca di significato”.
1.1.3 PIANO DEL CONTENUTO
Il piano del contenuto corrisponde all’intento lavoratvo per cui nasce esplicitamente il sistema degli IMPACT HUB
nel Mondo. Quest’ultmo opera in funzione di Mission e Vision ben defnite:
Mission: promuovere un impato positvo nella società e nell’ambiente.
Vision: persone e proget unit per cambiare il mondo.

Quanto esplicitato risulta essere efetvo in funzione di regimi di signifcazione che ne esprimono le fnalità e gli
obietvi da tenere in considerazione nello svolgimento dell’atvità collaboratva di lavoro. Tali regimi di
signifcazione sono defnibili come “universi semantci” artcolabili secondo categorie, per cui:

REGIMI DI SIGNIFICAZIONE
Universi semantici Categorie semantiche
Condivisione Pubblico/Privato
Aperto/Chiuso
Informale/Formale
Sostenibilità Natura/Cultura
Nuovo/Usato
Ecologico/Inquinante
Cultura aziendale Futuro/Passato
Globale/Locale
Identtà/Alterità

Isotopia dominante  Condivisione degli spazi di lavoro


1.2 PLANIMETRIA DI IMPACT HUB Roma

Il testo spaziale HUB Roma si compone di ambient e spazi identfcabili, fruto di segmentazioni, ossia di
rinegoziazioni della confgurazione spaziale  Ambient: element che compongono lo “spazio architetonico”;
Spazi: confgurazione interna dei vari ambient.
2. DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DELL’ANALISI ETNOGRAFICA
Il #semiolab2019 ha l’intento di indagare semiotcamente i test spaziali del B2B, come quello inerente all’IMPACT
HUB Roma. Partendo dal conceto puristco di “Innovazione”, il 7 Maggio 2019 il nostro #semioteam ha efetuato
una rilevazione etnografca al fne di riscontrare come questo conceto venga applicato allo spazio sopracitato, al fne
di motvarne l’impato sulle nuove pratche di lavoro, rispeto quello che è il conceto puristco di “ Benessere”:
andremo quindi a delinearne le implicazioni in termini di “Wellness lavoratvo”.
2.1 DEFINIZIONE DELL’UNIVERSO SEMANTICO DEL LEMMA INOVAZIONE
Innovaziòne: s. f. [dal lat. tardo innovato -onis]. – a. L’ato, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi,
nuovi ordinament, nuovi metodi di produzione e sim.: la nostra società richiede una profonda i., o, al plur., profonde
i.; i. politche, sociali, economiche. b. In senso concr., ogni novità, mutamento, trasformazione che modifchi
radicalmente o provochi comunque un efcace svecchiamento in un ordinamento politco o sociale, in un metodo di
produzione, in una tecnica, ecc.: un’i. felice, ricca di conseguenze e di risultat; le i. sinora introdote si sono
dimostrate insufcient; proporre, progetare, tentare innovazioni; i. tecnologica; i. organizzatva (in un’azienda);
incentvare le i. dei processi produtvi; anche in partcolari meccanismi o prodot dell’industria: nell’ultmo modello
sono state apportate interessant innovazioni.
htp://www.treccani.it/vocabolario/innovazione/

htps://www.etmo.it/?term=innovare

2.2 DEFINIZIONE DELL’UNIVERSO SEMANTICO DEL LEMMA BENESSERE


Benèssere: (non com. bèn èssere) s. m. – 1. Stato felice di salute, di forze fsiche e morali: provare un senso di b.;
dare un senso di b. generale; le fatche e gli esercizi che giovano al ben essere corporale (Leopardi). Ufcio b.,
nell’esercito italiano, quello che si occupava dell’assistenza morale e materiale ai soldat. Centro b., strutura
specializzata nella cura del corpo o atrezzata per terapie fsiche, tratament estetci e dietetci, tecniche di
rilassamento e simili.
2. Sensazione soggetva di vita materiale piacevole, nell’espressione condizioni di b. con cui vengono indicat, in
termotecnica, i livelli a cui devono trovarsi i vari fatori che infuenzano l’abitabilità di un ambiente chiuso
(temperatura dell’aria, umidità relatva dell’aria alla temperatura ambiente, temperatura media radiante dalle
paret, ecc.), perché le persone che vi devono soggiornare per un tempo abbastanza lungo (in genere, superiore a
un’ora) si trovino a loro agio, senza avvertre sensazioni spiacevoli di caldo o di freddo.
htp://www.treccani.it/vocabolario/benessere/
3. ANALISI DEL FIGURATIVO: IL RICONOSCIMENTO DEL MONDO NATURALE (A.J. GREIMAS)
AMBIENTI SPAZI STRUMENTI
Ingresso Spazio unico Saracinesca (centrale)
Micro-museo (centrale)
Tappeto (centrale, Marca)
Bacheca (Destra, Marca)
Seduta con tavolino (Sinistra)
Murales (centrale, Marca)
Accesso ad HUB (centrale)
Atrio 1. Primo corridoio Quadri musica (Destra, Sinistra)
Scale (Destra)
3 Salot (Sinistra)
1 Finestra (Sinistra)
Accesso alla Hall (centrale)
2. Hall Recepton Desk (Destra)
1 Saloto (Sinistra)
Accesso al Secondo Corridoio (Sinistra)
Accesso alla Zona Relax (frontale)
3. Zona Relax Parete atrezzata (centrale)
Museo Tech-vintage (centrale)
Sedute e Bar (Sinistra)
Quadri Dolce Vita Roma (Destra)
Corridoio di Accesso ai Bagni (Destra)
Lucernario (centrale)
4. Secondo corridoio Sedute e Parete atrezzata (Sinistra)
2 Finestre (Sinistra)
Accesso alla Sala riunioni grande (Destra)
Accesso al Padiglione (frontale)
Bagno 1. Antbagno Accesso ai Servizi maschili (Destra)
Accesso ai Servizi femminili (Sinistra)
Lavabo con specchio e cestno (frontale)
2. Servizi maschili e femminili Water (frontale)
Dispenser carta igienica (Destra)
Sala riunioni grande Spazio unico Porta fnestra (frontale)
Tavolo grande con sedute (centrale)
Proietore (centrale)
Cestno (Destra)
Lavagna (Destra)
Cassetera (Destra)
Padiglione 1. Spazio condiviso Porta fnestra (frontale)
Bacheca (Destra, Marca)
Tavoli (centrale)
Support eletronici (Destra)
Poltrona Denim (Destra)
Aiuola (Destra)
3 Finestre (Sinistra)
Uscita di emergenza (Sinistra)
2 Lucernari (centrale)
Spazio di creatvità (Destra)
Accesso alla sala riunioni piccola (Destra)
2. Spazio non condiviso 3 Ufci tpo A “separé” (Sinistra)
3 Ufci tpo B “legno” (Destra)
Sala riunioni piccola Spazio unico Porta fnestra (frontale)
Tavolo con sedute (frontale)
Cassetera (Sinistra)
Libreria (Destra)

N.B. Nel nostro lavoro di ricerca etnografca siamo stat impossibilitat ad accedere a spazi privat non condivisi, ossia
gli ufci riservat di tpo “A” e di tpo “B”, il magazzino privato dello staf, la sala rack e la cucina nel retro del bar.
4. PERTINENZA SPAZIALE RISPETTO LA DEFINIZIONE DI INNOVAZIONE E DI BENESSERE
La nostra Analisi etnografca è volta a valutare l’impato della confgurazione spaziale di HUB Roma sul Wellness
lavoratvo degli hubbers e degli ospit. Per far ciò abbiamo dovuto identfcare la defnizione puristca di Innovazione
ed operatvizzarla tramite l’individuazione di items, ossia element innovatvi la cui presenza dovrebbe generare delle
condizioni favorevoli al Wellness lavoratvo, in accordo con la defnizione puristca di Benessere da noi individuata.
Per fare ciò, abbiamo dovuto rinegoziare gli spazi di HUB Roma al fne di isolarne quelli pertnent, escludendo
quindi, l’Ingresso, il Bagno ed entrambe le Sale riunioni.

AMBIENTI SPAZI ITEMS*


1. Atrio 1.1 Primo Corridoio Quadri musica (Destra, Sinistra)
3 Salot (Sinistra)
1 Finestra (Sinistra)
1.2 Zona Relax Parete atrezzata (centrale)
Museo Tech-vintage (centrale)
Sedute e Bar (Sinistra)
Quadri Dolce Vita Roma (Destra)
Lucernario (centrale)
1.3 Secondo corridoio Sedute e Parete atrezzata (Sinistra)
2 Finestre (Sinistra)
2. Padiglione 2.1 Spazio condiviso Tavoli (centrale)
Support eletronici (Destra)
Poltrona Denim (Destra)
Aiuola (Destra)
3 Finestre (Sinistra)
2 Lucernari (centrale)
Spazio di creatvità (Destra)
2.2 Spazio non 3 Ufci tpo A “separé” (Sinistra)
condiviso 3 Ufci tpo B “legno” (Destra)
5. ANALISI DEL PLASTICO
5.1 ATRIO
5.1.1 PRIMO CORRIDOIO
CATEGORIA TOPOLOGICA: il primo corridoio dell’atrio è caraterizzato da una “dimensione aperta” (vs chiusa)
poiché di atraversamento per giungere al secondo spazio, che è la hall. È “profondo” (vs piano) in quanto sulla
destra avremo la scala e sulla sinistra tre salot ed una fnestra; su entrambi i muri sono present quadri ispirat dal
tema musicale.
CATEGORIA EIDETICA: il primo corridoio si presenta linearmente segmentato, tendente alla “contnuità”; gli
element di “non discontnuità” sono invece i tre salot.
CATEGORIA CROMATICA: tale corridoio è caraterizzato dalla acromatcità bianca, resa discontnua dai quadri
present. Sul lato sinistro prevalgono cromatcità sgargiant che sono relatve ai salot, inoltre la luce scandisce il
ritmo della discesa. Abbiamo qui l’unica trasformazione di cromatcità della pavimentazione: dal bordeaux
dell’ingresso al beige della pavimentazione interna dell’intero HUB Roma.
TEXTURE: il primo corridoio presenta una pavimentazione liscia della stessa texture dell’ingresso (linoleum); le paret
laterali sono in intonaco liscio, mentre la texture dei tre salot è di materiale riciclato proveniente da ret da pesca
indiane.

5.1.2 ZONA RELAX


CATEGORIA TOPOLOGICA: la zona relax è caraterizzata da una “dimensione aperta” (vs chiusa), che presenta sulla
sinistra l’area bar, sulla destra un corridoio d’accesso ai bagni ed aree private del personale (rack, staf, magazzino); i
due spazi sono separat da una parete atrezzata, che sta ad indicare una “non discontnuità”, sulla quale si innesta
una sezione museale dedicata al Tech-vintage, vi sono collocat giochi di società basat dell’imprenditoria e
sull’isotopia dominante dei regimi discorsivi della condivisione degli spazi. Su entrambi le paret sono collocat quadri
ispirat al tema dell’epoca Dolce Vita romana.
CATEGORIA EIDETICA: la zona relax è caraterizzata da una dimensione di “non contnuità”, in quanto avremo due
percorsi alternatvi: sul lato sinistro della parete atrezzata si avrà il bar, sul lato destro, il corridoio che porta ai
bagni; per cui avremo linee segmentate.
CATEGORIA CROMATICA: la zona relax è caraterizzata da una varietà cromatca, quale presenza di radicali cromatci
come il rosso, il verde, e l’arancione della parete frontale. Centralmente vi è la presenza di un lucernario che
contribuisce all’illuminazione con luce naturale.
TEXTURE: la zona bar è caraterizzata dalla presenza del materiale legno, plastca, una teca espositva in vetro e
l’acciaio del bancone posteriore.
5.1.3 SECONDO CORRIDOIO
CATEGORIA TOPOLOGICA: nel secondo corridoio ritroviamo sulla sinistra delle sedute ed una parete atrezzata; sulla
destra avremo, invece, l’accesso alla sala riunioni grande. Il secondo corridoio è caraterizzato da una “profondità” in
quanto congiunge la hall dell’atrio con il padiglione.
CATEGORIA EIDETICA: è presente una “linearità” caraterizzata da un elemento di “non discontnuità” rappresentata
dalla porta fnestra della sala riunioni grande, così come la porta fnestra posta frontalmente, che congiunge il
corridoio stesso al padiglione.
CATEGORIA CROMATICA: prevale l’acromatcità del bianco delle paret e l’isotopia cromatca di tuta la
pavimentazione presente in HUB Roma.
TEXTURE: il secondo corridoio si presenta partcolarmente connotato dalla presenza del vetro: frontalmente e sulla
destra si presenta trasparente, mentre sulla sinistra, il vetro delle fnestre è opaco, quindi connota una “non
contnuità”. La presenza del vetro opaco sulle fnestre esterne presuppone una chiusura verso l’esterno, mentre la
trasparenza delle porte fnestre presuppongono un’apertura verso l’interno.
5.2 PADIGLIONE
CATEGORIA TOPOLOGICA: topologicamente, entrando sulla sinistra, avremo la presenza di ufci privat di tpo “A”
(separé), seguit dalla soglia dell’uscita d’emergenza; mentre sulla destra si apre lo spazio condiviso, connotato dalla
presenza di N tavoli e sedute, support eletronici e d’ufcio, una aiuola, una poltrona, una bacheca grande dedicata
alla condivisione delle idee creatve, l’accesso alla sala riunioni piccola e gli ufci privat di tpo “B” (legno).
CATEGORIA EIDETICA: l’ambiente è caraterizzato dalla presenza di “linee drite contnue” nell’area condivisa, e da
“linee segmentate” che vanno a segnalare gli spazi non condivisi.
CATEGORIA CROMATICA: l’ambiente è connotato dalla presenza della cromatcità verde della parete frontale, in
rima cromatca con la parete opposta, e dalla acromatcità del bianco sulle paret laterali; è presenta anche in questa
sala la cromatcità del beige della pavimentazione. La sala si presenta come l’ambiente con maggiore saturazione (è
l’ambiente più luminoso), rispeto al resto di HUB Roma: sono present numerose illuminazioni artfciali, ma a
diferenza del resto dell’area di HUB Roma, siamo in presenza di ben due lucernari. Possiamo quindi afermare che il
padiglione è l’ambiente con più varietà cromatca.
TEXTURE: la pavimentazione è della medesima tpologia presente in tuto HUB Roma (tranne che nell’area del bagno
e d’ingresso), da segnalare in tale sede è la presenza di “cassete eletroniche” sulla pavimentazione, necessarie
come supporto allo spazio condiviso. Vi sono due tpologie di ufci non condivisi, caraterizzat da due diverse
texture: gli ufci sulla destra sono in legno, nello specifco format da pannelli in truciolato, bande orizzontali e porte
in legno chiaro; mentre gli ufci sulla sinistra sono in materiale plastco uniforme. Nel primo caso le bande orizzontali
presuppongono una “non discontnuità” (tendono alla contnuità), che sta ad indicare una certa apertura allo spazio
condiviso, cosa che non accade con gli ufci sulla sinistra, che, essendo uniformi, presuppongono una “non
contnuità” (tendono alla discontnuità), che sta ad indicare una certa chiusura verso lo spazio condiviso. Ciò che
accomuna le due diferent texture è la loro natura ecosostenibile e biodegradabile; inoltre, la texture della poltrona
presente nel padiglione è in tessuto denim derivato da abit usat, quindi fruto di un recupero.
6. L’ANALISI DELLA NARRATIVITÀ

“Se non altro per scrupolo di intelligibilità, possiamo postulare che l’intelleto umano, per giungere alla costruzione di
ogget culturali (leterari, mitci, pitorici ecc.), parta da element semplici e segua poi un percorso complesso, ove
incontra sulla sua strada sia determinate costrizioni cui è costreto ad adeguarsi, sia determinate scelte sulle quali gli
è facile operare. Cerchiamo intanto di fornire una prima idea di questo percorso. Possiamo supporre che esso
conduca dall’immanenza alla manifestazione, seguendo tre tappe principali...”
(Greimas, Del senso, Bompiani, Milano 1974, p. 143)
Nel percorso generatvo del senso, il primo passaggio da un livello più astrato a uno più concreto si ha con le
struture semio-narratve di superfcie. Le struture semio-narratve di superfcie
“...le relazioni logico-semantche del quadrato e le possibili operazioni sintatche di afermazione/negazione di valori
si traducono ora in azioni e volizioni di sogget. I valori virtuali del quadrato vengono investt in ogget (ogget di
valore) che possono trovarsi in congiunzione o in disgiunzione con i sogget: di qui le dinamiche narratve per rendere
conto di queste trasformazioni. La narratvità è dunque la sequenza ordinata di situazioni e di azioni: è la versione
“umanizzata” di quello che succedeva con il quadrato a livello astrato.”
(Traini, Le due vie della semiotca, Bompiani, Milano 2006, p. 132)
A questo livello troveremo termini come Soggeto, Azione, Oggeto ma non saremo ancora però a un livello
concreto, che sarà quello discorsivo. Il Soggeto non sarà necessariamente un soggeto in carne ed ossa. Potrebbe
essere rappresentato da più personaggi oppure essere un oggeto, un conceto astrato (lo Spirito del tempo, la
Fede, la Provvidenza...); questo, sarà, quindi, un elemento che o si trova in una certa situazione (statca) o compie
determinate azioni. Nella semiotca di Greimas, la presenza del Soggeto implica necessariamente un altro elemento
che chiamiamo Oggeto di valore (o semplicemente Oggeto): questo è un oggeto che ha un valore per il Soggeto,
è, cioè, importante o perché gli permete di essere felice, di raggiungere il suo scopo o perché, al contrario, lo rende
infelice e deve liberarsene o fuggire da esso. L’Oggeto di valore non deve necessariamente essere un oggeto
concreto: potrebbe essere una persona o un conceto astrato. Qual è il rapporto fra quest element e il quadrato
semiotco? Gli Ogget di valore non sono altro che ogget che rappresentano i valori, i vertci di un quadrato
semiotco più profondo: in semiotca, infat, si dice che gli Ogget vengono investt dai valori del livello profondo. Di
solito ciò che fa scatare la narrazione è il fato che il Soggeto è disgiunto dal suo Oggeto di valore e vuole
congiungersi con esso, o viceversa. Questo volersi congiungere (o disgiungere) con l’Oggeto di valore da parte del
Soggeto è il Programma narratvo (PN) del Soggeto. Le narrazioni, però, sono di solito delle struture complesse in
cui per realizzare il suo PN principale il Soggeto dovrà realizzare prima dei PN secondari, det PN d’uso: per riuscire
a congiungersi (o disgiungersi) con l’Oggeto di valore, il Soggeto deve compiere delle azioni. Oltre al Soggeto e
all’Oggeto abbiamo altri element narratvi quali l’Aiutante, ossia qualunque personaggio, cosa o situazione che aiut
il Soggeto a realizzare un PN, l’Opponente, ossia qualunque personaggio, cosa o situazione che ostacoli il Soggeto
nella realizzazione di un PN. Soggeto, Oggeto, Aiutante e Oppositore, che fnora abbiamo chiamato element della
narrazione, si chiamano più propriamente atant. Questo per distnguerlo dagli atori (che sono dei veri e propri
personaggi, che coincidono con element del mondo). Come abbiamo già deto, infat, gli atant non corrispondo
necessariamente a dei personaggi e sono delle semplici funzioni narratve. Possiamo avere diversi tpi di rapport fra
atant ed atori: la situazione in cui ogni atante corrisponde a un atore è tpica delle fabe, che hanno una strutura
dei personaggi più semplice (ognuno svolge una funzione diversa) ci possono essere situazioni in cui un atante è
incarnato da più atori (ad es., i tre moscheteri corrispondono ad un unico atante, l’Aiutante di D’Artagnan) e
situazioni in cui un atore incarna più atant. Propp analizzò cento fabe di magia russe della raccolta di Afanasjev e
notò l’esistenza di funzioni ricorrent che non dipendono dai personaggi o dal modo in cui compiono un’azione: le
funzioni indicano un certo tpo di azione che svolge un certo ruolo in una vicenda. Greimas cerca di adatare l’idea di
Propp a tut i tpi di narrazione (e non solo alla faba di magia russa): ne risulterà uno schema semplice e fessibile,
composto da funzioni più generali: è lo schema narratvo canonico.
Manipolazione: qualcuno fa fare qualcosa a qualcun altro;
Competenza: qualcuno acquista la possibilità di fare qualcosa;
Performanza: qualcuno fa qualcosa;
Sanzione: chi ha compiuto l’azione è premiato, non premiato o punito.

Nella fase della Manipolazione qualcuno dà l’incarico a qualcun altro di compiere un’azione: chi dà l’incarico viene
deto Destnante; chi riceve l’incarico (e che sarà, solitamente, anche il Soggeto delle fasi successive) si chiama
Destnatario. Destnante e Destnatario sono gli ultmi due atant del modello greimasiano (gli altri sono il Soggeto,
l’Oggeto, l’Aiutante e l’Opponente). Nella fase della Competenza, quindi, il Soggeto deve acquisire tut i mezzi che
gli serviranno per compiere l’impresa fnale; la Performanza è l’azione vera e propria, il nucleo del racconto. La
Sanzione, invece, è la fase fnale che sancisce, appunto, il successo del Soggeto: ovviamente è anche possibile che la
sanzione sia negatva (perché il Soggeto ha fallito) o che non ci sia afato (il Soggeto non vede riconosciuto il suo
successo). Non è necessario che tute le fasi dello schema siano sempre manifestate: alcune volte, per esempio, la
narrazione può cominciare dalla Competenza (e si presuppone che ci sia stata una Manipolazione) o dalla
Performanza; altre volte, invece, la narrazione si concentra sulle fasi iniziali e non si arriva mai alla Performanza e alla
Sanzione.
La modalizzazione introduce un certo “spessore psicologico” negli atant. Un soggeto, infat, non è solo un
elemento narratvo che si trova in certe situazioni e/o compie certe azioni. Avrà anche dei desideri che lo spingono
verso cert Ogget o degli obblighi che lo portano a compiere determinate azioni. Inoltre, per poter compiere queste
azioni dovrà avere i mezzi e/o sapere come portarle a termine. Le modalità servono proprio a descrivere queste
carateristche dell’atante. Sono quatro e vengono indicate con i verbi modali più difusi nelle varie lingue.

Dovere: rappresenta la sfera degli obblighi dell’uomo (nei confront della società, di sé stesso o dei suoi cari).
Volere: è la sfera dei desideri.
Sapere: è la sfera delle conoscenze.
Potere: i mezzi materiali (capacità fsiche o strument) che permetono di compiere azioni.
Se l’atante possiede una o più di queste modalità si dice che è modalizzato secondo quella modalità. La
modalizzazione, quindi, è tpica della fase della Competenza, perché rappresenta le carateristche (psicologiche,
fsiche, ecc.) che il Soggeto deve avere per poter passare all’azione. Le narrazioni spesso sono diferent proprio
perché i loro atant hanno “equipaggiament” modali diferent. C’è una diferenza fra Volere e Dovere da un lato e
Sapere e Potere dall’altro. Le prime due modalità, infat, vengono dete virtualizzant, mentre le altre due sono
atualizzant...
“Un programma narratvo è deto virtualizzato quando la manipolazione ha fato sì che il soggeto abbia cominciato
ad aderire ai valori propost dal Destnante: in altre parole il Destnante ha instaurato nel Soggeto un voler fare o un
dover fare. Non si trata ancora di rendersi capaci di afrontare l’azione ma il PN è comunque virtualizzato dato che il
Soggeto comincia a considerare l’ipotesi di compiere l’azione. Il passo successivo è quello in cui il Soggeto non solo
vuole o deve compiere un PN, ma si dota anche del saper fare e del poter fare necessari perché egli possa agire. In
questo modo il programma narratvo non è più solo virtualizzato ma è anche atualizzato, il che non significa però
che esso sia stato già realizzato: lo sarà solo a trasformazione efetvamente avvenuta.”
(Maria Pia Pozzato, Semiotca del testo, Carocci, Roma 2001, p. 51)
6.1 PROGRAMMA NARRATIVO PRINCIPALE
L’architetura spaziale di HUB Roma è fnalizzata ad essere uno spazio lavoratvo informale, il che presuppone dei
principi fessibili basat su valori condivisi come la condivisione, la sostenibilità e la difusione di conoscenza.
Da tali presuppost è possibile identfcare un Programma Narratvo Principale di HUB Roma, consistente nella fnalità
dello spazio lavoratvo condiviso stesso, ossia la combinazione di Mission e Vision.
“Mission: promuovere un impato positvo nella società e nell’ambiente.
Vision: persone e proget unit per cambiare il mondo.”
6.2 SCHEMA ATTANZIALE
È possibile individuare uno Schema Atanziale in HUB Roma, in quanto, lo stesso è l’“enunciatore-destnante” dello
spazio; i Sogget sono le Aziende Coworkers; l’Oggeto di Valore a cui tendono è un’azione imprenditoriale fessibile
e poco gerarchizzata, volta ad otmizzare le nuove pratche di lavoro; data la confgurazione spaziale degli ambient,
quest ultmi assumono la funzione di Aiutant in quanto consentono di tendere in modo funzionale all’Oggeto di
Valore, data la realtà lavoratva del mondo odierno. Infat, gli spazi di Coworking nascono dall’esigenza di rendere
meno formali le dinamiche lavoratve, ed è per questo che i sogget aziendali, in tale schema atanziale, coincidono
con gli enunciatari-destnatari di HUB Roma.
6.3 SCHEMA NARRATIVO CANONICO
Data tale schematzzazione atanziale, possiamo afermare che nello Schema Narratvo Canonico di HUB Roma vi è
una Manipolazione delle dinamiche lavoratve da parte della confgurazione spaziale degli Ambient di HUB Roma, sui
Sogget aziendali che, nella fase della Competenza, riescono a generare un valore aggiunto al proprio know-how,
grazie alle interrelazioni tra gli hubbers. La Performanza, che consiste quindi nell’esercizio del proprio lavoro, avrà
dinamiche diferent da quelle di una impostazione lavoratva di tpo classico. Concludendo, la Sanzione di tale SNC
consisterà nei pay-of lavoratvi intesi come qualità del lavoro e wellness lavoratvo.
6.3.1 SPAZIO TOPICO ED ETEROTOPICO DI HUB ROMA
Dobbiamo ora distnguere in una narrazione tra spazio topico di HUB Roma che localizza il Programma Narratvo di
base e gli spazi det eterotopici. Lo spazio topico si può, inoltre, suddividere in spazio utopico, che è il luogo della
Performanza, e spazio paratopico, che è il luogo dell'acquisizione della competenza, rispeto lo Schema Narratvo
Canonico dello stesso HUB Roma.

MANIPOLAZIONE SANZIONE
COMPETENZA PERFORMANZA
Spazio Eterotopico Spazio Topico Spazio Eterotopico
Spazio Paratopico Spazio Utopico
● Atrio: ● Atrio: Zona Relax
Primo e Secondo Corridoio; ● Padiglione
● Padiglione:
Spazio condiviso

7. VALORIZZAZIONI: ASSIOLOGIE & QUADRATI SEMIOTICI


7.1 VALORIZZAZIONI PRATICHE
Primo corridoio
All’interno del primo corridoio i coworker hanno la possibilità di discendere dalla funzione preordinata di “luogo di
passaggio” (un non-luogo, ossia un luogo che non viene vissuto); infat, atraversandolo per raggiungere la Hall di
HUB Roma, incontreremo 3 salot in cui poter efetuare conversazioni private con colleghi ed ospit; tali salot, in
linea di contnuità con la Mission e la Vision di HUB Roma, sono ricavat da ret da pesca indiane, cosicché da
promuovere atvamente un impato positvo nella società e nell’ambiente. I quadri posizionat su entrambe le paret
sono ispirat al tema della musica internazionale: ciò è in linea con l’attudine del Network globale Impact HUB,
sotolineando la commistone culturale che ne caraterizza la sua identtà. Inoltre, la presenza della fnestra opaca
dota lo spazio di luce naturale senza impatare sulla riservatezza degli spazi, ma rendendoli, piutosto, informali e
conviviali. Tali element, che non variano al variare delle atvità svolte al suo interno (quindi non defnibile come
spazio semi-determinato) rendono l’ambiente pratcabile: è uno spazio informale, non privato. Inoltre, in base a
quanto disaminato sino ad ora, possiamo afermare che il Primo corridoio assume una funzione costrutva
afermando di essere anche altro, confgurandosi come spazio Mitco. In base al quadrato delle assiologie di
consumo elaborato da J.M. Floch, il Primo corridoio assume quindi una valorizzazione pratca, in quanto possiede
carateristche di comfort e fessibilità d’utlizzo. Seguendo, quindi, quanto studiato dal Floch circa l’esperimento
condoto nella metropolitana di Parigi, avente come oggeto lo studio dei percorsi efetuat dagli utent, possiamo
sostenere che tale spazio è caraterizzato da una dimensione di non-discontnuità: gli hubber che percorreranno il
primo corridoio potranno decidere se proseguire verso la Hall o fermarsi presso i salot, quindi sono identfcabili
come dei “professionist” che efetuano delle “sequenze”.
Zona Relax
Nonostante la sua enttà di bar, la Zona Relax è uno spazio pubblico polifunzionale adibito al ristoro e ad un
riequilibrio fsiologico degli ospit e degli hubber, i quali possono scegliere di usufruirne per un break senza
allontanarsi dalla propria postazione lavoratva. La presenza delle sedute, del bar e del lucernario, consente di vivere
lo spazio lavoratvo in modo conviviale, unendo la dimensione dello svago a quella dell’apprendimento. Infat, in tale
spazio ritroviamo anche una partcolare parete atrezzata che presenta element che sono in linea con la logica
lavoratva informale di HUB Roma: è qui esplicata la dimensione della gamificaton atraverso giochi di società
inerent al tema del “fare impresa”, volta alla creazione di una comunità di hubber unita e collaboratva. Assume
partcolare importanza l’inserto museale ispirato al Tech-vintage: ciò sta a valorizzare il tema della memoria del
progresso tecnologico avutosi negli ultmi trenta anni nel campo delle ICT, aspeto fondamentale della Cultura
aziendale globale di Impact HUB. La presenza di quadri ispirat al tema cinematografco della Dolce Vita della Roma
degli anni Sessanta è volta, invece, a valorizzare la dimensione dell’aspeto culturale locale e l’appartenenza alla
comunità romana, esplicitando così la propria attudine glocale. È possibile afermare, quindi, che tale spazio assolve
più funzioni che si distanziano dal semplice ristoro: la presenza degli element post sulla parete atrezzata intende
consentre atvità alternatve individuali e colletve; pertanto, tale spazio rientra nella nozione di spazio semi-
determinato. Inoltre, secondo quanto afermato ed in funzione della rielaborazione del Marrone di J.M. Floch, tale
spazio ricreatvo assume una funzione costrutva poiché il bar aferma, quindi, di essere anche altro, confgurandosi
come spazio Mitco. In base a quanto afermato dal Floch circa le valorizzazioni, la zona relax assume una
valorizzazione Utopica in quanto presenta i valori di base vita, identtà ed avventura. Rispeto quanto afermato dallo
stesso autore riguardo l’esperimento, già citato, sui percorsi dei frequentatori della metro parigina, la Zona Relax si
confgura come una non contnuità, poiché gli hubber potranno concedersi un break “passeggiando” verso essa,
confgurandosi come dei “bighelloni”.
Secondo Corridoio
Il Secondo Corridoio funge da raccordo tra i due principali ambient di HUB Roma, assumendo così la funzione
congiunzionale preordinata di “ponte” di collegamento [NB inserire defnizione di ponte dal libro] verso lo spazio
dove si esplica la core actvity di HUB Roma stesso, ossia il padiglione. Tale corridoio è caraterizzato da una
contnuità isotopica rispeto le tematche di internazionalità, ludicità ed apprendimento e cultura aziendale
esplicitate tramite la parete atrezzata, similare a quella della zona Relax. Tale zona di raccordo è caraterizzata dalla
presenza di due fnestre opache, le quali consentono l’ingresso di luce naturale, mantenendo al contempo il giusto
livello di privacy necessaria ad un luogo di lavoro, contribuendo quindi al risparmio energetco ed al perseguimento
del valore aziendale della sostenibilità ambientale. Vi è, inoltre, la possibilità di adibire tale spazio a zona espositva
durante event e meetup e ciò suggerisce la possibilità che tale spazio assuma molteplici funzioni allo stesso tempo:
pertanto è confgurabile come spazio semi-determinato, non privato. Medesimo discorso fato per la Zona Relax,
circa le teorizzazioni del Marrone, viene fato per il Secondo Corridoio, pertanto, tale spazio assume una funzione
costrutva poiché aferma di essere anche altro, confgurandosi come spazio Mitco. Data comunque la natura
funzionale del Secondo Corridoio come “ponte”, secondo lo studio del Floch, è possibile afermare che tale spazio
assuma una valorizzazione pratca in quanto presenta valori utlitari quali comfort e fessibilità. Inoltre, tale spazio, in
riferimento al sopracitato esperimento sui percorsi, il secondo corridoio assume le medesime carateristche del
primo, essendo caraterizzato da una dimensione di non-discontnuità, poiché è frequentato da “professionist” che,
nell’ato dell’atraversamento, efetuano delle “sequenze”.
Padiglione
Il padiglione è l’ambiente più grande di HUB Roma, difat all’interno di quest’ultmo si snodano le core actvites che
denotano la polifunzionalità dell’ambiente stesso, in virtù della duplice confgurazione spaziale pubblica, di
condivisione, e privata, di non condivisione. Secondo quanto appena deto, in tale ambiente avremo la maggiore
concentrazione di sogget, per cui sono present numerosi tavoli condivisi utlizzabili dai coworkers e dagli ospit in
modo da atvare e facilitare la knowledge sharing, il bizmatching e l’atvità di lavoro collaboratvo stessa: ciò
potrebbe implicare una elevata saturazione dell’ambiente, rendendolo sofocante ed ostle, ma ciò è impedito dalla
presenza di due lucernari e due fnestre a vetri opachi che, unitamente alla parete connotata dalla cromatcità verde
ed alla presenza di element naturali nell’aiuola, mitgano tale efeto. Sono, inoltre, present element volt a
valorizzare le molteplici sfaccetature assunte dalle pratche di lavoro condiviso: in tale otca assume partcolare
importanza il creatvity corner, una grande bacheca adibita all’afssione di idee creatve da sviluppare
colletvamente, funzione valorizzata anche dalla presenza di una poltrona in tessuto Denim riutlizzato, che connota
il caratere della creatvità stessa. Qui ritroveremo anche la presenza di support eletronici d’ufcio, post a libero
utlizzo degli hubber. La polifunzionalità dello spazio condiviso lo rende uno spazio semi-determinato, ossia che varia
in funzione delle atvità che vengono svolte in esso: infat, tale spazio ospita anche event aziendali, workshop e
corsi di formazione che concorrono a costruire ed alimentare la comunità di hubber locali. Tale ambiente conta la
presenza anche di spazi non condivisi quali le due tpologie di ufcio: la prima risulta essere connotata da una
maggiore chiusura e riservatezza verso l’ambiente condiviso, mentre la seconda tpologia è connotata da una
maggiore apertura verso lo spazio condiviso, in virtù della visibilità consentta dall’agio presente tra le bande di
legno. Le due tpologie di ufcio rappresentano comunque una contnuità isotopica della tematca valoriale di Impact
HUB della sostenibilità, del riciclo e riutlizzo dei materiali, in quanto le texture che li formano sono materiali
rigenerat. La funzione preordinata è riscontrabile solamente nello spazio occupato dalle due tpologie di ufci,
dispost lungo il perimetro laterale della stanza. Secondo quanto sostenuto dal Marrone, possiamo afermare che lo
spazio non condiviso si confgura come obliquo in quanto, essendo localizzato in uno spazio collaboratvo e colletvo,
nega la funzione principale del Padiglione, in quanto tali ufci sono privat. Invece, per quanto riguarda lo spazio
condiviso, questo si confgura come uno spazio Mitco, in quanto, afermando di essere anche altro, assume una
funzione costrutva. Facendo ora riferimento a quanto sostenuto da Floch, lo spazio non condiviso assume una
valorizzazione critca in quanto connotato dalle carateristche di rapporto cost/benefci e qualità/prezzo; mentre, lo
spazio condiviso di coworking assume una valorizzazione pratca, poiché connotato dalle carateristche di comfort e
fessibilità, fata eccezione per il creatvity corner, il quale assume una valorizzazione utopica, in quanto
caraterizzato dai valori esistenziali inerent alle azioni imprenditoriali creatve da svolgere colletvamente, quindi
alimentando la community di hubber. Concludendo, riguardo l’applicazione del modello delineato dal Floch sui
percorsi, il Padiglione, anche in questa fatspecie, assume una duplice confgurazione, rispeto quelli che noi
abbiamo identfcato come spazio condiviso e spazio non condiviso: il primo è caraterizzato da una dimensione di
discontnuità poiché sarà frequentato da hubber confgurabili come “esploratori”, in quanto compiranno dei
“percorsi” per vivere a pieno quanto ofre tale spazio di lavoro condiviso; mentre, il secondo spazio, essendo privato
e non condiviso, è caraterizzato da una dimensione di contnuità poiché sarà raggiunto unicamente dagli hubber che
ne hanno riservato l’utlizzo, confgurabili quindi come dei “sonnambuli” che compiono delle “traietorie”.

E. HALL

SPAZIO INFORMALE SPAZIO SEMI- SPAZIO PREORDINATO


DETERMINATO
Primo Corridoio - Zona Relax Spazio non condiviso
- Secondo Corridoio (Padiglione)
- Spazio condiviso
(Padiglione)
ASSIOLOGIE & QUADRATO SEMIOTICO
G. MARRONE

FUNZIONE RAPPRESENTAZIONALE FUNZIONE COSTRUTTIVA


SPAZIO REFERENZIALE SPAZIO MITICO
HUB AFFERMA DI ESSERE HUB HUB AFFERMA DI ESSERE ANCHE ALTRO
- Primo Corridoio
- Zona Relax
- Spazio Condiviso
(Padiglione)

- Spazio non Condiviso


(Padiglione)
HUB NEGA DI ESSERE ANCHE ALTRO HUB NEGA DI ESSERE HUB
SPAZIO SOSTANZIALE SPAZIO OBLIQUO
NEGAZIONE DELLA FUNZIONE NEGAZIONE DELLA FUNZIONE
COSTRUTTIVA RAPPRESENTAZIONALE

J.M. FLOCH

- maneggevolezza VALORIZZAZIONE VALORIZZAZIONE - vita


- comfort PRATICA UTOPICA - identtà
- afdabilità VALORI UTILITARI VALORI - avventura
ESISTENZIALI
- Primo Corridoio - Zona Relax
- Secondo Corridoio - Spazio Condiviso
(Padiglione)

- Spazio Non Condiviso


(Padiglione)
- cost/benefci VALORI NON VALORI NON - genuinità
- qualità/prezzo ESISTENZIALI UTILITARI - rafnatezza
VALORIZZAZIONE VALORIZZAZIONE - lusso
CRITICA LUDICO ESTETICA
DISCONTINUITA’ CONTINUITA’
ESPLORATORI SONNAMBULI
PERCORSI TRAIETTORIE
- Zona Condivisa - Zona non Condivisa
(Padiglione) (Padiglione)

- Zona Relax - Primo Corridoio


- Secondo Corridoio
NON CONTINUITA’ NON DISCONTINUITA’
BIGHELLONI PROFESSIONISTI
PASSEGGIATE SEQUENZE

PUBBLICO/PRIVATO

PUBBLICO PRIVATO
- Spazio Condiviso - Spazio non Condiviso
(Padiglione) (Padiglione)

- Primo Corridoio
- Secondo Corridoio
NON PRIVATO NON PUBBLICO
7.2 VALORIZZAZIONI OTTICHE
HUB Roma può essere frequentato principalmente da due tpologie di utent: gli ospit, i quali saranno classifcat
come “osservatori”, e gli hubber, i quali saranno a loro volta classifcat come “informatori”.
Le due tpologie di utent assumeranno, quindi, un punto d’osservazione opposto, defnito dalla possibilità o volontà
di vedere o essere vist negli spazi pertnent la nostra analisi, rispeto l’enttà degli spazi stessi che analizzeremo
secondo la categoria semantca aperto/chiuso.
L’ospite
L’ospite non è un hubber, bensì è un’enttà esterna che temporaneamente pratcherà gli spazi di HUB Roma; quest,
durante la sua permanenza, incontrerà diversi regimi di visibilità, a seconda di dove stazionerà. Nel caso egli si trovi
nel Primo Corridoio, stazionando in uno dei salot a disposizione, avrà scelto di posizionarsi in uno spazio “non
chiuso” dove “non poter non vedere”, poiché i salot stessi consentono, al contempo, di isolarsi sia per un momento
ricreatvo che professionale, potendo però vedere ciò che accade nell’immediato dintorno. Nel caso, invece, in cui
l’ospite si trovi nel Padiglione, nei pressi degli ufci privat di Tipo “B”, si troverà nella situazione di “non poter non
vedere” ciò che accade negli ufci stessi, in virtù della confgurazione fsica di quest ultmi, ossia l’agio presente tra
le bande di legno, le quali lo rendono uno spazio “non chiuso”. Discorso inverso avviene rispeto lo spazio non
condiviso del Padiglione, ossia gli ufci di Tipo “A”, che, in virtù della loro “chiusura” rispeto lo spazio condiviso,
pongono l’ospite nella condizione di “poter non vedere” ciò che accade al loro interno. Ciò che l’ospite
indubbiamente “può vedere” è ciò che è presente negli spazi “apert” della Zona Relax, del secondo corridoio e dello
spazio condiviso all’interno del Padiglione.

OSSERVATORE
APERTO CHIUSO
POTER VEDERE POTER NON VEDERE
- Zona Relax - Spazio non Condiviso
- Secondo Corridoio (Padiglione, ufcio tpo A)
- Spazio Condiviso
(Padiglione)

- Spazio non Condiviso


(Padiglione, ufcio tpo B)
- Primo corridoio
NON POTER NON VEDERE NON POTER VEDERE
NON CHIUSO NON APERTO
L’hubber
L’hubber è il soggeto di interesse di HUB Roma, colui che esplica la propria funzione lavoratva, contribuendo
all’evoluzione sociale e professionale della community di hubbers nel mondo. Egli, essendo colui che dispone degli
spazi ofert da HUB Roma, potrà decidere di operare in diversi regimi di visibilità. Nel caso decida di “non voler non
essere visto”, si collocherà in uno spazio “non chiuso” come i salot present nel primo corridoio o le sedute present
nel secondo. Agli hubbers viene data la possibilità di scegliere se operare in spazi condivisi o non condivisi: nel primo
caso, egli si porrà nella condizione di “voler essere visto”, collocandosi in uno spazio “aperto” come quello dei tavoli
condivisi al centro del Padiglione; mentre, nel secondo caso, l’hubber potrà scegliere se riservare uno spazio
lavoratvo non condiviso, confgurato nelle due tpologie “A” e “B”. L’ufcio di “Tipo A”, essendo “chiuso” rispeto lo
spazio condiviso, è ideale per chi “vuole non essere visto”; inversamente, l’ufcio di “Tipo B”, essendo “non chiuso”,
consentrà un regime di visibilità più elevato tale da consentre di “non voler essere non visto” date le carateristche
che ne defniscono la diversa tpologia. Per l’hubber, gli spazi “apert” in cui può “voler essere visto” per poter
atvare dinamiche relazionali e lavoratve, saranno quelli della Zona Relax e del sopracitato spazio condiviso
presente nel Padiglione.

INFORMATORE
APERTO CHIUSO
VOLER ESSERE VISTO VOLER NON ESSERE VISTO
- Spazio Condiviso - Spazio non Condiviso
(Padiglione) (Padiglione, ufcio tpo A)
- Zona Relax

- Primo Corridoio
- Secondo Corridoio
- Spazio non Condiviso
(Padiglione, ufcio tpo B)
NON VOLER NON ESSERE VISTO NON VOLER ESSERE VISTO
NON CHIUSO NON APERTO
7.3 VALORIZZAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE E DELL’AUTONOMIA
Secondo quanto studiato dal J.M. Floch nella sua saggistca “Identtà visive: costruire l’identtà a partre dai segni”,
rispeto la categoria spaziale molteplicità/unità e la relatva valorizzazione della partecipazione o dell’autonomia
lavoratva, è possibile applicare tale modello alle pertnenze spaziali di HUB Roma, in relazione alla categoria
pubblico/privata. Al fne di una chiara comprensione di quanto individuato, abbiamo posto le valorizzazioni in
assiologie del quadrato semiotco:

MOLTEPLICITÀ UNITÀ
Allocazione Assorbimento
Struturazione Totalizzazione
ARTICOLARSI FONDERSI
PUBBLICA PRIVATA PUBBLICA PRIVATA
- Spazio Condiviso - Spazio non condiviso - Zona Relax
(Padiglione, Tavoli) (Padiglione, Ufci Tipo B)
VALORIZZAZIONE FUNZIONALE VALORIZZAZIONE DELL’IDENTITÀ
Marcatura e ripartzione Convivialità e spazio fusionale

VALORIZZAZIONE DELL’AUTONOMIA VALORIZZAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE


Cellule e spazio capsula Costruzione Task-force e proget creatvi
- Primo Corridoio - Spazio non condiviso - Zona Relax
(Salot) (Padiglione, Ufci Tipo A) - Spazio condiviso
- Secondo (Padiglione, Creatvity Corner)
Corridoio - Spazio condiviso
(Sedute) (Padiglione, Tavoli)
PUBBLICA PRIVATA PUBBLICA PRIVATA
ISOLARSI MESCOLARSI
Frazione Indivisione
Automatzzazione Implicazioni
NON-UNITÀ NON-MOLTEPLICITÀ

Partendo dal conceto di Molteplicità spaziale, abbiamo rintracciato in HUB Roma più spazi in cui “artcolarsi” per
rendere efetva l’atvità di lavoro condiviso, i quali sono a loro volta contenut nell’ambiente del Padiglione, dove si
svolgono, infat, le core actvites. Come osservato in precedenza, tale ambiente si connota di spazi condivisi e non;
tale “marcatura e ripartzione” ci permete di artcolare la categoria semantca pubblico/privato, ponendo una
“struturazione” dello spazio defnita dal modo in cui essi vengono utlizzat. Nel caso dello Spazio condiviso,
identfcato come spazio “pubblico”, rintracciamo più tavoli “allocat” e messi a disposizione degli hubbers e dei
propri ospit: saremo, quindi, in una situazione in cui “si può essere vist nello spazio dove ci si deve artcolare”.
Rispeto le proprietà del conceto di “molteplicità privata”, abbiamo associato la tpologia di Ufcio “B”, in quanto la
presenza dell’agio tra le bande orizzontali permete di “poter non essere vist nello spazio dove ci si deve artcolare”.
Rispeto il conceto di “unità” spaziale, in cui vi è la “valorizzazione dell’identfcazione” in quanto connotata dalla
“convivialità” degli spazi “fusionali”, abbiamo potuto riscontrare che in HUB Roma non sono present spazi “privat”
dove “si può non essere vist nello spazio dove ci si deve fondere”. L’ ”assorbimento” delle tematche rispeto la
cultura locale e globale di IMPACT HUB Roma e la “totalizzazione” dell’essere hubber si avrà nello spazio “pubblico”
della Zona Relax, in virtù della presenza di Items: nel primo caso, i quadri ispirat al tema della romanità della Dolce
Vita e l’inserto museale Tech-Vintage concorrono alla difusione della cultura aziendale; mentre, in un secondo caso,
Items quali element ludici e didatci, permetono la totalizzazione del “volersi fondere” in una situazione di
convivialità.
Nella confgurazione spaziale di HUB Roma è possibile rintracciare l’esigenza di “isolarsi” da parte degli hubber: il
“frazionamento” degli spazi permete una determinata “automatzzazione” delle pratche, in funzione di una
“valorizzazione dell’autonomia”. Tale valorizzazione è stata rintracciata da J.M. Floch in spazi defnit “cellule” o
“capsule”, defnit quindi come spazi di “non unità”. Anche in tale caso è possibile applicare la categoria semantca
pubblico/privato, in quanto rintracciamo, nel primo caso, salot e sedute rispetvamente nel primo e nel secondo
corridoio, spazi “pubblici” dove “si può essere vist nello spazio dove ci si deve isolare”; mentre, nel caso
dell’accezione di spazio “privato”, abbiamo individuato lo spazio “non condiviso” presente nel Padiglione, rispeto
l’ufcio di Tipo “A”, poiché “si può non essere vist nello spazio dove ci si deve isolare”.
Rispeto, invece, l’esigenza degli hubber di “mescolarsi” tra loro, vi sarà l’esigenza di uno spazio di “indivisione” che
facilit le relazioni ma che crei allo stesso tempo anche “implicazioni” lavoratve. Ciò al fne di “valorizzare la
partecipazione” atraverso la costtuzione di task force e proget creatvi: uno spazio di “non molteplicità”. Nel corso
della nostra rilevazione non abbiamo rintracciato in HUB Roma alcuna “non molteplicità privata”, ossia una
situazione in cui “si può non essere vist nello spazio dove ci si deve mescolare”, mentre per quanto riguarda lo
spazio “pubblico” di “non molteplicità”, ossia una situazione in cui “si può essere vist nello spazio dove ci si deve
mescolare”, la “valorizzazione della partecipazione” avviene nella Zona Relax, nello spazio condiviso del Padiglione e
nello specifco grazie al creatvity corner ed ai tavoli messi a disposizione da HUB Roma.
8. TEMI ED EFFETTI DI SENSO
La nostra analisi semiotca è stata fnalizzata al defnire cos’è wellness lavoratvo negli spazi di HUB Roma in termini
di innovazione. La rete globale di spazi di coworking di IMPACT HUB ha alla base una determinata cultura aziendale
riscontrabile negli spazi di HUB Roma; abbiamo, Infat, riscontrato una determinata relazione simbolica con la
cultura aziendale di base della rete globale stessa, ma anche una valorizzazione della dimensione della cultura locale
e della memoria delle recent culture digitali: tale sincretsmo di linguaggi diferent crea negli spazi di HUB Roma un
sistema di “semi-simbolismo” culturale rintracciabile atraverso i vari element che lo esprimono.
HUB Roma è localizzato in Viale dello Scalo San Lorenzo, contesto urbano topologicamente posizionato nella parte
centrale della cità, ma che vive un fervore culturale tpicamente periferico che caraterizza la realtà di quartere.
Possiamo quindi afermare che vi è una partcolare razionalità nell’assumere lo spazio di HUB Roma come testo in
quanto presenta un’implicita narratvità, poiché presuppone un cambiamento che si concretzza in una distanza
presa nei confront delle classiche concezioni lavoratve: infat l’analisi svolta è motvata dall’universo semantco del
termine “innovazione”. Ciò si concretzza nella mission e nella vision esplicitate da IMPACT HUB ma, ovviamente, il
nostro compito è stato quello di valutare quanto gli spazi di HUB Roma contribuiscano a renderle efetve.
Facendo riferimento alla celebre distnzione elaborata dall’antropologo francese Augé (1992) tra luoghi e non-luoghi,
identfchiamo quest’ultmi come ambient in cui predominano le carateristche dell’anonimato, post in cui un
soggeto tende a perdere le proprie carateristche individuali, la propria identtà: possiamo indubbiamente
afermare che HUB Roma è un luogo identtario in cui l’utente del servizio oferto, chiamato hubber, ossia un
soggeto aziendale privato con uno specifco core business, innesta la propria identtà aziendale in quella di HUB
Roma stesso in un regime di coerenza tra fnalità ed intent imprenditoriali, ossia vi è coerenza riguardo l’aspeto del
“fare impresa”.
Abbiamo già afermato che HUB Roma, essendo il testo, è dotato di narratvità; l’ekphrasis, ovvero ciò che
descrivono gli spazi di HUB Roma, contribuisce fortemente a marcare l’andamento narratvo del testo stesso. Gli
antropologi francesi J. M. Adam e A. Pettjean nel 1989 distnguono descrizioni ornamentali, espressive e produtve:
gli spazi di HUB Roma e gli element in esso contenut hanno una connotazione indubbiamente più funzionale che
ornamentale e non sono espressive di una manifestazione dell’individualità; di contro, possiamo afermare che la
descrizione operata dagli spazi di HUB Roma è rappresentatva dell’insieme dei regimi discorsivi fondant la rete
globale IMPACT HUB e descrizioni produtve che afermano anche, ma non esclusivamente, la soggetvità degli
hubber stessi. Tale progressione narratva è relatva al “piano del fare”, nel partcolare, dato che stamo tratando un
luogo di lavoro, tale piano è modalizzato secondo il senso del dovere (modalizzazione virtualizzante) ma ciò implica
comunque dinamismo e trasformazioni. Inoltre, secondo il flosofo della scienza M. de Certeau, c’è distnzione tra il
“piano del fare” e il “piano del vedere”: a seguito dell’analisi efetuata possiamo afermare che Hub Roma è
un’ambiente che presenta molte “non-discontnuità” che lo rendono un luogo fuido, in virtù della scarsa presenza di
barriere architetoniche ed otche; possiamo quindi dedurre che nella nostra fatspecie la dimensione del vedere si
sovrappone a quella del fare poiché l’hubber avrà sempre la possibilità di vedere ciò che sta accadendo nelle sue
immediate vicinanze, ossia vedere at lavoratvi e non altrui. È una partcolarità della confgurazione spaziale di HUB
Roma che, unitamente alla già citata non-discontnuità, rende gli ambient privi di costrizione in quanto i regimi otci
dominant risultano essere confgurat come “non chiusi”.
In applicazione di quanto analizzato dal J.M. Floch circa la categoria semantca “molteplicità/unità”, abbiamo voluto
indagare il modo in cui lo spazio di HUB Roma valorizzi la dimensione della partecipazione e dell’autonomia: vi è una
partcolare ripartzione tra le quatro ripartzioni che ci hanno reso difcile individuare quale delle dimensioni della
partecipazione e dell’autonomia prevalgono.
In efet, l’artcolarsi, il fondersi, l’isolarsi ed il mescolarsi sono dimensioni present nella confgurazione spaziale di
HUB Roma anche se, comunque, prevale una dimensione pubblica rispeto quella privata che fa emergere il regime
discorsivo della “condivisione”. Quindi, ciò che abbiamo constatato durante le nostre rilevazioni etnografche, è che
l’hubber ha libertà di scelta in base alle sue esigenze, seguendo il proprio istnto. Quanto appena esplicitato è ciò che
risulta maggiormente pertnente alla nostra analisi: in relazione al conceto puristco di innovazione, possiamo
sicuramente afermare che, rispeto le classiche logiche lavoratve di impostazione gerarchica, la dimensione della
condivisione che emerge va ad impatare sul wellness del lavoratore, in relazione al conceto puristco di benessere
da noi individuato.
La libertà di movimento e di visibilità, accordata agli hubber ed ai loro ospit, si traduce, quindi, in libertà di scelta
operatva, consentta dalla confgurazione spaziale stessa: l’hubber, infat, potrà spostarsi in spazi caraterizzat da
una determinata segmentazione funzionale ad una scelta che rispecchi le condizioni di benessere soggetvo dello
stesso, il tuto in spazi dove è presente una contnuità isotopica di quelli che sono i regimi discorsivi che
concretzzano Mission e Vision.
In relazione a quanto appena descrito possiamo afermare che tali spazi rispecchiano la cultura da condividere che è
alla base della rete globale di IMPACT HUB: ciò è indubbiamente possibile spiegarlo atraverso la categoria semantca
“natura/cultura”. Infat, l’hubber, immerso nella già citata contnuità isotopica, incontrerà element la cui funzione
naturale è sotesa rispeto quella culturale caraterizzante IMPACT HUB Roma. Ad es. la funzione naturale delle ret
da pesca indiane viene trasformata in funzione culturale in quanto quest’ultme, essendo state plasmate come
poltrone, rappresentano una contnuità culturale rispeto al valore di base della contnuità. L’es. appena citato
mostra come un hubber implicitamente condivida gli assunt di base di IMPACT HUB quali condivisione e
sostenibilità, concet fondant della logica lavoratva che esprime lo stesso HUB, concet che stanno alla base di un
comportamento civile che si manifesta nel “senso di appartenenza” ad una community che condivide tali ideali.
In virtù della multdisciplinarietà della materia della semiotca, a supporto della defnizione di “senso di
appartenenza”, citamo ora lo studio di Merton e Lazarsfeld che, in funzione del conceto di homophilia, ossia la
tendenza degli individui di associarsi e creare legami con altri considerat simili per carateristche peculiari, ossia che
distnguono tra lo “status homophilia” ed il “valore homophilia”: il primo descrive gli individui con similitudini di stato
sociale che, date le loro carateristche comuni, hanno maggiori probabilità di associarsi tra loro; il secondo, invece, si
riferisce alla tendenza ad associarsi con altre persone che la pensano in modo simile, indipendentemente dalle
diferenze di status. Quest’ultma casistca, delineata dalla teoria dei due sociologi sopracitat, combacia, a nostro
avviso, con ciò che rappresenta la community degli hubber che, in virtù dei valori condivisi, forma un gruppo
riconoscibile ed unito da legami etci, morali, organizzatvi ma anche economici che formalizzano la cultura distntva
globale di IMPACT HUB negli spazi. La nuova pratca lavoratva di IMPACT HUB, costtuisce una “forma di vita
semiotca”, ovvero “una deformazione coerente dei modelli standard del vivere civile, di quei codici sociali fort che,
introietat individualmente, appaiono ovvi e naturali… …vale a dire un nesso tra passione e stle di vita” (cfr. Marrone
2007): per spiegare quanto appena esplicitato, faremo riferimento al conceto della “tmìa” (dal greco thymós,
animo, anima emozionale), ossia una forma di semantsmo spontaneo “deta anche propriocetva poiché con il suo
aiuto si cerca di descrivere il modo in cui ogni essere vivente iscrito in un ambiente sente se stesso e reagisce a ciò
che lo circonda” (Greimas, Del Senso 2, 1983:93) ed alla teoria del “Percorso Passionale Canonico” teorizzato dal
linguista lituano stesso. Facendo riferimento a quest’ultmo modello, possiamo applicarlo all’hubber che, nella fase
della “costtuzione”, si predispone euforicamente (investmento tmico positvo) nei confront dei regimi discorsivi
fondatvi della cultura aziendale della rete globale IMPACT HUB, e che, nella fase di “ sensibilizzazione”, atraversa tre
fasi: nella prima, quella della “disposizione”, egli, in base alla propria soggetvità, sarà già predisposto ai canoni
valoriali esplicitat dallo spazio di HUB Roma; nella seconda fase, invece, quella della “patemizzazione”, fase
trasformatrice, l’hubber sarà già in grado di riconoscere le proprie sensazioni suscitate dagli spazi stessi; nell’ultma
fase, defnita dell’ “emozione”, l’hubber reagirà fsicamente agli spazi, manifestando le proprie emozioni durante la
pratca lavoratva. L’ultmo punto dello Schema Passionale Canonico è defnito della “moralizzazione”, in quanto
l’hubber sarà capace di relazionarsi con gli altri hubbers in funzione di un giudizio formulato sulla base della propria
atvità lavoratva condivisa pratcata nello spazio di HUB Roma.
Possiamo quindi afermare che rispeto al conceto puristco di “innovazione” da noi individuato, la confgurazione
spaziale del testo HUB Roma impata positvamente sul Wellness Lavoratvo, in quanto si confgurano come
disforiche (tmìa negatva) quelle implicazioni che venivano generate dalle classiche impostazioni lavoratve, ossia
sensazioni quali rabbia, panico e senso di colpa generato da un giudizio ritenuto non giusto, poiché il lavoratore non
si identfca con i valori riconducibili alle classiche pratche di lavoro. Inoltre, possiamo afermare che il senso di
appartenenza alla community si rifete nel senso di appartenenza allo spazio stesso di HUB Roma, che
euforicamente valorizza il confronto sociale, la razionalità, la ricompensa e la motvazione.

In conclusione,
“In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove.
Sono una quota sperimentale che va alla deriva. Dietro di loro,
la traccia aperta si chiude.”
Erri De Luca, da Il peso della farfalla.
Abbiamo scelto queste parole dello scritore De Luca perché, in relazione all’ innovazione da noi indagata, la
riteniamo una giusta chiave di letura motvatrice per meglio comprendere quale direzione debbano intraprendere le
nuove generazioni, in termini di nuove pratche di lavoro. Così, come dal batto delle ali di una farfalla derivano
implicazioni spontanee, ringraziamo la Prof.ssa Isabella Pezzini e la catedra tuta per l’opportunità dataci per
applicare al meglio i concet semiotci da noi studiat, allargare i nostri orizzont ed ampliare in tal modo le nostre
conoscenze.
Ringraziamo in partcolare la Dot.ssa Tiziana Barone, coordinatrice del nostro gruppo di lavoro, che con incontri e
nuove esperienze ci ha presentato il mondo applicatvo della Semiotca, a noi student di Marketng &
Comunicazione, che ci stamo accingendo al difcile mondo del lavoro.
Inoltre, un ringraziamento a noi stessi, alla nostra perseveranza ed alla nostra “voglia di fare” nonostante le
numerose difcolta: non avremmo mai pensato di poter scrivere così tanto su un “luogo” !

TESI A CURA DI

Marco Formichella MATR. 1730013

Gabriele Pulcini MATR. 1540812

Manfredi Leone MATR. 1799777

TUTOR PROGETTO
Dot.ssa Tiziana Barone

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