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n epoca bizantina Reggio divenne infatti Metropoli dei possedimenti bizantini

dell'Italia Meridionale, Capitale del Ducato di Calabria e perno del rito greco in
Italia. Conobbe una certa prosperit� fino all'VIII secolo, quando assurse a sede
episcopale.

Molti furono i popoli che si avvicendarono a Reggio in epoca alto-medievale, a


testimonianza dell'interesse strategico della citt�. Per alcune centinaia di anni
Reggio fu materia di contesa tra Saraceni, dai quali fu liberata nel 1005 grazie
all'aiuto della Repubblica di Pisa, Longobardi, Bizantini e Normanni. Nel 1060
Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla la sottrassero per sempre ai Bizantini.
Ma gli elementi della cultura e della religiosit� greca sopravvissero fino al XVII
secolo, anche se nel 1081 papa Gregorio VII ristabil� il rito latino.

Nel 1282 durante i Vespri Siciliani Reggio si schier� al fianco di Messina e delle
altre citt� della Sicilia orientale, con cui condivideva storia ed interessi
commerciali e culturali, appoggiando nella rivolta anti-angioina le forze
aragonesi. Successivamente la citt� venne assegnata al Regno di Napoli nel XIV
secolo ed ottenne nuovi poteri amministrativi di larga base comunale.

Et� moderna
Nel Cinquecento le continue incursioni barbariche, le epidemie e l'oppressivo
fiscalismo della dominazione spagnola portarono Reggio ad una decadenza che culmin�
con il disastroso terremoto del 1783. Il sisma infatti danneggi� gravemente Reggio
e tutta la Calabria meridionale.

Nel 1806 Napoleone occup� la citt�, destinandola a ducato ed a suo quartier


generale. Reggio liberale ebbe quindi un certo ruolo nei moti risorgimentali ed
entr� a far parte del Regno d'Italia.

A Reggio, all'alba del 21 agosto 1860 con la celebre Battaglia di Piazza Duomo,
Giuseppe Garibaldi conquist� il Regno delle Due Sicilie che consegn� al Re Vittorio
Emanuele II. Il sindaco della citt� Brun Antonio Rossi fu dunque il primo del Regno
a proclamare la fine del dominio di Francesco II e l'inizio della dittatura del
generale Garibaldi. Il quale, a ricordo della battaglia, scrisse:

�Un piede � posto al fin sulle ridenti sponde di Reggio e di novella gloria ornar
la fronte gli argonauti invano spesseggian folti incrociatori e invano oste nemica
numerosa, il dito di Dio conduce la tirannicida falange e oste e baluardi e troni
son rovesciati nella polvee e riede sulle ruine del delitto il santo dell'uom
diritto e libertade, e il cielo alla redente umanit� sorride.�

(Giuseppe Garibaldi)

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