Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
70 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
82 L’apprendimento ludico-laboratoriale
di concetti logico-matematici
84 La competenza matematica
88 La griglia di rilevazione nel passaggio
dalla scuola dell’Infanzia alla scuola Primaria
91 Approfondimenti normativi
Classe prima
Il progetto comprende una serie di volumi per ciascun alunno.
2
PRESENTAZIONE
Il Quadernone di scrittura
Tanti esercizi per allenare la manualità
nell’apprendimento della scrittura delle
lettere nei quattro caratteri.
Il Quadernone di matematica
Esercizi giocosi per allenare la manualità
nell’apprendimento della scrittura dei numeri.
Esercizi divertenti dedicati ai primi calcoli.
Una sezione dedicata alla didattica inclusiva
e una all’apprendimento cooperativo.
3
CI VUOLE UN SORRISO
4
PRESENTAZIONE
Le integrazioni digitali
Al fondo di alcune pagine del libro sono presenti loghi che rimandano al «Quadernone di mate-
matica» o ai contenuti digitali integrativi, progettati per espandere la versione cartacea per far sì
che il bambino sviluppi senso d’iniziativa e capacità di tradurre le idee in azioni, le conoscenze in
competenze matematiche, scientifiche, digitali.
Vai a… per scoprire rapidamente i collegamenti con le pagine del Quadernone di ma-
tematica, dove si trovano ulteriori esercizi.
5
CI VUOLE UN SORRISO
Quadernone di matematica
Anche il quaderno di matematica, come quello di scrittura, è interamente operativo ed è fatto
per accompagnare il bambino lungo tutto il percorso che porta al consolidamento della conquista
del concetto di numero e della sua scrittura.
La prima parte del percorso è dedicata ai prerequisiti per l’apprendimento dei contenuti e delle
abilità logico-matematiche, con particolare riferimento a:
• la corrispondenza biunivoca
Gli argomenti vengono presentati con lo stesso ordine che hanno nel sussidiario.
Ogni numero è subito ben visibile per le sue dimensioni.
Il bambino è invitato a colorare tanti pallini quanti sono in-
dicati dalle dita delle mani, poi a colorare il regolo corri-
spondente e infine a rappresentare il numero sull’abaco.
6
PRESENTAZIONE
L’impianto delle attività riguardanti l’addizione e la sottrazione è ricorrente, così come quello
degli esercizi che riguardano i numeri dall’11 al 20.
Questa scelta è stata fatta per seguire il criterio metodologico di:
• GRADUALITÀ • SISTEMATICITÀ • CONTINUITÀ
che permette al bambino di ritrovarsi con facilità in uno schema di lavoro che diventa a mano a
mano familiare e perciò rassicurante.
Il Quadernone di matematica riveste quindi un ruolo importante perché aiuta il bambino nel suo
percorso di acquisizione del concetto di numero e di capacità di calcolare addizioni e sottrazioni.
Le integrazioni digitali
Al fondo di alcune pagine del libro sono presenti loghi che rimandano ai contenuti digitali inte-
grativi, progettati per espandere la versione cartacea.
7
CI VUOLE UN SORRISO
Percorso di matematica
I volumi destinati ai primi tre anni della SUSSIDIARIO P.28
Scuola Primaria, nella parte riguardante la
matematica si basano sui principi della di-
dattica attuale (metodo analogico, problem
solving, cooperative learning,…)
I testi basati sul gioco e sull’operatività,
permettono al bambino di seguire in modo
piacevole un curricolo essenziale e com-
pleto per raggiungere gli obiettivi dell’edu-
cazione matematica.
I vari contenuti vengono affrontati in modo
graduale e ricorsivo per consentire all’inse-
gnante di sfruttare al meglio il tempo desti-
nato a questa disciplina.
QUADERNONE P.22
Accanto ai testi curricolari c’è un “quader-
none” che è parte integrante del testo per-
ché porta il bambino a rivedere in modo
operativo i vari argomenti affrontati nel
testo (v. l’illustrazione a lato).
Nel tentativo di eliminare molte delle diffi-
coltà che il bambino incontra in matema-
tica, grande importanza è stata data alla
conoscenza del numero e al calcolo men-
tale: Il calcolo viene sviluppato simulando il
funzionamento delle mani (prima vera cal-
colatrice naturale che il bambino ha sempre
a disposizione). Successivamente, in questo
primo volume, il bambino viene invitato a
imparare a memoria i numeri «amici» del 3,
del 4, del 5, … del 10.
8
MATEMATICA
Il percorso seguito nel testo fa riferimento ai tre temi delle Indicazioni Nazionali per raggiungere
gli obiettivi di apprendimento previsti:
3. RELAZIONI, DATI
1. NUMERI 2. SPAZIO E FIGURE
E PREVISIONI
COMPETENZE COMPETENZE COMPETENZE
L’alunno si muove con sicurezza Riconosce e rappresenta forme Ricerca dati per ricavare
nel calcolo scritto e mentale con i del piano e dello spazio. informazioni e costruisce
numeri naturali. Descrive, denomina e classifica rappresentazioni (tabelle e grafici).
figure in base a caratteristiche Ricava informazioni anche da dati
geometriche. rappresentati in tabelle e grafici.
SUSSIDIARIO P.45
Nelle tabelle delle tre pagine seguenti
vengono indicati:
• Il periodo nel quale affrontare le varie atti-
vità.
• Gli obiettivi da raggiungere.
• I contenuti delle varie pagine del testo.
• Il tema a cui si riferisce il contenuto di ogni
pagina.
Da pagina 7, vengono esaminati alcuni eser-
cizi proposti e vengono fornite indicazioni utili
sulle loro finalità e sulle attività che possono
integrarli e ampliarli.
9
CI VUOLE UN SORRISO
Programmazione annuale
Classe 1ª
Primo periodo: settembre - dicembre
SUSSIDIARIO
OBIETTIVI CONTENUTI PAGINE TEMI
• Comprendere e stabilire relazioni • In alto, in basso - Sopra, sotto 2-3 Spazio
spaziali. • Davanti, dietro - Primo, ultimo - 4-5 e figure
• Raggruppare oggetti in base a una Dentro, fuori
qualità. • Aperto, chiuso - Sinistra, destra 6-7
• Leggere e rappresentare relazioni. • Raggruppare - Relazioni 8-9 Relazioni…
• Contare oggetti. • Tutto, ciascuno, ogni, alcuni -
• Leggere e scrivere i numeri entro il Molti, pochi, uno, nessuno 10- 11 Numeri
9. • Di più, di meno - Tanti, quanti 12-13
• Confrontare e ordinare numeri. • Il numero 1 14-15
• Conoscere l’addizione. • Il numero 2 16-17
• Conoscere la sottrazione. • Il numero 3 18-19
• Operare con addizioni e sottrazioni • Il numero 4 20-21
come operazioni inverse. • Il numero 5 22-23
• Comporre e scomporre i numeri • Il numero 6 24-25
entro il 9. • Il numero 7 26-27
• Memorizzare gli «amici» dei vari • Il numero 8 28-29
numeri per eseguire con sicurezza • Il numero 9 30-31
calcoli mentali. • Il numero 0 32-33
• Saper individuare ed eseguire • Verifica delle competenze 34-35
successioni di numeri utilizzando • Uno in più, uno in meno -
anche la linea dei numeri. Maggiore, uguale, minore. 36-37
• Numeri ordinali 38
QUADERNONE DI MATEMATICA
OBIETTIVI CONTENUTI PAGINE TEMI
• Leggere e scrivere i numeri entro • Molti, pochi 2-3 Numeri
il 10. • Di più, di meno 4-5
• Confrontare e ordinare numeri. • Tanti, quanti 6-7
• Conoscenza e scrittura dei numeri
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 0 8-29
• Confronti - Numeri ordinali 30-31
10
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
QUADERNONE DI MATEMATICA
OBIETTIVI CONTENUTI PAGINE TEMI
• Numeri entro il 10. • Addizioni - Addizioni sulla linea - Numeri
• Saper eseguire addizioni e Numeri amici - Addizioni speciali 32-39
sottrazioni utilizzando anche la • Sottrazioni - Sottrazioni sulla linea -
linea dei numeri. Sottrazioni speciali 40-45
• Operare con addizioni e • Operazioni entro il 5 - … entro il 6
sottrazioni. - …entro il 7 - …entro l’8 - …entro
• Conoscere monete e banconote. il 9 46-51
• Distinguere linee aperte e chiuse, • Il numero 10 52-53
regione interna ed esterna, • Che cosa apparirà - Conta e colora 54-55
confine. • Operazioni entro il 10 56-57
• Eseguire percorsi. • L’euro 88 Relazioni…
• Linee, regioni - Percorsi 90-91 Spazio e…
11
CI VUOLE UN SORRISO
QUADERNONE DI MATEMATICA
OBIETTIVI CONTENUTI PAGINE TEMI
• Eseguire addizioni e sottrazioni • Esercizi entro l’11. 58-59 Numeri
con numeri fino al 20. • Esercizi entro il 12. 60-61
• Risolvere problemi. • Esercizi entro il 13. 62-63
• Individuare posizioni sul piano. • Esercizi entro il 14. 64-65
• Esercizi entro il 15. 66-67
• Esercizi entro il 16. 68-69
• Esercizi entro il 17. 70-71
• Esercizi entro il 18. 72-73
• Esercizi entro il 19. 74-75
• Esercizi entro il 20. 76-77
• Conta e colora. 78-79
• Che cosa apparirà. 80-81
• Problemi e immagini. 82-83
• Operazioni inverse. 84-85
• Addizioni e sottrazioni. 86-87
• Posizioni. 92 Spazio e figure
12
MATEMATICA
Dentro il volume
Pagine 2-7
Gli esercizi proposti nelle prime pagine of-
frono l’occasione per verificare se i bambini
possiedono quelli che normalmente si consi-
derano prerequisiti: in alto - in basso; sopra -
sotto; davanti - dietro; primo - ultimo; dentro
- fuori; aperto - chiuso; sinistra - destra.
Accanto a ogni parola compare un simbolo
che riassume in modo schematico ogni con-
cetto e che il bambino interpreterà nei vari
esercizi.
Pagine 8-13
In queste pagine vengono affrontate classifi-
cazioni e relazioni che costituiscono la base di
ogni discorso matematico.
Particolare importanza viene data alle parole
tutti, ogni, ciascuno, nessuno, qualche, alcuni,
molti, pochi, uno, nessuno che verranno
usate anche durante la presentazione dei vari
numeri.
13
CI VUOLE UN SORRISO
Tra i vari accorgimenti grafici adottati nel testo per agevolare i bambini con difficoltà e per evitare
confusioni con la scrittura di altri numeri, il 7 viene scritto con la stanghetta e il 4 in modalità
“aperta”.
14
MATEMATICA
SUSSIDIARIO
0 Il numero presentato è ingrandito Nell’esercizio n. 1, il bambino scriverà i
1 sulla linea dei numeri. numeri, seguendo le indicazioni. Nel-
2
Questa successione offre l’occasione l’esercizio n. 2 il bambino dovrà indivi-
3
per leggere i numeri sia in senso pro- duare il contenitore con 6 uova.
gressivo sia regressivo e per invitare il
4
bambino a contare: «Se parti da zero
5 quanti salti devi fare per raggiungere
il 6?».
6
7
Una delle attività da svolgere è quella di descrivere ciascun disegno. Dopo aver risposto alla
prima domanda generica “Che cosa vedi?”, il bambino sarà invitato a quantificare “Quante
uova in ogni nido?” e a fare i collegamenti richiesti. Nell’esercizio successivo, dopo aver sco-
perto il numero di uccelli e di nidi il bambino dovrà colorare un numero corrispondente di qua-
dratini.
QUADERNONE
Le due pagine del quadernone ripresentano
sotto diversi punti di vista lo stesso argo-
mento: uova, uccelli. Aumentano però le oc-
casioni per esercitarsi nella scrittura del
numero presentato e nell’esercitarsi a contare.
15
CI VUOLE UN SORRISO
SUSSIDIARIO pagina 36
Fin dalla presentazione dei numeri
viene utilizzato uno dei sussidi molto
utili ed... economici: la cosiddetta
linea dei numeri. Prima di arrivare alla
rappresentazione grafica dei passi in
avanti (per esempio, freccia rossa) o
indietro (freccia blu) fatti o immaginati,
si potranno fare dei giochi o inventare
delle storie che prevedano dei passi
reali in avanti e indietro su una linea
tracciata sul pavimento.
QUADERNONE pagina 29
16
MATEMATICA
SUSSIDIARIO pagina 37
Per evidenziare graficamente i segni di
maggioranza, uguaglianza e minoranza,
si potrà ricorrere ai regoli o ad altro ma-
teriale come i blocchetti delle costru-
zioni, ...
Verranno comunque prese in esame
anche situazioni in cui il confronto visivo
avrà una funzione di disturbo come
quando, per esempio, tra 5 libri di testo
e 2 scatole di scarpe, si vorrà stabilire un
confronto tra i numeri di questi oggetti
indipendentemente dallo spazio occu-
pato.
Qui di seguito proponiamo due di que-
ste situazioni:
5 non è maggiore di 5;
8 non è minore a 7.
... . . . . . ..... . . ...... ........ ..... ........ ........ ..... ........ ........ ..... ........
QUADERNONE pagina 30
17
CI VUOLE UN SORRISO
Addizioni
SUSSIDIARIO pagina 39
Le addizioni vengono introdotte fornendo al bambino attività per “mettere insieme”,
“aggiungere”.
QUADERNONE pagina 32
In alcuni casi vengono proposti esercizi, come
il n.2 di pagina 42, che possono, volendo, in-
trodurre senza nessuna formalizzazione il con-
cetto di coppie simmetriche e di proprietà
commutativa.
SUSSIDIARIO pagina 41
Vengono proposte addizioni
da eseguire sulla linea dei nu-
meri.
I bambini familiarizzano facil-
mente con la linea dei numeri
soprattutto se la sua presenta-
zione è stata fatta pratica-
mente e attraverso il gioco.
18
MATEMATICA
È importante, comunque, non procedere per obblighi, ma per inviti. È altrettanto importante
permettergli di usare la sua prima e personale «calcolatrice», le dita delle mani, che egli nor-
malmente adopera per contare, per scomporre un numero, per addizionare e sottrarre, quando
non ha a disposizione degli oggetti. Si staccherà spontaneamente da questa «calcolatrice» non
appena la scuola lo avrà invogliato ad adottare strategie diverse abituandolo, per esempio, a
contare rappresentazioni di oggetti, a contare numeri anche con l’aiuto della linea numerica e,
infine, a usare la memoria.
Per raggiungere quest’ultimo traguardo, alla fine del secondo anno di scuola, si deve abituare
il bambino fin dalla classe prima a giocare con i numeri e a scomporli, altrimenti diventerà più
difficile, per esempio, superare le difficoltà di addizioni che richiedono il «passaggio della de-
cina» che, comunque si operi, non tutti i bambini superano alla fine dei primi due anni.
19
CI VUOLE UN SORRISO
QUADERNONE
pagine 38 e 51
20
MATEMATICA
Sottrazioni
SUSSIDIARIO pagine 46-48
Le sottrazioni vengono introdotte for-
nendo al bambino attività per “to-
gliere” e per calcolare la “differenza”.
21
CI VUOLE UN SORRISO
SUSSIDIARIO pagina 49
Vengono proposte sottrazioni
da eseguire anche sulla linea
dei numeri.
22
MATEMATICA
QUADERNONE
pagine 44 e 49
23
CI VUOLE UN SORRISO
SUSSIDIARIO pagina 55
Ecco un modo diverso per far scrivere ai
bambini delle sottrazioni.
Sarà interessante scoprire il perché di que-
sto ordine secondo i bambini.
24
MATEMATICA
I numeri da 10 a 20
SUSSIDIARIO pagine 63-77
I numeri oltre il dieci ven-
gono presentati con i regoli,
sull’abaco, con le dita e con
i pallini che simboleggiano
e dita e che costituiscono un
utile aiuto per i bambini.
25
CI VUOLE UN SORRISO
Calcolo mentale
SUSSIDIARIO pagina 69
In questo primo anno di scuola si può avviare la presentazione di schemi per facilitare il calcolo
mentale. È bene tener presente, però, che si tratta di schemi non assimilabili immediatamente
soprattutto in prima ma che, ripresi ripetutamente negli anni successivi, daranno risultati sor-
prendenti.
Lo schema con i pallini rossi e azzurri dice già che 14 + 5 posso vederlo e leggerlo così:
10 (1ª fila di pallini rossi) + 4 (pallini rossi 2ª fila) + 5 pallini azzurri.
I pallini di questa seconda
fila vengono evidenziati
nell’operazione in riga.
In questo caso gli schemi
non riguardano il passag-
gio della decina, ma solo
casi in cui si opera con le
unità.
Eseguo l’addizione 7 + 7 in
due tappe: Nella prima
tappa raggiungo la decina:
7 + 3 (3 è amico di 7 per
fare 10). Nella seconda ter-
mino il calcolo: 10 + 4 = 14
26
MATEMATICA
Calcolo mentale
SUSSIDIARIO pagina 71
Anche per la sottrazione è bene tener presente che gli schemi presentati non sono facilmente
assimilabili da tutti in prima. Per questo motivo verranno ripresentati più diffusamente nelle
successive due classi.
Lo schema che illustra la sottrazione 19 − 5 posso vederlo e leggerlo così: tolgo 5 (crocette
rosse) dalla fila delle 9 unità e lascio invariata la fila della decina.
I pallini della fila delle unità
vengono evidenziati nel-
l’operazione in riga.
In questo caso gli schemi
non riguardano il passag-
gio della decina, ma solo
casi in cui si opera con le
unità.
27
CI VUOLE UN SORRISO
SUSSIDIARIO pagina 74
Prima di proporre esercizi che
chiedono di completare le ta-
belle scrivendo i risultati delle
operazioni indicate, è bene
proporre tabelle con le ope-
razioni da eseguire per scri-
vere i risultati nelle varie
caselle.
28
MATEMATICA
Tabella dell’addizione
Durante i cinque anni della scuola primaria i bambini dovranno costruire gradatamente e usare
spesso, imparandola così a memoria, la tabella dell’addizione e, soprattutto, nel corso degli
anni impareranno a leggerla e a osservarla per conoscere le proprietà dei numeri e dell’opera-
zione.
Può essere utile far sì che tabelle simili a quella riprodotta qui sotto, stampate su cartoncino,
facciano parte del “corredo” scolastico indispensabile per i bambini.
+ 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
2 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
3 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
4 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
5 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
6 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
7 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
8 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
9 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
10 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
29
CI VUOLE UN SORRISO
L’euro
SUSSIDIARIO pagine 78-83
Il concetto di valore non è facilmente com-
prensibile da bambini di sei anni. Per questo
motivo è importante utilizzare praticamente
la nostra moneta fin dalla classe prima. Le sei
pagine del testo dedicate all’euro offrono un
itinerario possibile per affrontare questo ar-
gomento. Le varie attività proposte e la ma-
nipolazione della moneta porteranno i
bambini a capire che:
– Avere, per esempio, più monete non vuol
sempre dire avere più soldi. Bisogna tener
conto del valore scritto su ciascuna moneta:
se ho 4 monete da 2 euro ho meno monete
ma più soldi del mio amico che ha 7 monete
da 1 euro.
– Il valore totale di più monete o banconote è
la somma del loro valore. Per esempio: con
due monete da 2 euro e una moneta da 1
euro, posso acquistare le stesse cose che si
possono acquistare con una sola banconota
da 5 euro.
30
MATEMATICA
Misure
SUSSIDIARIO pagine 84-86
Partendo dall’osservazione delle caratteristi-
che fisiche degli oggetti e da esperienze che
inducano a stabilire confronti tra varie gran-
dezze, un itinerario possibile di lavoro per la
misura potrà essere il seguente:
Confronto diretto o visivo. I termini usati nel
confrontare due o più oggetti potranno es-
sere via via: più lungo, più corto, di uguale
lunghezza, lungo quanto; più spesso, più sot-
tile, ...; più basso, più alto, ...; più grosso, più
fine, ...; più stretto, più largo, ...; più pesante,
più leggero, ...; vuoto, pieno; prima, du-
rante/mentre, dopo, ... Per il confronto di-
retto potranno essere usati anche materiali
strutturati come i regoli (v. schede riprodotte
nelle quattro pagine successive).
– Confronto indiretto, usando campioni arbi-
trari (esempio: cercare cinque oggetti più
corti della matita, del regolo arancione, ...).
– Stima. Misurazione. Registrazione del risultato
della misura con un numero o con un inter-
vallo numerico.
31
MATEMATICA
COLORA CON I COLORI DEI REGOLI. PER NON SBAGLIARE, POSA SULLA
REGIONE DA COLORARE IL REGOLO CHE LA RICOPRE ESATTAMENTE.
32
MATEMATICA
? ?
33
MATEMATICA
34
MATEMATICA
35
CI VUOLE UN SORRISO
Le forme
SUSSIDIARIO pagina 87
Per far riconoscere negli oggetti
dell’ambiente e denominare
correttamente i più semplici tipi
di figure geometriche, bisogna
abituare il bambino a osservare
le cose che lo circondano e a
schematizzarle: a fare, cioè, geo-
metria. Lo scopo degli esercizi di
questa pagina è appunto quello
di invogliare il bambino a rico-
noscere nella realtà diverse
forme e a classificarne alcune.
36
MATEMATICA
Figure e ritmi
SUSSIDIARIO pagine 88-89
Negli esercizi di pagina 89, il bambino è
invitato a leggere e a completare alcune
successioni di figure. Oltre all’aspetto
geometrico, questi sono esercizi finaliz-
zati al raggiungimento di un altro obiet-
tivo: scoprire regolarità e ritmi in
successioni date di oggetti, di immagini,
di suoni e, viceversa, seguire regole –
proposte oralmente o per iscritto – per
costruire tali successioni.
– In questa ottica vanno rivalutate,
quindi, le cosiddette “cornicette” con-
siderate come successioni di figure.
Non dovrebbero essere trascurate anche successioni di suoni proponendo ai bambini semplici
esercizi ritmici. Per esempio, l’insegnante, sotto forma di gioco, invita i bambini a scandire con
la voce varie parole. Alla dizione ritmata di parole può essere abbinato il battito delle mani in
modo da evidenziare l’accento tonico: battito forte (battito delle mani tra loro) mentre si pro-
nuncia la sillaba accentata, battito debole (battito delle mani sulle gambe) mentre vengono via
via pronunciate le sillabe non accentate.
OT TO VOL PI NO VE CER VI
ME MO VI VE NEL LA TOR RE
ME MO VI VE NEL LA TOR RE
37
CI VUOLE UN SORRISO
38
MATEMATICA
Percorsi
SUSSIDIARIO pagine 92-93
Dopo aver affrontato il concetto di regione e di
confine, si può proporre al bambino di considerare
un labirinto come l’unico percorso per raggiun-
gere un determinato obiettivo, tra due regioni di-
segnate in modo più o meno ingarbugliato.
39
CI VUOLE UN SORRISO
QUADERNONE
pagina 92
40
MATEMATICA
Ecco come potremo aiutare i bambini a svolgere il primo esercizio di questa pagina.
41
CI VUOLE UN SORRISO
Percorso di storia
Ambito: IL TEMPO
PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI STORIA
Competenze attese al termine della classe prima della scuola primaria
Competenza 1 L’alunno riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita.
Competenza 2 L’alunno individua successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni.
Obiettivi di apprendimento attesi al termine della classe prima della scuola primaria
• Individuare le tracce e usarle come fonti per produrre conoscenze sul proprio passato.
• Riconoscere relazioni di successione e di contemporaneità, durate, periodi, cicli temporali, mutamenti in
fenomeni ed esperienze vissute e narrate.
42
STORIA
PAGINE 103-120
L’obiettivo fondamentale che guida l’attività didattica di storia è quello di favorire il passaggio
dalla concezione egocentrica del tempo a una sua conoscenza reale e oggettiva. Per raggiungere
questo fine bisogna che lo scolaro capisca la successione lineare del tempo, riuscendo a trovare
nel proprio vissuto ciò che è avvenuto in passato, ciò che fa parte del presente e ciò che potrebbe
avvenire in futuro. Per il bambino che entra per il primo anno nella scuola primaria è problematico
riordinare le proprie esperienze in sequenze temporali corrette; per questo le prime attività de-
vono puntare alla comprensione della successione e della irreversibilità del tempo.
Altri concetti molto importanti da sottolineare in classe prima sono quelli che riguardano le dif-
ferenze prodotte dai cambiamenti dovuti al tempo e la contemporaneità. Rendendosi conto
dei cambiamenti ambientali, degli oggetti e delle persone e osservando l’esistenza di fatti che
avvengono nello stesso momento, l’alunno giunge gradualmente a distinguere i diversi aspetti
temporali della storia.
Attraverso la memorizzazione e la conoscenza del susseguirsi dei giorni, dei mesi e delle sta-
gioni gli alunni arrivano a imparare a vedere la differenza tra il tempo reale e la cronologia come
misura convenzionale del tempo.
Le attività sono pensate per consentire il confronto puntuale con la vita reale e, alla fine del per-
corso, le pagine sulla verifica delle competenze offrono al bambino la possibilità di mettersi alla
prova, lavorando in autonomia.
43
SCHEDA DI VERIFICA
1 STORIA
Prima ho imparato
a camminare
44
SCHEDA DI VERIFICA
2 STORIA
45
SCHEDA DI VERIFICA
3 STORIA
LE SCARPE
LA TORTA
LA MATITA
46
SCHEDA DI VERIFICA
4 STORIA
47
SCHEDA DI VERIFICA
5 STORIA
1 2
3 4
5 6
48
SCHEDA DI VERIFICA
6 STORIA
49
SCHEDA DI VERIFICA
7 STORIA
50
SCHEDA DI VERIFICA
8 STORIA
...........................
...........................
...........................
...........................
GIOVEDÌ ...........................
DOMENICA
Segna con una crocetta le informazioni vere (V) e quelle false (F).
Lunedì, quando è passato, non torna più. V F
Martedì torna con una data diversa. V F
Domenica ritorna sempre dopo sette giorni. V F
Quando la settimana finisce si ricomincia. V F
Dopo il venerdì c’è sempre il sabato. V F
...........................................................................................................................
...........................................................................................................................
51
SCHEDA DI VERIFICA
9 STORIA
. . . . . . . ...............................
......................................
. . . . . . . . . . . . .......................... ......................................
Percorso di geografia
Ambito: LO SPAZIO
PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI GEOGRAFIA
Competenze attese al termine della classe prima della scuola primaria
Obiettivi di apprendimento attesi al termine della classe prima della scuola primaria
PAGINE 121-131
Quando il bambino entra nella scuola primaria vive gli
spazi che lo circondano in maniera molto soggettiva.
Ognuno riconosce solo il suo spazio, ne occupa la
«parte centrale» e tutte le coordinate relative all’orien-
tamento sono riferite esclusivamente alla sua posi-
zione.
Per questo le attività legate alla geografia di classe
prima hanno come intento quello di dare una visione
più obiettiva e meno emotiva dello spazio attraverso l’assimilazione dell’idea di reciprocità dei
punti di riferimento e della loro relatività.
A questo scopo viene proposta l’osservazione guidata delle posizioni relative, l’uso corretto degli
indicatori spaziali, la comprensione di rappresentazioni grafiche di realtà spaziali note.
Anche alla fine dell’itinerario geografico sono presenti pagine di verifica delle competenze.
53
SCHEDA DI VERIFICA
1 GEOGRAFIA
55
SCHEDA DI VERIFICA
3 GEOGRAFIA
Osserva ciò che si trova nel giardino. Cerca nel reticolo gli
elementi indicati e scrivi accanto a ciascuno la sua posizione,
come nell’esempio.
A B C D
58
SCHEDA DI VERIFICA
6 GEOGRAFIA
.. . . . . . . . . . . . . . . . . ....... .........................
.........................
.........................
.........................
59
SCHEDA DI VERIFICA
7 GEOGRAFIA
Se tu guardassi il cestino
dall’alto, come sarebbe?
Disegnalo.
60
SCIENZE E TECNOLOGIA
Competenza 1 L’alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano
a cercare spiegazioni di quello che vede succedere.
Competenza 2 L’alunno riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi animali e
vegetali.
Obiettivi di apprendimento attesi al termine della classe prima della scuola primaria
• Classificare elementi del mondo • Distinguere viventi e non viventi. 136, 137
circostante. • Osservare e descrivere vegetali. 138
• Descrivere animali e individuarne
caratteristiche e differenze. 139, 140, 141
• Classificare oggetti in base a
caratteristiche osservabili. 142, 143
PAGINE 132-144
La principale finalità di tutte le pagine collegate alle
scienze è quella di aiutare l’alunno a porsi delle do-
mande riguardo la realtà che lo circonda, di osservarla
con attenzione con l’uso di tutti i sensi e infine di rac-
cogliere i dati più indicativi.
61
SCHEDA DI VERIFICA
1 SCIENZE E TECNOLOGIA
Con gli
sento ciò che tocco
e capisco se è UDITO
ruvido, liscio,
morbido, caldo…
Con le
vedo il colore,
la forma, ODORATO
la grandezza…
Con le
riconosco
gli odori GUSTO
Con la
odo suoni
e rumori VISTA
Con il
distinguo
i sapori TATTO
62
SCHEDA DI VERIFICA
2 SCIENZE E TECNOLOGIA
Con le . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
tocco la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
dell’albero.
63
SCHEDA DI VERIFICA
3 SCIENZE E TECNOLOGIA
si riproduce muore
64
SCHEDA DI VERIFICA
4 SCIENZE E TECNOLOGIA
ESSERI VIVENTI
66
SCHEDA DI VERIFICA
6 SCIENZE E TECNOLOGIA
È un . . . . . . . . . . . . ...................................... È un ..................................................
Nasce da . . ...................................... Nasce da ........................................
Ha il corpo ..................................... Ha il corpo .....................................
Si muove . . ...................................... Si muove ........................................
È un . . . . . . . . . . . . ...................................... È un ..................................................
Nasce da . . ...................................... Nasce da ........................................
Ha il corpo ..................................... Ha il corpo .....................................
Si muove . . ...................................... Si muove ........................................
67
SCHEDA DI VERIFICA
7 SCIENZE E TECNOLOGIA
• Traccia una linea blu intorno agli animali che vivono nell’acqua.
• Traccia una linea verde intorno agli animali che vivono sulla terra.
• Traccia una linea gialla intorno agli animali che vivono nell’aria.
68
SCHEDA DI VERIFICA
8 SCIENZE E TECNOLOGIA
69
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
La scuola dell’inclusione
Inclusione s. f. l’azione di chiudere dentro
Il concetto di inclusione chiede alla scuola di rimuovere tutti gli elementi che possono rap-
presentare un ostacolo per la promozione della persona e di offrire fattori di facilitazione
che aiutino a superare difficoltà e funzioni non adeguate. «La scuola che diventa comunità di
apprendimento sembra essere l’unica soluzione ai molti problemi (apprendimento, motivazione,
gestione della classe, educazione, multiculturalità, differenze individuali, sviluppo tecnologico
ecc.) che oggi la sovrastano e la schiacciano» (Mario Comoglio, 2000).
70
DIDATTICA INCLUSIVA
71
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
L’obiettivo finale di ogni docente dovrebbe essere quello di insegnare ad apprendere autono-
mamente.
Le metologie inclusive
Sono metodologie inclusive il cooperative learning, il tutoring, la
peer education, la didattica per competenze, la didattica
laboratoriale, la flipped classroom, la classe scompo-
sta, …
72
DIDATTICA INCLUSIVA
La peer education (educazione tra pari) è stata validata dalla ricerca sviluppata in questi anni,
che ha permesso di rilevare come il gruppo dei pari costituisca un contesto importante per favo-
rire l’instaurarsi di un rapporto di educazione reciproca e, addirittura, la costituzione della propria
identità. Positiva è la condivisione da parte di un gruppo di idee e valori che consentono di rag-
giungere obiettivi comuni. È auspicabile che l’aiuto venga dato dai ragazzi delle classi superiori
a quelli delle prime classi su elementi particolari delle diverse discipline.
La didattica per competenze ha una sua valenza data dal fatto che oggi il Profilo dello studente
al termine degli studi chiede di vedere la scuola dal punto di vista della sua efficacia, e di ricon-
durre il sapere a uno scopo molto concreto e certificabile, le competenze in uscita di una persona
reale, il nostro studente. Le competenze sono un costrutto complesso che si compone di co-
noscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali. Ciò che interessa
non è solo ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa. Essere competenti significa
saper eseguire un compito rielaborando le proprie conoscenze e abilità in contesti diversi. Nel
febbraio del 2015 è arrivata la Certificazione delle competenze per gli alunni del primo ciclo.
Le competenze da certificare sono quelle contenute nel profilo di uscita. Le competenze devono
essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali ri-
portati nelle Indicazioni nazionali: le discipline devono essere affrontate attraverso una didattica
trasversale. La didattica deve essere centrata sul soggetto che apprende ed essere di tipo attivo
e laboratoriale.
73
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Mediatori didattici
Mediatore è ciò che agisce da tramite tra soggetto e oggetto nella produzione di conoscenza.
(E. Damiano, 2000)
Tra i mediatori iconici molto utili sono le mappe, che permettono di aiutare molti alunni perché
favoriscono:
• l’analisi del contenuto
• l’evidenziazione di parole chiave
• l’associazione con immagini
• la comprensione di causa/effetto
• i nodi/collegamenti fra le varie informazioni
• la capacità di studio e di memorizzazione
• la capacità di esposizione
• il lavoro cooperativo.
Le nuove tecnologie digitali rendono possibile imparare vedendo e facendo, cioè in modo non
verbale e in modo attivo attraverso i mediatori analogici.
Le visualizzazioni, le animazioni, gli ambienti interattivi, le simulazioni, i computer game… per-
mettono di imparare vedendo le cose e non ascoltando spiegazioni verbali e, soprattutto,
agendo sulle cose e osservando le conseguenze delle proprie azioni. In ogni caso occorre ri-
cordare che sono le metodologie e non le tecnologie che fanno la differenza.
La presenza di alunni con bisogni speciali non può che incentivare la differenziazione anche dei
materiali e il loro adattamento alle diverse necessità (diverse abilità, stili cognitivi, precono-
scenze…) e questo non solo per gli alunni con BES.
Si consiglia di adattare i materiali in modo che attivino i vari canali di elaborazione, secondo le
indicazioni presenti nella scheda qui a lato.
74
DIDATTICA INCLUSIVA
Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono
sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe, che
contempli differenti modalità e strumenti per tutti. (Direttiva Profumo del 27/12/2012)
75
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
La metacognizione
METACOGNIZIONE vista come insieme Il SUCCESSO SCOLASTICO si può
delle CONOSCENZE che un soggetto raggiungere attraverso una serie di strategie
possiede sulle proprie attività cognitive e il didattiche, tese a valorizzare il potenziale di
CONTROLLO che è in grado di esercitare su apprendimento di ciascun alunno e a favorire
di esse. la sua autonomia.
76
DIDATTICA INCLUSIVA
È utile che l’insegnante sia a conoscenza dei diversi stili cognitivi e di apprendimento e
delle differenze dei suoi allievi, ma che individui anche i propri stili cognitivi, che influenzano
il suo modo individuale di insegnamento.
Non basta più solo, quindi, conoscere ciò che si insegna, ma occorre anche e soprattutto cono-
scere i soggetti a cui si insegna e i metodi con cui insegnare!
Grazie allo studio degli stili cognitivi e degli stili d’apprendimento, il soggetto che apprende è
stato posto al centro del progetto educativo, stimolando da un lato la dovuta riflessione anche
intorno agli stili d’insegnamento e alle più adeguate metodologie didattiche e modalità d’ap-
proccio alle singole discipline e, dall’altro, spingendo i clinici a fare ricerche sulle peculiarità in-
tellettive di ciascun soggetto e a delineare un criterio descrittivo del suo profilo di funzionamento
cognitivo.
Esistono studi seri sull’esistenza di varie competenze intellettive umane relativamente autonome,
in particolare sono stati individuati i seguenti sei tipi di intelligenze, relativamente indipendenti
l’una dall’altra, che possono essere plasmate e combinate da individui e culture in una varietà di
modi adattivi e che cooperano in modo armonico nella vita comune:
• intelligenza linguistica
• intelligenza musicale
• intelligenza logico-matematica
• intelligenza spaziale
• intelligenza corporeo-cinesica
• intelligenza personale
Stili cognitivi
Una posizione diversa da quella delle intelligenze multiple è quella sostenuta da quei ricercatori
che hanno analizzato le differenze nei modi in cui gli individui pensano e i gradi diversi di successo
che, per esempio, i bambini hanno a scuola, come un riflesso di come «preferiscono» funzionare
le loro menti.
Gli stili cognitivi di ogni individuo tendono a determinare la strategia che egli userà prefe-
ribilmente per cercare di imparare (il suo stile di apprendimento). Gli stili cognitivi sono legati
alla scelta concreta delle strategie cognitive utilizzate per risolvere un compito e non vanno con-
fusi con le abilità che possediamo, ma definiscono le preferenze nell’uso di queste.
77
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Stile analitico
È proprio di chi preferisce partire dai dettagli per ricostruire a mano a mano il tutto.
Quando studia, impara dapprima i singoli concetti e solo dopo li collega in un quadro gene-
rale.
Stile globale
È proprio di chi preferisce avere una visione d’insieme del materiale da imparare, per poi muo-
vere verso il particolare.
Infatti, prima d’iniziare a studiare, cerca di costruirsi un quadro d’insieme degli argomenti.
Stile visuale
È proprio di chi preferisce le immagini, le figure dei libri, le rappresentazioni grafiche, le raffi-
gurazioni in genere.
Tende a crearsi immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto, utili per memorizzare e re-
cuperare i contenuti. Tende a usare gli indici testuali prima di affrontare il testo e a utilizzare
colori diversi per evidenziare nel testo frasi, parole… Usa disegni, mappe multimediali in cui
inserire parole chiave, immagini, grafici ecc.
Stile verbale
È proprio di chi preferisce il codice linguistico (testi, registrazioni sonore…). Tende a imparare
per lettura e ripetizione; a studiare ripetendo ad alta voce il testo; a prendere appunti in classe
e utilizzarli a casa per lo studio; a riassumere per iscritto quanto letto.
Stile sistematico
È proprio di chi preferisce cercare soluzioni prendendo in considerazione una variabile per
volta e facendo tutti i collegamenti possibili col sistema di conoscenze già in proprio possesso.
Tende a formulare ipotesi seguendo delle regole precise: con un procedere metodico di rac-
colta di indizi e del loro collegamento. Quando studia, preferisce avere a disposizione dei testi
che spieghino tutto ciò che è necessario sapere nelle varie situazioni.
78
DIDATTICA INCLUSIVA
Stile intuitivo
È proprio di chi preferisce procedere per singole ipotesi per confermare e/o confutare ipotesi
personali, cercando di intuire il seguito del testo e vedere se va proprio a finire così.
Tende a privilegiare la scoperta o l’invenzione personale per arrivare a una spiegazione che
cerca conferme nei dati disponibili.
Stile impulsivo
È proprio di chi ha la tendenza ad agire seguendo l’istinto, con bassi tempi decisionali e ge-
neralmente maggiore tendenza a soluzioni precipitose e non ottimali.
Tende a rispondere prontamente quello che viene in mente, senza pensarci sopra. Studia
quando capita o quando sa che c’è una verifica o un esame.
Stile riflessivo
È proprio di chi preferisce rispondere in modo lento e accurato. Prima di iniziare a studiare,
pianifica accuratamente tutte le fasi.
Tende sempre a chiedersi quale sia la rilevanza degli elementi disponibili e a sceglierli con at-
tenzione, piuttosto che utilizzare i primi che gli vengono alla mente.
STILI DI APPRENDIMENTO
Lo stile di apprendimento non sarebbe altro che il prolungamento dello stile cognitivo.
Secondo Joseph Rigney lo stile di apprendimento sarebbe un «insieme di operazioni e di pro-
cedure che lo studente può usare per acquisire, ritenere e recuperare differenti tipi di conoscenza
e di prestazione». A questa definizione va associata quella definente lo stile di insegnamento,
centrata sull’insegnante che fa apprendere.
Ogni soggetto dovrebbe percorrere, in fase d’apprendimento, almeno in grado minimo, queste
quattro fasi, ma, poiché intervengono fattori genetici e interazioni varie con l’ambiente, egli co-
mincia a privilegiare una fase rispetto a un’altra e di conseguenza a formarsi un proprio stile d’ap-
prendimento. Naturalmente è evidente come stili inadeguati alla situazione e al compito
possano creare ritardi o disturbi dell’apprendimento o apprendimenti inadeguati, poco du-
raturi e inefficaci.
79
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Nella scelta delle varie attività collegate con le unità didattiche del testo, il docente cercherà
prima quelle che riescono a innescare curiosità, interesse, e che stimolino preconoscenze; poi
quelle che implicano una riflessione più approfondita sul significato del testo, sugli aspetti lessicali,
grammaticali, culturali…, non tralasciando mai le attività di tipo ludico, che allentano la tensione,
divertono, gratificano.
Prima
Durante
80
DIDATTICA INCLUSIVA
Dopo
Raccoglie dati:
• su stimoli e spunti offerti
• su processi di apprendimento attivati
• su valutazione e monitoraggio degli apprendimenti degli allievi
• per cercare di individuare il motivo della mancata comprensione (concetto troppo complesso,
registro linguistico utilizzato dall’insegnante troppo elevato, eccessivo numero di termini del
lessico specifico della disciplina ecc.)
• per verificare che cosa c’è di «difficile» nella spiegazione data, ipotizzando l’utilizzo di nuovi
approcci all’argomento con l’uso della fantasia e/o delle tecnologie
• per porsi obiettivi di miglioramento.
81
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
L’apprendimento ludico-laboratoriale
di concetti logico-matematici
Per dare un senso alle conoscenze matematiche dei bambini
La sfida consiste nel riuscire a porre le fondamenta per la costruzione del pensiero matematico
come strumento utile per sviluppare le capacità di mettere in stretto rapporto il «pensare» e
il «fare», e adatto a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti ed
eventi quotidiani a partire dalla realtà che circonda il bambino.
A questo proposito le Indicazioni ministeriali pongono l’accento sulla necessità di usare il labo-
ratorio, inteso non tanto come uno spazio organizzato, ma soprattutto come una pratica didat-
tica, che implica:
• fare esperienze
• imparare a descrivere quello che si è visto
• comprendere le descrizioni degli altri
• confrontare i propri punti di vista con quelli dei compagni
• porsi problemi.
In questo modo l’apprendimento dei concetti matematici assume una forte motivazione e diventa
una conquista da parte degli allievi.
82
DIDATTICA INCLUSIVA
I bambini hanno bisogno di vedere i numeri come sequenza ordinata, di scoprire la relazione
tra di essi: diamo ai nostri alunni la possibilità di scegliere liberamente, in una vasta gamma
di materiali di recupero e non, la modalità di rappresentazione della quantità.
Maria Montessori scrisse: «I bambini sono esortati dalle leggi della loro natura a trovare esperienze
attive nel mondo circostante. Per questo usano le loro mani: non solo per scopi pratici, ma anche
per la conoscenza».
La libera scelta dei materiali fatta dai bambini aiuterà i docenti a effettuare osservazioni sistema-
tiche sugli alunni che compiono i primi progressi nella conoscenza numerica seguendo i propri
diversi ritmi.
In ogni caso occorre porre le premesse per un apprendimento dell’aritmetica che tenga sempre
conto delle esperienze pregresse in campo aritmetico che i bambini fanno (o hanno fatto) fuori
della scuola; della complessità e della varietà di situazioni che essi dovranno affrontare a scuola
e fuori della scuola con il procedere degli anni; delle loro esigenze di apprendimento significativo;
dei loro modi più naturali di rappresentare e gestire le situazioni problematiche proposte.
A tal proposito, premesso che il processo di assunzione consapevole dei linguaggi formalizzati
della matematica è lungo e complesso e richiede la mediazione dell’insegnante, si ricorda che
l’alunno deve:
• poter fare esperienze matematiche in ambienti e situazioni didattiche ben organizzati per
l’apprendimento e ricchi di rinforzi positivi;
• poter costruire la competenza linguistica necessaria a esplicitare in modo compiuto il proprio
pensiero per comunicare al meglio con gli altri (il linguaggio della matematica: parole e sim-
boli);
• poter avere a disposizione materiali/attività/contenuti che stimolino la multisensorialità, l’im-
maginazione, l’emotività (ogni volta che un’«informazione» ci raggiunge da più canali sensoriali
e/o è associata a un’emozione e/o si ricollega al mondo della fantasia, si fissa in modo più
stabile nella nostra memoria);
• poter disporre di strategie adeguate per la risoluzione di problemi di fronte all’errore.
La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e complesso nel quale concetti,
abilità, competenze e atteggiamenti si intrecciano e si sviluppano nel tempo. È un processo che
coinvolge anche le abilità linguistiche e che richiede un’acquisizione graduale del linguaggio
specifico.
83
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
La competenza matematica
I bambini non arrivano alla scuola primaria come una «tabula rasa». Avrete certamente osservato
più volte che il concetto di numero nei bambini che frequentano la classe prima è già presente,
anche se in maniera molto diversa. La ricerca scientifica e le Indicazioni ministeriali suggeriscono
di partire dalle preconoscenze e dalle esperienze riguardanti il numero che i bambini si sono for-
mati, nei primi anni di vita, su vari piani e in relazione ai molti valori del numero.
Infatti dobbiamo sempre tenere conto che i bambini incontrano e sanno riconoscere i numeri in
vari contesti di vita quotidiana, dando loro specifici valori:
• valore nominale (ogni numero ha un nome)
• valore ordinale (i numeri hanno un ordine)
• valore cardinale (i numeri possono rappresentare una quantità)
• valore sequenziale (i numeri stanno in sequenza)
• valore di codice (i numeri possono servire come riconoscimento)
• valore di misura (i numeri servono a misurare le cose).
Molte sono le situazioni di riferimento che danno «senso» al concetto di numero e che i bambini
devono sperimentare, come molte sono le proprietà importanti di cui i bambini devono impa-
dronirsi in breve tempo, comprese le rappresentazioni linguistiche necessarie per comunicare e
operare con i numeri.
Attraverso le molteplici attività che svolgono, i bambini della scuola dell’infanzia fanno quotidia-
namente esperienza di ciascuna funzione numerica. Si può dire che dalla nascita fino alla scuola
dell’infanzia i bambini sono già in grado di accumulare un notevole bagaglio di competenze nu-
meriche, il che li rende piuttosto aperti e attenti alla matematica «formale» che affronteranno sui
banchi di scuola.
Quindi si può affermare che la costruzione del senso del numero è un processo che inizia già
nella prima infanzia e che va via via completandosi durante gli anni della scuola primaria.
Fin dall’inizio della primaria, qualora il bambino non abbia ancora sviluppato nell’area matema-
tica i prerequisiti specifici, sarà opportuno soffermarsi su questi, per poi sviluppare in modo
adeguato la comprensione della connessione tra i simboli scritti e le relative quantità. Particolare
attenzione si dovrà porre alle abilità di conteggio, che dovranno essere esercitate in diverse con-
dizioni, scolastiche e ludiche: per esempio giochi con le carte, con i dadi… Ecco perché viene
data grande importanza, fin dall’inizio della primaria, al conteggio e al calcolo a mente, processi
necessari all’evoluzione dell’intelligenza numerica.
84
DIDATTICA INCLUSIVA
La ricerca scientifica, infatti, ha evidenziato che in questo segmento di scuola le strategie di po-
tenziamento dell’intelligenza numerica devono riguardare, oltre i processi di conteggio, i processi
lessicali/semantici/sintattici, il calcolo a mente e il calcolo scritto.
Le prime attività finalizzate alla costruzione del senso del numero sono quelle del contare:
il «contare per contare» sembra un’esperienza banale, che però può diventare estremamente
ricca e utile se le si dedica il tempo necessario.
Ecco una serie di esempi su come possiamo quotidianamente prendere in considerazione ciascun
valore dei numeri nei diversi contesti.
• Valore ordinale
I bambini ne fanno esperienza soprattutto con la «conta dei numeri», che sanno recitare fin dai
primi anni: uno, due, tre…; oppure quando si mettono in fila; quando fanno una gara di corsa
con i compagni; quando sono in grado di contare in ordine i pezzi che utilizzano per alcuni giochi,
per esempio il lego.
• Valore cardinale
Nella maggioranza dei casi ogni numero corrisponde a una quantità ben visibile: ho due mani,
ho due scarpe, ho dieci dita, ecc. Le attività che inconsapevolmente stimolano il valore cardinale
del numero sono il contare insieme quanti bambini sono presenti a scuola un dato giorno; quanti
bambini si fermano, per esempio, alla mensa; quanti escono prima degli altri…
Per approcciarsi al valore cardinale è necessario che i bambini abbiano interiorizzato il concetto
di corrispondenza biunivoca: a ogni oggetto corrisponde un solo numero.
I bambini fanno continuamente esperienze di corrispondenza biunivoca (a scuola e a casa):
quando fanno l’appello per segnalare assenti e presenti (per esempio, staccando e attaccando
le fotografie dei compagni su un pannello); quando devono distribuire degli oggetti (un oggetto
ciascuno); quando contano usando le dita; quando apparecchiano la tavola (a ogni posto va
messo un piatto, un bicchiere, un tovagliolo…).
• Valore di codice
Ci sono dei numeri che servono solo come codice: per esempio il nostro numero di telefono, il
numero sul nostro armadietto della scuola, i numeri civici delle case; oppure i numeri dei «codici
segreti», delle password; o ancora i numeri disegnati su magliette, che hanno solo una funzione
decorativa e/o di riconoscimento.
85
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
• Valore di misura
Alcuni numeri servono per esprimere misure: che giorno è oggi; che ore sono; quanto sono
alto; quanto peso; qual è il numero delle mie scarpe; quanti soldi mi servono…
Che cosa possiamo potenziare nei primi mesi di scuola in classe prima?
Nella scuola dell’infanzia i bambini sanno riconoscere i numeri nei vari contesti, ma non sanno
ancora discriminare tra tutte queste categorie. È bene, quindi, poterci riflettere sopra una volta
arrivati alla scuola primaria.
Pertanto proponiamo subito attività di «scoperta» dei numeri che ci circondano in classe, in
tutta la scuola, a casa, nel nostro quartiere: una specie di «caccia al tesoro» dei numeri!
• Si può chiedere, per esempio, di individuare tutti i numeri che incontrano, di verbalizzare dove
li hanno trovati e di «catalogarli» insieme a noi in base al loro significato: per esempio i
numeri che ci dicono «quanti sono»; i numeri che ci dicono «che posto occupa»; i numeri che
ci dicono «quanto è grande» ecc.
• Si può chiedere di identificare il numero del giorno del mese sul calendario. Per il bambino
di 5-6 anni che, all’inizio degli apprendimenti numerici, ancora non riconosce tutti i numeri
scritti, questa attività mette in gioco oltre al senso «di codice» anche il senso «ordinale», in
quanto il bambino potrà indicare i numeri successivi a partire dall’1 (o da un numero successivo
già riconosciuto), scandendo la successione: «uno, due, tre…» fino al numero del giorno del
mese detto dall’insegnante. Per il bambino che, invece, già conosce i numeri scritti, interverrà
ancora il senso «ordinale»: egli non procederà a caso, ma si orienterà e cercherà di trovare la
posizione del numero del giorno detto dall’insegnante in relazione alle posizioni dei numeri
precedenti e successivi.
• Si può contare fino a dieci nel gioco del nascondino, per dare il tempo agli altri bambini di
nascondersi. In questa attività intervengono il senso «ordinale» del numero e anche il senso «di
misura», soprattutto se si vuole negoziare la velocità della conta e il numero fino al quale con-
tare.
• Si può misurare il tempo della giornata scolastica con un orologio costruito in classe con ma-
teriale vario (per esempio si fa corrispondere una pietra a ogni ora della giornata scolastica; le
pietre vengono via via inserite in un vasetto, quando le pietre sono finite è ora di andare a casa).
È questa un’attività di pre-misura, che coinvolge i vari aspetti del numero.
86
DIDATTICA INCLUSIVA
Dove?
Fondamentale, come si è già detto, è l’ambiente di apprendimento, in cui non devono mai
mancare motivazione e divertimento: dialogo, gioco (di movimento, di gruppo, di calcolo men-
tale…), espressione corporea ecc.
L’ambiente ideale è il laboratorio, non inteso solo come luogo fisico, ma anche come ambiente
in cui si privilegia l’apprendimento esperienziale, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il
dialogo e la riflessione su quello che si fa. L’apprendimento ha così un carattere interdisciplinare
e il contesto formativo consente lo sviluppo di dinamiche relazionali e cooperative. Durante le
attività di laboratorio tutti possono partecipare in modo attivo all’interno di un gruppo di lavoro
più o meno ampio. La scelta del gruppo può rispondere al criterio d’eterogeneità, favorendo
così il nascere di atteggiamenti di collaborazione per un reale scambio di competenze.
All’interno di un gruppo di lavoro bambini più competenti possono aiutare i compagni a svilup-
pare abilità che sono in corso di strutturazione, abilità che si possono collocare in una zona di
sviluppo prossimale.
In quasi tutte le proposte metodologiche presentate viene considerato l’approccio di tipo indi-
vidualizzato nel processo di insegnamento/apprendimento. L’individualizzazione (da non con-
fondere con la personalizzazione, che implica il perseguimento di obiettivi diversi in base alle
capacità cognitive e alle attitudini dello studente) persegue l’uguaglianza degli obiettivi, nella
consapevolezza che i percorsi individuali, e i tempi per raggiungerli, possono essere diversi.
La didattica della matematica riveste particolare importanza nella prima classe della scuola pri-
maria perché è proprio in questa fase che si costruisce un metodo di lavoro scientifico, che parte
dal mondo esperienziale del bambino, dall’osservazione e dalla riflessione per elaborare ragio-
namenti e strategie che portino a soluzioni logiche.
87
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
88
DIDATTICA INCLUSIVA
89
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Usa prevalentemente
mano: destra sinistra entrambe
piede: destro sinistro entrambi
90
DIDATTICA INCLUSIVA
Approfondimenti normativi
CHIARIMENTI NORMATIVI IMPORTANTI SUI BES
Prima della legge 170/2010 esistevano già note e circolari con specifici riferimenti agli studenti
con DSA, ma venivano sovente non considerate o applicate parzialmente, magari con la sola
concessione di strumenti compensativi o di misure dispensative, non sempre seguite da azioni
didattiche e valutative adeguate.
Le nuove normative in materia di DSA (Linee guida sui DSA e DM n. 5669/2011) invitano tutte
le istituzioni scolastiche, in nome dei concetti di flessibilità e di autonomia promossi dal Regola-
mento dell’autonomia (DPR 275/99), a porre al centro delle proprie attività lo studente e, sulla
base della legge 53/2003 e dei successivi decreti, a definire e a realizzare, nelle varie fasi di svi-
luppo e di formazione, strategie educative e didattiche personalizzate, che tengano conto della
singolarità di ogni persona, della sua diversa identità, delle sue difficoltà, ma anche delle sue po-
tenzialità.
La Direttiva Profumo sui Bisogni Educativi Speciali (BES) del 27/12/2012 e la successiva CM
sui BES n. 8 del 6/03/13 estendono tutta la normativa prodotta per gli studenti con DSA a tutti
gli altri studenti con BES, con qualche riserva per le misure dispensative in sede di esame.
91
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
La scuola dovrà attivare dei gruppi di lavoro misti, i GLI (Gruppi di Lavoro per l’Inclusione), formati
da dirigente scolastico, docenti disciplinari con esperienza e/o formazione specifica o con compiti
di coordinamento delle classi, funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti alla co-
municazione, genitori ed esperti istituzionali o esterni, che svolgeranno le seguenti funzioni:
• rilevazione dei BES presenti nella scuola
• raccolta e documentazione di buone prassi
• confronto sui casi e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi
• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusione della scuola
• raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli gruppi
• elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.)
• interfaccia della rete CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali.
VALUTAZIONE
La valutazione è parte integrante del processo di apprendimento: essa dovrebbe servire a mettere
l’allievo nelle condizioni di dimostrare quanto ha appreso e in che cosa può migliorare, a essere
informativa e formativa, per raggiungere il successo formativo.
Per tutti gli alunni con BES «la valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e at-
traverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di au-
tovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo
formativo» (DPR 122/2009).
Verranno valorizzati i processi d’apprendimento e si darà più attenzione ai contenuti che non alla
forma.
Il Consiglio di Classe/Team dei docenti, in itinere, valuterà i risultati ottenuti (valutazione inter-
media e finale) e individuerà le ulteriori azioni da progettare.
92
DIDATTICA INCLUSIVA
93
94
L AVORIAMO I NSIEME!
di MAURIZIO GENTILE
docente presso l’Università degli Studi di Verona,
DIPARTIMENTO DI AFFERENZA: Filosofia, Pedagogia e Psicologia,
SETTORE DISCIPLINARE M-PED/03 - DIDATTICA E PEDAGOGIA SPECIALE
Apprendimento cooperativo 95
L AVORIAMO I NSIEME!
Indice
INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
1. L’INTERDIPENDENZA POSITIVA
E LA RESPONSABILITÀ PERSONALE ..................................... 97
96 Apprendimento cooperativo
L AVORIAMO I NSIEME!
Introduzione
Il sottotitolo di questa introduzione potrebbe essere il seguente: fare didattica per
un apprendimento personalizzato, significativo e duraturo. La formula racchiude le
principali finalità che si pone il capitolo:
a) lavorare a viso aperto sull’innovazione;
b) proporre ai docenti schemi applicativi e spunti di lavoro didattico;
c) offrire agli alunni molteplici opportunità d’apprendimento.
Da un punto di vista del fare didattica, le procedure che saranno proposte hanno
come tratto distintivo un’attenta organizzazione dei compiti cognitivi e della relazio-
ne tra gli studenti. La progettazione didattica assume, così, un nuovo significato. Di-
venta, essenzialmente, un processo decisionale: quali operazioni sociali e cognitive
posso suggerire ai miei alunni affinché possano portare a termine uno o più compiti
e acquisire competenze?
Una seconda riflessione consiste nell’abituare l’insegnante ad avere un nuovo rap-
porto con la classe. Egli può mettere in campo una modalità di relazione e d’inter-
vento inedita e caratterizzata da una centratura sulle persone, i saperi e i processi
cognitivi.
Alcune parti dello scritto sono dedicate a una serie di importanti corollari all’appren-
dimento cooperativo. Saranno, dunque, affrontati i seguenti aspetti:
1. i principi d’interdipendenza positiva e di responsabilità personale;
2. la formazione dei gruppi;
3. il concetto di attività;
4. la disposizione fisica dei gruppi;
5. il concetto di vincolo cognitivo/educativo;
6. la rotazione dei ruoli;
7. la gestione pro-sociale della classe.
1. L’interdipendenza positiva
e la responsabilità personale
La cooperazione di un piccolo gruppo utilizza l’«interdipendenza positiva» per favo-
rire l’apprendimento e la relazione tra gli studenti. L’interdipendenza positiva indica
«un rapporto con/ un legame con/ una dipendenza da». Stabilire interdipendenza
significa che per raggiungere uno scopo o svolgere un compito non è possibile
agire da soli: gli altri sono necessari e indispensabili. L’interdipendenza positiva è
il fattore più rilevante di una didattica co-operativa. Con essa si pongono al centro
del processo d’istruzione le risorse degli allievi. Quando gli allievi comprendono che
il raggiungimento di uno scopo richiede cooperazione tra loro ed esige impegno
da parte di tutto il gruppo, un insegnante può concludere che i suoi alunni stanno
vivendo una condizione d’interdipendenza positiva.
Apprendimento cooperativo 97
L AVORIAMO I NSIEME!
L’esplorazione sistematica del concetto d’interdipendenza, associato ai gruppi co-
operativi, ha creato le condizioni per una consolidata tradizione di ricerca. Oggi si
parla di «apprendimento cooperativo» (o di «lavoro di piccolo gruppo cooperativo»,
o di «conduzione della classe a piccoli gruppi cooperativi»), nei termini di un’innova-
zione didattica basata su un corpo consolidato di evidenze empiriche. Ciò che lega
insieme applicazione, teorizzazione e indagini sperimentali è l’idea che il rappor-
to interpersonale, strutturato in chiave cooperativa, possa favorire l’apprendimento
scolastico e lo sviluppo sia cognitivo sia socio-affettivo degli studenti.
Un «impegno individuale responsabile» può dipendere da una struttura d’interdi-
pendenza. Nella misura in cui l’attività didattica è organizzata secondo una distri-
buzione di compiti, ruoli o risorse, ma anche associata a scopi misurabili in base a
criteri di successo, o a compiti che implicano necessariamente il contributo di più
soggetti per essere completati, si creano condizioni utili a favorire nei singoli alun-
ni la disponibilità a portare a termine il compito contribuendo direttamente a un
risultato condiviso. In quest’ottica, la responsabilità individuale è sempre l’effetto
di un’interdipendenza positiva e si manifesta come l’impegno offerto da un singolo
individuo per il raggiungimento di un obiettivo di gruppo. Questo si può ottenere
strutturando una condizione d’interdipendenza e verificando il risultato raggiunto
dai singoli membri. Detto con altre parole, la cooperazione non è il disimpegno di
molti a scapito del lavoro di pochi; è piuttosto l’impegno dei singoli per il risultato
di tutti. La cooperazione è responsabilità individuale.
Esistono due forme d’interdipendenza: oggettiva e soggettiva. Si ha un’interdipen-
denza oggettiva quando la natura del compito è tale che, per raggiungere un obiet-
tivo, il legame con altri è necessario e fondamentale. Il compito in questi casi è
superiore, per complessità o condizioni in cui si opera, alle capacità di un singolo
individuo. Si ha un’interdipendenza soggettiva quando ogni singolo membro agisce
sperimentando e percependo una reciproca dipendenza da altri, sentendo di es-
sere legato a, di avere un rapporto con. Oltre a questo primo livello di distinzione,
esistono diverse forme d’interdipendenza positiva in grado di favorire l’impegno
individuale durante un’attività didattica. Si possono individuare dieci tipologie spe-
cifiche d’interdipendenza, che possono orientare il lavoro dei docenti durante la
pianificazione e la conduzione dell’attività in classe.
La tabella riporta un elenco di tali tipologie con le rispettive definizioni.
98 Apprendimento cooperativo
L AVORIAMO I NSIEME!
I membri, durante lo svolgimento di un compito, s’impegnano
individualmente nella generazione di idee, soprattutto quando
6. Fantasia il compito richiede di essere creativi. Le idee sono poi discusse
in gruppo.
I membri, durante lo svolgimento di un compito, si considerano
7. Identità parte di uno stesso team, come se facessero parte di una squadra.
8. Contro
I membri, durante lo svolgimento di un compito, si trovano a
una forza esterna competere con i membri di altri gruppi.
(di competizione)
I membri del gruppo, durante lo svolgimento di un compito, ri-
9. Valutazione cevono una valutazione ponderata sulla base dei risultati ottenuti
da ciascuno.
I membri portano a termine un compito e, raggiunto uno scopo
o un risultato, percepiscono che quanto ottenuto non è soltanto
10. Celebrazione il risultato dello sforzo di un singolo, ma anche dell’impegno di
tutti gli altri. Da qui scatta il desiderio di celebrare il successo.
Apprendimento cooperativo 99
L AVORIAMO I NSIEME!
coppia e un membro rimanga escluso dall’interazione. In un gruppo di 4, inoltre, si
possono formare più coppie, aumentando la probabilità di avere una diversità co-
gnitiva e di abilità favorevole a un’attività di tutoraggio. Gli studenti meno bravi pos-
sono imparare dal compagno che si trova a un livello di poco superiore rispetto a lui.
Nel caso in cui la classe non sia costituita da un multiplo di 4 o ci sia uno squilibrio tra
il numero di maschi e femmine, l’insegnante può scegliere se formare gruppi di tre,
oppure gruppi di quattro e alcuni di cinque, e può formare gruppi con una presenza
equilibrata dei due sessi e qualche gruppo con elementi dello stesso sesso.
Per formare gruppi casualmente si divida il numero della classe per 4. Per esem-
pio, se la classe è di 24 alunni si divida per 4 in modo da formare 6 gruppi. Si pro-
ceda così:
1. si assegni a ciascun alunno un numero da 1 a 6 ripetuto per quattro volte;
2. poi si chieda a tutti gli alunni con lo stesso numero di formare un gruppo di 4;
3. si avrà così un gruppo con i quattro numeri 1, un gruppo con i quattro numeri 2 e
così via, fino al gruppo con i numeri 6.
1 Un modo alternativo di classificare gli alunni è in base alle difficoltà e ai bisogni educativi. Nel pri-
mo livello si possono collocare gli studenti in difficoltà. Nel secondo gli studenti con conoscenze e
abilità proprie della classe frequentata. Nel terzo gli alunni con conoscenze e abilità oltre la classe
frequentata. Da qui si procede nella formazione dei gruppi.
oppure
Disposizioni fisiche come quelle mostrate di seguito vanno il più possibile evitate,
poiché difficilmente favoriscono la relazione faccia a faccia e l’interdipendenza. In
questi casi, è alta la probabilità di disimpegno sociale (gli alunni si aiutano poco,
discutono poco, decidono poco…) e cognitivo (uno o due alunni lavorano al posto
dei compagni di gruppo).
5. Il vincolo cognitivo
Può accadere, durante il lavoro didattico, che i gruppi finiscano troppo presto di
lavorare a una consegna. Questo può voler dire che il compito era troppo facile. Si
rischia così di lasciare i gruppi «scarichi» e di dover poi gestire problemi di disciplina
legati a tutte le attività divergenti su cui tendono intrattenersi gli studenti (chiacchie-
rare, chiedere di andare in bagno, farsi scherzi, giocare…).
I gruppi di apprendimento cooperativo raramente si appoggiano sulle capacità di
un singolo da cui, poi, dipende il buon esito del lavoro. Qualora si presentasse que-
sta situazione, il problema può essere superato ricorrendo al concetto di vincolo
cognitivo. Per esempio: in un’attività centrata sullo scrivere, si può richiedere agli
alunni, prima di comporre la frase, di applicare un vincolo di forma o di contenuto,
come indicato di seguito.
CONSEGNA 1
correttore lettore
CONSEGNA 2
lettore
Riferimenti bibliografici
Comoglio, M. (1998). Educare insegnando. Roma: LAS
Comoglio, M. (1996). Che cos’è il Cooperative Learning. Orientamenti Pedagogici,
43, pp. 259-293.
Comoglio, M., e Cardoso, M. A. (1996). Insegnare e apprendere in gruppo.
Il cooperative learning. Roma: LAS.
Gentile, M. (2003). Apprendimento Cooperativo. Fondamenti teorici e sviluppi. In:
Gentile, M. e Petracca, C. (A cura di), Apprendimento Cooperativo. Spunti per
l’innovazione didattica (pp. 50-71). Milano: ELMEDI Paravia Bruno Mondadori.
Gentile, M., Pisanu, F. e Tabarelli, S. (2012). Personalizzare l’apprendimento
nel contesto della classe. Trento: Edizioni Provincia Autonoma di Trento.
Gentile, M. e Sitta, E. (2006). Il clima e la costruzione del gruppo classe. R & S.
Religione & Scuola, vol. 34, pp. 57-62.
Kagan, S. (1998): New Cooperative Learning, multiple intelligence, and inclusion.
In: J. W. Putnam (A cura di), Cooperative learning and strategies for inclusion.
Celebrating diversity in the classroom (pp. 105-136). Baltimora, MA: Brookes
Publishing Co.
Kagan, L. (2000): Multiple Intelligence. Structure & Activities. Kagan Publishing.
Kagan, S. (2000). L’apprendimento cooperativo. L’approccio strutturale.
Roma: Edizioni Lavoro.
Sitta, E., e Gentile, M. (2006). Attività per favorire il clima e la costruzione
del gruppo classe. R & S. Religione & Scuola, vol. 34, pp. 51-66.
• Materiali: pongo/didò.
Il gioco consiste nello spostare le pedine sulle caselle del tabellone di gioco e, ar-
rivati su una di queste, il bambino ha il compito di eseguire l’operazione indicata.
Altre varianti di consegna: si può chiedere alla coppia di appuntare i risultati delle
operazioni su di un foglio a parte (un bambino esegue, l’altro scrive). Con tale
modalità si permette ai bambini di ripetere il gioco più volte, magari variando le
coppie, attivando così un confronto più allargato e dinamico.
Questa è un’attività in cui si gioca alla tradizionale «battaglia navale» con le lette-
re. L’insegnante mette a disposizione di ogni alunno due tabelle in cui le caselle
sono individuate da coordinate.
L’insegnante forma delle coppie, i bambini giocano con quattro tabelle (due per
giocatore), tutte di uguali dimensioni. I quadretti di ogni tabella sono identiwcati
da coppie di coordinate, corrispondenti a riga e colonna (si usano numeri per le
colonne e lettere per le righe: perciò le celle sono denominate «A-1», «B-6», e
così via).
All’inizio, i bambini posizionano le parole scrivendole su una delle loro due ta-
belle (griglie) che terranno nascosta al compagno per tutta la durata del gioco.
Una parola occupa un certo numero di quadretti adiacenti in linea retta (orizzontale
o verticale) sulla tabella. Una volta posizionate le parole, il gioco procede a turni.
Vince il giocatore che per primo pesca tutte le parole scritte nella tabella del
compagno.
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
117
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
118
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
119
Coordinamento redazionale:
Manuela Ferrante
Redazione:
Carla De Poli - Francesco Ariano
Progetto grafico e impaginazione:
Sabrina Siviero - Impaginaria Torino
Illustrazioni:
Archivio Il capitello
Progetto e coordinamento
dei contenuti multimediali:
Erica Zampieri
Realizzazione lastre CTP:
EFFEGI, Savigliano (CN)
Stampa
© Edizioni il capitello, Torino
è disponibile per
suggerimenti e chiarimenti al seguente
indirizzo mail:
La Casa Editrice autorizza la riproduzione didatticainclusiva@panerosecoop.it
delle schede presenti in questa guida per uso sito internet:
esclusivamente didattico.
www.panerosecoop.it