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Il crescente peso politico degli strati più bassi della popolazione, che i partiti di
massa cominciano ad aggregare, porta al suffragio universale maschile, e anche
le donne iniziano a rivendicare i propri diritti a partire dall’Inghilterra, dove sin dal
primo decennio del Novecento il movimento delle suffragiste combatte per il voto
femminile.
Mentre i ceti popolari aspirano all’inclusione politica, il ceto borghese, con il suo
stile di vita raffinato e illuminato dal progresso, vive un periodo di spensierato
benessere.
Il nazionalismo diffusosi già alla fine del secolo precedente diventa nel Novecento
uno strumento con cui le classi dirigenti orientano la partecipazione politica delle
nuove classi: la cosiddetta nazionalizzazione delle masse guida il consenso
popolare verso ideologie di tipo patriottico e aggressivo verso l’esterno.
La crescente fiducia nella scienza e nel progresso dà origine alla filosofia del
positivismo, che sui fatti verificabili sperimentalmente (o “positivi”) fonda una
concezione razionale della vita e della società.
Nei primi quindici anni del Novecento la conquista coloniale dell’Africa, dell’Asia e
dell’Oceania da parte delle potenze europee raggiunge il culmine.
Nel nuovo secolo si aggiungono nuovi colonizzatori: Germania Italia Belgio Stati
Uniti e Giappone.
La Triplice Intesa costituisce una tregua nella secolare rivalità tra Inghilterra e
Francia, ora unite dal comune intento antitedesco.