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WITTGENSTEIN
Author(s): Sergio Marini
Source: Rivista di Filosofia Neo-Scolastica, Vol. 76, No. 1 (gennaio-marzo 1984), pp. 122-134
Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43061209
Accessed: 17-01-2019 08:33 UTC
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Sergio Marini *
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La « Conferenza sull'etica » di Wittgenstein 123
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124 S. Marini
7 Conferenza..., cit., p. 9. Già nel Tractatus, Wittgenstein aveva affermato che « tutte
le proposizioni sono d'egual valore » »(prop. 6.4, ibid., p. 79), cioè in effetti prive di
qualsiasi valore. Nel mondo infatti tutto ciò che vediamo potrebbe anche essere altri-
menti. Tutto ciò che possiamo comunque descrivere potrebbe essere altrimenti » (prop.
5.634, ibid., p. 64), sicché il « valore » (che non può essere accidentale) non può essere
« nei » fatti, ma tutt'al più può manifestarsi « attraverso » essi.
* Conferenza..., cit., p. lü.
9 Ibid., p. 11. In un'annotazione dello stesso periodo della Conferenza , Wittgenstein
osserva che « solo il soprannaturale può esprimere il soprannaturale » (in Pensieri
diversi, a cura di G H. von Wright, trad. it. di M. Ranchetti, Adelphi, Milano 1980, p. 19).
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La « Conferenza sull'etica » di Wittgenstein 125
10 Conferenza..., cit.
11 Ibid., p. 18.
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126 S. Marini
di risolvere i problemi d
da; dire che la scienza «
Wittgenstein confonder
vanno tenute ben distinte
nisca il tentativo di « p
contro i limiti del lingu
mente disperato ».
Occorre tuttavia notare
l'etica proprio come que
ficante ed insieme occor
detto che l'etica è « ind
autorizzano comunque u
traddizione dipende pro
denza, Wittgenstein sta
« logico » (dicibile) e lin
stinzione che era il pres
riamente a quanto avven
tezza » del linguaggio et
immediatamente con l'af
tosto intesa nel senso di
di questo stesso linguag
significativa una conversa
esprime la propria opin
zione, posto di fronte
comanda » o di afferma
genstein afferma essere
taglia la strada a qualsia
prio la seconda concezion
si potesse ancora motiv
potersi concludere che
questo periodo è rivolt
preoccupa di sottolinear
gico » per « parlare » de
questa impossibilità si tr
dell'etica stessa (è eviden
che sia adatto a questa).
12 Ibid., p. 17.
13 Esiste naturalmente la possibilità di dare un senso a quell airermazione conside-
rando il termine « miracolo » come indicativo di « ciò che la scienza non ha ancora
spiegato »; questo però significherebbe ammettere che, almeno in linea di principio, la
scienza è effettivamente in grado di spiegare tutto, principio che Wittgenstein rifiuta
decisamente: « Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scienti-
fiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati.
Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta» (Tracta-
tus..., cit., prop. 6.52, p. 81).
14 F. Waismann, Ludwig Wittgenstein e il Circolo di Vienna, traa. it., La Nuova
Italia, Firenze 1975, pp. 105-108 (riportata anche in Lezioni e conversazioni..., cit., pp.
22-25). Le osservazioni risalgono al dicembre 1930.
15 Ibid., p. 105 ( Lezioni e conversazioni..., cit., pp. ¿L-L5, leggermente diversa;, uia
nei Quaderni 1914-1916, cit., Wittgenstein aveva affermato che « l'etica non tratta del
mondo. L'etica deve essere una condizione del mondo, come la logica » (p. 178), e dun-
que, come « condizione del mondo », non ulteriormente fondabile.
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La « Conferenza sull'etica » di Wittgenstein 127
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128 S. Marini
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La «Conferenza sull'etica» di Wittgenstein 129
21 « Non come il mondo è, è il mistico, ma che esso è » (prop. 6.44, p. 81). Natural-
mente dati gli scopi del presente lavoro ci si limiterà solo ad accennare ad alcuni
aspetti di questo « misticismo » wittgensteiniano.
22 V. le proposizioni riportate alla nota 7.
23 Quaderni 1914-1916, cit., p. 173.
24 Prop. 6.432, p. 80.
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130 S. Marini
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La « Conferenza sull'etica » di Wittgenstein 131
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132 S. Marini
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La « Conferenza sull'etica » di Wittgenstein 133
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134 S. Marini
trovare un linguaggio
geva a dichiarare indicibile. Di fatto la Conferenza sembra proprio mo-
strare che anche Wittgenstein, come Kierkegaard, era mosso da un desi-
derio che non trova origine nell'intelletto, ma in qualcosa di più profondo,
di più radicale: in quella sentita « aspirazione al trascendente », in nome
della quale il filosofo deve combattere contro « molte malattie dell'intel-
letto » per poter infine giungere alle « nozioni del sano senso comune » 30 .
(N. Malcom, Ludwig Wittgenstein , trad, it., Bompiani, Milano 1974, p. 103). Sul rapporto
Wittgenstein-Kierkegaard, v. M.P. Gallagher, s.j., Wittgenstein's Admiration for Kier-
kegaard , « The Month », XXXIX, 1968, 1, pp. 4349.
30 Pensieri diversi, cit., p. 86 (annotazione del 1944).
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