In primo luogo, alla luce della letteratura prodotta finora, viene elaborata una
definizione di Dollarizzazione, distinguendo tale termine da currency substitution. Ne
vengono analizzate le cause principali con particolare attenzione alle dinamiche di
diffusione e evoluzione del fenomeno.
I
Per ciascuno dei tre latecomer della comunità ASEAN viene individuata la causa
specifica o la combinazione di fattori che hanno portato ad un elevato grado di
Dollarizzazione e vengono analizzate le evoluzioni del fenomeno durante la fase di
diffusione del fenomeno, la crisi asiatica, la crisi finanziaria del 2007 fino al presente.
I livelli di inflazione e integrazione internazionale vengono analizzati per mostrarne la
correlazione positiva con il grado di Dollarizzazione.
L’effetto di stabilizzazione dei prezzi, sullo stock di moneta e sul risk premium è
inoltre oggetto di trattazione.
II
Rassegna della letteratura e metodo di ricerca
III
teorizzazione di alcuni fenomeni particolari legati alla Dollarizzazione come l’isteresi
della sostituzione della moneta. Diversi Working Paper e specifiche analisi sono state
prodotte da più prestigiosi centri di ricerca economica (IMF, Japan International
Cooperation Agency, Asian Development Bank Institute).
In questo caso le pubblicazioni sono state preferite per attinenza e rilevanza nella
misura in cui descrivessero il fenomeno nel suo complesso mentre è stato utilizzato il
criterio geografico e cronologico nel momento in cui si sono descritte le specifiche
esperienze dei singoli Paesi e si sono misurati gli effetti negativi e positivi reali
storicamente accaduti.
IV
Complessivamente nella stesura di questo elaborato ci si è avvalsi delle
pubblicazioni di prestigiosi organi di ricerca ed economisti, allacciandosi al tradizionale
filone di ricerca e ai modelli analitici universalmente accettati di Engel (1989), Calvo
and Rodriguez (1977) e Rojas-Suarez (1992), arricchendo e attualizzando i risultati di
tali ricerche con la specifica letteratura delle economie del Mekong. Ci si è avvalso
dunque di working paper, research paper, discussion paper, articoli di riviste
specializzate, report economici, pubblicazioni e dichiarazioni delle Banche Centrali.
Questo elaborato vuole inserirsi nella letteratura precedente come una raccolta
organica e organizzata delle ricerche finora prodotte, che unisce le fonti più recenti,
aggiornate con gli ultimi dati e le rilevazioni macroeconomiche ai modelli e
teorizzazioni della letteratura classica.
Lo specifico interesse per i Paesi del Mekong lega tutte le sezioni della
trattazione, anche quando il fenomeno viene trattato in chiave generale. La scelta degli
elementi su cui concertare l’attenzione, soprattutto nella sezione dedicata ai costi e
benefici della Dollarizzazione, è stata dettata dalla misura in cui tali effetti abbiano
avuto o meno un impatto significativo sulle economie dei Paesi oggetti di studio.
V
Indice
SEZIONE I ................................................................................................. 1
Definizione di Dollarizzazione.................................................................................. 1
SEZIONE II .............................................................................................. 10
Cambogia .......................................................................................................... 12
Laos ................................................................................................................... 15
Vietnam.............................................................................................................. 17
SEZIONE IV ............................................................................................. 34
Conclusioni ............................................................................................................ 34
FONTI ...................................................................................................... 36
Sezione I
Definizione di Dollarizzazione
Una organica analisi del fenomeno compare in primo luogo nella letteratura
economica per descrivere la situazione in America Latina nel decennio 1980-1990
1
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
dove l’incremento della circolazione del Dollaro Americano è stata per prima rilevata e
il fenomeno è stato in primo luogo analizzato. Va però tenuto presente che simili
dinamiche si sono registrate poi con altre valute quali il Rublo Russo, l’Euro, il dollaro
Australiano e Neozelandese, il Baht Thailandese e il Rand Sudafricano in altre
economie del globo.
2
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
Dollarizzazione l’utilizzo della moneta estera unità di conto potrebbe richiedere meno
tempo di quanto ci si aspetti.
Nel caso del Regno di Cambogia infatti, come notato da Okuda1 la circolazione
del dollaro come mezzo di pagamento si diffuse contemporaneamente se non
precedentemente al fenomeno dell’asset substitution. Ciò è dovuto al fatto che negli
anni ottanta il Pese non era riuscito a sviluppare un sistema monetario centrale e
dunque molte aree del Paese non erano monetizzate. Con l’istituzione del United
Nations Transitional Authority in Cambodia (UNTAC) il dollaro americano venne
accolto dal pubblico con grande entusiasmo senza però andare a sostituire una
moneta locale, che risultava inesistente: in questo senso il dollaro come mezzo di
transazione e unità di acconto precedette l’uso dello stesso come riserva di valore.
1
Okuda H. (2013). Dollarization and Banking in Cambodian Economy: An institutional analysis.
Paper presented at Japan Association for Asian Studies 2013 West Japan Meeting, November 9,
2013, Osaka, Giappone
3
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
La prima causa si ricerca nelle forti e durature crisi che portano a instabilità e
iperinflazione. È questo il caso di Perù, Cile e Colombia. Tali circostanze
macroeconomiche possono spingere gli individui a sviluppare sfiducia nella valuta
domestica e iniziare a convertire le proprie attività in dollari. Come precedentemente
anticipato sono due i principali effetti sulla moneta locale del diffondersi della
Dollarizzazione, effetto sostituzione della moneta (currency substitution) e l’effetto
sostituzione delle attività (asset substitution)2.
Nel primo caso ci si riferisce all’utilizzo del dollaro come mezzo di pagamento. Si
consideri infatti che la moneta può essere utilizzata per acquistare attività finanziarie
e non finanziarie. Nei periodi di iperinflazione e instabilità la moneta nelle tasche degli
individui diventa meno utile come mezzo di scambio e dunque verrà impiegata per
acquistare attività e beni per tutelare il potere d’acquisto degli individui. Spesso però i
costi associati a queste transazioni sono più alti di quelli di cambio, dunque gli individui
preferiranno possedere valuta estera, la quale mantiene il proprio valore come mezzo
di pagamento.
Si tenga poi presente che durante periodi di inflazione e crisi il valore nominale
delle attività non finanziarie tende a crescere, questo non dovrebbe creare criticità se
anche le attività finanziarie crescessero allo stesso tasso, ma queste spesso non sono
le circostanze. Ad esempio nel caso di prestiti erogati oggi ma con piani di pagamento
a lungo termine, il valore reale dell’importo residuo da ripagare diminuisce. Nel caso
in cui il tasso di interesse del prestito sia fisso, il prezzo reale dei pagamenti diminuisce.
Nel caso in cui invece il tasso di interesse sia variabile, in modo che si aggiusti rispetto
2
Dalla definizione di Dollarizzazione di McKinnon (1996) da McKinnon R.I. (1996), Direct and
Indirect Concepts of International Currency Substitution. Mizen, P., e Pentecost E.J. (A cura di)
The Macroeconomics of International Currencies. Aldershot, UK. Edward Elgar Publishing. Pp 55-
65.
4
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
Infine per quanto concerne l’effetto sostituzione delle attività (asset substitution),
essa è il risultato del crescente rischio delle attività denominate in moneta domestica.
Storicamente investire in asset denominati in valuta estera è sempre stato un metodo
di protezione contro rischi macroeconomici quali instabilità dei prezzi e depressioni
economiche prolungate.
Infine come terza causa si consideri che l’attrattività stessa del Dollaro o di una
moneta estera in generale come soluzione per sanare forti instabilità finanziarie può
portare i policy maker ad adottare regimi di Dollarizzazione ufficiale o di semi-
Dollarizzazione. Ad esempio il 9 gennaio del 2000 il Presidente dell’Equador Jamil
Mahuad adottò un esplicito regime di Dollarizzazione per sanare una serie di profonde
crisi politiche e tumulti sociali. Dopo che fu costretto da forze politiche interne a
5
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
rassegnare le dimissioni nel 21 gennaio dello stesso anno il suo successore Gustavo
Noboa espresse il suo supporto per questa politica. In Argentina venne adottata la
Dollarizzazione per sanare gravi instabilità dovute da cicliche e profonde crisi
economiche mentre sempre nel 2000 le Nazioni Unite annunciarono che per
Repubblica Democratica di Timor Est di recente indipendenza dall’Indonesia il dollaro
americano sarebbe stata la valuta ufficiale. Con queste politiche si cerca di importare
insieme al dollaro la credibilità delle istituzioni monetarie americane.
Uno degli aspetti più interessanti della Dollarizzazione è che, anche quando le
sue cause generanti vengono meno, essa continua a diffondersi in quanto maggiore è
il grado di diffusione del dollaro (base di utilizzatori) maggiore è l’utilità di utilizzare il
dollaro stesso. Una volta infatti che il pubblico abbia accettato l’uso della moneta
estera come mezzo di scambio è difficile che questo atteggiamento cambi
velocemente, portando il livello di Dollarizzazione a rimanere costante o crescere
anche quando si sia raggiunta un’eventuale stabilità economica. Anche quando il tasso
di inflazione diminuisce gli individui continuano a preferire il dollaro rispetto alla moneta
domestica. Questo fenomeno viene definito come ratchet effect o isteresi della
sostituzione di moneta. Studi di Peiers e Wrase3 dimostrano come l’accumulare
esperienza nell’usare moneta straniera come mezzo di scambio e accumulazione di
valore agisce come esternalità di rete riducendo il costo marginale di comprare beni in
valuta straniera. Le esternalità di rete dunque alimentano il portano al ratchet effect.
Altri due fattori possono spiegare questo fenomeno. Il primo fa rifermento ai costi
fissi del cambiare la denominazione valutaria della transazione: quando infatti
un’economia ha raggiunto uno stato di equilibrio nel quale la moneta straniera è
comunemente utilizzata per compiere diverse transazioni sarebbe costoso passare a
un nuovo equilibrio in cui sia utilizzata solo la moneta domestica, si verifica dunque
uno stato di inerzia per cui anche se il tasso di inflazione si riduce il grado di
Dollarizzazione non diminuisce ( conclusioni di Guidotti & Rodriguez, 1992). Il secondo
fattore è da ricercarsi nella volatilità del tasso di svalutazione del tasso di cambio e
3
Peiers B., e Wrase J. M. (1997). Dollarization hysteresis and network externalities: theory and
evidence from an informal Bolivian credit market. Working Paper. Federal Reserve Bank of
Philadelphia. Philadelphia, Pennsylvania, USA
6
Sezione I - Definizione di Dollarizzazione
4
Samreth S. (2011). An empirical study on the hysteresis of currency substitution in Cambodia.
Journal of Asian Economics. Vol 22. Pp 518–527.
7
Sezione I - Tre regimi di Dollarizzazione
È norma operare una distinzione tra Dollarizzazione non ufficiale (de facto),
ufficiale (de jure) e semi-Dollarizzazione.
Quando non ufficiale, il fenomeno si caratterizza nella maggior parte dei casi per
la preferenza dei singoli individui a compiere le transazioni in moneta estera. Somme
con funzione di deposito sono spesso preferite in moneta non locale a causa
dell’instabilità della stessa (assets substituiton). La moneta estera non rientra però
nelle valute legali del Paese. Sono Paesi esempi da tale pratica Peru, Bolivia,
Argentina, Turchia, Romania e Vietnam.
Sin dai tempi del medioevo5 si sono sperimentati casi di Dollarizzazione ufficiale
in piccole economie satelliti mentre invece ad oggi Panama è il solo Paese di grandi
5
Caso dello Stato indipendente di Andorra, in cui vennero utilizzati alternativamente il franco
francese e il peseta spagnolo pure godendo di Indipendenza dai due Paesi.
8
Sezione I - Tre regimi di Dollarizzazione
dimensioni, con un Pil significatamene elevato (99.43 milioni di USD, 2017)6 che adotta
un regime di Dollarizzazione ufficiale.
6
The World Factbook, Central Intelligence Agency (CIA)
9
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Sezione II
Insieme agli esempi di Argentina, Bolivia, Brasile, Messico, Uruguay, Peru, delle
economie dell’Est Europa e dell’ex Unione Sovietica, Vietnam Cambogia e Laos sono
meno conosciuti ma altrettanto interessanti casi di Dollarizzazione.
Tuttavia questi tre Paesi costituiscono l’oggetto di una letteratura che da tempo
ne ha riconosciuto l’unicità e peculiarità. Diversi elementi infatti accomunano tra loro i
tre ASEAN latecomer e li distinguono dal resto del mondo dollarizzato.
A questo aspetto si lega una terza differenza rispetto alle economie del Sud
America o caraibiche: nell’area CLV (Cambogia, Laos, Vietnam) la Dollarizzazione si
diffuse in una economia cash-based e la moneta straniera venne introdotta nelle
transazioni contemporaneamente all’utilizzo della stessa come store of value.
10
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
economica con gravi contrazioni dei consumi interni, degli investimenti e delle
esportazioni con ripercussioni negative sulla svalutazione delle monete locali e sui
tassi di cambio. Nei Paesi a basso reddito e in via di sviluppo come Vietnam Cambogia
e Laos il dollaro si è affermato come moneta per i mezzi di pagamento, unità di conto
e riserva di valore. Dal 1990 al 2015 i tassi stimati di Dollarizzazione sono stati tra il
60% e il 90% per la Cambogia, tra il 40% e il 70% in Laos e infine tra il 10% e il 20%
in Vietnam. In Cambogia tra il 2007 e il 2013 si ha avuto testimonianza di livelli di
depositi in USD sull’aggregato monetario intermedio M2 superiori al 79%.
Gli effetti a cui queste situazioni hanno portato sono molteplici, sia apprezzabili
che negativi, e verranno tratti in seguito. Il bilancio complessivo di quest’ultimi ha però
portato i policy maker di questi Paesi all’applicazione di politiche difensive e di
correzione del fenomeno in quanto i costi della Dollarizzazione in questi specifici casi
pesano più dei benefici della stessa.
11
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Cambogia
Sul regno di Cambogia è gravato sin dagli anni 70 il peso di una grave instabilità
politica, della guerra civile e consequenzialmente del sottosviluppo del sistema
bancario e monetario. Nel marzo del 1970 dopo la deposizione del Capo dello Stato
da parte dell’Assemblea Nazionale la valuta in circolazione venne distrutta e
rimpiazzata in un nuovo regime destinato a durare fino all’aprile del 1975 quando
severi tumulti portarono all’ascesa al potere dei Khmer rossi. Il nuovo Governo diede
vita a uno dei più radicali esperimenti sociali della storia, sterminando la popolazione
istruita, deportando i civili dai centri abitati alle campagne forzandoli alle attività
agricole. Banche e uffici finanziari vennero chiusi, il Paese precipitò nella
demonetizzazione quasi assoluta. Solo nel 1980, quando sotto l’influenza del Regime
Comunista Sovietico e quello della Repubblica Socialista del Vietnam, il riel fu
rintrodotto come moneta legale e l’ufficio di emissione, la People's Bank of
Kampuchea, venne ripristinata con funzioni limitate.
12
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
55% mentre nel 2007 arrivò al 80% con una perdita da rendita di Signoraggio maggiore
a 60 milioni di dollari.
Fonte: Rielaborazione dell’autore da Koji Kub, Dollarization and De-dollarization in Transitional Economies of
Southeast Asia: An Overview, Institute of Developing Economies, Japan External Trade Organization (IDE-
JETRO), Chiba, Japan
Nel grafico riportato (figura 1) sono indicate le rilevazioni dal 1990 al 2014 del
livello dei depositi denominati in moneta estera in percentuale della totalità dei depositi
(% FCDD), il livello dei depositi denominati in valuta locale in percentuale sul totale dei
depositi (% LCDD) e infine i depositi denominati in valuta estera in milioni di dollari.
In accordo con i dati dalla NBC i FCDD su M2 nel 2015 costruiscono l’83%.
13
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Nel 2017, dopo circa 15 anni di stabilità dei tassi di cambio il livello di fiducia nel
riel è in crescita. Le politiche monetarie espansive ma non inflazionistiche della NBC
hanno inoltre favorito la circolazione del riel nel Paese. Diverse misure inoltre sono
state adottate per fare in modo che entro il 2019 più del 10% dei prestiti venga erogato
in riel e non in dollari americani. Nonostante ciò, in una recente intervista7 (2017) Kith
Sovannarith, Direttore Generale del dipartimento di Banking Supervision presso la
NBC stima che circa l’80% dei depositi nelle banche del Paese sia denominato in
dollari e che la perdita della rendita da Signoraggio complessiva ammonti a circa il
10% del Pil.
7
Cambodia is ‘handicapped’ by dollarization. Khmer Times. 13 marzo 2017.
8
Duma N. (2014). Asia’s most dollarized economy: Causes and consequences. Olaf
Unteroberdoerster (A cura di) Cambodia entering a new phase of growth. Washington, D.C.,
USA. International Monetary Fund. Pp 27-49.
14
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Laos
Nella metà degli anni 80 il Governo introdusse un set di policy per trasformare
gradualmente il Laos in una economia di mercato attraverso un nuovo sistema dei
cambi e di apertura internazionale (New Economic Mechanism 1986) simile alle policy
sperimentate in Unione Sovietica.
La crescita economica del nuovo millennio creò in Laos una forte e crescente
domanda di moneta che allargò l’aggregato monetario intermedio di circa tre quarti.
Tale domanda fu soddisfatta per circa metà dal baht thailandese e il dollaro americano.
Redditi da esportazioni e aiuti internazionali infatti crearono flussi consistenti di moneta
estera, in particolare dollari nel Paese.
Sebbene fino agli anni 2000 fosse tecnicamente possibile aprire posizioni
bancarie in moneta straniera ma vietato condurre transazioni in territorio nazionale con
15
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
valute diverse dal kip, l’utilizzo del dollaro e del baht iniziò a diventare sensibilmente
preferito.
Nel giugno del 1997, per contrastare questa tendenza, la Bank of Lao PDR
intensificò le misure di divieto per cui tutte le transazioni nazionali dovevano essere
condotte con il solo utilizzo del kip. Le ragioni che spinsero le Autorità a questa
decisione sono state giustificate come il cercare di contrastare il deprezzamento dello
stesso contro il dollaro americano e il baht thailandese, e in secondo luogo il tentativo
di combattere le transazioni condotte nel mercato nero in cui le due monete estere
erano i mezzi di scambio esclusivi.
Al tempo, nel pieno della recessione causata dalla crisi asiatica, il kip era forse
l’unica moneta a soffrire il deprezzamento rispetto al baht thailandese, anch’esso
fortemente indebolito dalla crisi asiatica.
Menon stima che gli effetti della misura della BC ebbero effetti devastanti sul
deprezzamento del kip e sullo share di questo rispetto al dollaro e al baht. Si stima che
il deprezzamento della moneta locale abbia portato lo share del kip dal 50% al 30%
delle transazioni.
Gli anni della crisi asiatica furono estremante severi per il Laos e per la sua valuta
e furono aggravati dal contagio della crisi finanziaria thailandese dello stesso periodo.
Nel 1998 per contrastare questi effetti la BC del Laos (BOL) rimosse i limiti dei
massimali per i presiti interbancari nella speranza di promuovere il credito e attraverso
politiche espansive allargò M2 del 113% (IMF 2000). Oltre a un grave effetto
inflazionistico il kip si deprezzò contro il dollaro di circa l’80%.
Da allora anche la quantità dei depositi in moneta estera decrebbe, da 70.6% sul
totale nel 2006 a 48.7% nel 2014.
I depositi denominati in kip inoltre crebbero dal 9,7% nel 2006 a 33% nel 2014.
Nel 2016 secondo l’IMF il 45% dei depositi bancari e il 48% dei prestiti è
denominato in valuta straniera, il 40% circa della moneta in circolazione è costituita da
dollari o baht.
16
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Vietnam
Sin dagli anni 60, con la presenza delle forze armate americane nel sud del
Paese, il dollaro circolò in Vietnam come mezzo di scambio. La possibilità di detenere
depositi denominati in valuta straniera tuttavia, come in molti altri Paesi comunisti, fu
proibito per lungo tempo dopo la Riunificazione del Paese sotto la guida di Ho Chi
Minh.
Sebbene il tasso di crescita del Pil nella seconda metà degli anni 80 rimase
positivo (circa 4%) e i tassi di interesse sui depositi crebbero molto velocemente, da
7% nel 1985 a 20% nel 1988 il tasso di interesse reale rimase negativo. In situazione
di iperinflazione anche i tassi di cambio degenerarono drammaticamente. Il tasso di
cambio VND/USD nel 1985 era circa 15/1 per poi precipitare a livello 3000/1 alla fine
del 1988. Risparmiatori e investitori cercarono di liberarsi il più velocemente possibile
di qualunque asset denominato in dong accelerandone la sua svalutazione contro il
dollaro.
Misure di apertura del mercato e liberalizzazione, rimozione dei calmieri sul livello
dei prezzi e fine del divieto di detenere depositi denominati in dollari ebbero effetti
estremante positivi sul livello di inflazione che decrebbe dal 350% al 35% dal 1988 al
1989 anche grazie all’aumento dei tassi di interesse sui depositi denominanti in dong.
17
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Il nuovo di set di politiche che aprirono il Vietnam a meccanismi più vicini al libero
mercato vengono raccolte sotto il nome Doi Moi (“rinnovamento”).
Nel grafico a seguire (Fig. 1) vengono riportate le rilevazioni dal gennaio 1989 al
febbraio 2016 del rapporto tra depositi bancari denominati in dollari americani (FCD)
sull’aggregato monetario intermedio (M2) a conferma di quanto riportato finora. I dati
presentati nella figura 1 rivelano un altro importante elemento, sebbene infatti il grado
18
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
Questo significa che sia i depositi denominati in valuta locale che la moneta locale
in circolazione sono aumentati più velocemente dei depositi in valuta straniera e che
dunque la riduzione del livello di Dollarizzazione sia dovuto non tanto a uno shifting da
asset denominati in dollari a asset denominati in valuta domestica ma a una crescita
più veloce della quantità di moneta domestica e dei depositi denominati in dong.
Fonte: Rielaborazione dell’autore da IMF’s international financial statistics e Thi Hoang Anh Pham, Dollarization
and De-dollarization Policies: The Case of Vietnam, Banking Academy of Vietnam, The State Bank of Vietnam,
Hanoi, Vietnam, 2017
9
Thi Hoang Anh Pham (2017). Dollarization and De-dollarization Policies: The Case of Vietnam.
Koji Kubo (A cura di) Dollarization and De-dollarization in Transitional Economies of Southeast
Asia. IDE-JETRO Series. Chiba, Japan. Palgrave Macmillan. Pp 131-167.
19
Sezione II - Overview delle economie del Mekong
durabili (automobili, moto, televisioni, computer e telefono cellulari, real estate etc.…)
e servizi (viaggi, hotel, consulenze etc.…) sono ancora nel 2017 denominati in dollari
USD. Gli stessi contribuiti di alcune università e gli stipendi dei lavoratori di
organizzazioni multinazionali e/o internazionali sono ancora oggi denominati in dollari
americani. Per questi motivi è ancora conveniente per i cittadini detenere depositi
bancari denominati in valuta straniera oppure possedere moneta liquida estera.
20
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
Sezione III
Nel breve periodo in primo luogo il processo di sostituzione della moneta locale
per quella estera può creare situazioni estremamente destabilizzanti per l’economia. Il
deprezzamento della moneta locale è una dei primi effetti della Dollarizzazione;
qualora invece il tasso di cambio sia fisso si assiste a una corsa agli sportelli per le
riserve di valuta straniera creando potenziali rischi di liquidità con potenziale aumento
dei tassi di interesse e effetti depressivi sull’economia.
Gli effetti negativi a lungo termine possono però essere ancora più scongiurabili
di quelli a breve termine come l’impossibilità della Banca Centrale di condurre una
politica monetaria autonoma, la perdita del reddito di Signoraggio e il non
funzionamento del sistema dei cambi come meccanismo di aggiustamento dei prezzi.
Possono sorgere forti inegualità sociali tra chi riceve il proprio salario in dollari e
moneta locale. Il Governo inoltre avrà più difficoltà a tassare i redditi dei cittadini.
Non per ultima la funzione di prestatore di ultima istanza della Banca Centrale
potrebbe essere fortemente compromessa dalla Dollarizzazione. Nelle prossime
pagine vengono trattati queste conseguenze negative con particolare attenzione alle
economie del Mekong, che seppure con qualche peculiarità, hanno tutte fatto
esperienza di questi fenomeni.
Una delle conseguenze negative più critiche della Dollarizzazione è la perdita per
le Autorità dei Paesi dollarizzati del reddito da Signoraggio. Esistono diverse definizioni
di tale fenomeno, una definizione sintetica descrive il Signoraggio come la differenza
tra il valore della moneta e il costo di produrla, il Signoraggio è dunque il profitto
dell’agenzia di emissione sull’attività di stampare moneta10.
10
Definizione di Malcolm F. McPherson in McPherson M. F. (Luglio 2000). Seignorage in Highly
Indebted Developing Countries. African Economic Policy Discussion Paper Number 58. United
States Agency for International Development Bureau for Africa. Washington, D.C., USA.
21
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
Quando il costo di produrre moneta eccede quello del suo valore si parla di
Signoraggio negativo, viceversa si definisce positivo.
Il reddito da Signoraggio può costituire una fonte più o meno importante per le
Autorità bancarie di un Paese, la letteratura dimostra che per le economie in
transizione, dove i sistemi finanziari non sono sviluppati e diffusi, esso costudisce una
solida fonte di reddito per le BC, molto più importante che nei Paesi dai sistemi
finanziari sviluppati. L’effetto negativo della Dollarizzazione sul reddito da Signoraggio
è inoltre direttamente proporzionale al flusso di moneta estera introdotta nel Paese,
quindi maggiore il grado di Dollarizzazione, maggiore la perdita del reddito da
Signoraggio.
La BC dunque, in virtù del suo monopolio nel poter emettere moneta legale, ha
due fonti di reddito, uno è dato dall'emissione stessa delle banconote, l’altro proviene
dagli interessi derivanti dai titoli acquistati con il prestito senza interessi che ottiene
dalla valuta detenuta dal pubblico.
Si consideri ora una economia in cui la sola moneta legale e in uso è la moneta
locale. Se in questa economia si consegue una crescita del Pil del 5% si assuma che
la domanda di moneta cresca consequenzialmente del 5%. Questo significa che il
Governo può condurre un deficit di bilancio del 5% senza aumentare l’inflazione. La
crescita dell’economia finanzierebbe dunque il deficit stampando moneta non
aumentando l’inflazione. Ad esempio, è stato stimato che se la Cambogia non fosse
un Paese dollarizzato nel 2005 sarebbero potuti essere stampati riel per un valore di
53,2 milioni di dollari USD senza aumentare il grado di inflazione, ma dato che la
quantità di riel in circolazione costituiva solo il 23% di M2 il Governo poté stampare riel
per un valore di solo 12,2 milioni di dollari USD. La perdita della rendita di Signoraggio
dunque fu di circa 41 milioni di dollari USD (53.200.000 - 12.200.000 = 41.000.000).
Per un Paese in cui gli organi finanziari sono poco sviluppati ed efficienti la rendita
da Signoraggio può costituire una fonte preziosa di risorse per finanziare la spesa
pubblica; in un regime di Dollarizzazione ufficiale il Governo si ritrova nell’impossibilità
totale di finanziare il deficit con il reddito da Signoraggio mentre in un regime di
Dollarizzazione non ufficiale questo avviene solo parzialmente.
Il caso della Cambogia è uno dei più rappresentativi del fenomeno. Attraverso
infatti la creazione di base monetaria la National Bank of Cambodia (NBC) potrebbe
acquisire nuove risorse (reddito da Signoraggio) senza cederne alcune. Un altro livello
di Dollarizzazione inverte questo flusso dalla NBC verso gli Stati Uniti. Diversi studi
23
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
forniscono diverse stime sulla perdita della rendita di signoraggio nel regno di
Cambogia: secondo le stime di Kang ammonta a circa il 2% del Pil annuo.
Misurare il Signoraggio
∆𝑅 ∆𝑅 𝑅
𝑆= = & ' & ' = ℎ𝑚
𝑃 𝑅 𝑃
dove R è lo stock nominale della base monetaria, P il livello dei prezzi, h il tasso
di crescita delle riserve e m lo stock reale delle riserve. Con l’utilizzo di questo metodo
si assume che non vi siano interessi pagati su alcuni depositi, ad esempio le riserve
delle banche commerciali depositate nella Banca Centrale.
𝑆 = 𝑖 + 𝐴 − 𝑖/ 𝑅
24
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
dove 𝑖 + è il tasso di interesse guadagnato dalla Banca centrale sui suoi asset, A
è lo stock nominale di asset detenuti dalla BC, 𝑖 / è il tasso di interesse pagato dalla
BC sui depositi e R lo stock dei depositi stessi.
Ad esempio la NBC non possiede gli strumenti per mettere in atto policy
monetarie efficaci, per influenzare gli aggregati monetari, per essere credibile agli
occhi degli investitori e influenzare le loro aspettative circa i livelli inflazione. Si è
assisiti a casi in cui la NBC sia dovuta ricorrere alle riserve obbligatorie di dollari come
strumento per influenzare il livello di liquidità. Quando nel 2009 il livello di riserve
obbligatorie di dollari fu ridotto per aumentare il livello di liquidità delle banche e
promuovere il credito per sostenere l’economia le banche reagirono accumulando più
riserve all’interno della Banca Centrale con effetti di contrazione sul credito.
25
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
Rischio di Liquidità
Nel seguente grafico (Fig. 2) viene presentata la correlazione negativa tra un altro
livello di riserve e l’erogazione del credito in un contesto di un sistema bancario
sottosviluppato.
𝑅+𝐿 =𝐷+𝐾
𝐾
>𝜃
𝐿
𝐿 ≤ (1 − 𝛼 ) ∗ 𝐷 + 𝐾
26
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
Dividiamo per D le equazioni delle due policy e rappresentiamo quanto ottenuto nel
grafico (fig. 2): l’asse verticale descrive il rapporto tra i presiti e i depositi, quello
orizzontale invece il rapporto tra il capitale e i depositi.
Fonte: Rielaborazione dell’autore da Koji Kubo, Dollarization and De-dollarization in Transitional Economies of
Southeast Asia: An Overview, Institute of Developing Economies, Japan External Trade Organization (IDE-
JETRO), Chiba, Giappone, 2017
27
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
Koji Kubo nota che, sebbene l’alta liquidità dei Paesi CLV possa essere dovuta
a altri fattori come la stagnate domanda di prestiti, la situazione appena descritta sia
riscontrabile nei sistemi finanziari cambogiani, laotiani e vietnamiti ed è diretta
conseguenza delle precauzioni adottate per contrastare gli effetti della Dollarizzazione.
Molte criticità legate alla definizione del tasso di cambio possono derivare dalla
circolazione di più valute. Un caso di notevole valore didascalico è quello del Laos, in
cui circolano oltre alla moneta locale, il kip (LAK) il dollaro americano (USD) e il baht
thailandese (BHT). Il tasso di cambio nominale può essere espresso come LAK/USD
oppure come LAK/BTH oppure in terzo luogo come non tasso di cambio. Il tasso
LAK/USD sarebbe il più rilevante in assenza di Dollarizzazione. Il secondo tasso
LAK/BTH è di impiego usuale nei commerci con uno dei principali importatori ed
esportatori, la Thailandia, e costituisce dunque un’approssimazione del tasso di
cambio effettivo ponderato per il volume degli scambi (TWI) in Laos. Il terzo caso verrà
trattato in seguito.
Allo stesso modo si noti che se i prezzi dei beni esportati dal Laos sono
determinati in dollari o baht nel mercato mondiale, qualunque variazione del tasso di
cambio non impatterebbe i prezzi degli stessi. In questi casi parlare di tasso di cambio
infatti è quasi inaccurato in quanto la transazione avviene negli stessi termini come se
il tasso di cambio non esistesse, questo è il caso che spiega la terza definizione data
in precedenza, il non tasso di cambio.
È probabile che, piuttosto che sui prezzi stessi, i cambiamenti gravino quasi
interamente sulla remunerazione della forza lavoro. Aggiustamenti agli shock
28
Sezione III - Costi della Dollarizzazione
dell’economia che gravano sui salari e non sul tasso di cambio sarebbero in primo
luogo meno reattivi e più rigidi. Gli aggiustamenti dei salari infatti sono tipicamente più
lenti e potenzialmente solo parziali e quindi inefficienti. Inoltre in condizioni dove i salari
sono, al tempo zero, vicini al livello di sussistenza o sono ancorati a un livello minimo
dettato dai policy maker, in risposta a cambiamenti al tempo uno, potrebbero crearsi
delle asimmetrie o dei meccanismi per cui alcuni shock non potrebbero essere
regolarmente assorbiti.
Si lega inoltre alla tematica dei tassi di cambio il fenomeno della currency
mismatch. In economie fortemente dollarizzate infatti i tassi di cambio possono soffrire
di forti rischi di fluttuazione. Forti deprezzamenti della moneta locale sono dunque
particolarmente negativi per produttori di beni denominati in moneta locale ma che
contraggono obbligazioni denominate in moneta straniera. I debitori di somme
denominate in dollari potrebbero diventare insolventi con ripercussioni negative
sull’economia reale interna del Paese ma anche sulla solidità del sistema bancario.
29
Sezione III - Benefici della Dollarizzazione
Questi elementi suggeriscono che per questi Paesi sarebbe costoso uscire dalla
sfera d’influenza del dollaro e dovrebbero in primo luogo confrontarsi con forti
instabilità soprattutto dei tassi di cambio.
Nel caso di alcuni stadi dello sviluppo economico delle economie del Mekong la
Dollarizzazione ha avuto effetti positivi più rilevanti di quelli negativi. Ad esempio in
30
Sezione III - Benefici della Dollarizzazione
Cambogia negli anni 90 all’utilizzo del dollaro sono imputabili alcuni elementi di stabilità
economica quali il livello di inflazione contenuto e il neonato sistema di commercio
internazionale.
Vengono ora illustrati i benefici della Dollarizzazione per quanto riguarda tassa
da inflazione, stabilità dei prezzi, stock di moneta e premio al rischio.
Tassa da inflazione
Si assuma per esempio che lo Stato del Laos PDR non sia affetto da
Dollarizzazione e che il kip sia l’unica moneta legale in circolazione nel Paese. Di fronte
alla scelta di condurre un deficit di bilancio i policy maker decidono di finanziare tale
operazione stampando nuova moneta piuttosto che aumentando la tassazione. Se il
kip è l’unica moneta in circolazione i cittadini sarebbero coloro che dovrebbero
sopportare il costo di questa operazione poiché se l’offerta di moneta aumenta, il livello
dei prezzi si aggiusterà aumentando di conseguenza. Il potere d’acquisto dei cittadini
è dunque proporzionalmente diminuito. L’eccesso di offerta sulla domanda che genera
inflazione ridurrebbe dunque il reddito reale dei cittadini come qualunque altra tassa.
31
Sezione III - Benefici della Dollarizzazione
Uno dei benefici più visibili della Dollarizzazione e in particolare dell’uso della
moneta straniera come mezzo di scambio è la stabilità dei prezzi. Tassi di cambio
particolarmente fluttuanti e altri indicatori macroeconomici instabili creano effetti di
volatilità dei prezzi a breve termine ed effetti di disallineamento tra valute a medio-
lungo termine. Entrambi gli effetti aumentano il rischio percepito durante gli scambi e
gli investimenti internazionali.
Stock di moneta
Nel caso delle economie del Mekong l’uso del dollaro come mezzo di pagamento
può offrire un altro prezioso vantaggio.
Negli scambi internazionali infatti valute quali il dong (Vietnam), riel (Cambogia)
e kip (Laos) non sono comunemente accettate né come mezzo di scambio né come
rimborso di obbligazioni. Nel caso del Laos PDR spesso il kip non è accettato neppure
nella confinante Thailandia. Inoltre sempre nel caso del kip, si consideri che esso non
è convertibile fuori dai confini del Laos. Questi termini limitano dunque
considerevolmente la capacità di importazione del Paese.
32
Sezione III - Benefici della Dollarizzazione
La Dollarizzazione può alleviare questi limiti, con uno stock di dollari (o baht) in
circolazione infatti il vincolo di liquidità associato al dollaro (o baht) si riduce nei periodi
di bassa esportazione mentre può essere usato dal pubblico per finanziare
importazioni nei momenti di crisi.
Premio al rischio
I benefici derivanti dalla riduzione del premio al rischio sono difficili da stimare: la
situazione in Argentina dal 1992 al 2002, durante il regime di Currency Board
Arrangement (CBA), ovvero di tasso di cambio fisso 1:1 tra dollaro americano e nuevo
peso, ne è un esempio. Se i tassi di interesse in generale infatti sono diminuiti, anche
se si nota come i tassi di interesse sui presiti in peso siano più altri di quelli in dollari
americani, a conferma che i prestatori temono ancora per la stabilità della moneta
locale, il rischio di default del Paese non è diminuito con la stessa velocità.
33
Sezione IV - Conclusioni
Sezione IV
Conclusioni
Negli stadi primari di sviluppo del settore bancario, con autorità monetarie deboli,
un’applicazione del diritto incerta, risorse umane non esperte e infrastrutture inesistenti
può essere argomentato che l’utilizzo del dollaro americano (o del baht thailandese)
come riserva di valore, mezzo di scambio e unità di acconto sia stato un fattore
favorevole per la monetizzazione e la crescita economica delle economie del Mekong.
I costi dunque sono stati più che compensati dai benefici in questa prima fase.
Nelle fasi in cui le banche non erano presenti nelle realtà rurali, in cui le banche
commerciali si dedicavano a semplici funzioni di deposito, senza che il mercato
interbancario fosse sufficientemente sviluppato fenomeni di currency substitution e
Dollarizzazione potrebbero aver gettato le basi per la fiducia negli organi finanziari di
questi Paesi.
34
Sezione IV - Conclusioni
Inoltre senza un pieno controllo dei capitali e della politica monetaria per le BC di
questi Paesi potrebbe diventare estremante costoso e difficile stabilizzare i tassi di
interesse nel lungo periodo e i tassi di cambio delle monete locali.
Questi elementi impongono che il fenomeno venga trattato come una delle
criticità chiave nell’agenda dei policy maker di Vietnam, Cambogia e Laos e che il
problema venga affrontato con misure adeguate in quanto la mala gestione o l’ignorare
la Dollarizzazione potrebbe negativamente influire sulla crescita e lo sviluppo di questi
Paesi.
35
Fonti - Conclusioni
Fonti
Dollarizzazione
Berg A., e Borensztein E. (Dicembre 2000), Full Dollarization: The Pros and
Cons. ECONOMIC ISSUES NO. 24. International Monetary Fund. Washington, D.C.,
USA.
Berg A., e Borensztein E. (Marzo 2000). The Dollarization DEBATE. Finance and
Developmet: A quarterly magazine of the IMF, Vol. 37 No. 1. International Monetary
Fund. Washington, D.C., USA.
Calvo G. A. (2000). Capital Markets and the Exchange Rate with Special
Reference to the Dollarization Debate in Latin America. Journal of Money, Credit and
Banking. Vol. 33/2. Pp 312-34
Engel C. (1989). The trade balance and real exchange rate under currency
substitution. Jouynal of International Aloney and Finance 8, 47-58. University of
Virginia. Charlottesville, USA.
36
Fonti - Conclusioni
Menon J. (Marzo 2007). Dealing with Dollarization: What Options for the
Transitional Economies of Southeast Asia?. ADB Institute Discussion Paper No. 63.
Asian Development Bank Institute (ADBI). Mandaluyong, Metro Manila, Filippine.
Ra H-R. (2011) Two Economic Crisis and Dollarization for Cambodia, Laos, and
Vietnam. Department of International Trade, College of Commerce & Business, Pusan
University of Foreign Studies(PUFS). Busan, Korea.
Ra H-R. (Giugno 2008). Modeling the Dollarization: A Case Study for Cambodia,
Laos, and Vietnam. Global Economic Review Vol. 37, No. 2, 157-169 (2008). Pp. 157-
169.
37
Fonti - Conclusioni
Cambogia
Menon J. (2008). De-Dollarising Cambodia: 10 Years On. Policy Brief 2008 No.
1. Cambodia’s Leading Independent Development Policy Research Institute (CDRI).
Phnom Penh, Cambogia.
Seiha Ok, Makoto Kakinaka, e Hiroaki Miyamoto (2010). Real Shock Or Nominal
Shock? Exchange Rate Movements In Cambodia And Lao PDR. The Singapore
Economic Review, Vol. 55, No. 4 (2010). Pp 685–703.
Sok Heng Lay, Makoto Kakinaka, e Koji Kotani (Aprile 2012). Exchange Rate
Movements in a Dollarized Economy: The Case of Cambodia. ASEAN Economic
Bulletin. Vol. 29, No. 1 (2012). Pp. 65-78.
Vietnam
Bui Thi Kim Thanh (Novembre 2008). Inflation In Vietnam Over The Period 1990-
2007. Research Paper. Graduate School of Development Studies, Institute of social
Studies (ISS). The Hague, Paesi Bassi.
Thi Hoang Anh Pham (2017). Dollarization and De-dollarization Policies: The
Case of Vietnam. Koji Kubo (A cura di) Dollarization and De-dollarization in Transitional
Economies of Southeast Asia. IDE-JETRO Series. Chiba, Japan. Palgrave Macmillan.
Pp 131-167.
Laos PDR
39
Fonti - Conclusioni
Seiha Ok, Makoto Kakinaka, e Hiroaki Miyamoto (2010). Real Shock Or Nominal
Shock? Exchange Rate Movements In Cambodia And Lao PDR. The Singapore
Economic Review, Volume 55, No. 4 (2010). Pp 685–703.
40