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Le città medievali

Nei secoli precedenti il secolo 1000, difficilmente le città superavano una quantità di abitanti pari a
6000. Dall'XI secolo, il grande progresso europeo, garantì anche la nascita di città meglio
organizzate rispetto a quelle antiche, in quanto si assistette ad un'intensa crescita urbana. Le
principali città italiane che godettero di questa crescita furono Pisa, Venezia e Genova, città che
potevano vantare anche una distinta posizione geografica, a contatto con le principali aree
economiche. Rapidamente, queste tre città raggiunsero un numero di abitanti compreso tra i
diecimila e i ventimila. Ciò, fu favorito soprattutto dall'intermediazione dei commerci marittimi con
altre potenzeeconomiche di quel tempo. Naturalmente, anche le città europee furono coinvolte, in
quanto caratterizzate dallo sviluppo delle attività mercantili e artigianali.

Parallelamente a questa crescita, si formò anche una classe sociale totalmente nuova: la borghesia.
L'origine delle città definite borghesi si manifestò in diverse forme: in alcuni casi, venne fondato un centro
nuovo, o una cittadella fortificata, o ancora, un mercato. Altre, ripresero il modello della città romana,
mentre in altre ancora sorgeva, accanto ad un centro preesistente, una colonia di mercanti, i quali
attraevano altri mercanti o negozianti, il tutto, all'interno di una cerchia muraria che sanciva l'insediamento
borghese all'interno di essa. Queste furono le diverse forme mediante il quale le città medievali nacquero.
Vennero fondate in un mondo ancora contadino e rurale, i cittadinivivevano dentro cerchie murarie che
identificavano due forme di diritto: i rapporti di tipo servile e feudale avvenivano all'esterno, mentre i
privilegi e la libertà erano diritti riservati ai borghesi.
Tuttavia, essendo questi i caratteri tradizionali delle città medievali europee, in Italia qualcosa si
differenziava: per esempio il fatto che quelle italiane avevano la tendenza ad imporre la propria influenza
anche sul contado e nelle città più piccole, facendo sì che esse diventassero centri politico-territoriali. Ciò
comportò anche l'abolizione della servitù, in quanto le autorità cittadine sempre più imposero la propria
influenza nelle campagne, al punto di emanare degli statuti che proclamarono la liberazione di massa.

Importante fu anche la nascita dei comuni, processo che corrispose all'istituzione di magistrature, che
resero le città autonome e potenti. Non mancarono però le lotte per il dominio nel Mediterraneo:
protagoniste furono sempre Genova, Pisa e Venezia, le principali città detentrici dei traffici commerciali. La
pesante sconfitta di Pisa (1284), subita da Genova, sancì la sua decadenza come potenza economica. Più
lungo fu il conflitto tra Genova e Venezia, le quali decisero infine di dividere le proprie zone d'influenza:
Genova ebbe il pieno controllo di Costantinopoli e del Mar Nero, Venezia aveva invece piena egemonia nel
Sud-Est del Mediterraneo e nell'isola di Creta.

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