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ELEMENTI DI
DIRITTO
E LEGISLAZIONE
BANCARIA
Aggiornato al D.L. n. 7/2007
conv. nella L. n. 40/2007
(c.d. Bersani bis)
SIMONE ®
EDIZIONI GIURIDICHE
Gruppodella
Estratto Editoriale Esselibri - Simone
pubblicazione
Estratto della pubblicazione
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Vietata la riproduzione anche parziale
Azienda certificata dal 2003 con sistema qualità ISO 14001 : 2004
Il moltiplicarsi dei dissesti bancari rese impellente e necessaria l’emanazione di una disciplina
speciale che avesse come obiettivo la tutela del risparmio ed il risanamento del settore.
Un primo risultato fu il R.D.L. 6-5-1926, n. 812 il quale attribuì il potere di emettere biglietti
di banca esclusivamente alla Banca d’Italia (istituita nel 1893), che in tal modo divenne l’unico
istituto di emissione.
La ristrutturazione del sistema bancario fu attuata con il R.D.L. 7-9-1926, n. 154 (cd. prima
legge bancaria) che introdusse un sistema di controlli sull’attività e sulle imprese bancarie.
della mutata situazione economica, una completa ed organica riforma dell’assetto bancario
italiano si è resa indispensabile. Esaminiamo di seguito i fattori che hanno contribuito ad avviare
questo radicale mutamento:
— la nascita e l’affermarsi di nuovi intermediari finanziari. Fino agli anni ’70 le banche
detenevano un quasi monopolio nel settore dell’intermediazione finanziaria, frutto dei rigidi
vincoli imposti dalle legge bancaria del ’36. Questo monopolio viene scalfito con l’istituzione
dei fondi comuni di investimento mobiliare aperti (L. 77/1983), le SIM (L. 1/1991), le SICAV
(D.Lgs. 84/1992), i fondi chiusi (L. 344/1993) ed i fondi immobiliari chiusi (L. 86/1994);
— la necessità per le banche di rendersi competitive anche a livello europeo, operando un
processo di despecializzazione istituzionale ed operativo che permettesse loro di beneficia-
re, attraverso il viatico del mutuo riconoscimento, dei vantaggi della partecipazione al
mercato comune;
— l’avvio del processo di riassetto delle partecipazioni detenute dallo Stato nel settore
creditizio, concretizzatosi nella trasformazione in società per azioni degli istituti di credito
di diritto pubblico (L. 30-7-1990, n. 218);
— la necessità di dover recepire numerose direttive comunitarie che ponevano le basi per
una ampia liberalizzazione del mercato bancario.
— favorisca l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà
diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi
produttivi del Paese.
L’art. 47 Cost. ammette quindi la possibilità di un controllo sull’attività bancaria
mediante disposizioni di legge, dirette ad indirizzare tale attività verso un fine sociale consistente
nella tutela del risparmio.
— l’attività bancaria consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nell’esercizio del
credito. Tale attività può essere svolta soltanto da enti espressamente autorizzati, detti
banche, ed assume carattere d’impresa (art. 10);
— le banche devono essere iscritte dalla Banca d’Italia in un apposito albo delle banche (art. 13);
— possono svolgere attività bancaria in Italia non soltanto le banche nazionali (aventi sede
legale in Italia), ma anche le banche comunitarie (aventi sede legale ed amministrazione
centrale in uno Stato membro della Comunità Europea) e le banche extracomunitarie
(aventi sede legale al di fuori della Comunità Europea);
— le banche nazionali, a loro volta, possono esercitare la propria attività negli Stati comuni-
tari ed extracomunitari nel rispetto delle procedure fissate dal T.U.B. (art. 16);
— alle attività bancarie si applicano in ogni caso le norme sulla trasparenza contrattuale e
sul contrasto al riciclaggio di denaro ed a tal fine la Banca d’Italia collabora, anche
mediante scambio d’informazioni, con le autorità straniere competenti al controllo degli
enti creditizi, finanziari, assicurativi e dei mercati finanziari (art. 7).
C) Il T.U.F.
Il D.Lgs. 24-2-1998, n. 58 recante il Testo Unico delle disposizioni in
materia di intermediazione finanziaria - T.U.F., disciplinando il funziona-
mento dei mercati finanziari e la prestazione dei servizi di investimento,
costituisce, unitamente al T.U.B., «la base del nuovo ordinamento finanziario
italiano» (così nella Relazione per il 1997, Banca d’Italia, Roma, 1998).
Con tale provvedimento viene a realizzarsi il disegno di liberalizzazione
del settore finanziario nell’ambito degli Stati aderenti alla Comunità Euro-
pea, speculare e complementare alla liberalizzazione introdotta nel settore
bancario con il T.U.B. (e nel settore assicurativo con i decreti legislativi n.
174 e n. 175 del 1995).
La continuità ideale tra i due provvedimenti è del resto attestata dalla medesima previsione,
nel T.U.F. come nel T.U.B., dei principi dell’home country control e della licenza unica, da cui
deriva la libertà di stabilimento in un qualsiasi Stato membro dell’U.E., nonché la facoltà di
libera prestazione di servizi d’investimento.
mentali stabiliti dallo Stato e individuati con il D.Lgs. 18 aprile 2006, n. 171, emanato in
forza della delega contenuta nella L. 131/2003 (modificata dalla L. 306/2004).
Sono state, comunque, espressamente escluse dalla competenza legislativa delle Regioni
ordinarie la materia della vigilanza sulle banche regionali (che resta di competenza della
Banca d’Italia ai sensi dell’art. 159 T.U.B.), la disciplina delle crisi (Titolo IV T.U.B.),
nonché gli aspetti sanzionatori (Titolo V) (art. 1, co. 3, D.Lgs. 171/2006).
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7. LE FONTI SECONDARIE
Fonti secondarie del diritto bancario sono gli atti del CICR, gli atti della Banca d’Italia e,
limitatamente all’esercizio dei servizi di investimento, gli atti della Commissione nazionale per
le società e la Borsa (CONSOB), posti in essere nell’esercizio delle rispettive funzioni. È dotato
di poteri regolamentari anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze (art. 3 T.U.B.).
Si tratta di fonti subordinate alla legge ordinaria, che hanno forza giuridica e valore formale
di atti amministrativi e che prendono la forma di deliberazioni, istruzioni e regolamenti
impartiti alle imprese bancarie per l’esercizio della loro attività.
L’art. 23 della L. 262/2005 ha stabilito che gli atti aventi natura regolamentare o di
contenuto generale della Banca d’Italia e della CONSOB, nonché dell’ISVAP (l’autorità di
vigilanza del settore assicurativo) e della COVIP (l’autorità di vigilanza sui fondi pensione),
devono essere motivati con riferimento alle scelte di regolazione e di vigilanza del settore
ovvero della materia su cui vertono.
Inoltre essi devono essere accompagnati da una relazione che ne illustri le conseguenze
sulla regolamentazione, sull’attività delle imprese e degli operatori e sugli interessi degli
investitori e dei risparmiatori.
I regolamenti generali emanati dalla Banca d’Italia, dalla CONSOB e dalle altre autorità di
vigilanza devono essere sottoposti a revisione periodica, almeno ogni tre anni, per adeguarli
all’evoluzione delle condizioni del mercato e degli interessi degli investitori e dei risparmiatori.
Per quanto concerne la Banca d’Italia, tali nuove disposizioni si aggiungono al disposto
dell’art. 4 T.U.B. in base al quale la Banca d’Italia «determina e rende pubblici preventivamente
i principi e i criteri dell’attività di vigilanza», pubblica i provvedimenti di carattere generale
e applica le disposizioni della L. 241/1990 (norme in materia di procedimento amministrativo
e di diritto di accesso) in quanto compatibili.
forza contrattuale di cui sono dotate, sono in grado di fissare in via preventiva
il contenuto dei contratti che vanno a stipulare con la clientela; talvolta, ciò
avviene attraverso la predisposizione unilaterale, da parte di singole banche,
delle clausole contrattuali; talaltra, invece, queste clausole sono dettate da
organismi collettivi (ad esempio, l’Associazione Bancaria Italiana - ABI)
che sono espressione dello stesso sistema bancario, oppure da accordi apposi-
tamente intervenuti tra le banche stesse.
Le norme bancarie uniformi sono condizioni generali di contratto elabo-
rate dall’ABI con la collaborazione di quasi tutte le imprese bancarie, le quali
si impegnano a rispettarle nei rapporti con i clienti, e sono volte ad uniformare
le condizioni praticate dalle banche per le operazioni ed i contratti conclusi
con la propria clientela.
Glossario
ABI [ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA]
È la principale istituzione di rappresentanza di primo grado delle banche: è stata costituita
nel 1919. Statutariamente svolge due principali funzioni:
— rappresenta gli interessi del settore bancario presso il Governo, la Banca d’Italia ed il
Parlamento;
Servizi d’investimento art. 1 D.Lgs. 23-7-1996, n. 415; artt. 1, 21 ss., 214 D.Lgs. 24-2-
1998, n. 58
Ampia gamma di attività finanziarie esercitabili esclusivamente da operatori abilitati, in
cui è ricompresa l’attività d’intermediazione mobiliare.
I servizi d’investimento sono caratterizzati dall’avere ad oggetto strumenti finanziari come
ad esempio azioni, obbligazioni, titoli di Stato etc. In particolare essi si esplicano:
— nella negoziazione degli strumenti finanziari per conto proprio;
— nella negoziazione per conto terzi;
— nel collocamento, anche allo scoperto o senza assunzione di garanzia;
— nella gestione individuale di portafogli d’investimento espletata per conto terzi;
— nella ricezione, trasmissione di ordini relativi a negoziazioni di strumenti finanziari e
mediazione.
L’esercizio professionale nei confronti del pubblico dei servizi d’investimento è riservato
alle imprese d’investimento e alle banche, ma, a determinate condizioni, alcuni servizi d’in-
vestimento possono essere svolti anche da altri intermediari quali le società di gestione del
risparmio, gli intermediari iscritti nell’elenco speciale di cui all’art. 107 T.U. bancario, gli
agenti di cambio e le società fiduciarie.
Lo svolgimento dei servizi d’investimento è ordinato da rigorose norme finalizzate alla
tutela degli investitori e alla stabilità e competitività del mercato: sono dettate, infatti, rego-
le generali comportamentali, obblighi di separazione patrimoniale, nonché norme che di-
sciplinano la crisi degli operatori.