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tedesche: 1911-1914
Leonardo Passarelli
Premessa
1
l. corinth, “Vorwort”, in Katalog Der XXII Ausstellung der Berliner Se
cession. Berlin 1911, Ausstellungshaus Am Kurfürstendamm, Berlino, 1911, p.
11. Tutte le traduzioni sono a cura dell’autore, salvo quelle in cui viene indicato
diversamente.
24 Leonardo Passarelli
gio dedicato proprio alle origini del termine, si è incerti su chi abbia
scelto il nome ‘Espressionisti’2, se cioè gli artisti francesi – dal mo-
mento che Matisse faceva spesso uso della parola expression, è natu-
rale che il termine circolasse anche presso altri artisti a lui vicini3 –
oppure se a proporlo fossero stati gli allievi tedeschi di Matisse, alcuni
dei quali avevano legami con la Secessione4. Tra questi studenti figu-
ravano nel 1908 Hans Purrmann, Rudolph Levy, Oskar e Greta Moll5.
Purrmann era un associato della Secessione di Berlino e si era già
occupato nel 1908 della possibilità di esporre artisti contemporanei
francesi presso l’istituzione tedesca6. Alla scultrice Moll si deve invece
la traduzione in tedesco di Notes d’un peintre di Matisse, pubblicata
nel maggio del 1909 su «Kunst und Künstler»7. È significativo sottoli-
neare come nella traduzione della Moll non ricorra mai la parola
expression o suoi derivati, come invece avviene nel testo originale di
Matisse, avendo preferito renderla in tedesco, per ben tredici volte,
con Ausdruck o con vocaboli che hanno radice in questo sostantivo. Il
fatto che la critica tedesca nel 1911 abbia optato per una versione
germanizzata di expression, piuttosto che dare vita a un neologismo
con Ausdruck come affisso, porta dunque a pensare che il termine sia
stato accolto direttamente dal mondo artistico francese8.
2
d. e. gordon, On the Origin of the Word ‘Expressionism’, in «Journal of
the Warburg and Courtauld Institutes», a. 29, 1966, p. 372. Gordon evidenzia
(pp. 368-369) che il primo a utilizzare la parola “expression” sarebbe stato Gusta-
ve Moreau nel suo studio con gli allievi all’École des Beaux Art di Parigi, tra il
1891 e il 1898.
3
Henri Matisse, allievo di Moreau tra il 1892 e il 1897, nelle sue Notes d’un
peintre, uscite su «La Grande Revue» (a. LII, n. 24, 25 dicembre 1908, pp. 731-
745), utilizza spesso il termine ‘expression’ in riferimento alla pratica pittorica.
4
d. e. gordon, op. cit., p. 372.
5
a. h. barr Jr., Matisse: His Art and His Public, Museum of Modern Art,
New York 1951, pp. 59-116.
6
a. h. barr jr., op. cit., p. 108 citato da D. E. Gordon, op. cit., p. 372, n.
21.
7
h. matisse, Notizen eines Malers, in «Kunst und Künstler», a. VII, n. 8,
pp. 335-347. La notizia che la traduzione sia di Greta Moll è riportata in D. E.
Gordon, op. cit., p. 372, nota 21.
8
Cfr. s. west, The Visual Arts in Germany 1890-1937: Utopia and De
spair, Manchester University Press, Manchester 2000, p. 84. Un approfondimen-
to sul rapporto tra Ausdruckskunst e l’utilizzo del termine Expressionismus in
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 25
12
Ibidem.
13
j. sievers, Die XXII Ausstellung der Berliner Sezession, in «Der Cicero-
ne», a. III, n. 10, maggio 1911, p. 383.
14
Ibidem. L’elenco delle opere di Picasso si trova in Katalog Der XXII Aus
stellung der Berliner Secession. Berlin 1911, Ausstellungshaus Am Kurfürsten
damm, Berlino, 1911, p. 36 (nn. 189-192; Frau bei der Toilette ripr. s. n. p). Sie-
vers commenta l’esposizione anche in Die XXII Ausstellung der Berliner
Secession, in «Die Kunst für alle», a. XXVI, n. 20, 15 luglio1911, pp. 457-465,
senza però fare alcun riferimento agli espressionisti francesi.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 27
«quasi senza eccezioni, […] una sincera volontà, gusto e cultura pitto-
rica»15.
Finalmente, a luglio su «Der Sturm» il poeta Walther Heymann
pubblica il suo quarto e ultimo articolo sull’esposizione berlinese, nel
quale descrive la sala dei giovani pittori francesi. È in questa occasio-
ne che il termine ‘espressionisti’ compare per la prima volta sulla rivi-
sta di Walden16. Dopo aver informato che i pittori belgi (riferito forse
a Kees van Dongen, olandese di nascita) e francesi di questo gruppo
si fanno chiamare espressionisti, Heymann precisa che all’opposizio-
ne dichiarata all’Impressionismo si potrebbe controbattere che molto
di espressionista è rintracciabile già in Monet e in Renoir. Per spiega-
re le sintesi di colore e composizione, che coglie nelle opere esposte,
cita le parole di van Gogh: «“Il colore dice qualcosa attraverso se stes-
so e questo non si deve ignorare”»17. A questo punto, Heymann però
solleva per la prima volta una questione piuttosto significativa, cioè si
chiede perché siano stati chiamati gli espressionisti francesi, «tutti ta-
lenti mediamente ben dotati, tutti un po’ imbarbariti (verwildert) dal
fanatismo delle teorie», e «non si siano piuttosto invitati i migliori ar-
tisti nazionali, un Pechstein, un Melzer». Viene da pensare che
15
Ivi, p. 384.
16
w. heymann, Berliner Sezession, 1911. IV, in «Der Sturm. Wochen-
schrift für Kultur und die Künste», a. II, n. 68, 15 luglio 1911, p. 543.
17
Ibidem.
18
Ibidem.
28 Leonardo Passarelli
19
g. howe, Die Sonderbund-Ausstellung in Düsseldorf, in «Die Kunst für
alle», a. XXV, n. 24, 15 settembre 1910, p. 570.
20
Ibidem.
21
Ibidem.
22
g. howe, Ausstellung des Düsseldorfer Sonderbundes, in «Die Kunst für
alle», a. XXVI, n. 20, 15 luglio 1911, p. 475. Sullo stesso numero della rivista com-
pare anche la recensione della XXII esposizione della Secessione di Berlino a
firma di Johannes Sievers, vedi sopra.
23
Ibidem.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 29
A quale indirizzo era rivolta la tanto discussa Protesta degli artisti tede
schi contro la sopravvalutazione dell’arte francese? In fin dei conti non
si ha nessun diritto di influenzare le inclinazioni del collezionista priva-
to e del mercante d’arte. Tuttavia, per ciò che concerne le collezioni
pubbliche, non so: peggio del fatto che il buon denaro tedesco sia uti-
lizzato per l’acquisizione di buone opere straniere, mi sembra quello di
dilapidare lo stesso buon denaro per quadri tedeschi purtroppo molto
spesso cattivi, e che, per tutti i possibili riguardi – escludendo quelli
estetici – si possa appendere, come se fosse dello stesso valore, accanto
a Böcklin, Marées, Feuerbach, Thoma, Menzel, Leibl, Liebermann e
Trübner un qualsiasi kitsch ussaro (Husarenkitsch).
[…]
Devo ancora parlare dei più giovani parigini, gli ‘Espressionisti’? Loro
non vogliono più l’‘imitazione della natura’, vogliono l’arte assoluta,
cercano l’idea assoluta della forma, dissolta da ogni relatività della real-
tà. In cui un tono, un colore, ha solo la verità come contrappunto nella
polifonia della poesia cromatica. Tuttavia, non si dimentichi mai: una
tale arte, una tale arte totalmente art pour l’art conduce al massimo a
nuovi risultati decorativi. Forse soltanto a un nuovo modello di panta-
loni26.
24
Ibidem.
25
Ibidem.
26
e. vogeler, Berliner Sezession 1911, in «Der Kunstwart», a. XXIV, n.
20, luglio 1911, p. 105.
30 Leonardo Passarelli
27
j. meier-graefe, Entwicklungsgeschichte der modernen Kunst: ver-
gleichende Betrachtungen der bildenden Künste, als Beitrag zu einer neuen Aes
thetik, Jul. Hoffmann, Stuttgart 1904.
28
j. meier-graefe, Der Fall Böcklin und die Lehre von den Einheiten,
Jul. Hoffmann, Stuttgart 1905.
29
j. meier-graefe, Das Werk des Edvard Munch: Vier Beiträge, a cura di
Stanislaw Przybyszewski, S. Fischer, Berlino 1894, pp. 75–95.
30
Qui di seguito si indicano solo alcuni dei molti libri di Meier-Graefe:
Manet und sein Kreis, “Die Kunst: Sammlung illustrierter Monographien”, 7,
Bard, Marquardt, Berlino 1902; Der moderne Impressionismus: mit einer kolo
rierten Kunstbeilage und 7 Vollbildern in Tonätzung, “Die Kunst: Sammlung illu-
strierter Monographien”, 11, Bard, Berlino 1903; Corot und Courbet: ein Beitrag
zur Entwicklungsgeschichte der modernen Malerei, Insel, Lipsia 1905; Der junge
Menzel: ein Problem der Kunstökonomie Deutschlands. R. Piper & Co., Lipsia
1906; Impressionisten: Guys, Manet, Van Gogh, Pissarro, Cézanne, mit einer Ein
leitung über den Wert der französischen Kunst und sechzig Abbildungen, R. Pi-
per & Co., Monaco 1907; William Hogarth: mit 47 Abbildungen nach Gemälden,
Zeichnungen und Kupferstichen, R. Piper & Co., Monaco/Lipsia 1907; Hans von
Marées: sein Leben und sein Werk, 3 Bände, R. Piper & Co., Monaco 1909/10;
Vincent van Gogh, R. Piper & Co., Monaco 1910; Paul Cézanne: mit vierund
fünzig Abbildungen. R. Piper & Co., Monaco 1910; Auguste Renoir: mit hundert
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 31
Abbildungen, R. Piper & Co., Monaco 1911; Édouard Manet: mit 197 Abbildun
gen, R. Piper & Co., Monaco 1912; Eugène Delacroix: Beiträge zu einer Analyse,
mit hundertfünfundvierzig Abbildungen, zwei Facsimiles und einer Anzahl un
veröffentlichter Briefe, R. Piper & Co., Monaco 1913; Camille Corot, R. Piper &
Co., Monaco 1913; Cézanne und sein Kreis: ein Beitrag zur Entwicklungsge
schichte, R. Piper & Co., Monaco 1918; Vincent van Gogh: mit vierzig Abbildun
gen und dem Faksimile eines Briefes, R. Piper & Co., Monaco 1918: Degas: ein
Beitrag zur Entwicklungsgeschichte der modernen Malerei. R. Piper & Co., Mo-
naco 1920; Max Beckmann: mit 1 Radierung, 52 Lichtdrucken, 16 Textbildern,
Von Curt Glaser, Julius Meier-Graefe, Wilhelm Fraenger und Wilhelm Hausen-
stein, R. Piper & Co., Monaco 1924. (Bildband); Der Zeichner Hans von Marées,
R. Piper & Co., Monaco 1925; Vincent van Gogh, der Zeichner, O. Wacker, Ber-
lino 1928; Renoir, Klinkhardt & Biermann, Berlino 1929; Corot, Bruno Cassirer,
Berlino; Klinkhardt & Biermann, Berlino 1930.
31
p. paret, The Berlin secession: modernism and its enemies in imperial
Germany, The Belknap press of Harvard University press, Cambridge Mass.,
London, 1980, pp. 170-171.
32 Leonardo Passarelli
32
j. meier-graefe, Entwicklungsgeschichte der modernen Kunst, cit., p.
452. Il capitolo dedicato a Arnold Böcklin occupa le pp. 443-452.
33
f. nietzsche, Der Fall Wagner. Ein Musikanten-Problem, C. G. Neu-
mann, Lipsia 1888.
34
p. paret, op. cit., p. 172.
35
h. thode, Arnold Böcklin (Gedenkworte), Carl Winter’s Universitäts-
buchhandlung, Heidelberg 1905. Il testo era già pubblicato nel 1901 sui «Bayreu-
ther Blätter» come Gedenkworte (Commemorazioni) in occasione della morte a
Fiesole del pittore svizzero.
36
h. thode, Böcklin und Thoma. Acht Vorträge über neudeutsche Malerei
gehalten für ein Gesamtpublikum an der Universität zu Heidelberg im Sommer
1905, Carl Winter’s Universitätsbuchhandlung, Heidelberg 1905.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 33
non manca occasione per segnare una netta inconciliabilità tra lo spi-
rito della vera arte tedesca e la pittura francese che faceva riferimento
all’Impressionismo, sostenuta da Meier-Graefe, dagli aderenti alla
Secessione di Berlino e da alcuni direttori di museo e galleristi. Già
nella prima, Protest und Bekenntnis. Ästhetische Grundthatsachen.
Nationale Kunst (Protesta e dichiarazione. Fondamenti estetici. Arte
nazionale), infatti, Thode contesta che una nuova grande epoca arti-
stica sia iniziata con Manet e sia proseguita lungo una linea che giunge
fino a Seurat, e che da Berlino i sostenitori di essa (il riferimento era
alla Secessione) possano imporla a tutta la Germania, disprezzando
artisti come Böcklin e Thoma37.
Le lezioni di Thode, parzialmente riprodotte sulla stampa tede-
sca prima di essere raccolte nel Böcklin und Thoma, suscitarono lo
sdegno di Max Liebermann, che scrisse una lettera di protesta alla
«Frankfurter Zeitung», pubblicata nel luglio del 190538, in cui chiede-
va a quale titolo Thode avrebbe potuto giudicare l’arte moderna, dal
momento che la sua competenza nel proprio settore di specializzazio-
ne, l’arte del Cinquecento, era discutibile (riferendosi alle numerose
attribuzioni da lui avanzate e che erano state contestate o smentite).
Liebermann rifiutava la posizione di Thode, per il quale il successo
dell’Impressionismo in Germania era connesso alle macchinazioni di
una «cricca» di Berlino e concludeva affermando che non fosse all’al-
tezza di un professore di una delle principali università della Germa-
nia attaccare chi si trovava in disaccordo con le sue posizioni artistiche
con insinuazioni come «mancanza di sentimento nazionale», «scim-
miottare l’arte francese», «mancanza di poesia», tutte armi «ormai ab-
bastanza arrugginite proprie di una caserma antisemita, atte a dimo-
strare soltanto che non [si è] in grado di confutare l’avversario con
argomenti validi»39. Al posto di Thode rispose subito Thoma40, in un
susseguirsi di botta e risposta che alla fine spinse Thode a intervenire
37
Ivi, p. 3.
38
m. liebermann, Lettera del 28 giugno 1905, in «Frankfurter Zeitung»,
7 luglio 1905, citato in P. Paret, op. cit., p. 177-178.
39
Ibidem.
40
h. thoma, Lettera del 10 luglio 1905, in «Frankfurter Zeitung», 13 luglio
1905, citato in P. Paret, op. cit., p. 178.
34 Leonardo Passarelli
41
h. thode, Lettera del 19 luglio 1905, in «Frankfurter Zeitung», 21 luglio
1905, citato in P. Paret, op. cit., p. 178-179. Tutta la ricostruzione di questa vicen-
da si trova in P. Paret, op. cit., pp. 177-180.
42
p. paret, op. cit., p. 179.
43
h. thode, Böcklin und Thoma, cit., pp. 100-101.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 35
44
Cfr. p. paret, op. cit., pp. 209-10.
45
p. paret, op. cit., p. 217.
46
Cfr. r. heller, “The Blue Rider”, in Schoenberg, Kandinsky, and the
36 Leonardo Passarelli
50
c. vinnen, op. cit., p. 7. Dopo quella di Brema, Pauli dirigerà la Kunst
halle di Amburgo. Utile fonte di notizie sull’attività di Pauli è la biografia di c.
ring, Gustav Pauli und die Hamburger Kunsthalle, Band I.2: Biografie und
Sammlungspolitik, Deutscher Kunstverlag, Berlino 2010.
51
Ivi, pp. 9-10.
52
Ivi, p. 12.
53
Cfr. c. vinnen, op. cit., pp. 14-15. Riguardo a El Greco, bastino queste
parole di Franz Marc: «Meier-Graefe ebbe un giorno l’idea di donare ai suoi
compatrioti il mirabile mondo spirituale rappresentato da un grande maestro al-
lora assolutamente ignoto: El Greco. Ebbene, la grande maggioranza, anche fra
gli artisti, non solo restò indifferente, ma attacco il donatore con furia e autentico
sdegno. Con questo semplice e nobile gesto Meier-Graefe si è resa praticamente
impossibile la vita in Germania», in f. marc, “Beni spirituali” (Geistige Güter), in
38 Leonardo Passarelli
quelli che lui indicava come i poteri forti del sistema artistico tedesco,
Vinnen sottolineava come negativo anche il fatto che l’esportazione di
arte tedesca risultasse inferiore all’importazione di quella straniera e
concludeva:
un tale irrispettoso disprezzo dei caratteri nazionali, così come noi oggi
lo incontriamo molto diffusamente nelle cerchie dei nostri esteti, non
può portare a niente di grande […] un grande popolo civile così forte-
mente anelante verso l’alto, come il nostro, non può tollerare a lungo
un’entità straniera che si arroga il potere sopra gli spiriti. – E poiché
essa deve essere imposta su di noi da una grande organizzazione inter-
nazionale e con grossi capitali, si tratta di un serio avvertimento: biso-
gna fermarsi su questa strada e renderci conto di cosa rischiamo di
perdere, ossia niente di meno che la nostra stessa essenza e la trasmis-
sione di solide capacità54.
57
Ivi, p. 1.
58
Ivi, p. 3. Un profilo della fortuna di Cézanne in Germania, la cui prima
opera a entrare in una collezione statale fu Le Moulin sur la Couleuvre à Pontoise
del 1881, acquistata per la Nationalgalerie di Berlino nel 1897 dall’allora direttore
Hugo von Tschudi, si trova in a. negri, “Classico moderno (e gotico). Alle fonti
dell’arte del Novecento”, in G. Cianci, E. Franzini, A. Negri (a cura di), Il Cé
zanne degli scrittori dei poeti e dei filosofi, Bocca, Milano 2001, pp. 15-19, e in s.
bignami, “Julius Meier-Graefe e Wilhelm Worringer. Appunti per un Cézanne
‘gotico’”, in Ivi, pp. 75-80.
59
Osthaus nel 1912 fu il presidente della quarta esposizione del Sonder
bund, che si tenne a Colonia e si distinse, come le edizioni precedenti, per il suo
carattere internazionale. Dopo la morte di Osthaus nel 1921 la collezione, raccol-
ta nella sede di Hagen, fu acquistata dalla città di Essen e collocata nella sede
attuale del Folkwang Museum. A testimonianza dell’attenzione da parte di
Osthaus per l’arte francese si ricorda qui che nel 1906 era andato a Aix-en-Pro-
vence per incontrare direttamente Paul Cézanne (cfr. a. negri, Classico moder
no (e gotico), cit., p. 16).
60
Negli Stati Uniti, dove si trasferì nel 1938, Swarzenski terrà lezioni all’In
40 Leonardo Passarelli
stitute for Advance Studies di Princeton (1938-1939), e verrà chiamato dal diret-
tore del Museum of Fine Arts di Boston, G. H. Edgell, a istituire e curare la se-
zione di arte medievale del museo, che trovò una prima concretizzazione nel
1940 nell’esposizione, e nel catalogo, Arts of the Middle Ages: 1000-1400.
61
Gli interventi dei direttori di musei si trovano alle pp. 1-28 di Die Ant
wort auf den “Protest deutscher Künstler”.
62
I testi degli artisti si trovano alle pp. 29-91.
63
Ivi, pp. 92-154.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 41
64
Ivi, pp. 155-182.
65
Cfr. h. tietze, Die Antwort auf den “Protest deutscher Künstler”, cit.,
pp. 129-138. Il testo di Tietze era già stato pubblicato, con il titolo Ein Protest
deutscher Künstler, in apertura del numero del 19 maggio di «Kunstchronik» (a.
XXII, n. 26/27, 1911, pp. 401-407).
66
Ivi, pp. 129, 137. Un’analisi dettagliata di Ein Protest deutscher Künstler
e di alcune risposte presenti in Die Antwort auf den “Protest deutscher Künstler”
si trova p. paret, op. cit., pp. 182-199.
67
w. worringer, “Zur Entwicklungsgeschichte der modernen Malerei”,
in Die Antwort auf den “Protest deutscher Künstler”, cit., pp. 92-99; quindi con lo
stesso titolo in «Der Sturm. Wochenschrift für Kultur und die Künste», a. II, n.
75, 2 settembre 1911, pp. 597-598. Una articolata lettura del pensiero di Worrin-
42 Leonardo Passarelli
sembra ovvio oggi che il carattere stilistico di questa arte primitiva non
sia determinato attraverso un potenziale non sviluppato, bensì attraver-
so una volontà orientata altrove, attraverso una volontà che si fonda su
grandi presupposti elementari, che noi con la nostra odierna sensibilità
ben temperata riusciamo appena a immaginare71.
71
Ivi, pp. 94-95.
72
Tra il 1919 e il 1920 Worringer tenne delle conferenze in cui definì l’E-
spressionismo “un guscio vuoto” capace di esprimere solo un’“emozione superfi-
ciale”, degenerando spesso in decorazione e “calligrafia artistica alla moda”, w.
worringer, Künstlerische Zeitfragen, Hugo Bruckmann, Monaco 1921, pp. 19-
20, presentato prima come conferenza a Monaco nell’ottobre del 1920, citato in
R.-C. Washton Long, Scholarship: Past, Present, and Future Directions, in Ger
man Expressionist Prints and Drawings, vol. 1, Prestel, New York, 1989, p. 185,
p. 203, n. 14.
44 Leonardo Passarelli
la loro attività significa invece, per loro, la ricerca di toni forti e puri
nella natura e la loro rappresentazione espressiva. Vogliono vedere il
mondo in puri toni ininterrotti; e questo loro mondo diventa bello at-
traverso il colore. E in un senso nuovo, sconosciuto all’Impressionismo,
esso si riempie ancora di poesia74.
73
p. f. schmidt, Die Expressionisten, in «Der Sturm. Wochenschrift für
Kultur und die Künste», a. 2, n. 92, 6 gennaio 1912, pp. 734-736.
74
Ivi, p. 734.
75
Ibidem.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 45
76
Ivi, p. 735.
77
Ibidem.
78
Ivi, p. 736.
79
Ibidem.
46 Leonardo Passarelli
80
d. e. gordon, op. cit., p. 373.
81
«Der Sturm», a. II, n. 100, 2 marzo 1912, p. 801; «Der Sturm», a. II, n.
101, 9 marzo 1912, p. 808; «Der Sturm», a. II, n. 104, 30 marzo 1912, p. 829.
Nella mostra furono esposte opere di A. Bloch, G. Braque, D. D. Burljuk, W. D.
Burljuk, H. Campendonk, R. Delaunay, A. Derain, R. Dufy, E. Epstein, F. Flaum,
O. Friesz, P. P. Girieud, N. Gončarova, A. Herbin, E. von Kahler, W. Kandinsky,
E. L. Kirchner, O. Kokoschka, A. Macke, F. Marc, G. Münter, M. Pechstein, H.
Rousseau, M. de Vlaminck, cfr. Der Sturm, 1. Ausstellung. Der Blaue Reiter,
Franz Flaum, Oskar Kokoschka, Expressionisten, catalogo della mostra, Galerie
Der Sturm, Berlino 1912.
82
m. dantini, La cameretta dei bambini. Paul Klee critico d’arte (1912-
13), in «Prospettiva», n. 81, gennaio 1996, pp. 62-63 (pp. 56-63). Il Manifest des
Futurismus è alle pp. 828-829 del n. 104 di «Der Sturm».
83
w. kandinsky - f. marc, Der Blaue Reiter, R. Piper & Co., Monaco
1912, p. 5.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 47
intende offrire una panoramica sullo stato del più recente movimento
in pittura, che è sorto dopo il Naturalismo atmosferico e l’Impressioni-
smo e tende verso una semplificazione e un accrescimento delle forme
espressive, una nuova ritmica e cromaticità, verso la creazione decora-
tiva o monumentale, una panoramica [dunque] su quel movimento che
è stato chiamato Espressionismo84.
84
r. reiche, “Vorwort”, in Internationale Kunstausstellung des Sonder
bundes Westdeutscher Kunstfreunde und Künstler zu Köln, 1912, catalogo della
mostra, Colonia 1912, p. 3. Sull’esposizione si veda: G. Aust, Die Ausstellung des
Sonderbundes 1912 in Köln, in «Wallraf-Richartz-Jahrbuch», n. 22, 1961, pp.
288-290; 1912 Mission Moderne: Die Jahrhundertschau des Sonderbundes, cata-
logo della mostra, a cura di B. Schaefer, Wallraf-Richartz Museum Köln, Wie-
nand, Colonia 2012.
48 Leonardo Passarelli
85
Così recita la pubblicità dell’evento: “Franzosische Expressionisten Bra-
que Derain / Friesz / Herbin / Marie Laurencin / Vlaminck.”, in «Der Sturm.
Wochenschrift für Kultur und die Künste», a. 2, n. 121-122, 10 agosto 1912, p.
122 e «Der Sturm. Wochenschrift für Kultur und die Künste», vol. 2, n. 123-124,
24 agosto 1912, p. 130.
86
p. klee, Die Ausstellung des Modernen Bundes im Kunsthaus Zürich, in
«Die Alpen», a. VI, n. 12, agosto 1912, pp. 696-704. m. dantini, op. cit., nel suo
saggio analizza altri aspetti della recensione di Klee, p. 56 e passim.
87
Ivi, pp. 696, 699.
88
Ivi, pp. 697.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 49
89
p. fechter, Der Expressionismus, R. Piper & Co., Monaco 1914.
90
Ivi, pp. 21-34.
91
Ivi, p. 22.
92
Ivi, p. 23.
50 Leonardo Passarelli
93
Ivi, p. 33.
94
a. behne, Deutsche Expressionisten. Vortrag zur Eröffnung der neuen
Sturm-Ausstellung, in «Der Sturm. Halbmonatsschrift für Kultur und die Küns-
te», a. V, n. 17-18, 1 dicembre 1914, pp. 114-115.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 51
95
Ivi, p. 114.
96
Ibidem.
97
Peter Selz nel suo famoso libro sulla pittura espressionista tedesca dedica
un paragrafo (“The admiration for Grünewald”) al rapporto degli espressionisti
con l’opera del pittore di Würzburg: P. Selz, German expressionist painting
(1957), University of California Press, Berkeley, Los Angeles, 1974, pp. 16-19.
98
È la tesi di fondo esposta nella seconda metà del saggio di D. E. Gor
don, op. cit., pp. 376-385, il quale però insiste forse eccessivamente sulla dimen-
52 Leonardo Passarelli
Perché i loro autori prendono l’arte sul serio e con grande precisione.
Perché hanno finalmente riportato al centro della loro creazione consi-
derazioni artistiche, anziché considerazioni scientifiche, letterarie o
economiche. Lo si è biasimato come nudo formalismo e sterile arte da
esteti. […] L’Espressionismo non conosce alcuna forma che sia priva di
ispirazione o di espressione. La forma è al servizio dell’espressione. Ma
questa espressione deve essere puramente artistica – più è pura meglio
è! Chi teme che l’assoluta purezza dell’espressione artistica renda steri-
le l’opera tradisce il fatto che fino a ora nell’arte ha tenuto in considera-
zione soltanto ciò che era non-arte (Nicht-Kunst), intorbidamento, co-
strizione.
L’Espressionismo ha finalmente riportato le considerazioni artistiche al
centro della creazione! Il significato di ciò ci diventa chiaro quando
mentalmente confrontiamo un’opera impressionista con una moderna.
Poiché l’Impressionismo è il prototipo di un’arte che ha perduto il suo
baricentro.
Ogni opera d’arte che può rivendicare diritti su questa denominazione
è un organismo. Un’opera d’arte inorganica è una contraddizione in sé.
Creare organicamente è l’essenza del lavoro artistico, il dono di far cre-
scere organicamente cose spirituali è ciò che distingue l’artista dal
non-artista. La vera opera d’arte è qualcosa di cresciuto, compiuto, e la
frase del biologo Uexküll: “Solo le macchine vengono costruite, gli or-
ganismi nascono”, vale anche per l’arte. Perciò il primo compito dell’ar-
tista è escludere dal processo creativo tutto ciò che potrebbe pregiudi-
care i suoi colori, le forme e le linee99.
Epilogo
101
Ivi, pp. 114-115. Sui rapporti tra il Futurismo e «Der Sturm» rimando
solo a: j. white, “Futurismo and German Expressionism”, in G. Berghaus (a cura
di), International Futurism in Arts and Literature, Walter de Gruyter, Berlino
2000, pp. 39-74; m. bressan, Der Sturm e il Futurismo, Edizioni della Laguna,
Gorizia, 2010; m. isgro, “A Futurism of Place”: Futurist Travel and the European
Avant-Garde, 1910-1914, in Italian Futurism, 1909–1944. Reconstructing the
Universe, catalogo della mostra a cura di V. Greene, Solomon R. Guggenheim
Museum, New York 2014, p. 137. m. e. versari, “Futurist canons and the deve-
lopment of avant-garde histography (Futurism - Expressionism - Dadaism)”, in
E. Adamowicz - S. Storichi (a cura di), Back to the Futurist: The avant-garde and
its legacy, Manchester University Press, Manchester-New York, 2013, soprattutto
le pp. 72-85.
54 Leonardo Passarelli
Saltando da questi primi anni Dieci alla fine del decennio, cioè
non toccando il periodo in cui l’Espressionismo, associato alla pittura
che si era sviluppata sulla scia degli artisti della Brücke prima e del
Blauer Reiter dopo, era diventato per buona parte della critica tede-
sca e internazionale l’esempio più avanzato della pittura modernista
tedesca, vorrei riferire della polemica che si sviluppò nel 1919103. La
controversia nacque sulle origini dei termini ‘Espressionismo’ ed
‘espressionista’ e vide in campo chi riteneva fossero parole di prove-
nienza francese e chi tedesca. Julius Elias, storico dell’arte, intellet-
tuale e traduttore tedesco, ad esempio, nel 1918 scriveva su «Kunst
blatt» che nel 1901 il francese Julien-Auguste Hervé aveva esposto,
alla diciassettesima esposizione annuale della Société des Indepén
dants di Parigi, una serie dipinti alcuni dei quali, Libertaire, Rôdeur e
Soleil couchant, accomunati dalla parola «Expressionnismes»104. La
102
a. matějček, XXXI výstava Sp. Vytv. Um. “Mánes” v Praze: Les In
dépendants, Praga 1910, citato in d. e. gordon, Expressionism. Art and Idea,
Yale University Press, New Haven and London 1987, p. 175. Altre informazoni
sull’esposizione in d. sayer, The Coast of Bohemia: A Czech History, Princeton
University Pres, Princeton, 1998, pp. 157-158; Ead, Modernism, Seen from Pra
gue, March 1937, in «Artl@s Bulletin», a. III, n. 1 (Peripherie), 2014, p. 20, note
8-11; M. A. Cohen, Movement, Manifesto, Melee: The Modernist Group, 1910-
1914, Lexington Book, Oxford 2004, p. 245.
103
Tra le pubblicazioni successive al 1914 si ricordano almeno: h. bahr,
Expressionism, Delphin, Monaco 1916 e h. walden, Espressionismus: Die Kunst
wende, Der Sturm, Berlino 1918.
104
j. elias, in «Das Kunstblatt», a. II, n. 10, ottobre 1918, p. 327. In appog-
gio a quanto scritto da Elias, abbiamo i cataloghi delle esposizioni annuali della
Società degli Indipendenti di Parigi, dove Hervé espose con una certa regolarità
fin dagli anni novanta dell’800. Cfr. Société des artistes indépendants. Catalogue
de la 22e Exposition 1906, l’Emancipatrice, Paris 1906, p. 132 nn. 2338-2340, La
Chouette et le Maître d’Ecole «Ton couteau! ton couteau! fourline…» Mystères de
Paris, Eugène Süe (expressionnisme), Buveur d’eau (expressionnisme), Le choc
en retour (expressionnisme); Société des artistes indépendants. Catalogue de la
24e Exposition 1908, Société des artistes indépendants, Paris 1908, p. 189, nn.
2925-2926, Expressionnisme (budgétivore), Expressionnisme (contribuable).
Altra fonte si trova in un brevissimo commento apparso sulla stampa fran-
cese in cui l’autore elencando alcuni artisti presenti alla 23a esposizione degli In-
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 55
113
Ibidem.
114
Opere di Kandinsky furono esposte dalla Galleria Sturm in molte occa-
sioni: come esponente del Blauer Reiter, in personali e in collettive. Si ricorda che
la prima mostra inaugurale della galleria fu Der Blaue Reiter / Franz Flaum /
Oskar Kokoschka / Expressionisten (cat. 1. Ausstellung, Der Blaue Reiter. Franz
Flaum, Oskar Kokoschka, Expressionisten, Berlin 1912); altre occasioni furono
sempre nel 1912 la mostra 2 (Die Futuristen), la 3 (Graphik), la 7 (personale
Kandinsky); nel 1913 l’Erster Deutscher Herbstsalon; nel 1916 la mostra 43
(Expressionisten / Futuristen / Kubisten) e la 44 (personale Kandinsky); nel 1917
la 50 e la 53 (la medesima mostra in marzo e in giugno, Sturm-Gesamtschau), la
54 (Sammlung Kluxen); nel 1918 la 65 (Marc Chagall / Kandinsky / William Wau
er); nel 1919 la mostra 74 (Nell Walden / Hans Brass), la 75 (Oswald Herzog /
Oskar Fischer / Heinrich von Boddien) e la 78 (Georg Muche / Hans Sittig). Per i
dati completi, cfr: https://www.arthistoricum.net/themen/portale/sturm/ausstel-
lungskataloge.
58 Leonardo Passarelli
“Se uno dei cinque futuristi originali, Gino Severini, mostra il ritratto di
un uomo a cui ha attaccato due ciuffi di veri peli di baffo alle guance
dipinte, un risvolto di vero velluto alla gonna dipinta, allora neanche il
più istruito del Blauer Reiter avrà qualcosa in contrario se quest’opera
di colla futuristica si designasse come kitsch del tutto banale”116.
115
P. Westheim cit. in h. walden, Nachsicht! Zeugen!, cit., pp. 131-132.
Tra virgolette alte, i passaggi di Westheim riportati da Walden.
116
Ivi, p. 132. Sulla questione delle opere polimateriche c’era stata nel 1914
la nota polemica su «Lacerba» tra Giovanni Papini e Umberto Boccioni: g. papi
ni, Il cerchio si chiude, in «Lacerba», a. II, n. 4, 15 febbraio 1914, pp. 49-50; u.
boccioni, Il cerchio non si chiude!, in «Lacerba», a. II, n. 5, 1 marzo 1914, pp.
67-69; g. papini, Cerchi aperti, in «Lacerba», a. II, n. 6, 15 marzo 1914, pp. 83-
85. Sulla vicenda si rimanda a a. del puppo, Realtà bruta. Una polemica tra Pa
pini e Boccioni, in «Prospettiva», n. 97, 2000, pp. 82-94.
117
d.-h. kahnweiler, Merzmalerei, in «Das Kunstblatt», a. 3, n. 11, no-
vembre 1919, p. 351.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 59
118
h. walden, Nachsicht! Zeugen!, cit., p. 131. Tra virgolette alte, i passag-
gi dell’articolo Merzmalerei di Kahnweiler riportati da Walden.
119
Nel 1919, Schwitters espose nella Galleria Sturm a luglio e a settembre
alla mostra 75 (Oswald Herzog, Oskar Fischer, Heinrich von Boddien) e alla 78
(Georg Muche, Hans Sittig).
Cfr: https://www.arthistoricum.net/themen/portale/sturm/ausstellungska-
taloge.
120
h. walden, Der Denker, in «Der Sturm. Monatsschrift für Kultur und
die Künste», vol. X, n. 9, 10 dicembre 1919, pp. 132-134. Sulla revisione del pen-
siero di Worringer sull’Espressionismo si rimanda alla nota 72.
121
Ivi, pp. 133-134. Tra virgolette alte, i passaggi di Worringer riportati da
Walden.
122
Ivi, p. 134.
60 Leonardo Passarelli
123
r. blümner, Species expressivae. Collofino in Köln zur Freude, in «Der
Sturm. Monatschrift für Kultur und die Künste», a. X, n. 9, 10 dicembre 1919, p.
141.
La definizione critica di Espressionismo sulle riviste d’arte tedesche: 1911-1914 61
124
Ibidem.