Numeri indici
I numeri indici sono rapporti statistici che misurano le variazioni nel tempo o nello spazio tra
grandezze della stessa natura. Nelle analisi economiche le grandezze principalmente analizzate
attraverso i numeri indici sono i prezzi e le quantità di uno o più prodotti che costituiscono un
aggregato.
Partiamo dal caso più semplice, ipotizzando un aggregato costituito da un solo tipo di bene, il cui
prezzo e la cui quantità al tempo t, denominato tempo corrente, li indichiamo rispettivamente con pt
e qt, mentre con riferimento al tempo 0, denominato tempo base, li indichiamo con p0 e q0.
Indichiamo inoltre con vt = pt ⋅ qt e v0 = p0 ⋅ q0 il valore dell’aggregato, rispettivamente, al tempo
corrente e a quello base. A partire da questi dati possiamo calcolare tre numeri indici semplici,
relativi alle variazioni, rispettivamente, dei prezzi, delle quantità e del valore.
L’indice semplice dei prezzi del tempo corrente rispetto a quello base è dato dal rapporto tra il
prezzo del tempo t e quello del tempo 0 (eventualmente moltiplicato per 100, per ottenere un indice
espresso in termini percentuali):
pt
pi0,t =
p0
Per esempio, se il prezzo è passato da 1000 a 1100 euro, l’indice vale 1.1 e se viene moltiplicato per
100 vale 110, il che vuol dire che il prezzo è aumentato del 10%.
Analogamente, l’indice semplice delle quantità del tempo corrente rispetto a quello base è dato dal
rapporto tra la quantità del tempo t e quella del tempo 0:
qt
qi0,t =
q0
L’indice semplice del valore del tempo corrente rispetto a quello base è dato infine dal rapporto tra
il valore dell’aggregato del tempo t e quello del tempo 0:
vt
vi0,t =
v0
Per i precedenti indici semplici valgono tre proprietà fondamentali dei numeri indici: la proprietà di
reversibilità delle basi; la proprietà di transitività delle basi; la proprietà di decomponibilità delle
cause (o di reversibilità dei fattori).
Un generico numero indice I soddisfa la proprietà di reversibilità delle basi se vale la relazione
seguente:
1
It,0 =
I 0,t
1
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ovvero se l’indice calcolato per il tempo 0 rispetto alla base t è uguale al reciproco dell’indice del
tempo t rispetto alla base 0. Come detto, tale proprietà è soddisfatta dai numeri indici semplici. Per
esempio, considerando l’indice dei prezzi, si ha:
p0 1
pit,0 = =
pt p i 0,t
Tale proprietà è importante perché consente di cambiare la base semplicemente dividendo i due
corrispondenti indici già calcolati con la vecchia base: per esempio, un nuovo indice del tempo t in
base s, invece che 0, può essere ottenuto nel modo seguente:
I 0, t
Is,t =
I 0,s
In altri termini, se vale la proprietà di transitività delle basi si ha che serie di numeri indici con
diversa base differiscono tra loro per una costante moltiplicativa (1/I0,s) e di conseguenza il
confronto nel tempo (o nello spazio) è indipendente dalla scelta della base.
La medesima proprietà consente inoltre di esprimere un indice a base fissa come prodotto di indici a
base mobile. Denotato con It-1,t = It /It-1 un indice a base mobile, dato dal rapporto tra il valore
assunto dalla grandezza al tempo t e quello assunto nel tempo precedente t-1, si può scrivere cioè:
Anche tale proprietà è soddisfatta dai numeri indici semplici. Per esempio, considerando ancora
l’indice dei prezzi, si ha:
p1 p 2
pi0,1 ⋅ pi1,2 = ⋅ = pi0,2
p 0 p1
La proprietà di decomponibilità delle cause o di reversibilità dei fattori è infine soddisfatta se,
indicato con V l’indice della variazione del valore e con P e Q rispettivamente l’indice dei prezzi e
quello delle quantità, vale la relazione:
PQ=V
La proprietà è importante perché consente di scomporre la variazione del valore nelle sue due
componenti moltiplicative, variazione dei prezzi e variazione delle quantità.
E’ facile mostrare che per i numeri indici semplici è soddisfatta anche questa proprietà. Infatti,
poiché vt = pt ⋅ qt e v0 = p0 ⋅ q0, si ha:
vt p q
= t ⋅ t
v0 p0 q0
ovvero:
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Nel caso di confronti spaziali i numeri indici semplici si definiscono allo stesso modo. Se
denotiamo con a e b due aziende (o due paesi), di cui a è assunta come situazione (azienda o paese)
base, e indichiamo con pa e qa i prezzi e le quantità del bene considerato in tale situazione base e
con pb e qb i prezzi e le quantità relativi alla situazione corrente (azienda o paese b), gli indici dei
prezzi, delle quantità e del valore sono dati, rispettivamente, dai rapporti tra i prezzi (pb/pa), tra le
quantità (qb/qa) e tra i valori (vb/va), e ovviamente valgono ancora le tre proprietà dei numeri indici
viste in precedenza.
L’interesse dell’analisi economica più spesso è rivolto alla variazione nel tempo o nello spazio dei
prezzi, delle quantità e del valore non di un singolo bene ma di un insieme di beni. Per esempio, la
variazione dei prezzi o delle quantità di un insieme di beni prodotti da un’azienda o, più in generale,
la variazione dell’insieme dei prezzi dei beni acquistati dalle famiglie di un paese (inflazione) o
quella dell’insieme delle quantità di beni prodotti dalle sue industrie. In tal caso bisogna ricorrere a
numeri indici complessi che sintetizzino l’andamento, a volte molto differenziato, dei prezzi o
delle quantità dei diversi beni 1 .
Si considerino n beni i cui prezzi e le cui quantità (acquistate o prodotte) nell’anno base 0 e
nell’anno corrente t per il generico bene h li indichiamo, rispettivamente, con ph0, pht e qh0, qht.
L’insieme delle informazioni sui prezzi e sulle quantità degli n beni nei due tempi 0 e t le riportiamo
nello schema seguente:
∑
h
ph0 qh0
∑ h
pht qht
1
I numeri indici complessi sono di seguito illustrati con riferimento al confronto temporale, ma è evidente che gli stessi
indici possono essere applicati anche ai confronti spaziali.
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∑
h
ph0 qht
∑
h
pht qh0
che invece rappresentano, rispettivamente, la spesa (o produzione) che si sarebbe avuta al tempo
corrente se i prezzi degli n beni fossero restati quelli del tempo base, e quella che si sarebbe avuta se
al tempo corrente fossero rimaste invece costanti le quantità del tempo base.
Il rapporto tra i due aggregati effettivi misura la variazione del valore dell’aggregato considerato
dall’anno 0 all’anno t ed è chiamato indice della variazione del valore:
∑ph
ht q ht
V0,t =
∑p
h
h0 q h0
La variazione del valore dipende dalle variazioni sia dei prezzi che delle quantità. Per misurare le
due componenti moltiplicative di tale variazione, ovvero per ottenere da un lato una misura della
variazione dei prezzi e dall’altro una misura della variazione delle quantità, si possono rapportare
opportunamente aggregati effettivi e fittizi. Si ottengono così due diversi indici complessi dei prezzi
e due delle quantità.
I due indici dei prezzi sono i seguenti:
∑p ht q h0
p ht p h0 q h0
PL0,t = h
=∑ ⋅ ωh0 ( ωh0 = )
∑p
h
h0 q h0 h p h0 ∑h p h0 q h0
Indice dei prezzi di Paasche
∑p ht q ht
p ht p ht q h0
P P
= h
=∑ ⋅ ω h' 0 ( ω h' 0 = )
∑p ∑h p ht q h0
0,t
h0 q ht h p h0
h
Entrambi gli indici complessi, ottenuti rapportando opportunamente aggregati effettivi e fittizi,
come si vede sono anche esprimibili come medie ponderate dei numeri indici semplici dei prezzi
dei singoli beni che fanno parte dell’aggregato (pht/ph0 per il generico bene h). La differenza tra i
due indici complessi sta nel fattore di ponderazione, che nell’indice di Laspeyres è costituito dalla
quota bene h sul totale del valore dell’aggregato effettivo (spesa o produzione) nell’anno base,
mentre in quello di Paasche è costituito dalla medesima quota sul totale dell’aggregato fittizio ph0
qht. Nel primo caso (Laspeyres) l’indice è pertanto detto a ponderazione fissa alla base, mentre nel
secondo (Paasche) è detto a ponderazione variabile.
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∑p h0 q ht
q ht p h0 q h0
QL0,t = h
=∑ ⋅ ωh0 ( ωh0 = )
∑p
h
h0 q h0 h q h0 ∑h h0 h0
p q
∑p ht q ht
q ht p ht q h0
Q P
= h
=∑ ⋅ ω ht' ( ω ht' = )
∑p ∑h p ht q h0
0,t
ht q h0 h q h0
h
Anche tali indici complessi possono essere visti come medie ponderate dei numeri indici semplici
delle quantità relativi ai singoli beni (qht/qh0 per il generico bene h). Per l’indice di Laspeyres il
fattore di ponderazione è ancora costituito dalla quota del bene h sul totale dell’aggregato effettivo
nell’anno base, mentre per l’indice di Paasche è la quota sul totale dell’aggregato fittizio pht qh0 .
Gli indici di Paasche possono peraltro essere scritti anche come media armonica degli indici
elementari delle variazioni dei prezzi o delle quantità, ponderati con i rispettivi pesi effettivi al
tempo t. Si ha infatti:
∑p ht q ht
1
PP0,t = h
=
∑p
h
h0 q ht
∑p
ph0
⋅ ω ht
h ht
∑p ht q ht
1
QP0,t = h
=
∑p
h
ht q h0
∑q
qh0
⋅ ω ht
h ht
dove
ω ht = pht qht / ∑ p ht q ht
h
Chiediamoci ora se gli indici complessi appena definiti consentono effettivamente di scomporre la
variazione del valore dell’aggregato nelle sue due componenti: la variazione dei prezzi e la
variazione delle quantità. Detto in altri termini, si tratta di stabilire se anche detti indici complessi
soddisfano la proprietà di decomponibilità delle cause o di reversibilità dei fattori, che come si
è visto è sempre valida per i numeri indici semplici.
Tale proprietà in realtà non è soddisfatta né dall’indice di Laspeyres, né da quello di Paasche. E’
infatti facile verificare che PL QL ≠ V e PP QP ≠ V. E’ tuttavia altrettanto facile verificare che
valgono le relazioni seguenti:
PL QP = V
PP QL = V
Si dice pertanto che gli indici di Laspeyres e Paache soddisfano la proprietà di reversibilità dei
fattori in senso debole.
A partire dalle due relazioni precedenti è peraltro possibile definire un altro numero indice
complesso, l’indice di Fischer, che soddisfa la proprietà di decomponibilità delle cause o
reversibilità dei fattori in senso forte.
Moltiplicando membro a membro le precedenti due equazioni si ottiene:
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PL PP QL QP = V2
da cui:
PF = (PL PP)1/2
e
QF = (QL QP)1/2
definiti come medie geometriche dei corrispondenti indici di Laspeyres e Paasche, sono gli indici di
Fisher.
Poiché vale la relazione PF . QF = V, l’indice di Fisher soddisfa dunque la proprietà di
decomponibilità delle cause o reversibilità (forte) dei fattori.
Con riferimento ai numeri indici complessi, vediamo infine se vengono soddisfatte le proprietà di
reversibilità e di transitività delle basi.
La proprietà di reversibilità delle basi non è soddisfatta né per l’indice di Laspeyres, né per quello di
Paache. Come è facile verificare, si ha infatti:
1
= PPt,0
P0,Lt
e
1
P
= PLt,0
P0, t
La medesima proprietà vale invece per l’indice di Fischer, poiché dalle espressioni precedenti si
può scrivere:
1 1
L
⋅ P = PLt,0 ⋅ PPt,0
P0,t P0, t
da cui
1 1
( L
⋅ P )1/2 = (PPt,0 ⋅ PLt,0)1/2
P0,t P0, t
e quindi
1
= PFt,0
P0,Ft
La proprietà di transitività delle basi (o circolarità) non è invece soddisfatta da nessuno degli indici
complessi elencati in precedenza, neppure da quello di Fisher. Tale proprietà è tuttavia importante
sia nei confronti temporali, quando si tratta di confronti multiperiodali, sia nei confronti nello
spazio, quando si tratta di confronti multilaterali. Nel primo caso si ricorre alla tecnica della
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concatenazione di indici a base mobile. Nel secondo caso si può ricorrere invece a un indice
ottenuto attraverso una sorta di concatenazione di indici relativi ai confronti binari (l’indice EKS).
Nei confronti temporali, il principale limite degli indici complessi a base fissa è la perdita di
rappresentatività del sistema di ponderazione, man mano che ci si allontana dal periodo base, a
causa di vari cambiamenti economici che si verificano nel tempo sia nelle quantità prodotte o
acquistate sia nei loro prezzi relativi. Per ovviare a tale perdita di rappresentatività, ovvero a quello
che viene definito logoramento della base, è preferibile calcolare indici a base mobile, di ogni anno
rispetto al precedente, e poi costruire per loro tramite un indice a catena che misuri la variazione
dal periodo iniziale a quello finale.
Un generico indice a catena dell’anno t con riferimento all’anno 0 è definito nel modo seguente:
t
C
I0,t = I0,1⋅ I1,2 ⋅ ….⋅ It-1,t = ∏
s=1
Is-1,s
dove I0,1, …., It-1,t sono numeri indici complessi di qualsiasi tipo.
Per esempio, gli indici a catena di Laspeyres dei prezzi e delle quantità dal tempo 0 al tempo 2 sono
i seguenti:
C L
∑p
h
h1 q h0 ∑p
h
h2 q h1
P 0,2 =
∑p
h
h0 q h0 ∑p
h
h1 q h1
C
∑p h0 q h1 ∑p h1 q h2
QL0,2 = h h
∑p
h
h0 q h0 ∑p
h
h1 q h1
Il continuo rinnovo della base, che è caratteristico degli indici a catena, eliminando il problema del
suo logoramento, rende praticamente ininfluente anche la scelta del tipo di numero indice
complesso (Laspeyres, Paasche o Fisher). Tuttavia, poiché nessuno di tali indici complessi gode
della proprietà di transitività delle basi o circolarità, nella ipotesi che sia i prezzi che le quantità
assumano di nuovo i valori originari, l’indice a catena non ritornerà al suo valore iniziale.
Nel caso di confronti spaziali è particolarmente importante che i numeri indici impiegati soddisfino
le proprietà necessarie affinché i risultati del confronto siano indipendenti dalla scelta della base.
Nel caso di confronti binari (tra due aziende o tra due paesi) è necessaria la proprietà di reversibilità
delle basi, che come si è visto è soddisfatta dall’indice di Fischer. Nel caso dei confronti
multilaterali è invece necessario che i numeri indici utilizzati soddisfino, oltre che la proprietà di
reversibilità delle basi, anche quella di transitività delle basi. Tale proprietà non è però soddisfatta
da nessuno dei numeri indici più comuni, neppure da quello di Fisher. Per poter effettuare confronti
multilaterali che siano indipendenti dalla scelta della base, occorre di conseguenza procedere con
altri metodi.
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Uno di essi è noto come metodo EKS e consiste nel generare un indice transitivo con una
procedura simile a quella degli indici a catena utilizzati per i confronti temporali multiperiodali.
Con riferimento al caso generale di un insieme di K situazioni di raffronto (aziende, paesi, ecc.),
indicate con r e t due generiche situazioni, il metodo EKS si basa su una matrice di indici binari non
transitivi, ma che godono della proprietà di reversibilità delle basi (ad esempio indici di Fisher)
relativi a tutti i possibili confronti tra coppie di aziende o paesi, del tipo seguente:
L’indice transitivo di tipo EKS è dato dalla media geometrica degli indici binari di Fisher che
collegano direttamente o indirettamente le generiche situazioni r e t. L’indice è dato cioè dal
prodotto degli elementi di una generica riga (r) e di una generica colonna (t) della matrice
precedente, elevato a 1/K:
K
I EKS
( r ,t ) = [ ∏ I ( r , j ) I ( j ,t ) ]1/K
j =1
È facile mostrare che l’indice così definito soddisfa la proprietà di transitività delle basi. Infatti,
poiché gli indici binari soddisfano la proprietà di reversibilità delle basi, e quindi vale la
relazione I ( s , j ) = 1/ I ( j , s ) , si ha:
K K
r , s ) ⋅ I ( s ,t ) = [ ∏
I (EKS I ( r , j ) I ( j , s ) ]1/K ⋅ [ ∏ I ( s , j ) I ( j ,t ) ]1/K
EKS
j =1 j =1
K
1
= [ ∏ I ( r , j ) I ( j ,s ) I ( j ,t ) ] 1/K = I (EKS
r ,t )
j =1 I ( j ,s )
2
Dalle iniziali dei proponenti: Eltero, Koves e Szulc.