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Progettazione Sismica Di Edifici Prefabbricati in C.A PDF
Progettazione Sismica Di Edifici Prefabbricati in C.A PDF
INDICE
pag.
1. DISPOSIZIONI NORMATIVE PER LE STRUTTURE PREFABBRICATE ............................................. 5
1.1 Tipologie Strutturali, Criteri Generali, e Fattori di Struttura ............................................................................. 5
1.2 Connessioni ..................................................................................................................................................... 13
1.3 Elementi Strutturali.......................................................................................................................................... 15
2. ESEMPIO .......................................................................................................................................................... 20
2.1 Introduzione..................................................................................................................................................... 20
2.2 Descrizione Della Struttura ............................................................................................................................. 21
2.3 Caratteristiche dei Materiali ............................................................................................................................ 22
2.4 Analisi dei Carichi ........................................................................................................................................... 23
2.4.1 Spettro di Progetto Elastico e di Progetto................................................................................................. 24
2.5 Pilastri.............................................................................................................................................................. 28
2.5.1 Determinazione della Rigidezza dei Pilastri............................................................................................. 28
2.5.2 Analisi delle Sollecitazioni ....................................................................................................................... 30
2.5.3 Verifiche SLU........................................................................................................................................... 38
2.5.4 Disposizioni Costruttive (Armature Trasversali)...................................................................................... 41
2.6 Dimensionamento al Variare della Zona Sismica e del fattore di struttura ..................................................... 42
2.7 Dimensionamento al Variare della Zona Sismica e del fattore di struttura senza l’ipotesi di diaframma di
piano (sistema sismo resistente a telai sciolti) ........................................................................................................... 45
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• Fattore di Struttura
Il fattore di struttura da utilizzare per ciascuna direzione della azione sismica è dato dalla seguente espressione:
q = q0 KW KR ≥ 1.5 (EC 8) Le strutture a pareti estese debolmente armate devono
essere progettare in CD “B”.
qo è legato alla tipologia strutturale
KW è un fattore che dipende dal meccanismo di collasso Strutture aventi i telai resistenti all’azione sismica
prevalente in strutture a pareti composti, anche in una sola delle direzioni principali, con
KW = 1,00 per telai e sistemi accoppiati equiv. a telai travi a spessore devono essere progettate in CD”B” a
KW = (1+Σhwi/Σlwi )/3 ≤1 (≥0,5) per sistemi a pareti, meno che tali travi non si possano considerare elementi
sistemi accoppiati equiv. a pareti, e strutture a nucleo, strutturali “secondari”
dove hwi e lwi sono, rispettivamente, l’altezza e la
dimensione in pianta prevalente delle pareti
Tabella 1.1 – Valori di q0
Tipologia CD “B” – “M” EC8 CD “A” – “A” EC8
Strutture a Telaio, a pareti accoppiate, miste 3.0 αu/α1 4.5 αu/α1
Strutture a Pareti Singole 3,0 4.0 αu/α1
Strutture a deformabili torsionalmente 2 3
Strutture a pendolo inverso 1.5 2
α1 moltiplicatore della forza sismica orizzontale (taglio alla base) per il quale il primo elemento strutturale raggiunge la
sua resistenza flessionale;
αu moltiplicatore della forza sismica orizzontale (taglio alla base) per il quale si verifica la formazione di un numero di
cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile.
Il valore di αu/α1, può essere calcolato per mezzo di un analisi statica non lineare (push-over) e non può in ogni caso
essere assunto superiore a 1 ,5.
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Qualora non si proceda ad una analisi non lineare per la valutazione di αu/α1, i seguenti valori possono essere adottati:
a) Strutture a telaio o miste equivalenti a telaio;
edifici a telaio di un piano: αu/α1 = 1,1
edifici a telaio a più piani, con una sola campata: αu/α1 = 1,2
edifici a telaio con più piani e più campate: αu/α1 = 1,3
b) Strutture a pareti o miste equivalenti a pareti
strutture con solo due pareti non accoppiate per direzione orizzontale: αu/α1 = 1,1
edifici a pareti non accoppiate: αu/α1 = 1,1
edifici a pareti accoppiate o miste telaio-pareti: αu/α1 = 1,2
Quando risultasse q < 1.5, può essere adottato q = 1.5.
Per tipologie strutturali diverse da quelle precedentemente definite, ove si intenda adottare un valore q > 1,5, il valore
adottato dovrà essere adeguatamente giustificato dal progettista.
Strutture aventi i telai resistenti all'azione sismica composti con travi a spessore, anche in una sola delle direzioni
principali, devono essere progettate per la Classe di Duttilità CD"B".
Strutture con grandi pareti debolmente armate, non potendo contare sulla dissipazione in cerniere plastiche,
devono essere progettate per la Classe di Duttilità CD"B".
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• Per Strutture a Pannelli Portanti, Strutture Monolitiche a Celle, Strutture a Pilastri Isostatici
o Il fattore di struttura, a meno di studi specifici, può essere definito come:
qp = kp·q
dove:
q = q0·kw kR è il coefficiente di struttura
kp è un coefficiente riduttivo, pari ad 1,0 per connessioni poste al di fuori della zona critica,
oppure sovradimensionate per rimanere in campo elastico, oppure dissipative, e pari a 0,5
altrimenti
q = q0 KW KR ≥ 1.5 (EC 8) Tipologia CD “B” CD “A”
qo è legato alla tipologia strutturale
Strutture a Pannelli 3,0 4.0 αu/α1
KW dipende dal meccanismo di collasso Sistemi Strutture Molitiche a Celle 2,0 3,0
prevalente in strutture a pareti Strutture a Pilastri Isostatici 2,5 3,5
KW = 1,00 per telai e sistemi accoppiati equiv. a • Telai ad un piano con sommità dei pilastri
telai collegate in entrambe le dir. Sono da
KW = (1+Σhwi/Σlwi )/3 ≤1 (≥0,5) per sistemi a considerare come Strutture a Pilastri
pareti, sistemi accoppiati equiv. a pareti, e Isostatici se Nsd/(Acfcd) ≤ 0,3
strutture a nucleo, dove hwi e lwi sono, • q0 può essere aumentato se si può dimostrare
rispettivamente, l’altezza e la dimensione in di avere una più elevata dissipazione nella
pianta prevalente delle pareti zona critica
α1 moltiplicatore della forza sismica orizzontale (taglio alla base) per il quale il primo elemento strutturale raggiunge la
sua resistenza flessionale;
αu moltiplicatore della forza sismica orizzontale (taglio alla base) per il quale si verifica la formazione di un numero di
cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile.
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• Modellazione Strutturale
Ai fini della modellazione di strutture prefabbricate, devono essere considerati i seguenti aspetti:
1. Identificazione del ruolo dei diversi componenti strutturali:
o Elementi che sopportano solo azioni gravitazionali (ad esempio elementi pendolari in strutture a pareti);
o Elementi che sopportano sia azioni gravitazionali sia sismiche (ad esempio elementi di telai o pareti);
o Elementi che forniscono vincoli tra parti della struttura (ad esempio diaframmi di piano).
2. Capacità della struttura di soddisfare ai criteri di resistenza e duttilità forniti dalla normativa:
o Sistema prefabbricato in grado di soddisfare i requisiti da normativa;
o Sistema che viene combinato con elementi costruiti in opera al fine di soddisfare i criteri da Normativa;
o Sistema che non soddisfa ai criteri da Normativa, per il quale sono necessari criteri specifici di progettazione
e dovrebbe eventualmente essere progettato per un coefficiente di struttura ridotto.
3. Identificazione degli elementi non strutturali:
o Completamente disaccoppiati dalla struttura;
o Che forniscono un qualche grado di vincolo alla deformabilità della struttura.
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4. Identificazione degli effetti dei vincoli sulle capacità dissipative della struttura:
o Connessioni posizionate all’esterno delle zone critiche e che non influenzano le capacità dissipative della
struttura (connessioni tipo a);
o Connessioni poste all’interno delle zone critiche, ma dimensionate in maniera tale da rimanere elastiche, così
da consentire che le deformazioni anelastiche si sviluppino in altre parti della struttura (connessioni tipo b);
o Connessioni duttili poste all’interno delle zone critiche della struttura (connessioni tipo c o d).
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• Criteri di Progetto
1. Resistenza locale:
o Negli elementi prefabbricati e nelle loro connessioni, si dovrebbe considerare la possibilità di un degrado
della resistenza in seguito al comportamento ciclico oltre lo snervamento. Generalmente questo fenomeno
viene coperto dall’utilizzo dei coefficienti parziali di sicurezza su calcestruzzo ed acciaio. Qualora ciò non
risulti garantito, la resistenza della connessione sotto carichi monotoni deve essere adeguatamente abbattuta.
2. Dissipazione di Energia:
o Il meccanismo prevalente di dissipazione dovrebbe aver luogo nelle zone critiche;
o Le strutture prefabbricate possono sviluppare meccanismi dissipativi anche per taglio nei giunti purché:
(a) la rigidezza non diminuisca in maniera sostanziale con i carichi cilici; b) possibili meccanismi instabili
siano adeguatamente controllati;
o Possono essere adottate le medesime classi di duttilità delle strutture costruite in opera (L, M, H);
o Nel caso si faccia affidamento sulla dissipazione per taglio nei giunti, particolarmente nel caso di strutture a
pannelli portanti prefabbricati, il coefficiente di duttilità locale per scorrimento µs deve essere considerato
nel definire il coefficiente di struttura q.
3. Verifica Sismica durante la Costruzione:
o Di norma non è necessaria la verifica sismica. Qualora sia necessaria a causa delle eventuali conseguenze sui
rischi per la vita umana, può essere svolta adottando una azione sismica ridotta (valore suggerito 30%).
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1.2 Connessioni
• Connessioni Poste Fuori dalle Zone Critiche
o Tali connessioni dovrebbero essere posizionate ad una distanza dalla sezione critica almeno pari alla dimensione
massima della sezione trasversale;
o Dovrebbero essere dimensionate utilizzando; a) un taglio sollecitante determinato applicando il Criterio della
Gerarchia delle Resistenze con γRd = 1,1 per CDM ed 1,2 per CDA; b) un momento sollecitante pari ad almeno il
momento da analisi od al 50% del momento resistente nella sezione critica più vicina, moltiplicato per γRd.
• Connessioni Sovradimensionate
o Le sollecitazioni per il calcolo di tali connessioni devono essere calcolate applicando il Criterio della Gerarchia
delle Resistenze, sulla base della resistenza flessionale delle sezioni critiche di estremità dell’elemento amplificata
per γRd (MSd = γRd MRd), con γRd = 1,20 per CDM ed 1,35 per CDA;
o Le armature di tali connessioni devono essere ancorate al di fuori della zona critica;
o L’armatura della zona critica deve essere ancorata all’esterno della connessione.
• Connessioni Duttili
o Dovrebbero soddisfare ai criteri di duttilità locale utilizzati per le connessioni monolitiche (es. per le estremità
delle travi µφ = 2qo - 1 se T1 ≥ TC e µφ = 1+2(qo - 1)TC/T1 se T1 < T);
o In alternativa, dovrebbe essere dimostrato mediante prove sperimentali cicliche su un numero di campioni
sperimentali significativi per la tipologia di connessione, che la connessione possiede un comportamento ciclico
stabile ed una capacità dissipativa almeno uguale a quella di una equivalente connessione monolitica che soddisfi
ai criteri di duttilità locale da Normativa;
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o Le prove sperimentali devono essere condotte utilizzando una storia ciclica appropriata, che includa almeno tre
cicli ad una ampiezza compatibile con il coefficiente di struttura qp.
• Resistenza delle Connessioni
o La resistenza dei collegamenti deve essere calcolata applicando l’EC 2 ed i relativi coefficienti parziali di
sicurezza. Qualora le prescrizioni dell’EC 2 non consentano la corretta valutazione della resistenza, essa deve
essere definita mediante adeguate prove sperimentali;
o Nel valutare la resistenza di una connessione nei confronti dello scorrimento a taglio (sliding shear), il contributo
resistente dell’attrito dovuto all’azione assiale esterna dovrebbe essere trascurato;
o Le saldature delle armature in connessioni dissipative può essere utilizzata a condizione che: a) venga usato
acciaio saldabile; b) il materiale di apporto, le tecniche di saldatura, ed il personale addetto assicurino una perdita
di duttilità non superiore al 10% rispetto al caso di connessione non saldata;
o Elementi in acciaio (sezioni o barre) pre o post-installati che si ipotizza contribuiscano alla resistenza sismica
devono essere verificati sia analiticamente sia sperimentalmente nei confronti di una storia di carico ciclica di
deformazioni impresse compatibili con il livello di duttilità specificato per la struttura.
• Strutture a Pilastri Isostatici
o I collegamenti di tipo fisso devono possedere una resistenza a taglio pari alla minore delle due quantità seguenti:
a) la forza orizzontale necessaria per indurre nella sezione di base del pilastro un momento flettente pari al
momento resistente ultimo, moltiplicata per un fattore γRd = 1,35 per strutture in CD”A”, e γRd = 1,20 per strutture
in CD”B”;
b) la forza di taglio derivante dall’analisi con una azione sismica valutata con q = 1.
o I collegamenti di tipo scorrevole devono essere dimensionati per consentire uno scorrimento pari a:
∆ = (de2 + dr2)1/ 2
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o Ove de è lo spostamento relativo dovuto all’azione sismica tra le due parti della struttura collegate
dall’apparecchio scorrevole assumendo che le due parti collegate oscillino in opposizione di fase e dr è lo
spostamento relativo in condizioni sismiche tra le fondazioni delle due parti collegate.
1.3 Elementi Strutturali
• Travi
o La verifica delle travi viene condotta secondo EC 2;
o Travi prefabbricate semplicemente appoggiate devono essere connesse strutturalmente ai pilastri o alle pareti. La
connessione deve garantire che il trasferimento delle forze orizzontali avvenga senza far affidamento sull’attrito;
o Le tolleranze e la resistenza nei confronti dell’esplosione del copriferro in corrispondenza degli appoggi deve
essere compatibile con gli spostamenti attesi in corrispondenza degli appoggi.
• Colonne
o La verifica delle colonne viene condotta secondo EC 2;
o Connessioni colonna-colonna all’interno delle zone critiche sono permesse solo per CD”B”;
o Per sistemi a telaio prefabbricati con travi incernierate ai pilastri, i pilastri devono essere incastrati alla fondazione,
utilizzando vincoli dimensionati in maniera tale da garantire che la sezione critica si sviluppi nel pilastro (ad
esempio plinti a bicchiere o giunzioni comunque tali da garantire l’incastro);
• Connessioni Trave-Pilastro
o Qualora si usino nodi monolitici, essi devono rispettare le prescrizioni dell’EC8 per le strutture in opera;
o Connessioni sovradimensionate oppure duttili devono essere verificate come precedentemente specificato.
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• Pannelli Portanti
o Vale quanto specificato nell’EC 2 per le pareti con le seguenti integrazioni: a) la percentuale minima di armatura
verticale è riferita all’effettiva sezione di calcestruzzo e dovrebbe comprendere sia l’armatura verticale dell’anima
sia quella degli elementi terminali; b) non è permesso l’utilizzo di un singolo pannello di rete elettrosaldata; c) in
prossimità di tutti i bordi del pannello su una sezione quadrata di lato bw, dove bw è lo spessore del
pannello, deve essere predisposta una quantità minima di armatura di confinamento, pari a quella prevista
nei pilastri;
o La porzione di un pannello compresa tra un giunto verticale and una apertura che sia distantea meno di
2,5bw dal giunto deve essere armata e dimensionata come la zona critica di una parete in c.a.;
o Devono essere evitate tipologie di connessioni che mostrino un degrado di resistenza sotto carichi ciclici;
o A tal fine, tutti i giunti verticali devono essere scabri o dotati di chiavi di taglio e devono essere verificati a
taglio;
o Giunti orizzontali compressi lungo tutta la loro lunghezza possono essere realizzati senza chiavi di taglio. Se
sono parzialmente tesi e parzialmente compressi devono essere dotati di chiavi di taglio lungo tutto lo
sviluppo;
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o Le connessioni orizzontali devono soddisfare alle seguenti regole addizionali:
a) l’azione di trazione nel giunto prodotta dall’azione assiale deve essere incassata da armatura verticale
disposta nel giunto ed ancorata completamente nei pannelli superiori ed inferiori. La continuità di tale
armatura deve essere assicurata mediante saldatura (duttile) o, preferibilmente, con chiavi
opportunamente disposte (vd. Figura);
b) nelle connessioni che risultino parzializzate nella combinazione sismica, la verifica a taglio va effettuata
nella sola zona compressa, utilizzando come azione assiale la risultante delle azioni di compressione nel
giunto;
o Le seguenti prescrizioni addizionali devono essere osservate, per migliorare la duttilità lungo i giunti
verticali:
a) Una percentuale minima di armatura pari a 0,10% deve essere posizionata in giunti integralmente
compressi ed a 0,25% in giunti parzialmente tesi;
b) La quantità di armatura nel giunto deve essere limitata per evitare rotture fragili (ρ ≤ 2%);
c) Tale armatura dovrebbe essere distribuita lungo tutto il giunto, salvo per DCM dove può essere concentrata in
tre zone;
d) L’armatura deve essere resa continua tra pannelli contigui (vd. Figura);
e) Per controllare la fessurazione, all’interno del getto di completamento deve essere disposta una quantità
minima di armatura longitudinale (consigliato ρc,min = 1%);
f) A causa delle capacità dissipative dei giunti verticali ed, in parte di quelli orizzontali, pareti costituite da
pannelli affiancate non richiedono confinamento nelle zone terminali.
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• Diaframmi di Piano
In aggiunta alle prescrizioni dell’EC2 per le piastre ed i solai ed alle prescrizioni fornite dall’EC8 per i diaframmi di
piano realizzati con elementi prefabbricati devono essere considerate anche le seguenti regole:
o Se il piano non può essere considerato infinitamente rigido (un diaframma può essere considerato rigido se gli
spostamenti di piano nell’ipotesi di considerare la sua attuale flessibilità non differiscano di più del 10% da quelli
ottenuti con l’ipotesi di impalcato rigido), sia l’effettiva rigidezza sia i vincoli con gli elementi verticali devono
essere considerati nel modello di analisi;
o La rigidezza di piano è drasticamente aumentata se il diaframma è continuo, salvo che in corrispondenza degli
appoggi. In particolare, un getto di completamento in opera può rendere il diaframma rigido. Lo spessore di tale
getto dovrebbe essere di almeno 40mm per luci fino a 8m, e maggiore di 50mm per luci superiori. La rete
elettrosaldata in esso disposta dovrebbe essere connessa con gli elementi verticali portanti;
o Le forze di trazione dovrebbero essere resistite da armature in acciaio posizionate almeno lungo tutto il perimetro
del diaframma, così come in parte dei giunti tra gli elementi prefabbricati. Se si usa un getto di completamento,
tale armatura di collegamento dovrebbe essere posizionata nella cappa;
o In ogni caso, le armature di collegamento dovrebbero costituire un sistema continuo di armatura lungo l’intero
diaframma e dovrebbero essere efficacemente connesse a ciascun elemento sismo-resistente;
o Le azioni di membrana lungo i giunti tra i pannelli di solai e tra questi e le travi devono essere calcolate
amplificando le azioni per un fattore 1,30;
o Elementi sismo-resistenti primari, sia superiori sia inferiori al piano, devono essere adeguatamente connessi al
diaframma. A tal fine, qualsiasi collegamento orizzontale deve essere adeguatamente armato. Non si dovrebbe fare
affidamento sull’attrito dovuto ad azioni assiali esterne.
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2. ESEMPIO
2.1 Introduzione
• Si intende progettare e verificare un edificio prefabbricato regolare situato in zona sismica secondo le prescrizioni delle
“Norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14-01-2008;
• I requisiti di sicurezza a cui dovrà rispondere la struttura sono:
• SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita) - Stati limite ultimi
A seguito del terremoto la costruzione subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e
significativi danni dei componenti strutturali cui si associa una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle
azioni orizzontali; la costruzione conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per azioni verticali e un
margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni sismiche orizzontali.
• SLD (Stato Limite di Danno) - Stati limite di esercizio
A seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali,
le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, subisce danni tali da non mettere a rischio gli utenti e da non
compromettere significativamente la capacità di resistenza e di rigidezza nei confronti delle azioni verticali ed
orizzontali, mantenendosi immediatamente utilizzabile pur nell’interruzione d’uso di parte delle apparecchiature.
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Azioni sulle Costruzioni Strutture in C.A. Strutture in Zona Sismica
• Norme tecniche per le • Norme tecniche per le • Norme tecniche per le
costruzioni (D.M. 14-01-2008) costruzioni (D.M. 14-01-2008) costruzioni (D.M. 14-01-2008)
εc1 = 2.0‰
εcu = 3.5‰ γp = 1.15
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a g S ηF0 agS
a g S F0 q
agS
0,20a g
TB TC TD T
TB TC TD T
η = 1/q
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ESEMPI DI CALCOLO:
Zona ad elevata sismicità: ag ≈ 0,25g
es. Gemona (UD): SLV: ag = 0,259 m/s2 F0 = 2,408 Tc*= 0,331 s
Zona di media sismicità: ag ≈ 0,12g
es. Seriate (BG) SLV: ag = 0,118 m/s2 F0 = 2,419 Tc*= 0,270 s
OSSERVAZIONE:
Comuni della provincia di Bergamo classificati in zona 2 (ag=0,25g) come Fontanella, Calcio Pumenengo, sono
invece caratterizzati da valori di ag ≈ (0,12-0,13)g secondo gli spettri definiti dalle Norme Tecniche
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Confronto tra spettri di progetto per le azioni orizzontali e verticali e spettro per SLD
0,45 0,40
ag=0,25g - CDB ag=0,12 - CDB
0,40 ag=0,25g - CDA 0,35 ag=0,25 - CDA-B
0,35 ag=0,12g - CDB
0,30
0,30 SLD
SLV 0,25
0,25
Sd (T)
Sd (T)
0,20
0,20
0,15 0,15
0,10 0,10
0,05 0,05
0,00
0,00
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T (s)
T (s)
0,15 verticale
2.5 Pilastri
2.5.1 Determinazione della Rigidezza dei Pilastri
• Ipotesi Perc. Armatura: ρs = 2% ⇒ As = 0,02x700x700 = 9800 mm2 (24φ24 = 10800mm2)
• Rigidezza Sezione solo c.a.: EIg = 35,7x106⋅(0,74/12) = 7,14x105 kNm2
• Rigidezza Sezione Omogeneizzata (n=7): EI* = 35,7x106⋅(2,46x10-2) = 8,79x105 kNm2
• Rigidezza Secante a Snervamento (My/χy):
N = 1000 kN (Valore di Rif. per pilastri)
My ≈ 1330 kNm
εsy = 430/206 000 = 0.00208
(d-x) = 0,65-0,22
χy = εsy/(d-x) = 0,00485 1/m
(EI)y = My/χy = 2,75x105 kNm2
• Osservazione: la rigidezza approssimata fornisce una sovrastima della rigidezza secante a snervamento. Pertanto,
l’uso di tale valore comporta la sovrastima delle frequenze ed una sottostima dei periodi propri della struttura. Nei
confronti della determinazione delle azioni sismiche, il suo utilizzo risulta quindi conservativo rispetto all’utilizzo
della rigidezza secante a snervamento.
L’utilizzo di una rigidezza ridotta si giustifica se si ipotizza, congruentemente con l’adozione di un coefficiente di
struttura q notevolmente maggiore di 1, che allo SLU si abbia un considerevole snervamento della struttura.
Per quanto riguarda lo SLD, si osserva che allo stato limite di danno la struttura è comunque in prossimità dello
snervamento. Pertanto, l’utilizzo di una rigidezza ridotta è corretto anche in questo caso.
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Pilastro Sezione H Dx Dy Gk Qk N
[m] [m] [m] [m] [kN] [kN] [kN]
A 0.65 10 8.13 6.75 247,5 0 247,5
B 0.65 10 16.25 13.00 359,2 0 359,2
C 0.65 10 8.13 6.75 383,7 0 383,7
D 0.65 10 16.25 13.00 601,8 0 601,8
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Copertura
Tegoli 193.406 kg
TI 120/20 44.712 kg
TI 100/15 32.292 kg
Permanenti 42.267 kg
Pilastri
Pil. 65 x 65 63.079 kg
Pannelli
Variabili
Neve 0 kg
TOTALE 624.525 kg
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m n 0,5 EI g
T1 = 2π k = ∑ ki ki = 3
W/g k i =1 L3
L Dir. X L ≈ 11,25 m = H pilastro da est. bicchiere + ½ H trave
k
Dir. Y L ≈ 10,50 m = H pilastro da est. Bicchiere
Vi , SLU Vi , SLD
Spostamenti relativi: SLU: dr = q SLD: dr =
ki ki
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ki sisma ki sisma
Pilastro x y lx ly Jxx Jyy x·Jxx y·Jyy x(ct) y(ct) x(ct)2 y(ct)2
x y
Σ kix Σ kiy
Σ Jxx Σ Jyy (kN/m) (kN/m) Σ x·Jxx Σ y·Jyy Σ x(ct)2 Σ y(ct)2
1,79E-01 1,79E-01 6738,05 8287,50 0,00E+00 0,00E+00 3,98E+03 1,46E+03
x ct (m) = y ct (m) =
0,00 0,00
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• Ripartizione delle Forze: le forze devono essere ripartite tra i pilastri proporzionalmente alla loro rigidezza;
k ix k iy
Fix = Fx ⋅ Fiy = Fy ⋅
Σk ix Σk iy
• Eccentricità Accidentale: deve essere considerata per ciascuna direzione una eccentricità accidentale pari al 5%
della direzione massima del piano in direzione perpendicolare all’azione sismica:
ex = 0,05⋅48,75 = 2,48 m ey = 0,05⋅27 = 1,35 m
Il momento torcente aggiuntivo viene distribuito su ciascun pilastro in proporzione alla rigidezza e alla
distanza dal centro di taglio:
M t , x = Fx ⋅ e y M t , y = Fy ⋅ ex
yct ,i xct ,i
∆Fix ,ecc = M t , x ⋅ ∆Fiy ,ecc = M t , y ⋅
Σyct2 ,i Σxct2 ,i
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Sisma
Sisma X Sisma Y Z
Spostamento Totale Spostamento
Pilastro Traslaz. Torsione Totale (SLU) Pilastro Traslaz. Torsione (SLU)
Fx (kN) Fx (kN) Fx (kN) dr (m) Fy (kN) Fy (kN) Fy (kN) dr (m) N (kN)
1 (A) 34,37 5,31 39,68 0,233 1 (A) 42,27 -7,72 34,55 0,165 55,8
2 (B) 34,37 5,31 39,68 0,233 2 (B) 42,27 -2,57 39,69 0,190 85,0
3 (B) 34,37 5,31 39,68 0,233 3 (B) 42,27 2,57 44,84 0,214 85,0
4 (A) 34,37 5,31 39,68 0,233 4 (A) 42,27 7,72 49,98 0,239 55,8
5 (C ) 34,37 0,00 34,37 0,202 5 (C ) 42,27 -7,72 34,55 0,165 91,8
6 (D) 34,37 0,00 34,37 0,202 6 (D) 42,27 -2,57 39,69 0,190 150,3
7 (D) 34,37 0,00 34,37 0,202 7 (D) 42,27 2,57 44,84 0,214 150,3
8 (C ) 34,37 0,00 34,37 0,202 8 (C ) 42,27 7,72 49,98 0,239 91,8
9 (A) 34,37 -5,31 29,06 0,171 9 (A) 42,27 -7,72 34,55 0,165 55,8
10 (B) 34,37 -5,31 29,06 0,171 10 (B) 42,27 -2,57 39,69 0,190 85,0
11 (B) 34,37 -5,31 29,06 0,171 11 (B) 42,27 2,57 44,84 0,214 85,0
12 (A) 34,37 -5,31 29,06 0,171 12 (A) 42,27 7,72 49,98 0,239 55,8
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Pd r P (qV / k ) Pq
• Effetti del II ordine: θ= = = = rapporto tra i Momenti del II e I ordine
Vh Vh kh
Sisma + X Sisma + Y
N Vx My dr medio M/(1-θ) Vy Mx dr medio M/(1-θ)
Pilastro
(kN) (kN) (kN) (m) (kNm) (kN) (kN) (m) (kNm)
1 (A) 247,50 39,68 446,35 0,202 549,52 34,55 362,76 0,202 433,68
2 (B) 359,19 39,68 446,35 0,202 549,52 39,69 416,77 0,202 498,26
3 (B) 359,19 39,68 446,35 0,202 549,52 44,84 470,79 0,202 562,84
4 (A) 247,50 39,68 446,35 0,202 549,52 49,98 524,81 0,202 627,42
5 (C ) 383,67 34,37 386,64 0,202 476,00 34,55 362,76 0,202 433,68
6 (D) 601,82 34,37 386,64 0,202 476,00 39,69 416,77 0,202 498,26
7 (D) 601,82 34,37 386,64 0,202 476,00 44,84 470,79 0,202 562,84
8 (C ) 383,67 34,37 386,64 0,202 476,00 49,98 524,81 0,202 627,42
9 (A) 247,50 29,06 326,92 0,202 402,49 34,55 362,76 0,202 433,68
10 (B) 359,19 29,06 326,92 0,202 402,49 39,69 416,77 0,202 498,26
11 (B) 359,19 29,06 326,92 0,202 402,49 44,84 470,79 0,202 562,84
12 (A) 247,50 29,06 326,92 0,202 402,49 49,98 524,81 0,202 627,42
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Sisma + X Sisma + Y
Spostamento Spostamento
Pilastro Traslaz. Torsione Totale (SLD) Pilastro Traslaz. Torsione Totale (SLD)
Fx (kN) Fx (kN) Fx (kN) dr (m) dr/h Fy (kN) Fy (kN) Fy (kN) dr (m) dr/h
1 (A) 33,19 5,13 38,31 0,068 0,61% 1 40,81 -7,45 33,36 0,048 0,46%
2 (B) 33,19 5,13 38,31 0,068 0,61% 2 40,81 -2,48 38,33 0,055 0,53%
3 (B) 33,19 5,13 38,31 0,068 0,61% 3 40,81 2,48 43,30 0,063 0,60%
4 (A) 33,19 5,13 38,31 0,068 0,61% 4 40,81 7,45 48,27 0,070 0,67%
5 (C ) 33,19 0,00 33,19 0,059 0,53% 5 40,81 -7,45 33,36 0,048 0,46%
6 (D) 33,19 0,00 33,19 0,059 0,53% 6 40,81 -2,48 38,33 0,055 0,53%
7 (D) 33,19 0,00 33,19 0,059 0,53% 7 40,81 2,48 43,30 0,063 0,60%
8 (C ) 33,19 0,00 33,19 0,059 0,53% 8 40,81 7,45 48,27 0,070 0,67%
9 (A) 33,19 -5,13 28,06 0,050 0,44% 9 40,81 -7,45 33,36 0,048 0,46%
10 (B) 33,19 -5,13 28,06 0,050 0,44% 10 40,81 -2,48 38,33 0,055 0,53%
11 (B) 33,19 -5,13 28,06 0,050 0,44% 11 40,81 2,48 43,30 0,063 0,60%
12 (A) 33,19 -5,13 28,06 0,050 0,44% 12 40,81 7,45 48,27 0,070 0,67%
• Oltre alla verifica per ciascuna direzione, si deve effettuare la verifica considerando la combinazione delle
sollecitazioni sismiche agenti nelle diverse direzioni, adottando i segni che forniscono la combinazione più
sfavorevole (ad esempio, per verifiche a presso flessione è generalmente più sfavorevole sottrarre l’azione assiale
dovuta ad Ez):
Ex + 0,30 Ey + 0,30 Ez
0,30Ex + Ey + 0,30 Ez
Ez
• La verifica a presso-flessione deviata può essere condotta utilizzando il seguente dominio di interazione MRdx-MRdy:
2 2
⎛ M Sd , x ⎞ ⎛ M Sd , y ⎞
⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ≤ 1,0
⎜M ⎟ ⎜M ⎟
⎝ Rd , x ⎠ ⎝ Rd , y ⎠
Un dominio di interazione circolare è corretto per pilastri quadrati con armatura simmetrica, in situazioni diverse,
un digramma di interazione lineare è comunque conservativo, essendo il reale digramma di interazione convesso.
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Ex + 30% Ey + 30% Ez
30% Ex + Ey + 30% Ez
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EX EY EZ
Pilastro N V M dr (medio) θ M/(1-θ) V M dr (medio) θ M/(1-θ) N
(kN) (kN) (kNm) (m) (kNm) (kN) (kNm) (m) (kNm) (kN)
EX EY
Pilastro dx dx/h dy dy/h
(m) (%) (m) (%)
2.7 Dimensionamento al Variare della Zona Sismica e del fattore di struttura senza l’ipotesi di diaframma di
piano (sistema sismo resistente a telai sciolti)
Senza il diaframma di piano a livello della copertura, si rende necessario studiare la risposta della struttura costruendo un
modello 3D
I telai centrali, ai quali generalmente compete un quantitativo di maggiore massa, tendono a caricarsi e conseguentemente
deformarsi maggiormente
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EX EY EZ
Pilastro N V M dr (medio) θ M/(1-θ) V M dr (medio) θ M/(1-θ) N
(kN) (kN) (kNm) (m) (kNm) (kN) (kNm) (m) (kNm) (kN)
A (70x70) 270,9 46,7 502,9 0,175 0,115 568,1 48,5 509,7 0,175 0,105 569,3 58,9
B (70x70) 390,1 47,0 504,9 0,175 0,115 570,3 49,5 519,7 0,178 0,154 614,5 88,1
C (70x70) 373,2 46,3 498,0 0,172 0,163 595,0 48,5 509,7 0,175 0,105 569,3 94,9
D (70x70) 570,0 45,0 495,0 0,172 0,163 591,4 49,5 519,7 0,178 0,154 614,5 153,4
A (75x75) 289,5 36,2 389,7 0,153 0,137 451,6 37,1 389,1 0,153 0,128 446,0 62,3
B (75x75) 408,8 36,5 391,6 0,153 0,137 453,8 38,0 399,0 0,153 0,180 486,8 91,5
C (75x75) 391,9 35,8 385,2 0,153 0,196 479,0 37,1 389,1 0,153 0,128 446,0 98,3
D (75x75) 588,7 34,9 383,5 0,153 0,196 476,8 38,0 399,0 0,153 0,180 486,8 156,8
A (70x70) 270,9 18,7 201,3 0,069 0,114 227,1 19,4 203,7 0,069 0,104 227,3 18,2
B (70x70) 390,1 18,8 202,1 0,069 0,114 228,0 19,8 207,7 0,069 0,150 244,4 27,3
C (70x70) 373,2 18,5 199,3 0,069 0,164 238,5 19,4 203,7 0,069 0,104 227,3 29,4
D (70x70) 570,0 18 198,1 0,069 0,164 237,1 19,8 207,7 0,069 0,150 244,4 47,5
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EX EY
Pilastro dx dx/h dy dy/h
(m) (%) (m) (%)
cu
qult = N c sc d c ic g c bc + qN q s q d q iq g q bq + 0 ,5γBN γ sγ d γ iγ g γ bγ
γc
θ = inclinazione della forza orizzontale risultante rispetto l’asse x (lungo il lato L)
tan φ'
φr = arctan( ) = 29 ,6° V = Forza Verticale H = Forza Orizzontale
γ tanφ'
B = B1 – 2ey lato ridotto della fondazione L = L1 – 2ex lato ridotto della fondazione
2+B L 2+L B
mB = mL =
1+ B L 1+ L B
2⎛ φr ⎞ N γ = 2( N q + 1) tan φred
N c = (N q − 1)cot φr
π tan φ r
N q = e tan ⎜ 45 + ⎟
⎝ 2 ⎠
NqB B ⎛ B⎞
sc = 1 + sq = 1 + tan φr s γ = 1 − ⎜ 0 , 4 ⎟
NcL L ⎝ L ⎠
⎛ D⎞ ⎛D 2⎞
d c = 1 + ⎜ 0,4 ⎟ d q = 1 + 2 ⎜ tan φr (1 − sin φr ) ⎟ dγ = 1
⎝ B⎠ ⎝B ⎠
m
1 − iq ⎛ H ⎞ m +1
ic = iq − iq = ⎜⎜1 − ⎟⎟ ⎛ H ⎞
N c tan φr ⎝ V + LBcu / γ c cot φr ⎠ iγ = ⎜1 − V + LBc cot φ ⎟
⎝ ⎠
m = m L (cos ϑ ) + m B (sin ϑ )
2 2
“ Per le strutture progettate sia per CD “A”sia per CD “B” il dimensionamento delle strutture di fondazione e la verifica di sicurezza del
complesso fondazione-terreno devono essere eseguiti assumendo come azioni in fondazione le resistenze degli elementi strutturali
soprastanti. Più precisamente, la forza assiale negli elementi strutturali verticali derivante dalla combinazione delle azioni di cui al § 3.2.4
deve essere associata al concomitante valore resistente del momento flettente e del taglio; si richiede tuttavia che tali azioni risultino non
maggiori di quelle trasferite dagli elementi soprastanti, amplificate con un γRd pari a 1,1 in CD “B” e 1,3 in CD “A”, e comunque non
maggiori di quelle derivanti da una analisi elastica della struttura in elevazione eseguita con un fattore di struttura q pari a 1 ”
Esempio:
Edificio situato in zona ad elevata sismicità (ag=0,25g) – Bassa duttilità (q=3,3)
Sisma X + 30% Sisma Y - 30% Sisma Z γRD Sisma X + 30% Sisma Y - 30% Sisma Z
N Vx My Vy Mx N Vx My Vy Mx
A 230,7 39,6 549,5 14,9 188,2 A 230,7 43,6 604,4 16,4 207,0
B 333,7 39,6 549,5 13,4 168,8 B 333,7 43,6 604,4 14,8 185,7
1,10
C 356,1 34,3 476,0 14,9 188,2 C 356,1 37,8 523,6 16,4 207,0
D 556,7 34,3 476,0 13,4 168,8 D 556,7 37,8 523,6 14,8 185,7
30% Sisma X + Sisma Y - 30% Sisma Z γRD 30% Sisma X + Sisma Y - 30% Sisma Z
N Vx My Vy Mx N Vx My Vy Mx
A 230,7 11,9 164,8 49,9 627,4 A 230,7 13,0 181,3 54,9 690,1
B 333,7 11,9 164,8 44,8 562,8 B 333,7 13,0 181,3 49,3 619,1
1,10
C 356,1 10,3 142,8 49,9 627,4 C 356,1 11,3 157,0 54,9 690,1
D 556,7 10,3 142,8 44,8 562,8 D 556,7 11,3 157,0 49,3 619,1
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Esempio
Plinto Pilastro 6-7 (tipo D) sez. 65x65
Zona ad elevata sismicità (ag = 0,25 g) – Bassa duttilità
Dim. 280x280 – cu = 0 MPa - q = 20 kN/m2
3. CONCLUSIONI