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Lezione del 12 Gen 2015 3di3 Sbobinatura fatta da Eros Pintore

Vediamo di fare la sintesi e anche il confronto tra i sistemi TN e TT andando a vedere


sia i guasti che possono verificarsi lato bassa tensione, quelli che determinano i
contatti indiretti, sia i guasti che possono verificarsi sulla media tensione. Proveremo
ad analizzare e capire un po’ il comportamento dei sistemi nei due casi, e anche
capire il ruolo e le funzioni dell’impianto di terra e dei dispositivi di protezione
sempre nei due casi.
Partiamo dal sistema TT

Vediamo come prima cosa un difetto di isolamento sulla media tensione. Un guasto
sulla media tensione determina la circolazione di corrente nell’impianto di terra della
cabina, nella figura per semplificare la cabina è fatta coincidere col suo trasformatore.
Abbiamo una corrente di guasto “MT” che passa nell’impianto di terra della cabina e
si richiude verso la media tensione, tipicamente si richiude attraverso le capacità delle
linee di media e/o eventuali punti di connessione a terra sul lato cabina primaria dove
c’è il trasformatore alta-media tensione. Lo stato del neutro in media tensione è
oggetto del prossimo corso. Comunque giusto per avere un’idea diciamo che le
correnti di guasto che ci aspettiamo possono essere dell’ordine di 100~200 A se la
media tensione è a neutro isolato, e si scende a 40 A se la media tensione invece è a
neutro compensato, circa il 70% delle linee di media adesso è a neutro compensato,
con l’obiettivo di crescere. Comunque 40 A che passano nella resistenza
dell’impianto di terra possono essere problematici in base al valore della resistenza a
terra. In ogni caso se facciamo un sistema di tipo TT ci poniamo il problema se
questa corrente che passa nell’impianto di terra della media tensione ci può creare
problemi o no. L’impianto di terra della cabina non è nostro perché se stiamo
parlando di un TT noi ci siamo preoccupati di fare la terra locale, della bassa, non
quella della media. Il sistema TT ha il grande vantaggio di non creare problemi
particolari per quanto riguarda la sicurezza delle persone quando c’è un guasto sulla
media. Perché ai capi della resistenza della cabina viene a crearsi una tensione che
sarà data dal prodotto della resistenza per la corrente di guasto. Questa tensione c’è la
ritroviamo sul centro stella e quindi tutte le fasi neutro compreso avranno una
tensione che per ogni fase sarà data dalla tensione di fase più la tensione imposta
dalla resistenza di terra in questa situazione. Ma in una situazione come questa in cui
la cabina ha un guasto, una persona che tocchi un’apparecchiatura è in pericolo
oppure no ? Non è in pericolo perché la massa è al potenziale imposto dall’impianto
di terra locale, e siccome non stiamo ipotizzando la bassa tensione con dei guasti la
persona è al potenziale che gli riporta l’impianto di terra. Se l’impianto di terra di
cabina e l’impianto di terra utente sono indipendenti è sufficientemente distanti uno
dall’altro questa tensione in generale è trascurabile. In ogni caso se anche venisse
riportata una tensione, questa tensione sulla massa è esattamente uguale alla tensione
che c’è per terra, e quindi toccare la massa non è un problema. Quindi un sistema TT
ha il vantaggio che per un guasto sulla media tensione non ci sono pericoli. Ecco
perché la distribuzione pubblica si è fatta col TT e non col TN, perché come
distributore posso avere un guasto nella mia cabina ma non mi preoccupo del fatto
che questo guasto nella cabina possa mettere a rischio le persone che toccano le
apparecchiature alimentate dalla mia cabina. Quindi il TT non ci crea problemi per
quanto riguarda la sicurezza delle persone per questo tipo di guasto. Come in tutte le
cose c’è sempre un lato positivo è un lato negativo, perché quando si verifica questo
guasto sulla cabina andiamo a vedere quanto vale la tensione U fT a cui è sottoposto
l’isolamento interno dell’apparecchiatura dell’utente rispetto alla sua carcassa e cioè
rispetto a terra. Quindi un guasto sulla media tensione non crea pericolo alle persone
ma come vedremo può portare a danneggiamenti delle apparecchiature e quindi poi a
guasti sulle apparecchiature di bassa. Perché se io considero la maglia tratteggiata
(vedi figura sopra) trovo che la tensione della fase rispetto a terra U fT sarà pari alla
tensione stellata del sistema più la tensione del centro stella rispetto a terra, dovuta al
guasto media tensione, e data da RN × I g , poi continuando la maglia trovo la tensione
ai capi della resistenza dell’impianto di terra la quale però per ipotesi è zero perché
non ci sta passando alcuna corrente. Quindi l’isolamento dell’apparecchiatura è
g g g
sottoposto ad una tensione U fT = E + RN × I g più grande rispetto a quella che ho quando
non c’è il guasto, perché alla tensione di base si aggiunge la tensione che il neutro
assume rispetto a terra. In altre parole il guasto sulla media non crea pericolo alle
persone ma sottopone ad uno stress l’isolamento delle apparecchiature. Quindi questo
TT è uno schema orientato alla sicurezza delle persone ma pone sotto stress
l’isolamento di bassa tensione. L’entità dello stress è correlata al valore di RN , tanto
più grande è RN e tanto più grande è la sovra tensione, e alla corrente di guasto. Ci
sono delle norme che dicono che dobbiamo tenere sotto controllo questa
sovratensione in modo da evitare danni alle apparecchiature. Se il contributo di
sovratensione è RN × I g > 250V siamo in una condizione di stress eccessivo sulle
apparecchiature, perché aggiungerei ai normali 230 V altri 250 V che ci portano oltre
il valore della tensione concatenata.
Una strada per risolvere questo problema potrebbe essere quella di separare la messa
a terra di funzionamento RN di media tensione dalla messa a terra di sicurezza RA .
Con le due terre separate la corrente di guasto passa attraverso la terra di sicurezza e
non coinvolge la terra di funzionamento. Se non coinvolge la terra di funzionamento
g g
evidentemente il termine RN × I g è trascurabile e allora sarà U fT = E . Questa ipotesi di
separare le due terre vale se riesco a realizzare due terre che sono indipendenti.
Perché RA e RN siano indipendenti i due impianti di terra devono distare 4 o 5 volte
più della più grande dimensione del più grande tra i due impianti. Se riesco a
realizzarli in modo indipendente posso pensare di adottare una soluzione di questo
tipo. In questo modo il guasto sulla media non crea nessuna sovra tensione sulle
apparecchiature perché la corrente passa su una terra che non ha niente a che vedere
su ciò che succede sull’altra. Anche questa scelta, non molto comune per la verità
perché è difficile realizzare due impianti indipendenti a livello di cabina, ha
comunque il suo risvolto negativo, perché dobbiamo analizzare ciò che succede
quando il guasto si manifesta per esempio su un’apparecchiatura di bassa tensione.

Separare le terre a livello di cabina è utile perché ci toglie il problema sulla bassa
della sovratensione indotta da un guasto di media. Però succede che se il guasto si
verifica in bassa tensione, il guasto induce sovra tensioni sulla media. Siccome il
livello di isolamento sulla media è costoso, cioè riuscire a mantenere isolate parti che
sono a 15~20 kV costa di più che non farlo sulla bassa, questo è un problema di
contatto, per cui questa soluzione non viene adottata facilmente. Perché quando io ho
il guasto la corrente di guasto passa attraverso la RT che risale nella terra di
funzionamento RN , e quindi sul lato BT della media tensione io mi ritrovo una
tensione aumentata, e quindi anche lato media mi trovo una tensione di media, cioè la
tensione a cui sottopongo gli avvolgimenti, aumentata. Quindi attenzione che
separare le terre ci può creare dei problemi.
Ma torniamo al caso più comune, quello con un unico impianto di terra, e
continuiamo ad analizzare il nostro sistema questa volta con riferimento ai guasti BT.
Con un guasto in bassa tensione la sicurezza delle persone la ottengo se la resistenza
U
dell’impianto di terra risulta RT £ I . Questo implica che per garantire la sicurezza
L

DN

delle persone devo necessariamente utilizzare il differenziale. Quindi in un sistema


TT un guasto sulla bassa tensione coinvolge l’impianto di terra che devo
dimensionare, e infatti devo dimensionare l’impianto di terra sulla base di una
relazione che tiene conto della sicurezza delle persone, e per poter garantire sicurezza
in un sistema TT devo usare un interruttore differenziale. Nel sistema TT quindi in
sintesi nessun problema per le persone sul lato media tensione, sicurezza per le
persone ottenuta su un guasto BT attraverso l’uso del differenziale coordinato con
l’impianto di terra. L’impianto di terra progettato dall’utente serve per proteggersi dai
guasti in bassa tensione.
Il sistema TN. Nel nostro esempio scegliamo di utilizzare un sistema TN-S, ma le
considerazioni sono identiche anche su un sistema TN-C.

Anche qui dobbiamo analizzare la situazione dal guasto di media e dal guasto di
bassa, per confrontare e capire come funzionano i due sistemi e anche il ruolo dei
singoli componenti. Quindi come abbiamo fatto precedentemente esaminiamo per
prima cosa il guasto MT. Nel caso del guasto di media tensione avrò una corrente che
circola nella resistenza RN esattamente come prima, e quindi mi ritroverò una
tensione pari a RN × I g . Questa tensione attraverso il collegamento PE viene trasferita
su tutte le masse e su tutte le masse estranee. Quindi una persona che tocchi una
massa alimentata dalla cabina che è stata oggetto del guasto si trova ad avere una
tensione di contatto che è legata alla tensione totale di terra UTT = RN × I g . Quindi il
guasto di media tensione mette in pericolo le persone. Come risolvo il pericolo delle
persone con riferimento a questa condizione di contatto ? Qui c’è una grossa
differenza rispetto al sistema TT. Dimensiono l’impianto di terra RN con riferimento
ai problemi che induce quando c’è un guasto sulla media. Nel sistema TT dimensiono
l’impianto di terra con riferimento ai guasti della bassa, invece del sistema TN devo
dimensionare RN per tener conto dei guasti che possono verificarsi livello di media
tensione. Quindi dimensionare RN per limitare tensione di passo U S (“s” sta per step)
e tensione di contatto UT (“t” sta per touch). Cioè in sostanza devo dimensionare
l’impianto di terra con i criteri che abbiamo visto quando abbiamo studiato gli
impianti di terra. Quindi il sistema TN non è indolore per quanto riguarda la sicurezza
delle persone con riferimento ai guasti sulla media, è l’opposto di quello che succede
in un sistema TT. Ecco perché non ci piace come distributori distribuire energia e
sicurezza, perché vendere la sicurezza, cioè questo collegamento PE che viene dal
centro stella vuol dire che io sto cercando di vendere anche la sicurezza, implica che
devo progettare una RN tale da garantire sicurezza a questa persona che fa il contatto.
E noi sappiamo che questo si ottiene estendendo l’area dell’impianto di terra, allora
se questo si può fare in uno stabilimento che ha dei confini ben delimitati, quando
uno invece ha una cabina e poi una serie di palazzi da alimentare allora diventa
problematico. Questo il motivo per cui dal TN pubblico si è passati al TT pubblico.
Non in tutti i paesi è così, ci sono nazioni dove si usa il TN per la distribuzione
pubblica, in Italia si è preferita questa soluzione. Avevamo detto che il sistema TT va
bene per le persone ma ci mette sotto stress le apparecchiature, vediamo cosa succede
col sistema TN in cui abbiamo visto che per le persone non va tanto bene, vediamo se
almeno per le apparecchiature va meglio, cioè se quel problema di stress
sull’isolamento c’è ancora oppure no. Beh si capisce che lo stress sull’isolamento non
c’è perché la massa dell’apparecchio è flottante, non è vincolata a terra. Nel sistema
TT abbiamo visto che c’è un punto che vincola a prendere il potenziale di terra,
invece nel sistema TN il centro stella del sistema sale di una quantità che è data da
RN × I g , il centro stella cambia ma sale il potenziale del neutro, della fase e della
massa, e siccome salgono tutti dalla stessa quantità l’isolamento dell’apparecchiatura
non è sottoposto a nessuno stress. È vero che sale la fase se io la misurassi rispetto a
terra, ma tanto il problema non è rispetto a terra, è rispetto al PE, e quindi
l’isolamento non è sottoposto a nessuno stress. Non c’è nessuno stress
sull’isolamento delle apparecchiature. Quindi il sistema TN, sia esso TN-S o TN-C
non cambia niente, si capisce che è un sistema che ha una finalità più industriale che
per il pubblico, perché si preoccupa di più della sicurezza delle apparecchiature,
perché in modo intrinseco, senza far niente, le apparecchiature non vengono
danneggiate dai guasti di media. E invece per garantire la sicurezza delle persone
devo investire sull’impianto di terra della cabina, che è l’unico impianto di terra.
Quando invece i guasti si verificano sulla bassa tensione,

e quindi siamo in una situazione in cui il guasto è in un’apparecchiatura, beh


sappiamo che il guasto di bassa tensione non deve coinvolgere la terra, lo devo
eliminare prima che qualcuno tocchi qualcosa, se no ??????????. E la corrente di
guasto, per un guasto di bassa tensione, fa il percorso attraverso il PE e facendo
questo percorso fa assumere un potenziale alla mano. Sappiamo che questo
potenziale e dell’ordine di 92 V e quindi deve essere eliminato in 0,4 secondi. Ma
questo risultato di eliminare il potenziale entro i 0,4 secondi può essere ottenuto
facilmente con l’uso dell’interruttore magnetotermico. Quindi in generale la relazione
che devo rispettare è quella di avere un impedenza dell’anello di guasto pari a
U0
ZS £ U
I 0,4 s dove 0 è la tensione stellata del sistema. Si vede subito che con
riferimento ai contatti indiretti provocati dai guasti in bassa tensione l’impianto di
terra non svolge nessun ruolo. Ci sono Z S che dipende sostanzialmente dalle
impedenze della fase e del conduttore di protezione, U 0 che è la tensione di rete, I 0,4 s
è una proprietà del interruttore, non c’è l’impianto di terra. L’impianto di terra e il suo
dimensionamento in un sistema TN entra in gioco con riferimento ai guasti di media.
Quindi in prima approssimazione in un sistema TN l’impianto di terra svolge un
ruolo marginale con riferimento ai guasti sulla bassa tensione e quindi al problema
dei contatti indiretti. E l’uso del differenziale è facoltativo, ovvero lo utilizzo quando
proprio non ho altre strade, non voglio rinforzare troppo le linee, oppure quando
voglio garantirmi una sicurezza addizionale per esempio sui contatti diretti. Ma non è
obbligatorio come invece in un sistema TT.
Quindi vedere i due sistemi insieme e fare il confronto ci aiuta a mettere insieme i
pezzi. Abbiamo studiato il dimensionamento degli impianti di terra in termini
generali di come faccio a tenere sotto controllo le tensioni di passo e di contatto. È
chiaro che poi il dimensionamento attiene o alle grandi stazioni o ai sistemi TN. E
invece nei sistemi TT l’impianto di terra non lo devo dimensionare in modo
U
particolarmente complicato, devo solo rispettare la relazione RT £ I . Perché
L

Dn

l’impianto di terra nei sistemi TT serve per consentire alla corrente di guasto di
circolare con valori sufficienti da poter essere sentita dalle protezioni, serve solo per
questo. L’impianto di terra non mette problemi ai nostri utilizzatori. Chiaro che con
un sistema TT l’impianto di terra della cabina comunque in qualche modo sarà
dimensionato, sarà dimensionato con riferimento alle persone che possono avere dei
contatti accidentali con le apparecchiature nell’area della cabina. Poi dalla cabina non
ci sono problemi se tutto è alimentato da un sistema di tipo TT.
In certi casi uno si costruisce un sistema TN... per esempio immaginiamo un impianto
che ha una certa area e poi abbiamo una pompa idrovora che è molto lontano, fuori
dall’area protetta dall’impianto di terra, un po’ come in figura.

Dobbiamo andare a prelevare nell’acqua in un pozzo che sta lontano, certo una strada
potrebbe essere quella di fare un unico impianto di terra e proteggere anche quel
posto, però se per esempio il terreno non è tutto nostro diventa complicato fare questa
operazione. In generale come primo tentativo provo a fare il sistema TN, un unico
impianto di terra e vedere cosa succede a una persona che sta vicino al pozzo quando
il guasto è sulla media. In generale quella persona si trova in una condizione critica
perché essendo molto lontana starà con i piedi sul terreno a potenziale basso o nullo.
Allora in questo caso uno può decidere di fare vicino al pozzo un impianto di terra
locale e alimentare l’utenza secondo uno schema di tipo TT. Quindi ha una porzione
di impianto gestita come un TN è una linea gestita come un TT. Gestita come un TT
significa che la dovrò mettere sotto un impianto con un differenziale. In questo modo
se si guasta qualcosa nella cabina, e quindi il centro stella trasferisce un potenziale,
non mi crea più nessun problema perché avendolo trasformato in un TT mi sono
messo in una situazione di sicurezza, quindi l’utente lontano è ancora protetto e
invece nell’area della cabina, nell’area dell’impianto, ho il TN.
Nel Carrescia c’è un capitolo specifico che illustra proprio tutta questa casistica
facendo il confronto e impostando lo studio in questo modo. A valle dei sistemi TT,
TN e IT c’è un capitolo di confronto, che fa proprio questo tipo di confronto.

Fino adesso abbiamo parlato con molto dettaglio e con un po’ di analisi dei metodi
attivi per la sicurezza delle persone, interruzione automatica della alimentazione.
Proviamo adesso un po’ a descrivere gli altri metodi, che sono metodi di tipo passivo
sempre per la sicurezza delle persone. Qualcosa l’abbiamo già iniziata a introdurre,
vediamo di vedere le altre. Quindi attive e passive.
Per quanto riguarda le passive le categorie sono elencate nella slide 5 del file :
“Impianti Elettrici 2015-01-12 1di3 – ProtezionePersone-
ContattiIndiretti_Completo.pdf”.
Impiego di apparecchi con isolamento doppio o rinforzato lo abbiamo già visto.
Bassissima tensione di sicurezza invece la dobbiamo vedere meglio, e poi le altre
tecniche : Luoghi non conduttori e Separazione elettrica dobbiamo poi vederle con
attenzione.
Bassissima tensione di sicurezza significa alimentare le nostre apparecchiature con
tensioni che già di loro intrinsecamente sono sicure, quindi al di sotto dei limiti di
sicurezza. In modo particolare abbiamo sistemi SELV, PELV e FELV secondo la
classificazione delle norme.

Ora continua sul file :


“Impianti Elettrici 2015-01-12 3di3 – SELV_FELV_PELV_2012.pdf”.
Dopo uno sguardo alle slide (1 – 9) vai a slide 10 e continua da lì fino a slide 37.

Quando hai finito questo file vai di nuovo al file :


“Impianti Elettrici 2015-01-12 1di3 – ProtezionePersone-
ContattiIndiretti_Completo.pdf”
e rivedi gli argomenti SELV, PELV, FELV nelle slide (10 - 14)
Dopodiché vedi (o rivedi) anche le misure di protezione passive nelle slide (15 – 17).

Come parte conclusiva della lezione vai al file :


“Impianti Elettrici 2015-01-12 3di3 – Corrente&CorpoUmano.pdf”
e continua da lì fino alla fine.

Volendo può essere utile vedere anche il file :


“Impianti Elettrici 2015-01-12 3di3 - ProtezionePersone-Protezione
ContattiDiretti.pdf” anche se in gran parte tratta concetti già visti

Fine e Fine Corso

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