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In arrivo il governo dei banchieri? http://www.movisol.org/10news232.

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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

In arrivo il governo dei banchieri?


Dietro allo scontro politico italiano lo spettro della "cura greca" chiesta dalla finanza
internazionale

17 novembre 2010 (MoviSol) - Un'analisi attenta della politica e della storia ci deve sempre
portare a guardare i processi sottostanti, e non solo gli eventi particolari. Seguendo questo
metodo socratico diventa facile capire come il subbuglio creatosi tra i partiti italiani nel
periodo recente ha poco a che fare con gli scandali di Berlusconi e Fini, o anche con le
posizioni (molto mutevoli) adottate dai leader di partito da un giorno ad un altro. La realtà è
che da molti mesi è in atto un processo inteso a sostituire il governo italiano con un esecutivo
tecnico, con il compito di attuare "riforme" urgenti che sono ben più difficili da attuare
quando i partiti devono rispondere direttamente ai propri elettori.

Basta uno sguardo veloce oltre ai propri confini per capire la direzione generale. Mentre il
governatore della BCE Trichet chiede tagli alle pensioni, e i "mercati" esigono credibilità nel
ridurre i deficit di bilancio, sono stati annunciati piani di austerità in numerose nazioni. I casi
menzionati sulla stampa sono solo quelli dove le resistenze della popolazione sono più forti,
per esempio il Regno Unito, la Francia, e la Grecia. Negli Stati Uniti la Commissione Fiscale
istituita dal presidente Barack Obama ha cominciato ad annunciare le sue proposte di forti
tagli alla spesa statale, a partire dalla Social Security (beninteso, difendendo la riduzione delle
tasse per i più ricchi, ma senza considerare misure contro la speculazione finanziaria). Così, la
situazione italiana va vista nel contesto di una spinta internazionale verso misure di austerità
pesanti, guidata proprio da quegli interessi finanziari che da decenni vedono nello Stato
l'ostacolo principale alla loro "libertà" di mercato.

Da questo punto di vista il Governo Berlusconi rappresenta un impedimento alle misure


richieste. Certo, sotto la minaccia di un attacco al debito pubblico italiano l'esecutivo ha già
seguito una linea di rigore, bloccando gli investimenti che sarebbero necessari per l'economia
reale. Per non parlare del fatto che i margini di manovra dei governi nazionali sono stati

1 di 3 18/11/2010 23:25
In arrivo il governo dei banchieri? http://www.movisol.org/10news232.htm

ridotti di parecchio dalla normativa comunitaria, in cui si sono codificate le politiche in stile
FMI che mirano a gestire i parametri monetari a prescindere dalla progressiva distruzione di
ricchezza nell'economia reale. Ma la finanza internazionale non si fida di questo governo, e in
modo particolare del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Si ricordi che l'Italia è stata tra
i pochi paesi a non rifinanziare le banche durante la crisi degli ultimi tre anni; i cosiddetti
Tremonti Bonds, che impongono dei vincoli a favore dell'investimento produttivo, non sono
stati accettati dalle più grosse banche italiane, e hanno provocato uno dei tanti scontri
pubblici tra il Ministro e Mario Draghi, che si è lamentato dell'interferenza politica
nell'economia. E la cooperazione internazionale portata avanti dall'Italia in zone difficili - per
esempio con Vladimir Putin e la Russia - dà non poco fastidio ai manipolatori della
geopolitica a Washington, Londra e Bruxelles.

Gli alleati della City puntano alla formazione di un governo tecnico, per gestire l'emergenza. I
partiti di opposizione ci pensino bene prima di accettare una tale soluzione nella speranza di
cambiare la legge elettorale; basta ascoltare attentamente le dichiarazioni di alcuni politici di
peso (anche tra le proprie file) per capire che i compiti di un esecutivo tecnico andrebbero
ben oltre. Si parla di emergenza economica, dei governi tecnici degli anni Novanta come
punto di riferimento, e di riforme strutturali per garantire la stabilità del paese.

Quali sarebbero queste riforme strutturali? Di nuovo, la lista è già stata resa pubblica: tagli
pesanti alla previdenza sociale, la privatizzazione delle municipalizzate (bloccata dalla Lega
Nord), e l'ulteriore liberalizzazione di ogni servizio pubblico. I nomi più accreditati sono quelli
di Mario Draghi e Luca Cordero di Montezemolo. Il modello economico del primo è ben
noto: la correttezza delle regole per garantire che la speculazione mantenga il dominio
sull'economia produttiva; per quanto riguarda il secondo, considerando come intende mettere
le mani sui profitti dell'alta velocità ferroviaria - lasciando allo Stato gli investimenti e le
perdite - si capisce dove ci porterebbe.

Una recente mozione presentata da Francesco Rutelli al Senato parla chiaro:

"... e) le liberalizzazioni sono urgenti, e va tradotta in disposizioni legislative la


segnalazione al Governo del febbraio 2010 da parte dell'Autorità garante della
concorrenza e del mercato, riguardante i mercati dei servizi pubblici (postali, ferroviari,
autostradali e aeroportuali), energetici (carburanti e filiera del gas), bancario-assicurativi,
degli affidamenti pubblici e di tutela dei consumatori. Vanno recepite nella Costituzione le
norme dei Trattati UE sulla concorrenza. Vanno rafforzate le norme in materia di servizi
pubblici locali: troppi monopoli stanno spingendo verso l'alto le tariffe... " (1-00314 del 6

2 di 3 18/11/2010 23:25
In arrivo il governo dei banchieri? http://www.movisol.org/10news232.htm

ottobre 2010).

L'incessante richiesta di liberalizzazioni e tagli alla spesa pubblica è il marchio di fabbrica di


coloro che hanno creato la crisi economica attuale, ben lontani dalle misure rooseveltiane che
potrebbero innescare una ripresa vera. Niente investimenti pubblici, niente misure punitive
contro la speculazione finanziaria, e niente protezioni per i settori produttivi. È la "mano
invisibile" che porta via l'industria e i risparmi...

I politici di tutti gli schieramenti farebbero bene a guardare oltre quello che al momento
sembra il loro interesse particolare, e chiedersi se non sarebbe ora di incentrare il dibattito
pubblico sui contenuti veri dietro ai disegni portati avanti in questo momento: in primo luogo,
per onestà, perché la popolazione ha il diritto di sapere le conseguenze vere degli scontri in
atto; perché, inoltre, in questo modo, le forze che si ispirano ancora al bene comune potranno
trovare il sostegno necessario per bloccare un progetto che sarebbe disastroso per il paese.

Andrew Spannaus
15 novembre 2010

Le misure necessarie per salvare l'economia reale:

Glass-Steagall, la separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari (nota su Confapi


a Milano)

I grandi progetti infrastrutturali:


VIDEO: Una panoramica sul progetto Nawapa
VIDEO: Transaqua - Un'idea per il deserto del Sahel

Sul credito produttivo: Proposta di Legge sul Credito Produttivo

3 di 3 18/11/2010 23:25

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