AVANZATA DELL'INSEGNAMENTO
DELLA LINGUA E CULTURA
ITALIANA A STRANIERI
Modulo T02
“METODOLOGIA DELLA RICERCA NELLA
PROGETTAZIONE CULTURALE”
di Maria Angela Rapacciuolo
LABORATORIO ITALS
DIPARTIMENTO DI STUDI LINGUISTICI E CULTURALI COMPARATI
UNIVERSITA’ “CA’ FOSCARI” - VENEZIA
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INDICE
0. Introduzione al modulo ..................................................................................... 2
1. La Progettazione ................................................................................................ 3
1.1. Definizione di progettazione ............................................................................. 3
1.2. La progettazione degli eventi culturali ............................................................ 3
1.3. La promozione .................................................................................................. 5
1.3.1. Definizione di promozione ............................................................................ 6
1.3.2. Esempio di evento culturale promozionale .................................................... 6
1.4. Progettazione e Programmazione dell’offerta didattica. ................................ 8
1.5. Gli attori della progettazione/programmazione .............................................. 9
2. Le fasi della progettazione/programmazione ................................................ 11
2.1. L’analisi .......................................................................................................... 11
2.2. Gli obiettivi ..................................................................................................... 12
2.3. Le strategie...................................................................................................... 12
2.4. Le azioni .......................................................................................................... 13
2.5. Il controllo. ..................................................................................................... 14
3. L’indagine di mercato...................................................................................... 15
3.1. Ricerche interne ed esterne ............................................................................. 15
3.2. La ricerca qualitativa ..................................................................................... 17
3.2.1. Metodi di rilevazione nella ricerca qualitativa............................................. 17
3.3. La ricerca quantitativa ................................................................................... 19
3.4. La ricerca integrata ........................................................................................ 19
3.5. Il questionario ................................................................................................. 20
3.5.1 La costruzione di un questionario ................................................................. 20
4. La soddisfazione del cliente ............................................................................. 23
4.1. L’analisi dei bisogni ....................................................................................... 23
4.2. Esempio di ricerca sulla soddisfazione del cliente ......................................... 25
4.3. Il modello ServQual ........................................................................................ 26
4.4. Il concetto di qualità ....................................................................................... 27
4.5. I modello PDCA ............................................................................................. 28
5. L’iter progettuale ............................................................................................. 30
5.1. Ideazione del progetto..................................................................................... 30
5.2. Attivazione del progetto .................................................................................. 30
5.3. Pianificazione del progetto ............................................................................. 32
5.4. Attuazione e completamento del progetto ....................................................... 33
5.5. Valutazione del progetto ................................................................................. 33
6. Il Marketing culturale ..................................................................................... 35
6.1. La segmentazione di mercato.......................................................................... 36
7. Le risorse del web............................................................................................. 37
7.1. Esempio di studio di caso ............................................................................... 38
8. Documentare il progetto culturale: la tesi finale ........................................... 40
8.1 Considerazioni generali…………………………………………………….. 40
8.2 Avvio della relazione di progetto e 1° valutazione .......................................... 40
8.3 Approfondimento dell’idea iniziale e pianificazione
della strategia d’intervento ............................................................................... 41
8.4 Il ruolo della letteratura sull’argomento ......................................................... 41
8.5 La pianificazione, l’analisi e la riflessione ...................................................... 41
Bibliografia ........................................................................................................... 44
Sitografia............................................................................................................... 46
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0. Introduzione al modulo
Questo modulo rimanda ad alcune nozioni fondamentali già presentate nel modulo La
Promozione di eventi (cfr. Balboni, E.P., La Promozione di eventi. Elaborazione ed
integrazione di M.A.Rapacciuolo- modulo Master ITALS). Lo studio di tale modulo
è considerato propedeutico ai successivi approfondimenti.
I destinatari di questo modulo sono coloro che operano in una qualsiasi Istituzione di
lingua italiana all’estero (Istituto Italiano di Cultura, Centri Linguistici, Associazioni
culturali, comitati della Società Dante Alighieri, lettori che operano presso università
straniere, scuole italiane statali all’estero o scuole private di lingua ecc.) o anche chi
lavora in un contesto di italiano L2 (scuole private di italiano per stranieri in Italia,
Centri Linguistici con corsi Erasmus, scuole pubbliche con corsi di italiano per
studenti stranieri immigrati,ecc…).
In questo contesto affronteremo l’argomento della progettazione culturale sotto il
duplice aspetto sia di progettazione di eventi, vale a dire le attività culturali che si
prefigge di svolgere l’Istituzione, che di programmazione e progettazione didattica,
intesa come quell’insieme di strutture e attività che fanno parte dell’offerta formativa
dell’Istituzione stessa.
Nel nostro lavoro ci avvarremo degli studi che vengono dal campo delle Scienze
dell’Educazione, dal campo della Progettazione culturale in senso stretto ma anche da
quello del Marketing aziendale, cogliendone quelle specifiche implicazioni utili al
nostro contesto. Partendo dal presupposto che la nostra Istituzione costituisce la nostra
“impresa”, prenderemo a prestito concetti e terminologia del Marketing come i
termini “clienti”, “prodotto”, “soddisfazione del cliente”, senza per questo voler dare
un taglio di “mercato” al nostro lavoro che ha sempre come punto di riferimento la
diffusione della lingua e cultura italiana, il suo insegnamento/apprendimento e di
conseguenza la creazione e il mantenimento di corsi di lingua.
E’ doveroso comunque sottolineare che il termine “cliente”, che può giustamente
urtare la nostra sensibilità di insegnanti, viene usato esclusivamente per collegarsi alle
strategie di marketing, utilizzate per la nostra metodologia di ricerca. Se l’uso di
questo termine quindi ha una sua logica in contesti privati ( come scuole di lingua in
Italia o all’estero) , oppure anche Istituti Italiani di Cultura che mantengono le attività
dei corsi proprio grazie agli studenti iscritti, in questo caso “clienti” paganti, non si
può però naturalmente utilizzare quando pensiamo alle classi dei Centri di
accoglienza, alle SPRAR, alle associazioni culturali che organizzano corsi o agli
alunni di scuole pubbliche, dove si adatta meglio il termine utenti o fruitori di un
servizio, se non semplicemente studenti. Ma le strategie da utilizzare naturalmente
sono le stesse.
Inoltre non guarderemo al Marketing solo in termini economici, ma ci riferiremo,
come riporta Santucci in sua recensione1, al Marketing inteso da Trevisani come
rapporto psicologico e personale tra fornitore e cliente. Quote e numeri spariscono, o quanto
meno passano sullo sfondo, di fronte alla psicologia del produttore, del venditore, del
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consumatore, del decisore aziendale. Ecco dunque che il marketing non è più quella scienza
arida e seriosa fatta di diagrammi a torta, di regressioni lineari, di preventivi e consuntivi, di
politiche di prezzo, di strategie di distribuzione, ma diventa una affascinante disciplina centrata
sul legame più forte che esiste tra le persone, quello che le spinge a dare e prendere qualcosa
l’una dall’altra, a cercare, a sognare, a immaginare, a volere, a cedere proprie risorse in cambio
di oggetti di desiderio.
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1. La progettazione
Con Progettazione degli eventi culturali intendiamo quell’insieme di attività che fanno
parte della mission della nostra Istituzione e che si diversificano a seconda
dell’Istituzione e del territorio in cui operiamo. La mission è la vera finalità
dell’Istituzione quindi, riferendoci al nostro contesto di una Istituzione o scuola che
offra corsi di lingua italiana, questa finalità si tradurrà nella progettazione di eventi,
mirati a sostenere la creazione di corsi di lingua o il mantenimento degli stessi, e la
programmazione dei corsi stessi. I nostri orizzonti possono essere però anche più
ampi, nel senso che potremmo mirare la progettazione culturale alla promozione dello
studio dell’italiano del Paese in cui operiamo (pensiamo al caso in cui l’italiano venga
inserito per la prima volta nelle scuole pubbliche del Paese e all’opera di promozione
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degli addetti culturali). Va da sé, come è già stato sottolineato, che diversa è la finalità
culturale di un Istituto italiano di cultura all’estero3 o di una Università da quello di
una scuola privata di lingua italiana all’estero o in Italia, per esempio. Questi eventi
possono dunque spaziare da attività di spettacolo, eventi musicali, teatrali, balletto,
gemellaggi, viaggi culturali, mostre di pittura, convegni, corsi di formazione e
aggiornamento, eventi culinari, feste per gli studenti, viaggi vacanze-studio e qualsiasi
altro evento che possa collegarsi alla diffusione della cultura, a seconda della finalità e
del contesto in cui operiamo. Dato che la finalità della nostra Istituzione comprende
l’offerta didattico-formativa è utile progettare queste attività culturali in modo da
riuscire a promuovere non solo nuovi corsi ma anche e soprattutto a mantenere i nostri
studenti “fedeli” ai nostri corsi.
Torna utile a questo proposito riflettere su ciò che sostiene Argano (2008) in una sua
intervista4
oggi nella progettazione culturale viene dedicata grande attenzione ad una concezione più
ampia di quanto proposto, di ciò che viene offerto, denotando quello che può definirsi un
vero “sistema di offerta”. Vale a dire affiancare al nostro progetto culturale la cosiddetta
“offerta allargata”. Per esempio se il nostro progetto culturale consiste nella messa in scena
di uno spettacolo teatrale (la nostra offerta centrale), questa offerta si può “allargare”
offrendo la possibilità di assistere a delle prove aperte o ancora da cicli di seminari e lezioni
di didattica teatrale o lezioni sul teatro italiano […]. Anche alcune grandi Istituzioni
internazionali hanno da tempo contraddistinto la loro offerta con un’ampiezza e varietà di
prodotti, attività e iniziative come ad esempio l’Auditorium Parco della Musica di Roma,
che ha oggi proventi da attività convegnistiche di alto livello, dalle sfilate di moda, dalle
prime dei film, da visite guidate e in modo considerevole da un piccolo spazio espositivo
dedicato a mostre di un pezzo unico (lo slogan è 1 sala, 1 opera, 1 euro).
Non è detto che queste attività affiancate producano sempre un profitto in termini
economici, ma l’Istituzione ne trarrà comunque un vantaggio in termini di immagine e
promozione, portando probabilmente a raggiungere obiettivi a lungo termine.
3 Gli Istituti italiani di Cultura sono alle dirette dipendenze del ministero degli Affari Esteri e hanno
quindi una finalità già definita dallo stesso Ministero. Dall.’Art. 8, Legge 22 dicembre 1990, n. 401
Risulta che gli Istituti italiani di cultura:
a) stabiliscono contatti con istituzioni, enti e personalità del mondo culturale e scientifico del paese
ospitante e favoriscono le proposte e i progetti per la conoscenza della cultura e della realtà italiane o
comunque finalizzati alla collaborazione culturale e scientifica;
b) forniscono la documentazione e l'informazione sulla vita culturale italiana e sulle relative istituzioni;
c) promuovono iniziative, manifestazioni culturali e mostre;
d) sostengono iniziative per lo sviluppo culturale delle comunità italiane all'estero, per favorire sia la
loro integrazione nel paese ospitante che il rapporto culturale con la patria d'origine;
e) assicurano collaborazione a studiosi e studenti italiani nella loro attività di ricerca e di studio
all'estero;
f) promuovono e favoriscono iniziative per la diffusione della lingua italiana all'estero, avvalendosi
anche della collaborazione dei lettori d'italiano presso le università del paese ospitante, e delle
università italiane che svolgono specifiche attività didattiche e scientifiche connesse con le finalità del
presente articolo.
Nonostante ciò anche nella loro mission si possono riscontrare differenze. Ad esempio non
tutti gli Istituti Italiani di Cultura all’estero organizzano corsi di italiano.
4 Lucio Argano è Senior Manager della ADHOC CULTURE e docente di discipline giuridico
gestionali al Corso di Laurea Dams dell'Università degli Studi Roma Tre. Autore di diverse
pubblicazioni nel campo della gestione culturale, è inoltre fondatore e membro dell'Advisor Board
della Fondazione Fitzcarraldo. Per l’intervista completa cfr. www.fizz.it-caro-argano_print.htm.
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Attività 1: Analizzate le eventuali differenze tra gli eventi offerti dalle Istituzioni
italiane e quelli offerti dalle Istituzioni di altri Paesi, cercando di capire se esiste una
potenziale “nicchia di mercato” che ancora non è stata avvicinata.
1.3. La promozione6
Come abbiamo citato più sopra nel modulo, la progettazione culturale è legata al
concetto di promozione.
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7 Cfr. www.iicsofia.org
7
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Programma
L’Istituto Italiano di Cultura di Sofia informa che nel periodo 17- 23 settembre 2008 nel parco
Borisova gradina (Lyatnata estrada) di Sofia avrà luogo una grande manifestazione all’aperto che si
propone di ricreare l’atmosfera delle feste tipiche della tradizione italiana.
E’ un evento speciale, destinato al grande pubblico, un po’ festival, un po’ festa, un po’ sagra, durante
il quale ci saranno momenti a carattere culturale, artistico, musicale e gastronomico. L'obiettivo che ci
proponiamo è di offrire un'immagine dell'Italia vivace, simpatica, dinamica, capace di conciliare
tradizione e modernità. E naturalmente quello di incrementare ulteriormente la conoscenza, la stima e
l’amicizia fra italiani e bulgari.
La scelta delle date non è casuale: il 17 settembre si celebra la festa della città di Sofia e il 22 settembre
è la Festa Nazionale dell’Indipendenza bulgara. Vuole quindi essere un omaggio dell’Italia, delle sue
istituzioni e della sua cultura, a Sofia e alla Bulgaria.
Anche il posto, messo a disposizione del Comune di Sofia, con il quale condividiamo l’organizzazione,
è tanto suggestivo quanto adatto allo scopo. Si chiama “Lyatna estrada”, è all’interno del Parco
Borissova Gradina, a due passi dal Ponte delle Aquile, quindi nel cuore della città. E’ un’oasi di verde
e di tranquillità che per una settimana si animerà con i suoni, la musica, i colori, i sapori della più
genuina italianità. Grandi e piccini troveranno in quest’angolo d’Italia divertimento, svago prelibatezze
e la nostra naturale simpatia.
PROGRAMMA
Mer. 17 sett. Ciao Sofia. Omaggio a Sofia in occasione della Festa della città.
Sbandieratori Città di Narni. Esibizione in vari punti della città (vedi percorso) con bandiere, tamburi e
chiarine.
Ore 20.30 - Serata artistico-musicale: Concerto del gruppo di folk napoletano Terrasonora e
performance dal vivo dell’artista Luciano Longo.
- Еsibizioni di pizza acrobatica della Scuola Italiana Pizzaioli
Gio. 18 sett. Ore 19.00 - Voglio vedere l’Italia: serata-concerto con un Coro di bambini bulgari del
Karnolski Art Center che cantano un repertorio italiano.
- Еsibizioni di pizza acrobatica della Scuola Italiana Pizzaioli
Ven. 19 sett. Ore 20.30 - Gruppo Folk Athenea. Concerto di musica popolare siciliana.
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Sab. 20 sett. Ore 18.00 - Le avventure di Orlando. Spettacolo del Teatro dei Pupi Siciliani di Emanuele
Macrì. In collaborazione con il Festival Internazionale delle Marionette del Comune di Sofia.
Dom. 21 sett. Ore 16.00 - Replica dello spettacolo Le avventure di Orlando del Teatro dei Pupi
Siciliani.
Ore 18.00 - Commemorazione per i 60 anni della Costituzione Italiana con un Concerto della Fanfara
della Brigata Alpina "Julia"
Lun. 22 sett. Ore 20.30 - 50 anni di Volare: serata omaggio a Domenico Modugno con Dimitar Iossifov
e altri cantanti bulgari e italiani
Per tutta la durata della manifestazione funzioneranno chioschi con specialità gastronomiche di varie
regioni italiane con pizza, pasta, dolci, gelato e degustazione di vini italiani.
8 Per questi temi rimandiamo al modulo di Maria de Luchi, Master Itals 2ο livello, Metodologia
della ricerca nella didattica delle lingue.
9 in Pellerey, M. (1994: 30).
9
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Fondamentale è l’aspetto dell’analisi dei bisogni, di cui dobbiamo tenere conto nella
nostra progettazione. Diversa infatti è la situazione delle varie realtà in cui operiamo.
Per esempio “sia in Giappone che a Singapore gli studenti si avvicinano all’italiano
spinti dalla motivazione del "piacere". Ben diverse sono invece le ragioni del recente
boom d’italiano in Cina e in India, dove molte aziende italiane hanno investito,
portando la gente del posto a interessarsi alla nostra lingua per motivi di lavoro,
quindi per "bisogno" e "dovere"”10.
La progettazione dell’offerta didattica e formativa mira a un’offerta che inglobi la
qualità del servizio dell’Istituzione in un modello organizzato, che tenga però conto
del territorio in cui opera, fattore determinante per impostare la sua programmazione.
In questo contesto diventa fondamentale la professionalità del docente. Quindi va
diffusa la cultura della professionalità e dell’organizzazione.
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CONTROLLO AZIONI
2.1. L’analisi
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consumatore è dunque necessario, come sostiene Kotler (1991: 18) “to define
customer needs from the customer point o view, not from its own point of view”17.
Tutto ciò ci porta alla considerazione del fatto che il consumatore non è più solamente
il destinatario dei nostri prodotti o servizi, ma è il punto di partenza; tutto il processo
parte dunque dal consumatore e dai suoi bisogni e a lui poi ritorna per la
soddisfazione di quei bisogni. E come sostiene Bollo (2005: 161) “Oggi le imprese, se
vogliono sopravvivere, devono preoccuparsi di conoscere, anticipare e soddisfare i
bisogni e i desideri dei loro clienti; anziché limitarsi a vendere devono costruire
relazioni, garantire qualità e attenzione in tutti i momenti […]”18.
In questa seconda fase, dopo aver raccolto tutte le informazioni utili ed averle
analizzate è necessario formulare quali sono gli obiettivi da raggiungere, che possono
essere a breve, media o a lunga scadenza. Gli obiettivi della nostra Istituzione possono
comprendere:
Con il termine “realistico” si intende dire che nella nostra programmazione, sia
culturale che didattica, dobbiamo avere un occhio attento non solo al territorio in cui
operiamo e ai bisogni degli utenti, ma che dobbiamo anche cercare di trovare una
combinazione, come è già stato citato, che tenga conto della reale possibilità
economica dell’Istituzione di poterli realizzare.
2.3. Le strategie
Per raggiungere gli obiettivi prefissati dovremo naturalmente seguire delle strategie.
Anche a questo proposito tornano utili le nozioni che prendiamo in prestito dal
Marketing. Catena (1998: 39) definisce le strategie come “le azioni attraverso le quali
è possibile realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati”.
17“Definire i bisogni del consumatore dal punto di vista del consumatore e non dal proprio
punto di vista” (traduzione nostra).
18 Bollo, A. (2005), “Marketing degli eventi culturali”, in Argano, L.,Bollo, A., Dalla Sega, P.,
Vivalda, C. , Gli eventi culturali, Ideazione, progettazione, marketing, comunicazione.
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L’attuazione delle strategie sarà possibile solo se verrà sostenuta da una struttura
organizzativa efficace ed efficiente, che possa utilizzare nel miglior modo possibile le
risorse umane ed economiche a disposizione e in grado di cogliere tutte le opportunità
che il contesto ambientale offre.
Vi presentiamo un esempio di strategie attuate nell’università di Pescara, Facoltà di
Lingue nel 200619:
In questi ultimi anni le scelte politiche della Facoltà di Lingue si sono rivolte principalmente alla
ottimizzazione della didattica seguendo due strategie sinergiche: 1) potenziamento del corpo docente,
allo scopo di raggiungere un rapporto numerico ottimale fra docente e discenti, tanto più importante in
una realtà quale quella dell’insegnamento delle lingue, in cui tale rapporto ha un’incidenza non
secondaria nell’apprendimento e nel conseguimento degli obiettivi; 2) migliore articolazione
dell’offerta formativa per soddisfare al meglio inclinazioni e prospettive degli utenti, da un lato, per
adattarsi sempre di più alle istanze e alle richieste del mondo del lavoro, dall’altro; a tal fine ai due
corsi di laurea triennale già attivi (Lingue e letterature straniere; Traduttori e interpreti), il primo dei
quali organizzato in quattro curricula (Filologico-letterario; Linguistica, glottodidattica e lingue per
l’impresa; Lingua, storia e culture dei paesi europei; Turistico-manageriale), dall’anno accademico
2004-2005 si affiancano due lauree specialistiche (Lingue, Letterature e Culture Moderne; Lingue
Straniere per l’Impresa e la Cooperazione internazionale). In questa prospettiva di crescita e
potenziamento, inoltre, la Facoltà ha previsto, nell’immediato futuro, un ulteriore incremento
dell’offerta formativa e l’istituzione di nuovi insegnamenti, che spaziano dalle aree tradizionali alle
nuove discipline, oltre a nuovi Master e Dottorati che affiancheranno quelli già attivi, promuovendo il
perfezionamento e la formazione permanente.
2.4. Le azioni
Le azioni consistono nella serie delle attività operative che mettiamo in atto per dare
applicazione concreta alle strategie . Possiamo classificarle in azioni volte alla:
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possibile fissare degli obiettivi di tipo didattico o culturale quando poi siamo
sprovvisti della “materia prima”, vale a dire il personale docente o altri operatori
dell’Istituzione su cui poterci basare per la realizzazione di questi obiettivi. Così
anche un quadro economico chiaro della situazione della nostra “impresa” ci porterà a
definire quali azioni in termini “economici” saranno necessarie per attuare i nostri
programmi (per esempio in mancanza di fondi prevedere di fare ricorso a
sponsorizzazioni, sinergie, convenzioni o altro). Anche definire la programmazione
temporale è fondamentale in quanto sia le attività culturali che i nostri corsi vanno
progettati e programmati non solo per l’anno in corso ma anche a lungo termine,
prevedendo un loro percorso continuativo. Naturalmente si cercherà di mettere in atto
azioni utili ad attuare i nostri obiettivi. Un esempio molto semplice di azione, per
quanto riguarda i corsi, può essere uno sconto particolare per quegli studenti che
decidono di seguire più di uno dei nostri corsi. In questo modo creiamo un incentivo
per l’apertura di nuovi corsi. Questo tipo di azione rientra nella Promozione20.
2.5. Il controllo
20A sostegno delle strategie di mercato viene usato il modello del marketing mix. Nel
marketing mix troviamo la combinazione dei quattro fattori di marketing, sintetizzati nella
formula 4 P, acronimo delle variabili prodotto, prezzo, posto, promozione.
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3. L’indagine di mercato
lo studio della struttura del mercato si rende necessario in un’Azienda (sia essa di produzione o
di distribuzione) per individuare tutti quei fattori che influenzano in modo determinante il
comportamento dei consumatori. Ed è importante per il management essere costantemente
informato sulle tendenze evolutive per anticipare le decisioni necessarie per continuare ad avere
successo.
ANTICIPARE I FENOMENI
CONOSCERE MEGLIO
per
SBAGLIARE DI MENO
- ottimizzando le risorse
- prevedendo e soddisfacendo i bisogni aziendali attuali e latenti dei
nostri”utenti”
Fig. 1 adattato da: Introduzione al Marketing, Stelvio Catena
21Dagradi, F. Le ricerche di mercato, uno strumento per compiere scelte consapevoli (cfr
www.professionaloptometry.it/articoli/16-08-01)
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22 Cfr.: http://www.indire.it/new_funzioniobiettivo/associazioni/fnism/approfondimenti/articolo1/1_2.htm
23 Cfr. Balboni, P., Santipolo M.,(2003) L’ italiano nel mondo. Mete e metodi
dell’insegnamento nel mondo. Un’indagine qualitativa. In questo volume sono stati
pubblicati i risultati della ricerca svolta dal Progetto Itals, università Ca’ Foscari di Venezia.
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La ricerca qualitativa nasce negli Stati Uniti, negli anni ’20, ad opera di psicologi e
ricercatori sociali, che applicano le rispettive discipline al marketing.
Come afferma Catena (1998: 49) “le ricerche qualitative si basano sulle teorie della
psicologia e della sociologia e servono a mettere in luce gli aspetti consci e inconsci
del pubblico nei confronti dei più diversi aspetti che interessano il mercato, il
comportamento dei consumatori, le loro attese e resistenze di fronte agli stimoli a cui
sono stati sottoposti”. Le ricerche di tipo qualitativo vengono effettuate attraverso
strumenti di rilevazione non rigidamente formalizzati, come la discussione di gruppo
o l’intervista individuale, con una serie di domande aperte. Si tratta di ricerche
esplorative, che mirano a chiarire e ad approfondire la natura di un problema, a capire
meglio una situazione e a fornire indicazioni per indagini future. Attraverso le
ricerche qualitative non ci si propone di stabilire la frequenza di un fenomeno, per
esempio quanti sono i consumatori di sesso maschile che scelgono un certo tipo di
macchina Fiat oppure quanti sono gli studenti, nel Paese in cui operiamo, che
decidono di andare a studiare in Italia24, quanto piuttosto di analizzare il “perché” di
un certo fenomeno (per esempio qual è il motivo per cui questi consumatori di sesso
maschile decidono di comprare un certo tipo di macchina, oppure perché una certa
tipologia di studenti decide di seguire un corso di Laurea in Italia piuttosto che in un
altro Paese; oppure ancora ci aiutano a capire cosa il pubblico apprezza o meno nella
nostra offerta culturale-linguistica e perché e cosa preferirebbe ricevere). La ricerca
qualitativa non è in grado di fornirci delle percentuali, ma ci offre la possibilità di
individuare i meccanismi profondi che stanno alla base degli atteggiamenti o
comportamenti verso un determinato prodotto o servizio e di comprendere le
motivazioni dei bisogni dei nostri utenti, che sono informazioni di grande utilità.
Nella ricerca qualitativa non esiste nessuna rappresentatività statistica, il numero delle
persone a cui si rivolge è solitamente minore a quello della ricerca quantitativa e i
risultati non rappresentano un fenomeno generale.
24 Questa ultima informazione sarà utile per noi per decidere se avviare o meno corsi per la
loro preparazione, ma ci verrà rivelata da una ricerca di tipo quantitativo.
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La discussione può essere registrata o anche videoregistrata per poter essere poi
trascritta e analizzata.
L’intervista individuale. Con l’intervista individuale l’intervistatore cerca di
raccogliere informazioni attraverso delle domande, che sono più o meno prefissate,
sul comportamento, l’atteggiamento e le opinioni del soggetto intervistato. Secondo
Trinchero (2002: 217) “l’intervista è sempre una relazione partecipata, in quanto il
modo di essere e di sentirsi dell’uno si ripercuote sul modo di essere e di sentire
dell’altro”. Nell’intervista individuale diventano quindi fondamentali le competenze
sociali e comunicative dell’intervistatore, quanto riesce a entrare in empatia con
l’altro, la sua capacità di ascoltare, la conoscenza dell’argomento su cui verrà svolta
l’intervista, il mettere l’intervistato a proprio agio senza creargli situazioni di
imbarazzo, la sua capacità di rimanere estraneo ed oggettivo, senza far trasparire il
proprio pensiero e senza influenzare l’intervistato nelle risposte, l’essere flessibile e
lasciare spazio all’intervistato. Come prima cosa l’intervistato deve essere messo al
corrente delle motivazioni per cui viene svolta l’intervista e di come verrà utilizzata la
sua intervista, garantendo poi l’anonimato dell’intervista stessa, nel rispetto della
legge sulla privacy26. Spesso si possono incontrare reticenze all’intervista individuale
(ma a volte anche di gruppo), specialmente se l’intervista si rivolge a professionisti,
che hanno poco tempo da perdere o che, per motivi diversi, non vogliono manifestare
apertamente la loro opinione (per esempio fare delle interviste a dei docenti per una
ricerca sulla qualità della scuola in cui lavorano).
L’osservazione. Questa forma di rilevazione è utile quando si vogliono studiare dei
fenomeni, comportamenti e condizioni all’interno del contesto in cui avvengono.
L’osservazione può essere aperta, se il soggetto osservato è a conoscenza del fatto di
essere osservato, oppure mascherata, se il soggetto non è a conoscenza di questo
fatto. Ad esempio l’osservazione può essere messa in atto durante lo svolgimento di
un evento culturale, mescolandosi tra la folla ed osservando i comportamenti dei
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L’approccio integrato alla ricerca raccorda insieme i due tipi suddetti di ricerca e si
pone come obiettivo quello di formare un quadro di analisi più ricco. La ricerca
integrata si svolge in due fasi sequenziali:
Talvolta però queste fasi sono svolte in un ordine inverso: in un primo passo si effettua
l’indagine quantitativa e, successivamente, una fase di approfondimento, di natura
qualitativa28. “La combinazione (o triangolazione) di tecniche differenti consente di
riconoscerne i rispettivi punti ciechi”29 e ci permette di raccogliere più informazioni, di
analizzare il fenomeno sotto diversi punti di vista e in questo modo comprenderlo
meglio.
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le tendenze recenti puntano quindi al superamento della dicotomia secca in favore di una ricerca
multimetodo, in cui gli stessi costrutti vengono rilevati con più tecniche diverse, qualitative e
quantitative, secondo un processo di triangolazione, in cui i dati raccolti con una tecnica
validano e arricchiscono quelli raccolti con altre tecniche. In questa visione si abbandona la
logica del metodo di ricerca , scelto a priori sulla base dei presupposti ontologici del ricercatore,
in favore della strategia di ricerca, dove, scegliendo in base agli specifici obiettivi conoscitivi e
realtà da studiare, le tecniche utilizzate sono diverse e vengono messe in atto in modo
combinato.
3.5. Il questionario
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La scelta tra domande aperte, chiuse o a scala deve essere fatta in funzione delle
informazioni che vogliamo raccogliere. Per cercare di agevolare la compilazione del
questionario da parte del soggetto intervistato potrebbe essere utile scrivere
un’introduzione al questionario con le istruzioni per la compilazione, accompagnando
il questionario da una lettera di presentazione della ricerca, con riferimento all’ente
che realizza l’indagine e allo scopo per cui viene svolta, esplicitando l’importanza per
tale ente di ottenere le risposte dell’intervistato e garantendo l’anonimato. Infine nella
fase di redazione di un questionario potrebbe essere utile un pre-test, cioè una
somministrazione di prova dello stesso per testarne le varie parti, la formulazione
della domande, il loro ordine, le domande superflue, ecc. in modo da poter modificare
il questionario prima della stesura definitiva.
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Dal momento che ogni impresa dipende dai propri “clienti” è indispensabile non solo
conoscere ed anche anticiparne i loro bisogni, ma soprattutto soddisfarne le esigenze
ed aspettative.
Per poter sempre migliorare il nostro “prodotto” è importante dunque conoscere
quanto il “cliente” sia soddisfatto della nostra offerta. Per questo sarà importante
monitorare l’offerta dei nostri servizi sia durante che alla fine di un percorso, in modo
da verificare se i nostri servizi vengono percepiti dai clienti come corrispondenti alle
loro esigenze e caratterizzati dalla qualità.
Come sostiene De Luca (2006: 19)
Trevisani parla di marketing percettivo, partendo dalle illusioni ottiche e mostrandoci come il
prodotto viene visto, ascoltato, annusato, gustato, toccato. La casa del marketing apre nuove finestre
sul panorama delle percezioni sensoriali, della teoria della Gestalt secondo cui noi riorganizziamo le
nostre percezioni in base a ciò che sappiamo, del budget mentale che assegna diverse priorità alle
decisioni, dei bisogni di Maslow, secondo cui ai bisogni primari seguono bisogni sempre più
sofisticati. Anche la customer satisfaction è rivista alla luce delle complessità psicologiche, dove non
si tratta più di soddisfare le attese del cliente, ma di ridurre quel gap che fatalmente esiste fra il
prodotto reale e il prodotto ideale che il cliente sogna nella sua mente. Viene da pensare che la
vendita diventa così qualcosa di troppo raffinato e complesso per lasciarla fare solo ai venditori, e
che il marketing non può più essere solo roba da economisti. Infatti, non a caso molti marketing
manager vengono da studi umanistico-filosofici e dalla comunicazione. E anche i grandi venditori
sono buoni conoscitori della psicologia delle persone, magari senza saperlo.
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Come sostiene Catena (1998: 16) “naturalmente le azioni del marketing assumono
valore solo in quelle situazioni economiche in cui risultino soddisfatti i primi due
livelli di bisogni e l’interesse del consumatore sia rivolto alle necessità di carattere
sociale e di autorealizzazione”. Di conseguenza nella nostra analisi saremo indirizzati
all’analisi dei punti 3., 4. e 5., che possono collegarsi alle motivazioni secondarie e di
livello superiore33. Il punto 3. è il bisogno di affetto, quindi sostanzialmente un
bisogno di natura sociale, vale a dire il bisogno dell’appartenenza a un gruppo, che
può essere la famiglia, gli amici, un gruppo religioso ecc. Questo bisogno ci spinge ad
essere amati dagli altri, ad essere accettati dagli appartenenti al gruppo. Il punto 4. è il
bisogno di autostima, anche questo un bisogno sociale, quindi il bisogno di avere la
considerazione degli altri, di essere considerato un elemento valido nella società.
Il punto 5. infine è quello dell’autorealizzazione, il bisogno di diventare quello che
desideriamo diventare, il bisogno di realizzare le proprie aspirazioni, di sentirci
completi. E’anche interessante notare la distinzione fatta da Kotler (1991: 5) tra needs
(bisogno) e wants (desiderata): “A human need is a state of felt deprivation of some
basic satisfaction […] Wants are desires for specific satisfiers of these deeper needs”,
distinguendo tra i bisogni di base e primari , come la soddisfazione della fame e della
sete, e i desideri, che riguardano la soddisfazione di bisogni più profondi,
concludendo che “Marketers, along with other influencers in the society, influence
wants”34. Lo psicologo E. Negri35 sottolinea inoltre che “Il concetto di bisogno è
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legato a quello di motivazione. Ogni volta che un individuo avverte un bisogno viene
innescata in lui una spinta motivazionale”.
Riportiamo di seguito, come esempio, una parte di una ricerca sulla customer
satisfaction di una banca. Questa ricerca integrata riguarda la valutazione e
l’interpretazione della customer satisfaction sul servizio bancario, svolta presso
l’Università Cattolica di Milano36:
a. Fase quantitativa: misurazione dell’importanza dei singoli attributi del servizio bancario.
L’indagine quantitativa – prima fase della ricerca – è stata effettuata su un campione di 249 clienti di
una banca operante sulla città di Milano. Per rilevare la customer satisfaction del campione di clienti
considerato, il questionario, somministrato tramite intervista diretta – è stato strutturato in tre sezioni,
comprendenti vari aspetti del rapporto banca-clienti, sui quali gli intervistati dovevano esprimere un
giudizio di valutazione, su una scala di punteggio 1-3 ( 1 = insoddisfatto, 2 = soddisfatto, 3 = molto
soddisfatto).
• verificare l’importanza-priorità degli aspetti emersi nella fase quantitativa, per ciascun fattore
del servizio bancario, e approfondire le sottostanti motivazioni;
• formulare eventuali nuove ipotesi, in ottica interpretativa della customer satsfaction e di
ampliamento delle sue determinanti.
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Gli obiettivi di questa fase dell’indagine sono stati perseguiti attraverso l’analisi delle seguenti aree
tematiche:
• storia del cliente: elementi determinanti la scelta-abbandono della banca; importanza della
qualità dei servizi sia materiali (mutui, pagamenti, ecc.) che immateriali (accoglienza,
gentilezza, disponibilità personale, ecc.);
• rapporto cliente-banca;
• fiducia-fedeltà verso la propria banca;
• aspettative e necessità del cliente vs la banca ed i suoi servizi;
• valutazione dei fattori o dimensioni del servizio (di cui alla fase quantitativa):
a) personale (rapporto ideale-rapporto reale)
b) etica (elementi di rapporto corretto)
c) logistica (importanza della prossimità dello sportello e dell’accoglienza)
d) servizi tradizionali (quali vengono in mente spontaneamente? Quali gli aspetti positivi e
negativi?)
e) servizi innovativi (quali vengono in mente spontaneamente?) Quali i più utili e
apprezzati? Quali inutili o inutilizzati?)
• soddisfazione-insoddisfazione globale verso la banca;
• suggerimenti per migliorare il rapporto di fiducia con la banca e il servizio bancario.
[..]
37 Cfr. www.interprofessionale.net/dbpdfev/ACFj8OfMd.pdf
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a) Aspetti tangibili: giudizio di qualità sull’ aspetto delle strutture fisiche, delle
attrezzature, del personale e dei materiali di comunicazione.
b) Affidabilità: giudizio riguardante la capacità dell’impresa di proporre il
servizio in modo affidabile e accurato.
c) Capacità di risposta: prontezza nel rispondere alle esigenze del cliente.
d) Sicurezza: essere dotati di personale competente e gentile ed in grado di
trasmettere sicurezza e fiducia al cliente.
e) Empatia: cortesia e attenzione individualizzata, capacità di ascoltare ed
andare incontro alle esigenze del singolo cliente.
Attività 10: Fate una riflessione sul concetto di qualità attesa e percepita,
relativamente ai corsi di lingua offerti o agli eventi culturali, analizzando se avete mai
pensato a questa differenza e se questo viene o meno considerato nell’Istituzione in
cui operate.
38 Ibidem
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Quindi la nostra programmazione deve essere vista con l’intento di creare e mantenere
un’Istituzione di qualità in grado di offrire servizi di qualità. Questo processo della
qualità deve mirare a
Come riportano le "Linee guida per la diffusione della Qualità nella scuola"39 per
ottimizzare il servizio erogato dalla nostra Istituzione sono necessari due requisiti
fondamentali:
a) una capillare azione di informazione sui principi della Qualità e sulla cultura
della misura e del controllo che possa vedere coinvolti tutti i soggetti
dell’Istituzione, dai direttori ai docenti, dal personale non docente agli alunni
stessi
b) una struttura organizzativa valida in termini di efficacia, efficienza e controllo.
Il miglioramento della qualità del servizio, la ricerca di una maggiore soddisfazione dei
bisogni e delle attese di utenti e operatori, l'impegno costante per garantire l'affidabilità del
servizio offerto in tutti i suoi aspetti, l'orientamento verso risultati di apprendimento crescenti
per gli studenti, tali da promuoverne in misura sostanziale il successo formativo,
rappresentano perciò gli obiettivi primari del Progetto Qualità della Scuola […] La "Qualità"
diviene un valore aggiunto per l'acquisizione di una cultura della progettazione,
dell'organizzazione e della gestione dei servizi scolastici, nonché di capacità professionali in
linea con le attese e i bisogni dell'utenza.
Una delle metodologie più usate per gestire la qualità è il modello PDCA, chiamato
anche ruota o ciclo di Deming41.
39 Queste linee guida sono state emesse dal Ministro della Pubblica Istruzione in data
11/12/2000.
40 Cfr. www.pubblica.istruzione.it/news/2001/progetto_qualita.shtml
41 Il modello ha preso il nome da E. Deming, il quale, adottando i principi della qualità, fornì
un notevole contributo allo sviluppo industriale del Giappone dopo la seconda guerra
mondiale.
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Il PDCA è un sistema che può essere applicato a tutti i processi e che ha come
obiettivo il miglioramento continuo della qualità e l’utilizzo ottimale delle risorse,
attraverso l’individuazione dei problemi e delle azioni che servono per risolverli.
Questo sistema si basa sull’interazione di quattro fattori: Plan, Do, Check, Act42:
42 Cfr. www.12manage.com/methods_demingcycle_it.html
43 Cfr. http://www.dei.unipd.it/ricerca/gmee/didattica/corsi/iq/lez/strq-pdca.4p.pdf
30
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5. L’iter progettuale
31
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umane e conoscenze disponibili, sia della capacità di gestione dei soggetti coinvolti
nello svolgimento del progetto. E’ in questa fase che ci rendiamo conto se l’evento può
essere realizzato, se si possono trovare finanziamenti; è il momento della valutazione
degli imprevisti e delle soluzioni alternative, della definizione dei costi e della durata
del progetto, delle strategie da adottare e della ricerca di partner da coinvolgere
nell’evento. E’ il momento in cui ci poniamo delle domande a cui cerchiamo di trovare
delle risposte per poi intervenire. Ad esempio:
Pur essendo ogni fase molto importante, la fase dell’attivazione è quella che ci permette
di renderci conto della fattibilità della realizzazione, vale a dire se il nostro progetto è
realistico in termini di risorse, non solo economiche ma anche umane. Se la parte
economica del progetto, cioè la determinazione dei costi e dei fondi a disposizione per
sostenerli, è di estrema importanza, ugualmente importante è il tema della qualità
dell’evento, sia che si tratti di un “mega evento” che di un piccolo evento.
32
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Riportiamo nella tabella seguente (Argano, 2008: 93) come viene inteso il concetto di
qualità nell’evento.
Attività 11: Prendendo a modello lo schema di Argano, riportato nella fig. 6, riflettete
sulla qualità di un progetto della vostra o di altre Istituzioni (potete anche fare una
ricerca su Internet) valutandone i contenuti, l’organizzazione e la comunicazione.
E’ una fase estremamente delicata. Dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie
si passa alla programmazione dettagliata delle azioni che devono essere intraprese, i
tempi, le risorse e le modalità di controllo dell’iter progettuale. La fase della
pianificazione è il momento in cui si organizzano, con un piano di lavoro dettagliato,
tutti gli elementi che sono stati in precedenza valutati. E’ il momento della chiarezza,
utile per analizzare ogni punto senza lasciare nulla al caso.
Nella fase della pianificazione il nostro piano dovrà comprendere:
Si stabiliscono tutte le azioni che devono essere fatte e che comprendono le attività di
Attività
allestimento, le attività di comunicazione e le eventuali attività contrattuali.
Si intendono le risorse sia umane che materiali.
Risorse umane: valutazione delle risorse e distribuzione dei compiti tra i membri del
Risorse team del progetto, tenendo in considerazione le loro competenze.
Risorse materiali: si valuta la situazione delle risorse materiali di cui si ha bisogno,
quelle che abbiamo a disposizione e quelle che vanno recuperate altrove.
Tempi Si stabiliscono i tempi necessari per lo svolgimento delle azioni
Locazione Si stabilisce il luogo dove verrà svolto il progetto
Si stabilisce quanto si deve pagare, in che modo effettuare il pagamento e quando
Costi effettuarlo, tenendo in considerazione eventuali sponsorizzazioni e/o finanziamenti.
Si procede al piano di fund raising.
Si stabilisce in che modo e quando effettuare azioni di controllo, con azioni di
Azioni di monitoraggio del progetto in itinere, per valutare se stiamo rispettando il nostro
Controllo programma, i tempi e i costi e in generale come stiamo procedendo e se sono necessari
degli interventi correttivi al nostro progetto.
Rischi Si stabiliscono possibili soluzioni alternative per prevenire rischi o imprevisti
Come suggerisce Kotler (1993)47 il momento del controllo deve portare alla riflessione
sui seguenti punti:
47 In Argano, L., Bollo, A., Dalla Sega, P., Vivalda, C., (2005) Gli eventi culturali.
33
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Cosa determina
Quali sono gli
obiettivi?
↦ Cosa sta
accadendo?
↦ ciò che sta ↦ Cosa dobbiamo
fare?
accadendo?
fig. 7 adattata da Kotler,1993
48 Per questa fase, che riguarda la gestione del progetto, si rimanda al modulo del Master
Itals, La Promozione di eventi di Balboni (cfr. Balboni, E.P..,La Promozione di eventi,
Elaborazione ed integrazione di M.A.Rapacciuolo).
34
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Come sostiene Amari (2006: 126) in questa fase “dovranno essere identificati e
utilizzati gli strumenti per il monitoraggio e la valutazione del progetto, al fine di
rendere ragionevolmente misurabile la pertinenza, l’efficacia, l’efficienza, la
sostenibilità e altri aspetti ritenuti significativi”. Spesso la fase della valutazione viene
trascurata, specialmente se il progetto è andato bene in porto. E’ invece utile valutare
il proprio operato per cercare di fare sempre meglio, come pure sarebbe necessaria
una relazione di tutto il percorso del progetto, anche questo utile per eventi futuri.
Come suggerisce Argano (2008: 156) “la strumentazione per un valido lavoro di
valutazione consiste in un questionario, moduli di osservazione, interviste, incontri,
eventuale impiego di valutatori esterni”.
35
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6. Il marketing culturale
L’adozione del marketing in contesti quali la cultura, ebbe inizio alla fine degli anni sessanta,
principalmente grazie a Philip Kotler e a una sua rielaborazione del concetto e della funzione del
marketing inteso come processo sociale e manageriale attraverso il quale individui, o gruppi di
individui, soddisfano i loro bisogni attraverso lo scambio di prodotti o di valore con altri
soggetti. I concetti di “soddisfazione dei bisogni” e di “scambio di valore” tra categorie di
soggetti (le organizzazioni ed i clienti) divennero così centrali nel definire le finalità ed il ruolo
del marketing.
- l’analisi del carattere della domanda, per capire quali sono le preferenze del
pubblico e fare offerte culturali diversificate;
- l’analisi del servizio e dell’attività offerta, per valutarne la qualità e la
corrispondenza alle preferenze del pubblico;
- le condizioni economiche di offerta;
- i canali di distribuzione dell’offerta;
- le modalità e tempi di comunicazione dell’attività e dei servizi offerti.
Come nel marketing aziendale, anche nell’ottica degli eventi culturali ci si basa sui
seguenti processi52:
a. momento analitico: consiste nella fase dell’analisi dei bisogni per stabilire gli
obiettivi. E’ il momento importante della raccolta di informazioni, sia
relativamente al territorio, che al pubblico reale e potenziale. Solo una corretta
informazione, basata su una raccolta di dati da usare come risorsa può portare
a fissare obiettivi concreti e realistici;
b. momento strategico: consiste nella fase delle strategie e delle azioni da
adottare. Come indicato da Bollo53 le strategie possono essere:
- strategia di marketing indifferenziato, quando ci si rivolge a tutto il
mercato con un unico tipo di offerta;
49 Bollo, A. (2005), “Marketing degli eventi culturali” in Argano,L., Bollo.A., Dalla Sega, P.,
Vivalda, C., Gli eventi culturali.
50 Cfr. www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=948133914
51 Amari, M. (2006), Progettazione culturale.
52 Bollo, A. (2005), “Marketing degli eventi culturali” in Argano,L., Bollo.A., Dalla Sega, P.,
Vivalda, C., Gli eventi culturali.
53 Ibidem
36
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37
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Che il web sia una grande risorsa non è certamente una novità. Come non è una novità
il fatto che oggi siano sempre più numerose le persone che navigano in rete alla
ricerca di informazioni. Per questo potremmo affermare che il web è forse oggi il
mezzo più potente per farci conoscere dal pubblico e per avvicinarlo alla nostra
Istituzione e alle attività svolte. Riflettiamo allora insieme a cosa può esserci utile
questo strumento:
a. nell’indagine di mercato
b. nella promozione
c. nella programmazione.
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Attività 12: Riflettete sulle diverse possibilità offerte dalla rete che potrebbero aiutarvi
nella vostra programmazione.
Fondata nel 1878 ed ora amministrata dal Ministero per l'Industria Francese, l'Ecole des Mines di
Douai produce 200 laureati in ingegneria ogni anno. Nel cuore della città di Douai, la scuola è
distribuita su tre siti, ognuno dei quali focalizzato in una specifica attività della scuola: insegnamento,
vita degli studenti e ricerca. la scuola di ingegneria di Douai è membra del Groupe des Ecoles des
Mines (GEM), un'associazione che rappresenta sette scuole di ingegneria della Francia. è attivamente
coinvolta in numerosi progetti, compreso la Grande Ecole Virtuelle (GEV), una iniziativa progettata
per incoraggiare l'adozione e l'espansione delle nuove tecnologie per l'informazione e la comunicazione
nelle scuole associate. Nuove pratiche formative sono state introdotte incontrando alcuni importanti
problemi sulla formazione e l'educazione.
Obiettivo
La conoscenza tecnica e le risorse non erano un problema siccome tutti gli studenti erano familiari con
la programmazione dei computer per un diploma o l'altro e le tecnologie informatiche occupano già un
ruolo importante nelle pratiche dell'insegnamento; i budget e il livello degli investimenti sono limitati.
Un ulteriore problema era che il corpo docenti non era sempre a proprio agio con l'idea di classi online
55 Cfr. http://siel08.cs.unitn.it/Atti/lavori/fedeli.pdf
56http://www.adobe.com/cfusion/showcase/index.cfm?event=casestudydetail&casestudyid=62151&loc
=it
39
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- le loro abilità e la loro esperienza hanno sempre ruotato attorno a classi in aula e non in un ambiente
multimediale. Allo stesso tempo i docenti sapevano che prima o poi avrebbero dovuto prendere la
strada del digitale se volevano che i loro programmi restassero interessanti alle future generazioni di
studenti.
Come tutte le scuole universitarie, l'Ecole des Mines e i suoi amministratori si sono trovati ad
affrontare la domanda dell'e-learning: come distribuire al meglio contenuti formativi online che
studenti potessero seguire come complemento alle loro lezioni in aula. In linea generale, il dibattito
cerca di definire l'aspetto delle scuole di ingegneria del futuro, in modo da poter ottenere il meglio
dalle possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
Mathieu Vermeulen, project manager all'Ecole des Mines sezione multimedia, si trovò di fronte al
quesito di come motivare il corpo docenti per produrre contenuti online senza investire enormi quantità
di denaro e senza forzarli ad imparare uno strumento professionale per i contenuti come Flash. La
sezione aveva già provato a produrre i loro contenuti in HTML, ma questo ha fallito la conformità con
gli standard di qualità richiesti dalla scuola. Quindi avevano delle presentazioni in PowerPoint create
da alcuni docenti- preparati ad alto livello, certo, ma quanto è pratico spedire 100 MB tramite Internet?
Soluzione
Mathieu stava girando per i padiglioni della fiera dell'e-learning con questi problemi in mente quando
ha notato una presentazione di Breeze nel padiglione HyperOffice. Dopo circa mezz'ora, gli fu chiaro
di aver trovato la soluzione: un "powerPoint arricchito" con audio, video, animazioni e quiz. Le
presentazioni possono essere create in PowerPoint e trasferite in formato Flash, rendendole accessibili
a tutti gli studenti, senza limiti di peso o di banda. L'Ecole des Mines chiese a HyperOffice di
distribuire un progetto pilota che permettesse ai docenti di provare il software per scoprire se
funzionasse allo stesso modo in un ambiente di produzione come in modalità demo. Fu molto
importante per i docenti trovarlo semplice da utilizzare.
Il pilota fu progettato per durare due mesi. Breeze è talmente intuitivo che gli utenti del pilota
impararono ad utilizzarlo senza nessuna istruzione preventiva. I risultati furono talmente eclatanti che
l'Ecole des Mines decise di acquistare l'applicazione lo scorso Marzo. Il verdetto dopo sei mesi di
utilizzo di Breeze ha superato le aspettative. Molti docenti lo utilizzano già e per loro è una situazione
vincente: gli studenti possono lavorare con note importanti create con Breeze mentre la lezione è più
completa e accattivante. Breeze può anche occuparsi di operazioni noiose come correggere esami: con
questionari corretti possono anche porre domande ai loro docenti via e-mail. Un importante beneficio
di Breeze è che la conversione del codice in Flash permette al corpo docenti di salvaguardare il loro
capitale intellettuale: Le presentazioni di Breeze sono molto difficili da piratare, anche per gli studenti.
Vantaggio
Mathieu Vermeulen è felice della sua decisione. "La velocità con cui i docenti hanno imparato questo
software è veramente sorprendente; mi aspettavo più resistenza, ma la semplicità di Breeze è
eccellente... E gli studenti apprezzano avere materiale didattico multimediale - dopo tutto, la voce del
docente è decisamente meglio che leggere fotocopie." Oggi, Vermeulen è anche un entusiasta
dimostratore del prodotto: "Da quando abbiamo acquistato Breeze, ho fatto alcune dimostrazioni in
altre scuole dell'associazione e in un buon numero di College del Nord della Francia". E siccome sono
tutti connessi con il network per l'insegnamento e la ricerca veloce Renater, può anche ospitare i server
di Breeze per altre scuole!
[…]
40
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La tesi è intesa come prodotto finale del Progetto culturale sviluppato durante l’intero
arco del Master ITALS e dovrà illustrare le idee maturate e le abilità di ricerca
sviluppate. Avrà la lunghezza minima di 50 pagine, se individuale e di almeno 100
pagine, se frutto di un lavoro di coppia.
In questa prima fase vengono focalizzati i temi, i problemi, gli spunti che saranno
oggetto di ricerca. E’ inoltre importante descrivere in modo efficace il contesto in cui
essa si realizza. Si devono specificare e approfondire le proprie convinzioni e
attitudini verso l’area di ricerca, in modo tale da avere alcune idee chiare prima
dell’avvio del progetto. Successivamente si avrà cura di spiegare se e come le idee
iniziali hanno subìto delle modifiche nel corso della ricerca. La riflessione, infatti,
mette in luce i valori e le convinzioni profonde del professionista “riflessivo”. Che
cosa si ritiene essere importante, giusto, sbagliato? Che cosa si trova irritante e
perché?
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b. Spiegare il motivo per cui si ritiene che l’argomento di ricerca sia rilevante.
c. Descrivere il contesto (dove si lavora e con quali responsabilità?)
Segue una breve descrizione della propria attività e del contesto in cui si
realizza.
Dopo una prima riflessione sulle idee personali riguardanti il tema prescelto, è utile
discutere con qualcuno sull’argomento di ricerca. A tal fine si può realizzare
un’intervista con un collega o un esperto, avendo cura di stabilire prima dell’intervista
alcuni punti essenziali su cui chiedere la sua opinione. E’ consigliabile registrare
l’intervista, previa autorizzazione, in modo tale da poter poi citare e commentare
alcuni segmenti significativi, critici o illuminanti. Confrontare le idee personali
iniziali con le considerazioni emerse dall’intervista e riflettere su:
42
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Nella tesi finale non si dovranno semplicemente riportare gli esiti conclusivi della
ricerca, ma si dovrà illustrare il processo intercorso, descrivendo in modo dettagliato
e motivato mediante letteratura che cosa si è fatto e discutere il perché lo si è fatto.
Dovranno perciò risultare chiari al lettore sia l’approccio metodologico adottato che le
modalità di conduzione della ricerca, ricordando che il progetto, su cui si basa la
ricerca, deve essere concretamente messo in atto e accompagnato dalla
valutazione dei risultati. Riassumendo, si dovranno illustrare i seguenti punti:
A questo punto si andrà a stendere il progetto culturale, registrando ogni sua fase e
monitorando il percorso attraverso un’attenta raccolta di dati, secondo le modalità
stabilite in precedenza, ma rimanendo aperti a possibili (e prevedibili) cambiamenti in
itinere. La raccolta e triangolazione dei dati assicurano la validità della ricerca, che
deve evidenziare capacità di interpretazione e riflessione sui dati, più che la loro
semplice descrizione.
Una prima e più semplice tipologia di relazione di progetto ne descrive il suo sviluppo
in ordine cronologico. Una seconda modalità prevede l’organizzazione dei dati in
categorie, allo scopo di mettere a fuoco i principali temi emersi. In questo caso si
enuncia il tema (es. progetto culturale mirato all’apertura o alla valorizzazione della
biblioteca dell’Istituzione) e si citano i dati primari che illustrano la discussione che si
vuole sollecitare. E’ importante riportare la voce di quanti sono stati oggetto della
ricerca attraverso citazioni dirette. Non è possibile, tuttavia, includere tutti i dati
raccolti, per cui una selezione si rende necessaria.
Mentre emergono i temi fondamentali, è importante leggere la letteratura specifica
sull’argomento. Per riassumere, in questa fase:
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Nel frattempo si sarà letta una sufficientemente ampia letteratura sull’area di ricerca e
sui temi in particolare. Sono i temi di ricerca stessi, infatti, a orientare le letture
personali. Se, ad esempio, il focus di ricerca è un’esperienza di progettazione di corsi
e-learning, si approfondiranno testi che ne descrivono i vantaggi, ma anche le
difficoltà. Si devono inserire, se necessario, citazioni dirette, dimostrando come esse
siano o meno coerenti con l’opinione personale derivante dall’esperienza realizzata.
La bibliografia non deve essere esaustiva, ma direttamente correlata ai temi in
discussione e deve dimostrare che le ricerche effettuate collimano o divergono da
quanto è stato scritto sull’argomento. In tal modo si svilupperà la discussione, anziché
la semplice descrizione, dei temi proposti.
La tesi finale dovrà quindi includere:
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Bibliografia
Argano, L., Bollo, A., Dalla Sega, P., Vivalda. C. (2005), Gli eventi culturali,
FrancoAngeli, Milano.
Balboni P.E. (2014), Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera, Torino,
Loescher- Bonacci.
Balboni, P.E., Santipolo M., (2003), L’italiano nel mondo. Mete e metodi
dell’italiano nel mondo. Un’indagine qualitativa, Bonacci Editore , Roma.
Benucci A. (2007), Sillabo di italiano per stranieri. Una proposta del Centro
linguistico dell'Università per Stranieri di Siena, Perugia, Guerra.
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http://www.itals.it
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Dolci, R., (2000), “La figura e la formazione dell’insegnante di italiano LS” in Dolci,
R., Celentin, P. (a cura di), La formazione di base del docente di italiano a stranieri,
Bonacci Editore, Roma.
G. Devoto, G.C. Oli, (2000) Il dizionario della Lingua italiana, Le Monnier, Firenze.
Mintzberg, H. (1994), The Rise and Fall of Strategic Planning , Prentice Hall Europe.
Vedovelli M., (2002) Guida all’italiano per stranieri, Carocci Editore. Roma.
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Sitografia
www.espertoweb.it/articolo.php?id_articolo=psico_marketing
Sito con un’interessante recensione di U. Santucci a un libro di Daniele Trevisani.
www.fizz.it-caro-argano_print.htm
Sito con l’intervista completa a Lucio Argano sulla Progettazione culturale.
www.sofia.iic
Sito dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia.
www.indire.it/new_funzioniobiettivo/associazioni/fnism/approfondimenti/articolo1/1
_2.htm
Sito sulla programmazione didattica e sulla qualità come elemento trasversale alla
programmazione.
www.unich.it/speciale2006/lingue.htm
Sito con l’intervista al Preside di Facoltà della facoltà di lingue dell’Università di
Pescara.
www.professonaloptometry.it/articoli/16-08-01
Articolo di Flavia Dagradi sulle ricerche di mercato.
www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/03196dl.htm
Sito che riporta il Codice in materia di protezione dei dati personali.
www.gea2000.org/documenti/prdf/fumoetv.pdf
Sito con un’indagine quantitativa svolta dalla RAI.
www.ires.piemonte.it/PDF/sintesiseminario.PDF
Sito in cui viene presentato un workshop sul confronto sui metodi della ricerca e
nuove prospettive metodologiche e esperienze di ricerca.
www.psicopedagogie.it/motivarsi.html
Sito in cui viene presentato un articolo dello psicologo Enrico Negri, in cui analizza i
bisogni e le spinte motivazionali.
www.interprofessionale.net/dbpdfev/ACFj8OfMd.pdf
Sito in cui si analizza la soddisfazione del cliente.
www.nextplora.it/business/news.asp?m=12&y=2007&s=month
Sito sulla soddisfazione del cliente.
www.ecoage.it/customer-satisfaction.htm
Sito in cui si analizza il concetto di qualità percepita e qualità attesa.
www.uniurb.it/lingue/matdid/forlani/200607/La%20qualit%E0%20nel%20turismo.pd
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Sito sulla qualità nel turismo, dove viene analizzato il concetto di qualità attesa e
percepita.
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www.12manage.com/methods_maslow_hierarchy_needs_it.html
Sito in cui si analizza la gerarchia dei bisogni di Maslow.
www.pubblica.istruzione.it/news/2001/progetto_qualita.shtml
Linee guide del ministero della Pubblica Istruzione sulla qualità nella scuola.
www.12manage.com/methods_demingcycle_it.html
Sito sul modello PDCA.
www.dei.unipd.it/ricerca/gmee/didattica/corsi/iq/lez/strq-pdca.4p.pdf
Sito dell’università di Padova, con un esempio di modello PDCA.
www.linea.it/ops/altriprog/corso%valutazione/secondomodulo/storti.PDF
Sito in cui viene analizzato il concetto di analisi SWOT.
www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=948133914
Sito sulla progettazione culturale.
http://siel08.cs.unitn.it/Atti/lavori/fedeli.pdf
Sito del Centro linguistico dell’Università degli Studi di Macerata, dove viene
presentata una sperimentazione di blended learning.
www.adobe.com/cfusion/showcase/index.cfm?event=casestudydetail&casestudyid=6
2151&loc=it
Sito dell’Ecole de Mines de Douai, con uno studio di caso.
www.pug.uni.trieste.it/docenti/candian/didattica/sunto%/20sull-
indagine%statistica.pdf
Sito sulla costruzione e progettazione di un questionario.
http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=922&idSezioneRif=62
Sito con indicazioni per la costruzione di un questionario.
www.uncem.net/gems/Pres_Ascani.pdf
Sito sul Project Management.
www.frenimkt.com/download/iter_ricerca.pdf
Sito con un’analisi di Vincenzo Freni sulle ricerche di mercato, Facoltà di Economia
dell’Università degli studi di Firenze.
www.frenimkt.com/download/guida.pdf
Guida del neofita alla ricerca sociale e di marketing di Vincenzo Freni
www.ilsegnalibro.com/normativa/pagina_iniziale.htlm
Sito con la tesi di Tiziana Vox sulla Promozione della cultura italiana all’estero,
applicazione del modello di marketing alle attività degli IIC.
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