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Cominciamo col dire che il Duce ammirava Bonaparte: e che tale sentimento crebbe,
mano a mano che il capo del fascismo si trov� a ricalcarne, mutatis mutandis, le
orme, fondando anch�egli un impero. Mussolini, anzi, era in qualche modo
ossessionato da Napoleone; e se, da un lato, cercava di trarre insegnamento dalla
sua vita, e dai suoi errori, dall�altro, per nemesi storica, era fatalmente
trascinato, con il suo emulo e alleato Hitler, verso il medesimo abisso in cui
sprofond� il dittatore corso.
Affid� a Giovacchino Forzano la sceneggiatura di un dramma storico sui Cento giorni
- la breve stagione di resurrezione di Bonaparte, prima di Waterloo -, intitolata
Campo di Maggio. Un�opera la cui paternit� molti riconducono a Mussolini stesso,
quantomeno nell�elaborazione del soggetto. Durante una famosa intervista concessa,
nel 1932, allo storico tedesco Emil Ludwig, il Duce dichiar�: �Non ho mai preso
Napoleone a modello, poich� non sono affatto da paragonare con lui, e la sua
attivit� fu del tutto diversa dalla mia. Egli ha concluso una rivoluzione, io ne
cominciata una�.
Poco dopo, tuttavia, quasi contraddicendosi, ammise che la considerazione verso il
suo 'predecessore', era aumentata dopo essere divenuto capo del governo. Il
giornalista svizzero Paul Gentizon, amico di Mussolini, raccolse una sua
confidenza, il 28 ottobre 1934, in occasione dell�inaugurazione delle nuove sale
del Museo napoleonico di Roma. Il Duce, narr� Gentizon, dopo aver osservato tutti i
cimeli esposti, si ferm� bruscamente davanti alla sciabola che Bonaparte aveva con
s�, nella battaglia delle Piramidi del 21 luglio 1798: �La prese in mano, la
soppes� e ammir� a lungo la finezza della lama. E senza dissimulare in alcun modo
la commossa simpatia che il grande imperatore gli ispirava, mi disse: 'Da quando
governo un grande paese, il rispetto che ho per Napoleone va sempre aumentando'�.
Molti sono i riferimenti elogiativi che, in scritti o discorsi pubblici, Mussolini
riserv� a Bonaparte, che, per i suoi natali e le sue ascendenze familiari,
considerava a tutti gli effetti un italiano, e dunque, un proprio antenato. Il 28
ottobre 1932, lo defin� �della stessa razza dei Dante e dei Michelangelo�: ossia,
un genio assoluto.
Sul piano storico fattuale, esistono suggestive similitudini tra l�uno e l�altro.
Tanto per cominciare, erano entrambi venuti a luce, sotto la costellazione del
leone. Il che, insegnano gli astrologi, indica una ben precisa dominante
caratteriale, contraddistinta da forte volitivit�. In secondo luogo, nel loro
percorso politico, sul terreno di guerra, incontrarono lo stesso tenace avversario:
l�Inghilterra.
La nazione d�Oltremanica, infatti, se sbarr� il passo al consolidamento della
supremazia francese in Europa, poco pi� di un secolo pi� tardi, blocc� le
aspirazioni dell�Italia mussoliniana, non soltanto ad affermare la propria potenza
nel Mediterraneo, ma anche a insediarsi, mediante le sue sponde coloniali
affacciate sul Mar Rosso, lungo la rotta per l�Oceano Indiano. Ma sono alcune
circostanze perlopi� sfuggite anche allo sguardo indagatore degli storici, a
permetterci di ravvisare le pi� sorprendenti analogie. Sia Mussolini, sia
Napoleone, subirono una rovinosa caduta, che comport� la perdita totale del potere
e la prigionia, cui segu� una risurrezione pi� o meno effimera.