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La tradizione ha tramandato l'immagine del cinese come un'unica lingua dotata di

pochi dialetti principali, ma con l'avvento della linguistica comparativa si �


affermata l'interpretazione che vede invece il cinese come una vasta famiglia di
"parlate affini", le cosiddette lingue sinitiche (???). Esse costituiscono una
branca importante delle lingue sinotibetane (????) e sono accomunate da
caratteristiche importanti come la tonalit� e l'ordine soggetto-verbo-oggetto, cos�
come dal fatto di servirsi tutte quante di un unico sistema di scrittura basato sui
caratteri cinesi (??, usati anche in Corea, Giappone e Vietnam e noti anche come
hanja, kanji e chu nom). Tutte queste parlate locali si possono classificare in
base alla loro appartenenza a pochi "gruppi dialettali" noti come lingua mandarina,
lingua Wu, lingua Hakka, la lingua Yue (la denominazione di "lingua" � dovuta al
fatto che anticamente venivano semplicemente considerati "dialetti" del cinese,
mentre in realt� costituiscono vere e proprie famiglie di lingue affini e distinte)
e altre ancora.

A fronte di questa situazione la Cina offre oggi un panorama linguistico assai


variegato, caratterizzato da centinaia di parlate locali, ciascuna contraddistinta
dai suoi dialetti. Molte di queste lingue non sono mutuamente intelligibili.

La lingua maggiormente diffusa nella Cina continentale � il cinese mandarino, che


viene parlato (in una qualche variet� locale) dal 70% della popolazione di
madrelingua cinese. Grazie alla sua diffusione in tutto il Paese il mandarino �
stato scelto agli inizi del XX secolo come base per la codifica di una pronuncia
standard della lingua cinese, allo scopo di facilitare l'integrazione territoriale
e culturale del paese.

Nel 1932 � stato cos� adottato ufficialmente il cosiddetto mandarino standard (???
o "lingua comune"), una pronuncia codificata a partire da una variante locale del
cinese mandarino parlata nei pressi di Pechino (???). Il mandarino standard �
divenuto successivamente lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, di
Taiwan, riconosciuto a Singapore e in Malesia; � soprattutto una delle sei lingue
ufficiali dell'ONU.

La scrittura del cinese si basa su un sistema di caratteri la cui origine risale a


incisioni su ossa oracolari ??? (gusci di tartaruga e scapole di bue messi sul
fuoco durante le divinazioni) risalenti a prima dell'et� del bronzo. Il sistema di
scrittura fu standardizzato per la prima volta nel III secolo a.C., ai tempi del
primo imperatore della dinastia Qin, ed � stato riordinato nei dizionari con un
sistema di 214 radicali detti radicali Kangxi (????), usati anche per riordinare
gli hanja, kanji e chu nom. Pur avendo subito una naturale evoluzione nel corso dei
secoli, il sistema di scrittura basato su caratteri � rimasto sostanzialmente
integro negli anni. Negli anni cinquanta la Cina ha introdotto una riforma del
sistema di scrittura con l'adozione dei cosiddetti caratteri semplificati (???).
Questo sistema di scrittura � usato nella Repubblica Popolare Cinese e a Singapore,
mentre a Taiwan e Hong Kong si usano ancora i caratteri tradizionali (???). Ciascun
carattere cinese pu� avere diverse pronunce a seconda della lingua del parlante, ma
il suo significato non cambia. Spesso ci� avviene anche nel caso dei kanji e hanja
e in svariati casi anche nei chu nom.

Il cinese standard � anche dotato di un sistema di romanizzazione ufficiale


chiamato Hanyu Pinyin (????), che permette di trascrivere la pronuncia standard dei
caratteri cinesi servendosi dell'alfabeto latino e di alcuni diacritici eventuali.
Il padre dello Pinyin, adottato ufficialmente in Cina l'11 febbraio 1958, viene
spesso ritenuto Zhou Youguang (???). Il mandarino prevede in tutto 415 sillabe che
possono essere pronunciate applicando quattro toni diversi, segnalati sopra le
vocali come diacritici o accanto ad esse come numeri.

Oltre al cinese standard e alle varianti regionali e dialetti locali, vi sono altre
lingue, diffuse specialmente nelle regioni pi� esterne, alcune delle quali sono
riconosciute dallo Stato come seconde lingue minoritarie ufficiali, in particolare
nelle regioni amministrative speciali: il mongolo nella Mongolia interna, il
tibetano in Tibet, l'uiguro nello Sinkiang; e poi il coreano e il kazaco.

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