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MONDO ALL’INIZIO DEL 900

La Seconda rivoluzione industriale che chiude l’Ottocento innesca una serie di


trasformazioni che mettono in crisi sia il liberismo economico sia il liberalismo
politico:

•si estende l’intervento statale, e di conseguenza anche il prelievo fiscale

•la partecipazione politica si allarga fino a comprendere le categorie prima


escluse dalla rappresentanza.

Il crescente peso politico degli strati più bassi della popolazione, che i partiti di
massa cominciano ad aggregare, porta al suffragio universale maschile, e anche
le donne iniziano a rivendicare i propri diritti a partire dall’Inghilterra, dove sin dal
primo decennio del Novecento il movimento delle suffragiste combatte per il voto
femminile.

Mentre i ceti popolari aspirano all’inclusione politica, il ceto borghese, con il suo
stile di vita raffinato e illuminato dal progresso, vive un periodo di spensierato
benessere.

In Europa e negli Stati Uniti l’urbanizzazione crescente, alimentata anche da un


forte incremento demografico, concentra grandi masse di popolazione nelle città,
con importanti implicazioni sia nell’organizzazione del lavoro sia nella cultura e
nello stile di vita.

Nasce la società di massa, in cui sia la produzione sia il consumo avvengono in


serie e secondo modalità standardizzate e uniformi:

l’uomo-massa, inserito in potenti meccanismi di conformismo, è il nuovo
protagonista della storia.

Il nazionalismo diffusosi già alla fine del secolo precedente diventa nel Novecento
uno strumento con cui le classi dirigenti orientano la partecipazione politica delle
nuove classi: la cosiddetta nazionalizzazione delle masse guida il consenso
popolare verso ideologie di tipo patriottico e aggressivo verso l’esterno.

La diffusione di atteggiamenti nazionalisti, xenofobi e razzisti – con un


inasprimento in particolare dell’ideologia antisemita – permette anche di
giustificare il colonialismo degli Stati europei.

La crescente fiducia nella scienza e nel progresso dà origine alla filosofia del
positivismo, che sui fatti verificabili sperimentalmente (o “positivi”) fonda una
concezione razionale della vita e della società.

Sorgono tuttavia gradualmente dei dubbi sul determinismo di tali prospettive e


sull’effettiva capacità dell’uomo di dominare la realtà.


Nei primi quindici anni del Novecento la conquista coloniale dell’Africa, dell’Asia e
dell’Oceania da parte delle potenze europee raggiunge il culmine.

Molto esteso è anche l’impero francese, nonché i tradizionali domini coloniali di


Spagna, Portogallo, Olanda e Russia.

Nel nuovo secolo si aggiungono nuovi colonizzatori: Germania Italia Belgio Stati
Uniti e Giappone.

Alimentata dal crescente divario tra l’Occidente e il resto del mondo e


incoraggiata da ideologie nazionaliste e militariste, la competizione coloniale
provoca l’assoggettamento sia economico che culturale delle popolazioni
sottomesse.

Tra Ottocento e Novecento si delineano due blocchi contrapposti: le nazioni


europee, in gara nella corsa coloniale, si schierano a fianco o contro la crescente
potenza tedesca.

La Triplice Intesa costituisce una tregua nella secolare rivalità tra Inghilterra e
Francia, ora unite dal comune intento antitedesco.

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