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A seguito della rivoluzione cubana del 1959 che destitu� la dittatura di Fulgencio
Batista, e port� Fidel Castro al potere, gli esuli cubani cominciarono ad arrivare
in Florida in massa. In realt� si trattava di coloro che con la dittatura di
Batista e con gli americani avevano intrattenuto stretti rapporti. Inoltre,
approdarono in Florida numerosi galeotti, incoraggiati da Castro a lasciare Cuba.
Nel solo 1965, pi� di 100.000 cubani arrivarono con i "voli della libert�",
effettuati due volte al giorno, fra L'Avana e Miami. Molti dei fuggitivi erano
membri delle classi medie, che al loro arrivo negli Stati Uniti avevano perso quasi
tutti i loro averi. La citt� accolse gli esuli, molti dei quali si stabilirono nel
quartiere di Riverside, che da allora prese il nome di Little Havana. La comunit�
ispanica cominci� a diventare predominante e lo spagnolo a essere la lingua pi�
comune.
Negli anni fra il 1960 e il 1970, la Procura Generale era solita garantire dei
permessi speciali (chiamati parole) ai cubani che entravano nel paese, ai quali
dopo almeno un anno di permanenza sul territorio americano, veniva assegnato il
permesso di soggiorno permanente (la green card). Nel 1980 Miami fu protagonista
del pi� grande esodo della storia americana: un'unica flottiglia di piccole
imbarcazioni approd� sulle rive della Florida trasportando 150.000 esuli
provenienti da Cuba.
Nei secondi anni novanta Stati Uniti e Cuba firmarono degli accordi tesi a
normalizzare il flusso migratorio fra i due paesi: si ottenne l'ufficializzazione
della nuova politica americana nei confronti dei rifugiati e l'impegno da parte di
Cuba a fermare le eventuali imbarcazioni dirette in Florida e a non perseguire i
rimpatriati. Gli accordi con il governo cubano diedero origine anche alla politica
del "piede bagnato-piede asciutto", che permette agli esuli cubani che riescono ad
arrivare sulla terra ferma, di avere il permesso di soggiorno.