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GNGTS – Atti del 22° Convegno Nazionale / 04.

06

D. Della Moretta, A. Ravasio, E. Stucchi e A.Mazzotti


Dipartimento di Scienze della Terra, Geofisica, Università di Milano

RICOSTRUZIONE DEL CAMPO DI VELOCITÀ DA DATI DI SISMICA


A RIFLESSIONE: RISULTATI PRELIMINARI E PROBLEMI
NELLA ZONA DI COLFIORITO
Il passaggio dal dominio tempi, dominio naturale dei dati sismici, a quello delle
profondità, è regolato dalle velocità di propagazione delle onde sismiche nel
sottosuolo. Sottovalutare l’importanza del campo di velocità significa compiere
grossolani errori di localizzazione dei riflettori. In questo studio vengono presentati gli
elementi alla base della complessa problematica della stima di velocità, tuttora un
tema di rilevante interesse scientifico, e le difficoltà ed i risultati preliminari riferiti ad
un dataset di sismica a riflessione nella zona di Colfiorito. Molteplici sono stati gli
strumenti utilizzati, dai più semplici a più complessi: analisi delle velocità di stack,
tomografia sismica a riflessione, focusing analysis su common image gathers. Il
risultato, ancora preliminare, è stato messo a confronto con un modello di velocità
già usato in precedenza (Stucchi et al., 2002) basato sulla geologia di superficie e
sull’interpretazione della linea sismica. Le differenze sono evidenti, sia nella
geometria dei riflettori, sia nei valori assoluti di velocità. Quasi ovunque il modello
derivato esclusivamente da dati sismici ha velocità inferiori a quello “geologico” e
presenta variazioni laterali di velocità, non contemplate in quest’ultimo. Velocità
sismiche inferiori sono risultate qualunque fosse stata la metodologia di stima
impiegata. Il controllo sulla qualità del campo di velocità può essere compiuto tramite
l’analisi dei common image gather dopo una migrazione pre-stack in profondità
mediante equazione d’onda. Nonostante il basso rapporto segnale/rumore della linea
in esame non permetta un’analisi molto dettagliata, molti CIGs associati al campo di
velocità pre-esistente mostrano una certa curvatura verso il basso (indice di velocità
troppo elevate), a differenza di quelli associati al campo stimato dai dati sismici,
quasi sempre orizzontali. Con i due campi di velocità è stata compiuta anche una
migrazione in profondità post-stack: in Fig. 1a) è rappresentata la sezione migrata con
il campo di velocità sismico, in Fig. 1b) la stessa sezione viene migrata con il modello
di velocità pre-esistente. Come si può notare i riflettori contrassegnati dalle lettere
ABCD, vengono fortemente deformati e traslati (in A’B’C’D’) anche di parecchie
centinaia di metri (nel caso D di oltre 1.5 km). La Fig. 1 esemplifica l’importanza di
ottenere un campo di velocità attendibile per la localizzazione degli eventi in
profondità. Sarebbe adesso interessante proseguire lo studio inserendo informazioni
di natura sismologica. Il passo ulteriore, disponendo di altri dati sismici a riflessione,
sarebbe poi quello di estendere tridimensionalmente la stima del campo di velocità.
GNGTS – Atti del 22° Convegno Nazionale / 04.06

Fig. 1 - Confronto tra sezioni migrate in profondità post-stack : a) migrazione compiuta con il campo
“sismico”; b) migrazione compiuta con il campo “geologico”. I riflettori ABCD vengono deformati e
traslati nei loro corrispondenti A’B’C’D’.

BIBLIOGRAFIA

Stucchi E., Mirabella F., Barchi M., Merlini S., Zanzi L.e Mazzotti A.; 2002: Characterisation of
seismogenic faults by means of reflection seismic surveys. A case study in the Colfiorito area:
1997 Umbria-Marche earthquakes. Expanded Abstracts 64th EAGE Conference and Technical
Exhibition, Florence 27 - 30 May 2002, E48.

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