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Come è entrato a far parte del team medico dell’Atalanta e quando?

“E' stato, all'epoca, il direttore sanitario Bruno Sgherzi a contattarmi per cercare di risolvere la
situazione di un nuovo giocatore importante, Giulio Migliaccio, da parecchio tempo ai box per via
di un persistente problema alla schiena e fortunatamente le mie pratiche hanno sortito l'effetto
sperato sul calciatore. Un bel biglietto da visita che ha posto le basi per una sinergia lavorativa tra
me e l'Atalanta, la quale mi ha prontamente offerto un contratto di collaborazione a partire dalla
stagione 2005-2006. Un connubio che prosegue ormai da quindici anni, e che è stato formalmente
esteso a tutto il 2019".

In cosa consiste, concretamente il suo lavoro?

Il mio lavoro con l’Atalanta è frutto di un percorso universitario della durata di sette anni, al quale
sono seguite tantissime ore di specializzazione. Si comporta un impegno regolare e assiduo: devo
recarmi almeno una volta la settimana presso la sede di allenamento della squadra a Zingonia, in
provincia di Bergamo, dove mi occupo dei giocatori, confrontandomi con il medico sociale e con il
coordinatore sanitario. Di solito visito e tratto i giocatori alla presenza del medico e, a volte, anche
di uno dei fisioterapisti o del preparatore atletico. Spesso questi professionisti mi pongono delle
domande in merito alla Chiropratica e alle sue tecniche. In questi casi cerco sempre di chiarire al
massimo gli esiti della mia analisi e di spiegare il tipo di trattamento che ho deciso di eseguire e il
motivo per cui ho scelto di applicarlo. A volte, durante la settimana, possono anche capitare delle
emergenze che mi inducono a trattare i giocatori in uno dei miei studi a Bergamo o a Milano.
Quindi devo essere molto elastico e disponibile. Cosa che, del resto, mi è naturale, visto che anche
con gli altri pazienti a volte si verificano emergenze che richiedono di inserire all’ultimo minuto
una visita in studio.

Ci racconta qualche episodio particolare, qualche situazione in cui la sua attività è stata
particolarmente preziosa o qualche campione che proprio non riusciva a guarire e che è riuscito a
tornare in campo grazie alla sua attività?

Come avevo accennato prima, Giulio Migliaccio era il primo giocatore dell'Atalanta che avevo
visitato nel 2005 ma ero li solo, in prova, per un trattamento. Non era previsto che dovessi
continuare con la squadra per l’intero campionato. Dopo la prima seduta, Giulio non stava ancora
tanto bene inoltre il medico sociale a quei tempi non era convinto di continuare con me perché non
avevo compiuto il “miracolo” di sistemarlo in una sola seduta. Dopo aver spiegato che ci voleva più
di una seduta per guarire, Giulio mi ha creduto e ha insistito con lo staff medico affinché potessi
terminare il percorso riabilitativo. Fortunatamente con la prosecuzione del trattamento i
miglioramenti furono evidenti e anche gli altri giocatori della squadra insistettero per essere trattati
da me. Successivamente Giulio é diventato un giocatore importante facendo una carriera durata
quasi 20 anni, giocando anche per grandi squadre come la Fiorentina e poi tornando a Bergamo per
terminare la sua carriera nel 2017. Adesso ha appena superato l’esame finale a Coverciano per
diventare Direttore Sportivo(o tecnico?) dopo il suo ritiro e sta facendo un stage all'Atalanta per
prepararsi a questa sua nuova avventura. Anche oggi, ogni volta che lo vedo, mi saluta e ringrazia
per tutto ciò che abbiamo affrontato nel passato. Chi sa come sarebbe andata a finire la lunga
carriera di Giulio come calciatore e la mia altrettanto lunga collaborazione con l’Atalanta se non
fossimo riusciti, insieme, a farlo recuperare?
Ho avuto tante altre soddisfazioni, ma la prima che mi viene subito in mente é quando German
Denis, dell’Atalanta Calcio, in seguito a un grave blocco alla schiena, che gli impediva di
raggiungere le sue massime prestazioni, si presentò il venerdi 5 aprile del 2013 nel mio studio,
Centro Salus, per un urgente trattamento chiropratico. Due giorni dopo segnò 3 gol allo Stadio San
Siro nella vittoria 4-3 contro Inter Milan(inter o milan?). Questa é la foto con German che quel
giorno, le segretarie, ci scattarono in seguito al trattamento

Concretamente come può la chiropratica aiutare gli sportivi e i giocatori di calcio in particolare?

L'approccio chiropratico allo sport è molto simile a quello che,ogni giorno, metto in pratica con gli
altri pazienti del mio studio, anche se non sono calciatori professionisti. Una cosa molto importante,
che vorrei precisare, è che lo staff medico dell’Atalanta e i fisioterapisti sono altamente qualificati e
risolvono quasi tutti i problemi fisici che si presentano nei giocatori. Questo, ovviamente, rende il
mio lavoro molto più facile e meno faticoso. Le particolari e specifiche conoscenze relative alla
colonna vertebrale rendono indispendabile il mio lavoro in quanto permettono, in tempi brevi,il
ritorno alla attività agonistica e consentono il mantenimento delle prestazioni senza la necessità di
assumere farmaci. Gli atleti che devono giocare una partita importante hanno bisogno di un fisico
che funzioni al meglio e, ovviamente, essendo sotto pressione, sono molto esigenti e richiedono
molte attenzioni. Però, sin da subito, quando inizia il trattamento si rilassano e anch’io mi sento
immediatamente a mio agio.

Nella compilazione dei documenti clinici, mi limito alla chiropratica, lasciando fare, per non
interferire, ai professionisti dello staff medico la loro parte.
In sintesi, nel mio ruolo, mi limito a valutare e trattare:
1. La postura statica e dinamica
2. Il sistema neuromuscolare, che comprende anche gli stimoli propriocettivi, vestibolari e visivi.

La postura umana, sia statica che dinamica, è una sintesi della funzione neuromuscolare. Qualunque
interferenza in questi fattori può influenzare negativamente la funzione di una o piú parti del corpo.
Parte delle tecniche e procedure che utilizzo per la valutazione neuromuscolare è denominata
kinesiologia applicata (KA o AK in inglese) e valuta, tramite test muscolari, gli aspetti:
1. strutturale
2. chimico
3. mentale-emotivo

Il mio ruolo nello staff medico dell’Atalanta è comunque limitato all’aspetto strutturale, trattando le
sublussazioni vertebrali.

All’interno del team sportivo le è capitato di incontrare più interesse o più perplessità nei confronti
della sua attività?

All’inizio di questa collaborazione ho dovuto convivere con una fisiologia di diffidenza. Mi sentivo
in prova, perché diverse persone della squadra non sapevano bene cosa fosse la Chiropratica e,
soprattutto non avevano mai avuto alcun approccio con un chiropratico di lunga esperienza e
specializzato nelle scienze sportive e in kinesiologia applicata. Pian piano, con umiltà e
collaborazione e, naturalmente, grazie ai risultati concreti, sono riuscito a conquistare la fiducia di
giocatori, direttore sanitario, medico sociale e fisioterapisti. Ho concluso che la chiropratica poteva
veramente diventare un valore aggiunto per una squadra di calcio di Serie A.

Qual è stata la sua soddisfazione più grande in questi anni di collaborazione con l’Atalanta?

La mia più grande soddisfazione é stata quando quest’anno siamo riusciti ad entrare in Champions
League! E la conseguente rivelazione dell’Atalanta, la squadra di provincia, che viaggia nel top
della classifica insieme alle Big del campionato. I risultati e l'ascesa della squadra non è casuale ma
frutto dell'impegno e della collaborazione, a dir poco impressionanti, dei giocatori e dello staff. Così
ora sono tutti pazzi per l’Atalanta ,una squadra sino a poco tempo fa snobbata. Succede sempre
quando una squadra di provincia osa sfidare il potere calcistico delle grandi città. Anche l’allenatore
dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, si rivolge periodicamente ai trattamenti chiropratici. Ma,
sempre alla base del successo di questa impresa, come già detto, c’è una squadra di professionisti
che lavora e collabora per raggiungere l’obiettivo di un grande risultato e sono contento, come
chiropratico, di poter dare il mio piccolo contributo.

In Italia il calcio è un vero e proprio culto e io mi sento privilegiato nel poter stare a contatto con
questi grandi professionisti, per i quali la gente impazzisce. Mi colpisce molto il fatto che in Italia il
tifo per la propria squadra sia un qualcosa che fa parte della quotidianità, capace di orientare, in un
senso o nell'altro, lo stato d'animo di una persona. Con loro e con tutto l'ambiente nerazzurro ho
instaurato un rapporto davvero speciale, tanto che, molte volte, in caso di emergenza, ricevo i
giocatori o addirittura le mogli e i parenti direttamente in uno dei miei studi privati. A testimonianza
di un rapporto di stima reciproca, ormai consolidato, che ci unisce.

Le squadre si contendono i giocatori, le è mai capitato di ricevere proposte da altre squadre? Quali?

In 15 anni che collaboro con l’Atalanta sono passati tanti giocatori e tanti dirigenti che adesso sono
in altre squadre. Diverse volte ho avuto anche io richieste di collaborazione ma dopo tanto tempo
qui, mi sento quasi “a casa” e in quest’anno magico grazie anche alla partecipazione in Champions
League non penso di collaborare con nessun’altra squadra. Detto questo, meglio non farne i nomi.
Ho letto che ha curato anche alcuni giocatori di tennis del circuito Atp, ci può raccontare qualcosa di
quell’esperienza? C’è magari qualche tennista “famoso” che è passato dai suoi studi?

Nel periodo 1998-2007 sono stato consulente chiropratico dello Staff Medico del ATP Tennis
(circuito internazionale di tennis professionistico maschile) lavorando con il Direttore dei Servizi
Medici, Per Bastholt. Il mio lavoro consisteva nel lavorare con i vari collaboratori dello staff
medico, insegnando come fare i vari test muscolari di valutazione e per valutare, io stesso, i vari
giocatori. Per motivi di politiche interne ATP non è consentito nominare i giocatori. In allegato una
dichiarazione della mia collaborazione con l'ATP Tennis e Per Bastholt.

Però, mi permetto di comunicare una recente notizia. Il giorno venerdì 13 settembre 2019 Il n.1 del
tennis mondiale, Novak Djokovic, è stato a Milano, a livello privato, dal mio stimato collega Dr.
Jean-Pierre Meersseman per valutare l'infortunio alla spalla che ha contribuito alla precoce
eliminazione (per ritiro) contro Stan Wawrinka negli ottavi degli US Open.

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