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Una Cina alle prese con una inflazione superiore alle attese, significa invece, probabilmente, un nuovo round
di politiche monetarie (e non) restrittive. Nella testa degli investitori resta però l'idea che i consumi futuri
siano legati al gigante asiatico che tramite la sua ricchezza, si sostituisca a USA ed Europa nel gravoso
compito di consumare la produzione mondiale. Un'eventuale restrizione monetaria, non solo volta a limitare
la speculazione, si ripercuoterebbe quindi sui mercati mondiali.
La reazione è quindi stata decisamente scomposta. I mercati azionari sono scesi, all'unisono, le commodities
sono scese (tranne energia, salvata da un calo delle scorte USA), gli spread di credito si sono allargati, ma
sono scesi anche i metalli preziosi, le commodities agricole e sono saliti i tassi governativi !
Questi ultimi probabilmente sono sotto l'effetto del rischio inflazione generato dal QE2 della FED i primi e dal
rischio contagio in Europa (molte banche tedesche hanno la loro bella esposizione al credito irlandese, oltre
che a quello greco).
A guadagnarci è stato il dollaro che ha recuperato tanto sull'EUR (2.43%), quanto sul CHF (2%) e sullo JPY
(1.56%).
Sembra quindi che molti investitori (speculatori) abbiano deciso di uscire dal mercato, qualunque mercato,
per mettersi in cash.
Matteo Nobile 20101113
Qualche giorno fa, più per curiosità che per altro, ho provato a confrontare il rendimento medio del treasury
decennale negli ultimi 40 anni (attorno a 6.5%) e il tasso di crescita di lunghissimo periodo dei titoli azionari
(dal minimo della crisi del 29 ad oggi, di poco sopra il 7%, senza dividendi).
Un po' più in dettaglio, si nota che all'aumento dei tassi di interesse nel 1980 fino ai livelli stratosferici 14%, è
seguita una ripresa anche dei titoli azionari (rally tra 1985 e 2000).
Se tanto mi dà tanto, si potrebbe pensare, con un po' di buon senso, che il mercato azionario tende ad offrire
un rendimento un po' superiore a quello dei bond del tesoro, probabilmente partendo dal fatto che
detenendo un indice molto diversificato (S&P500) l'impatto di un fallimento è minimo, quindi non troppo
distante da quello dei bond governativi. Il mercato azionario dovrebbe quindi compensare solo la maggiore
volatilità.
A questo punto però, ci si potrebbe chiedere quale sarà il rendimento del mercato azionario nei prossimi
anni, dal momento che i titoli governativi rendono attorno a 2.7%
Se questa tesi è corretta, l'idea di un portafoglio di asset allocation è quanto di meno redditizio si potrebbe
avere nei prossimi 10 anni.
Matteo Nobile 20101113