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scintille.it/feelinfood/
3 Giugno
2019
di Paola Mozzato
Il 15 maggio scorso, nel nostro Istituto,i ragazzi di cinque classi terze hanno fatto lezione
in modo diverso. Riuniti in aula polifunzionale, hanno avuto l’opportunità di seguire le
lezioni di tre docenti che hanno disquisito intorno all’idea dell’evoluzione delle abitudini
alimentari.
Dopo il coffee break, è stata la volta di alcuni ragazzi delle quarte A, C, F che hanno
presentato i risultati di una ricerca relativa alle abitudini alimentari dal secondo
dopoguerra ad oggi e che infine si sono esibiti in una rappresentazione teatrale da titolo
“La storia di Mario”. Il testo prodotto dagli alunni con l’ausilio dei docenti, narra la vita di
Mario, giovane ribelle che scappa di casa, al termine del secondo conflitto mondiale, per
rincorrere il suo sogno: diventare grande chef. Conoscerà la Nouvelle Cuisine e, più tardi,
lo Slow food; diventerà famoso, realizzando l’idea dell’innovazione gastronomica,
partendo dalla tradizione.
Alta pedagogia dunque? Ebbene sì, perché questo semplice evento ha evocato concetti e
tematiche care all’attivismo pedagogico ed alla sua declinazione nella didattica
interattiva: metodologia della ricerca, peer education, intelligenze multiple, il tutto in una
prospettiva che considera la scuola immersa nel suo territorio.
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Metodologia della ricerca(Sharan&Sharan, 1998): i ragazzi di 4^, nel presentare le loro
sintesi hanno fatto capire ai loro compagni più giovani che, nello studio della storia, si
sono distanziati dall’analisi e comprensione del loro manuale per cercare, ordinare e
sistematizzare informazioni relative all’evoluzione delle abitudini alimentari, passando
dalla dieta del soldato durante la 2^ Guerra Mondiale, alla dieta del contadino negli anni
Cinquanta, all’introduzione del frigorifero e di nuove prospettive gastronomiche negli
anni del boom, fino ad arrivare alle affascinanti proposte della Nouvelle cuisine e, più
tardi, dello Slow food, senza dimenticare i riferimenti all’arrivo nel nostro Paese del Fast
food.
L’anno prossimo sarà dunque il loro turno. Avranno il vantaggio di ripercorrere le orme
dei loro compagni, suffragati dall’aiuto dei docenti esperti già intervenuti ed altri che
sicuramente saranno invitati a farlo. La loro attenzione sarà focalizzata sul loro territorio
per cercare di scoprire come i bisnonni, i nonni, i genitori hanno cambiato il modo di
intendere il cibo e le dimensioni sociali ad esso legato, passando dall’idea del larin –
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nome con cui si indica una sorta di caminetto posizionato al centro di una stanza, tipico
di molte vecchie case venete – a quello della cucina tecnologica. Non dimentichiamo
infatti che a pochi chilometri dalla scuola si trova la cosiddetta Inox valley, una serie di
industrie all’avanguardia anche nel campo delle attrezzature per la ristorazione. Gli
imprenditori, forti della mediazione di un Istituto Bancari, hanno promesso per il futuro
interessanti collaborazioni. Queste sono infatti le suggestioni che saranno proposte ai
ragazzi e sviluppate in un progetto triennale.
Per dare il gusto riconoscimento alle classi ed ai docenti intervenuti durante la giornata
del 15 maggio, riteniamo doveroso scendere nel dettaglio.
Questi dunque i titoli degli interventi: “Dal simbolo pensato alla ricerca qualitativa”, tema
trattato dal prof. Giuseppe Manzato, sociologo, in servizio presso l’Alberghiero di Vittorio
Veneto, vanta preziose collaborazioni con il mondo accademico; “Mangiari del vittoriese
dall’anno della fame ad oggi. Scomparsi, superstiti”, a cura del prof. Aldo Toffoli, già
sindaco della città di Vittorio Veneto; “Dalla pellagra al Mcdonald’s. La storia del Veneto a
Tavola”, presentato dal prof. Danilo Gasparini dell’Università di Padova. Prezioso il ruolo
di moderatrice della prof.ssa Chiara Sacchet che, cogliendo i nodi essenziali degli
interventi e spaziando tra notevoli citazioni e indicazioni bibliografiche, ha spiegato ai
ragazzi il concetto di storiografia, informandoli che esiste una storia diversa da quella
che narra il racconto di avvenimenti, per giungere a dare alla disciplina l’accezione di
scienza sociale, quella che studia i cambiamenti di milioni di persone nella loro
quotidianità, menzionando così la straordinaria idea della rivista Les Annales (M. Bloch e
L.Fevbre, 1929), e del gruppo omonimo cui vengono accostati i grandi nomi di Marc
Bloch e Lucien Febvre, e più tardi di F. Braudel, M. Ferro, J. Le Goff, E. Le RoyLadurie, J.
Revel e L. Valensi.
BIBLIOGRAFIA
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