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Sono venuto a conoscenza, mezzo stampa, che si è

riaperto il caso sul famoso “tubo” che continua a scaricare


delle acque sospette da tempo sul nostro fiume Sacco tra
Sgurgola ed Anagni. Il 19 Marzo 2018, in una mia nota sul
sito di radio cassino Stereo, comunicavo l’Arpa Lazio ha
scritto di non poter porre rimedio al fenomeno degli
inquinamenti del fiume, perché si verifica principalmente
“nelle giornate con eventi meteorici significativi e nelle
giornate festive e prefestive”.
In sostanza, per reprimere il fenomeno e perseguire i
responsabili è necessario tenere sotto controllo il fiume e le
probabili fonti di inquinamento con un presidio
sostanzialmente permanente e soprattutto nei periodi
climaticamente negativi e nei giorni prefestivi e festivi.

Il sottoscritto, dinanzi a questa resa delle armi dell’ente


ambientale regionale, ha chiamato tutte le istituzioni
territoriali, i carabinieri forestale, la protezione civile e le
associazioni di volontariato e in particolare ha scritto all’ASI
affinché proceda all’immediata verifica delle tubazioni di
scarico industriali per accertare la presenza di tracce di
eventuali emissioni inquinanti nell’alveo del fiume Sacco.

Ho anche chiesto alle autorità competenti di verificare


quale tipo di azienda o privato ha creato quello scarico,
attraverso l’inserimento di una sonda o di un robot per
arrivare alla sorgente del tubo. Ad oggi non abbiamo mai
avuto quella risposta, spero che con questo che si sta
riaprendo si possa arrivare alla soluzione definitiva di
questa problematica. Dal mio canto ci saranno delle
continue richieste di risoluzione, anche se noi Sindaci non
abbiamo il potere decisionale su tali iniziative

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