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Per chi non lo sapesse, domenica 17 aprile si terrà in tutta Italia un referendum popolare che chiederà agli
italiani di esprimere la propria decisione circa la durata delle attività di estrazione e ricerca di idrocarburi
(soprattutto petrolio e gas naturale) attuate nei nostri mari.
Prima di spiegare nel merito cosa sarà chiesto di preciso alla popolazione, quali sono le motivazioni a favore
del “sì” e del “no” e quali saranno gli scenari che si potranno realizzare in caso di vittoria di ciascuna delle
due ipotesi, è utile spiegare di che tipo di referendum si tratta e come può essere richiesto.
IL REFERENDUM ABROGATIVO
Il referendum che si terrà il 17 aprile è un “REFERENDUM ABROGATIVO”, cioè un referendum che
viene indetto allo scopo di abrogare (cioè eliminare) una legge, o uno o più articoli di una legge.
Il referendum abrogativo è previsto dall’art. 75 della Costituzione e rappresenta uno degli strumenti che i
cittadini hanno per esercitare la democrazia in modo diretto (in attuazione del principio enunciato dall’art. 1
della Costituzione in base al quale “la sovranità appartiene al popolo”).
In base alle disposizioni della Costituzione, possono essere gli stessi cittadini o le Regioni a chiedere che sia
indetto un referendum abrogativo, se ritengono che debba essere il popolo a decidere se eliminare o
mantenere una determinata legge (o parte di essa).
Ovviamente affinché si possa indire un referendum abrogativo è necessario che siano rispettate determinate
condizioni (previste dall’art. 75 Cost.) e cioè:
• Il referendum deve essere richiesto da almeno 500.000 elettori (persone maggiorenni con diritto di
voto) o da almeno 5 Consigli Regionali (i consigli regionali sono il parlamento delle regioni);
• il referendum abrogativo può riguardare solo determinati tipi di leggi. In particolare solo le Leggi
Ordinarie e Regionali ad esclusione delle Leggi tributarie, delle Leggi di bilancio e delle leggi di
Ratifica di trattati internazionali;
• una volta indetto il referendum, affinché sia valido è necessario che sia raggiunto un determinato
“quorum di partecipazione”, cioè che si rechi a votare almeno il 50% +1 degli elettori.
Se sono soddisfatte tali condizioni, la legge verrà abrogata, in caso di vittoria del “sì”, resterà in vigore, in
caso di vittoria del “no”.