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FEDE E DIPLOMAZIA
duttilità. La diplomazia pontificia è la più antica del mondo e ha operato ad majorem Dei gloriam,
FEDE E DIPLOMAZIA
in conformità a principi immutabili, la diffusione del Cattolicesimo, la difesa e lo sviluppo delle
Chiese particolari e la tutela dei fedeli in tutto il mondo, che hanno dovuto però confrontarsi con i
NELL’ETÀ CONTEMPORANEA
bipolare della Guerra Fredda. Il volume affronta storicamente l’attività diplomatica della Santa Sede
al servizio della Chiesa cattolica per la diffusione e la difesa della fede nei diversi contesti nazionali a
partire dall’epoca della Restaurazione, con vari saggi basati su puntuali e specifiche ricerche, con ampia
consultazione di fonti archivistiche della Santa Sede e di diversi Paesi. Negli ultimi due secoli la Santa
Sede ha dovuto affrontare molte sfide. La Restaurazione non fermò il progresso delle idee rivoluzionarie,
che portò nel 1870 alla fine dello Stato Pontificio. I Pontificati di Pio XI e Pio XII furono caratterizzati a cura di
dallo scontro con regimi espressione di un violento anticlericalismo di stampo massonico, come la
Seconda Repubblica spagnola e il Messico, e con i totalitarismi, nazismo e comunismo; quest’ultimo MASSIMO DE LEONARDIS
dopo la Seconda Guerra Mondiale estese il suo dominio a molti Paesi in vari continenti.
Massimo de Leonardis è Professore Ordinario di Storia delle Relazioni e delle Istituzioni Inter-
nazionali e Docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell’Università Cattolica del
Sacro Cuore in Milano, dove è Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche. È Vice Presi-
dente della International Commission of Military History e della Società Italiana di Storia Interna-
zionale. Il suo primo interesse di ricerca ha riguardato la Santa Sede nelle relazioni internazionali,
tema rimasto anche in seguito fra quelli a lui più cari e sul quale ha pubblicato numerosi saggi.
Fede e diplomazia
a cura di Massimo de Leonardis
Milano 2014
La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario 2014
dell’Università Cattolica sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in esso espressa
Questo volume costituisce i nn. 5-6/2013
dei Quaderni del Dipartimento di Scienze Politiche
Quaderni
del Dipartimento di Scienze Politiche
Università Cattolica del Sacro Cuore
Anno III - 5-6/2013
Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 355 del 27.06.2011
Direttore responsabile: Massimo de Leonardis
Comitato editoriale: Romeo Astorri, Paolo Colombo, Ugo Draetta,
Vittorio Emanuele Parsi, Valeria Piacentini Fiorani
I Quaderni possono essere ordinati in versione cartacea all’indirizzo www.educatt.it/libri; tramite fax
allo 02.80.53.215 o via e-mail all’indirizzo librario.dsu@educatt.it (una copia € 15; abbonamento a
quattro numeri € 40).
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Associato all’AIE – Associazione Italiana Editori
isbn: 978-88-6780-080-3
isbn edizione digitale: 978-88-6780-083-4
issn: 2239-7302
Copertina: progetto grafico Studio Editoriale EDUCatt; fotografia: nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, il Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede rivolge gli
auguri per il nuovo anno a S. S. Benedetto XVI, Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale,
Primate d’Italia, Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei Servi di Dio (tali i titoli riportati nelle edizioni 2012,
Regnante Benedetto XVI, e 2013, regnante Francesco, dell’Annuario Pontificio).
Difendere la fede in Messico.
Ragioni delle armi, ragioni della diplomazia
(1926-1937)
di Paolo Valvo
1
Si vedano ad esempio M. Franzinelli-R. Bottoni (a cura di), Chiesa e guerra.
Dalla “benedizione delle armi” alla “Pacem in terris”, Bologna, 2005; C. F. Casula, La
Chiesa tra guerra e pace: dottrina, politica e modernità da Leone XIII a Giovanni XXIII,
Roma, 2005; D. Menozzi, Chiesa, pace e guerra nel Novecento: verso una delegittima-
zione religiosa dei conflitti, Bologna, 2008; M. de Leonardis, Ultima ratio regum. Forza
militare e relazioni internazionali, Bologna, 20132, pp. 185-227.
2
Tra le eccezioni si segnalano A. Leoni, Storia militare del cristianesimo, Casale
Monferrato, 2005, pp. 315-320, e N. Koster, „Viele mexikanische Bischöfe sind
Revolutionäre“. Der Vatikan, die Cristiada und der mexikanische Episkopat, in S. Hensel,
H. Wolf (a cura di), Die katholische Kirche und Gewalt. Europa und Lateinamerika
im 20. Jahrhundert, Wien, 2013, pp. 191-203. Nella vicenda messicana – al pari di
altre situazioni in cui la Chiesa nel XX secolo è stata perseguitata – Andrea Riccardi
vede piuttosto emergere «un modello antropologico cristiano di mitezza di fronte alla
violenza e di resistenza pacifica al male», sotto forma di «un fenomeno di massa che
coinvolge preti e laici, donne e uomini, che, miti e indifesi, subiscono la violenza». A.
Riccardi, La pace possibile. Il cristianesimo, la guerra e la violenza nel Novecento, in C
Brezzi-C. F. Casula-A. Giovagnoli-A. Riccardi, Democrazia e cultura religiosa. Studi in
onore di Pietro Scoppola, Bologna, 2002, pp. 144-145.
194 FEDE E DIPLOMAZIA
3
González y Valencia, Valverde Téllez, Méndez del Río a Pio XI, 17 ottobre
1926, Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, Archivio Storico,
Archivio della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari (d’ora in avanti:
S.RR.SS., AA.EE.SS.), Messico, pos. 509 (P.O.), fasc. 32, f. 21r.
4
Ivi, f. 17r.
196 FEDE E DIPLOMAZIA
5
Ivi, f. 24r.
6
Cfr. Köster, op. cit., p. 198.
7
In proposito si veda J. Meyer, La Cristiada – II. El conflicto entre la Iglesia y el
Estado, México, 198810, pp. 285-296.
8
Il martirio della Chiesa nel Messico, in “La Civiltà Cattolica”, 1926, vol. IV, pp.
406-407.
9
«Nel mese scorso, in occasione della beatificazione dei molti Martiri della rivo-
luzione francese, il Nostro pensiero volava spontaneamente ai cattolici messicani, che,
come quelli, si mantengono fermi nel proposito di resistere pazientemente all’arbitrio
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 197
e alla prepotenza altrui, pur di non separarsi dall’unità della Chiesa e dall’Ubbidienza
alla Sede Apostolica». Pio XI, Iniquis afflictisque, Roma, 18 novembre 1926.
10
In proposito si vedano A. Olivera Sedano, Aspectos del conflicto religioso de
1926 a 1929. Sus antecedentes y consecuencias, México, 1966, pp. 132-134, ed E.
Olmos Velázquez, La Liga Nacional Defensora de la Libertad Religiosa en el conflicto
religioso mexicano, 1925-1929, Guadalajara, 1991, pp. 189-190.
198 FEDE E DIPLOMAZIA
11
L’episodio è menzionato in J. Meyer, La Cristiada – I. La guerra de los cristeros,
México, 200522, pp. 15-16. In proposito cfr. anche Olivera Sedano, op. cit., p. 148.
12
In proposito cfr. J. González Morfín, La guerra cristera y su licitud moral,
Mexico, 2009, pp. 171-173. Non essendo stato possibile accedere all’archivio della
Pontificia Università Gregoriana, i cui fondi relativi ai PP. Vermeersch e Ojetti non
sono stati ancora inventariati se non in minima parte, ci si limita qui a riferire l’epi-
sodio, riportato in origine dalla pamphlettistica di parte cristera e successivamente
ripreso da alcuni autori come Jean Meyer e Juan González Morfín. È possibile che il
Preposito Generale dei gesuiti Wlodimierz Ledóchowsky si riferisse a questo proble-
ma quando l’8 novembre 1926 scrisse a Vermeersch: «Diligenter consideravi nego-
tium, de quo me R[everentia].V[estra]. consulendum duxit; nec solum rem mecum
reputavi, sed ad consilius adhibui etiam Patres quos aptos sum arbitratus. Tota igitur
causa accuratissime perpensa, iudico nullum a RVa responsum in scriptis esse dan-
dum ad Episcopos consulentes. Existimo igitur RVam prudenter acturam si humiliter
exponat satius ac securius RVae videri ut ad S. Sedem pro dubii practica solutione
recurratur». Ledóchowsky a Vermeersch, 8 novembre 1926, ARSI, Registri, Provincia
romana XIV (1925-1929), p. 164.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 199
13
Emblematica, in questo senso, la lettera pastorale che l’Arcivescovo di Durango
González y Valencia pubblicò a Roma l’11 febbraio 1927, nella quale si poteva leggere
il seguente passaggio: «Nos nunca provocamos este movimiento armado. Pero una
vez que, agotados todos los medios pacíficos ese movimiento existe, a nuestros hijos
católicos que anden levantados en armas por la defensa de sus derechos sociales y
religiosos, después de haberlo pensado largamente ante Dios y de haber consultado a
los teólogos más sabios de la ciudad de Roma, debemos decirles: Estad tranquilos en
vuestras conciencias y recibid nuestras bendiciones». La citazione della lettera pastora-
le dell’Arcivescovo di Durango è riportata in Meyer, La Cristiada – I, cit., pp. 16-17.
14
In proposito cfr. Olmos Velázquez, op. cit., pp. 192-205.
200 FEDE E DIPLOMAZIA
15
Cfr. Fumasoni-Biondi a Gasparri, 5 marzo 1927, S.RR.SS., AA.EE.SS.,
Messico, pos. 509A (P.O.) fasc. 41, f. 44r. In merito alla condotta ambigua mantenu-
ta da Mons. Díaz durante la crisi del 1926 mi permetto di rimandare a P. Valvo, “Una
turlupinatura stile messicano”. La Santa Sede e la sospensione del culto pubblico in Messico
(luglio 1926), in “Quaderni di Storia”, 78, 2013, pp. 195-227.
16
Cfr. Meyer, La Cristiada – II, cit., pp. 311-312, e D. Bailey, ¡Viva Cristo
Rey! The cristero rebellion and the Church-State conflict in Mexico, Austin, 1973, pp.
159-161.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 201
17
Così Mons. Fumasoni-Biondi scrisse a Gasparri il 16 settembre 1927: «Se sarà
il caso, invierò Mons. Diaz personalmente a Roma per trattare a viva voce con l’Emi-
nenza Vostra, e telegraferò in proposito la data della sua partenza. È infatti assai diffi-
cile trattare di certi argomenti per lettera, tanto più che la Commissione dei Vescovi
Messicani in Roma con tutte le buone intenzioni sta facendo una confusione non
indifferente in questa materia già tanto imbrogliata». Fumasoni-Biondi a Gasparri,
16 settembre 1927, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos. 509A (P.O.), fasc. 45, f. 10r.
18
Díaz a Fumasoni-Biondi, 5 settembre 1927, ivi, f. 12r.
19
Cfr. in proposito Fumasoni-Biondi a Gasparri, 10 maggio 1927, S.RR.SS.,
AA.EE.SS., Messico, pos. 509A (P.O.), fasc. 42, f. 79r, e Köster, op. cit., pp. 200-201.
202 FEDE E DIPLOMAZIA
membri del Comité l’autorizzazione a usare in tal modo quei soldi mo-
strando «delle lettere avute dai Vescovi della Commisione Messicana
residente in Roma, nelle quali si assicurava che questa era la volontà
della Santa Sede». La Commissione episcopale, più di tutti gli altri, era
al centro del mirino del Vescovo di Tabasco, che in essa individuava
l’origine ultima di tutti i fraintendimenti che avevano segnato i rap-
porti tra il Vaticano e l’Episcopato messicano dall’inizio della guerra
cristera20.
L’informativa di Mons. Díaz, giunta in Vaticano agli inizi di ot-
tobre del 1927, segnò l’inizio della fine per la Commissione21. Il 10
ottobre il Cardinale Segretario di Stato, per ordine di Pio XI, convocò
l’Arcivescovo di Durango e i Vescovi di León e Tehuantepec per in-
terrogarli in merito a tutte le singole accuse loro mosse dal Vescovo di
Tabasco, il quale l’8 ottobre era partito alla volta di Roma22. Le risposte
dei tre prelati furono appuntate da Gasparri sui margini del documen-
to dattiloscritto di Díaz. Essi negarono di aver mai dichiarato nella
loro corrispondenza con i Vescovi messicani che l’utilizzo dei fondi
del Vaticano per l’acquisto di armi rispecchiasse la volontà della Santa
Sede, o che la Santa Sede appoggiasse senza riserve l’attività della Liga.
Non poterono però tacere i nomi degli «eminenti ecclesiastici» a cui si
era rivolto Mariano Cuevas per conto della Commissione episcopale
all’inizio di novembre del 1926, per avere un parere teologicamente
fondato circa la liceità della ribellione armata dei cattolici messicani.
In proposito l’appunto di Gasparri recita: «sulla liceità della rivoluzio-
ne il P. Cuevas S.J. interrogò: Ojetti, Billot, Vermeersch e un domeni-
cano, e i Vescovi trasmisero questi pareri».
Il 18 ottobre 1927 Gasparri scrisse al Delegato Apostolico a
Washington che la Santa Sede era rimasta «dolorosamente impres-
sionata» dalle notizie ricevute a carico della Commissione, e che per
quanto riguardava il parere sulla difesa armata chiesto da Mariano
Cuevas a Vermeersch e ad altri teologi, i Vescovi «fecero male nel tra-
smettere tali pareri senza consultare minimamente la Santa Sede»23.
Il 29 ottobre seguente Pio XI comunicò a Mons. Borgongini Duca
20
Díaz a Fumasoni-Biondi, 5 settembre 1927, cit., ff. 14r-15r.
21
Cfr. ancora Köster, op. cit., pp. 199-200.
22
Cfr. Fumasoni-Biondi a Gasparri, 6 ottobre 1927, S.RR.SS., AA.EE.SS.,
Messico, pos. 509A (P.O.), fasc. 44, f. 75r.
23
Gasparri a Fumasoni-Biondi, 18 ottobre 1927, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico,
pos. 509A (P.O.), fasc. 45, f. 17r/v.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 203
24
Appunto di Mons. Malusardi, s.d., S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos. 509A
(P.O.), fasc. 46, f. 75r.
25
Cfr. Köster, op. cit., p. 202.
26
In proposito si veda J. Pollard, Pius XI’s Promotion of the Italian Model of
Catholic Action in the World-Wide Church, in “Journal of Ecclesiastical History”, Vol.
63, No. 4 (October 2012), pp. 758-784.
204 FEDE E DIPLOMAZIA
27
Cfr. in proposito Ruiz y Flores a Pacelli, 20 giugno 1931, S.RR.SS., AA.EE.
SS., Messico, pos. 546 (P.O.), fasc. 280, f. 10r.
28
Gli archivi della Santa Sede conservano numerose testimonianze in proposito;
si veda ad esempio la documentazione conservata in S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico,
pos. 546 (P.O.), fasc. 283, ff. 10r-102r.
29
S.RR.SS., AA.EE.SS., Rapporti delle sessioni, 1931, n. 1346, stampa 1226,
s.n.f.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 205
30
Ibidem.
31
Lo si evince dal foglio di udienza del Cardinale Pacelli del 20 dicembre 1931,
che contiene lo stesso testo riportato nel verbale della sessione della Congregazione
degli AA.EE.SS. Cfr. S.RR.SS., AA.EE.SS., Stati Ecclesiastici, pos. 430a (P.O.), fasc.
344, f. 47v.
32
S.RR.SS., AA.EE.SS., Rapporti delle sessioni, 1931, n. 1346, stampa 1226,
s.n.f.
206 FEDE E DIPLOMAZIA
33
H. Wolf, Il papa e il diavolo, Roma, 2008, p. 157 (ed. or. Papst und Teufel. Die
Archive des Vatikan und das Dritte Reich, München, 2008, p. 168).
34
Cfr. G. Coco, L’“anno terribile” del Cardinale Pacelli e il più segreto tra i concisto-
ri di Pio XI, in “Archivum Historiae Pontificiae”, 47, 2009, pp. 143-276. L’episodio
conferma anche la validità del suggerimento di S. E. Mons. Sergio Pagano, il qua-
le nella Presentazione del primo volume dei Fogli di udienza del Cardinale Eugenio
Pacelli afferma che «ai fogli di udienza di Pacelli il ricercatore dovrà affiancare sempre,
fino al dettaglio più minuzioso, i fascicoli delle pratiche trattate da Pio XI e dal suo
Segretario di Sato, tanto nella serie delle carte della Segreteria di Stato, quanto in
quelle dell’archivio della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari. In
tal modo si verrà ad avere un panorama sicuro e completo dei singoli atti e dei mo-
venti che li originarono durante il pontificato piano». S. Pagano, Presentazione, in S.
Pagano-M. Chappin-G. Coco (a cura di), I “fogli di udienza” del Cardinale Eugenio
Pacelli Segretario di Stato, Città del Vaticano, 2010, pp. XX-XXI.
35
Pacelli a Ruiz y Flores, 1 gennaio 1932, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos.
546 (P.O.), fasc. 281, ff. 18r-19r.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 207
36
A questo riguardo, in un appunto risalente sempre al dicembre del 1931, il
minutante Mons. Giuseppe Malusardi affermava: «Se questa difesa sia teoricamente
lecita è questione che non ci interessa praticamente; perché tutto fa credere che tale
difesa non sarà certamente efficace; essa diviene perciò praticamente illecita. Nessun
Governo messicano cadrà senza il beneplacito degli Stati Uniti del Nord, i quali han-
no tutto l’interesse di sostenerlo. D’altra parte tre anni di guerriglia dei cattolici non
hanno ottenuto nessun esito. Ed è da notare che allora gli animi erano ardenti per la
difesa armata. Oggi, dopo questo poco felice esito, dopo tanti nobili sacrifici frustrati,
molti si asterranno dall’intervento armato. Tutto ciò viene riconosciuto anche dal
grande fautore della difesa armata, Mons. Manriquez, che è costretto a confidare in
Dio, che non mancherà di aiutare i difensori della buona causa. Seguendo questo
principio la Santa Sede dovrebbe impegnare i suoi gendarmi in guerra con molte
nazioni…» Appunto di Mons. Malusardi, dicembre 1931, S.RR.SS., AA.EE.SS.,
Messico, pos. 546 (P.O.), fasc. 280, f. 40v.
208 FEDE E DIPLOMAZIA
37
Pacelli a Ruiz y Flores, 1 gennaio 1932, cit., ff. 22r-23r.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 209
40
In proposito si veda la documentazione conservata in ASV, Segr. Stato, anno
1932, rubr. 228, fasc. 1.
41
Al riguardo, è significativo quanto Mons. Giuseppe Pizzardo, Segretario agli
Affari Ecclesiastici Straordinari, scriveva il 7 agosto 1932 a padre Enrico Rosa, già
Direttore de La Civiltà Cattolica, nell’inviargli una bozza dell’enciclica da rivedere e
correggere: «Per venerato incarico Superiore La prego di voler rivedere l’accluso sche-
ma. Si tratta di cosa molto delicata, specialmente ciò che è segnato con un punto
interrogante. Le cose scritte a penna sono state messe per volontà superiore. Occorre
esaminare il punto della difesa armata. Che gliene pare?» Pizzardo a Rosa, 7 agosto
1932, Archivio Civiltà Cattolica, Fondo Enrico Rosa, Messico, contenitore 27, n. 11.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 211
42
Pio XI, Acerba animi, Città del Vaticano, 29 settembre 1932.
212 FEDE E DIPLOMAZIA
43
In proposito cfr. Pacelli a Piani, 10 aprile 1936, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico,
pos. 583 (P.O.), fasc. 377, f. 21r.
44
Cfr. Piani a Pacelli, 24 settembre 1936, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos.
583 (P.O.), fasc. 379, ff. 1r-82r.
45
I numerosi rapporti di Mons. Araiza sono conservati in S.RR.SS., AA.EE.SS.,
Messico, pos. 574 (P.O.), fasc. 363 ss.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 213
46
L’incontro avvenne nella tarda mattinata del 6 novembre 1936 a Long Island
(NY). I documenti consegnati a Pacelli dai membri della commissione guidata da
Mons. Anaya, con la lettera di presentazione di Mons. Ruiz y Flores, sono conservati
in S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos. 590 (P.O.), fasc. 388.
47
In merito al contenuto dei documenti presentati al Cardinale Pacelli, un
appunto dattiloscritto della Segreteria di Stato (redatto da Mons. Malusardi o più
probabilmente da Mons. Pizzardo) esprimeva un commento piuttosto critico: «La
Commissione Messicana […] ha voluto, tanto per far cosa nuova, esporre le proprie
idee e i proprii progetti, diretti a salvare il Messico e che, come tanti di molti altri
messicani, si possono dire che sono concepiti con la massima rettitudine di inten-
zione ma con non meno massima confusione di idee. In poche parole i componenti
la Commissione ritengono che l’Azione Cattolica sia un mezzo insufficiente per il
bene della religione oppressa e che perciò deve essere integrata dall’Azione civica,
per la quale richiedono benedizioni dalla Santa Sede etc. E non comprendono che
l’Azione civica, compresa nel retto senso, fa parte integrante dell’Azione Cattolica, che
essi invece concepiscono unicamente come fomentatrice di Rosarii e catechismi. Se
invece s’intende l’Azione Civica desiderata dai detti messicani allora si sdrucciola nella
Difesa Armata... Ed i buoni messicani hanno il coraggio, confondendo Azione catto-
lica, Azione civica o politica e Azione Armata, di chiedere appoggi, sia pure morali,
alla Santa Sede. Non fa poi bisogno di notare come tali idee nuocciano grandemente
all’Azione Cattolica». Appunto dattiloscritto, s.d., ivi, f. 13r.
48
Anaya a Pacelli, 8 novembre 1936, ivi, ff. 17r-20r.
214 FEDE E DIPLOMAZIA
49
L’ipotesi, che si riferisce anche all’appunto menzionato alla nota n. 47, è stata
formulata da Thomas Brechenmacher in un recente saggio. Cfr. T. Brechenmacher,
Der Heilige Stuhl und die totalitären Ideologien. Die März-Enzykliken von 1937 in
ihrem inneren Zusammenhang, in “Historisches Jahrbuch”, 133 (2013), p. 352.
50
“Messico. Commissione Messicana diretta dal Vescovo di Chiapas”, appunto
dattiloscritto, 14 dicembre 1936, S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico, pos. 590 (P.O.),
fasc. 388., ff. 15r-16r.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 215
51
Pio XI, Firmissimam constantiam, Città del Vaticano, 28 marzo 1937.
52
D’accordo con questa visione sembrano essere anche alcuni storici come Y.
Chiron, Pie XI (1857-1939), Paris, 2004, pp. 370-373. Più articolato – e meno netto
– il giudizio sull’enciclica proposto in González Morfín, op. cit., pp. 62-67.
216 FEDE E DIPLOMAZIA
53
Appunto autografo di Mons. Malusardi, s.d., S.RR.SS., AA.EE.SS., Messico,
pos. 591 (P.O.), fasc. 388, f. 58r/v. L’appunto è stato citato anche da P. Chenaux, Pio
XI e le rivoluzioni, in C. Semeraro (a cura di), La sollecitudine ecclesiale di Pio XI. Alla
luce delle nuove fonti archivistiche. Atti del convegno internazionale di studio Città del
Vaticano 26-28 febbraio 2009, Città del Vaticano, 2010, p. 425n.
DIFENDERE LA FEDE IN MESSICO 217
54
Sono debitore alla Prof.ssa Maria Bocci di alcune preziose riflessioni al
riguardo.
55
Si vedano la nota inviata a tutti i rappresentanti pontifici dal Cardinale Pacelli
il 14 aprile 1932 (S.RR.SS., AA.EE.SS., Stati Ecclesiastici, pos. 474 (P.O.), fasc. 475,
ff. 24r-26v) e quella inviata il 20 febbraio 1936 (ivi, fasc. 480, ff. 11r-13r), nella quale
ultima il Segretario di Stato segnalava «la ben organizzata attività, che i comunisti van-
no svolgendo da per tutto, mirando specialmente alla conquista degli Stati dell’Ameri-
ca Latina». Pochi giorni prima, il 13 gennaio 1936, un telegramma dalla Nunziatura
di Rio de Janeiro riferiva la Segreteria di Stato, sulla base di informazioni ricevute dal
Ministero degli Esteri, che «come Centro Propaganda Rivoluzionaria Russa in America
è stato ora scelto Messico». Lunardi a Pacelli, 13 gennaio 1936, ivi, fasc. 479, f. 31r.
56
In proposito si veda G. Petracchi, I gesuiti e il comunismo tra le due guerre, in V.
Ferrone (a cura di), La Chiesa cattolica e il totalitarismo, Firenze, 2004, pp. 123-152.
218 FEDE E DIPLOMAZIA
57
Di una “divisione dei compiti” tra le encicliche del marzo 1937 parla anche
Thomas Brechenmacher, che della Firmissimam constantiam mette in evidenza la cen-
tralità attribuita all’Azione Cattolica come strumento privilegiato di presenza ecclesia-
le e di lotta contro il materialismo, stigmatizzato nelle altre due encicliche (nella sua
versione razzista e in quella comunista). Cfr. Brechenmacher, op. cit., pp. 353-364.
“Fede” e “diplomazia” sembrano richiedere comportamenti diversi: la prima richiama certezze assolute
e fermezza di atteggiamenti, la seconda necessita invece la pratica di uno “scetticismo tollerante” e
FEDE E DIPLOMAZIA
duttilità. La diplomazia pontificia è la più antica del mondo e ha operato ad majorem Dei gloriam,
FEDE E DIPLOMAZIA
in conformità a principi immutabili, la diffusione del Cattolicesimo, la difesa e lo sviluppo delle
Chiese particolari e la tutela dei fedeli in tutto il mondo, che hanno dovuto però confrontarsi con i
NELL’ETÀ CONTEMPORANEA
bipolare della Guerra Fredda. Il volume affronta storicamente l’attività diplomatica della Santa Sede
al servizio della Chiesa cattolica per la diffusione e la difesa della fede nei diversi contesti nazionali a
partire dall’epoca della Restaurazione, con vari saggi basati su puntuali e specifiche ricerche, con ampia
consultazione di fonti archivistiche della Santa Sede e di diversi Paesi. Negli ultimi due secoli la Santa
Sede ha dovuto affrontare molte sfide. La Restaurazione non fermò il progresso delle idee rivoluzionarie,
che portò nel 1870 alla fine dello Stato Pontificio. I Pontificati di Pio XI e Pio XII furono caratterizzati a cura di
dallo scontro con regimi espressione di un violento anticlericalismo di stampo massonico, come la
Seconda Repubblica spagnola e il Messico, e con i totalitarismi, nazismo e comunismo; quest’ultimo MASSIMO DE LEONARDIS
dopo la Seconda Guerra Mondiale estese il suo dominio a molti Paesi in vari continenti.
Massimo de Leonardis è Professore Ordinario di Storia delle Relazioni e delle Istituzioni Inter-
nazionali e Docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell’Università Cattolica del
Sacro Cuore in Milano, dove è Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche. È Vice Presi-
dente della International Commission of Military History e della Società Italiana di Storia Interna-
zionale. Il suo primo interesse di ricerca ha riguardato la Santa Sede nelle relazioni internazionali,
tema rimasto anche in seguito fra quelli a lui più cari e sul quale ha pubblicato numerosi saggi.
Fede e diplomazia
a cura di Massimo de Leonardis