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Lorenzo Pisani
Facoltà di Scienze Mm.Ff.Nn.
Università degli Studi di Bari
ottobre 2007
Indice
1 Insiemi 3
1.1 Inclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.2 Famiglie di insiemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3 Insieme delle parti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.4 Unione e intersezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.5 Di¤erenza e complementare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3 Funzioni 11
3.1 Gra…co e relazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3.2 Immagini dirette e suriettività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
3.3 Iniettività e bigettività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
3.4 Restrizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
3.5 Funzione composta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
3.6 Funzioni invertibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
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In questa dispensa presentiamo alcuni elementi di linguaggio insiemistico,
la cosiddetta “teoria ingenua degli insiemi”. Parlare di Teoria, al nostro livello
di approfondimento, è abbastanza pretenzioso. Infatti la “Teoria degli Insiemi”
propriamente detta è una teoria formale, sviluppata agli inizi del Novecento,
per risolvere le contraddizioni che erano emerse nell’uso ingenuo del linguaggio
insiemistico. Si tratta di una teoria ben al di là del nostro interesse e della
nostra portata.
D’altra parte dobbiamo osservare che il linguaggio insiemistico, più o meno
ingenuo, è il linguaggio di tutta tutta la matematica contemporanea. Le con-
traddizioni si presentano ad un livello di astrazione un po’ distante dall’uso
comune e le cautele prescritte dalla teoria formale degli insiemi non costituis-
cono a¤atto una forzatura per il lavoro quotidiano della grande maggioranza dei
matematici.
1 Insiemi
Il concetto di insieme viene assunto come primitivo, di esso possiamo solo precis-
are l’uso. Insieme va inteso come sinonimo di aggregato di oggetti. La proprietà
fondamentale a¢ nché si possa parlare di insieme è che si possa univocamente
stabilire se un oggetto vi appartiene oppure no.
Quindi
ha senso parlare dell’insieme degli iscritti al C.d.L. in Informatica di Bari;
non ha senso parlare dell’insieme dei baresi amanti della natura.
A livello formale si precisa (assioma di estensionalità) che un insieme viene
univocamente determinato dai solo suoi elementi.
Il modo più semplice per individuare e rappresentare un insieme è quello di
elencare i suoi elementi tra parentesi gra¤e, attribuendo all’insieme stesso anche
una denominazione (nei casi più semplici una lettera maiuscola). Quindi, ad
esempio, poniamo
A = f1; 3; 5; 7; 9g:
In base all’assioma di estensionalità, l’ordine di elencazione non è a¤atto ril-
evante al …ne di identi…care un insieme. Quindi, ad esempio, sarà del tutto
legittimo scrivere
f1; 3; 5; 7; 9g = f5; 9; 7; 3; 1g:
In altri casi è possibile individuare un insieme descrivendo esattamente i
suoi elementi. Ad esempio, nel seguito del paragrafo assumiamo che C denoti
l’insieme delle citta italiane capoluogo di provincia.
Individuato e denotato un insieme, si introduce un simbolo per la nozione di
appartenenza (risp. non appartenenza) 2 (risp. 2).= Ad esempio
32A 22
=A
Bari 2 C Trani 2
=C Parigi 2
= C:
In questa dispensa noi diamo per buona l’esistenza di alcuni insiemi costituiti
da numeri
N = f0; 1; 2; 3; : : : g ;
Z = f0; 1; 1; 2; 2; : : : g :
3
e diamo per note alcuni semplici proprietà sui numeri interi.
dove al posto dei puntini di sospensione scriviamo la proprietà in base alla quale
e¤ettuiamo la selezione tra gli elementi del pre…ssato insieme E.
Ad esempio possiamo considerare l’insieme
D = fx 2 C j x si trova in Pugliag
e si ottiene, evidentemente,
fag = fa; ag
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1.1 Inclusione
Assegnati due insiemi A; B si può presentare una situazione di particolare in-
teresse: tutti gli elementi di A sono elementi anche di B, in simboli
8x 2 A : x 2 B
A B
Questa situazione è quella che si presenta ogni volta che utilizziamo l’assioma
di speci…cazione.
Riportiamo alcune proprietà dell’inclusione.
A B e B C =) A C:
A B e B A:
9x 2 A tale che x2
=B
5
Se questa proprietà de…nisse un insieme dovremmo considerare
A = fA è un insiemeg
ossia l’insieme di tutti gli insiemi. Per questo insieme A potremmo scrivere
A2A (1)
D’altra parte nella nostra intuizione si stabilisce una sorta di gerarchia tra
diversi livelli di oggetti: ad esempio possiamo stabilire se una cellula appartiene
o no ad un organismo, ma ci appare privo di senso chiederci se una cellula
appartiene ad un’altra cellula, tanto meno a se stessa. Dunque, in contrasto con
(1), ci sembra normale che un insieme non appartenga a se stesso e la scrittura
A 2= A ci sembra più ragionevole. In realtà sono proprio questa scrittura e
la proprietà che essa esprime che hanno messo in crisi la teoria ingenua degli
insiemi. Consideriamo la famiglia
N = fA insieme j A 2
= Ag :
A 2 P(E) () A E:
Esercizio 1.5 Assegnato E = fa; b; cg, descriviamo P(E) sotto forma di elenco
A [ B = fx 2 A o x 2 Bg ;
A \ B = fx 2 A e x 2 Bg :
Osservazione 1.7 Riguardo l’uso della disgiunzione “o”, precisiamo che ques-
ta va intesa in senso inclusivo. Quindi, con riferimento all’unione, intendiamo
un insieme costituito da oggetti che appartengano ad A, o a B, o ad entrambi.
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Esempio 1.8 Assegnati
A = f1; 3; 5; 7; 9g ;
B = f2; 3; 5; 7g ;
risulta
A [ B = f1; 2; 3; 5; 7; 9g ;
A \ B = f3; 5; 7g :
A [ B = B [ A;
(A [ B) [ C = A [ (B [ C) :
(A \ B) [ C = (A [ C) \ (B [ C) ;
(A \ B) [ C = (A \ C) [ (B \ C) :
A; B C =)A [ B C;
A B; C =)A B \ C:
a) A B;
b) A \ B = A;
c) A [ B = B:
A \ C = B \ C;
A [ C = A [ C:
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De…nizione 1.17 Gli insiemi A e B si dicono disgiunti se A \ B = ?.
M = fx 2 N j x multiplo di 10g ;
D = fx 2 N j x disparig
sono disgiunti.
P = fx 2 N j x parig ;
D = fx 2 N j x disparig
A B = fx 2 A j x 2
= Bg :
A = f1; 3; 5; 7; 9g ;
B = f2; 3; 5; 7g ;
risulta
A B = f1; 9g ;
B A = f2g :
(A B) [ (A \ B) = A; (2)
(A B) \ (A \ B) = ?: (3)
Dunque la famiglia
F = fA B; A \ Bg
realizza una partizione dell’insieme A.
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Esercizio 1.25 Per ogni coppia di insiemi A; B la famiglia
F = fA B; B A; A \ Bg
{E (A) = E A
{ {(A) = A
A B () {(B) {(A)
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2 Coppie ordinate e prodotto cartesiano
Quando abbiamo introdotto la nozione di insieme abbiamo parlato di aggre-
gato di elementi, eventualmente rappresentabile tramite un elenco, con ordine
di elencazione arbitrario e quindi irrilevante. In altri termini ciò che era rile-
vante era la nozione di aggregato, originato o meno tramite un qualche criterio.
Ora presentiamo un nuovo oggetto, caratterizzato da un numero pre…ssato di
elementi e dall’ordine di elencazione. Come motivazione partiamo da alcune
situazioni concrete in cui un oggetto di questo tipo può rivelarsi utile.
Per individuare un vettore nel piano (risp. nello spazio) è su¢ ciente in-
dicare le sue due (risp. tre) componenti. Queste, ovviamente, devono
riferirsi ad un pre…ssato sistema di coordinate.
Infatti la famiglia a secondo membro contiene due insiemi: l’insieme fa; bg ri-
porta i due oggetti che compaiono in elenco, l’insieme fag precisa quale elemento
occupa il primo posto.
A livello di curiosità osserviamo che
(a; a) = ffagg
Assegnati due insiemi A; B, l’insieme delle coppie ordinate (a; b) tali che
a 2 A e b 2 B prende il nome di prodotto cartesiano di A e B e si denota con il
simbolo A B.
Il prodotto cartesiano A A si denota comunemente con A2 .
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Osservazione 2.4 Come si può veri…care facilmente nel precedente esempio,
se gli insiemi A e B contengono rispettivamente m ed n oggetti, il prodotto
cartesiano contiene m n coppie ordinate.
(A [ B) C = (A C) [ (B C) : (4)
3 Funzioni
Assegnati due insiemi E e F , per funzione (o applicazione) da E in F intendiamo
una legge che a ciascun elemento del primo insieme associ un elemento del
secondo. Se chiamiamo f tale legge, si scrive
f :E!F
E = f ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; !g:
f :E!N
x !
f (x) 1 2 3 4 1 4 5 5 2 5 6 4 2 1
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Esempio 3.2 Possiamo de…nire g : N ! N ponendo
8x 2 N : g(x) = 2x + 1:
x+1 se x è pari,
k(x) =
2x se x è dispari.
x 2 N 7! g(x) = 2x + 1 2 N:
Osserviamo che anche in questa notazione sono presenti tutti gli elementi che
individuano una funzione: il nome della funzione stessa, gli insiemi di partenza
e di arrivo, la legge con cui la funzione opera.
Non si deve confondere f; g; h che è il nome della funzione, con f (x); g(x); h(x)
che è un elemento dell’insieme di arrivo. D’altra parte, per brevità di linguaggio,
ove siano pre…ssati e sottointesi dominio e codominio, si dirà in breve “funzione
f (x)” (ad esempio “funzione x2 ”), intendendo la funzione che a ciascun x (in
un pre…ssato dominio) associa l’elemento f (x) (in un pre…ssato codominio).
Concludiamo segnalando due esempi particolarmente semplici di funzioni.
x 2 A 7! b 2 B
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3.1 Gra…co e relazioni
Consideriamo assegnata una funzione f : E ! F . L’insieme
Gf = f(x; y) 2 E F j y = f (x)g
prende il nome di gra…co.
Esempio 3.7 Il gra…co della funzione f dell’Esempio 3.1 è dato da
Gf = f( ; 1); ( ; 2); ( ; 3) ; ( ; 4) ; ( ; 1); : : : g
E’ evidente che riportare esplicitamente il gra…co equivale a descrivere comple-
tamente la nostra funzione.
Alcuni autori fanno derivare il concetto di funzione da quello di relazione.
Nel linguaggio comune per relazione si intende un rapporto che esiste tra
due oggetti di qualsivoglia natura.
1. x è …glio di y (x uomo o donna, y donna),
2. x è madre di y (x donna, y uomo o donna),
3. x è madre di y …gli (x donna, y numero),
4. x pesa y chili (x uomo o donna, y numero),
5. x ha lo stesso peso di y (x uomo o donna, y uomo o donna),
6. x pesa più di y (x uomo o donna, y uomo o donna),
7. x è coniugato con y (x uomo o donna, y uomo o donna),
8. x + y = 1 (x numero, y numero),
9. x2 + y 2 = 1 (x numero, y numero).
Si è detto all’inizio che una proprietà P attribuibile ad un singolo oggetto
x 2 E individua un sottoinsieme A E
A = fx 2 E j x veri…ca P g :
Analogamente una proprietà attribuibile a due oggetti x 2 E ed y 2 F individua
un sottoinsieme nel prodotto cartesiano R E F
R = f(x; y) 2 E F j x ed y veri…cano P g
Queste circostanze giusti…cano la seguente de…nizione: nel linguaggio insiemisti-
co, per relazione si intende un insieme R E F di coppie.
Ovviamente nella pratica matematica rivestono particolare interesse solo
alcuni tipi di relazioni, con ben precise proprietà.
Alcune delle relazioni 1-9 danno origine ad una funzione, nel senso che
ciascun x individua univocamente un certo y. Si tratta delle relazioni 1, 3, 4, 8.
La relazione 7 richiede qualche precisazione: ammesso di trovarci in situazione
di monogamia, per avere una funzione dovremmo dare una de…nizione anche per
i single, intendendo, ad esempio, che ciascun single è in relazione con se stesso.
Le relazioni 5 e 6 non danno origine ad una funzione ma costituiscono
rispettivamente un esempio di relazione di equivalenza e d’ordine.
Osservazione 3.8 Se una relazione dà origine ad una funzione, essa coincide
con il gra…co della funzione stessa.
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3.2 Immagini dirette e suriettività
Consideriamo assegnata una funzione f : E ! F .
De…nizione 3.9 Per ogni A E si de…nisce immagine diretta di A tramite f
il seguente sottoinsieme di F
f (A) = fy 2 F j 9x 2 A t.c. y = f (x)g
Esempio 3.10 Consideriamo la funzione f dell’Esempio 3.1. Assegnato l’in-
sieme
A=f ; ; ; ; ; ; g
risulta che
f (A) = f1; 2; 3; 4; 5g :
Considerato
A1 = E A
per esercizio si calcoli f (A1 ).
Proposizione 3.11 Per ogni coppia di sottoinsiemi A1 ; A2 E, se A1 A2 ,
allora f (A1 ) f (A2 ).
Proposizione 3.12 Per ogni coppia di sottoinsiemi A1 ; A2 E risulta f (A1 [
A2 ) = f (A1 ) [ f (A2 ).
Ovviamente tra tutti i possibili sottoinsiemi di E possiamo considerare E
stesso.
De…nizione 3.13 L’immagine diretta di
f (E) = fy 2 F j 9x 2 E t.c. y = f (x)g
prende il nome di insieme dei valori di f , oppure immagine di f .
In generale l’insieme dei valori è contenuto nell’insieme di arrivo, quindi ha
senso la de…nizione seguente.
De…nizione 3.14 Si dice che la funzione f è suriettiva se l’insieme dei valori
di f coincide con l’intero insieme di arrivo.
Proposizione 3.15 La funzione f è surgettiva se e solo se per ogni y 2 F
esiste x 2 E tale che f (x) = y.
Esiste anche una nozione inversa che permette di associare a sottoinsiemi di
F sottoinsiemi di E.
De…nizione 3.16 Per ogni B F si de…nisce immagine reciproca (o con-
troimmagine) di A tramite f il seguente sottoinsieme di E
1
f (B) = fx 2 E j f (x) 2 Bg :
Esempio 3.17 Consideriamo la funzione f dell’Esempio 3.1. Assegnato l’in-
sieme
B = f1; 2; 3g ;
risulta che
1
f (B) = f ; ; !; ; ; ; g :
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3.3 Iniettività e bigettività
De…nizione 3.18 Una funzione f : E ! F si dice iniettiva se per ogni coppia
di elementi x1 ; x2 2 E si ha che
f (x1 ) = f (x2 ) =) x1 = x2 :
Con riferimento agli esempi precedenti (3.1, 3.2, 3.3, 3.4) risulta quanto
segue:
la funzione g è iniettiva;
la funzione k è iniettiva.
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3.4 Restrizioni
Assegnata una funzione f : E ! F , se A E, possiamo considerare una nuova
funzione denominata restrizione di f ad A
fjA : A ! F;
8x 2 A : fjA (x) = f (x):
g(N) = D = fx 2 N j n disparig
x 2 N 7! g(x) = 2x + 1 2 D
è bigettiva.
Se una funzione non è neanche ingettiva, allora per ottenere una bigezione
serve anche una restrizione.
B = f1; 2; 3; 4; 5; 6g
A = f ; ; ; ; ; g:
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3.5 Funzione composta
Siano assegnate due funzioni
f :A!B
g:C!D
Se B = C, allora è possibile applicare consecutivamente prima f e poi g, nel sen-
so che a ciascun x 2 A associamo f (x) 2 B = C e quindi possiamo considerare
il corrispondente g(f (x)) 2 D; in simboli
x 2 A 7! f (x) 2 B = C 7! g(f (x)) 2 D
Quella che abbiamo ottenuto è una funzione che parte da A e arriva in D. Tale
funzione prende il nome di funzione composta e si denota con il simbolo g f
g f :A!D
8x 2 A : (g f ) (x) = g(f (x))
Osservazione 3.29 Per poter operare la composizione non è indispensabile che
si abbia B = C. E’ su¢ ciente richiedere B C, o, come ipotesi minima,
f (A) C:
Esempio 3.30 Assegnate le funzioni
f :Z!Z
f (x) = 2x 1
e
g:Z!N
g(x) = x2 + x
risulta quanto segue.
L’insieme di arrivo di f è Z e coincide con l’insieme di partenza di g,
quindi ha senso calcolare
(g f ) : Z ! Z
per cui risulta
2
(g f ) (x) = g(f (x)) = (f (x)) + f (x) =
= (2x 1)2 + (2x 1) = 4x2 2x:
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Osservazione 3.31 Dalla de…nizione di funzione composta consegue immedi-
atamente che in generale non è possibile invertire l’ordine di composizione tra
due funzioni. Nei casi in cui ha senso (vedi esempio precedente) le funzioni g f
e f g sono diverse.
8x 2 E : g(f (x)) = x;
8x 2 F : f (g(x)) = x;
g f = iE ;
f g = iF ;
Esercizio 3.33 Per dare un esempio non banale di funzione invertibile dobbi-
amo utilizzare anche l’insieme Q costituito dai numeri razionali (le frazioni).
Assegnata la funzione f : Q ! Q de…nita da
2 1
f (x) = x ;
3 6
si provi che la funzione g : Q ! Q de…nita da
3 1
g(x) = x+
2 4
è l’inversa di f .
La veri…ca consiste nel calcolare le due funzioni composte g(f (x)) e f (g(x)).
Ricordiamo infatti che, parlando di funzioni bigettive, si era detto che in-
vertendo l’ordine nelle coppie che costituiscono il gra…co si ottiene ancora una
funzione, in cui risultano scambiati gli insiemi di partenza e di arrivo: ora
possiamo precisare che si tratta della funzione inversa.
Dal punto di vista operativo, è abbastanza raro che si riesca ad esplicitare
la funzione inversa; una possibile procedura è illustrata di seguito.
18
Esempio 3.35 Per determinare l’inversa di f (x) = 23 x 16 è su¢ ciente risol-
vere l’equazione
2 1
y= x
3 6
rispetto ad x (cioè considerando x come incognita e y come dato). Si ottiene
3 1
x= y+ : (5)
2 4
Ovviamente per ottenere una funzione scritta nel modo consueto (ossia y =
g(x)), nell’espressione (5) dobbiamo scambiare x con y.
Ovviamente la parte di¢ cile di questa procedura sta nel risolvere rispetto
ad x.
19