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In Giappone bonsai, uomo, natura e Dio sono strettamente correlati.

Questo modo di pensare


si rifà alla filosofia zen in cui la spiritualità si esprime utilizzando mezzi estetici minimali. In tal
senso l’intervento dell’uomo sul bonsai è da intendersi come il tentativo di catturare la forza
della natura di alberi giganteschi per racchiuderla in piccole piante, mantenendone la bellezza
naturale. Il bonsai per gli orientali è in sostanza esercizio spirituale, simbolo vivente dell’anima
della persona che lo ha accudito. Per i neofiti, l’iter migliore per familiarizzare con questa
filosofia è di iniziare proprio dal significato della parola bonsai, che tradotta significa albero
coltivato in vaso.

Nonostante la parola 'Bon-sai' sia giapponese, l'arte che descrive, ha origine durante l'impero
cinese. Entro l'anno 700 d.C. i cinesi avevano iniziato l'arte del 'pun -sai', utilizzando tecniche
speciali per crescere alberi nani in vaso.

Originariamente solo l'élite della società praticò il pun-tsai con esemplari autoctoni raccolti e gli
alberi furono distribuiti in tutta la Cina come regali di lusso. Durante il periodo Kamakura, nel
quale il Giappone adottò la maggior parte delle tradizioni culturali della Cina, l'arte di coltivare
alberi in vaso venne introdotta in Giappone. I giapponesi svilupparono il Bonsai secondo certi
principi a causa dell'influenza del Buddismo zen e del fatto che il Giappone è solo il 4% delle
dimensioni della Cina continentale. La gamma delle forme del paesaggio fu quindi molto più
limitata. Molte famose tecniche, stili e strumenti furono sviluppati in Giappone traendo spunto
da quelli originali cinesi. Sebbene conosciuto in misura limitata al di fuori dell'Asia per tre
secoli, solo recentemente il Bonsai si è diffuso veramente fuori dalle su e terre di origine.

BONSAI BOSSO
Nel mondo dei bonsai, la miniaturizzazione delle
foglie è una delle qualità più apprezzate; in questo il
Bosso è un vero campione, infatti le
sue piccolissime foglie fanno si che anche gli
esemplari più giovani abbiano le giuste proporzioni
per apparire come alberi adulti.
Anche se è lento nella crescita, la produzione
primaverile del fogliame è sempre abbondante, con
una graziosa fioritura bianca che si sprigiona nella
tarda primavera.
La chioma sempreverde può essere modellata in
qualunque stile, adattandosi pazientemente a tutte le
forme; non a caso, questa essenza è da sempre
utilizzata nell'allestimento dei "giardini all'italiana",
nel quale viene sagomato nelle forme più ardite.
In sintesi, un bonsai affascinante e generoso, che
richiede poca manutenzione e regala una grande
emozione.
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ESPOSIZIONE
In primavera, il posto ideale è in pieno sole: dove vegeta con vigore, producendo rami robusti e
soprattutto foglie piccole e dal colore intenso.
In estate, anche se questo bonsai ama il sole, va ricordato che ciò non vale per le radici che, in natura,
affondano nel fresco del terreno profondo; perciò, è consigliabile collocarlo in una posizione nella quale
prenda il sole nella mattinata e rimanga all'ombra nel pomeriggio, in modo da non far surriscaldare
l’apparato radicale.
In autunno, si può rimettere il Bosso al sole così da permettergli di vivere in salute e accumulando
energia, necessaria per la stagione fredda.
In inverno, non ci sono problemi per il freddo, quindi si può tenere tranquillamente all’esterno, anche
nelle regioni del nord.
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ANNAFFIATURA
Come per gli altri bonsai, il terriccio va irrigato abbondantemente quando si presenta
asciutto, ripetendo l’operazione due o tre volte a distanza di qualche minuto, per fare in modo che il
substrato assorba completamente l’acqua versata. Nella stagione calda, si può collocare
un sottovaso con ghiaia umida sotto al vaso, in modo da creare un habitat più fresco e naturale.

POTATURA
Il periodo migliore per effettuare la potatura è l’inverno: in questa stagione, utilizzando la tronchese
concava, si possono eliminare eventuali rami non conformi allo stile desiderato.
Dopo aver effettuato la potatura, ricordarsi di medicare i tagli con il mastice o la pasta cicatrizzante.

PINZATURA
Per ottenere una crescita più equilibrata, dopo la fioritura si “pinzano” i nuovi germogli. L’operazione si
effettua sui nuovi rametti con 6-7 internodi, accorciandoli al primo internodo con la forbice lunga. Questa
tecnica, oltre ad infoltire la chioma, permette di ottenere rami più sottili e foglie più piccole.

RINVASO
Il periodo migliore per il rinvaso, è quello di riposo
vegetativo (da dicembre a marzo); l’apparato
radicale deve essere ridotto di 1/3, conservando
integro il pane di terra per i 2/3. Le radici più piccole
vanno accorciate circa del 50%, mentre quelle più
grosse possono essere eliminate completamente. Il
substrato deve avere un buon drenaggio, ma non
deve asciugare troppo velocemente, perciò, andrà
usato un terriccio contenente sostanza organica
(tipo Terriccio Pronto).

CONCIMAZIONE
Le concimazioni devono essere costanti per tutto il periodo vegetativo (da marzo a giugno e da metà
agosto a metà ottobre). Fare attenzione a non esagerare con le dosi e usare preferibilmente
fertilizzanti a lenta cessione, tipo Biogold, Hanagokoro, ecc.

APPLICAZIONE FILO
Il filo di alluminio (utile per orientare i rami nella direzione voluta) si può avvolgere tutto l’anno, evitando
il periodo di massima vegetazione (aprile-maggio). Lo spessore del filo deve essere adeguato alla
grandezza e alla flessibilità del ramo perciò, conviene disporre di misure diverse.

DIFESA DAI PARASSITI


Le patologie più comuni alle quali può andare incontro il Bosso sono; la cocciniglia, contro la quale
sono indicati dei trattamenti preventivi, effettuati a cadenza quindicinale, con l'olio bianco e
il marciume radicale; per quest'ultimo, come prevenzione, ricordarsi di annaffiare solamente quando
il terreno è asciutto; come cura si possono somministrare dei funghi antagonisti del marciume.

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