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Guide Pratiche

VIVERE MEGLIO SPENDENDO MENO

© 2017 Altroconsumo Edizioni S.r.l.


Via Valassina 22 – 20159 Milano

© 2009 Altroconsumo Nuove Edizioni S.r.l.


A cura di Marta Buonadonna

Titolo originale dell’opera


Vivez mieux en dépensant moins!
© 2008 Test-Achats

ISBN 978-88-99780-14-2

Coordinamento editoriale: Sonia Basili


Redazione: Laura Sarotto
Copertina e impaginazione: Sara Cattaneo

Tutti i diritti di traduzione, riproduzione,


memorizzazione elettronica e adattamento totale o parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi

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Sommario

Introduzione.................................................................................................... 9

Capitolo 1 – Il bilancio familiare


Stabilire un budget.......................................................................................... 11
Fare economia.................................................................................................. 15

Capitolo 2 – Sfruttare le occasioni


Risparmia con noi............................................................................................. 19
La caccia al buon affare................................................................................... 20
Comprare un’auto usata.................................................................................. 25
Gli sconti........................................................................................................... 28
Le carte fedeltà................................................................................................ 31
I canali di vendita più convenienti.................................................................. 34

Capitolo 3 – La spesa
La spesa furba.................................................................................................. 39
Comprare e conservare.................................................................................... 43
Vivere meglio spendendo meno

Una spesa a basso impatto.............................................................................. 48

Farmaci, risparmiare si può............................................................................. 53

Capitolo 4 – La casa
Il mutuo: sceglierlo, cambiarlo, rinegoziarlo................................................. 58

Ristrutturare..................................................................................................... 60

Arredamento ed elettrodomestici.................................................................. 66

Polizze casa....................................................................................................... 71

Capitolo 5 – Il risparmio energetico


Elettrodomestici............................................................................................... 76

Riscaldamento e climatizzazione.................................................................... 85

Acqua, una risorsa da non sprecare............................................................... 87

Bollette imbizzarrite: cambiare fornitore?..................................................... 90

Capitolo 6 – I trasporti
Al volante......................................................................................................... 93

Salutari alternative.......................................................................................... 100

Treno al risparmio............................................................................................ 103

Il low cost da prendere al volo........................................................................ 105

Capitolo 7 – Gestire i soldi


Scegliere il conto.............................................................................................. 109

Giocare bene le proprie carte......................................................................... 115

Pagamenti online............................................................................................. 121

Prestiti e finanziamenti................................................................................... 122

Assicurazioni..................................................................................................... 125

6
Sommario

Capitolo 8 – Il tempo libero


Vacanze a prezzi onesti................................................................................... 129

Stare in forma.................................................................................................. 132

Comunicare: telefono e internet.................................................................... 135

Indice analitico................................................................................................. 141

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AVVERTENZA
La nostra missione è tutelare i tuoi diritti di consumatore, fornendoti gli strumenti utili
a difenderti e a farti valere in ogni contesto della vita quotidiana. Ci impegniamo ogni
giorno, cercando di offrirti un’informazione corretta, completa e sempre aggiornata al
momento in cui scriviamo.
Tutto, però, è in continua evoluzione e, quando prenderai in mano questa guida,
qualcosa potrebbe essere cambiato.
Per stare al passo con gli argomenti che ti interessano, non dimenticare di consultare
le nostre riviste e di collegarti al sito www.altroconsumo.it. Qui potrai sempre trovare
le ultime news e sapere quando sarà disponibile una nuova edizione di questa guida.
Introduzione

Il nostro paese sta ancora attraversando un momento di crisi economica.


Tra lavori che diventano sempre più precari e tasse che sembrano aumentare
di anno in anno, non potendo incrementare le proprie entrate, le famiglie
italiane sentono sempre più stringente l’esigenza di limitare le proprie uscite.
Non occorre però che questa si trasformi in una stagione di rinunce e ri-
strettezze.
Noi di Altroconsumo sappiamo che la chiave per spendere meno è spendere
meglio, scegliendo prodotti e servizi di qualità al giusto prezzo. In questo
volume vi spieghiamo perciò come mettere in pratica suggerimenti che so-
no il frutto di decenni di esperienza sul campo. Vi aiutiamo a capire quali
spese potete tagliare e come potete risparmiare, quali occasioni cogliere e
quali trappole evitare nell’intricata giungla di promozioni e offerte speciali.
Il capitolo 1 vi aiuta a stilare il vostro bilancio familiare, mettendo in equi-
librio ciò che entra e ciò che esce ogni mese dalle casse di casa. Vedremo
le tattiche migliori per ottimizzare le uscite, individuando le spese inutili e
quelle che possono essere ridotte.
Nel capitolo 2 parliamo di promozioni per capire come e quando è possibile
fare buoni affari approfittando di offerte, sconti, svendite e canali alternativi.
Affrontiamo nel capitolo 3 l’argomento della spesa: dove farla, che prodotti
scegliere, come spendere il giusto senza rinunciare a qualità e sicurezza, con
qualche consiglio anche sui farmaci, il cui prezzo è ormai da tempo liberalizzato.
Un’altra grossa voce di spesa che riguarda la casa è il mutuo, di cui ci occupiamo
nel capitolo 4, dove parliamo di come sceglierlo e, se è il caso, rinegoziarlo o
cambiarlo, ma affrontiamo anche altri temi come la ristrutturazione, i mobili,
gli elettrodomestici, le assicurazioni.

9
Vivere meglio spendendo meno

Risparmiare vuol dire prima di tutto non sprecare, e questo vale a mag-
gior ragione per l’energia, un capitolo di spesa consistente per le famiglie.
È un tema particolarmente importante per Altroconsumo, che ne ha fatto da
anni un suo cavallo di battaglia. Ne parliamo nel capitolo 5, per spiegarvi cosa
si può fare in concreto per risparmiare energia con un doppio beneficio, per
l’ambiente e il portafogli.
Nel capitolo 6 ci occupiamo dei trasporti, esplorando, oltre ai modi per rispar-
miare sull’uso dell’auto, anche i mezzi alternativi, più amici dell’ambiente, e i
voli low cost, con una particolare attenzione agli aspetti più critici, per esempio
sotto il profilo dei contratti di viaggio e delle gabole che possono contenere.
Un altro ambito nel quale è possibile conseguire risparmi significativi, anche
se forse non ci avevate mai pensato, è proprio quello della gestione dei soldi.
Conti correnti, carte di credito, sistemi di pagamento: li passiamo in rassegna
nel capitolo 7.
Infine, è il caso di analizzare anche le spese che riguardano il tempo libero:
dalle vacanze alle tariffe dei cellulari, da internet allo sport, il capitolo 8 è
ricco di suggerimenti per risparmiare senza troppe rinunce.
In questo volume abbiamo raccolto dritte e consigli che derivano da anni
di attività svolta a scandagliare le offerte del mercato, alla ricerca della con-
venienza reale, per suggerirvi modi per vivere bene spendendo il giusto.
Ma per informazioni sul risparmio costantemente aggiornate, potete consul-
tare i comparatori che Altroconsumo mette a disposizione sul proprio sito
www.altroconsumo.it: utilizzandoli potrete ottenere risposte personalizzate
su come risparmiare soldi sulle più importanti voci di spesa e potersi tenere
in tasca a fine anno anche diverse centinaia di euro.

10
Il bilancio familiare
1
Ci sono voci di spesa che pensiamo di non poter ridurre, dalle bollette alla
spesa alimentare, altre che non compaiono nemmeno nel nostro bilancio,
dal momento che si tratta di spese così piccole che il più delle volte non ci
accorgiamo nemmeno di farle. Ma anche queste, una volta sommate, alla fine
del mese possono rappresentare un bel gruzzolo.

Stabilire un budget
Da dove cominciare a risparmiare? Di certo la prima cosa da fare è appurare
quanto spendete attualmente e avere un conto preciso di tutte le vostre en-
trate: vi servirà per capire come approntare il bilancio, che altro non è se non
l’equilibrio tra entrate e uscite. Perciò armatevi di una penna, di un quaderno
e di una calcolatrice e preparatevi a stilare qualche lista.
A questo punto, potrete individuare i settori nei quali è possibile risparmiare.
Ogni famiglia ha un budget diverso e a cambiare non è solo l’entità delle
entrate, ma anche le priorità di spesa. Se avete bisogno di risparmiare potran-
no rendersi necessari alcuni tagli alle attività ludiche, ma sarete sorpresi nel
constatare quanti risparmi si possono realizzare anche senza troppe rinunce.
Semplicemente spendendo meglio i vostri soldi.
Vivere meglio spendendo meno

Quanto al mese?
Per comodità di calcolo bisognerà riportare sia le entrate sia le uscite su base
mensile, perché è difficile fare una programmazione di risparmio su un oriz-
zonte temporale più lungo. È su base mensile che si riceve la maggior parte
delle entrate, dalla pensione allo stipendio, all’eventuale affitto da parte di
un inquilino. Ma possono esistere anche numerosi introiti annuali, come la
tredicesima, interessi su investimenti, cedole, bonus e premi di produzione.
Sommate tutte le entrate annuali della famiglia e, una volta che siete sicuri di
aver incluso ogni cosa, dividete questa somma per dodici.
Lo stesso andrebbe fatto con le spese. Spesso le bollette arrivano a cadenza
bimestrale, altre spese, come mutuo o affitto, sono mensili, altre ancora possono
essere trimestrali, semestrali o annuali (premi assicurativi, spese condominiali, il
bollo auto). Anche in questo caso fate la somma di tutto e dividete per dodici.
Le spese, però, lo abbiamo già detto, non sono tutte uguali. Ecco perché
converrà analizzare le varie voci raggruppandole per categorie, in modo da
rendere poi più facile il lavoro di taglio o almeno di contenimento.

Le spese fisse
L’affitto o la rata del mutuo, l’assicurazione sulla casa, le spese condominiali,
il bollo e l’assicurazione dell’auto, la rata di un finanziamento da ripagare, le
rette scolastiche dei figli. Aggiungete voi a questa lista le spese che dovete
affrontare mensilmente o annualmente e che sono inderogabili. Su queste
voci, penserete, risparmiare è difficile, tagliare forse impossibile.
Vi invitiamo a consultare la pagina dedicata ai mutui e quella della banca dati
sull’Rc auto sul sito www.altroconsumo.it/soldi: potreste scoprire che per il
vostro profilo è possibile cambiare banca, o compagnia assicurativa, e ottenere
un bel risparmio. Anche sul costo del conto corrente e altre spese che riguarda-
no la gestione del denaro è possibile risparmiare. Ne parliamo nel capitolo 7.

Le spese ricorrenti
Prima di tutto ci sono le bollette: acqua, luce, gas, telefono. Per le utenze
domestiche la possibilità di risparmio va in due direzioni. Da una parte la
liberalizzazione ha dato luogo finalmente a una sana concorrenza, perciò è
possibile che cambiando fornitore di servizi riusciate a risparmiare. Se non
volete cambiare o se siete già con l’operatore più conveniente è comunque
possibile comprimere i consumi e ottenere ugualmente un risparmio.
Per calcolare le spese per le utenze vi converrà fare una media delle ultime
due o tre bollette, ignorando quelle che si riferiscono a periodi in cui eravate

12
Il bilancio familiare

in vacanza. Nel caso delle bollette energetiche, per farsi un’idea degli importi
è sufficiente il prospetto annuo all’interno dell’ultima bolletta ricevuta.
Fanno parte delle spese ricorrenti anche i costi sostenuti per i trasporti (benzi-
na, autostrada, mezzi pubblici), per il telefono cellulare, e i vari abbonamenti
a pay tv o palestra. Sui trasporti, specialmente sull’auto, si può risparmiare,
sul cellulare anche (scegliendo l’operatore e la tariffa migliore per le vostre
necessità, oltre che ponendo un limite alle chiamate), sulle altre spese si può
fare una valutazione. La palestra fa bene alla salute, ma è possibile svolgere
della salutare attività fisica anche senza essere iscritti a un club. Vedremo
come nel capitolo 8.

La spesa alimentare e i prodotti per la casa


Pasta, pane, olio, detersivo, shampoo, pannolini. No, proprio non se ne può
fare a meno. Ma quando si arriva al cuore della spesa, composto da ciò
che serve per vivere e mandare avanti la casa, non è detto che si sia giunti
allo zoccolo duro delle uscite ineliminabili. Proprio sulla spesa settimanale
è possibile ottenere i risparmi più consistenti, come le inchieste annuali di
Altroconsumo sui prezzi dei supermercati dimostrano. Scegliere prodotti non
di marca, approfittare delle promozioni quando sono davvero convenienti,
cambiare punto vendita individuando quello più economico: sono tutte mosse
spiegate nel dettaglio nel capitolo 3. Tenendo conto che ogni famiglia spende
ogni anno in media 6.500 euro al supermercato, si capisce quanto questa voce
sia cruciale all’interno del bilancio familiare.

Le spese superflue
Non parliamo di lussi, ma di attività e prodotti su cui è possibile trovare il
modo di risparmiare. Siamo nel campo dell’intrattenimento, della cosmetica,
della cultura, della moda, dei complementi d’arredo e di quant’altro non sia
strettamente necessario alla famiglia.
Nella maggior parte dei casi, non c’è bisogno di rinunciare totalmente. Prenderci
cura di noi stessi anche attraverso qualche piccola concessione è importante
e aiuta il nostro benessere. Ma i trucchi per risparmiare non mancano.
Se amate il cinema, scegliete di andarci il giorno in cui i biglietti costano meno
e tenete presente che alcuni cinema hanno delle particolari convenzioni con
alcuni tipi di utenti (per esempio quelli che sono in possesso di carte fedeltà
di specifici supermercati o librerie o di determinate carte di credito). Discorso
analogo vale per i musei, per i quali si può approfittare di convenzioni spe-
cifiche, ma anche di agevolazioni per particolari categorie di persone (senior,
studenti...) e di giornate straordinarie a entrata gratuita (come Domenica al

13
Vivere meglio spendendo meno

Museo, iniziativa del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo
che prevede l’ingresso gratuito nei musei e nei luoghi della cultura statali la
prima domenica di ogni mese).
Se siete avidi lettori, potete prendere alcuni libri in prestito in biblioteca e ac-
quistare gli altri durante le offerte, che ormai tutte le librerie (fisiche e online)
fanno periodicamente.
Per l’abbigliamento, il discorso non è molto diverso. Provate a guardare nel
vostro armadio e valutate con sincerità se quello che c’è dentro è sufficiente
a vestirvi per un intero anno. Se manca qualcosa di essenziale, allora la spesa
per il suo acquisto è indispensabile; in tutti gli altri casi, ci dispiace, si tratta
di prodotti superflui. Anche su questi articoli, comunque, prima di tagliare si
può sempre provare a pagarli di meno. Scovare l’affare in negozi, mercati e
internet può diventare anche un divertente passatempo.
E per quanto riguarda mangiare fuori casa? Certo non sarà un caffè al bar
a farvi andare in bancarotta. Ma se diventa un’abitudine quotidiana, anche
questa voce può influire sul vostro bilancio. Una cena fuori, una colazione
in pasticceria o un gelato mentre si è a passeggio sono piccoli lussi che ci si
può concedere ogni tanto. Ma quando diventano frequenti, alla fine del mese
possono farsi sentire.
Conservate per un mese tutti gli scontrini, anche quelli delle piccole spese,
prima di stilare il bilancio familiare: quando farete le somme potreste essere
sorpresi dal totale.

Le spese straordinarie
Non capita tutti giorni che il frigorifero esali l’ultimo respiro o che la lavatrice
ci abbandoni senza possibilità di riparazione, ma può accadere, e quando
succede ci troviamo di fronte a spese impreviste quanto improrogabili. Se qui
la possibilità di tagliare è ridotta al lumicino (fare a meno di alcuni elettro-
domestici è davvero impensabile), è però sempre possibile risparmiare senza
rinunciare alla qualità. I test periodici di Altroconsumo dimostrano anzi che
spesso al prezzo più alto non corrisponde una qualità superiore. Per fare scelte
oculate, però, bisogna avere le informazioni giuste, ma questo per voi non è
un problema: siete abbonati alla rivista giusta.

Entrate e uscite
Ora dovreste avere un quadro completo del vostro bilancio familiare. Dovreste
cioè essere in grado di vedere quanto entra mediamente nelle vostre casse e
quanto esce. Se vi rendete conto che la cifra che compare nella colonna delle
uscite mensili è più alta di quella delle entrate è chiaro che è il momento di

14
Il bilancio familiare

correre ai ripari. Anche laddove, ve lo auguriamo, questo non dovesse capitare,


potrete comunque individuare con un colpo d’occhio dove si può tagliare
per realizzare dei risparmi. Oppure fissate una cifra che intendete mettere via
tutti i mesi e poi cominciate la spunta delle spese o dei settori di spesa in cui
è possibile operare dei tagli per raggiungere la quota stabilita.

Fare economia
Finché non ci siamo posti il problema di cominciare a risparmiare, abbiamo
vissuto spendendo in maniera abbastanza inconsapevole. Sì, probabilmente
siamo consci di alcune spese grosse che abbiamo dovuto sostenere, e magari
abbiamo un’idea approssimativa dell’ammontare della maggior parte delle
nostre spese fisse, ma tutta una serie di possibilità di risparmio ci sono si-
curamente sfuggite semplicemente perché non ci abbiamo riflettuto sopra.
Sommate insieme possono ammontare a centinaia di euro che abbiamo speso
inutilmente nel corso dell’anno e che potremmo invece facilmente tenere in
tasca da adesso in poi.
Prendiamo le spese energetiche, un campo nel quale è più facile spendere
senza rendersene conto. Magari non usiamo lampadine a risparmio ener-
getico, né rubinetti con frangiflutto. E che dire dell’auto? Tra viaggi inutili e
gomme sgonfie sprechiamo un sacco di benzina. Intanto nella spazzatura
finiscono confezioni intatte di cibo. Stiamo parlando di denaro che è possibile
risparmiare ogni anno senza alcun sacrificio, semplicemente ottimizzando
l’organizzazione della casa e della nostra vita.

Astuzie che aiutano


Cominciamo dalle cose semplici da eliminare, ovvero da quelle superflue:
vacanze, regali, cene fuori, siete voi a scegliere quando e quanto. Potete
fissare un budget per tutte queste spese e decidere di rispettarlo facendo
una classifica delle priorità. Qualche esempio? La famiglia Rossi potrebbe
decidere di agire così: alla vacanza non rinunciamo, ma magari possiamo
provare a prendere casa in affitto con amici invece di andare in albergo,
una cena fuori in meno al mese e regali per compleanni e Natale tutti
sotto i 20 euro.
Invece di andare in ufficio in auto, provate ad andarci a piedi se la distanza
da casa non è proibitiva: un giorno solo non cambierà niente, ma in un
mese anche la spesa per la benzina calerà sensibilmente (e l’ambiente ne
guadagnerà). Abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento di casa

15
Vivere meglio spendendo meno

Condividere per risparmiare


Questi sono tempi in cui a tutti fa piacere tagliare qualche spesa e metter via
qualche soldo. Ecco perché non dovrebbe esservi difficile riuscire a convincere
amici, parenti o colleghi a unire le forze per raggiungere insieme l’obiettivo.
Sono molte le cose che si possono condividere e che, così facendo, consentono
di risparmiare senza rinunce. Dal car pooling (un collega a turno ogni settimana
porta in ufficio gli altri che abitano nella stessa zona), allo scambio di bei film in
dvd, al prestito di articoli che servono solo occasionalmente (un trapano) o per
periodi di tempo limitati (uno sterilizzatore per biberon). La cena al ristorante
con gli amici al sabato comincia a pesare un po’ troppo sul bilancio? Meglio
fare a turno a casa di uno e dell’altro mettendo ognuno una quota fissa per
la spesa. Estendendo il concetto di condivisione a quello di aiuto reciproco, e
prendendo esempio da alcuni riusciti esperimenti di “banca del tempo”, si può
pensare di darsi una mano a vicenda anche con i figli, andandoli a prendere a
scuola e intrattenendoli per un pomeriggio a turno, e risparmiando così sulla
baby-sitter.

non cambierà il comfort (ricordiamoci che d’inverno non ha senso girare


per casa in maglietta, i maglioni li hanno inventati apposta!), in compenso
può farvi risparmiare circa il 8% sulla bolletta.

Il budget settimanale
Senza contare le spese fisse e ricorrenti (affitto o mutuo, bollette, bollo auto
ecc.), può essere una buona idea quella di stabilire un budget settimanale per
tutte le altre spese, dal supermercato al cinema. È buona abitudine tenere da
parte gli scontrini e verificare se le spese rientrano nel budget programmato.
Tenete poi sempre presente che per non essere colti di sorpresa da spese
che sono da considerare impreviste per definizione (la lavatrice che si gua-
sta e simili) è sempre bene avere da parte qualche centinaio di euro per le
emergenze. Quindi il gruzzoletto da mettere via per gli imprevisti andrebbe
visto come parte integrante delle spese inevitabili.
Se avete delle spese da pagare entro fine mese prima dell’arrivo dello stipendio
meglio usare una carta di credito: vi dà la possibilità di pagare tutto in un’unica
soluzione in genere il 10 o il 15 del mese successivo, quando lo stipendio sarà già
stato accreditato sul vostro conto. È molto meglio che andare in rosso sul conto.

16
Il bilancio familiare

Schema di budget mensile

Entrate Uscite

Stipendio netto Spese fisse


(affitto o mutuo per la casa, bollo e assicurazione auto,
rette scolastiche dei figli, rate di finanziamenti ecc.)

Pensione Spese ricorrenti


(acqua, luce, gas, telefono, trasporti ecc.)

Affitto Spese alimentari


(cibi, prodotti per la casa ecc.)

Interessi su investimenti o cedole Spese superflue


(intrattenimento, vestiario, ristorante, palestra ecc.)

Bonus annuale Spese straordinarie


(manutenzione della casa, elettrodomestici, mobilia,
salute ecc.)

Tredicesima e altre entrate Altre spese

Totale entrate Totale uscite

Budget

Risparmio mensile necessario


o desiderato

Spese da eliminare

Spese da ridurre

Risparmi in conto di deposito


Date un’occhiata ai vostri estratti conto dell’anno passato e cercate di capire
quanti soldi vi avanzavano più o meno a fine mese. Che siano pochi o tanti,
50 o 1.000 euro, potrebbe valer la pena trasferire tutti i mesi questa cifra su un
conto di deposito o su un fondo di investimento appena vi viene versato lo
stipendio sul conto corrente. Sono soldi di cui non sentirete la mancanza, dal
momento che corrispondono alla cifra che vi avanza ogni mese, e sui quali
perciò non fate affidamento. Messi letteralmente da un’altra parte rispetto al
conto corrente, possono intanto fruttare un po’ di più (i conti di deposito
danno interessi più alti, ma non consentono di effettuare operazioni sui soldi
versati) e poi si evita il rischio di spenderli solo perché sono lì. Dovete pensare
a questi soldi, che si accumulano mese dopo mese maturando interessi, come

17
Vivere meglio spendendo meno

a un’assicurazione per il futuro. Mettendo via anche solo 100 euro al mese per
30 anni a un tasso del 2% netto annuo, alla fine vi ritroverete la bellezza di
50.000 euro. Tenete però presente che sul conto di deposito è dovuta un’im-
posta annua pari allo 0,2% del depositato.
Ovviamente il nostro consiglio è quello di considerare anche questo nel calcolo
del rendimento netto. Notizia positiva: sul mercato ci sono banche che si accol-
lano il bollo e non lo fanno pagare al cliente. Scoprite qual è il conto deposito
su misura per voi, in base al capitale investito e alla durata dell’investimento
che preferite, sul nostro sito www.altroconsumo.it/finanza/contideposito.

Software gratuiti per il bilancio di casa


Esistono programmi scaricabili gratuitamente da internet che consentono di fare
praticamente qualunque cosa. Ne parliamo estesamente nell’ultimo capitolo di
questa guida, dedicato al tempo libero, ma ora ci soffermiamo solo su quelli che
consentono di tenere traccia dei conti di casa, entrate e uscite, in modo funziona-
le e semplice. Sono programmi che si scaricano sul pc e sono disponibili in lingua
italiana. Ve ne presentiamo alcuni.

• iPase Un software di gestione della contabilità casalinga che permette di


registrare spese e ricavi e di fare ricerche e calcoli nell’ambito dei dati inseriti.
Si scarica gratuitamente dal sito www.ipase.it.
• Money Manager EX Consente una gestione completa delle finanze, inclusi
investimenti e conto corrente, e di monitorare le operazioni di entrata e usci-
ta. È scaricabile gratuitamente dal sito www.moneymanagerex.org.
• GnuCash È un programma gratuito che permette di gestire il bilancio fami-
gliare e di piccole imprese, oltre ad azioni, obbligazioni e fondi comuni. Si
scarica dal sito www.gnucash.org.

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Sfruttare le occasioni
2
La chiave per risparmiare non sempre è la rinuncia. Spesso la soluzione è
spendere meno e soprattutto spendere meglio.
Nell’arco di un anno, per quanto strano possa suonare, fa risparmiare di più
pagare un po’ meno prodotti che compriamo tutti i giorni o tutte le settimane,
piuttosto che rinunciare all’acquisto di un paio di scarpe.
Prima di imporre tagli drastici a voi stessi e alla vostra famiglia, pensate di
ottimizzare le vostre spese: tanti piccoli risparmi sommati insieme possono
trasformarsi in un risparmio importante.

Risparmia con noi


Diventando nostri soci siete entrati in un mondo di risparmi. Grazie ai test
che pubblichiamo periodicamente sulla rivista e sul nostro sito, infatti, potete
facilmente individuare i prodotti con il miglior rapporto qualità-prezzo. Inoltre,
pur mantenendo fede alla nostra promessa di obiettività e indipendenza, testi-
moniate proprio dai test comparativi e dalle inchieste che svolgiamo sul campo,
siamo infatti in grado di offrirvi una serie di vantaggi, frutto di negoziazioni fatte
per voi con aziende, negozi, banche e società di assicurazioni. Trovate tutte le
agevolazioni sempre aggiornate sul nostro sito www.altroconsumo.it/vantaggi.
Vivere meglio spendendo meno

Ecco qualche esempio di ciò che potete trovare:

• carta di credito Altroconsumo, grazie a cui si ottiene la restituzione dello 0,2%


del denaro speso e non si pagano commissioni per il rifornimento di carburante;
• conti correnti, conti deposito e investimenti a condizioni vantaggiose;
• assicurazioni viaggi, casa, auto e moto a condizioni agevolate;
• fornitura di energia elettrica a tariffazione speciale;
• sconti su acquisti online di pneumatici e prodotti di varie tipologie.

La caccia al buon affare


Che sia il momento giusto per cogliere le occasioni di risparmio lo dimostrano
i cartelli che occhieggiano dalle vetrine dei negozi. Le parole sconto, liquida-
zione e affare si sprecano. Vediamo come è possibile risparmiare comprando
cose di buona qualità a un prezzo interessante.

Le liquidazioni
Offerte, sconti, liquidazioni e affari: arrivano fino a casa vostra sotto forma di
volantini in cui le grandi catene o i piccoli negozi espongono la merce che met-
tono in vendita a prezzi particolarmente vantaggiosi per le più svariate ragioni.
Può trattarsi dell’inaugurazione di un nuovo punto vendita, della necessità di
liberare i magazzini in previsione dell’arrivo di merce nuova, del desiderio di
rilanciare le vendite o solo di farsi conoscere, oppure dello sgombero dei locali
dovuto all’imminente chiusura. Se si tratta poi delle promozioni periodiche che
la grande distribuzione fa su piccoli e grandi elettrodomestici e sull’elettronica, è
facile che le catene si facciano concorrenza anche sugli sconti, quindi è sempre
bene tenere gli occhi aperti, soprattutto se state pensando di cambiare il vostro
vecchio aspirapolvere, di acquistare un pc o di fare altri acquisti del genere.
Non sempre però quelli che vengono presentati come affaroni sulla carta lo
sono davvero anche dal vivo. Meglio perciò non farsi mettere fretta, anche se
le offerte sono sempre temporanee e quindi spingono ad acquisti impulsivi,
senza lasciarvi il tempo di riflettere a fondo. In ogni caso non fatevi mai con-
vincere a comprare qualcosa di cui non siete sicuri di aver bisogno, soltanto
perché costa poco: questo non si chiama risparmio, ma spesa inutile.
Andate nel negozio, controllate la merce, verificate che sia tutto in regola, cercate
lo stesso articolo anche altrove e verificate che lo sconto che vi promettono
sia reale. Si tende sempre a credere nella convenienza di ciò che ci viene
presentato come affare, ma spesso è al negoziante che l’affare conviene di più.

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Sfruttare le occasioni

Prezzi in evidenza
Sullo scaffale del negozio adocchiate l’articolo che vi interessa a un prezzo par-
ticolarmente basso. Lo prendete all’istante ma, una volta arrivati alla cassa, vi
sentite dire che c’è stato un errore nell’indicazione del prezzo.
Di norma alla cassa non possono applicarvi un prezzo diverso da quello esposto.
Quando un commerciante mette in vendita un prodotto e ne indica il prezzo nel
modo dovuto si parla di offerta giuridicamente valida. Il che significa che il vendi-
tore si impegna a dare via il prodotto alle condizioni da lui stesso definite a tutti
i clienti che accettano quelle condizioni. Quando però l’errore nell’esposizione
del prezzo è palese, per esempio un’auto messa in vendita a 999 euro, mentre
è chiaro che manca un 9 per comporre il giusto prezzo, allora il venditore ha il
diritto di chiedervi di pagare il vero prezzo dell’articolo. Un’altra cosa che può
succedere è che alcuni prodotti, che il venditore non intende scontare, finiscono
nel cesto dei prodotti scontati: in questo caso il cliente ha diritto a ottenere lo
sconto indicato sul cartello.

Vecchi modelli
Ogni volta che dei nuovi modelli vengono messi in vendita, quelli vecchi
subiscono un calo di prezzo. Questo è particolarmente evidente per esempio
con prodotti come i telefoni cellulari, che hanno un tasso di ricambio molto
alto e in cui ogni modello nuovo aggiunge funzionalità diverse che rendono
obsoleti i modelli precedenti. Se non siete tipi che smaniano per l’ultimissima
novità, aspettare l’uscita del telefono di nuova generazione è il modo migliore
per assicurarsi uno sconto su quello immediatamente precedente, sul quale
magari avevate messo l’occhio. Non esitate perciò a chiedere al negoziante
se ha modelli “vecchi” a buon prezzo da farvi vedere: potrebbero avere tutte
le caratteristiche che fanno al caso vostro e costare anche la metà rispetto a
quando sono stati lanciati sul mercato.

Articoli in esposizione e danneggiati


I prodotti che hanno qualche piccolo difetto e quelli che sono stati parte
dell’esposizione spesso sono venduti a un prezzo ridotto. Può quindi essere
vantaggioso comprarli a un prezzo scontato, ma bisogna valutare attentamente
costi e benefici. Prima di cedere alla tentazione, infatti, dovete fare almeno

21
Vivere meglio spendendo meno

due cose. La prima è controllare che tipo di difetto ha riportato l’oggetto (può
essere una piccola scheggiatura subita durante l’esposizione o qualcosa di
più serio che ne compromette il funzionamento). Secondariamente dovete
accertare se nel caso vi pentiate dell’acquisto siete sempre in tempo a cam-
biarlo. Di fatto il cambio della merce è a discrezione del negoziante, perciò
questa discrezionalità rimane anche nella vendita promozionale o nell’offerta
dovuta a qualche piccolo difetto. La questione cambia se il prodotto presen-
ta un difetto diverso da quello che ha determinato lo sconto e che non era
evidente al momento dell’acquisto. In questa ipotesi il consumatore ha diritto
alla sostituzione o alla riparazione senza spese aggiuntive.
Insomma, si possono fare discreti affari acquistando articoli che hanno fatto
parte dell’esposizione del negozio e di cui il commerciante si vuole liberare per
far spazio a qualche novità. Lo stesso vale per articoli lievemente difettati. Difetti
e problemi vanno però tutti fatti riscontrare al momento dell’acquisto in modo
da evitare future contestazioni. Se portate a casa un tostapane in offerta perché
graffiato e vi rendete conto che non funziona a dovere, potete sicuramente
riportarlo al negozio e pretendere di cambiarlo con un modello che funzioni.
Acquistare gli articoli esposti può essere particolarmente vantaggioso quando
si tratta, per esempio, dell’arredo di un intero ambiente. In questo caso la cura
nel controllare i dettagli e gli eventuali difetti (segni, righe, graffi, aperture
difettose di sportelli e così via) dovrà essere ancor più meticolosa.

L’importazione parallela
È una pratica abbastanza frequente nel settore auto ma non solo. Si applica
a una serie di beni, dai cellulari alle console per videogiochi che, sebbene
venduti normalmente anche in Italia, vengono importati direttamente a prezzi
vantaggiosi in stock e venduti quindi con uno sconto.
Se un modello di auto in Germania è venduto a un costo inferiore rispetto
all’Italia, un importatore può acquistarne un numero consistente di pezzi
e rivenderli a un prezzo più basso rispetto alla concorrenza. Troppo bello
per essere vero? Se da un lato è possibile risparmiare parecchio sul prezzo
di listino dell’auto o del telefonino in questione, dall’altro possono esserci
alcuni svantaggi in questo tipo di vendita. La garanzia del venditore funziona
esattamente come per gli altri prodotti, quindi il cliente ha diritto di chiedere
al venditore la riparazione o la sostituzione. Non si può invece pretendere la
garanzia del produttore se questo non la prevede. Il venditore quindi deve
comunque essere ritenuto responsabile in caso di problemi, ma nella pratica
potrebbe essere difficile ottenere qualcosa da lui, soprattutto se si tratta di
un rivenditore che opera in un settore di attività completamente diverso da
quello del prodotto comprato (è il caso del cellulare comprato tramite im-
portazione parallela al supermercato). Quello che potrebbe capitarvi è che,

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Sfruttare le occasioni

se sorgono problemi, vi tocchi contattare direttamente il produttore nel paese


d’origine, magari passando tramite un centro di raccolta in Italia che possa
eventualmente spedire il prodotto in madrepatria per le riparazioni del caso.
Questa procedura, oltre a essere a volte complicata, può richiedere anche
molto tempo (nell’ordine di uno o due mesi).
Quindi è in ogni caso bene informarsi prima in merito a eventuali lungaggini o
complicazioni che possono verificarsi in caso di guasti o problemi: l’articolo verrà
riparato in Italia? Quali sono i tempi che devo attendermi per una riparazione?
È obbligo del venditore farsi carico della spedizione e affrontare i relativi costi.
Inoltre tenete sempre conto che se l’acquisto viene fatto in un punto vendita
che tratta solo occasionalmente quell’articolo a un buon prezzo ma in genere
si occupa d’altro, potrebbe non esserci nessuno a cui chiedere indicazioni in
merito alle caratteristiche e all’uso del prodotto.

Acquisti di seconda mano


Tutti i beni di consumo hanno un peso ambientale, maggiore o minore
in base a quanti gas nocivi sono stati emessi e quanta energia impiegata
per produrli. Allungare la loro durata di vita è un modo per ammortizzare
quell’impatto, evitando di produrre un altro bene simile che lo sostituisca
e di rottamare quello originale se ancora poteva essere usato. Insomma, se
un tempo la merce di seconda mano aveva di buono ai nostri occhi solo
il fatto di costare poco, ma mancava totalmente dello scintillio invitante
degli articoli nuovi di zecca, oggi la nuova coscienza ecologica che si sta
diffondendo tra i consumatori rende questi articoli buoni due volte. Perché
ci fanno risparmiare e perché minimizzano l’impronta che lasciamo sul
pianeta. Si potrebbe dire che il telefonino ecologico è quello che hai già,
perché così non lo butti via (inquinando) e non ne compri un altro per
produrre il quale si causa altro inquinamento. E questo discorso si può
fare per una varietà sterminata di prodotti la cui “vita” non termina quando
chi li ha acquistati nuovi si stufa di usarli, vederli, indossarli, bensì quando
divengono davvero inservibili.
Comprare l’usato è un’ottima idea quando implica un risparmio, tenendo
sempre conto che più anni ha sulle spalle un oggetto, più la sua “aspettativa
di vita” diminuisce. Per questo è importante che il prezzo a cui lo acquistiamo
sia davvero vantaggioso: il rischio che si rompa o si danneggi è molto più alto
rispetto a un articolo nuovo e la copertura della garanzia può essere più breve.
Il Codice del Consumo comunque parla chiaramente di beni usati e di
come la garanzia legale si applichi anche su questi prodotti. La durata
della garanzia del venditore non può essere inferiore a un anno. Il difetto
di conformità di un prodotto deve manifestarsi entro 2 anni dall’acquisto:
per i beni usati può essere stabilito anche un termine di tempo minore,

23
Vivere meglio spendendo meno

ma mai inferiore a un anno. Fate attenzione anche alla natura del difetto.
La garanzia del venditore di beni usati vale solo per i difetti che non deri-
vano dallo stato di usura in cui si trova il bene al momento dell’acquisto.
In poche parole si deve tener presente il tempo di uso precedente (per
esempio le pastiglie dei freni di un’auto usata potranno offrire prestazioni
e durata inferiori a quelle di una nuova). Se trovate un difetto di conformità
sull’usato, come per qualsiasi altro bene, dovete rivolgervi al venditore.
In caso di prodotti confezionati, per evitare perdite di tempo e seccature,
meglio aprire la confezione davanti al negoziante per verificare che l’arti-
colo non sia rovinato.
Se il prodotto che vi apprestate a comprare è un elettrodomestico, tenete
presente che questi sono diventati via via più efficienti: a parità di potenza,
modelli nuovi consumano molto meno e un’occhiata all’etichetta energeti-
ca permette di scegliere frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici anche in base a
questo parametro. Un modello vecchio rischia di essere più “sprecone” sul
fronte energetico, il che sul lungo periodo potrebbe non convenirvi affat-
to: meglio investire nell’acquisto di un apparecchio a etichetta energetica
A o superiore (A+, A++) e approfittare del risparmio di energia e acqua che
questo consente di ottenere.
Dove comprare? Nei negozi specializzati che vendono solo usato, come
Il mercatino dell’usato (www.mercatinousato.com), o consultando le riviste
di annunci come Secondamano (www.secondamano.it) o ancora sui siti di
aste online, primo tra tutti eBay (www.ebay.it). E se cercate oggetti a costo
zero potreste controllare www.freecycle.org, un network che riunisce gruppi
di riciclo gratuito dislocati in tutto il mondo, Italia compresa.

Comprare rigenerato
I prodotti rigenerati o ricondizionati sono quegli oggetti, di solito tecnologici
(come smartphone, tablet, computer), restituiti dai clienti a causa di malfunzio-
namenti o anche solo per aver cambiato idea e rimessi in vendita dopo un inter-
vento di riparazione.
Vengono venduti “come nuovi”. Ma il loro prezzo è sensibilmente più basso
rispetto allo stesso modello nuovo. La garanzia dura un anno e può essere invo-
cata tutte le volte che il prodotto non si comporta come se fosse davvero nuovo.
Alcuni produttori (come Apple) e alcuni negozi online (come ePrice) li vendono
direttamente dal loro sito. Si possono trovare anche in alcuni negozi fisici di elet-
tronica e di telefonia o nel mercato dell’usato.

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Sfruttare le occasioni

Confrontare i prezzi
Può sembrare un consiglio banale, ma quando rileviamo i prezzi a cui
sono venduti i prodotti che testiamo per Altroconsumo ci rendiamo conto
che spesso esiste una variabilità anche molto alta tra un modello e l’al-
tro, non necessariamente giustificata da significative differenze di qualità.
I prezzi possono variare anche per lo stesso identico articolo. Insomma,
non pensiate che per un televisore, una lavatrice o un telefonino, prodotti
da grandi aziende multinazionali, il punto vendita non incida sul costo
finale del prodotto.
Nel campo dell’elettronica il confronto dei prezzi è facilitato dall’ampia
disponibilità di siti internet che consentono di individuare il punto vendita
più conveniente. Si tratta però di semplici paragoni che non forniscono
nessuna informazione sulla qualità dei prodotti e che avvengono solo tra
negozi online.
Sul sito di Altroconsumo, i nostri comparatori vi consentono di confrontare
i prezzi di numerosi prodotti durevoli e high-tech. Usarli è facile. Basta an-
dare su www.altroconsumo.it e scegliere il prodotto che cercate dal menu
Confronta e risparmia, per esempio Forni a microonde in Elettrodomestici.
Scegliete il modello che preferite dalla classifica che compare (basata sugli esiti
dei nostri test) e otterrete, oltre a tutte le specifiche sul prodotto e ai risultati
particolareggiati delle nostre analisi, il prezzo a cui quell’articolo è venduto
nei negozi che fanno parte della nostra rilevazione.

Comprare un’auto usata


Le occasioni in questo ramo non mancano, ma bisogna prestare particolare
attenzione allo stato in cui si trova la vettura, perché quando i chilometri
già percorsi superano qualche decina di migliaia l’acquisto potrebbe sempre
riservare brutte sorprese. Diciamo subito che non c’è solo l’usato in senso
stretto, ovvero l’auto venduta da chi l’ha usata per qualche tempo e ora ha
deciso di cambiarla. Esistono almeno altre due formule che vale la pena
considerare.

• Chilometri zero Sono auto nuove che i concessionari targano e immatri-


colano a se stessi e poi rivendono a prezzi nettamente inferiori a quelli di
listino. Solitamente ciò accade perché i concessionari devono raggiungere
determinati obiettivi di vendita oppure perché si tratta di modelli per i quali
è previsto un restyling a breve (o c’è appena stato). Di fatto sono veicoli
nuovi commercializzati come di seconda mano.

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Vivere meglio spendendo meno

• Auto aziendali Buone occasioni possono venire dalle auto cosiddette


“semestrali” o “aziendali”: veicoli utilizzati direttamente dalle case produttrici
per le fiere o tenute dai concessionari per far fare i giri di prova ai clienti.
Spesso si rivelano buoni affari perché sono vendute a prezzi scontati anche
se hanno sulle spalle pochi mesi di vita (e pochi chilometri). Lo sconto però
è piuttosto contenuto.

Dove acquistare?
Sono diverse le possibilità per chi vuole comprare un’auto usata, tenendo pre-
sente che se si acquista l’auto da un professionista, concessionario o officina,
chi la vende è obbligato a dare un anno di garanzia.

• Monomarca Se vi rivolgete a un concessionario monomarca, cioè che vende


vetture nuove di una sola marca (ma può avere offerte di seconda mano di
più marche), vi consigliamo di orientarvi su un modello usato della stessa
casa del concessionario. Questo perché il check-up completo è avvenuto
sotto la responsabilità di un’officina autorizzata: ciò rende la macchina più
affidabile e inoltre, nel caso sia stata soggetta a tagliandi, potete ripercorrere
a ritroso la storia passata dell’auto, individuandone gli eventuali punti deboli.

• Multimarca Nei saloni multimarca sono invece disponibili vetture nuove e


usate di marche differenti. Se non trovate il modello che vi interessa, potete
segnalarlo al rivenditore, indicando il prezzo che sareste disposti a pagare.
Sarà poi il rivenditore a cercare l’auto richiesta, tenendo conto della cifra
convenuta per l’acquisto. Nei grandi automercati, oltre alle “chilometri zero”,
si trovano spesso vetture vecchie e con lunghe percorrenze: si tratta di auto
acquistate in stock dai concessionari che hanno il problema di smaltire i
modelli più vecchi. Data l’età, se ci si indirizza su queste macchine bisogna
essere molto accurati nell’analizzarne le caratteristiche meccaniche.

• Privato Una soluzione economicamente vantaggiosa è solitamente quella


di acquistare da un privato: per conoscere questo tipo di offerte dovete
spulciare i giornali con questo tipo di annunci.

A cosa stare attenti?


• Motore e parti meccaniche Alzando il cofano è possibile controllare a
prima vista le condizioni di alcuni elementi del motore: quest’ultimo deve
essere asciutto, cioè non si devono vedere tracce di liquidi colati da qual-
che guarnizione usurata. Fate attenzione allo stato dei tubi dell’impianto di

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Sfruttare le occasioni

raffreddamento e verificate la testata del motore, per controllare che non ci


siano perdite di olio. Guardate la data della batteria e controllate che non
abbia più di quattro anni: se è crepata o i terminali sono arrugginiti, corrosi
o coperti di polvere bianca, la batteria deve essere sostituita.

• Pneumatici La valutazione dello stato delle gomme è fondamentale per


determinare del prezzo di un’auto usata. I pneumatici consumati, anche
quelli che mantengono ancora un buon battistrada ma hanno percorso
molti chilometri, dovrebbero essere sempre sostituiti. Il rilievo del profi-
lo dei battistrada deve essere, secondo il Codice della Strada, di almeno
1,6 millimetri: noi consigliamo che sia superiore a 3. L’usura delle gom-
me deve essere uniforme: un consumo anomalo (per esempio se la parte
esterna o interna è più consumata della zona centrale) può essere la spia
di qualche problema alla sospensione o al telaio. Ricordatevi di controllare
la presenza e lo stato di salute della ruota di scorta o del kit di riparazione.
Per verificare il buon funzionamento degli ammortizzatori, appoggiatevi con
forza sulla carrozzeria all’altezza di una ruota e poi togliete il peso di scat-
to: l’auto dovrebbe ondeggiare una o due volte, non di più, altrimenti può
significare che gli ammortizzatori sono scarichi; ripetete questa operazione
su tutte e quattro le ruote.

• Carrozzeria Occhio alla ruggine che si annida nei punti più nascosti della
lamiera, per esempio intorno alle porte, nella parte inferiore della scocca o
sotto i tappetini. Controllate se ci sono bolle o righe profonde nella verni-
ciatura, fattori che possono favorire l’insorgere di ruggine.

• Interno dell’abitacolo Premete il pedale del freno per una ventina di secondi
e controllate che mantenga sempre la stessa pressione; in caso contrario
potrebbe esserci una perdita nel circuito dei freni. Anche se di seconda
mano, la vettura deve presentare l’apparecchiatura di sicurezza in regola:
air bag, abs, poggiatesta e cinture di sicurezza. Un indicatore del buono
stato dell’interno è dato dalla solidità e dal perfetto funzionamento degli
accessori: comandi, pulsanti, leve.

• Documenti Chiedete di vedere il libretto di circolazione e verificate che la


vettura abbia tutte le caratteristiche tecniche riportate sul documento (nu-
mero di telaio, omologazione euro ecc.). Accertatevi della data di revisione:
se è in scadenza chiedete la diminuzione del prezzo o, meglio ancora, fate
fare la revisione al venditore. Fatevi dare il libretto di manutenzione, che
riporta le date dei tagliandi e gli interventi eseguiti sulla vettura. Chiedete
di vedere il certificato di proprietà (o, in mancanza, il foglio complementa-
re) e controllate che nel quadro C non sia annotata un’ipoteca; se l’auto è
ipotecata, lasciatela perdere.

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Vivere meglio spendendo meno

• Contachilometri Per le auto di seconda mano a benzina sono accettabili


percorrenze annue tra i 14 e i 21 mila km, mentre per quelle diesel i chilo-
metri tollerati vanno da 21 a 31 mila. Percorrenze superiori sono sinonimo
di uso intenso della vettura: alcune componenti (per esempio, frizione e
dischi dei freni) potrebbero essere usurate. Valori inferiori indicano invece
un utilizzo ridotto dell’auto, fattore che può rivelarsi vantaggioso.

Gli sconti
Proprio perché confrontare i prezzi è diventato relativamente facile, grazie all’uso
di internet, la concorrenza si fa più agguerrita. Questo va a vantaggio del consu-
matore: i rivenditori si contendono la sua attenzione non solo con le campagne
pubblicitarie e le vendite promozionali, ma anche per apparire ai suoi occhi
come un punto vendita conveniente. Inoltre la diffusione dei negozi online, che
possono permettersi, specialmente su determinati articoli come l’elettronica di
consumo e l’informatica, di praticare prezzi più bassi perché non hanno molti
dei costi fissi dei negozi tradizionali (stock, magazzino ecc.), fa da ulteriore
stimolo a un relativo calo dei prezzi. Questo non vuol certo dire che entrando
e chiedendo uno sconto sia ovvio ottenerlo. Il consumatore però deve essere
conscio delle armi che ha a proprio vantaggio nel momento in cui acquista. Avete
visto una stampante a un prezzo interessante su un sito internet, ma preferite
acquistarla di persona, dopo averla vista? Stampate la pagina e portatela con
voi nel negozio, e poi provate a chiedere uno sconto sulla base della reciproca
convenienza: “io preferisco acquistare da te perché il negozio fisico mi dà più
sicurezza di quello online, tu premi la mia scelta facendomi un po’ di sconto”.
Allo stesso modo è bene essere consapevoli anche di certi meccanismi che
possono ostacolare la ricerca di uno sconto sull’articolo che vi interessa. Se per
esempio un grande magazzino che vende elettrodomestici ha ricevuto un grosso
sconto da un produttore per uno stock di un certo modello di televisori, sarà
difficile ottenere uno sconto su un altro modello: cercheranno di vendervi quello
di cui hanno acquistato grandi quantità e una delle motivazioni per vendervelo
sarà proprio che avendolo pagato meno loro, potete pagarlo meno anche voi.

Quando è probabile ottenere uno sconto


In generale devono avverarsi diverse condizioni perché un negoziante decida
di concedere uno sconto su un prodotto. La domanda non deve essere supe-
riore all’offerta, non deve trattarsi di una distribuzione in esclusiva, il prodotto
deve essere disponibile anche altrove.

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Sfruttare le occasioni

Quando la domanda di un certo prodotto è superiore all’offerta i commercianti


saranno senz’altro meno inclini a praticare uno sconto sul suo prezzo.
Per quel che riguarda l’esclusività, alcuni marchi le danno molta importanza
a livello di marketing e di immagine e fanno grossi sforzi per controllare i
prezzi su tutto il mercato. In questo modo non c’è pericolo che un prodotto
comprato oggi si trovi domani o dopo altrove a prezzo scontato. Cosa accade
in concreto? Che i prezzi spesso risultano bloccati, con una grave lesione della
concorrenza, del mercato e degli interessi dei consumatori.
Infine la disponibilità: è assai più difficile negoziare sul prezzo di un pro-
dotto unico, piuttosto che su quello di un articolo che si può trovare anche
altrove. In questo caso infatti è possibile fare un confronto e “minacciare” di
acquistare in un altro negozio, mentre se l’articolo è venduto solo lì non c’è
grande spazio di manovra.

Agite in fretta
Dovete far capire al venditore che il prodotto vi interessa e che avete fretta di
acquistarlo. Il negoziante deve avere l’impressione che se non vi accontenta voi
non esiterete ad andarvene rapidamente per cercare altrove l’articolo che avete
visto lì. Il venditore sarà più incline a concedervi uno sconto se pensa che in
questo modo riuscirà a concludere la vendita in breve tempo. Procrastinare la
decisione, dare l’idea che dovete pensarci ancora un po’ non aiuta il negoziante
a invitarvi all’acquisto con uno sconto: se non avete ancora deciso, tanto vale
per lui aspettare e ottenere magari un margine maggiore a più lunga scadenza.
Con questo consiglio non vogliamo dire che dovete buttarvi sulla prima cosa
che vedete con il solo scopo di comprarla a prezzo scontato. Al contrario
dovrete aver già fatto tutti i vostri confronti e le valutazioni in merito a quale
sia il prodotto che fa davvero per voi al momento in cui vi presentate, sicuri
della decisione, al venditore. Anche offrire un pagamento in contanti, sull’un-
ghia, piuttosto che con carta di credito (entro il limite di 3.000 euro consentito
dalla legge), può essere per voi un buon argomento: incassare subito è certo
un’idea che fa gola al commerciante.

Scegliete con cura il momento


Quando il negozio è pieno, i venditori sono impegnati a fornire spiegazioni,
comunicare prezzi, finalizzare vendite, gestire eventuali reclami. Non han-
no il tempo né la pazienza necessarie per la negoziazione di uno sconto.
Il momento più proficuo è invece quello in cui la giornata giunge al termine.
Sarà più facile imbattersi in un venditore contento di venirvi incontro pur di
concludere la giornata con una buona vendita.

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Vivere meglio spendendo meno

Non abbiate timori


Il fatto di trovarvi in un anonimo ipermercato, invece che nel negozietto sotto
casa non deve farvi credere di avere meno possibilità di successo. Anche la
grande distribuzione ha esigenze, costi, obiettivi da raggiungere che giustifi-
cano l’applicazione di sconti.
Ovviamente l’acquisto di un quantitativo di merce notevole da parte vostra
(è il caso dell’acquisto di mobili) vi pone in una posizione di vantaggio per
chiedere uno sconto sul prezzo complessivo: con un solo cliente in un solo
giorno il venditore che avete davanti sta realizzando gli obiettivi di vendita
della settimana, o magari dell’intero mese.

Dimostrate la vostra competenza


La concorrenza è un meccanismo sano che pone il consumatore al centro
del mercato e lo mette nella posizione di fare delle scelte ragionate per ot-
tenere un vantaggio. Non abbiate quindi timore di far sapere che avete dato
un’occhiata in giro, che quella non è la prima vetrina che avete guardato e
che siete consapevoli che quello in cui vi trovate non è l’unico negozio che
vende il prodotto che volete.
Se sapete che l’azienda che produce il telefonino che volete comprare lan-
cerà a breve un nuovo modello, tirate fuori l’argomento con il venditore e
dategli a intendere che sapete benissimo che questo implicherà, entro breve,
un ribassamento del prezzo del modello che state per acquistare a prezzo
pieno. Non abbiate timore di portare con voi un numero di Altroconsumo,
per dimostrare che siete informati e che non vi si possono raccontare storie.
Avere di fronte un acquirente competente spinge il venditore a un trattamento
più rispettoso.

Siate realisti
Anche se alcuni prodotti vengono messi in offerta con sconti che a volte
arrivano fino al 50%, non pensiate di poter pretendere riduzioni della stessa
entità su articoli venduti a prezzo pieno. I margini di guadagno del vendi-
tore (la differenza tra il costo della merce e il prezzo a cui viene venduta)
variano con il variare degli articoli. Quindi insistere per un grosso sconto su
un prodotto in cui il margine del venditore è già risicato è solo una perdita
di tempo.
Negoziando bene, potete aspettarvi al massimo uno sconto del 10-20%,
ma non sono rare le negoziazioni che terminano anche solo con un lieve
arrotondamento del prezzo.

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Sfruttare le occasioni

Lo sconto non vale il mancato servizio


Se state comprando un paio di scarpe, una volta finalizzato l’acquisto è difficile
che abbiate ancora bisogno di assistenza per guasti o malfunzionamenti. Questo
è invece un aspetto di primaria importanza quando l’acquisto riguarda beni come
elettrodomestici, prodotti di informatica, mobili, complementi d’arredo come
le lampade, automobili e in generale tutto quanto può guastarsi e necessitare
di manutenzione straordinaria o di riparazioni. Il prezzo finale del prodotto,
in questi casi, non è la sola cosa che importa. Spesso il conto rischia di essere
assai più salato se l’assistenza postvendita non è all’altezza delle vostre necessità.
Più il prezzo è contenuto, minore sarà il margine del venditore e meno lui sarà
propenso a fornirvi servizi aggiuntivi dopo la vendita. Se è vero quindi che a
volte i negozi specializzati praticano prezzi un po’ più alti se paragonati per
esempio, ad alcune grandi catene o ipermercati del fai da te, è altrettanto vero
che spesso forniscono ai clienti informazioni più dettagliate e servizi supple-
mentari. Se dovete far riparare il vostro televisore, per esempio, può essere
utile che il negoziante ve ne presti un altro per la durata della riparazione.
Insomma il servizio, l’assistenza e la competenza del personale di vendita
hanno anch’essi un peso sul prezzo finale del prodotto: tenetene conto prima
di buttarvi a capofitto sullo sconto senza valutare quello che può succedere
una volta che avrete portato il vostro acquisto a casa.

Le carte fedeltà
Il meccanismo è semplice: “più compri con noi più vantaggi hai”. Che si tratti
di raccolte punti per aggiudicarsi premi finali o di accumulo di punti al fine
di ottenere sconti sugli acquisti successivi, le carte fedeltà sono diventate uno
strumento di marketing piuttosto potente. L’idea è che chi ne possiede una
crei con il negozio che gliel’ha erogata (o meglio ancora con la catena, di
supermercati, profumerie, librerie) un rapporto più stretto rispetto al cliente
occasionale. Spesso ci sono promozioni dedicate solo ai titolari della carta,
che permettono di accedere ad alcuni prodotti a prezzi scontati.
C’è chi le considera una schiavitù che annulla la libertà di scelta del con-
sumatore (“perché dovrei legarmi in particolare a quella catena?”), chi le
vede come un fastidioso strumento per monitorare i nostri gusti e le nostre
abitudini (il negozio che le ha erogate tiene traccia di tutti i nostri acquisti
e usa questi dati per perfezionare le strategie di marketing). Per molti sono
semplicemente una seccatura in più: bisogna ricordarsi di portarle con sé
ogni volta che si va nel tale negozio e per essere sicuri di non dimenticarne
nemmeno una (si calcola che in Italia ne circolino 80 milioni) si finisce con

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Vivere meglio spendendo meno

il portarle sempre tutte, e con l’avere un portafogli perennemente gonfio di


tessere di plastica.
Ma alla fine ne vale la pena? Fornire molti dei nostri dati personali, accettare di
essere fatti bersaglio di messaggi pubblicitari via posta o via e-mail, girare con
un arsenale di schede e tesserine per essere sempre pronti all’eventualità di
doverle usare, permette di ottenere vantaggi interessanti? Cerchiamo di capirlo.

Spinti ad acquistare
A volte per accumulare un punto con la carta fedeltà serve una spesa mi-
nima di 3, 5 o 10 euro. Capita allora di non raggiungere la cifra necessaria
ad acciuffare un altro prezioso punto anche solo per pochi centesimi. Cosa
fare? La spinta è ovviamente sempre a comprare un altro prodotto che
consenta di arrivare alla cifra tonda. Insomma le carte fedeltà spingono a
fare acquisti di tipo diverso o in quantità maggiore di quanto non farem-
mo se non fossimo incoraggiati dal meccanismo di accumulo dei punti?

L’esempio di Cartafreccia Trenitalia


Non costa niente, la si può richiedere online e, fornendo il codice stampato sulla
tessera, ogni volta che acquistate un biglietto del treno accumulate punti.
Parecchi punti. Ogni euro di spesa per biglietti o abbonamenti per viaggi su
Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca vi dà diritto a un punto; ogni euro
di spesa per viaggi su tutti gli altri treni vi dà diritto a mezzo punto. Quello che
conta davvero però è a partire da quanti punti si possono cominciare a riscuo-
tere regali o biglietti omaggio. Si parte da un minimo di 1.000 punti per aver
diritto a un biglietto di sola andata per una persona in seconda classe su un
treno Frecciabianca sul territorio nazionale. Per accumulare i punti necessari,
dunque, bisogna spendere come minimo la bellezza di 1.000 euro.
Il programma Cartafreccia offre anche altri vantaggi, per esempio sconti sul
soggiorno in alcune catene alberghiere, o sul noleggio dell’auto presso alcune
società o consente di cumulare i punti a quelli dei programmi attivi presso altre
aziende come per esempio alcune compagnie assicurative. Se però sperate di
utilizzare i punti accumulati per aggiudicarvi qualche ghiotto premio, come uno
scaldabiberon digitale o una macchina per il caffè, non trattenete il fiato. Per
averli servono rispettivamente 7.700 e 16.700 punti, l’equivalente di 7.700 euro
e 16.700 euro in biglietti delle Frecce.

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Sfruttare le occasioni

I dati a disposizione dopo anni di diffusione di questi strumenti sembrano


puntare tutti in questa direzione: chi ha la carta fedeltà in genere spende di
più. È ovvio che in parte questo è dovuto al fatto che chi non è titolare di
una tessera tende a essere meno fedele e quindi probabilmente sparpaglia
i propri acquisti in negozi e catene differenti. Ma una percentuale della
maggior spesa può senz’altro essere attribuita alla fame di punti che fanno
intravedere sconti e vantaggi.

Il vantaggio di essere infedeli


Se siete disposti a fornire alcuni dei vostri dati personali e non vi dà fastidio
che le vostre scelte e modalità di consumo siano monitorate a fini di marketing,
non possiamo sconsigliare in principio l’adesione a programmi fedeltà presso
supermercati e altri tipi di insegne. Laddove questo avvenga gratuitamente
(ci sono anche carte a pagamento, sia pure irrisorio), non ci sono controin-
dicazioni. Va detto però che la fedeltà per i negozianti è il bene più prezioso
e non sempre viene ripagato con la giusta moneta. Insomma, sapere che
saremo spinti a recarci presso i suoi punti vendita e conoscere esattamente
che cosa acquistiamo e in che quantità è, per la catena di supermercati che
ci ha rilasciato la carta, un enorme vantaggio. Ma questo vantaggio andrebbe
guadagnato sul campo con l’applicazione di prezzi convenienti, un buon
servizio, un ottimo rifornimento. Insomma, non fatevi abbagliare dall’idea
che ai tesserati siano ogni tanto riservati prodotti in offerta o che accumulan-
do punti guadagnano il diritto a scegliere un set di padelle o uno sconto di
10 euro sulla spesa successiva. Quello che bisogna chiedersi primariamente
è: sto spendendo il giusto? Trovo i prodotti che voglio? Ho una scelta ampia
di marche e prezzi? L’infedeltà può essere un’ottima arma in mano al consu-
matore che decide di premiare di volta in volta il punto vendita o la catena
che fanno l’offerta migliore. Quindi va bene collezionare carte fedeltà a patto
di tener sempre presente che la ricerca del risparmio e della qualità possono
e a volte devono portarvi anche altrove.
Insomma tenere d’occhio prezzi e offerte può essere più faticoso rispetto
alla decisione di affidarsi a un solo “fornitore” nella speranza che la fedeltà
sul lungo periodo paghi sempre. Resta però l’unico modo per scegliere in
maniera consapevole.

L’unione fa la forza
Esistono numerosi programmi di raccolta punti che vedono la partecipazione
congiunta di insegne differenti. Spesso le carte fedeltà delle compagnie aeree,
per esempio, consentono di ottenere sconti presso compagnie partner come

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Vivere meglio spendendo meno

catene alberghiere, servizi di autonoleggio, altri tipi di trasporto. Ci sono poi


carte fedeltà di grandi catene di negozi che consentono di ottenere sconti in
cinema, teatri, musei.
Se si entra a far parte di un programma composito può essere più facile
ottenere vantaggi diversi e quindi materializzare un risparmio. Attenzione
però: deve trattarsi di servizi che vi servono e che utilizzate, sennò può non
valerne la pena.

I canali di vendita più convenienti


I negozi, si sa, non sono tutti uguali. A volte potrebbe essere conveniente non
entrarci proprio. Si sono moltiplicate negli ultimi anni le tipologie di punti
vendita e con esse l’offerta di prodotti a prezzi interessanti. Vediamone alcuni.

Lo shopping online, tra aste e coupon


I negozi virtuali hanno meno spese da affrontare rispetto a quelli reali. L’affitto
dei locali di vendita, il magazzino, il personale ecc. Per questo possono in molti
casi permettersi di applicare prezzi più convenienti rispetto alla distribuzione
tradizionale. Ovviamente molto dipende dal tipo di prodotto. Se, per esempio,
la spesa alimentare fatta online è da molti considerata un lusso (si paga la
consegna e i prezzi solitamente sono più alti), nel campo dell’elettronica di
consumo, di dvd e libri, così come nel ramo dei viaggi, è possibile ottenere
risparmi anche notevoli con l’acquisto online rispetto al negozio.
Certo, va sempre tenuto conto che al prezzo, per quanto vantaggioso, vanno
poi aggiunte le spese di spedizione. Su questo però i negozi online in gene-
re sono abbastanza chiari e le indicano senza troppi giri di parole. Spesso,
peraltro, acquistando beni per un determinato importo, la consegna diventa
gratuita. Inoltre il pagamento con carte di credito invece che con contrassegno
(che comunque non tutti i negozi online permettono) può dar diritto in alcuni
casi a un ulteriore sconto.
Internet offre poi occasioni di risparmio specifiche:

• vendita prodotti di seconda mano, su siti come eBay (www.ebay.it) o Kijiji


(www.kijiji.it);
• aste;
• siti di buoni sconto, come Groupon, Groupalia, Letsbonus e altri;
• comparatori di prezzo;
• aste al ribasso.

34
Sfruttare le occasioni

Acquisti con l’asta


Con le aste online, possibili su siti come eBay (www.ebay.it), si possono fare
buoni affari, ma occorre saperci fare e soprattutto è importante non lasciarsi
prendere la mano. Ecco qualche consiglio:

• fissate la cifra massima che siete disposti a spendere per aggiudicarvi un


oggetto e non rilanciate oltre;
• prima di fare un’offerta (o acquistare un oggetto) leggete bene l’inserzione,
guardate i dettagli del prodotto, le foto (occhio alle dimensioni), le spese di
spedizione, il metodo di pagamento e soprattutto l’affidabilità del venditore
(il dettaglio del feedback su eBay);
• contattate via e-mail il venditore per fargli domande in caso di dubbi o per-
plessità sull’oggetto messo all’asta;
• molti venditori sono in realtà negozi che mettono prodotti su eBay per farsi
pubblicità o farsi conoscere;
• se volete di fare un’offerta, può essere saggio attendere gli ultimi momenti
dell’asta. Nei minuti finali le offerte aumentano e i prezzi salgono;
• nella cronologia è utile capire chi sta facendo le offerte; guardate la percen-
tuale delle offerte che un utente ha fatto nell’ultimo mese con quello stesso
venditore: se è alta, ci sono buone probabilità che sia il venditore stesso, sotto
mentite spoglie, ad alzare artificialmente il prezzo.

A cena con il coupon


Esistono buoni sconto per tutto, da una cena di pesce per due a una seduta
di sbiancamento dei denti, dal massaggio ayurvedico ai materassi.
Ci si iscrive a un sito di quelli che offrono questo tipo di coupon, da Groupon
a Groupalia, a Letsbonus, e fornendo il proprio indirizzo di posta elettronica
si cominciano a ricevere via e-mail le offerte riferite alla propria città o a tutto
il paese. Sono offerte a tempo, che hanno una scadenza, ma a giudicare dai
prezzi sono davvero allettanti.
Lo sconto di solito c’è davvero, ma spesso è gonfiato: il prezzo pieno reale
è in genere comunque più basso di quello dichiarato sul sito che vende il
coupon di sconto, ma non tanto quanto pubblicizzato.
A cosa bisogna fare attenzione quando si vagliano queste offerte?

• L’ideale è controllare che il prezzo pieno dichiarato corrisponda al vero, per


valutare quanto sia conveniente il coupon di sconto.
• Non basate la scelta sulle immagini di piatti appetitosi o di mete romantiche
che vedete pubblicate sul sito: queste spesso sono fuorvianti o semplice-
mente “decorative”.

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Vivere meglio spendendo meno

• Controllate con Street View su Google Maps come si presenta il posto che
avete scelto per la cena o per il soggiorno. Visitate anche il sito della struttura
e leggete le recensioni dei clienti.
• Controllate le condizioni del buono e che cosa comprende l’offerta: più
dettagliate sono le informazioni, meno probabilità ci sono di avere brutte
sorprese.
• Preferite i siti che pongono in evidenza il numero del servizio assistenza o
un indirizzo e-mail per eventuali problemi. Potreste averne bisogno.

Acquisti in fiera
Le fiere tematiche costituiscono una buona occasione per rendersi conto
dell’offerta di mercato di un determinato campo.
Le imprese del settore di solito partecipano in massa agli eventi di rilievo e ciò
rende possibile paragonare fra loro marche e modelli, prendere informazioni,
confrontare facilmente i prezzi.
Visitando una fiera avrete tutto il tempo di valutare la merce esposta, provar-
la, toccarla con mano senza sentirvi costretti a fare una scelta, a concludere
l’acquisto. Poi potrete anche decidere di comprare, ma per gli espositori la
fiera è prima di tutto un modo per far conoscere il proprio marchio e i propri
prodotti, il che vi dà la libertà di non sentirvi spinti a un acquisto.
Quanto ai prezzi, in linea di massima non sono più interessanti che nei ne-
gozi: al di fuori di alcuni prodotti esposti cui viene dato un “prezzo fiera”
particolarmente attraente, la media della merce ha prezzi comparabili ai punti
vendita tradizionali. Certo, anche solo per il fatto che l’ingresso ha in genere
un costo, sarà più facile negoziare un po’ sul prezzo in fiera piuttosto che in
negozio. Inoltre ogni espositore è consapevole che la propria concorrenza è

Ristorante scontato
Un servizio che sta prendendo piede è TheFork, piattaforma per le prenotazioni
online dei ristoranti.
Collegandosi via app o al sito www.thefork.it, si possono trovare e prenotare
ristoranti in numerose località italiane e straniere.
La cosa interessante è che il sito, oltre a mettere a disposizione dell’utente le
recensioni di TripAdvisor e un estratto dei menù completo di prezzi, per alcuni
ristoranti offre sconti e promozioni a chi prenota tramite il servizio.

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Sfruttare le occasioni

lì a un passo e quindi sa di non poter raccontare troppe frottole e di dovervi


sedurre proponendovi un prezzo che vi sembri vantaggioso. La fiera ripro-
pone insomma i meccanismi del mercato di piazza: un po’ di negoziazione
è d’obbligo.
Infine è possibile che ciò che state cercando sia proprio quello che è stato
scelto come “prodotto civetta” a un prezzo conveniente, nel qual caso avete
già fatto il vostro affare.

Gli outlet, villaggi della moda scontata


Fine serie, giacenze di magazzino, vecchie collezioni, campionari, seconde
scelte, ecco cosa si trova in vendita negli outlet e negli outlet village: abbi-
gliamento e complementi d’arredo con “sconti dal 30 al 70%”, come strillano
i cartelloni pubblicitari che vi guidano a destinazione.
I villaggi della moda in genere non sono costruiti pensando alla vicinanza
con una specifica città, bensì posizionati in modo da essere raggiungibili fa-
cilmente dal bacino di utenza più ampio possibile. Spesso si trovano perciò
presso raccordi autostradali e occorre recarcisi in auto. Ciò significa che per
raggiungerli bisogna spendere in benzina e autostrada. C’è poi da aggiungere
l’eventuale pranzo e il fatto che raramente usciamo da questi luoghi senza
nemmeno un sacchetto in mano e non sempre c’è dentro quello (o solo
quello) che stavamo cercando. Non è che alla fine si rischia di risparmiare
meno di quanto si pensi?
Il consiglio è di guardarsi intorno prima di tutto in città, dove non mancano
gli outlet e gli spacci aziendali.

Nervi saldi
L’ideale sarebbe fare un giro per negozi prima che comincino i saldi, per tenere
d’occhio i prodotti che vi interessano, annotarne il prezzo intero ed essere
così in grado di verificare se lo sconto segnalato è autentico. Anche nei saldi
resta valido il principio di non fermarsi al primo punto vendita.
Il negoziante è tenuto a esporre la merce in saldo con un cartellino che espri-
ma lo sconto in percentuale sul prezzo, che deve essere comunque esposto.
Non tutti però rispettano la legge: se notate che il negoziante non si attiene
a quanto prescritto chiedetegliene conto.
Confrontate il cartellino del prezzo vecchio con quello nuovo: se il prezzo
non vi convince, non esitate a chiedere chiarimenti sulla misura dello sconto.
I capi in saldo devono essere separati in modo chiaro da quelli a prezzo pieno.
Anche questa norma però spesso non è rispettata e può capitare di trovare
confusione tra prodotti in sconto e prodotti a prezzo pieno.

37
Vivere meglio spendendo meno

Ricordate che i prezzi esposti vincolano il venditore: se alla cassa vengono


praticati un prezzo o uno sconto diversi da quanto indicato sull’etichetta, fatelo
notare al negoziante e non esitate, in caso si rifiutasse di applicare il prezzo
indicato, a far intervenire la polizia municipale.

A cosa fare attenzione


Controllate sempre che i capi scelti siano in buone condizioni. Conservate lo
scontrino, perché se un qualsiasi difetto viene fuori dopo l’acquisto, potrete
chiedere la sostituzione o la riparazione, e solo se queste non sono possibili,
chiedere di restituirvi l’importo pagato o, se il difetto è parziale, una riduzione
del prezzo entro 2 mesi dalla sua scoperta.
Il venditore può anche scegliere di non farvi provare i capi d’abbigliamento:
in questo caso il consumatore è privato di un elemento molto importante per
la scelta e l’acquisto “a scatola chiusa” non è certo da consigliare.
Non acquistate i capi d’abbigliamento che non hanno le due etichette di com-
posizione e di manutenzione e lavaggio, per evitare di danneggiarli.
La garanzia vale per due anni dall’acquisto: attenzione, dunque, agli scontrini
di carta chimica, che sbiadiscono dopo qualche mese; fotocopiateli per poterli
esibire al momento opportuno. La garanzia va fatta valere entro 2 mesi dal
momento in cui si scopre il difetto.
Infine: è o non è possibile pagare con la carta di credito per gli acquisti fatti
nei saldi? Un negoziante convenzionato con un circuito di carta di credito è
tenuto ad accertarla sempre, anche in periodo di saldi, e non può aumentare i
prezzi per pagamenti fatti con il denaro elettronico. In entrambi i casi insistete
per far valere i vostri diritti e, in caso di rifiuto, protestate con la banca o con
la società emittente della carta.

38
3
La spesa

Come abbiamo già visto nel primo capitolo di questa guida, la spesa che si fa
al supermercato è quella che proprio non si può eliminare. È però possibile,
e anzi diremo addirittura abbastanza semplice, limitare l’esborso sia sceglien-
do meglio quanto comprare e come conservare gli alimenti, evitando così gli
sprechi, sia attraverso una serie di strategie di acquisto. Dalla scelta del punto
vendita alla modalità di acquisto, passando per qualche forma di fai da te, sono
tante le mosse che possono farci risparmiare diverse centinaia di euro all’anno.
Ricordiamo che spesso economia fa davvero rima con ecologia, quindi ciò che
fa bene al portafogli favorisce anche l’ambiente: lotta agli sprechi, imballaggi
contenuti, acquisti oculati che tengono conto per esempio dei cicli stagionali,
sono tutte scelte che aiutano a risparmiare rispettando il pianeta.

La spesa furba
Ogni anno Altroconsumo mette a confronto supermercati, ipermercati e discount
di molte città italiane per fornirvi un quadro della convenienza delle “grandi
superfici” e agevolarvi nella scelta di un punto vendita che sia abbastanza
vicino a voi da permettervi di frequentarlo regolarmente, e mediamente meno
caro di quello dove andate di solito. Per realizzare grandi risparmi nell’arco
Vivere meglio spendendo meno

dell’anno, infatti, è assodato che più che scegliere di volta in volta il negozio
che mette un singolo prodotto in offerta è importante individuare il punto
vendita globalmente più conveniente e diventarne clienti abituali.
Al link www.altroconsumo.it/alimentazione/fare-la-spesa trovate il compa-
ratore di supermercati, che vi permette di trovare il meno caro secondo le
vostre abitudini di spesa.
Ma anche chi non ha molte possibilità di scelta a livello di catene, o chi già
compra nel punto vendita più conveniente della sua città, può comunque rispar-
miare sul conto della spesa settimanale selezionando meglio i propri acquisti.

In principio fu la lista
Che cosa vi serve davvero? Non lasciate che siano gli strateghi del marketing
a guidare la vostra mano attraverso gli scaffali del supermercato, con i loro
trucchi che consistono nel posizionamento strategico delle merci frivole ad
altezza occhio, vicino alla cassa, che invita ad acquisti inutili fatti d’impulso.
Compilare una lista della spesa il più possibile dettagliata aiuta a non dimen-
ticare nulla, l’impegno di attenervisi scrupolosamente consente di non mettere
nel carrello niente che non vi serva davvero. Gli acquisti impulsivi riguardano
solitamente merce più cara di quella indispensabile e possono rappresentare
fino al 70% delle nostre scelte di consumo.
L’unico motivo per cui potete concedervi acquisti che nella lista non ci sono
è se, una volta arrivati al supermercato, vi rendete conto che un prodotto di
cui al momento non avete bisogno ma che usate tanto e che non va a male
(detersivo, caffè, pasta, conserve) è in offerta. Una volta fatte le vostre valuta-
zioni in merito alla bontà della promozione (ne parliamo di seguito), potrete
decidere che quello è un buon momento per farne una scorta.
Il momento della compilazione della lista può essere anche una buona occa-
sione per passare in rassegna frigorifero e dispensa e individuare se avete della
merce in scadenza, che va consumata in fretta. Approfittatene per portare “in
prima fila” i prodotti comprati da più tempo, che vanno quindi consumati per
primi, e fare posto nelle retrovie alle provviste che vi accingete a comprare.
Non andate mai a fare la spesa a stomaco vuoto: è dimostrato che quando si
ha fame si compra una maggior quantità di alimenti, il che espone anche al
rischio di esagerare e di non riuscire poi a consumarli tutti entro la scadenza.

Comprare in gran quantità


I single sono coloro che in proporzione pagano mediamente di più per la
spesa alimentare. Le confezioni monodose raramente sono convenienti. Per
quel che riguarda i prodotti non deperibili, è consigliabile anche a chi vive

40
La spesa

solo cercare di acquistare in grandi quantità. Una confezione da 10 o da


20 rotoli di carta igienica avrà un prezzo a rotolo inferiore a un pacco da
4 rotoli. Lo stesso vale per i detersivi e le bibite: più grande è la confezione
meno pagate il contenuto, in proporzione ovviamente.
Una regola generale che però può avere le sue eccezioni: ci sono prodotti che,
paradossalmente, costano di più nel grande formato.
Confrontate il prezzo al chilo o al litro dei vari prodotti presenti sugli scaffali: è
l’unico indicatore che vi permette di fare un paragone reale sulla convenienza
di diverse marche e formati differenti.

Occhio alle promozioni


Sono semplicemente un altro modo per farsi pubblicità e catturare la nostra
attenzione. Le promozioni attirano il nostro sguardo perché sono segnalate
con cartelli vistosi, sono presenti nei volantini del supermercato, promettono
sconti ingenti. Ma sono anche amiche del risparmio? Non è detto, o meglio,
il fatto che un prodotto sia proposto in offerta non deve privarci del senso
critico necessario per stabilire se ci serve davvero.
Le numerose inchieste svolte da Altronconsumo sulla convenienza e sui prezzi
dei supermercati non hanno sempre dato risultati univoci. Riassumendo quello
che abbiamo scoperto sulle promozioni possiamo dire che se siete acquirenti
fedeli di un supermercato (perché è comodo, vicino a casa o perché lo tro-
vate conveniente) e concentrate lì la maggioranza dei vostri acquisti, quando
gli articoli che comprate abitualmente sono in promozione potete in effetti
risparmiare un bel po’. Ci sono però molte precisazioni da fare.
Prima di tutto i prodotti in offerta sono generalmente quelli di marche note,
le griffe da supermercato. Si tratta dei brand più blasonati e, mediamente,
anche più cari. Spendere un po’ meno per un prodotto che è comunque più
caro della media non è per forza sempre conveniente.
Inoltre le promozioni sono frutto di accordi tra le catene della grande distri-
buzione e i produttori degli articoli in offerta. Il che implica prima di tutto
una rotazione (qualche volta il detersivo per i piatti è in offerta presso una
catena di supermercati e poco tempo dopo può esserlo in un’altra), ma anche
prezzi di partenza differenti. Un negozio che smercia una maggior quantità
del tale prodotto sarà probabilmente favorito dal produttore sul fronte del
prezzo. Insomma, non è detto che il prodotto che trovate in offerta nel vostro
supermercato non costi la stessa cifra, e magari anche meno, altrove anche
a prezzo pieno.
Infine, se consideriamo tutti i supermercati di una stessa città, i prodotti messi in
promozione rappresentano solo una piccola parte dei generi di prima necessità
presenti nei nostri panieri.
La promozione quindi non è affatto sempre sinonimo di affare e risparmio.

41
Vivere meglio spendendo meno

In linea di massima le inchieste di Altroconsumo dimostrano che non ha senso


girare i supermercati della città a caccia dell’offerta per risparmiare sul conto
della spesa. Conviene assai di più individuare il punto vendita mediamente
più conveniente e fare lì i propri acquisti.

Super, iper, discount e il peso della marca


Comprando prodotti dei marchi commerciali (i prodotti Coop alla Coop,
quelli Esselunga all’Esselunga e così via) si risparmia in genere assai di più
che andando a caccia delle occasionali promozioni. Se poi si sceglie di fare
la spesa al discount il risparmio è ancora maggiore.
Se si rinuncia a riempire il carrello con i prodotti visti in pubblicità si può ridur-
re sensibilmente il costo della spesa. Ma la qualità? Non è per forza inferiore:
dai nostri test comparativi emerge che spesso i prodotti discount e di marca
commerciale risultano di qualità buona e in qualche caso anche ottima, tanto
da meritare in varie occasioni il titolo di Miglior Acquisto, che viene assegna-
to al prodotto che presenta il miglior rapporto tra prezzo e buona qualità.
Il nostro consiglio è di selezionare alcuni prodotti, a cominciare da quelli non
alimentari, come detergenti e detersivi, e provarli almeno una volta.
Per fortuna dei consumatori, però, alcune catene di supermercati sono passate
al contrattacco e per recuperare la clientela tentata dai negozi “senza marca”
hanno cominciato a offrire prodotti a prezzi molto interessanti.
Inoltre, non dimenticate di tenere d’occhio i test che pubblichiamo su riviste e
sito per trovare i tipi di prodotto che compongono il vostro paniere e scegliere
quelli con il miglior rapporto qualità/prezzo.

Lo scaffale delle tentazioni


La pubblicità, si sa, è l’anima del commercio. Ma è al supermercato che si
decidono le sorti di un prodotto, è questo il luogo dove sono presenti sia il
potenziale acquirente sia il suo portafogli, oltre alla sua intenzione di acquistare.
La posizione della merce gioca un ruolo cruciale nella persuasione all’acquisto.
Gli articoli più redditizi per il punto vendita vengono di solito strategicamente
collocati in bella mostra ad altezza occhi: lì attirano subito l’attenzione e sono
perciò comprati in quantità. Tutto il contrario di ciò che avviene con articoli
come zucchero e sale: se vi servono dovrete andarveli a cercare e nel frattempo
farete un bel “giro turistico” di tutti gli altri scaffali traboccanti di merce di cui
probabilmente non avete bisogno. Provate a cercare sugli scaffali più bassi,
spesso è lì che si trovano i prodotti dal prezzo più conveniente.
Anche l’accostamento dei prodotti non è mai casuale: i sughi pronti sono posti
vicino alla pasta, come a seguire il filo dei vostri pensieri, e spesso i prodotti

42
La spesa

a marca commerciale o quelli su cui la catena punta sono posti vicino a un


prodotto simile ma più caro. Nel confronto ci guadagnano e finirete per ac-
quistarli, ma non è detto che poco più il là non vi siano articoli dal prezzo
ancora più interessante.

Comprare e conservare
La buona notizia è che semplicemente eliminando gli sprechi e la quantità di
avanzi che vengono buttati via, si realizzano risparmi anche notevoli. Scegliere
bene cosa comprare, in che quantità e in quale momento e come conservarlo
può ridurre considerevolmente gli sprechi.

Acquisti su misura
L’errore che si commette con maggiore frequenza quando si fa la spesa
consiste nel comprare troppo. Ora, è logico che il vostro obiettivo è non
restare a corto di niente che possa servirvi, ma abbondare nell’ottica di stare
tranquilli non è la scelta giusta. Sarebbe importante monitorare le quantità
acquistate, quelle realmente consumate e i conseguenti sprechi per qualche
settimana per capire quanto cibo vi serve davvero.
Una volta che vi sarete fatti un’idea di massima potrete andare al super-
mercato con una lista che, accanto alla tipologia di prodotti, potrà indicare
all’incirca anche le quantità di ognuno.

Largo alle scorte


Tutto ciò che si può conservare a lungo può essere acquistato in grandi quan-
tità, magari approfittando di un’offerta davvero conveniente. Stiamo parlando
di articoli per la casa come la carta da cucina o la carta igienica.
Detersivi e detergenti possono essere acquistati in quantità sufficienti a co-
prire qualche mese, ma senza esagerare, dato che si deteriorano nel tempo.
Per risparmiare meglio dosarli correttamente, senza eccedere, e limitare la
gamma di prodotti.
Anche tutte le preparazioni che hanno una scadenza lunga possono essere
comprati in confezioni famiglia: legumi secchi o in scatola, sughi pronti, pasta,
riso, conserve, sale grosso.
Per quanto riguarda i surgelati, ricordate sempre che la data di scadenza riportata
sulla confezione si riferisce alla conservazione in un freezer a 4 stelle (****).

43
Vivere meglio spendendo meno

In quelli con solo due stelle i surgelati si conservano un mese, mentre se il


freezer ha una sola stella, la durata è di 3-4 giorni. Anche se avete un freezer
a 3 o 4 stelle, però, vi sconsigliamo di fare provviste massicce di surgelati e
di tenerli nel congelatore per tanti mesi. Senza contare che per acquistarli ed
essere sicuri di non interrompere la catena del freddo, è necessario trasportarli
in apposite borse termiche e che comunque il trasporto non duri troppo a
lungo: metteteli nel carrello per ultimi.
I prodotti alimentari che fanno parte del vostro stock, però, hanno anch’essi
una scadenza che, proprio perché lontana, si tende a dimenticare. Per conser-
varli e consumarli è quindi opportuno seguire la regola del “first in, first out”,
ovvero posizionarli in modo da consumare per primi i prodotti che sono in
dispensa da più tempo. Altrimenti si rischia di attingere sempre dai prodotti
della spesa dell’ultimo mese e di veder scadere fagioli e piselli di cui si è fatta
scorta un anno o due prima.
Un apparecchio che può aiutarvi a conservare meglio il cibo è la macchina
per il sottovuoto, che aspira l’aria dagli appositi sacchetti e li sigilla ermeti-
camente. In questo modo prolunga la conservazione degli alimenti, dato che
gran parte di muffe e batteri non si sviluppano in assenza d’aria. Se comprate
cibo in gran quantità o cucinate molto per i giorni a venire, potrebbe essere
l’elettrodomestico che fa per voi, considerando anche che gli alimenti man-
tengono a lungo le loro proprietà nutritive, il sapore e il colore. Le lasagne,
per esempio, una volta messe sottovuoto si possono tenere in freezer fino a
4 mesi, 15/20 mesi la carne e 10/12 il pesce; i formaggi sottovuoto in frigo
possono arrivare a 25/60 giorni e i salumi a 24/40 giorni. Ma attenzione, perché
oltre al prezzo della macchina, dovrete mettere in conto anche quello, salato,
per i sacchetti. Considerate quindi l’uso che ne fareste e valutate se conviene
davvero acquistarne una.

Il frigo è vostro amico


Passiamo ora ai prodotti deperibili. Tutto quello che era esposto nel banco
frigo del supermercato, una volta portato a casa deve essere conservato a
bassa temperatura. Ma mettere le derrate genericamente in frigo potrebbe non
essere sufficiente a garantirne la corretta conservazione fino alla data riportata
in etichetta. Senza contare che, quando il frigo è molto pieno, anche qui come
in dispensa alcuni alimenti possono restare nascosti alla nostra vista. Il che è
ancor più pericoloso perché se si trovano qui vuol dire che vanno a male molto
più velocemente. Gli alimenti vanno messi in frigo, sempre avvolti nella carta
in cui ve li hanno venduti o all’interno di contenitori ermetici, disponendoli
in base alla loro durata di vita.
Lo spazio in basso, dove è più freddo (tra i 2 e i 4 °C) è riservato agli alimenti
più deperibili, come carne e pesce. Man mano che si sale, anche la temperatura

44
La spesa

Risparmiare cucinando
• Evitate di usare pentole troppo grandi: risparmierete energia adattando le di-
mensioni della pentola alla quantità di cibo da preparare. Vale però anche il
contrario: se il diametro delle pentole è inferiore a quello della fonte di calore,
una parte del calore emesso sarà perduto inutilmente.
• Mettete sempre un coperchio sulle pentole e per preparazioni che richiedono
tempi lunghi, considerate l’acquisto di una pentola a pressione.
• Per un uso economico della vostra cucina a gas non aprire i bruciatori al massimo.
• Se usate le piastre elettriche, utilizzate solo pentole e padelle a fondo completa-
mente piatto e privo di deformazioni, che aderiscono perfettamente alla piastra di
cottura. In caso contrario il consumo può aumentare anche del 50%. Diminuite
la potenza della piastra elettrica prima della fine della cottura, perché rimane co-
munque calda ancora per un po’. Una piastra a potenza minima consuma l’80%
in meno di una a potenza massima. Per le preparazioni che richiedono una cottu-
ra lunga, potete spegnere la piastra 5 minuti prima della fine cottura.
• Con il forno, quando la pietanza richiede una cottura superiore a 45 minuti,
potete spegnere da 5 a 10 minuti prima: il calore residuale terminerà la cottura.
• Non usate il grill se non è espressamente richiesto dalla ricetta: consuma il
doppio dell’energia rispetto al forno in posizione normale.
• Per scongelare i cibi, passateli per tempo dal congelatore al frigo per risparmia-
re energia.
• Per riscaldare va bene il microonde, che su piccole porzioni consuma molto
meno del fornello a gas.

si innalza di qualche grado, ma non dovrà mai superare i 6 °C. Fa eccezione


il cassetto per la frutta e la verdura, posto in basso, dove la temperatura nor-
malmente è di 8 °C.
Il congelatore, riservato ai prodotti surgelati o ai cibi congelati in casa, è
sottozero, ossia a -18 °C nel caso si tratti di un congelatore a 3 o 4 stelle.
Il congelamento casalingo può essere realizzato solo in un congelatore com-
binato a 4 stelle o in congelatori verticali o a pozzetto. I modelli a 3 stelle
sono adatti solo alla conservazione di alimenti già surgelati.
Se decidete di congelare alimenti freschi o cotti, abbiate sempre cura di conser-
varli in appositi contenitori o sacchetti e di segnare la data del congelamento
sull’involucro esterno. Non pensiate però di poterli conservare molto a lungo.
Frutta e verdura si conservano congelate per 10-12 mesi, la carne (per esempio
vitello e manzo) per circa 6 mesi, il pesce (tonno, salmone) 2-3 mesi.

45
Vivere meglio spendendo meno

Inoltre nel disporre i cibi in frigorifero è bene tener conto anche della loro
natura: non bisogna mai accostare i cibi pronti da consumare ad alimenti che
possano contaminarli. Tenete perciò ben separati i cibi che devono essere
cotti prima del consumo (carne, pesce, uova, verdure non lavate) dagli ali-
menti che vanno consumati così come sono (salumi, formaggi, insalata lavata).
Questa disposizione non richiede un grosso sforzo e in compenso garantisce
la sicurezza.

Scongelate così
Carne, pesce, pietanze cotte ma anche pane, verdure, erbe aromatiche: sono
tanti gli alimenti congelati abitualmente, grazie al freezer a quattro stelle.
Ma come bisogna fare per scongelarli e consumarli? Scongelare i cibi a tempe-
ratura ambiente è una pratica da sconsigliare, perché favorisce la proliferazione
batterica. Gli alimenti congelati in casa o i surgelati industriali possono essere
scongelati in due modi:

• nel frigorifero, che è il sistema più sicuro e dove oltretutto il freddo dell’ali-
mento congelato o surgelato contribuisce a mantenere le basse temperature
dell’elettrodomestico, con un conseguente risparmio energetico;
• nel microonde, però l’alimento una volta scongelato va cucinato subito.

Evitate di mettere, invece, carne congelata o pesce surgelato sotto l’acqua; que-
sta pratica è consentita, in situazioni di emergenza, solo se il cibo è protetto da
un involucro, che limita la perdita delle sostanze nutritive. Esistono poi alimenti
che non andrebbero surgelati, eccone una lista:

• lo yogurt, che può diventare grumoso, crema pasticcera e panna montata;


• i budini e i dessert cremosi legati con la fecola o con la maizena tendono a
liquefarsi, e lo stesso vale per i budini a base di gelatina;
• le patate cotte e surgelate diventano inadatte al consumo;
• i formaggi stagionati e magri si seccano e diventano granulosi. Ma lo sconge-
lamento modifica la struttura anche dei formaggi freschi;
• la maionese e tutto ciò che la contiene non regge lo scongelamento;
• le pietanze molto speziate; l’aglio e la cipolla possono passare il loro odore e
sapore ad altri prodotti;
• l’insalata, il cetriolo, il crescione, il radicchio e le altre verdure che si mangiano
crude non si prestano alla congelazione.

46
La spesa

Cibi cotti, come conservarli?


Anche la refrigerazione dei cibi cotti necessita di qualche attenzione. Che
fare di un avanzo di minestrone bollente? Lo si mette subito nel frigo? No, c’è
il rischio di alzare la temperatura dell’apparecchio e mettere così a repenta-
glio la conservazione degli altri cibi. Lo si lascia tutta la notte a riposare in
modo che il mattino successivo sia freddo e possa entrare a pieno titolo nel
frigorifero? No, un periodo troppo lungo a temperatura ambiente favorisce lo
sviluppo dei microbi.
La soluzione ottimale è lasciare per un paio d’ore la pentola chiusa (o me-
glio ancora un contenitore chiuso di ceramica che disperde meglio il calore)
immersa in acqua fredda, per far scendere più rapidamente la temperature,
quindi riporre nel frigorifero.

Poco tempo, piatti pronti: i pro e i contro


Nelle famiglie di oggi in genere si cucina meno di un tempo e si mangia più
spesso fuori casa, soprattutto a pranzo. La conseguenza più vistosa è stata la
grande diffusione dei piatti pronti. Scaffali e banchi frigo e freezer dei super-
mercati sono pieni di prodotti destinati a facilitarci la vita in cucina. A volte
non necessitano nemmeno di cottura: basta prendere la confezione e scaldarla
per qualche minuto per poi portare il pasto pronto in tavola.
Anche quando dovrete adoperare il forno o la padella per terminare la cottura,
comunque avrete risparmiato un bel po’ di tempo rispetto alla preparazione,
per esempio, di una teglia di lasagne a partire dalla sfoglia e dal ragù.
Se il tempo è il grosso guadagno garantito da queste preparazioni, gli svan-
taggi certo non mancano, a cominciare dal prezzo, molto più elevato rispetto
a quello degli ingredienti necessari alla preparazione casalinga dello stesso
piatto (la manodopera in quel caso sarebbe gratuita perché è la vostra). Inoltre
i produttori consumano moltissima energia per portarci in tavola un pasto
bell’e pronto.
Che cosa c’è dentro? Il controllo sugli ingredienti utilizzati è nullo: non pos-
siamo controllare la quantità di sale aggiunta, la qualità dei grassi utilizzati,
e nemmeno sapere di che qualità è la carne usata per preparare le nostre
lasagne. Inoltre l’apporto nutritivo della maggior parte di questi prodotti non
è proprio tra i più bilanciati. Quanto alla presenza di vitamine, è chiaro che il
procedimento di conservazione o surgelazione delle verdure gliene fa perde-
re un po’. Per contro, però, se ne perdono meno nella preparazione, perché
basta riscaldare i cibi pronti. Inoltre, tra i punti a favore del consumo di cibi
pronti, c’è che questi limitano di molto gli sprechi. Si presentano solitamente
già in porzioni singole o da due, quindi è difficile che alla fine del pasto vi
siano molti avanzi.

47
Vivere meglio spendendo meno

La macchina per fare il pane


Le macchine per fare il pane stanno diventando apparecchi sempre più popolari.
In linea di massima mantengono la promessa di far tutto da sé. La macchina non
solo impasta ma cuoce anche. In più, il timer, presente ormai su tutti i modelli, vi
aiuta a programmare la cottura in modo da avere il pane caldo proprio mentre vi
state per sedere a tavola o in modo da avere la fase di cottura di notte (quando,
con la tariffa elettrica bioraria, vi costa di meno). Generalmente però fanno solo
filoni di pane a cassetta: se volete fragranti pagnotte e sfilatini, dovrete usare la
macchina solo per l’impasto per poi cuocerlo in forno con la forma che desiderate.
L’impasto va preparato usando acqua a temperatura ambiente e mettendo gli
ingredienti secondo quest’ordine: prima i liquidi e il sale, poi le farine e in ultimo il
lievito con un pizzico di zucchero. La farina indicata per la panificazione di solito è
la zero; si può anche utilizzare la doppio zero eventualmente unita alla manitoba.
Prima di decidere di acquistarla, tenete conto del costo della macchina (se ne tro-
vano anche a meno di 100 euro; per sceglierla andate su www.altroconsumo.it/
elettrodomestici/piccoli-elettrodomestici), quello degli ingredienti, l’energia e
il vostro tempo. Se la userete con costanza evitando di acquistare il pane, rispar-
mierete parecchio. Ecco un paio di consigli per una scelta oculata:

• non serve una macchina con due lame impastatrici: per un chilo di pane ne
basta e avanza una;
• è importante il coperchio, che deve essere robusto e chiudere bene, per garan-
tire che il calore all’interno sia omogeneo.

Una spesa a basso impatto


Quanti chilometri percorre la merce che compriamo al supermercato? Chi l’ha
prodotta e come? Da dove arrivano gli asparagi che compriamo a gennaio?
E le fragole di dicembre? A volte mentre ci aggiriamo per le corsie e riempiamo
il carrello senza troppo riflettere, ci capita di domandarci se non potremmo
risparmiare, e anche parecchio, semplicemente ritornando un po’ più vicini
alla natura.
Perché non provare a seguire i cicli stagionali nei vostri acquisti? Comprare
prodotti di stagione consente di beneficiare appieno delle proprietà nutriti-
ve di frutta e verdura oltre ad aiutare a ridurre i costi e, ovviamente, anche
l’impatto ambientale. Se compro un mazzo di asparagi in gennaio è chiaro

48
La spesa

che non sono stati coltivati dietro casa e nemmeno in Italia e quindi con tutta
probabilità neanche in Europa. Quegli asparagi arrivano in volo magari dal
Messico, con l’inquinamento che un viaggio del genere comporta e i relativi
costi per una distribuzione a così lunga gittata. Lo stesso vale per tutte le pri-
mizie provenienti dall’altro capo del mondo che vogliamo toglierci lo sfizio di
mangiare anche quando da noi non è proprio il momento e che solitamente
quand’anche atterrano sulle nostre tavole non sono che la pallida imitazione
degli ortaggi e della frutta che potremmo mangiare quando è arrivata la loro
stagione. Perché spendere molto di più, inquinando l’ambiente per ottenere
un prodotto meno saporito e nutriente?
Per aiutarvi nella scelta dei prodotti di stagione pubblichiamo due tabelle che
danno indicazioni di massima sui periodi ideali per acquistare frutta e ortaggi.

Stagionalità della frutta

Settembre

Novembre

Dicembre
Febbraio
Gennaio

Ottobre
Maggio

Giugno

Agosto
Marzo

Luglio
Aprile

Frutto
Albicocche

Angurie

Arance

Cachi

Castagne

Ciliegie

Clementine

Fichi

Fragole

Kiwi

Mandarini

Mele

Meloni

Pere

Pesche

Susine

Uva

49
Vivere meglio spendendo meno

Stagionalità della verdura

Settembre

Novembre

Dicembre
Febbraio
Gennaio

Ottobre
Maggio

Giugno

Agosto
Marzo

Luglio
Aprile
Ortaggio
Asparagi

Bietole

Broccoli

Carciofi

Cardi

Carote

Cavolfiori

Cavoli

Cetrioli

Cicoria

Cime di rapa

Cipolle
Fagiolini
Fave

Finocchi

Lattuga

Melanzane

Patate

Peperoni

Piselli

Pomodori

Porri

Radicchio

Ravanelli

Rucola

Sedano

Spinaci

Zucche

Zucchine

50
La spesa

Al mercato
E se provassimo a uscire dal supermercato per acquistare sulle bancarelle del
mercato? L’idea è che si possa risparmiare, che chi ha un banco sia più incline
a farci uno sconto o ad arrotondare il conto a nostro favore, rispetto all’im-
piegato di un supermercato. Pensiamo anche che eliminando l’imballaggio e
riducendo probabilmente la durata del trasporto anche il prezzo finale della
merce venduta possa essere più basso.
Tuttavia questo non è sempre vero. Il risparmio non è assicurato, ma varia
a seconda dei prodotti e delle città. Confrontare i prezzi al chilo o al litro è
sempre il metodo migliore per assicurarsi un buon risparmio.

Voglia di filiera corta


Comprare direttamente dal produttore ha sempre affascinato noi italiani. Secondo
un’indagine di Coldiretti e Censis, sono 43,4 milioni gli italiani che decidono
di acquistare prodotti locali e a chilometro zero, cioè cibo prodotto e venduto
nello stesso luogo (o poco distante), in cui la compra/vendita è gestita dal
produttore senza passare per uno o più intermediari. Si tratta spesso di una
scelta motivata dall’idea che si tratti di cibi freschi e sicuri, dal desiderio di
sostenere l’economia e lo sviluppo locale, ma anche dal fatto che i prodotti
a filiera corta non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto
inquinanti, diminuendo l’impatto della nostra spesa sull’ambiente.
Vediamo due modalità di intendere la filiera corta che in questi anni vanno
piuttosto di moda.

• I mercati del contadino Chiamati anche farmers market, è sempre più


frequente imbattersi in uno di questi mercatini nelle piazze delle nostre
città. Non sempre hanno un luogo fisso in cui allestire i propri banchi,
spesso vendono oltre a frutta e verdura anche salumi, formaggi e vini.
L’idea alla base è quella di privilegiare le piccole aziende agricole, quelle
maggiormente penalizzate dalla grande distribuzione, e incentivare il con-
sumo locale (provinciale o regionale), accorciando le distanze del trasporto.
Ci sono decine di mercati contadini in tutte le città italiane.

• I gruppi d’acquisto I Gas (Gruppi di acquisto solidale) sono gruppi di


amici, condòmini, impiegati della stessa azienda, parenti che si organizzano
e decidono di fare la spesa direttamente dai produttori in base a precisi
criteri: qualità dei prodotti, spesso biologici, vicinanza geografica, per la
tutela dell’ambiente (si evitano imballaggi e trasporto per lunghe distanze
con i relativi impatti) ed etica. Mettendosi insieme in più persone, inoltre, è
possibile comprare quantità tali da riuscire a strappare un prezzo migliore

51
Vivere meglio spendendo meno

L’orto fai da te
Il fenomeno dell’orto in città, allestito nel giardino dietro casa o addirittura rica-
vando piccoli spazi sul terrazzo, riguarda piccole e grandi città.
Non solo basilico, rosmarino e menta ma anche pomodori, zucchine, lattuga e
ogni tipo di ortaggio che possa crescere in vaso. Le varietà che si possono colti-
vare in terrazzo sono molte e non c’è che da scegliere. Si tratta in alcuni casi di
varietà nane ottenute attraverso incroci, mentre altre volte sono normali prodotti
dell’orto che si adattano a crescere anche in spazi ristretti.
Per realizzarlo è necessario però tener conto dell’esposizione, perché le piantine
hanno bisogno di una buona dose di luce e calore per crescere bene.
La spesa per allestirlo è davvero contenuta in compenso è necessario avere un
po’ di tempo per prendersi cura delle piantine, alcune delle quali hanno bisogno
di essere bagnate ogni giorno. Se non avete tempo, può essere il caso di pensare
a un impianto di irrigazione.

rispetto a quello che otterrebbe il singolo acquirente se andasse ad acquistare


un chilo di frutta e due chili di verdura. Si contano ormai centinaia gruppi
ufficiali (per scoprire quelli presenti nella propria città si può consultare il sito
www.economiasolidale.net). Gli acquisti si concentrano su frutta e verdura,
ma comprendono spesso anche carne e prodotti come olio, pasta, pane e
detersivi. Dopo aver visitato le aziende agricole della zona e concordato
forniture e prezzi, i volontari del gruppo ogni settimana ritirano le cassette
di prodotti e le distribuiscono alle famiglie che fanno parte del Gas. Tutto
viene fatto su base volontaria perciò è necessaria una certa disponibilità di
tempo per poter organizzare, raccogliere e distribuire le forniture.

In generale, acquistare i prodotti a filiera corta è auspicabile per l’ambiente e


per la freschezza del prodotto.
E per quanto riguarda il prezzo? Da questo punto di vista la filiera corta non
sempre vale la pena. Coltivare localmente fa diminuire i costi di trasporto,
ma può far aumentare quelli di produzione e le piccole aziende agricole non
sempre riescono a contenerli. Mercati del contadino e Gas non sempre rie-
scono a offrire ai consumatori prezzi competitivi. L’unico modo per sapere se
si sta risparmiando, è quello di confrontare il prezzo per unità di una stessa
tipologia di prodotto tra i diversi punti vendita.
È necessario inoltre che queste forme di vendita garantiscano la qualità del
prodotto mediante etichettature e controlli.

52
La spesa

Farmaci, risparmiare si può


Affrontiamo l’argomento dei farmaci da banco nel capitolo sulla spesa
perché questi prodotti, benché non vadano consumati alla leggera, non
necessitano della richiesta del medico per l’acquisto e possono essere
comprati, da parecchio tempo ormai, anche presso la grande distribuzione.
La liberalizzazione della vendita ha reso possibili risparmi anche notevoli
per il consumatore.

Comprarli all’iper conviene


Da quando il prezzo di questi prodotti di uso piuttosto comune è stato libe-
ralizzato, le farmacie hanno cominciato a farsi un po’ di sana concorrenza tra
loro, a tutto vantaggio dei consumatori.
L’apertura alla vendita dei farmaci da banco ad altri canali come le parafarmacie
e gli ipermercati ha ampliato l’offerta e ha dato impulso al contenimento dei
prezzi nel canale tradizionale, la farmacia. Tuttavia, forti della loro posizione
privilegiata e della loro capillare distribuzione sul territorio, la maggior parte
delle farmacie si è a lungo dimostrata poco sensibile nell’adottare politiche
di prezzo più vantaggiose per i consumatori.
In effetti gli italiani continuano a preferire la farmacia, che anche nel mercato
dei medicinali da banco fa la parte del leone, e i farmaci griffati. I generici
devono accontentarsi di una piccola fetta del mercato.
Mediamente, sono gli ipermercati i punti vendita in cui lo sconto sul prezzo
dei farmaci è maggiore.
Se si fa giocare la concorrenza, anche in questo campo si può quindi rispar-
miare molto: visitando diverse farmacie, il prezzo medio di uno stesso farmaco
può variare anche parecchio.

Gli equivalenti, buoni come gli altri


Dal 2001 sono in commercio i farmaci equivalenti (i cosiddetti generici).
Si tratta di prodotti a base di molecole non più coperte da brevetto indu-
striale. Costano molto meno dei corrispondenti farmaci di marca e non
hanno un nome di fantasia: riprendono il nome dal principio attivo conte-
nuto; per esempio il generico di Aulin®, farmaco a base di nimesulide, si
chiama Nimesulide; il generico di Voltaren®, farmaco a base di diclofenac,
si chiama Diclofenac.
Dal punto di vista terapeutico il farmaco di marca e il suo generico corri-
spondente hanno lo stesso valore, cioè sono interscambiabili. Garante della
bio-equivalenza e dell’equivalenza terapeutica dei farmaci generici rispetto

53
Vivere meglio spendendo meno

ai farmaci di marca corrispondenti è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa),


che stila periodicamente delle liste di trasparenza in cui vengono inseriti tutti
i farmaci equivalenti dal punto di vista terapeutico.
Laddove esistono questi medicinali, lo Stato stabilisce per il rimborso una
quota pari in genere al farmaco meno caro. Se il cittadino vuole comprare il
farmaco di marca, deve pagare di tasca propria una quota di differenza.
I medici dovrebbero prescrivere i farmaci equivalenti, laddove esistono, e i
farmacisti dovrebbero sempre informare i cittadini di questa alternativa, anche
qualora il medico non li abbia prescritti.

Sconti per farmaci con ricetta


I decreti “Salva Italia” e “Cresci Italia” del 2012 hanno introdotto due importanti
novità nel mercato dei farmaci:

• tutti i farmaci veterinari possono essere venduti nelle parafarmacie e nei


corner dei supermercati e su questi è possibile applicare degli sconti;
• le farmacie possono applicare sconti anche sui farmaci con ricetta. Quindi sia
i farmaci in fascia C con ricetta (pomate antibiotiche o pillole contraccettive)
che i farmaci in fascia A (quelli su ricetta rossa) che vengono acquistati dal
cittadino privatamente (in possesso di una ricetta bianca).

Purtroppo i farmacisti sembrano non conoscere questa novità. Infatti un’in-


chiesta di Altroconsumo di ottobre 2016 ha mostrato che su 100 farmacie solo
una applicava gli sconti sui farmaci con ricetta.
Un altro modo per risparmiare è però quello di procurarsi il farmaco equiva-
lente a quello di marca, nei casi in cui questo esista.
Per sapere quali sono si può consultare la banca dati di Altroconsumo sul
sito www.altroconsumo.it/salute/farmaci. È aggiornata ogni mese e con-
tiene tutti i farmaci per uso umano che sono in commercio in Italia, sia
quelli rimborsati dal Ssn, sia quelli a in fascia C, mentre non tiene conto dei
farmaci per uso ospedaliero, di quelli veterinari, dei medicinali omeopati-
ci, degli integratori alimentari, dei cosmetici e di tutti gli altri parafarmaci.
La ricerca può essere effettuata inserendo il nome del farmaco oppure il
nome del principio attivo.
La tabella dei risultati fornisce tutte le informazioni relative al farmaco cercato
(nome commerciale, principio attivo, forma farmaceutica, tipi di confeziona-
mento), oltre all’elenco di tutti i farmaci equivalenti, cioè con lo stesso principio
attivo, lo stesso dosaggio e quindi con la stessa efficacia, interscambiabili tra
loro. Se il farmaco è presente in dosaggi diversi, i farmaci equivalenti sono
raggruppati per dosaggi uguali. La tabella indica anche l’eventuale presenza
di glutine o lattosio, spesso oggetto di intolleranze.

54
La spesa

Per i farmaci da banco e senza obbligo di ricetta abbiamo visto che il prez-
zo è libero e ogni farmacia applica quello che vuole. Questi prodotti com-
paiono perciò nella banca dati ma senza l’indicazione del prezzo (in alcuni
casi compare un prezzo consigliato, quando l’azienda ritiene di suggerirlo).
Con queste informazioni sarà poi possibile andare in farmacia e chiedere il
farmaco meno caro con quel principio attivo.
Per i farmaci di fascia A trovate in banca dati il prezzo del farmaco e il prezzo
di riferimento (quando c’è il generico).
Per i farmaci di fascia C con ricetta è indicato il prezzo al pubblico (il cittadino
si paga tutto) e, se presente, il generico. Per questi farmaci trovate anche la
colonna del “prezzo unitario” (a pillola, bustina e così via): è così possibile
fare un confronto immediato tra tutti i farmaci equivalenti per individuare il
meno costoso. Ricordate però che il farmacista può applicare degli sconti e
quindi il prezzo impresso nella confezione va inteso come prezzo massimo.

Con o senza ricetta?


I farmaci possono essere acquistati liberamente oppure richiedere la presenta-
zione della ricetta compilata dal medico. Tutti i farmaci di classe A richiedono
la ricetta medica. Dei farmaci di classe C alcuni richiedono la ricetta, altri no.
Tutti i farmaci che richiedono una diagnosi medica o che hanno un rapporto tra
efficacia e sicurezza ancora non ben definito, soprattutto se sono nuovi, devono
essere prescritti dal medico.
I farmaci di libera vendita invece sono normalmente quelli in commercio già da
molti anni, i cui effetti desiderati e indesiderati sono ormai abbastanza cono-
sciuti. Di solito si usano per brevi periodi (non più di qualche giorno di seguito)
per piccoli disturbi per i quali non è ne-
cessario l’intervento del medico (mal di
testa, mal di gola, tosse…).
Tra i farmaci di libera vendita ci sono i
Sop (Senza obbligo di prescrizione), per
esempio la Tachipirina® e gli Otc (acro-
nimo dell’espressione inglese Over the
counter, che noi traduciamo in “farma-
ci da banco”) come per esempio il Mo-
ment®. Gli Otc, cioè i farmaci da banco,
sono i soli di cui è consentita la pubblicità
diretta ai cittadini.

55
Vivere meglio spendendo meno

I trucchi per risparmiare


Ricordate che i farmaci griffati costano di più dei loro corrispettivi generici.
Ecco alcuni consigli per risparmiare:

• cercate il medicinale equivalente al farmaco di marca che vi serve interro-


gando la banca dati farmaci sul nostro sito;
• chiedete sempre al farmacista il farmaco equivalente, che ha un prezzo
inferiore;
• imparate a riconoscere i farmaci per principio attivo. Spesso quelli che hanno
lo stesso principio attivo vengono pubblicizzati per disturbi diversi. Eviterete
così inutili doppioni;
• se il prezzo non vi convince, non esitate ad andare a chiedere alla farmacia
accanto. Il prezzo di alcuni farmaci varia molto da un punto vendita all’altro;
• se non volete rinunciare al farmaco di marca, cercate di comprarlo sempre
in un corner salute di ipermercato: il risparmio in questo caso è notevole.

56
4
La casa

Comprarla (o affittarla) e poi renderla confortevole, con lavori di ristruttu-


razione e con la scelta dell’arredamento, è il sogno di tutti. Nella casa, il
luogo in cui abitiamo, dove mettiamo su famiglia e viviamo i momenti più
belli della nostra vita, si concentrano in genere la maggior parte degli sforzi
economici delle persone. Perché vi trascorriamo molto tempo e ci preme
renderla un posto il più possibile gradevole, dotarla dei comfort che con-
tribuiscono a farci recuperare le energie quando ci riposiamo dal lavoro,
perché, in breve, la nostra casa ci rappresenta.
Questa guida non è lo strumento adatto per analizzare la convenienza
dell’acquisto rispetto all’affitto, per esaminare vantaggi e gabole rappresentati
dalle agenzie immobiliari e quant’altro riguardi le grandi scelte. Se siete
interessati a questi argomenti, se volete saperne di più sulla compravendita
o sui contratti di affitto, potete richiedere le guide Comprare e vendere
casa o Affittasi dal sito www.altroconsumo.it/guidepratiche.
Siccome questa guida è incentrata sul risparmio quotidiano, qui affrontia-
mo le spese correnti. Perciò parliamo di mutuo (su questo sì che si può
risparmiare un bel po’), di lavori di manutenzione e ristrutturazione, di
polizze di assicurazione per tutelare ciò che la casa contiene e delle spe-
se che riguardano arredamento e apparecchi vari, dagli elettrodomestici
all’impianto stereo.
Di acqua, gas ed elettricità ci occupiamo invece nel prossimo capitolo,
dedicato al risparmio energetico.
Vivere meglio spendendo meno

Il mutuo: sceglierlo, cambiarlo,


rinegoziarlo
Prima di sottoscrivere un mutuo è bene valutare con attenzione tutte le of-
ferte del mercato, senza fermarci a ciò che ha da offrire la banca presso la
quale abbiamo il conto corrente. Ma anche se lo abbiamo già sottoscritto, è
importante ricordare che sono stati aboliti sia i costi di estinzione anticipata
sia le spese per il trasferimento del prestito ad altra banca, il che significa
che i risparmiatori sono liberi di scegliere davvero il mutuo più conveniente.
Ecco come fare.

Decidere tasso e durata


La prima domanda a cui dare risposta è se scegliere il tasso fisso, di valore
leggermente più alto ma stabile nel tempo, o variabile, che in congiunture
economiche negative potrebbe vedere la rata impennarsi negli anni. È me-
glio puntare sul tasso variabile solo se si prevedono tassi in diminuzione.
Nel momento in cui scriviamo la differenza tra le due tipologie di tasso è di
0,99 punti. Oggi il tasso variabile è certo il più vantaggioso, però attenzione
agli alti spread applicati dalle banche. Quando l’Euribor crescerà, alla fine
della crisi, i tassi dei mutui si ritroveranno ad avere valori altissimi proprio a
causa degli alti spread. Scegliete perciò un tasso variabile solo se siete in gra-
do di sopportare un aumento della rata periodica fino al 30%. Inoltre oggi il
tasso fisso ha dei valori allettanti: costo poco assicurarsi una rata certa sempre
uguale per tutta la durata del mutuo.
La durata nel prestito incide molto sulla consistenza della rata. Un mutuo può
avere una durata compresa tra i 5 e i 30 anni; e oggi sul mercato ci sono anche
offerte fino a 40 anni. Una durata più lunga consente di ridurre l’ammontare
della rata periodica del mutuo: si paga meno tutti i mesi per più anni. Ma più
è lunga la durata più è alto lo spread applicato dalla banca: insomma impie-
gando più anni a restituire il debito si pagano più interessi.
Inoltre aumenta anche il piano di ammortamento e dunque anche per questo
aumenta il monte interessi relativo al mutuo. Ovviamente la cifra da pagare
incide notevolmente sulla durata del mutuo. La banca eroga fino all’80% del
valore di perizia dell’immobile su cui viene iscritta l’ipoteca a garanzia del mutuo.
Avere da parte un gruzzolo da poter dare come anticipo contribuisce a tenere
più basso lo spread e più corto il piano di rimborso. La banca valuta l’affida-
bilità finanziaria di chi richiede il mutuo e in genere eroga dei mutui per un
ammontare massimo calcolato in modo che la rata periodica da rimborsare non
superi un terzo del reddito mensile dei richiedenti (a meno che non entrino in
gioco garanzie aggiuntive come la fideiussione di un terzo garante del mutuo).

58
La casa

Cosa confrontare
Per avere il mutuo dovrete sostenere delle spese: l’istruttoria, la perizia, le spese
assicurative contro lo scoppio/incendio della casa, i costi notarili (comprensivi
anche delle tasse ipotecarie e catastali) per l’atto di mutuo e l’iscrizione dell’ipo-
teca. Inoltre è dovuta anche un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% del finanzia-
mento (2% in caso di mutuo per acquisto/ristrutturazione della seconda casa).
Per scegliere il mutuo vi consigliamo di impiegare un po’ di tempo nel confronto
delle diverse offerte presenti sul mercato. Dovete pensare a un mutuo come
a un qualunque altro prodotto che dovete acquistare, solo che è il prodotto
più costoso che abbiate mai comprato e perciò è consigliabile sceglierlo con
grande consapevolezza, dopo aver vagliato diverse alternative.
Dopo aver deciso il tipo di tasso (fisso o variabile), la scelta va fatta sulla
base del Taeg (Tasso annuo effettivo globale) che include, oltre al tasso d’in-
teresse, anche le spese da sostenere per ottenere il finanziamento (istruttoria,
perizia, incasso rata, spese assicurative obbligatorie, imposte). Alcune banche
vi chiederanno di aprire un conto corrente presso di loro per poter accedere
al mutuo. Si tratta di una pratica scorretta in base all’Art. 21 del Codice del
Consumo: le banche non possono chiederlo e se lo fanno vanno denunciate
all’Agcm. Attenzione anche alla differenza tra il tasso d’ingresso e il tasso a
regime (la scelta va fatta sulla base del tasso a regime, il tasso d’ingresso, più
basso, è valido soltanto per le prime rate). Di certo scegliere un mutuo non
è facile. Noi vi aiutiamo con il nostro servizio online disponibile all’indirizzo:
www.altroconsumo.it/soldi/mutui. Anche il nostro volume Mutui e finan-
ziamenti, richiedibile su www.altroconsumo.it/guidepratiche, può offrirvi
spunti interessanti di approfondimento.

Il mutuo è “pret à porter”


L’estinzione del mutuo è facile grazie alle norme presenti nel Testo unico
bancario dal 2007, che hanno eliminato le penali e le spese per l’estinzione
anticipata (sia totale che parziale) per i mutui stipulati a partire dal 2 febbraio
2007 in avanti. I contratti di mutuo stipulati prima del 2 febbraio 2007 hanno
delle penali più basse come stabilito dall’accordo tra l’Abi e le associazioni
di consumatori nel maggio 2007. L’articolo 120 quater del Tub (Testo unico
bancario) prevede che il mutuatario possa trasferire “senza costi” e “senza for-
malità” il suo contratto di mutuo presso un altro ente finanziatore. Si tratta di
una buona possibilità per tutti coloro che, decidendo di cambiare, potrebbero
accedere a condizioni economiche migliori. Infine l’articolo 40 bis del Tub
parla di estinzione automatica dell’ipoteca per un mutuo completamente ripa-
gato. Una volta pagate tutte le rate, la banca deve darne comunicazione entro
30 giorni alla Conservatoria, che entro il giorno dopo cancellerà l’ipoteca iscritta

59
Vivere meglio spendendo meno

sull’immobile. Il mutuatario dunque non deve più preoccuparsi di cancellare


l’ipoteca davanti al notaio. Non tutte le banche, però, applicano alla lettera
la legge: per tutti coloro che non riescono a fare una surroga o la fanno con
molto ritardo (più di 30 giorni lavorativi dalla richiesta dei conteggi estintivi
alla banca iniziale) è previsto un risarcimento da chiedere alla banca iniziale,
la quale si potrà rivalere sulla nuova banca se la colpa è di quest’ultima, pari
all’1% del capitale residuo del mutuo da trasferire con surroga.
Sul sito www.altroconsumo.it/modelli-lettere è a vostra disposizione un mo-
dello di lettera per la richiesta di risarcimento alla banca iniziale.
Altra possibilità è quella di rinegoziare con la banca iniziale le condizioni
del mutuo, in termini di durata, periodicità delle rate, tipo di tasso. La rine-
goziazione va fatta con semplice scrittura privata, non serve un nuovo atto
dal notaio e dunque è a costo zero. Ovviamente la banca non è obbligata a
rinegoziare le condizioni di un mutuo; rientra nelle sue politiche aziendali e
organizzative assecondare o meno le richieste del cliente. Certo attivare la leva
della concorrenza cercando offerte migliori sul mercato presso altri operatori
può agevolare anche la rinegoziazione.

Ristrutturare
C’erano una volta le detrazioni. Ideate per far emergere il sommerso, che nel
campo dell’edilizia più che in altri è assai diffuso, le detrazioni fiscali sui la-
vori di ristrutturazione hanno permesso a molti di conseguire risparmi anche
ingenti ottenendo dei benefici nel pieno rispetto della legalità.
Alla normale detrazione del 36%, se ne è aggiunta in anni recenti un’altra,
pari al 55% dell’Irpef, volta a incoraggiare quanti si apprestavano a mettere
pesantemente mano alla struttura della propria abitazione con lavori che com-
portassero, una volta terminati, un risparmio energetico. Nel 2011 la detrazione
del 36% è stata portata “a regime” ciò significa che è entrata in pianta stabile
nel panorama delle agevolazioni fiscali senza bisogno di proroghe continue.
A causa delle frequenti modifiche alla normativa vi consigliamo di consultare
sempre il nostro sito www.altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse per essere
aggiornati e non perdere le agevolazioni che vi spettano di diritto.

Le ristrutturazioni edilizie
La detrazione per le ristrutturazioni prevede una detrazione standard del 36%
della spesa per una spesa massima di 48.000 euro, da dividere in 10 anni.
Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito all’incremento temporaneo della

60
La casa

detrazione che è diventata del 50% per una spesa massima di 96.000 euro
sempre da dividere in 10 anni. Al momento in cui scriviamo questa maggiora-
zione scadrà il 31 dicembre del 2017 per ritornare al 36% dal 2018 ma a causa
delle continue modifiche alla normativa vi consigliamo di consultare sempre
il nostro sito www.altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse.
La detrazione riguarda gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria
per le parti comuni dei condomini (per esempio installazione ascensori e scale
di sicurezza, manto stradale del cortile, tinteggiatura delle pareti), mentre per
le singole unità immobiliari è detraibile soltanto la manutenzione straordinaria
(come la sostituzione di pavimenti con il rifacimento delle tubazioni, il miglio-
ramento dei servizi igienici, l’installazione di impianti d’allarme).
Attenzione a un punto: tra le opere di manutenzione straordinaria entrano
anche gli interventi per il risparmio energetico. Però non potete sommare le
detrazioni di riqualificazione energetica (di cui parliamo nel prossimo paragrafo)
con queste. Dovete fare una scelta tra i due tipi di agevolazioni, scegliendo
quella che ritenete essere più conveniente per il vostro caso individuale.
Per fruire delle detrazioni bisogna ricordarsi che la spesa massima detraibile
si intende per ogni singola unità abitativa. È indispensabile pagare sempre
con bonifico bancario o postale, anche gli acconti, indicando il codice fiscale
di chi usufruisce della detrazione e di chi effettua i lavori (il destinatario del
bonifico).
A partire dal 2011 non è più obbligatorio inviare la comunicazione di inizio
lavori al Centro operativo dell’Agenzia delle entrate di Pescara tramite racco-
mandata semplice. Se l’avete inviata comunque, dopo questa data, allegatela
alla dichiarazione dei redditi. È diventata obbligatoria, invece, l’indicazione
dei dati catastali dell’immobile oggetto di ristrutturazione nella dichiarazione
dei redditi presentata tramite modello 730 o Redditi (ex Unico).
Quando si farà il 730 o il modello Redditi basterà presentare fatture, bonifici
e dati catastali dell’immobile su cui sono stati fatti i lavori. Tutti i documenti
necessari devono essere conservati per esibirli al Fisco in caso di controllo.
La detrazione per le ristrutturazioni non segue più l’immobile. In pratica, se
avevate ristrutturato la casa e poi l’avevate venduta prima di esaurire il diritto
all’agevolazione, la detrazione, a scelta di acquirente e venditore, può rimanere
in mano al venditore. Questo significa che potete effettivamente dare un peso
nella compravendita al valore della detrazione residua. La scelta deve essere
inserita nel compromesso o nel rogito d’acquisto.

Detrazioni legate al risparmio energetico


Chi svolge in casa propria lavori di ristrutturazione che comportano un ri-
sparmio energetico ha diritto alla detrazione ordinaria del 36% vista nel pa-
ragrafo precedente. Questo a partire dal primo gennaio 2018. Nel momento

61
Vivere meglio spendendo meno

in cui scriviamo, è prevista una detrazione maggiorata al 65% per questo tipo
di interventi, con ingenti limiti massimi di spesa detraibile che cambiano in
funzione del tipo di lavoro effettuato.
Per gli interventi della medesima natura relativi a parti comuni condominiali
o che interessano tutte le unità immobiliari del condominio, la detrazione vi-
gente del 65% è prorogata per cinque anni, fino al 31 dicembre 2021. Se poi le
spese sostenute per gli interventi eseguiti dall’1/1/17 al 31/12/21, interessano
l’involucro dell’edificio (cappotto) con un’incidenza superiore al 25% della
superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, la detrazione del 65% è
elevata al 70%. Se invece gli interventi sono finalizzati a migliorare la presta-
zione energetica invernale o estiva del condominio, le spese relative sono
detraibili al 75%. In questo caso la spesa massima detraibile è di 40.000 euro
moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
A causa delle continue modifiche alla normativa vi consigliamo di consultare
sempre il nostro sito www.altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse.
La detrazione per il risparmio energetico riguarda diversi tipi di lavori.

• Interventi di riqualificazione energetica: non esiste un elenco degli inter-


venti agevolabili, basta che sia rispettato il limite di prestazione energetica
richiesto. La detrazione massima è di 100.000 euro.
• Interventi sugli involucri degli edifici: strutture opache orizzontali (coperture,
pavimenti), verticali (pareti generalmente esterne), finestre comprensive di
infissi, delimitanti il volume riscaldato, che rispettano i requisiti di disper-
sione di calore richiesti dalla legge in relazione alle singole zone climatiche.
La detrazione massima è di 60.000 euro.
• Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi
domestici o industriali. La detrazione massima è di 60.000 euro.
• Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti
dotati di caldaie a condensazione oppure con pompe di calore ad alta
efficienza o impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse
combustibili (pellet). Non godono dell’agevolazione le installazioni di sistemi
di climatizzazione invernale in edifici che ne erano sprovvisti. La detrazione
massima è di 30.000 euro.
• Acquisto e posa in opera di schermature solari poste a protezione di una
superficie vetrata non liberamente smontabili. Sono escluse le pareti esposte
a nord. La detrazione massima è di 60.000 euro.
• Acquisto e installazione di dispositivi multimediali per il controllo a distanza
degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione
delle unità abitative, che garantiscano la programmazione dell’impianto da
remoto.

Le spese detraibili comprendono i costi per i lavori edili (forniture, posa in


opera dei materiali e opere murarie) e le prestazioni professionali (per la

62
La casa

realizzazione degli interventi e per le certificazioni). Le spese devono essere


pagate entro il 31 dicembre e il limite massimo di detrazione è riferito all’unità
immobiliare. Chi detiene o possiede l’immobile ha diritto alla detrazione in
base alla spesa sostenuta. La rateizzazione è spalmata su 10 anni

Documenti alla mano


Per fruire della detrazione sulle spese energetiche è necessario acquisire al-
cuni documenti.

• Asseverazione Una dichiarazione che attesti che l’intervento realizzato è


conforme ai requisiti tecnici richiesti. In caso di esecuzione di più interventi
sullo stesso edificio, la dichiarazione può essere unica e omnicomprensiva.
L’asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del direttore dei
lavori. Per la sostituzione di finestre e infissi, e nel caso di caldaie a con-
densazione con potenza inferiore a 100 kW, può bastare una certificazione
dei produttori. In caso di autocostruzione dei pannelli solari, è sufficiente
l’attestato di partecipazione a un apposito corso di formazione.

• Attestato di certificazione (o qualificazione) energetica Comprende i dati


relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio. Questo documento è
redatto al termine dell’esecuzione degli interventi, utilizzando procedure
indicate dai Comuni e dalle Regioni. Se tali procedure non sono state
deliberate può essere prodotto l’attestato di qualificazione energetica che
deve essere predisposto da un tecnico abilitato secondo lo schema previsto
dalla legge. Questo documento non è più necessario per la sostituzione
delle finestre, l’installazione dei pannelli solari e la sostituzione di impianti
di climatizzazione invernale.

• Scheda informativa degli interventi realizzati Deve contenere i dati iden-


tificativi del soggetto che ha sostenuto le spese, i dati dell’edificio su cui
i lavori sono stati eseguiti, il tipo di intervento eseguito e il risparmio di
energia che ne consegue e il relativo costo specificando la parte relativa
alle spese professionali.

Questi tre documenti devono essere redatti da un tecnico abilitato iscritto


all’ordine o collegio professionale (ingegneri, architetti, geometri, periti indu-
striali, dottori agronomi, dottori forestali e periti agrari).
Entro 90 giorni dalla fine dei lavori occorre trasmettere telematicamente all’E-
nea, tramite il sito www.acs.enea.it ottenendo la ricevuta informatica, la co-
pia dell’attestato di certificazione o di qualificazione energetica e la scheda
informativa relativa agli interventi realizzati. La data di fine lavori, dalla quale

63
Vivere meglio spendendo meno

decorre il termine per l’invio della documentazione all’Enea, coincide con


il giorno del collaudo che, se non è richiesto per la tipologia di intervento
effettuato, può esser sostituito da idonea documentazione emessa da chi ha
eseguito i lavori o dal tecnico che compila la scheda informativa. Non sono
valide le autocertificazioni del contribuente.
Se i lavori sono particolarmente complessi e non sono adeguatamente descritti
dagli schemi che si trovano sul sito dell’Enea, è possibile inviare la documen-
tazione, sempre entro 90 giorni dal termine dei lavori, tramite raccomandata
semplice a questo indirizzo: Enea – Dipartimento ambiente, cambiamenti
globali e sviluppo sostenibile, Via Anguillarese 301 – 00123 Santa Maria di
Galeria (Roma) – Detrazioni fiscali – riqualificazione energetica.

Viva il fai da te: imbiancare a regola d’arte


Chi l’ha detto che per tutti i lavori è necessario rivolgersi a un’impresa o a un
artigiano? Si può conseguire un notevole risparmio occupandosi in prima per-
sona di alcuni lavori più semplici (per istruzioni illustrate, richiedete le guide
Fai da te – Livello base e Fai da te – Livello avanzato su www.altroconsumo.it/
guidepratiche), come dell’imbiancatura di pareti e soffitti.
Le operazioni di preparazione sono fondamentali per ottenere buoni risultati
di pittura: pareti e soffitti vanno preparati per essere in grado di ricevere al
meglio la vernice. In particolare le superfici da pitturare non devono presentare
tracce di umido, né essere sporche o impolverate.

• Stuccate bene buchi e crepe e lasciate asciugare; poi levigate la superficie


e rimuovete le tracce di polvere prima di cominciare a tinteggiare.
• Può essere utile passare una prima mano di pittura allungata con acqua, in
modo tale che la superficie risulti meno porosa e più facile da trattare.
• Prima di stendere la prima mano su tutta la superficie, tinteggiate le parti
che hanno bisogno di essere ripassate più volte con vernice più densa in
modo da coprire le macchie.
• Non fatevi prendere dalla fretta. Prima di stendere la seconda mano di pittura
aspettate i tempi di asciugatura suggeriti dal produttore della vernice.
• Se avete a che fare con superfici già dipinte di cui volete cambiare radical-
mente il colore, rimuovete gli strati precedenti di pittura prima di sovrapporre
tinteggiature di altra natura.
• Lavare la superficie significa togliere la polvere e sgrassarla. Potete utilizzare
un detergente e poi risciacquare oppure acqua tiepida con ammoniaca (un
bicchiere circa per secchio d’acqua); se scegliete questa seconda soluzione,
ricordatevi di mettere i guanti, perché l’ammoniaca può essere irritante per
la pelle, ed è meglio lavorare a finestre aperte. In entrambi i casi, lasciate
sempre asciugare le superfici prima di procedere con il lavoro.

64
La casa

• Il fissativo va utilizzato se la superficie si sgretola oppure lascia tracce di


polvere sulle mani.
• Sul muro da tinteggiare è presente la tappezzeria? Se non volete toglierla,
prima di pitturare fate una piccola prova: inumidite leggermente la tappez-
zeria in due o tre punti in cui il disegno è più evidente. Se nessun colore si
scioglie, potete procedere direttamente a passare la pittura. In caso contrario
dovrete applicare uno strato di fondo isolante.
• Se la carta da parati è troppo sporca e non si riesce a lavare, è meglio
toglierla, perché la pittura aderisce con difficoltà sulle superfici sporche.
Conviene eliminarla anche quando sul muro ci sono diversi strati di tap-
pezzeria.
• Non lasciate tracce. Giornali e fogli di cellophane sono i sistemi migliori
per proteggere pavimenti e infissi da gocce di vernice. Proteggete con
del nastro adesivo di carta lo zoccolo del pavimento, le prese, gli stipiti, i
cassoni ecc.
• Per evitare sbavature, dipingete i profili utilizzando il pennello e non il
rullo.
• Una volta finito il lavoro, non gettate mai la pittura avanzata in tombini o
scarichi dell’acqua: portateli ai i centri di raccolta per rifiuti speciali o chie-
dete informazioni ai gestori che si occupano della normale raccolta di rifiuti
domestici.

Bricolage a basso costo: risparmio effimero


Di fronte a un trapano che costa poco più di 10 euro è difficile resistere.
La tentazione di riempire con poca spesa la cassetta degli attrezzi è forte.
Gli attrezzi per il fai da te a prezzi da superofferta però forniscono una
qualità scarsa.
Insomma il rischio è che invece di risparmiare stiate buttando i vostri soldi
al vento.
Gli ipermercati e le grandi superfici specializzate nel fai da te propon-
gono spesso apparecchi per il bricolage (trapani, seghetti, levigatrici) a
prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato. Comprano grossi quantitativi
di questi attrezzi che, una volta esauriti, scompaiono dagli scaffali e non
si trovano più. Ma attenzione: spesso la qualità è bassa e le prestazioni
non sono adeguate.
Gli attrezzi acquistati a cifre irrisorie non sono paragonabili a quelli di marca
oltre che per la durata (si rompono nel giro di pochissimo tempo) anche per
quanto riguarda le prestazioni, le dotazioni e la facilità d’uso. Quasi sempre
la spesa modica non giustifica l’acquisto.
Non da ultimo va considerato l’impatto ambientale di questa massa di pro-
dotti che finisce in pattumiera velocemente.

65
Vivere meglio spendendo meno

Arredamento ed elettrodomestici
Una volta acquistata, risistemata o ristrutturata, la casa va anche arredata e
dotata degli elettrodomestici che servono. Anche in quest’ambito c’è modo di
fare buoni acquisti a prezzi contenuti senza dimenticare l’importanza dell’ef-
ficienza energetica degli elettrodomestici ai fini del risparmio.

Scegliere i mobili
La scelta dei mobili dipende dal gusto personale e dalle disponibilità eco-
nomiche, ma anche in questo caso, una volta individuata la composizione
che vi piace, non esitate a richiedere più di un preventivo. Alcuni mobilifici
godono infatti di accordi particolari con alcuni produttori e possono su una
stessa cucina o su una camera da letto spuntare un prezzo migliore di altri e
quindi offrire anche a voi un prezzo più conveniente.
Tenete presente anche un’altra possibilità di risparmio: spesso acquistando la
merce in esposizione di può ottenere uno sconto ulteriore sul prezzo di listino.
Prima di scegliere questa opzione, però, valutate attentamente che l’armadio
o il letto che volete comprare non presentino difetti vistosi o nascosti. In caso
ve ne siano, chiedete un’ulteriore riduzione del prezzo.
Vale anche la pena ricordare che, una volta individuato il negozio più conveniente
per l’acquisto maggiormente dispendioso del vostro arredamento, se avete altri
mobili o complementi d’arredo da acquistare, potete provare a chiedere uno
sconto al negozio dove state comprando il resto: gli state già lasciando molti
soldi, perciò per vendervi anche il resto saranno invogliati a farvi un buon prezzo.
Spesso i mobilifici, soprattutto quelli che possono disporre di molto spazio per
l’esposizione, hanno una parte dedicata alle offerte, in cui vengono venduti mobili
e complementi d’arredo di marca che, dopo lunga esposizione, sono risultati
invenduti. La loro qualità è paragonabile a quella dei mobili che fanno parte
dell’esposizione principale, ma si tratta spesso di modelli usciti sul mercato da un
po’ di tempo. I prezzi degli oggetti esposti qui sono tendenzialmente più bassi.

Consigli per gli acquisti


Il prezzo non è il solo parametro a cui prestare attenzione. Ecco qualche
consiglio per evitare guai quando acquistate i mobili.

• Quando comprate dei mobili o affidate un lavoro a un artigiano, chiedete


sempre un preventivo scritto, meglio a misura che a corpo. La presenza
di un disegno che illustri quantità e tipologia dei mobili ordinati aiuterà a
controllare che ci sia tutto quando i mobili arriveranno.

66
La casa

• Esigete un contratto scritto per acquisti di una certa importanza.


• Chiedete che sia specificato se l’Iva è compresa o esclusa.
• Fate mettere per iscritto nei dettagli i tempi di consegna concordati, i costi
del trasporto e del montaggio.
• Non pagate tutto il prezzo in anticipo. Insistete per versare solo un acconto
al momento della firma del contratto e il saldo alla consegna. In genere
viene richiesto il versamento del 30% del totale come acconto al momento
dell’ordine, insistete per non dover versare di più.
• Fatevi rilasciare sempre una ricevuta scritta delle somme anticipate.
• Chiedete di essere avvertiti nel caso sorgano problemi, ritardi o altro.
• Quando ricevete i mobili, verificate che non ci siano difetti e che tutto
sia montato bene. Non firmate alcuna dichiarazione di soddisfazione o
liberatoria prima di aver controllato che tutto sia effettivamente a posto.
• Se riscontrate difetti o difformità, comunicate immediatamente le vostre
contestazioni a voce e con raccomandata a/r. Attendete a pagare o pagate
specificando “con riserva”: sarete più garantiti in caso di problemi.
• In caso di controversie rivolgetevi alle Camere di commercio per avere in-
formazioni su eventuali accordi esistenti a livello provinciale e per denunciare
i comportamenti poco corretti di venditori o artigiani.

Elettrodomestici in offerta e banca dati dei prezzi


Nelle riviste e nei depliant pubblicitari delle grandi catene di elettronica sono
sempre presenti dei modelli di lavatrici, frigoriferi o lavastoviglie a prezzo
scontato. Comprare un elettrodomestico solo perché è venduto con lo sconto
non è detto che sia sempre una buona idea, ma a volte spulciando le offerte
dei vari negozi è in effetti possibile trovare qualche occasione.
Come sapere però se la lavatrice messa in vendita a un prezzo presentato
come interessante è davvero conveniente? E come avere idea se funzioni bene
o meno? Leggere Altroconsumo è senza dubbio un buon modo per tenere
d’occhio ciò che il mercato ha da offrire e farsi un’idea chiara della qualità
reale degli apparecchi, al di là delle dichiarazioni pubblicitarie.
Quanto ai prezzi e alla loro convenienza, visitando il sito www.altroconsumo.it/
elettrodomestici potete trovare i risultati dei nostri test sugli elettrodomestici con i
relativi prezzi e capire quanto si può risparmiare. Se il prezzo trovato sul volantino
pubblicitario per un dato prodotto è più basso di quello che trovate facendo una
ricerca sul nostro comparatore, allora la convenienza dell’offerta è reale e vale
proprio la pena di approfittarne.
Su sito si possono confrontare prezzi e modelli di smartphone, tv, lavatrici,
lavastoviglie, ferri da stiro, robot da cucina, macchine fotografiche, aspirapol-
vere, asciugatrici, forni a microonde, navigatori e altri prodotti tecnologici.
I prezzi di questi articoli sono aggiornati di continuo.

67
Vivere meglio spendendo meno

In linea generale, per scegliere dove comprare tenete presente che le insegne
specializzate hanno solitamente un vasto assortimento e prezzi uguali in tutti
i punti vendita. Gli ipermercati invece hanno assortimenti più limitati e prezzi
più alti, ma occhio alle offerte.

Lavastoviglie: guida all’acquisto


Un buon modo per risparmiare, nel senso che evita di spendere inutilmente
di più, è capire cosa vi serve davvero senza farvi abbagliare dagli slogan del-
la pubblicità o dalle promesse del negoziante. I modelli di lavastoviglie sul
mercato offrono molte funzioni, anzi decisamente troppe dal momento che
solo alcune sono veramente utili.
Tanto per cominciare diciamo che le dimensioni delle lavastoviglie sono più
o meno le stesse per tutti i modelli. La maggior parte degli apparecchi può
accogliere fino a dodici coperti, una quantità più che sufficiente per una fa-
miglia media. Alcuni modelli offrono la possibilità di essere caricati addirittura
con quattordici o quindici coperti; i nostri test comparativi hanno più volte
dimostrano che anche queste tipologie di lavastoviglie funzionano bene e
mantengono quindi le promesse dei produttori.
In molti modelli è possibile regolare in altezza il cestello superiore: è una
prerogativa utile quando si lavano stoviglie voluminose.
Tutte le lavastoviglie hanno lo scomparto per il sale e per il brillantante.
Il sale serve a rigenerare le resine dell’addolcitore che toglie il calcare,
rendendo più efficace il detersivo. Il brillantante è utile per eliminare gli
aloni residui sulla superficie di piatti e bicchieri. Preferite un modello che
avverta quando sale e brillantante stanno terminando tramite l’accensione
di una spia luminosa. In questo modo non correte il rischio di dimenticare
di ricaricare i rispettivi scomparti con il risultato di un carico di stoviglie
meno pulito.
Infine, se usate le pastiglie 3 in 1, è utile è anche la funzione che consente
di chiudere l’erogazione di sale e brillantante.
Quasi tutti i modelli dispongono della funzione per la partenza differita del
lavaggio che può essere comoda, per esempio, per evitare che più elettrodo-
mestici lavorino in contemporanea o per programmare il lavaggio nelle ore
notturne in modo da sfruttare la tariffa bioraria.

L’arte della manutenzione della lavastoviglie


Se la lavastoviglie non riceve un’adeguata manutenzione può andare incontro
a problemi e la sua durata può accorciarsi. Ecco da cosa potete riconoscere
i più frequenti.

68
La casa

• Le stoviglie non escono ben asciutte oppure risultano chiazzate (strisce,


macchie lattiginose) Controllare che il livello di brillantante sia adeguato.
Di solito la regolazione prevede da 1 a 6 livelli. Quella consigliata è 3 o 4.
L’acqua sulle stoviglie potrebbe anche essere causata dal fatto che sono
rimaste a lungo nell’apparecchio dopo la fine del lavaggio (per esempio
tutta la notte) e quindi il vapore residuo può ricondensare su piatti e bic-
chieri. Per questo, è meglio aprire leggermente lo sportello al termine del
programma.

• Le stoviglie non sono ben pulite Le stoviglie e le posate potrebbero non


essere ben pulite a causa del loro posizionamento all’interno dei cesti.
Alcuni consigli: le stoviglie e le posate non devono impedire ai mulinelli
di lavaggio di girare liberamente; le stoviglie all’interno dei cestelli non
devono sovrapporsi le une alle altre; infine i piccoli oggetti vanno sistemati
nel cestello posate. Se il posizionamento è corretto, si deve verificare il
mulinello, che potrebbe essere bloccato. Controllate anche che il filtro sia
pulito: un fenomeno frequente è il rideposito dei residui contenuti nel filtro
(se è concepito male).

• Rimane detersivo nel contenitore I fori dello spruzzatore superiore po-


trebbero essere ostruiti: se lo sono, puliteli con uno stuzzicadenti. Va con-
trollato il corretto posizionamento del filtro e se il detersivo non abbia for-
mato dei grumi. È meglio caricare il detersivo appena prima di selezionare
il programma.

Frigorifero: guida all’acquisto


Esistono diversi modelli di frigorifero. Il più classico è quello con il vano
freezer sopra e il frigo sotto, un’accoppiata utile e dalle dimensioni ridot-
te. Per orientarvi meglio nella scelta è utile procurarsi qualche informa-
zione in più su aspetti fondamentali: il freddo è stabile? Quanto impiega
a raffreddare o congelare? L’etichetta è esauriente? È facile da sbrinare?
Quanto consuma?
Cominciamo dalla temperatura. Alcuni frigoriferi non si raffreddano a suf-
ficienza quando l’ambiente che li circonda è freddo (alla temperatura di
10 °C) e diventano troppo freddi quando fuori fa caldo (38 °C). Ne risulta
un’altalena di sbalzi che nuoce sicuramente alla maggior parte degli alimenti,
che per essere conservati bene devono mantenere una media di 3 °C (non
devono andare sotto lo zero o superare i 7/8 °C).
Quanto a raffreddare o congelare il cibo, entrambe le operazioni vanno fatte
nel minor tempo possibile perché una temperatura che si abbassa molto len-
tamente favorisce il proliferare di microrganismi e più in generale la degra-

69
Vivere meglio spendendo meno

dazione del cibo. Nei test di Altroconsumo verifichiamo spesso che non tutti
i modelli se la cavano bene nel congelamento.
Controllate l’etichetta. Tutti i frigoriferi in vendita sul mercato devono avere
l’etichetta energetica, che riporta diverse informazioni: il consumo energetico
annuo (espresso il kWh), la classe di efficienza (quanta energia consuma a
parità di risultati, rispetto agli apparecchi della sua stessa categoria), il volume
interno dei due scomparti, il numero di stelle che indica la potenza del freezer
e il livello del rumore. Come vedremo nel capitolo 5, dedicato al risparmio
energetico, il frigorifero è uno degli elettrodomestici che consumano di più,
quindi occorre fare attenzione a questo aspetto.
Aprire e chiudere il frigorifero, controllare gli indicatori, posizionare gli
alimenti, pulirlo: queste operazioni devono essere agevoli e semplici. Prima
di acquistarne uno nuovo, accertatevi che sia facile da usare e che le opera-
zioni quotidiane non presentino difficoltà. Fate qualche prova nel negozio.
Controllate inoltre bene le misure: se volete posizionare il frigo lateralmente
al muro, tenete presente che ogni modello deve avere una distanza minima
necessaria dal lato di apertura della porta che è segnalata nelle istruzioni.
Scegliete un prodotto dotato di un sistema sbrinante automatico per il
freezer. Toglie l’onere della pulizia del ghiaccio e riduce i consumi.
Occhio al prezzo: acquistare un frigorifero significa spendere una cifra
importante. È fondamentale, quindi, scegliere un prodotto che risponda a
corretti requisiti di qualità e che gravi il meno possibile sulla bolletta elettrica.
Non bisogna dimenticarsi, inoltre, che i prezzi oscillano in modo significa-
tivo: acquistare lo stesso modello di frigorifero in un ipermercato o in un
negozio tradizionale di elettrodomestici può comportare una spesa diversa.
Attenzione anche ad altre spese, non sempre considerate, come il ritiro del
vostro usato o il trasporto del nuovo elettrodomestico, che potrebbero inci-
dere notevolmente sul costo finale. Se il frigorifero non entra in ascensore,
consegnarvelo a casa al terzo piano può avere un costo non indifferente.

I combinati: serve molto spazio


Di solito sono alti circa due metri, larghi e profondi circa 60-70 cm.
Inoltre quando pensate a dove metterlo in cucina, tenete presente che
l’elettrodomestico deve essere collocato a una certa distanza dagli altri
apparecchi o dai mobili (almeno 1 cm ai lati e una decina di cm dal mu-
ro e dal soffitto) per consentire una corretta ventilazione. Insomma non
tutte le cucine possono ospitare un frigorifero combinato, più grande di
un modello normale, anche perché dotato di un comparto freezer assai
più capiente. Se avete optato proprio per un modello come questo, che
è anche più caro e più vorace in termini di consumi energetici, ecco a
cosa dovreste fare attenzione.

70
La casa

• La capienza Per una persona è sufficiente un volume pari a 100-150 litri; per
2-4 persone dai 220 ai 280 litri. Non fidatevi del volume del frigo dichiarato
in etichetta, perché i produttori a volte esagerano.

• Quanto consuma? In etichetta trovate oltre alla classe anche il kWh, utile
soprattutto se volete fare un confronto tra diverse categorie (combinati
e classici).

• Fa molto rumore? Leggete i decibel in etichetta. Come pietra di paragone:


una conversazione normale è intorno ai 50 dB, un bisbiglio 40 dB.

• Uno o due motori, uno o due termostati? I modelli con due compressori
sono pochi per via del fatto che consumano leggermente di più dei modelli
con un solo compressore. Con due termostati si possono regolare separa-
tamente frigo e freezer in funzione del contenuto e delle stagioni.

• Ha spie luminose? Meglio orientarsi su modelli dotati di spie luminose e


acustiche che segnalano la mancanza di corrente e sistemi elettronici che
indicano la non corretta chiusura di una porta.

Polizze casa
Proteggere la propria casa con i beni che vi sono dentro, è un istinto naturale.
Pagare un premio a una compagnia di assicurazioni può essere considerata
una spesa superflua, ma in caso di furto, incendio, allagamento e altre cala-
mità, la copertura assicurativa potrebbe costituire una soluzione intelligente.
Certo, l’esperienza di Altroconsumo, che da decenni passa in rassegna polizze
assicurative di ogni genere, insegna che le compagnie sono molto abili nel
redigere i contratti riempiendoli di esclusioni, cioè clausole che escludono la
copertura in particolari casi. Quasi sempre si tratta delle situazioni più frequenti:
la casa si allaga perché avete dimenticato il rubinetto aperto, il ladro entra
dalla finestra lasciata socchiusa e così via. Vediamo che cosa possono coprire
le polizze casa e a cosa fare attenzione al momento della stipula.

Furto
Le assicurazioni lo risarciscono solo se il ladro è entrato in casa violando porte
o finestre con rottura o scasso, uso di grimaldelli o piedi di porco, se il malvi-
vente entra in casa dalla finestra arrampicandosi o usando funi o altri arnesi.

71
Vivere meglio spendendo meno

Le polizze poi coprono anche il caso in cui il ladro entri in casa usando chiavi
rubate o smarrite in precedenza a patto che non siano passati troppi giorni
dalla denuncia (dai 3 agli 8, a seconda della compagnia). Praticamente tutte le
polizze fanno però un’eccezione alla regola: il furto è coperto quando, anche
con porte e finestre aperte, il ladro entra mentre c’è qualcuno in casa. In questo
caso viene però applicato uno scoperto, che in genere si attesta intorno al 20%.
Quindi se il ladro entra in casa quando ci siete anche voi, magari passando da
una finestra lasciata aperta per combattere l’afa estiva, e ruba oggetti per un
valore complessivo di 5.000 euro, la compagnia ve ne risarcirà soltanto 4.000,
mentre il 20%, cioè in questo esempio 1.000 euro, restano scoperti.
La polizza furto ripaga anche le serrature o i vetri rotti, gli infissi scardinati, le
ante dell’armadio divelte, insomma tutti i danni provocati dal ladro per rubare.
Alcune compagnie però stabiliscono nel contratto un massimale specifico per
il risarcimento di questi danni che a volte è molto basso (in alcuni casi non
supera i 1.000-1.500 euro). Molto bassa è anche la somma massima prevista a
risarcimento degli atti vandalici eventualmente compiuti dai ladri.

Tipi di assicurazione
• Assicurazione a valore intero Indennizza una somma che corrisponde al
valore reale e integrale delle cose assicurate. Se la stima dei beni è in difetto (il
valore reale supera quello stimato), la compagnia paga il danno solo parzial-
mente. Esempio: se i beni valgono realmente 100.000 euro, ma sono assicurati
come se valessero la metà (50.000 euro), in caso di danni per 30.000 euro la
compagnia è tenuta a risarcirne sono la metà (15.000 euro).

• Assicurazione a primo rischio assoluto Alla stipula della polizza l’assicurato


decide una somma massima indennizzabile, non correlata al valore effettivo dei
beni. La compagnia è obbligata a risarcire il danno fino al massimo della somma
assicurata, anche se il valore effettivo risultasse maggiore della somma assicura-
ta. Esempio: siamo assicurati per 100.000 euro e il danno è stimato dalla com-
pagnia in 150.000 euro. L’indennizzo sarà comunque di 100.000 euro.

• Polizza a valore d’uso L’indennizzo è pari al valore che la cosa assicurata ha


al momento del danno, tenuto conto del deprezzamento legato all’uso.

• Polizza a valore nuovo L’indennizzo è pari al valore totale (di ricostruzione


per il fabbricato, di riacquisto per il contenuto), senza alcun deprezzamento.

72
La casa

Incendio
Le polizze incendio non coprono solo i danni provocati dalle fiamme, ma
anche quelli dovuti a fulmini, tempeste, esplosioni, fumi, gas e vapori, eventi
atmosferici come neve, grandine o gelo. Si possono assicurare solamente il
fabbricato e le sue pertinenze (per esempio il box) oppure anche il contenuto.
In questo caso bisogna scegliere due massimali: uno per i locali, l’altro per i
beni che contengono.
I danni da fenomeno elettrico, come quelli provocati da fulmini, scariche o
cali di tensione, generalmente sono compresi nella copertura base, ma alcune
compagnie chiedono il pagamento di un sovrapremio. Dagli eventi atmosferici
sono esclusi tutti i danni provocati da fenomeni naturali veramente straordi-
nari come l’esondazione di fiumi e laghi, le frane, le mareggiate, le valanghe,
i terremoti (anche se ora alcune polizze hanno cominciato a prevedere una
seppur minima copertura per determinati casi). Sono esclusi anche i danni ai
beni lasciati all’aperto.
Sono invece coperti i danni provocati da vento, pioggia, bufere, tempeste,
neve o grandine. Quasi tutte le polizze coprono i danni fino al massimale
generale deciso alla firma del contratto, ma qualcuna prevede dei sottomas-
simali specifici. Molte compagnie fissano poi una franchigia compresa tra
100 e 500 euro.

Acqua
I danni provocati dall’acqua sono tra i più frequenti tra quelli che possono
accadere e si dividono in due categorie: i danni causati alla nostra proprietà
e i danni che possiamo causare a terzi. Questi ultimi sono contemplati nella
sezione responsabilità civile della polizza in cui di solito sono coperti i danni
da conduzione (per esempio i danni causati da un rubinetto guasto) e dalla
proprietà (se si rompe un tubo e la perdita d’acqua causa dei danni al vicino
di casa).
Fate attenzione alle esclusioni, infatti di solito sono escluse l’usura e la catti-
va manutenzione: una facile arma in mano alle compagnie se la casa non è
nuova, quindi tenetene conto per valutare se vi conviene stipulare una polizza
del genere. Sempre esclusi sono poi i danni provocati da umidità, stillicidio
o insalubrità dei locali per esempio (macchie dovute all’umidità).
Ma cosa coprono allora? I danni provocati dalla rottura di pluviali, grondaie,
impianti idrici, di riscaldamento o condizionamento ed elettrodomestici (lava-
trici e lavastoviglie). Molte polizze prevedono normalmente un limite specifico
per i danni da acqua diverso rispetto al massimale generale. Spesso per porre
rimedio a questi danni è necessario provocare altri danni: per cercare il gua-
sto bisogna per esempio spaccare pavimenti o pareti. Sono i cosiddetti danni

73
Vivere meglio spendendo meno

indiretti: la copertura delle spese di ricerca del guasto e di ripristino – spesso


possono risultare onerose – è talvolta oggetto di una clausola che va apposi-
tamente sottoscritta, facendone espressa richiesta alla compagnia.
Altri danni indiretti – contemplati nella polizza casa e non solo per i danni
da acqua – non si limitano alla spaccatura del muro fatta per riparare il gua-
sto. Rientrano in questa dicitura cose come la perdita del canone d’affitto nel
periodo di inagibilità dei locali, gli oneri di urbanizzazione (allacciamenti alla
rete idrica, elettrica, telefonica) quando si ricostruisce un fabbricato distrutto,
la parcella del perito chiamato per la valutazione del danno o per la ricostru-
zione, le spese per l’affitto o la camera d’albergo nel periodo in cui non si
può vivere nella propria casa inagibile, i costi sostenuti per rifare eventuali
documenti andati distrutti, il trasloco dei beni non danneggiati in un deposito
temporaneo. Non tutte le polizze coprono a dovere queste spese, che invece
vanno tenute nella giusta considerazione.

Come assicurarsi?
La formula a primo rischio assoluto (vedi riquadro “Tipi di assicurazione”, a
pagina 72) è più costosa ma più sicura, perché prescinde dal valore reale dei
beni assicurati. Le polizze a valore intero, invece, danno la certezza di essere
risarciti adeguatamente solo se la stima del valore è precisa: prima di firmare
il contratto, è quindi meglio rivolgersi a un perito, tenendo però presente
che il costo della sua prestazione (tra i 100 e i 250 euro) è completamente a
carico vostro. Per gli oggetti preziosi è meglio stipulare una polizza aggiuntiva,
cosiddetta “di ramo”.
Se l’appartamento è in un condominio meglio avere sottomano la polizza
condominiale in modo da evitare doppie coperture; l’amministratore è tenuto
a fornire su richiesta di un condomino una copia dell’assicurazione comune.
Fondamentale infine è seguire scrupolosamente le istruzioni al momento in
cui si verifica il furto o il danno da fuoco, acqua o evento atmosferico. Alcune
compagnie prevedono la denuncia solo alla propria agenzia, altre la richiedono
in doppia copia anche alla sede centrale.
Importantissimo poi è avere più documentazione possibile utile a stimare i
danni: fotografie, fatture, scontrini. La denuncia di furto alla polizia ha valore
di prova per l’assicurazione, quindi al momento della denuncia bisogna ri-
cordare di essere molto precisi.

74
Il risparmio
5
energetico

Nonostante il consumo di energia in Europa e in Italia sia in calo e crescano


le fonti rinnovabili, i combustibili fossili la fanno ancora da padrone: secondo
l’Agenzia europea per l’ambiente, il 77% del fabbisogno energetico del citta-
dino europeo medio è coperto dal petrolio.
La produzione e il consumo di energia esercita forti pressioni sull’ambiente:
emissioni di gas a effetto serra, sfruttamento del suolo, produzione di rifiuti.
Già, non è solo di risparmio economico che si tratta: quando pensiamo a un
modo per consumare meno dobbiamo farlo tenendo presente che così facen-
do diminuiamo il nostro impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici.
Quanti soldi spendiamo ogni anno per le bollette di casa? Riscaldamento,
acqua calda, elettrodomestici, luci, aria condizionata ci rendono la vita più
comoda e più facile. Ma non è forse vero che diamo tutto talmente per scon-
tato da non domandarci mai se e come potremmo ottimizzare l’uso di questi
utilissimi dispositivi?
Per il bene del nostro portafogli e dell’ambiente è fondamentale prevenire
tutti gli sprechi. Ciò si traduce in piccoli accorgimenti quotidiani: evitare di
aprire il frigorifero cento volte al giorno, non lasciare inutilmente in stand-by
gli elettrodomestici quando non li usiamo, fare il bucato a pieno carico e a
basse temperature, usare lampadine ad alta efficienza energetica. Sono molti
gli accorgimenti che possiamo far diventare prassi quotidiana e che non ci
richiedono sforzi o sacrifici particolari. Solo di fare nostre nuove abitudini.
Il conto in banca e le risorse del pianeta ringraziano.
Vivere meglio spendendo meno

Elettrodomestici
Al momento di sostituire un vecchio elettrodomestico, è importante che il
nuovo sia scelto tenendo d’occhio non solo il prezzo, ma anche i consumi.
Dovrebbe venirci in aiuto nella scelta l’etichetta energetica, che classifica gli
apparecchi in varie classi, a seconda della loro efficienza. Il criterio è semplice:
più si sale di categoria, minori sono i consumi elettrici a parità di prestazioni.
Al top troviamo la classe A, ma per lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi esistono
in commercio modelli con etichetta A+, A++ e A+++.

L’importanza delle etichette


In linea generale l’etichetta è senz’altro un buon sistema per informare i con-
sumatori ed educarli ad acquistare prodotti efficienti e rispettosi dell’ambiente.
è presente su diversi tipi di apparecchi elettrici, come lavastoviglie, lavatrici,
asciugatrici, climatizzatori, tv, frigoriferi, lampade.
Lo scopo è di informare gli utenti su quanto consumano gli elettrodomestici
(anche se non sempre le informazioni fornite sono del tutto aderenti alle reali
abitudini dei consumatori) e su altre informazioni essenziali come durata del
lavaggio (per lavatrici e lavastoviglie), rumore, capacità di carico ecc.

Forno
Assorbe meno del 5% dei consumi domestici di elettricità, merito anche di una
riduzione dei consumi che ha caratterizzato questi apparecchi in anni recenti,
anche grazie all’etichetta energetica, obbligatoria però soltanto per i modelli
“grandi”, non per fornetti e microonde. Quando i consumi di un apparecchio
vengono in qualche modo evidenziati, i modelli più spreconi sono quelli che
hanno vita più difficile. Un modello di Classe A consuma circa la metà rispetto
a uno di Classe C, quindi è ovvio che la scelta dei consumatori si orienti sul
modello che fa risparmiare energia. Rispetto ai forni tradizionali sono da pre-
ferire quelli ventilati, che riducono i tempi, e quindi anche i consumi elettrici.
I microonde sono disponibili in tre tipologie: tradizionale, con grill, combinato
(tradizionale e ventilato). La scelta di uno o dell’altro è legata anche ai piatti
che si intende cucinare. In linea di massima i modelli combinati sono quelli
che consumano di più (in ogni caso molto meno di un normale forno elettrico).
Ovviamente anche l’uso del grill fa lievitare la bolletta elettrica.
Consigli per un uso efficiente Spegnete il forno elettrico qualche minuto prima
di terminare la cottura dei cibi: il calore interno non diminuisce subito e quindi
la cottura prosegue, mentre risparmiate elettricità. Non usate il grill se non è
proprio necessario. Il suo utilizzo raddoppia il consumo di elettricità del forno.

76
Il risparmio energetico

Ma quanto consuma?
Volete sapere quanto consumano i vostri elettrodomestici annualmente? Il cal-
colo è semplice. Quello che dovete fare è prendere in considerazione 3 fattori:

• la potenza in watt dell’apparecchio in questione;


• il tempo di utilizzo (in multipli e frazioni di ora);
• i giorni di utilizzo.

Per avere il dato che state cercando, applicate la seguente formula:

(numero di ore) x (numero di giorni) x (potenza/1.000) = numero di kWh

La potenza deve essere divisa per 1.000 per poter trovare il consumo in kWh.
Per tradurre il consumo in moneta sonante moltiplicate il numero di kWh consu-
mati per il prezzo a kWh che compare sulla bolletta.
Un esempio? Poniamo il caso di una macchina per il caffè espresso con una
potenza di 1.260 W usata per 20 minuti al giorno (0,33 ore) a 0,16 euro/kwh.
Il calcolo sarà:

0,33 x 365 x 1,26 x 0,16 = 24 euro circa all’anno

Lavatrice
È responsabile in media di circa l’8% dei consumi elettrici di casa. Rispetto
a una ventina di anni fa i produttori hanno compiuto notevoli progressi per
ridurre in maniera significativa i consumi elettrici e, in misura minore, di
acqua di questi apparecchi. Ma negli ultimi anni ci sono stati ben pochi ulte-
riori progressi. I miglioramenti fanno leva sostanzialmente su due fattori: la
diminuzione della quantità di acqua necessaria per il lavaggio e la capacità
di ottenere gli stessi risultati di pulito a temperature più basse (ma in questo
gioca un ruolo determinante anche il detersivo).
Ipotizzando un lavaggio di 5 kg di biancheria in cotone effettuato a 60 °C,
il confronto tra una lavatrice di circa 10 anni di età e un modello recente di
Classe A evidenzia un risparmio attorno al 35% dell’energia elettrica e circa il
50% per quanto riguarda la quantità di acqua e di detersivo necessari per il
lavaggio. Ipotizzando di fare 200 bucati all’anno, in dieci anni i risparmi che
vi permette un modello di Classe A sono notevoli.

77
Vivere meglio spendendo meno

Scegliendo un modello in classe A+, A++ o A+++, cioè le più efficienti, è


possibile conseguire risparmi ulteriori.
Consigli per un uso efficiente Selezionate la temperatura corretta. Salvo sporco
davvero eccezionale, la temperatura ideale è 40 °C: si risparmia e i risultati
sono gli stessi che otterreste a temperature più elevate. Fate lavaggi solo a
pieno carico. I programmi “a mezzo carico” o “economici” fanno risparmiare
qualcosa, ma non dimezzano certo i consumi. La manutenzione è fonda-
mentale: ricordatevi di pulire regolarmente il filtro. Solo se l’acqua di casa è
particolarmente dura (superiore ai 30 °F, potete chiedere all’acquedotto), vi
conviene utilizzare prodotti anticalcare.

Asciugatrice
Il tallone d’Achille di questi elettrodomestici è il consumo energetico molto
più elevato, per esempio, di quello della lavatrice. Per asciugare un chilo di
bucato le asciugatrici impiegano la stessa quantità di energia che serve alla
lavatrice per lavare 2-3 chili di biancheria a 60 °C. Il consumo può variare un
po’ a seconda del peso della biancheria e del tipo di tessuto. Inoltre in alcuni
casi il bucato esce molto più spiegazzato di come risulta quando lo mettiamo
ad asciugare, posizionandolo bene, sullo stendibiancheria: quindi più lavoro,
ed energia, serviranno in seguito in fase di stiratura.
Visto che l’Italia ha un clima mite, la corda appesa fuori o lo stendino restano i
sistemi più economici ed ecologici per asciugare i panni, e non costano nulla.
Se proprio non volete rinunciare a un apparecchio che asciughi il bucato, al-
meno sceglietene uno di classe energetica A+++ che potrebbe costare di più,
ma fa risparmiare molto sui consumi. E optate per un modello a pompa di
calore piuttosto che per uno tradizionale. L’asciugatrice tradizionale aspira l’aria
dall’esterno, la riscalda con una resistenza elettrica e attraverso una ventola la
convoglia all’interno del cestello, per togliere l’umidità al bucato. Il vapore che
ne deriva viene raffreddato, condensa e si trasforma in acqua, che finisce in un
raccoglitore o viene scaricata all’esterno attraverso un tubo. Le asciugatrici con
pompa di calore non hanno la resistenza elettrica. Utilizzano una pompa che
permette di consumare meno energia, perché utilizza un ciclo termico simile a
quello di un condizionatore, più efficiente. Alla fine del ciclo bisogna svuotare
la vaschetta che raccoglie l’acqua di condensa dei panni bagnati. Per evitare di
fare questa operazione si può collegare un tubo che scarica direttamente l’acqua.
Consigli per un uso efficiente Un buon ciclo di centrifuga con la lavatrice
facilita il lavoro dell’asciugatrice perché riduce l’umidità da eliminare. Utilizzate
l’asciugatrice solo a pieno carico. Pulite filtro e vaschetta a ogni asciugatura
per mantenerne l’efficienza. Nella scelta tenete conto della capacità (dai 6 agli
8 chili) che deve essere simile a quella della lavatrice. Infatti, i due apparecchi
dovrebbero essere complementari: si toglie il bucato da uno e si infila nell’altro.

78
Il risparmio energetico

Le dimensioni dell’asciugatrice devono essere simili a quelle della lavatrice.


È inutile procurarsi un modello supercapiente se poi si rischia di farlo fun-
zionare ogni volta mezzo vuoto. Se pensate di stirare il bucato appena esce
dall’asciugatrice scegliete il programma apposito: lascia i panni umidi quel
tanto che basta a facilitare la stiratura e consuma meno.
Attenzione alla funzione antipiega: se non potete tirar fuori il bucato dall’a-
sciugatrice appena terminato il ciclo, il cestello si muove a intervalli regolari e
c’è un’emissione di aria che contribuisce a evitare che i panni si adagino sul
fondo uno sull’altro, stropicciandosi. Questa funzione si attiva automaticamen-
te se lo sportello non viene aperto. Alcuni modelli vanno avanti finché non
fermate l’asciugatrice, mentre altri consentono di impostare la durata di questa
funzione. Tenetene conto, perché tutta l’operazione consuma energia. Infine,
se potete programmare l’inizio del ciclo e avete una tariffa elettrica che risulta
più conveniente nelle ore serali e notturne, fatela andare in queste ore. Prima
però assicuratevi che il vostro modello non sia molto rumoroso: è uno dei difetti
che si riscontrano più spesso nei test di Altroconsumo su questi apparecchi.
Quanto alle lavasciuga, l’unico vantaggio rispetto ad avere due modelli se-
parati è il minore ingombro. Ma per quel che riguarda i consumi valgono le
considerazioni fatte per le asciugatrici.

Lavastoviglie
Consuma parecchio, dal momento che assorbe circa il 14% dei consumi
elettrici di casa. Rottamando la vostra vecchia lavastoviglie e sostituendola
con una nuova a elevata efficienza, risparmierete energia e soldi.
Con il programma “Eco” i consumi di elettricità sono calati anche oltre il 20%
negli ultimi anni, ma questo programma allunga di molto i tempi del lavaggio
per consentire di tenere bassa la temperatura dell’acqua: anche più di due
ore sono la norma. Conviene allora tornare a lavare piatti e stoviglie a mano?
Questa non è la soluzione per farvi risparmiare: i modelli in commercio con-
sumano il 40-50% in meno di energia rispetto a un boiler elettrico e fanno
risparmiare fino a 50-70% di acqua rispetto al lavaggio a mano.
Consigli per un uso efficiente Usate il programma “intensivo” solo se piatti e
stoviglie sono particolarmente sporchi: se possibile evitatelo del tutto. Rimuovete
i residui di cibo più grossi con una spugna o un panno umido per evitare
che si attacchino ai piatti, rendendo poi la pulizia più difficile. Meglio ancora
usare una spazzola che vi aiuti in questo “prelavaggio”. Rispettate le dosi di
detersivo raccomandate, senza eccedere. Utilizzate la lavastoviglie solo a pieno
carico, dato che il consumo di acqua e detersivo è lo stesso sia se riempite la
macchina sia se ci mettete solo qualche piatto e una padella. Abbiate cura di
effettuare una regolare manutenzione, pulendo il filtro e usando il sale per
prevenire la formazione di calcare.

79
Vivere meglio spendendo meno

Frigo e freezer
È l’elettrodomestico che consuma più di tutti, anche perché è perennemente
acceso. È infatti responsabile di circa il 20% dei consumi domestici di elet-
tricità. I test svolti da Altroconsumo testimoniano i passi avanti compiuti sul
fronte dell’efficienza energetica: negli ultimi anni i consumi elettrici dei nuovi
frigoriferi sono diminuiti in media di circa il 15%. Le vendite degli apparecchi
più efficienti dal punto di vista energetico sono molto cresciute in questi anni
e la categoria energetica più bassa dei modelli attualmente in vendita è A+.
In linea di massima, un frigorifero-freezer di Classe A+ consuma la metà di
energia elettrica rispetto a un tradizionale apparecchio di Classe C (che restano
ancora diffusi nelle case degli italiani). Considerando circa dieci anni di vita, il
risparmio complessivo fornito da un frigorifero di Classe A è notevole. I modelli
A+ garantiscono un’efficienza ancora superiore di almeno il 25%, mentre quelli
di Classe A++ si spingono oltre il 60%. Scegliendo il top dell’efficienza, rispetto
a un vecchio apparecchio rimane in tasca qualche soldo.
L’etichetta dà un’indicazione di massima, ma si basa sull’ipotesi che l’appa-
recchio si trovi in una stanza con una temperatura costante di 25 °C, mentre
di fatto si verificano cambiamenti a seconda della stagione e delle ore della
giornata. Allo stesso modo, la legge non tiene conto delle variazioni della
temperatura interna quando si mettono o si tolgono i cibi. Le prove dei test
svolti da Altroconsumo evidenziano invece che può succedere in rari casi che
un modello classificato come A consumi meno di uno di Classe A+.
Consigli per un uso efficiente Tenete l’apparecchio nella parte più fredda della
cucina, lontano da fonti di calore (forno, cucina a gas, termosifoni, finestre).
Lasciate almeno 10 cm di spazio tra la parte posteriore del frigorifero e il muro
e, nel caso di apparecchio a incasso, assicuratevi che vi sia abbastanza spazio
per un’adeguata ventilazione. Regolate il termostato a seconda della stagione,
seguendo le istruzioni del produttore. Non abbassate troppo la temperatura,
perché non giova quasi per nulla alla conservazione dei cibi freschi, mentre
produce un aumento dei consumi di circa il 10-15%. Disponete correttamen-
te il cibo all’interno e non mettete mai nel frigo cibi caldi. Quando inserite
o prendete alimenti lasciate aperta la porta per il minor tempo possibile.
Soprattutto vicino alle pareti interne, lasciate sempre un po’ di spazio per la
circolazione dell’aria.
Non sovraccaricate frigo e freezer (specialmente se non c’è il sistema no frost,
che impedisce la formazione di ghiaccio alle pareti).
Effettuate regolarmente la manutenzione. Controllate lo stato delle guarnizioni
della porta e, dopo aver tolto la presa elettrica, pulite da polvere e incrostazioni
la serpentina nella parte posteriore del frigorifero: è bene farlo ogni 3-4 mesi.
Sbrinate l’apparecchio quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm di spessore.
Ricordate che un cattivo utilizzo del frigo può aumentare del 20% la spesa
elettrica annua.

80
Il risparmio energetico

TV, decoder, registratori & Co.


C’era una volta il televisore. Poi nelle nostre case sono arrivati anche il video-
registratore (ormai in via di estinzione), il computer, il lettore dvd, il decoder
e via di questo passo. Se il consumo di energia dei singoli apparecchi è dimi-
nuito nel corso degli anni, l’aumento del loro numero ha comunque causato
un incremento delle spese della bolletta elettrica. Si calcola che tutti questi
apparecchi siano infatti responsabili di circa il 13% dei consumi elettrici di casa.
C’è inoltre da segnalare che i consumi energetici crescono anche a causa della
sempre maggiore diffusione dei televisori a schermo grande: la loro migliore
efficienza viene vanificata dai maggiori consumi richiesti dagli schermi.
Tutti questi apparecchi continuano a consumare energia anche quando sono in
letargo, cioè spenti ma collegati alla presa di corrente: è il cosiddetto stand-by.
Rispetto ad alcuni anni fa oggi anche i consumi in stand-by sono diminuiti, ma
non per tutti gli apparecchi. Se poi teniamo conto di tutti gli elettrodomestici
che restano in stand-by, è facile intuire come il consumo (e la relativa spesa)
annuale non sia poi così irrisorio. Esiste ormai un’etichetta specifica per i
televisori che fornisce un’indicazione del consumo annuo e dello stand-by.
Consigli per un uso efficiente Collegate tv, lettore dvd, decoder e tutti gli altri
apparecchi di questo tipo che si trovano vicini tra loro, incluso eventualmente
l’impianto stereo, a una ciabatta con interruttore. Quando non utilizzate gli
apparecchi evitate lo stand-by spegnendoli tutti in un colpo solo dall’inter-
ruttore della ciabatta.

Caccia alle spie rosse


Per la Commissione Europea lo spreco dovuto alle lucine dello stand-by costa
7 miliardi di euro l’anno all’Europa, e copre circa il 10% dei consumi energetici.
Questo è un aspetto a cui i produttori hanno dimostrato di cominciare a inte-
ressarsi negli ultimi anni, e in effetti nei test di Altroconsumo su tv, stereo e pc
si notano alcuni modelli che cominciano finalmente a consumare un po’ meno
quando giacciono inutilizzati.
Quindi tutto a posto? No, perché un apparecchio che consuma, per esempio,
costantemente 1 watt 24 ore al giorno per 365 giorni, consuma in totale circa
9 kWh per una spesa intorno all’euro e mezzo. Sembrerebbe irrisorio, ma se
teniamo conto di tutti gli apparecchi che rimangono in stand-by, le cifre diven-
tano significative, sia (soprattutto) in termini di energia sprecata che in termini
di spesa totale.

81
Vivere meglio spendendo meno

Occhio al caricabatterie
Li usiamo per i cellulari e per tutti gli altri apparecchi che funzionano con batterie
ricaricabili. E ovviamente per ridare energia a semplici pile stilo e mini stilo ricaricabili,
scelta economica ed ecologica, perché hanno un ciclo di vita lunghissimo e quindi
diminuiscono di molto la quantità di rifiuti prodotti. Ma alzi la mano chi di voi non
ha mai lasciato il caricatore inserito nella presa di corrente anche dopo, a volte molto
dopo, che la carica del dispositivo in questione era terminata. Questo comportamen-
to, del quale non siamo consapevoli, comporta in realtà un collettivo spreco di ener-
gia. Anche se staccate il telefonino dal caricatore, finché non staccate il caricatore
dalla corrente questa continua a fluire (tanto è vero che il caricatore si scalda) ma del
tutto inutilmente. Ricordatevi allora, così come spegnete le lucine dello stand-by, di
staccare il caricabatterie dalla presa quando il ciclo di carica è finito.

Scaldabagno
Ne esistono vari tipi, ognuno con i suoi pregi e difetti e con i suoi particolari
limiti di utilizzo. Vi illustriamo le diverse categorie:

• boiler elettrico. Nel serbatoio una resistenza elettrica scalda l’acqua, mentre
un termostato permette di regolare la temperatura. Vantaggi: l’installazione
è semplice, il prezzo d’acquisto è contenuto. Svantaggi: la scorta d’acqua è
limitata, i costi di utilizzo sono elevati, può saltare la luce se si usa il boiler
contemporaneamente ad altri apparecchi elettrici;
• scaldabagno a gas. Oggi sono molto diffusi i modelli senza fiamma pilota,
sostituita dall’accensione elettronica. Sono più costosi rispetto a quelli tra-
dizionali, ma consentono di evitare il consumo prodotto dalla fiammella.
Vantaggi: la quantità d’acqua fornita è pressoché illimitata, sfrutta energia
a buon mercato, specialmente se si tratta di metano. Svantaggi: durante
l’uso la temperatura può variare, è necessario il collegamento a una canna
fumaria, se si usa il gas Gpl (in bombole) i costi di utilizzo aumentano con-
siderevolmente;
• Caldaia murale a gas Si utilizza sia per il riscaldamento sia per la produzione
di acqua calda negli appartamenti in cui non c’è riscaldamento centralizza-
to. Vantaggi: utilizza energia a buon mercato (gas metano) e ha un buon
rendimento. Svantaggi: ha bisogno di una canna fumaria, il flusso di acqua
calda è a volte limitato, la temperatura non sempre è costante (ma anche
in questo caso un miscelatore può ovviare al problema).

82
Il risparmio energetico

Gli scaldabagno a gas sono uno dei mezzi più usati per scaldare l’acqua nelle
case italiane, anche perché sono più economici degli scaldabagni elettrici,
che vi fanno spendere circa il doppio a livello di bolletta. I modelli a “camera
aperta” prendono l’aria necessaria per la combustione dalla stanza in cui so-
no installati. I fumi invece vengono scaricati all’esterno attraverso una canna
fumaria. Esistono anche scaldabagno a camera stagna, che prendono l’aria
all’esterno e scaricano all’esterno, senza alcuna comunicazione con il locale in
cui sono installati. Per l’installazione dello scaldabagno in cucina è necessaria
l’apertura di ventilazione.
La legge vieta di installare in camera da letto lo scaldabagno e altri apparecchi
a gas a camera aperta. Quelli a camera stagna sono consentiti, ma è comunque
sconsigliato metterli in camera da letto. L’apparecchio deve essere collegato
a una canna fumaria. Fatene controllare il buon tiraggio da un tecnico spe-
cializzato. Se ci sono anomalie di funzionamento e cattivi odori, il controllo
deve essere immediato.
Consigli per un uso efficiente Spegnete regolarmente la fiamma pilota del
vostro scaldabagno a gas. Così facendo risparmierete gas e dunque anche
denaro. Per evitare perdite di calore, isolate le canalizzazioni che escono
dall’apparecchio.
Non installate lo scaldabagno ad accumulo in un luogo freddo, come la can-
tina o il garage. Non regolate la temperatura dello scaldabagno oltre i 60 °C.
Se avete uno scaldabagno elettrico, fatelo funzionare preferibilmente nelle ore
serali se avete un contratto a tariffa bioraria, in questo modo risparmierete sulla
bolletta. Installate un timer per farlo accendere poche ore prima, in tempo per
avere l’acqua calda solo quando vi serve e non 24 ore al giorno inutilmente.
Staccate lo scaldabagno elettrico se nessuno sarà in casa per almeno 24 ore:
eviterete così di consumare elettricità per tenere l’acqua inutilmente a temperatura.
Se avete la possibilità di installare un boiler alimentato a energia solare, fatelo
senz’altro: i vostri consumi in bolletta caleranno anche fino al 50%.
Fate verificare e pulire periodicamente (la prima volta dopo 3 o 4 anni, poi
con maggior frequenza) lo scambiatore a serpentina per eliminare i depositi
calcarei, che riducono la trasmissione di calore e aumentano i consumi.

Illuminazione
Il primo modo per risparmiare sulla luce elettrica consiste nel disporre le nostre
case in modo da sfruttare appieno la luce naturale. Posizionare le stanze da
notte sul lato meno luminoso della casa, privilegiando il lato di esposizione a
sud per le stanze in cui si soggiorna più a lungo durante il giorno.
Certo di lampadari, applique, plafoniere e più in generale dell’illuminazione elet-
trica non si può fare a meno. Chiedetevi allora come è rischiarata la vostra casa.
Vediamo che tipo di lampadine esistono:

83
Vivere meglio spendendo meno

• alogene, hanno rappresentato l’evoluzione a risparmio energetico delle vecchie


lampadine a incandescenza. Sono in grado di restituire piuttosto fedelmente
i colori degli oggetti illuminati. Però consumano parecchio e durano fino
“solo” a 5 mila ore. Sono adatte se si accendono sporadicamente oppure per
usi specifici che necessitano di una qualità della luce molto elevata, come
piani da lavoro o posti di lettura e studio;
• fluorescenti, sono efficienti e durature (anche se meno dei led) e resistono
fino a 20 mila ore. Però non raggiungono la loro massima luminosità subito
dopo l’accensione, ma hanno bisogno di un po’ di tempo per scaldarsi.
Inoltre, invecchiano prima rispetto agli altri modelli perdendo resa luminosa
negli anni. Meglio non usarle per i luoghi di passaggio (tipo un corridoio),
sia per i tempi di accensione sia per la scarsa resistenza a continui on-off;
• lampade a Led, permettono di risparmiare l’80% di energia rispetto a una
equivalente alogena e almeno il 10% in più di quanto consente di fare una
compatta fluorescente. Si accendono subito, non riscaldano, non soffrono il
freddo e permettono una buona diffusione della luce. I costi sono ben più
alti rispetto agli altri tipi, ma la loro durata è elevata. Per cui, è consigliabile
metterle in posti dove si usano molto, in modo da recuperare il costo iniziale
con il risparmio sul consumo.

La scelta della tipologia della lampadina è fondamentale: a seconda del tipo


e dell’uso che se ne fa, cambiano sia la qualità e la quantità di luce ottenuta
sia i consumi. Ecco allora cosa bisogna sapere per sceglierle bene:

• l’etichetta energetica è obbligatoria anche per le lampadine e deve essere


stampata sugli imballaggi. Su di essa deve essere riportata la classe di effi-
cienza energetica e il flusso luminoso della lampada (cioè della luce emessa)
espresso in lumen. Viene riportata anche la durata media delle lampadine
espressa in ore;

Smaltire le lampade nel modo giusto


Le lampadine contengono metalli e circuiti elettronici. Per questo, una volta finito
il loro ciclo di vita, devono essere trattate con attenzione e non vanno assoluta-
mente gettate in pattumiera. Devono essere trattate come Raee (cioè i rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche) e portate alla piazzola ecologica del
proprio comune o (se integre) riportate in negozio quando se ne acquistano di
nuove (ritiro in modalità uno-a-uno).

84
Il risparmio energetico

• per decidere non bisogna guardare alla potenza, espressa in watt, ma alla
intensità luminosa, espressa in lumen. Se si desidera una luce forte, per un
locale grande, corrispondente a una vecchia lampadina a 150 watt, bisogna
stare intorno ai 2.000 lumen. Sotto i 500 lumen, vanno bene per fonti di
luce decentrate, per esempio una lampada da scrivania;
• per le lampadine compatte fluorescenti è importante guardare il tempo di
accensione. In generale è indicata la percentuale di luminosità raggiunta in un
certo numero di secondi. Le più lente non vanno bene nei locali di passaggio;
• ci sono indicazioni anche sul colore della luce, espressa in gradi kelvin. Tra
2.400 e 3.300 gradi Kelvin circa possiamo parlare di un bianco caldo, man
mano che i gradi aumentano la luce tende a diventare sempre più fredda.

Riscaldamento e climatizzazione
La prima regola per mantenere dentro casa una temperatura gradevole consiste
nell’evitare dispersioni di calore in inverno e accumulo di eccessivo calore d’e-
state. Insomma, un buon isolamento può, da solo, farci stare meglio spendendo
(e inquinando e sprecando) molto meno. La dispersione di calore attraverso i
muri e il tetto è pari in media al 50% della perdita di calore nello spazio circo-
stante. Bisogna quindi pensare a isolare i serbatoi di acqua calda, le tubature
del riscaldamento e anche sistemare dei fogli di alluminio dietro i caloriferi può
essere una buona idea. Per l’estate un buon uso delle tende per schermare il
sole può contribuire a proteggere la casa dal surriscaldamento degli ambienti.
Inoltre è importante riflettere sul fatto che a volte le nostre pretese sono assur-
de. Come si può infatti pensare di avere 25 °C in casa quando fuori siamo a
-2 °C o magari a +38 °C? Perché abbiamo perso la buona abitudine di indossare
un maglione in più in inverno? E chi l’ha detto che quando fuori infuoca l’afa
dentro dobbiamo per forza ricreare un fresco autunnale? Insomma, il rispetto
delle stagioni è cruciale per il risparmio energetico. Moderando le nostre pre-
tese e stabilendo una temperatura gradevole senza eccessi, potremo ridurre
sia le nostre emissioni nocive (non dimentichiamo che il riscaldamento degli
ambienti e dell’acqua è responsabile del 14% delle emissioni di gas a effetto
serra in Europa), sia la nostra bolletta.

Riscaldamento: usate la testa


Abbassando di 1 °C la temperatura dei caloriferi si può tagliare di circa
l’8% l’importo della bolletta riducendo al contempo le emissioni di CO2.
È essenziale sfruttare il calore quando serve ed evitare di riscaldare la casa

85
Vivere meglio spendendo meno

inutilmente quando siamo sotto le coperte e quando non siamo proprio


in casa.
Abbassare la temperatura da 20 a 16 °C nelle ore notturne, tra le 22 e le
6, aiuta a ottenere un risparmio calcolabile intorno al 13%. Se poi si tiene
la stessa temperatura anche dalle 10 alle 18, se in casa non c’è nessuno, il
risparmio sale al 24%. In pratica tagliate un quarto dei costi senza rinun-
ciare a nulla di essenziale. Non è vero, come alcuni credono, che l’energia
necessaria per riportare ogni volta la temperatura a 20 °C renda vano il
risparmio: le ore in cui tenete il riscaldamento più basso vi fanno davvero
risparmiare energia.
Sostituite le vecchie finestre a un solo vetro con nuove finestre a doppi ve-
tri. Vi richiederà un investimento iniziale ma ridurrà della metà la perdita di
energia e sul lungo termine la convenienza è assicurata. Scegliendo i migliori
prodotti sul mercato si può ridurre la perdita di energia di oltre il 70%. E in
più si tengono meglio a bada anche i rumori del traffico.
Quando cambiate aria non lasciate le finestre accostate troppo a lungo. Meglio
una finestra spalancata per un paio di minuti che una socchiusa per diverse
ore. Quando si lascia una finestra accostata, l’energia necessaria a mantenere il
calore nei mesi invernali (cioè quando fuori ci sono 10 °C o meno) è ingente
e causa l’emissione di quasi una tonnellata di CO2.

Condizionatori: fresco a tutti i costi?


Ai primi caldi avete la tentazione di correre a comprare uno o più condizio-
natori per garantire a casa vostra un bel fresco anche nelle estati più torride?
Per questo acquisto c’è sempre tempo, forse prima vale la pena valutare con
attenzione se ne avete realmente bisogno o se non potete invece risolvere
diversamente i problemi del caldo estivo.
Con un’opportuna aerazione, per esempio, o con l’uso di ventilatori da po-
sizionare solo nella stanza in cui si soggiorna per il tempo in cui ci si sta:
consumano meno di un condizionatore e ne bastano un paio per rinfrescare
tutti i membri della famiglia.
Se invece preferite optare per un condizionatore, potete consultare il nostro
comparatore al link www.altroconsumo.it/elettrodomestici/climatizzatori.
Sul mercato si trovano diverse tipologie:

• monoblocco portatili, aspirano l’aria calda dalla stanza e la mandano fuori


attraverso un tubo che passa da una finestra (che deve avere un foro apposito
o restare aperta). Consumano molto, rinfrescano poco e sono rumorosi;
• split portatili, sono composti da due elementi uniti dal tubo (che anche
in questo caso passa da una finestra) in cui passa il fluido refrigerante.
È una tipologia sempre meno diffusa. Sono molto rumorosi;

86
Il risparmio energetico

• split fissi, hanno un compressore esterno cui corrisponde un elemento interno


montato fisso a parete nella stanza da rinfrescare. Ci sono modelli che ser-
vono solo per rinfrescare e altri, dotati di pompa di calore, che permettono
anche di riscaldare. Ci sono modelli (i più diffusi) dotati di sistema inverter,
che mantiene stabile la temperatura con costi energetici più contenuti;
• multi-split, hanno un compressore esterno e due o più elementi interni.
L’installazione è più complicata rispetto agli split fissi, ma si possono stabilire
temperature diverse per i vari ambienti della casa, però i consumi ne risentono.

Consigli per un uso efficiente Questi apparecchi assorbono un po’ meno


del 10% dei consumi elettrici domestici. Un uso corretto del condizionatore
in estate consente di risparmiare. Ecco cosa fare:

• lasciate spazio libero intorno agli elementi del condizionatore;


• gli elementi esterni non vanno mai alla luce diretta del sole;
• tenete chiuse le finestre della stanza climatizzata;
• di giorno abbassate le tapparelle per evitare l’azione riscaldante del sole;
• la temperatura ideale in casa è di 26 °C in estate e 20 °C in inverno;
• ogni grado in più d’inverno e in meno d’estate comporta costi molto maggiori;
• pulite il filtro circa ogni due settimane in caso di utilizzo intenso: migliora
la qualità dell’aria e diminuisce i consumi;
• fate controllare da un tecnico il liquido refrigerante almeno una volta all’anno;
• durante i brevi freddi di mezza stagione l’uso del condizionatore per scaldare
gli ambienti permette minori consumi rispetto al riscaldamento.

Acqua, una risorsa da non sprecare


Nonostante l’enorme quantità di acqua presente sulla Terra, neanche l’1%
di questa è disponibile per il consumo umano. In altre parole, agli abitanti
del pianeta è concessa solo una piccolissima parte del suo enorme patri-
monio idrico.
Il consumo italiano di acqua potabile di una famiglia media è di circa 190 m3
l’anno, ma solamente una minima parte è utilizzata effettivamente per bere
e cucinare. A livello europeo l’Italia si distingue in negativo per quantità di
acqua potabile consumata: altri paesi infatti sono più attenti di noi a non
sprecare l’acqua potabile, e in più consumano per usi non alimentari acqua
non potabile, per esempio per gli scarichi del WC. Il risparmio idrico non
è solo rispetto per l’ambiente e senso civico, ma può anche rappresentare
una fonte di risparmio economico. Ecco perché è importante imparare a
non sprecare l’acqua, e fare delle piccole astuzie per risparmiarla un’abitu-

87
Vivere meglio spendendo meno

dine quotidiana. Siccome è proprio lavandoci i denti, facendo la doccia o


azionando la lavatrice che finiamo con lo sprecare decine di litri di acqua
ogni settimana, è cominciando a cambiare il modo in cui svolgiamo queste
attività, e coinvolgendo tutta la famiglia nel cambiamento, che possiamo
totalizzare alla fine dell’anno un risparmio davvero notevole.

Igiene personale
Bagno e doccia rappresentano in media il 39% del consumo medio giorna-
liero. Fate la doccia anziché il bagno. Per immergerci in vasca sono necessari
150 litri di acqua, per una doccia circa un terzo. Una doccia può richiedere
tra l’altro fino a 4 volte meno energia. Per risparmiare ancora di più è bene
evitare le docce a getto potente e utilizzare un getto dolce, che offre lo stesso
comfort a un prezzo inferiore.
Chiudete i rubinetti: rappresentano circa il 16% dei consumi domestici. Quando
vi lavate le mani, i denti o fate lo shampoo o la barba, tenere aperto il rubinetto
solo per il tempo necessario aiuta a risparmiare diversi litri d’acqua.
Applicate un frangigetto ai rubinetti di casa. È un miscelatore di acqua che,
sfruttando il principio della turbolenza, miscela aria al flusso di acqua, e crea
un getto più leggero, ma efficace. Un frangigetto richiede “solo” 9 litri al minuto
per la doccia. Può essere acquistato in un negozio di ferramenta e potete mon-
tarlo voi stessi. Vi farà risparmiare diverse migliaia di litri di acqua ogni anno.
Il 40% dei consumi domestici d’acqua finisce nello scarico del bagno. Ogni
volta che lo azioniamo se ne vanno almeno 10 litri d’acqua. Non utilizzate il
wc come un cestino della spazzatura e adottate scarichi a doppio pulsante, uno
per scarico breve e l’altro per scarico abbondante, o con il pulsante il cui flusso
si può interrompere o, meglio ancora, quelli a manovella, che consentono di
dosare con precisione maggiore la quantità di acqua necessaria a ogni scarico.
Quando fate scorrere l’acqua in attesa che diventi calda per lavarvi, ricordatevi
di raccoglierla in una bacinella: potrete usarla per innaffiare le piante, lavare
i pavimenti, cucinare.

Elettrodomestici e altri usi


Scegliete il ciclo “economico” ogni volta che usate la lavastoviglie e la lavatrice
ed evitate i mezzi carichi: avviando la macchina solo al massimo carico oltre
all’energia si risparmia anche parecchia acqua. Un carico completo di stoviglie
lavato a macchina consuma meno acqua rispetto allo stesso lavaggio fatto a mano.
Quando si lava la frutta e la verdura è meglio usare una bacinella e lasciarle in
ammollo. Utilizzate l’acqua corrente solo per sciacquare. L’acqua raccolta nella
bacinella può essere riutilizzata per innaffiare le piante o per altri usi domestici.

88
Il risparmio energetico

Per lavare l’auto utilizzate sempre un secchio pieno al posto della manichetta:
potrete risparmiare circa 130 litri di acqua potabile a ogni lavaggio.
Il momento migliore per innaffiare le piante è la sera, quando il sole è calato
e l’acqua che diamo alle piante non rischia di evaporare subito. Per terrazzi
e giardini scegliete sistemi di irrigazione a micropioggia programmabili, che
possono funzionare anche durante la notte, quando i consumi sono più bassi.
Esistono anche irrigatori goccia a goccia, che rilasciano l’acqua lentamente
senza dispersioni e con un utilizzo ottimale.

Manutenzione
Un rubinetto che gocciola o un water che perde possono sprecare enormi
quantità d’acqua ogni giorno. Una corretta manutenzione e le necessarie
riparazioni quando servono contribuiranno a farvi risparmiare tanta acqua
potabile altrimenti dispersa. Una perdita di 10 gocce al minuto corrisponde a
un bicchiere ogni ora, o a 5 litri al giorno, ovvero l’equivalente di una doccia
a settimana e circa 2.000 litri all’anno di consumi inutili. Se la perdita è più
seria e un rubinetto sgocciola ininterrottamente, lo spreco può arrivare anche
a 50 litri al giorno, ovvero 1.500 al mese. Per verificare la presenza di perdite,
potete leggere il contatore alla sera prima di andare a dormire, non aprire i
rubinetti tutta la notte e verificare il contatore il mattino successivo.

Bevete l’acqua del rubinetto


L’acqua fornita dall’acquedotto è di buona qualità e non ha nulla da invidiare
a quella minerale, venduta a caro prezzo. Lo sappiamo, le sirene della pub-
blicità fanno di tutto per convincervi del contrario, o almeno per instillarvi il
dubbio. Che dire dei cavalli di battaglia su cui puntano gli spot televisivi: la
leggerezza, il basso contenuto di sodio, la purezza?
Per chi deve osservare una dieta povera di sodio, come gli ipertesi, non è
l’acqua la prima preoccupazione: il sodio abbonda in molti cibi, e quello che
si può assumere mangiando è senz’altro assai di più di quello che si ingerisce
bevendo un’acqua ricca di sodio. In ogni caso l’acqua potabile fornita dalla
maggior parte degli acquedotti ha livelli di sodio contenuti, perciò non c’è
una grande differenza rispetto alle minerali. Tanto più che alcune marche che
vantano di avere pochissimo sodio, alla prova delle analisi ne hanno comunque
poco ma più di quanto dicono.
Quanto al residuo fisso, che testimonia la quantità dei vari sali disciolti (sodio,
potassio, magnesio, cloruri, solfati, bicarbonati), l’ideale per il consumo quo-
tidiano è che sia inferiore ai 500 mg/l. Anche in questo caso però, l’acqua del
rubinetto è quasi sempre comparabile all’oligominerale in bottiglia. E in più

89
Vivere meglio spendendo meno

presenta una serie di indubbi vantaggi. Oltre al prezzo assai più contenuto, il
fatto che non pesa niente (al contrario dei cestelli di minerale o dei bottiglioni
da due litri) e che arriva a casa vostra grazie a un semplice gesto.
La produzione delle bottiglie in Pet, l’imbottigliamento e il trasporto delle acque
minerali in giro per il paese, invece, hanno un costo che vi viene caricato sul
prezzo finale e un impatto ambientale davvero spaventoso.
Quanto alla sicurezza, anni di analisi a campione svolte da Altroconsumo in
molte città d’Italia dimostrano che l’acqua del rubinetto non teme confronti,
non presenta particolari problemi e viene controllata più delle minerali, perché
la legge a riguardo è assai più stringente.
Se però continuate ad avere dubbi sulla qualità dell’acqua che esce dai vostri
rubinetti, potete richiedere un’analisi. Per sapere come fare, visitate il sito
wetestwater.altroconsumo.it.
A meno che non sia la passione per l’acqua frizzante a spingervi all’acquisto
della minerale, se quello che vi impedisce di bere l’acqua del rubinetto è
un vago sentore di cloro, residuo dei processi di disinfezione, non dovete
fare altro che versare l’acqua in una caraffa e metterla in frigorifero per
un’ora: il cloro evaporerà e nell’acqua non ve ne sarà più alcun sentore.
Poi però andrà conservata in frigo in una bottiglia di vetro, ben chiusa e
sostituita con acqua nuova ogni giorno, avendo cura di non buttare quella
eventualmente avanzata dal giorno prima, ma di usarla per lavare i piatti o
innaffiare le piante.
Una famiglia, scegliendo l’acqua del rubinetto, in un anno può risparmiare
circa 30 chili di plastica, oltre alla spesa che deriva dall’acquisto delle bottiglie.

Bollette imbizzarrite: cambiare


fornitore?
Se un buon modo per risparmiare sulla bolletta consiste nell’evitare gli sprechi
e utilizzare gli apparecchi di casa al meglio, l’apertura del settore energetico
alla concorrenza ha dato l’opportunità ai consumatori di guardarsi intor-
no e stabilire liberamente da chi vogliono ricevere acqua, gas ed elettricità.
La scelta consapevole è la migliore arma nella lotta al carovita.
Sul sito www.altroconsumo.it/casa-energia/elettricita-e-gas è possibile con-
sultare il comparatore delle tariffe elettriche e del gas. Inoltre è possibile
calcolare qual è il sistema più conveniente per produrre acqua calda e il
sistema di riscaldamento più adatto alle vostre esigenze. Il sito offre insomma
la possibilità di orientarsi nell’offerta di mercato e scegliere le soluzioni che
meglio si adattano alle proprie abitudini di consumo.

90
Il risparmio energetico

Scegliere la tariffa
L’apertura del mercato ha consentito ai consumatori di scegliere il proprio for-
nitore di energia. Le offerte proposte dagli operatori, però, non sono sempre
facili da capire e la terminologia usata non è chiara. Come orientarsi? La prima
scelta da fare riguarda la struttura della tariffa: meglio una bioraria, con prezzi
differenziati a seconda dell’ora in cui si consuma oppure con prezzo della cor-
rente costante a tutte le ore? Dipende dal proprio stile di vita e dalla possibilità
di concentrare l’uso di elettrodomestici energivori nelle ore serali e del weekend.
Per chi è ancora nel mercato tutelato, cioè ha una tariffa completamente
stabilita dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, la tariffa è bioraria (salvo
eccezioni di clienti non ancora serviti dal contatore telegestito). Le monorarie
sono disponibili solo sul mercato libero e, negli ultimi anni, sono diventate
particolarmente competitive in termini di prezzo.

Tariffa fissa o no?


Le offerte sul mercato libero sono molte e articolate. Le caratteristiche mag-
giormente frequenti sono le seguenti:

• offerte indicizzate, agganciate all’andamento di un prezzo base, general-


mente attraverso uno sconto (specie se il prezzo base è quello stabilito
nella tariffa dell’Autorità per l’energia rivolta al mercato tutelato), oppure
fanno riferimento all’andamento del mercato all’ingrosso, a cui si aggiunge
un sovrapprezzo. La caratteristica principale è la variabilità, che riflette la
convenienza, o meno del prezzo di riferimento;
• offerte che bloccano la voce “Prezzo Energia”, con cui una delle voci maggior-
mente consistenti della bolletta, quella che riguarda il prezzo della corrente
effettivamente consumata, viene stabilita all’inizio del contratto e rimane
invariata per tutta la durata della fornitura. In questo modo una parte della
spesa rimane costante e non ci sono aumenti legati al costo del petrolio.
Altre voci della bolletta continuano, comunque a fluttuare. Si tratta della
categoria di offerte più diffusa in questo periodo, soprattutto perché sta
riuscendo a garantire prezzi competitivi. Prima del termine del periodo di
fornitura pattuito, il venditore ha l’obbligo di comunicare le eventuali varia-
zioni nelle condizioni economiche, che saranno applicate al termine della
durata stabilita. Quest’ultima caratteristica richiede attenzione. Alla pari delle
polizze Rca, questo tipo di offerte richiede una verifica costante per trovare
sempre la migliore soluzione per spendere meno.

È possibile fare le proprie scelte in base anche ad altri parametri, per esem-
pio in base alla comodità e al rispetto dell’ambiente. Esistono per esempio

91
Vivere meglio spendendo meno

contratti di fornitura completamente gestiti online: tutte le comunicazioni con


il fornitore (bollette e pagamenti in primis) saranno gestiti via internet e via
addebito diretto in banca, senza bisogno di alcuna comunicazione cartacea.
Questa tipologia di offerte conferma, ormai da anni, che il web è la strada
maestra per il risparmio nelle tariffe di luce e gas.
Vi sono poi tariffe che promettono energia da fonti rinnovabili. In questo caso
il fornitore immette nel sistema una maggiore quantità di corrente prodotta
da acqua, sole, vento, calore della terra.
Il calcolatore disponibile sul sito www.altroconsumo.it/casa-energia/elettricita-
e-gas, vi offre un aiuto concreto per scegliere la tariffa giusta per voi in base
ai vostri consumi. È possibile sottoscrivere direttamente alcune delle offerte
che compariranno attraverso un pulsante apposito su cui cliccare. Il servizio
si basa su accordi dedicati, stipulati con i fornitori, in cui le offerte vengono
selezionate in base alla convenienza economica, alla qualità dell’offerta da noi
misurata, e alla bontà delle condizioni contrattuali, valutate dai nostri esperti.
Come sempre far funzionare la concorrenza è il modo migliore per risparmiare.

Bonus sociale per luce e gas


Da qualche anno sono disponibili dei bonus sociali per le forniture di energia
elettrica e gas, di cui possono beneficiare gli utenti in situazioni economica-
mente disagiate o che hanno nel proprio nucleo famigliare una persona in
gravi condizioni di salute. Il requisito principale per poter accedere al bonus è
legato al reddito. L’indicatore Isee della famiglia richiedente non può superare
gli 8.100 euro l’anno, oppure i 20.000 euro per le famiglie con più di tre figli.
L’importo del bonus viene calcolato di anno in anno dall’Autorità per l’Ener-
gia (Aeeg) sulla base di una serie di parametri come le condizioni climatiche
della zona di residenza della famglia richiedente e il numero dei componenti
il nucleo famigliare. Il bonus ha una durata di 12 mesi al termine dei quali è
necessario presentare una nuova richiesta. Per ottenere il bonus bisogna fare
domanda al proprio Comune di residenza, presentando una serie di documenti:

• il modulo di richiesta, reperibile presso i Comuni, sul sito dell’Authority


www.bonusenergia.anci.it;
• in caso di richiesta per disagio economico, serve una copia valida dell’Isee
della propria famiglia (che ha validità per un anno), che si può ottenere
tramite Caf o Comune;
• in caso di richiesta per disagio fisico, la certificazione dell’Asl che attesta
la presenza presso il nucleo famigliare di persone in situazione di disagio,
oppure un’autocertificazione, nel caso in cui il cliente risulti nell’elenco delle
utenze non interrompibili, a causa dei macchinari medici utilizzati;
• copia della carta d’identità.

92
I trasporti
6
Per recarci al lavoro, accompagnare i bambini a scuola, ma anche per diver-
timento o per andare a trovare amici e parenti: gli spostamenti fanno parte
della nostra vita e i loro costi incidono non poco sul bilancio della famiglia.
Ottimizzare l’uso dell’auto, e in qualche caso rinunciarvi in favore di mezzi
meno costosi e più sostenibili, è un passo importante nella direzione del ri-
sparmio. Del resto anche la protezione dell’ambiente è un aspetto che deve
diventare primario e che ci riguarda tutti.
Con la diffusione delle formule low cost, è possibile tagliare i costi, senza
grosse rinunce, anche per quel che riguarda i voli. E per chi si muove in
treno, soluzione sicuramente meno cara (e più ecologica) dell’auto per gli
spostamenti solitari a medio e corto raggio, non mancano sconti e offerte,
basta saperli cercare.

Al volante
Dati alla mano è possibile affermare che un tragitto urbano su due percorso
in automobile copre una distanza inferiore a 3 km. Si potrebbe percorrerli a
piedi o in bici, ma l’abitudine all’uso dell’auto per ogni spostamento è difficile
da eradicare dalla mentalità delle persone. Eppure usare la macchina anche
Vivere meglio spendendo meno

per spostamenti così brevi è del tutto controproducente: si intasano le strade,


si consuma tantissima benzina (a motore freddo i consumi sono del 50% più
alti rispetto a quando l’auto si è scaldata), si inquina l’ambiente inutilmente.
E si perde un’ottima occasione per fare quattro passi, abitudine salutare. Usare
l’auto in maniera oculata, senza assurde rinunce, semplifica la vita, protegge
l’ambiente, migliora la salute e fa risparmiare un sacco di soldi. Vediamo allora
quali economie sono possibili e come realizzarle.

La benzina che costa meno


I prezzi della benzina possono cambiare tra un distributore e l’altro, anche se
la differenza purtroppo è sempre molto lieve, situazione che Altroconsumo
denuncia da anni come sinonimo di mancanza di una sana concorrenza.
Come si fa a scegliere il distributore della nostra zona dove la benzina è più
conveniente? Una soluzione è quella di consultare il sito www.prezzibenzina.it.
Fornisce i prezzi delle varie compagnie di quel giorno e ha una mappa in-
terattiva, nella quale si possono cercare i distributori della propria zona per
scoprire quale risulta maggiormente conveniente.
Un’altra è quella di utilizzare Waze, l’app di navigazione satellitare per smartphone
che fornisce anche un servizio analogo a quello appena descritto e in cui
anche gli utenti possono inerire i prezzi dei vari benzinai, consultabili poi
anche da tutti gli altri utenti.
In linea di principio, comunque, due modi sicuri per risparmiare qualcosa
sul pieno consistono nello scegliere il self service al posto del servito e nel
prediligere quando possibile i centri commerciali e i distributori indipendenti.

Gli “altri” carburanti, migliori per l’ambiente


La scelta di fondo, quella classica, è sempre stata tra benzina e gasolio, ma
ormai da anni il ventaglio delle alternative si è ampliato comprendendo altre
possibilità in genere più “ecologiche” e anche meno care.
Si possono considerare carburanti davvero alternativi quelli che non si basano
sugli idrocarburi o ne contengono in misura limitata rispetto alle tradizionali
benzina o al diesel. Una fonte a basso impatto ambientale è rappresentata dai
biocarburanti, che si ottengono dai prodotti agricoli, in grado di alimentare
il motore di una vettura con emissioni molto ridotte di CO2. Il loro sviluppo
è però attualmente molto limitato. Sono sufficienti semplici modifiche per
utilizzare i biocarburanti sulle vetture esistenti. Non è vero altrettanto dell’i-
drogeno: per utilizzarlo è necessario concepire auto dotate di una tecnologia
molto diversa da quelle attuali.
Oggi sono più diffusi altri tipi di alimentazione a basso impatto ambientale.

94
I trasporti

Prima di tutto le auto alimentate a Gpl e metano, idrocarburi che grazie alla
composizione dei loro gas permettono emissioni inquinanti minori rispetto
ai carburanti tradizionali. Nei primi due mesi del 2017, l’immatricolazione
di vetture Gpl e metano ha rappresentato circa l’8% delle immatricolazioni
totali (fonte Unrae).
Ci sono poi le auto elettriche, che hanno emissioni zero e sono quasi silen-
ziose: il loro utilizzo su larga scala è però insostenibile a causa dell’enorme
fabbisogno energetico, almeno finché il petrolio rimarrà la fonte principale
per produrre elettricità. Più sostenibile è l’accoppiata tra motore a com-
bustione e motore elettrico, tipica delle cosiddette auto ibride. L’energia
sprecata durante frenate e decelerazioni dalle vetture a motore termico
viene catturata dal motore elettrico e riutilizzata durante ripartenze e ac-
celerazioni. È appunto sui percorsi cittadini, dove sono frequenti frenate
e rallentamenti, che i motori ibridi offrono prestazioni superiori rispetto
a quelli tradizionali. Nei primi due mesi del 2017, le immatricolazioni di
vetture ibride sono state circa il 2,8% delle immatricolazioni totali; mentre
le immatricolazioni di auto elettrice circa lo 0,1% del totale (fonte Unrae).

Scegliere il modello
Il consumo di carburante di una vettura dipende da diverse variabili, tra cui
spiccano la potenza del motore, il peso dell’auto e la resistenza aerodinamica.
Le auto più piccole hanno una resistenza maggiore, per esempio, rispetto alle
auto familiari, perché la resistenza aerodinamica diminuisce con l’aumentare
della lunghezza del veicolo. Se pensate di usare l’auto principalmente in città,
la perdita di aerodinamicità di un modello piccolo viene ampiamente com-
pensata dal fatto che nel traffico urbano frenate e accelerazioni sono molto
frequenti e con una city car più leggera risultano meno onerose.
E le monovolume multispazio? Consumano quasi sempre più carburante degli
altri tipi di auto. A causa della loro altezza, il loro consumo di carburante a
una velocità superiore agli 80 km orari è superiore a quella di un’auto nor-
male. Inoltre il loro peso cospicuo incide sui consumi anche nei tragitti brevi,
durante gli spostamenti in città. O viaggiate davvero a pieno carico (con 6 o 7
persone a bordo), il che vi consente di risparmiare il carburante che consume-
reste spostandovi con due auto, oppure la loro convenienza è davvero scarsa.

L’omologazione europea
L’omologazione è una complessa procedura che il costruttore deve seguire
perché le auto che produce rispettino le normative tecniche necessarie per
la vendita. Si tratta di specifiche che hanno a che fare con l’inquinamento.

95
Vivere meglio spendendo meno

Contro i consumi bugiardi


Quanto consuma veramente la nostra auto? Sicuramente più di quanto dicono i
produttori.
I risultati dichiarati dalle aziende si basano su prove fatte in condizioni non rea-
listiche. Le differenze con le nostre misure, fatte con prove che simulano un uso
più reale dell’auto (frenate, partenze a freddo...), possono essere anche notevoli.
Questo si traduce in più costi per noi e più inquinamento per l’ambiente.
Altroconsumo e il Beuc stanno portando avanti una battaglia per introdurre pro-
cedure di omologazione più rigorose e attendibili, che mostrino valori di emissioni
e consumi più vicini a quelli effettivi su strada.

Il tipo di omologazione non è libera, ma viene stabilita in base regolamenti


europei. L’arrivo sul mercato di una nuova omologazione crea sempre dubbi
e incertezze. Prima di tutto perché con la comparsa di quella nuova, tutte le
auto con l’omologazione precedente diventano in qualche modo obsolete.
A partire dal primo settembre 2014 tutti i nuovi modelli devono presentare
l’omologazione Euro 6 (Regolamento n. 595/2009 del Parlamento Europeo).
Rispetto alle Euro 5, le Euro 6 prevedono limiti più severi per quanto riguarda
le emissioni inquinanti (ossidi di azoto, polveri sottili, monossido di carbonio,
idrocarburi). Tutte le Euro 5 diesel erano già dotate di filtro antiparticolato.
Non c’è nessuna novità invece, per le emissioni di anidride carbonica, che
rimangono sganciate dalle normative antinquinamento.
La quantità di CO2 rilasciata dallo scarico di una vettura dipende sostan-
zialmente dai consumi di carburante. Dato che sotto questo aspetto non
sono previste soglie da rispettare, è possibile che un modello di ultima
omologazione inquini di meno per alcune sostanze nocive ma, se consuma
più carburante, emetta nell’atmosfera una maggior quantità di anidride
carbonica.
Che ne è delle auto con l’omologazione precedente? Spesso, quando suben-
tra un nuovo standard, il vecchio subisce delle limitazioni, come divieti di
circolazione nei giorni di blocco parziale del traffico.
L’ironia di questi provvedimenti è che in pratica in nome dell’ecologia e del
rispetto dell’ambiente si spingono sempre più consumatori a rottamare le
proprie auto e a comprarne di nuove, un comportamento che a rigori non
sarebbe proprio ecologico.
Se avete intenzione di cambiare la macchina, quindi, meglio optare per l’ul-
timo standard disponibile, cioè Euro 6, anche se comprate usato.

96
I trasporti

Evitare il superbollo
Dal 2012 sulle auto con potenza superiore ai 185 kW è dovuta l’addizionale
erariale sulle tasse automobilistiche.
Il superbollo è stato introdotto tra i provvedimenti anti crisi, per colpire le
auto più potenti che, si presume, siano di proprietà di chi ha qualche soldino
in più degli altri. Il superbollo ammonta a 20 euro per ogni kW di potenza
che supera i 185 kW. La tassa si somma al bollo auto che non viene sostituito
e il gettito che produce viene destinato, a differenza del bollo, direttamente
allo Stato. Con l’età (dell’auto) il superbollo diventa un po’ più economico,
infatti si riduce al 60% dopo 5 anni dalla costruzione del veicolo, al 30% dopo
10 anni, al 15% dopo 15 anni, per azzerarsi dopo i 20 anni di vita dell’auto.
Sicuramente se siete intenzionati a risparmiare non indirizzerete la scelta verso
auto che, oltre ad avere un costo decisamente sopra la media, non brillano
certo per economicità dei consumi. Il superbollo diventa poi un ulteriore
motivo per evitare di acquistare veicoli che inquinano molto.

Auto in forma
Anche una corretta manutenzione dell’auto contribuisce a tenere a bada i
consumi: se l’auto è in cattive condizioni consuma fino al 20% in più. Cosa
bisogna fare per mantenere l’auto in perfetta efficienza e limitare gli sprechi?

• Messa a punto periodica Mantenere il motore in forma, controllando che


i sistemi di accensione, di iniezione e di alimentazione lavorino bene, fa
risparmiare dal 10% al 20% di carburante.

• Pulire o cambiare i filtri dell’aria Un filtro intasato fa aumentare i consumi


di circa il 2,5%, ma l’incremento nei casi peggiori può arrivare anche al 10%.

• Cambiare l’olio Il livello dell’olio va verificato ogni 6 mesi e ogni 20-30 mila
km è opportuno cambiare l’olio. Il motore vive di più e i consumi diminu-
iscono un po’: fino al 3% per le auto a benzina. Utilizzate un olio a bassa
viscosità, che lubrifica le parti mobili del motore meglio degli olii comuni,
riducendo l’attrito. Gli olii migliori possono ridurre il consumo di carburante
e le emissioni di CO2 di oltre il 2,5%.

• Controllare le emissioni Si tratta di una verifica che viene fatta in fase di


revisione. Un’auto con emissioni fuori norma ha in media un consumo di car-
burante maggiore del 4-5%. Se il sensore di ossigeno è danneggiato non solo i
gas nocivi per l’ambiente hanno via libera, ma i consumi possono aumentare
fino al 40%. Controllare le emissioni comporta un altro po’ di risparmio.

97
Vivere meglio spendendo meno

• Ruote alla pressione giusta Se è inferiore a 0,5 bar l’automobile utilizza il


2,5% di carburante in più. Viaggiare con i pneumatici ancora più sgonfi fa
consumare fino al 6% in più e abbrevia la vita del pneumatico.

A bordo con stile


Anche le abitudini di guida possono influire notevolmente sui consumi di
carburante. Ecco alcuni comportamenti che potrebbero farvi risparmiare sia
soldi sia una buona dose di inquinamento.

• Partire a freddo Non fate riscaldare la vettura da ferma. Il consumo di car-


burante per il riscaldamento è comunque superiore a quello indotto dalla
partenza dell’auto a motore freddo.

• Finestrini chiusi Quando fa caldo guidate prima per qualche minuto


con il finestrino aperto, dopo di che potrete chiuderlo e accendere l’aria
condizionata. Avrete risparmiato il carburante necessario ad abbattere la
temperatura iniziale. L’aria condizionata si paga in termini di carburante:
fino al 30% in più, ma viaggiare con i finestrini aperti per tutto il viaggio,
soprattutto se si va ad alta velocità, fa consumare ancora di più dell’aria
condizionata. Usate perciò le ventole dell’aria solo se necessario e a fi-
nestrini rigorosamente chiusi.

• Bagagli a posto Evitate di mettere i bagagli sul tetto dell’auto e se proprio


non potete farne a meno disponeteli in maniera intelligente: i più bassi da-
vanti, i più alti dietro. Un dettaglio importante, che può far risparmiare fino
al 40% sui consumi di carburante. Smontate il portapacchi o il portasci se
non li utilizzate: vuoti vi costano fino all’8% in più alla pompa di benzina.
Non lasciate in auto pesi inutili, perché fanno aumentare i consumi: 30 kg
di oggetti dimenticati fanno l’1,5% in più di spesa per il carburante.

• In coda Quando siete in coda o in attesa a un passaggio a livello spegnete


il motore e riavviatelo senza accelerare: il conto benzina (o diesel) cala fino
al 10%.

• Guida fluida Una guida a singhiozzo, fatta di continue accelerate e frenate


contribuisce a far incrementare i consumi di carburante. Un’andatura rego-
lare, senza strappi, fa risparmiare fino al 10%.

• Velocità moderata Anche la velocità di crociera ha il suo peso. Andare in


autostrada a 110 km all’ora anziché a 130 si traduce in un risparmio di car-
burante del 20%.

98
I trasporti

• La marcia migliore Ingranate la marcia giusta, ovvero la più alta possibile.


In città non viaggiate sempre in seconda, l’auto beve fino al 25% in più, quindi è
il caso di usare anche la terza e la quarta. In autostrada, inserite la quinta il prima
possibile, il risparmio è notevole: dal 30% (a 90 km/h) fino al 50% (a 120 km/h).

Risparmiare sull’assicurazione
L’Rc auto e moto sono obbligatorie. Chiunque possieda un veicolo è obbligato
ad assicurarsi per gli eventuali danni fatti a terzi in caso di incidente.
Per pigrizia, per abitudine, per amicizia nei confronti dell’agente, tanti italiani,
una volta scelta la propria assicurazione auto o moto, non la cambiano più. Ma
il loro portafoglio non se ne avvantaggia di certo: scegliendo la polizza giusta a
volte si possono risparmiare anche centinaia di euro. La percentuale di italiani
che ha cambiato polizza Rc auto è aumentata negli anni, ma da noi il settore è
ancora un po’ rigido, e nonostante la pubblicità martellante ci induca a credere
il contrario, è ancora poco diffusa la vendita diretta di polizze via internet o via
telefono: il mercato assicurativo tradizionale, quello fatto di filiali e agenti, copre
oggi ancora oltre l’80% dell’offerta. Eppure per alcune tipologie di automobilista,
le più diffuse, le compagnie online sono spesso le migliori. Un esempio? Per i
guidatori residenti al Nord e con classi bonus-malus basse, insomma quelli più
convenienti da assicurare, spesso le compagnie online risultano le meno costose,
anche se dipende sempre dal proprio profilo assicurativo.
Per sapere quale risparmio è effettivamente possibile il modo migliore è fare
un calcolo mirato che tenga conto di tutte le offerte del mercato.
Su www.altroconsumo.it/auto-e-moto/rc-auto, trovate un servizio che vi
aiuta a scegliere la migliore tariffa Rc auto e Rc moto per il vostro profilo.
Utilizzando il comparatore del broker assicurativo Altroconsumo Connect si
possono confrontare i premi, trovare la compagnia più conveniente e acqui-
stare. Basta registrarsi al sito e avere a portata di mano l’attestato di rischio
e il libretto di circolazione. Una volta inseriti i vostri dati, vi indichiamo le
cinque migliori compagnie per il vostro profilo. Analizzando i dati di mercato,
si può dedurre che scegliendo la compagnia migliore per il proprio profilo,
il risparmio rispetto alla media del mercato può arrivare a 315 euro all’anno.
Si capisce allora come sia conveniente confrontare la propria polizza con
quelle offerte dalla concorrenza e, se ne vale la pena, cambiare compagnia.

Cambiare compagnia
La legislazione riguardante le polizze Rc auto è cambiata da qualche anno:
con il Decreto Legge 179/2012 non vige più la distinzione tra polizze a
tacito rinnovo e non a tacito rinnovo. Non c’è quindi più l’onere di inviare

99
Vivere meglio spendendo meno

la disdetta (prima il termine era di 15 giorni antecedenti alla scadenza): è


perciò più facile cambiare compagnia anche all’ultimo momento nel caso
questa non ci soddisfi.
Non essendo più attivo il tacito rinnovo, sarà onere dell’assicurato comunicare
alla propria compagnia la volontà di assicurare il proprio veicolo per un altro
anno, nel caso voglia continuare il rapporto assicurativo. Fate però attenzione
alle polizze accessorie, come quella che copre gli infortuni del conducente,
che vanno disdette a loro volta se ci sono due contratti separati. In sede di
conversione in legge, inoltre, è stata fatta un’aggiunta a quanto previsto dal
Decreto: è stata infatti introdotta l’operatività della garanzia per i 15 giorni
successivi alla scadenza del contratto assicurativo. Infatti la proroga della co-
pertura era prevista solo per i contratti a tacito rinnovo: poiché questi contratti
erano molto diffusi, con la variazione si è cercato di non sfavorire chi non è
abituato al fatto che la propria copertura cessi allo scadere esatto del contratto.

Salutari alternative
Circa un quarto dei gas serra prodotti è dovuto al modo in cui ci spostiamo.
E intorno al 15% del bilancio familiare è destinato alla spesa per i trasporti, perciò
spendendo meno per i tragitti casa-scuola-lavoro in un anno si può conseguire
un risparmio notevole. Anche in questo settore economia ed ecologia viaggiano
appaiate. Riducendo i tragitti in auto, andando a piedi, in bicicletta o con i
mezzi pubblici ogni volta che è possibile, ripensando insomma radicalmente
il nostro modo di muoverci quotidianamente, possiamo risparmiare denaro e
inquinare molto meno. Occorrono però la buona volontà e la disponibilità a
cambiare almeno un po’ il proprio stile di vita. Per esempio considerando la
possibilità di rinunciare a possedere l’auto per scegliere invece di condividerla,
o affittarla soltanto quando serve.

Car sharing
L’indice di motorizzazione, ovvero il numero di auto ogni 100 abitanti, è in
Italia molto più alto della media europea. Siamo a 61 auto ogni 100 abitanti
contro una media europea di 49. Siamo abituati a ritenere l’automobile di
proprietà essenziale ma non teniamo conto di quanto ci costa.
Una possibile alternativa all’uso dell’auto privata è costituita dal car sharing,
servizio di condivisione auto presente in molte città italiane. Conviene passare
dall’auto propria all’auto condivisa? Per capirlo bisogna prendere in conside-
razione tutti i costi, dall’assicurazione al bollo, dal parcheggio alla manuten-

100
I trasporti

zione, che rinunciando a un’auto propria vengono eliminati. Se però state


per acquistare un’auto e abitate in una città che ha il servizio di car sharing,
anche il prezzo di acquisto incide sulla decisione se comprarla o rinunciarvi.
Questo è ancor più vero quando si tratta della seconda auto, che rappresenta
un costo aggiuntivo notevole per la famiglia.
I servizi di car sharing in genere funzionano tramite un’app che dice dove si
trova l’auto libera aderente a quel circuito più vicina e permette di prenotarla.
Le tariffe variano a seconda del servizio. Prendiamo l’esempio di Car2Go
a Milano. Il costo fisso per l’iscrizione al servizio è di 9 euro, poi si paga
per ogni minuto (0,24 euro una Smart Fortwo) oppure per ogni ora (13,90)
di utilizzo, con tariffa massima per le 24 ore di 59 euro. Con Enjoy si paga
0,25 euro al minuto, 50 euro per 24 ore. Le tariffe sono comprensive di manu-
tenzione, carburante e polizza di assicurazione (ma attenzione agli eventuali
scoperti o franchigie che in caso di sinistro potrebbero essere a carico dell’utente).
Le auto del car sharing possono accedere senza pagare alle zone del centro
città per le quali è previsto il pagamento di un pedaggio, come l’Area C di
Milano, e possono parcheggiare in tutte le zone della città, anche dove i
posteggi sono a pagamento, come le strisce blu a Milano.

Car pooling: tutti insieme risparmiosamente


Di solito si immagina il car pooling come una soluzione casalinga ai trasporti
casa-ufficio. Ci si mette d’accordo con tre colleghi che abitano nella propria
zona e si evita di prendere quattro auto per andare in ufficio quando ne ba-
sta una. Facendo turni di una settimana ciascuno, dovrebbe essere possibile
risparmiare tre settimane di tragitti in auto ogni mese. Mica male, no? Certo,
come tutte le condivisioni il car pooling richiede una certa dose di compro-
messo, sostanzialmente sugli orari di entrata e uscita dal lavoro. Non è detto
che tutti possano davvero sincronizzarsi, ma se così facendo si risparmia un
bel gruzzolo ogni mese, perché non provare?
Il car pooling però può diventare un sistema anche più strutturato e non
lasciato semplicemente all’iniziativa dei singoli impiegati. Sono molte le
aziende e le pubbliche amministrazioni che in Italia cercano di incoraggiare
i propri dipendenti a mettere l’auto in comune per abbattere le emissioni
nocive e limitare l’intasamento stradale. Alcune lo fanno puntando espli-
citamente sull’incentivo rappresentato dal risparmio economico che il car
pooling può comportare.
È il caso, per esempio, di Jojob, startup nata per agevolare la condivisione
dell’auto tra dipendenti di una stessa azienda o di aziende limitrofe. Tramite
un portale web è possibile trovare compagni di viaggio per condividere il
tragitto casa-lavoro. L’app misura poi il chilometraggio percorso e il numero
dei passeggeri, quantificando il risparmio di CO2.

101
Vivere meglio spendendo meno

Bike sharing: le città a due ruote


I servizi di bici pubbliche, che si prendono e si lasciano in parcheggi, o
meglio rastrelliere, situati nei punti nevralgici della città, stanno conoscendo
un vero boom nel nostro paese: sempre più aree metropolitane cercano di
lasciare spazio alle due ruote e di abbracciare la filosofia della bici condivi-
sa, che non inquina e aiuta ad alleviare il traffico delle città congestionate.
Secondo dati Istat pubblicati nel 2016, il bike sharing è presente in 60 città,
con più di 11 mila bici, con particolare concentrazione al Nord.
I sistemi impiegati per il noleggio sono sostanzialmente due. Quello meccanico
consente l’uso di qualsiasi bici da una singola rastrelliera. La bici si sblocca
tramite una chiavetta che riporta un codice identificativo dell’utente, consegnata
alla stipula dell’abbonamento, che rimane inserita nella rastrelliera finché la
bici è in uso e viene poi recuperata alla restituzione del mezzo.
Quello elettronico, più funzionale, consente attraverso l’uso di una tessera
elettronica di prendere qualunque bici da qualunque parcheggio e lasciarla
dopo l’uso in qualsiasi altro parcheggio. In genere è anche possibile control-
lare tramite app dove sono i parcheggi e se c’è qualche mezzo disponibile,
in modo da andare a colpo sicuro.
Quali sono i costi? Dipende dal gestore, dal Comune, dall’uso che se ne fa.
Le variabili sono moltissime. Solitamente sono costituiti da una quota fissa
di abbonamento al servizio più una tariffa a tempo, che viene addebitata
una volta scaduto il periodo di utilizzo gratuito (in genere 30 minuti).
C’è poi un tempo massimo di utilizzo: a Milano, per esempio, è di due ore.
Chi fa un uso sensato di questo servizio, utilizza cioè le bici pubbliche per
sbrigare piccole commissioni o per coprire un breve tragitto, potrebbe ritro-
varsi nella maggior parte dei casi a pagare il solo prezzo dell’abbonamento
utilizzando poi la bici quando serve a costo zero. Se lo si fa per tutti i brevi
spostamenti quotidiani invece di usare ogni volta l’automobile privata il
risparmio è assicurato.

In forma camminando
Camminare è un tipo di esercizio fisico alla portata di quasi tutti. Qualche
tempo fa l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato la campagna
“10.000 passi ogni giorno”, un piccolo sforzo che però riduce il grasso cor-
poreo, aiuta a mantenere il cuore in forma, abbassa sensibilmente il rischio
di diabete, tiene sotto controllo la pressione arteriosa. Certo l’ideale sarebbe
percorrerli su un verde praticello, circondati da uccellini che cinguettano
e fiori profumati.
Ma in mancanza di meglio possiamo anche accontentarci delle vie cittadine.
Nel conto valgono anche i passi fatti per coprire le piccole distanze in casa

102
I trasporti

o in ufficio: l’importante è che una quota considerevole dei 10.000 passi, se


non tutti, venga percorsa continuativamente e con velocità sostenuta: almeno
3.000 passi, con una cadenza di 100 passi al minuto. Questo consente di
raggiungere quei famosi 30 minuti quotidiani di attività fisica di moderata
intensità, raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per stare
in forma e migliorare la propria salute.
Ma quanti sono 10.000 passi? Dipende da quanto sono lunghe le vostre gambe.
Calcolando una falcata media di 70 cm stiamo parlando di 7 km al giorno.
Nell’ipotesi che si tratti del tragitto tra casa e lavoro, è ovvio che per percorrere
3,5 km a piedi occorre più tempo che per coprire la stessa distanza in auto.
Camminando di buon passo, senza correre (cioè a circa 5 Km/h), potreste im-
piegare tra gli 80 e i 90 minuti a coprire 7 km, ovvero 40-45 minuti all’andata e
altrettanto al ritorno. Può valere la pena provare, anche perché, come abbiamo
detto in apertura del paragrafo, è dimostrato che camminare con passo costante
è il modo migliore per smaltire qualche centimetro di circonferenza di troppo
oltre a fare qualche pieno di carburante in meno. Per tenere il conto potete
indossare un contapassi o utilizzare una delle tante applicazioni per smartphone.
Quanto si risparmia? Considerando 7 km al giorno per 231 giorni lavorativi
l’anno (escludendo i weekend e le ferie), in un anno ci si evitano 1.617 km
in macchina e il costo della relativa benzina.

Treno al risparmio
E quando si viaggia fuori città? Anche in questo caso è possibile risparmiare.
Sicuramente se si viaggia da soli per tragitti di qualche centinaio di chilometri
il treno è preferibile all’auto, sia sul fronte ambientale sia su quello del rispar-
mio economico. Senza contare la libertà di poter leggere e riposare durante
il viaggio invece di dover guidare.
Una persona che viaggia in auto da sola produce tre volte più emissioni di
CO2 per chilometro percorso rispetto a chi copre il medesimo tragitto in treno.
È vero che anche i treni funzionano con elettricità prodotta da combustibili
fossili, ma le emissioni per il singolo passeggero trasportato sono inferiori.
Un ulteriore risparmio economico è ottenibile usufruendo di offerte e sconti.

Tutti a bordo con lo sconto


Anche con l’acquisto dei biglietti ferroviari, se ci si organizza per tempo, si
può riuscire ad approfittare di offerte e sconti difficilmente accessibili allo
sportello in stazione un quarto d’ora prima della partenza.

103
Vivere meglio spendendo meno

Per esempio, l’offerta Speciale 2x1, con cui si viaggia in due pagando un solo bi-
glietto, valida per viaggiare tutti i sabati in 1° e in 2° classe su tutti i treni nazionali.
Se viaggiate con la famiglia potrebbe invece convenirvi l’offerta Familia.
Si applica a gruppi da 2 a 5 persone con almeno un maggiorenne e un bam-
bino fino a 15 anni e prevede il 20% di sconto sul biglietto degli adulti e il
50% su quello dei bambini. Per avere diritto alla tariffa, il costo minimo del
biglietto intero per la singola tratta deve essere pari almeno a 10 euro. Queste
offerte sono acquistabili sul sito internet di Trenitalia (www.trenitalia.com),
presso le agenzie di viaggio e il Call Center (a pagamento), nelle biglietterie
e presso le macchine self service in stazione.
Chi prenota i biglietti online o anche tramite smartphone, utilizzando la app
Prontotreno, con diversi giorni di anticipo rispetto alla partenza, può accedere
poi a un numero limitato di tariffe denominate “Economy” o “Super Economy”,
che consentono risparmi notevoli sul prezzo intero del biglietto di 1° e 2° classe.

Frecciarossa e Frecciargento a prezzo ridotto


Entrambe le offerte appena descritte valgono anche sui treni ad alta velocità.
Su questa tipologia di treni è possibile comunque accedere anche ad altri
sconti. Per esempio l’offerta che riguarda i tragitti andata e ritorno percorsi
nella stessa giornata a prezzi fissi. Qualche esempio? Napoli-Roma in classe
standard a 69 euro invece di 86 euro, oppure Roma-Milano a 109 euro invece
di 172 euro. Chiaramente le tariffe fisse si applicano se il prezzo base a/r non
è inferiore. Si può acquistare il biglietto andata e ritorno in giornata a prezzo
fisso fino alle ore 24 del giorno precedente la partenza.
Con il Carnet 10 Viaggi, invece, potete risparmiare il 20% rispetto al prezzo del
biglietto base per viaggi sui treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca.
In pratica si comprano 10 biglietti al prezzo di 8.
Per chi ha tra i 12 e i 26 anni non compiuti o più di 60 vi sono poi altre possi-
bilità di risparmio costituite dalla Carta Verde e dalla Carta d’Argento, entrambe
con validità annuale. La prima costa 40 euro e dà diritto allo sconto del 10% sui
biglietti a tariffa base su tutti i treni nazionali. La Carta Argento costa 30 euro (ma
è gratuita per gli over 75) e prevede sconti del 15% sui biglietti base nazionali.

Viaggi internazionali? Le offerte “volo+treno”


Per coloro che devono fare voli intercontinentali ma abitano in città diverse da
quella dell’aeroporto di partenza, possono essere interessanti le convenzioni
stipulate da Trenitaliua con alcune compagnie aeree. Ecco quelle in vigore
al momento in cui scriviamo (per aggiornamenti vi consigliamo di visitare il
sito di Trenitalia).

104
I trasporti

Chi vola con Qatar Airways può raggiungere le stazioni di Roma, Milano e
Venezia con sconti del 30% in prima classe o livello Business e del 20% in
seconda classe o livello standard, calcolati sul prezzo base intero. I biglietti
del treno scontati, per viaggiare lo stesso giorno in cui è previsto il volo, si
possono comprare solo nelle agenzie di viaggio abilitate Trenitalia. Sono
previsti sconti simili per chi viaggia con Emirates, da Milano, Bologna,
Venezia e Roma, Air Canada, da Roma, Milano e Venezia, Air Transat, da
Roma, Venezia e Lamezia, Singapore Airlines da Roma e Milano.

Il low cost da prendere al volo


Anche sul prezzo dei biglietti aerei è possibile risparmiare un bel po’.
La diffusione dei voli low cost ha reso abbordabili anche destinazioni un
tempo proibitive. Basta acquistare per tempo i biglietti e sapersi districare tra
le promozioni che a volte sono molto sibilline. Affollano i cieli con le loro
offerte a prezzi stracciati e hanno reso possibile per molti di noi concedersi
qualche lusso a bassissimo costo. Si chiamano Ryan Air, Easy Jet, Transavia,
Vueling, Air Berlin, Meridiana, German Wings: sono circa una quarantina in
Europa le compagnie aeree che praticano una politica di prezzi bassi. Le offerte
che reclamizzano sembrano sempre allettanti, ma c’è una serie di limitazioni
e una lunga lista di extra da tener presenti al momento della prenotazione.
I prezzi infatti sono bassi prima di tutto perché le compagnie risparmiano
all’osso su una serie di voci di costo. Se vi accontentate potreste in alcuni
casi fare davvero un affare, ma queste società tendono sempre di più a lasciar
fuori dal prezzo del biglietto qualsiasi cosa che possa passare per optional.
E in questo modo fanno lievitare il costo finale del biglietto.
Imbarcate un bagaglio? Pagate 20 o 30 euro. Una bibita a bordo? Costa da 3 a
5 euro. Qualche bagaglio dalla forma strana (chitarra, bicicletta)? Altri euro da
sborsare extra. Così come si paga a carissimo prezzo ogni chilo di bagaglio che
eccede i limiti massimi, sempre più striminziti. Allora sì, è vero, è possibile tro-
vare l’offertona della vita per andare a Parigi al prezzo di una serata in pizzeria,
ma bisogna tenere gli occhi aperti su costi nascosti, limitazioni ed esclusioni.

A cosa stare attenti quando si prenota


Le compagnie aeree contengono i costi grazie a un oculato impiego del
personale. Quindi i biglietti vi toccherà farveli da soli online, più raramente
sono disponibili servizi telefonici per la prenotazione. Ricordate che spesso
le offerte a prezzo stracciato sono valide solo in alcuni periodi dell’anno,

105
Vivere meglio spendendo meno

di solito i meno ambiti, o coincidono con determinati giorni di partenza e di


arrivo, magari a metà settimana. Chi ha la maggior disponibilità di tempo, sia
per cercare le offerte sia in termini di libertà di scelta del periodo per partire,
può senz’altro fare gli affari migliori.
Il prezzo offerto al pubblico deve essere completo (Regolamento CE 1008/2008).
Lo scopo è permettere agli utenti di fare una scelta consapevole. Oltre all’indi-
cazione del prezzo finale, al momento dell’acquisto devono essere specificate
le seguenti voci di costo:

• la tariffa aerea applicata su passeggeri e merci;


• le tasse;
• i diritti aeroportuali (cioè quanto pagato per l’utilizzo di beni e servizi messi
a disposizione in aeroporto);
• altri diritti o tasse.

Una tecnica usata dalle compagnie, però, è quella di allettare i potenziali clienti
con prezzi molto bassi e contemporaneamente trasformare in extra qualunque
esigenza il viaggiatore possa avere. Alla tariffa della pubblicità, sempre che
siate riusciti ad acciuffarla scegliendo di volare nei giorni e negli orari cui si
riferiva, vanno aggiunti quindi tutti i supplementi che vengono applicati dalle
compagnie per servizi come il pagamento con carta di credito, la copertura

Agenzie di viaggio online: commissioni


non dovute
Passate al setaccio tutti i siti che offrono viaggi a prezzi scontati e, finalmente, trova-
te quello che fa per voi. Tutto bene fino a quando non arriva il momento di pagare:
scegliendo la carta di credito come metodo di pagamento il prezzo lievita. È una
prassi contro la quale ci stiamo battendo da anni, ma purtroppo molti siti di com-
pagnie aeree e agenzie di viaggi online continuano a farlo nonostante le numerose
sanzioni da parte dell’Antitrust, arrivate dopo le nostre segnalazioni fatte grazie ai
casi che ci hanno raccontato tanti consumatori. Nel 2016, l’Antitrust ha multato per
questo motivo due compagnie aeree: Norvegian Air Shuttle e Blue Air. Dopo aver
fatto segnalazioni all’Agcm, abbiamo deciso di inviare 5 diffide alle principali agen-
zie di viaggio online tutte accomunate da questa pratica illecita: eDreams, Lastmi-
nute, Opodo, Expedia, Volagratis. Non devono continuare ad applicare commissioni
aggiuntive e devono rimborsare i clienti di quanto hanno pagato illecitamente.

106
I trasporti

assicurativa, l’imbarco del bagaglio ecc. In realtà le compagnie utilizzano proprio


questo tipo di extra per gonfiare il prezzo finale del biglietto, diminuendo per
esempio il numero di chili che è consentito portare come bagaglio a mano e
facendo pagare un tot per ogni collo imbarcato al check-in, cosicché capita
spesso di trovarsi a pagare in più per il lusso di portare un bagaglio con sé
che per il biglietto aereo vero e proprio.
Quanto alla commissione per il pagamento con carta di credito, si tratta di
una richiesta assurda, dal momento che la carta di credito è l’unico strumento
con cui è effettivamente possibile pagare. Perché allora le compagnie non
conteggiano il plus direttamente nel prezzo del biglietto pubblicizzato?
Anche sulle polizze assicurative c’è poca chiarezza: una copertura non è
affatto obbligatoria per viaggiare, ma nei siti di alcune compagnie low cost
è necessario cliccare su un’apposita finestrella per indicare che non si vuole
l’assicurazione, altrimenti ci si ritrova assicurati quasi senza accorgersene, e
il prezzo del biglietto sale.

Alla ricerca del risparmio reale


Dal momento che la concorrenza ha imposto alle compagnie di linea di rive-
dere le proprie politiche sui prezzi, se più compagnie coprono la stessa tratta,
vale sempre la pena verificare che la low cost sia effettivamente la meno cara.
Non bisogna comunque farsi troppe illusioni sul fatto di poter davvero volare
per pochi spiccioli. Le tariffe civetta, come abbiamo visto, non tengono in
nessun conto supplementi ed extra vari, inoltre sono generalmente disponibili
per pochi posti su ogni volo, prenotando con molto anticipo e accettando di
volare in giorni e periodi particolari.
Il modo migliore per risparmiare è quindi quello di prenotare con il giusto
anticipo, cioè due o tre mesi prima, tenendo conto delle promozioni e con-
frontando le proposte. In generale più ci si avvicina alla data della partenza
più i prezzi tendono ad aumentare; mentre prenotando con troppo anticipo
si pagano le tariffe standard. Prima di acquistare il biglietto è sempre bene
informarsi sulle restrizioni legate al tipo di tariffa scelto. Quelle a prezzo strac-
ciato comportano in genere maggiori limitazioni: non si può cambiare data,
è impossibile ottenere un rimborso. Tenetene conto se state prenotando con
largo anticipo e non siete sicurissimi di partire.

I siti per prenotare un low cost


Per acquistare i biglietti aerei con le compagnie a basso prezzo, confrontare le
tariffe, esplorare quando sia più conveniente partire, l’unico modo è visitare i
loro siti. A seconda della città di partenza e della meta desiderata vi converrà

107
Vivere meglio spendendo meno

rivolgervi a una specifica compagnia low cost. Un paio sono europee le altre
sono specializzate in alcune aree del continente.
Vi segnaliamo le principali.

• Air Berlin Compagnia tedesca con voli in partenza da vari scali italiani con
destinazioni in Europa e resto del mondo: www.airberlin.com.

• Brussels Airlines È una compagnia belga che gravita su Bruxelles come


aeroporto principale e opera anche in Itala con voli per varie destinazioni
europee: www.brusselsairlines.com.

• Easy Jet Vola in tutta Europa con voli in partenza da numerosi aeroporti
italiani: www.easyjet.com.

• Meridiana Compagnia italiana che offre voli nazionali e internazionali tra i


principali scali del paese: www.meridiana.it.

• Ryan Air Vola in tutta Europa e ha voli in partenza da oltre venti aeroporti
italiani: www.ryanair.com.

• Transavia Compagnia olandese, ha voli in partenza da alcuni scali italiani


con destinazione Amsterdam, Parigi e qualche altra città francese e olan-
dese: www.transavia.com.

• Vueling Compagnia spagnola con voli in partenza da diverse città italiane


verso varie località europee: www.vueling.com.

108
Gestire i soldi
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Quanto vi costa la gestione del vostro denaro? Tenere i soldi su un conto
corrente, utilizzare una carta di credito, pagare una bolletta, fare un bonifico
o ritirare contante: sono operazioni che svolgiamo quotidianamente e spesso
siamo abituati a dare per scontato che l’istituto di credito che abbiamo scelto
chissà quanti anni fa non sia peggiore degli altri e quindi gli restiamo fedeli.
Parliamoci chiaro, chi è che ha voglia e tempo di mettersi ad analizzare davvero
nel dettaglio il resoconto sulle condizioni del conto corrente che in base alla
legge sulla trasparenza bancaria la nostra banca è obbligata a mandarci di tan-
to in tanto? Appurato che gli interessi sono bassi, se non bassissimi, in genere
tendiamo a rassegnarci al fatto che la banca guadagni su cose come i giorni di
valuta, le operazioni che ci fa pagare, lo scoperto. Eppure non è così. O meglio,
nessuna banca fa favori a nessuno, ma alcune banche e alcune tipologie di conto
possono far meglio al caso nostro e consentirci un risparmio concreto.

Scegliere il conto
Qual è quello giusto? Dipende dall’uso che se ne fa, da quanti soldi ci sono in
media in giacenza, quante operazioni vengono fatte, che cosa può servire. Vediamo
a cosa stare attenti, quali aspetti valutare nella scelta e quali conti specifici esistono.
Vivere meglio spendendo meno

L’Abc del conto corrente


È un contratto tra la banca e il cliente in base al quale l’istituto offre al corren-
tista, in cambio del deposito di denaro, un insieme di servizi di pagamento,
incasso, addebito e accredito. Tra le operazioni possibili sul conto corrente ci
sono l’accredito dello stipendio e della pensione, il pagamento e l’emissione
di assegni e bonifici, i Rid (pagamenti diretti fatti tramite conto corrente, come
per esempio la domiciliazione bancaria delle bollette), l’emissione della carta
Pagobancomat e della carta di credito. Il conto può essere anche cointesta-
to con una o più persone: se è a firme disgiunte ogni intestatario può fare
autonomamente le operazioni di conto, se invece è a firme congiunte ogni
operazione richiede la firma di tutti gli intestatari.
Per scegliere il conto corrente non bisogna basarsi solo sul canone mensile o
sul tasso d’interesse offerto dalla banca, che può sempre cambiare, ma occorre
valutare il costo totale annuo del conto, dato dalla differenza tra gli interessi
attivi sulle somme in giacenza (i vostri soldi depositati) e i costi legati alle
operazioni che fate durante l’anno, oltre alle spese di bollo pari a 34,20 euro
(pagati allo Stato), che non si pagano se la giacenza media annua è inferiore
ai 5.000 euro. Se poi avete un deposito titoli pagherete lo 0,2% del valore dei
titoli ogni anno. Vanno inoltre tenuti in considerazione i costi di bancomat e
carta di credito se vi interessa averli.
Se usate il bancomat per prelevare dagli sportelli Atm di altre banche potreste
dover pagare una commissione che in genere è di 2 euro a prelievo. Se vi rendete
conto che queste spese sono previste dal vostro contratto potete comunque
negoziare con la banca per un cambiamento delle condizioni: minacciando di
cambiare istituto, per sceglierne uno che vi tratti meglio sotto questo profilo,
potrete forse ottenere ciò che chiedete. Non viene invece fatta pagare alcuna
commissione nel caso di prelievi presso sportelli automatici della banca che
ha emesso il bancomat. Per prelevare contanti preferite comunque sempre la
tessera bancomat alla carta di credito. Infatti nel secondo caso l’operazione è
considerata un “anticipo di contante” e prevede dunque delle spese consistenti
pari in genere al 4% dell’importo prelevato (se prelevate 200 euro vi saranno
applicati 8 euro di commissioni).
Valutate bene anche il costo della carta di credito offerta dalla banca in
cui avete il conto. Potreste trovare offerte migliori altrove. Infatti, ci sono
molte società emittenti che offrono carte di credito interessanti anche a chi
non è correntista. Verificatelo in modo facile utilizzando la nostra banca
dati www.altroconsumo.it/soldi/carte-di-credito. Il pagamento dell’estratto
conto avviene tramite addebito sul conto corrente.
Spesso fare le operazioni online piuttosto che allo sportello vi permette di
risparmiare. Informatevi presso la vostra banca se è possibile attivare l’accesso
alle più comuni procedure online per il vostro conto. I bonifici, per esempio,
sono in alcuni casi gratuiti, senza contare che avrete modo di controllare senza

110
Gestire i soldi

fatica, ogni volta che lo desiderate, estratto conto e lista movimenti. Alla banca
conviene: più clienti svolgono queste operazioni online, meno code ci saranno
allo sportello. Se il vostro istituto vi richiede un pagamento per questo servizio
fategli presente che la convenienza nel fornirvelo gratis è prima di tutto loro.
Non buttate i documenti che la banca vi invia: servono a tenere sotto controllo
non solo l’uso del conto e dunque errori di addebiti e scritturazioni, ma anche
le possibili variazioni nel trattamento economico. Attenzione, la possibilità di
contestare operazioni registrate sul conto si prescrive in 10 anni.

Niente costi di chiusura


Le condizioni di conto corrente possono cambiare. Il correntista deve essere
avvisato dalla banca almeno 60 giorni prima che siano operative le nuove
condizioni e in questo periodo il cliente ha la possibilità di recedere dal rap-
porto senza spese di chiusura e alle vecchie condizioni (in base all’art.118
del Testo unico bancario). Se la banca non rispetta questo procedimento le
variazioni se sfavorevoli al cliente sono inefficaci.
Tenete presente che se volete chiudere un conto lo potete fare sempre, in
qualsiasi momento, senza che vi vengano applicate le spese di estinzione.
Lo stesso discorso vale anche per le spese di estinzione del deposito titoli, che
deve essere chiuso obbligatoriamente insieme al conto. Anche i titoli devono
essere trasferiti gratuitamente verso il nuovo deposito titoli (la banca può
chiedere solo il rimborso delle spese sostenute e documentate).
Le banche dovrebbero rendere il più agevole possibile la chiusura del conto,
ma purtroppo non lo fanno. Per esempio, se si sono pagati canoni annuali del
bancomat e della carta di credito e queste tessere devono essere restituite al
momento della chiusura, la vecchia banca deve rimborsare il rateo di canone
non utilizzato, cioè quello relativo al periodo dell’anno successivo alla chiu-
sura del conto. Ma esistono istituti che non lo fanno, tenendosi di fatto i soldi
versati anche per il periodo non utilizzato. In questo caso protestate con un
reclamo all’Ufficio clienti della banca e se non risponde entro 30 giorni dal suo
ricevimento, o dà una risposta non soddisfacente, si può fare ricorso all’Arbitro
bancario e finanziario.
Quanto tempo ci vuole davvero per passare da una banca a un’altra? Stando ai
dati forniti dalle stesse banche sul sito dell’Abi, nel migliore dei casi servono
in media 6 giorni, ma per i conti più complessi i tempi si allungano fino a
17 giorni. Se poi al conto sono legati molti servizi si arriva anche a lungaggini
inaccettabili: fino a un mese e mezzo per dire addio alla vecchia banca con
relativi disagi e doppi costi. In questo periodo di transizione, infatti, si con-
tinuano a pagare le spese di gestione, il canone del vecchio conto e quello
nuovo. Una barriera alla mobilità che le Autorità competenti stanno cercando
di eliminare.

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Vivere meglio spendendo meno

Un’arma in più per confrontare le offerte


Nei foglietti informativi dei conti correnti trovate l’Isc, l’Indicatore sintetico del
costo per 6 diversi profili di utilizzo di conti a pacchetto determinati dalla Banca
d’Italia (7 considerando anche il conto ordinario). Vengono indicati per ogni
profilo due Isc, uno relativo a un utilizzo con operazioni fatte prevalentemen-
te allo sportello e l’altro a un utilizzo con operazioni fatte soprattutto online.
Peraltro la Banca d’Italia ha anche introdotto un modello standard di foglietto
informativo, per cui oggi tutte le banche in Italia adottano foglietti con una
struttura identica, con le stesse voci e nello stesso ordine, e questo rende molto
più facile confrontare le offerte. Inoltre tutti i foglietti, datati e aggiornati, devono
essere a disposizione del pubblico oltre che nelle agenzie bancarie anche sui siti
internet delle banche il che è di grande aiuto nella comparazione delle offerte.
L’Isc dei conti correnti ha però dei limiti: non si può considerare un indicatore
onnicomprensivo del costo del conto, per esempio non considera gli oneri
fiscali (34,20 euro), gli interessi attivi sulle giacenze, certo ben poca cosa, e
quelli passivi sul rosso di conto corrente, questi sì consistenti, soprattutto se
si considerano le spese aggiuntive. Per le carte di credito si tiene conto solo
del canone e non delle altre spese legate al loro utilizzo (invio dell’estratto
conto mensile, anticipo di contante, altre spese).
Certo è un passo in avanti per la comparazione delle offerte, ma il costo non
sarà mai quello effettivo legato dunque al vero utilizzo del conto corrente.
Per scegliere il conto più conveniente per il vostro profilo potete utilizzare
il calcolatore che trovate al link www.altroconsumo.it/soldi/conti-correnti.

Conti online
Nel raffronto tra le condizioni praticate dai diversi istituti che operano sul
mercato italiano ci si accorge che spesso i conti più interessanti sono quelli
online. Infatti, offrono tassi d’interesse buoni sulle giacenze e non hanno
spese per le operazioni.
Ma i conti online sono sicuri? È questo il dubbio che tiene lontani milioni di
italiani da prodotti che, per il resto, fanno mangiare la polvere a quelli tradi-
zionali: non solo sono più convenienti e più remunerativi, ma si dimostrano
anche più trasparenti (sul sito si trovano in genere tutte le informazioni su
costi e spese). Anche dal punto di vista della sicurezza questi prodotti non
presentano problemi particolari, se si adottano delle precauzioni, come te-
nere i codici di accesso al sicuro, usare un computer personale e non quello
dell’ufficio per l’accesso, non inserire i propri dati a risposta di e-mail che
sembrano provenire da un istituto di credito ma sono invece sempre tentativi
di phishing, un tipo di frode informatica che mira a carpire dati sensibili.
I metodi adottati dalle maggiori banche italiane per rendere sicure le opera-

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Gestire i soldi

zioni dispositive effettuate online (bonifici, addebiti, ricariche telefoniche ecc.)


sono in genere validi, soprattutto se si tratta di meccanismi di autenticazione
delle operazioni online che si basano sull’abbinamento tra un codice utente
e una password dinamica. Per ottenerla si utilizza una sorta di “chiavetta”
(token) che produce codici “usa e getta” da utilizzare per ogni operazione.
I codici cambiano nel giro di pochi secondi, quindi non sono catturabili, per
impedire ai malintenzionati di entrare nel conto online e fare operazioni a
nostra insaputa.

Quando il conto vede rosso


Se andate in rosso sul conto corrente oltre agli interessi sul debito vi verranno
applicate altre spese. Se avete un fido pagherete lo 0,5% del valore a dispo-
sizione sul fido a trimestre anche se non lo usate. Altrimenti, sui conti senza
fido si paga una commissione di istruttoria veloce che può arrivare a seconda
della banca anche a 80 euro ogni volta che andate in rosso; non si paga se si
va in rosso nel trimestre una sola volta per non più di 7 gg consecutivi e per
un ammontare non superiore a 500 euro.
Il calcolo degli interessi passivi e attivi (debitori e creditori) deve avere la stessa
periodicità, avvenire nello stesso momento e non deve essere inferiore all’anno.
Il calcolo verrà effettuato il 31 dicembre di ogni anno o, in caso di chiusura
del conto, al termine del rapporto. Gli interessi debitori passivi conteggiati il
31 dicembre di ogni anno diventano esigibili (cioè sono da pagare) il primo
marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati. Almeno 30 giorni
prima che diventino esigibili deve essere inviata dalla banca una comunicazione
al cliente. Il contratto può prevedere termini diversi solo se più favorevoli al
cliente. Ma come pagare gli interessi?

• Il cliente può pagare gli interessi con addebito sul conto o in altro modo
(con assegno, bonifico, in contanti allo sportello).
• Il cliente può autorizzare preventivamente l’addebito degli interessi sul pro-
prio conto corrente ogni primo marzo. L’autorizzazione può essere revocata
in qualsiasi momento prima dell’addebito.

Dopo il primo marzo gli interessi diventano “capitale” e su questi posso-


no essere calcolati nuovi interessi. L’autorizzazione può essere revocata in
qualsiasi momento prima dell’addebito. Per esempio se siete stati in rosso di
500 euro per un anno e dovete pagare alla banca interessi per 75 euro, dopo
il primo marzo, se non avete ancora pagato gli interessi, questi si sommano
ai 500 euro. Gli interessi successivi saranno calcolati così su 575 euro.
Se il cliente non paga o non autorizza l’addebito in conto, diventa inadempiente
determinando i presupposti per l’applicazione anche degli interessi di mora.

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Vivere meglio spendendo meno

Conti deposito per accantonare i risparmi


Costituiscono uno strumento di risparmio e di investimento sicuro, anche se
a rendimento contenuto. Non sono dei conti correnti, offrono tassi d’interesse
più alti, ma su questi depositi, che possono in ogni momento essere ritirati,
non è possibile svolgere le normali operazioni bancarie. Alcune tipologie
di conto prevedono un servizio di alimentazione automatica, per cui ogni
mese dal vostro conto corrente verrà mandata sul conto deposito una cifra
prestabilita.
In molti casi non richiedono il pagamento di bolli, e se ne può aprire anche
più di uno. D’altra parte c’è stato un calo dei rendimenti che si possono
ottenere dai depositi nei conti correnti remunerati e nei conti di deposito.
E se le offerte promozionali di entrata restano allettanti, è anche vero che
durano pochissimo, quindi per avere un’idea della convenienza di un conto
bisogna guardare i tassi base. Se vi colpisce la pubblicità di un conto che
promette il tasso del 3% annuo, siate consapevoli che quella è un’offerta a
tempo e non è detto che duri nemmeno per un anno. Più probabilmente
riceverete quel tasso per alcuni mesi come “nuovo cliente” e poi passerete al
tasso vero, sempre superiore a quello del conto corrente, ma assai inferiore a
quello di ingresso. Attenzione inoltre ai vincoli di durata; spesso si ottengono
rendimenti allettanti solo se si tengono i soldi in deposito per almeno un anno.
Se si decide di ritirare il denaro prima, si perde il rendimento di favore e ci si
deve accontentare del tasso base. Dunque nelle pubblicità fate attenzione a
tutto quello che viene riportato in caratteri minuscoli nelle note.
I rendimenti al momento in cui scriviamo raramente superano l’1,5%, in caso
di depositi vincolati invece il tasso può essere anche del 2,5% lordo. L’imposta
sostitutiva è del 20%. Sono interessanti solo per chi non se la sente di rischiare
con prodotti come fondi o azioni, e si accontenta di rendimenti contenuti ma
certi. Meglio preferire prodotti che non fanno pagare il bollo.

E se la banca fallisce?
Si tratta di una prospettiva assai remota, ma certo in questi tempi la doman-
da viene posta da più di un correntista, preoccupato della sorte dei propri
risparmi. In realtà i depositi bancari, compresi quindi quelli custoditi nei conti
deposito, sono garantiti. Esiste un fondo interbancario, al quale aderiscono
praticamente tutte le banche che operano in Italia, che tutela i correntisti
in caso di fallimento di una banca. La copertura è pari a 100.000 euro a
persona e a banca. Se una stessa persona ha conti in due banche diverse,
entrambi i conti sono garantiti per un massimale di 100.000 euro. Se il conto
è cointestato, per esempio a marito e moglie, la copertura è raddoppiata, e
sale perciò a 200.000 euro.

114
Gestire i soldi

Ma che significa “garantito”? Vuol dire che nell’improbabile eventualità del


fallimento di una banca, si attingerà al fondo costituito da tutte le banche
che aderiscono per restituire ai correntisti dell’istituto fallito gli importi che
ciascuno aveva depositato presso quella banca, fino a un massimo di 100.000
euro, appunto. Quindi chi aveva sul conto 120.000 euro ne perderà in caso
di fallimento soltanto 20.000. Sarebbe meglio dunque lasciare in un istituto
bancario non più di 100.000 euro per eliminare del tutto il rischio di perdite
per default. Il termine di rimborso è di 20 giorni lavorativi, prorogabili dalla
Banca d’Italia in circostanze del tutto eccezionali di altri 10 giorni, a decorrere
dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione
coatta amministrativa. Il sito del Fondo interbancario di tutela dei depositi è:
www.fitd.it. Per un elenco completo delle banche consorziate potete andare
su: www.fitd.it/Chi_Siamo/Banche_consorziate.

Giocare bene le proprie carte


Il denaro elettronico è sempre più diffuso nel nostro paese, anche se rispetto
alla media europea l’Italia resta ancora indietro. Eppure si tratta di un mezzo
di pagamento comodo, perché consente di non portare con sé troppe banco-
note, e sicuro, grazie a una normativa che tutela bene il consumatore, purché
rispetti poche e semplici regole di comportamento.
Esiste infatti una rete di sicurezza efficiente per tutelare i titolari in caso di
furto, smarrimento o clonazione della carta di credito. Il Decreto Legislativo
11/2010 limita la responsabilità del titolare della carta a un massimo di 150
euro prima del blocco a seguito di furto o smarrimento, purché l’emittente
sia stato avvertito tempestivamente e sia stata rapidamente bloccata la carta.
E presso l’Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento del Ministero
dell’Economia (Ucamp) è stato istituito un archivio dove confluiscono tutte
le informazioni sulle transazioni irregolari, dando vita a un monitoraggio uti-
lissimo ai fini della prevenzione delle frodi.

Carta di credito
Permette al titolare di pagare acquisti di beni e servizi o di prelevare denaro
dagli sportelli Atm, in Italia e all’estero, addebitando tutti gli utilizzi del perio-
do in un’unica soluzione (in genere il 10-15 del mese successivo) sul conto
corrente. Esistono carte a saldo, revolving o option.
Le carte a saldo sono caratterizzate dall’addebito in un’unica soluzione sul c/c
del saldo dell’estratto conto, le carte revolving rateizzano il saldo dell’estratto

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Vivere meglio spendendo meno

conto (quindi sono da considerare come strumenti di finanziamento a tutti gli


effetti), le carte option sono carte a saldo che su richiesta del titolare possono
diventare revolving (e viceversa).
Per ottenere una carta di credito bisogna essere maggiorenni e avere un conto
corrente su cui addebitare gli utilizzi. Le carte possono essere usate per pagare o
prelevare solo nell’ambito del circuito di riferimento (Visa, Mastercard, American
Express,). Per scegliere dovete prendere in considerazione due elementi:

• il costo, e dunque la convenienza economica della carta, calcolata tenendo


conto del canone annuale e di tutte le spese legate all’uso (invio dell’estratto
conto, anticipi di contante, uso all’estero, pagamento della benzina). È per
questo motivo che Altroconsumo quando mette a confronto le carte sul mer-
cato si basa su un profilo-tipo che corrisponde a quello del titolare medio;
• l’estensione del circuito di riferimento della carta, vale a dire la rete di
banche ed esercizi commerciali in cui la carta può essere usata. Scegliete i
circuiti più diffusi per potere usare il più possibile la carta, anche all’estero
(i migliori da questo punto di vista sono Visa e Mastercard).

Carte a confronto
Non scegliete a priori la carta offerta dalla banca in cui avete il conto corrente,
ma confrontate le offerte del mercato. Potete scegliere una carta di credito di
un emittente diverso dalla vostra banca senza aprire un nuovo conto: l’estratto
conto della carta si può pagare con un addebito sul vostro conto corrente.
Per scegliere la carta tenete conto del canone annuale, del costo di invio
dell’estratto conto (uno per ogni mese in cui la carta è stata utilizzata), delle
commissioni per l’anticipo di contante e infine dell’imposta di bollo (uguale
per tutte le carte: pari a 2 euro, che si paga per ogni estratto conto di saldo pari
o superiore a 77,47 euro). Alcune carte non fanno pagare l’imposta di bollo.
Il calcolatore per scegliere la carta migliore è all’indirizzo www.altroconsumo.it/
soldi/carte-di-credito.

Spese sotto controllo


Per porre un freno a esborsi inutili e commissioni potete fare due cose. Evitate il
più possibile di usare la carta di credito per prelevare soldi, perché le commis-
sioni richieste possono essere molto alte, e chiedere di ricevere l’estratto conto
online, per azzerare i costi di invio (fatelo anche per la carta Altroconsumo).
Esistono alcuni servizi offerti gratuitamente dalle banche (se sono a paga-
mento non li attivate), che consentono di tenere la carta sotto controllo con
più facilità. Si va dall’Sms alert alla possibilità di controllarne i movimenti

116
Gestire i soldi

online. Nel primo caso si riceve un messaggio sul telefonino ogni volta che
si utilizza la carta, di solito quando la spesa supera un certo importo. Così
si viene a conoscenza subito dell’eventuale uso fraudolento. Anche avere la
possibilità di controllare online i movimenti della carta (basta registrarsi sul
sito dell’ente emittente) è un utile alleato contro le truffe, oltre che un modo
rapido e comodo per avere sempre sott’occhio quali spese abbiamo fatto e
non ritrovarsi impreparati al momento dell’arrivo dell’estratto conto.

Cambiare carta
Il titolare della carta può in qualsiasi momento recedere dal contratto senza
doversi attenere a dei termini ben precisi rispetto alla sua scadenza, pena il
rinnovo automatico per l’anno successivo e quindi l’addebito del canone annuale.
Se avete la carta di credito della banca in cui avete il conto corrente e vo-
lete chiudere il conto, nella maggior parte dei casi dovrete restituire anche
la carta di credito. Sappiate però che è previsto che in caso di recesso dal
contratto il cliente ha diritto alla restituzione delle spese pagate in un’unica
soluzione per la parte relativa al periodo successivo al recesso. Se cambiate
banca ad agosto, dovrete riavere indietro la parte di quota annuale della
carta già versata per i mesi da settembre a dicembre.

Titolari Altroconsumo
Dal 2000 è disponibile per tutti i soci la carta di credito Altroconsumo, emessa
da Banca Sella e legata al circuito Visa con costi e condizioni contrattuali tra le
migliori sul mercato: il suo costo annuale è di soli 10 euro, ma è gratuito per il
primo anno. Trovate maggiori informazioni sulla carta di credito Altroconsumo
all’indirizzo www.altroconsumo.it/vantaggi alla sezione Soldi.
In alternativa, potete utilizzare il nostro comparatore per verificare le carte
migliori per il vostro profilo personalizzato di utilizzo, oppure per dei profili
tipo costruiti da Altroconsumo. È disponibile sul sito www.altroconsumo.it/
soldi/carte-di-credito.

Carte revolving: da evitare


Più che di carte di credito si tratta di veri finanziamenti con tassi di interesse
altissimi, quindi da evitare a favore di prestiti personali o anche dello scoperto
di conto corrente. Con la revolving il titolare ha una linea di credito utilizza-
bile in qualsiasi momento come una carta di credito che, però, consente di
ripagare a rate la spesa effettuata: una flessibilità che costa cara. In base alle

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Vivere meglio spendendo meno

rilevazioni periodiche di Banca d’Italia il tasso medio per il credito revolving


è attualmente del 16,35% e il tasso massimo oltre cui scatta il reato di usura
per questa forma di credito è il 24,35%. Dei valori dunque elevatissimi che
rendono poco convenienti queste carte. Rientrano nel Taeg di questi strumenti
anche l’invio dell’estratto conto e l’imposta di bollo oltre che il canone annuo.

Prepagate: qualche mito da sfatare


Le carte prepagate funzionano come le ricaricabili dei cellulari. Permettono
di prelevare dagli sportelli automatici e di pagare nei negozi che aderiscono
al loro circuito di riferimento. Prelievi e pagamenti possono essere fatti entro
i limiti del denaro caricato in banca o in posta.
Sono carte di debito, come il bancomat, perché gli utilizzi sono addebitati nel
momento stesso in cui sono fatti e non è possibile usare la carta oltre l’importo
caricato. La stessa carta può essere ricaricata più volte fino alla scadenza. Per
acquistare una prepagata non è necessario avere un conto corrente, inoltre
queste carte possono essere emesse a favore di un minore, purché autorizzato
da un maggiorenne che si assume la responsabilità dell’uso.
Altroconsumo le ha sempre sconsigliare perché rispetto alle carte di credito
danno meno garanzie e costano di più. Sono davvero consigliabili soltanto
in due circostanze:

• per chi vuole fare acquisti online e non ha una carta di credito;
• per chi vuole dare una riserva di denaro a un figlio minorenne che va in
vacanza da solo, visto che si possono ricaricare anche a distanza.

Le prepagate però non sono tutte uguali: anche per questi prodotti vale il prin-
cipio che scegliendo quella più conveniente potete risparmiare un po’.

Più costose, non più sicure


Le carte prepagate non prevedono un canone annuo come le carte di credito,
ma solo un costo all’emissione. La loro durata va, a seconda dell’emittente,
dai 3 ai 10 anni.
In generale il loro costo è elevato perché bisognerà pagare una sfilza di
commissioni:

• di ricarica, che possono arrivare fino a un massimo di 3 euro. Con la ricarica


online, di solito possibile solo per i clienti correntisti della banca, i costi
scendono. Alcune carte prevedono anche la ricarica presso le ricevitorie
Sisal; il costo arriva fino a 3 euro a ricarica;

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Gestire i soldi

• per il blocco della carta. Molte carte non applicano nessuna spesa per il blocco,
quelle che le prevedono fanno pagare 5 euro, ma si arriva anche a 10 euro;
• per il rimborso del residuo. In genere il rimborso dell’importo residuato
può essere richiesto in qualunque momento entro 12 mesi dalla scadenza
della carta. L’operazione di rimborso di solito è gratuita. Alcune carte hanno
una limitazione importante: permettono il rimborso del residuo solo se il
valore è superiore a un minimo, in genere di 10 euro;
• per il prelevamento dagli Atm. È diverso a seconda che il prelevamento
avvenga in Italia in Atm dell’ente emittente, oppure nella Ue o ancora in
paesi extraeuro. In molti casi sono gratuiti i prelievi Atm fatti dagli sportelli
automatici della banca che ha emesso la carta;
• sul tasso di cambio. Quando la carta è usata in paesi extraeuro, per prelevare
o per pagare, gli utilizzi vengono convertiti in euro a un tasso di cambio
fissato giornalmente dai circuiti di appartenenza della carta e gravati da una
commissione compresa tra lo 0,5% e il 3%;
• per l’invio dell’estratto conto. In genere non è previsto un e/c mensile, le
operazioni e i saldi vengono controllati su internet oppure via Atm. Alcune
banche offrono un servizio telefonico, che non è sempre un numero verde,
oppure un sms informativo per ogni utilizzo della carta, in genere gratuito.

In conclusione, è evidente che questi strumenti non sono così economici


come si potrebbe pensare, anche rispetto a una tradizionale carta di credito,
perché pur non avendo un canone annuale (ma ormai anche molte carte di
credito sono gratuite) ogni utilizzo ha un costo.
Nel corso degli ultimi anni il mercato delle carte prepagate è cresciuto no-
tevolmente, soprattutto in Italia. A fare la parte del leone sono le Poste,
con PostePay. Ma anche le offerte da parte degli istituti di credito sono nu-
merose: la banca dati di Altroconsumo conta ben 140 carte. La trovate su
www.altroconsumo.it/soldi/carte-di-credito.
Si tratta di un fenomeno che si accompagna all’aumento dell’e-commerce, trai-
nato in particolar modo dalla grossa pubblicità che spinge queste carte come i
mezzi di pagamento più “sicuri” per acquisti su internet. In Italia si ha paura di
usare la carta di credito in rete. La pubblicità delle prepagate sembra far leva
proprio su questa paura, proponendosi come soluzione a questo problema.
Ma è davvero così? Bisogna dire che la legge italiana protegge a sufficienza
i possessori di carte di pagamento, facendo ricadere tutte le eventuali con-
seguenze sugli enti emittenti o sugli esercenti e non sui consumatori: infatti
per gli usi fraudolenti nella rete l’ente emittente è obbligato a riaccreditare le
somme al possessore della carta senza la franchigia dei 150 euro prima del
blocco stabilita per gli acquisti nei negozi. Quindi la carta di credito è sicura
sul web, basta controllarne spesso i movimenti e contestare in fretta eventuali
addebiti errati. La prepagata, invece, non fa altro che risolvere i problemi
degli emittenti e degli esercenti, rimpinguando le loro tasche senza che

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Vivere meglio spendendo meno

per loro vi sia alcun anticipo di denaro né alcun rischio, e non fornisce
alcuna garanzia aggiuntiva al titolare. Anche le prepagate comunque go-
dono della protezione prevista dall’articolo 62 del Codice del Consumo
per l’utilizzo online; il consumatore che contesta l’uso fraudolento della
carta online ha diritto al riaccredito delle somme.

I pagamenti via app nei negozi.


Nell’ultimo anno si sono diffuse moltissimo app per smartphone che in realtà
sono carte di credito prepagate e virtuali utilizzabili via cellulare. Una volta
scaricate e impostate con i nostri dati e le disposizioni di sicurezza del caso,
possiamo usarle come fossero del denaro virtuale.
Il sistema prevede che vi si carichi del denaro (dal proprio conto corrente),
come se fosse una carta prepagata, e poi, attraverso la tecnologia Nfc (Near
field communication, ossia comunicazione in prossimità tra due dispositivi)
con il cellulare e qualche clic lo si usi per pagare nei negozi, senza nessun
altro passaggio intermedio. Infatti si fa un bonifico o un accredito verso il
conto di moneta elettronica del commerciante.
A oggi, a fornire questo servizio sono (anche se ancora poco diffusi) 2PAY,
Satispay ed Hype. Si tratta di sistemi di pagamenti elettronici svincolati dalle
banche, dai circuiti e dal sistema delle commissioni che in un colpo solo of-
frono vantaggi sia ai clienti che ai commercianti.
Ai primi, del tutto a costo zero, permettono di liberarsi dei contanti (con tut-
to quel che comporta per l’incolumità di chi li porta indosso) e sono sicuri,
perché protetti da un sistema di password e perché soggetti alle stesse norme
delle carte prepagate. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata dal Politecnico
di Milano, ognuno di noi ripone molta più attenzione verso il cellulare che
verso il portafogli e, in caso di smarrimento, impiega 15 minuti a accorgersi
di non avere il cellulare contro le circa 2 ore necessarie a accorgersi di non
avere più il portamonete. Infine, dettaglio non da poco, le app di pagamento
spesso riconoscono programmi di cashback che consentono agli utenti di
avere sconti o accesso a promozioni dedicate nei negozi che accettano questo
tipo di pagamento: per ogni pagamento con la app nei negozi aderenti vie-
ne riconosciuto un ritorno al cliente che potrà essere usato in qualsiasi altro
esercizio aderente all’app.
Per quel che riguarda i commercianti, invece, il vantaggio sta nel tagliare o
elidere del tutto i costi e le commissioni perché, accorciando il numero dei
passaggi e di operatori coinvolti, anche le commissioni da versare si riducono.
I pagamenti via app, dunque, potrebbero costituire la quadratura del cerchio,
ma per ora sono davvero poco diffusi: Satispay, la più nota, conta 40mila utenti
(di cui solo metà attivi) e 4.500 esecizi convenzionati in tutta Italia; Hype (non
stiamo parlando del pagamento con carta Mastercard digitalizzata ma di quel-

120
Gestire i soldi

lo via app peer to peer senza circuito) sta facendo delle sperimentazioni solo
nella città di Biella e 2Pay risulta diffusa soprattutto in Veneto. Così, anche se
la strada sembra essere quella giusta, è ancora tutta da percorrere.

Pagamenti online
Secondo dati del Consorzio Netcomm gli acquisti online degli italiani hanno
raggiunto il valore di 20 miliardi di euro. Per intenderci, il mercato italiano
è ancora molto indietro rispetto per esempio a quello inglese, ma il ritmo di
crescita rivela un impeto in avanti importante per la nostra economia.
Molti operatori del settore prevedono inoltre che la crisi spingerà sempre di più
gli italiani sul web alla ricerca di occasioni di risparmio. Quindi, i 16 milioni
di italiani che oggi fanno shopping nei negozi virtuali, pari all’87% di coloro
che navigano in rete, sono destinati a crescere e a spendere sempre di più:
già siamo passati dai 1.050 euro del 2011 ai 1.600 euro del 2016.

Come si paga
Quando compriamo preferiamo pagare con carta di credito o carta prepagata
(49,8% dei casi). Un altro sistema abbastanza utilizzato (36,6%) è Paypal: il noto
portafoglio elettronico che permette di pagare solo con email e password senza
immettere ogni volta i dati personali, che molti siti di commercio elettronico
o aste online ormai adottano. Per usarlo, occorre associare il conto bancario
o la carta di credito, bancomat o prepagata.
È ancora alta la percentuale di persone che non si fida e preferisce mezzi di
pagamento considerati più sicuri, quando i negozi online lo permettono: il
4,3% degli italiani paga con contrassegno; il 2,6% con bonifico bancario, il
3,7% con altri sistemi di pagamento.

La carta di credito batte tutti


La conclusione cui siamo giunti, paragonando tra loro pregi e difetti dei vari
sistemi di pagamento, è che per chi possiede una carta di credito, questa resta
il sistema di pagamento più conveniente. Le transazioni di pagamento online
sono sicure: basta tenere sotto controllo la documentazione relativa all’uso della
carta. Sono gli esercenti che si accollano i rischi di un sistema che, al momento,
non è perfetto: al cliente basterà solo contestare gli addebiti fraudolenti per
rientrare in possesso del denaro. Per comprare online con carta di credito è
sufficiente inserire il numero e la data di scadenza: proprio l’impossibilità di

121
Vivere meglio spendendo meno

assicurarsi che chi usa la carta sia il suo titolare dà origine alla maggior parte
delle frodi. Quello che può accadere su internet è che vengano fatte ordinazioni
con carte di credito rubate o contraffatte. Esistono alcuni strumenti che servono
a ridurre il rischio a cui si espone l’esercente che accetta i pagamenti online.

• Verified by Visa Tutti gli ordini di pagamento disposti dai titolari di carte di
credito del circuito Visa sono protetti da questo sistema. Quando il titolare
della carta aderisce a Verified by Visa viene attivata una verifica che confronta
le informazioni comunicate con gli archivi in cui sono registrati i dati degli
utenti: viene, per esempio, chiesto di inserire il codice cvv (card verification
value: corrisponde alle ultime tre cifre sul retro della carta) e il codice fiscale
del titolare. Quando si decide di comprare qualcosa online, basta andare
alla pagina dei pagamenti, digitare il numero della carta Visa: apparirà una
mascherina in cui si richiede al titolare la password del Verified by Visa.
La banca verifica la password e la transazione è completata. In questo modo
sia il negoziante sia l’acquirente hanno la certezza dell’identità reciproca.

• Secure Mastercard Questa procedura di identificazione, valida sia per le carte


Mastercard sia per le Maestro, funziona come Verified by Visa. Al momento
dell’acquisto con Mastercard Secure Code il titolare della carta si identifica
con una password personale.

• Altri sistemi La maggior parte degli esercenti online richiedono il cosiddetto


cvc 2 (card validation code 2) o cvv (card verification value): il codice for-
mato dalle ultime tre cifre del numero riportato sulla striscia in cui si firma,
sul retro della carta. Grazie a questo codice si può verificare che la carta sia
valida, che non sia bloccata, che non si superi il limite di acquisto concesso.

Prestiti e finanziamenti
Servono soldi? Dovete acquistare un bene ma non siete in possesso dell’intera
somma necessaria? Potete ricorrere al credito al consumo: ovvero chiedere un
prestito a un istituto bancario o a una finanziaria, e ripagare il debito a rate
mensili per il periodo di tempo che ritenete più consono.

Il prestito personale
È un finanziamento concesso da banche e finanziarie e non legato a uno
specifico acquisto di bene e servizio (come accade per i prestiti finalizzati). Si
ripaga a rate, solitamente mensili, calcolate applicando al capitale finanziato

122
Gestire i soldi

un tasso d’interesse (il Tan, Tasso annuo nominale) che nella maggior parte
dei casi è fisso, anche se sul mercato si trovano anche prestiti a tasso variabile.
Le rate si pagano con bonifico, Rid oppure utilizzando un bollettino postale.
Quanto si può chiedere in prestito? La cifra ottenibile va da 1.000 fino a
100.000 euro. I prestiti di ammontare superiore a 75.000 euro non rientrano
però, attualmente, nella normativa del credito al consumo.
La durata del rimborso, ovvero il tempo a disposizione per restituire la cifra
ottenuta, va da 12 mesi a 20 anni. Per ottenere il finanziamento occorre prima
che l’ente finanziatore valuti l’affidabilità del richiedente con un’istruttoria.

Quanto costa?
Le spese da sostenere per ottenere il prestito personale sono le spese di
istruttoria, quelle di incasso della rata, le spese assicurative che, se sono ob-
bligatorie, devono essere inserite nel Taeg del prestito personale.
Per scegliere il prestito migliore bisogna confrontare le offerte sul mercato.
Il confronto deve essere fatto sulla base del Taeg (Tasso annuo effettivo glo-
bale), che rappresenta il vero costo del finanziamento, perché include, oltre
al tasso d’interesse (Tan) anche le spese da sostenere per ottenere e pagare
il finanziamento, oltre all’imposta pari a 16 euro per prestiti fino a 18 mesi
e allo 0,25% del capitale finanziato per durate più lunghe. Per legge il Taeg
deve essere riportato nei moduli per le informazioni ai consumatori e nelle
pubblicità in cui si reclamizzano le condizioni economiche del finanziamento.
Alcune banche erogano i prestiti solo ai loro clienti e quindi per darvi il fi-
nanziamento chiedono di aprire un conto presso di loro. Tenetene conto nella
scelta, perché questo implica in genere costi aggiuntivi. Peraltro, secondo le
nuove disposizioni di legge, anche il costo del conto corrente va inserito nel
Taeg se è obbligatorio per avere il prestito alle condizioni pubblicizzate.

A cosa fare attenzione


Diffidate delle pubblicità in cui il Taeg è relegato in una noticina a pie’ di
pagina: verificate il valore riportato usando il comparatore presente sul sito
www.altroconsumo.it/soldi/mutui.
Ogni trimestre la Banca d’Italia pubblica i tassi medi delle operazioni di fi-
nanziamento ai fini della definizione del tasso usuraio. I tassi medi vengono
aumentati di un quarto e al valore così ottenuto si aggiungono altri 4 punti
percentuali. La differenza tra il tasso soglia e il tasso medio non può essere
superiore a 8 punti percentuali.
Per darvi un’idea, fino a marzo 2017 il tasso medio per i prestiti personali era
pari a 10,49% e il tasso massimo ai fini dell’usura per questo tipo di prestiti era

123
Vivere meglio spendendo meno

pari a 17,1125%. Secondo la legge i tassi di un prestito che superano il tasso


usuraio sono considerati nulli (è necessario un provvedimento del giudice) e
il tasso applicato sarà pari al tasso nominale minimo dei Bot annuali emessi
nei dodici mesi precedenti la conclusione del contratto (nel 2016 il valore è
stato negativo e pari a -0,238%).
Leggete sempre attentamente il contratto prima di firmarlo. Nessuna condi-
zione economica o giuridica vi può essere applicata se non è riportata per
iscritto sul contratto. In base alla legge sulla trasparenza, avete anche il diritto
di chiedere gratis una copia del contratto prima della firma e comunque il
modulo Iebcc (Informazioni europee di base per il credito ai consumatori),
un modulo standard e personalizzato utilissimo per il confronto delle offerte.
Per legge chi ottiene un prestito personale ha sempre la possibilità di estin-
guerlo anticipatamente.
La legge stabilisce anche un valore massimo per la commissione o le altre
spese chieste per l’estinzione anticipata, che attualmente non possono superare
complessivamente l’1% dell’importo rimborsato anticipatamente e lo 0,5% se
il rimborso avviene nell’ultimo anno di vita del prestito. Inoltre l’indennizzo
non si pagherà se il capitale residuo è pari o inferiore a 10.000 euro.

Finanziamenti
Di certo la crisi ha ridotto anche i finanziamenti di credito al consumo, ma
rimane comunque una rilevantissima quantità di soldi che ogni anno gli italiani
chiedono in prestito per pagare gli acquisti più diversi, dal televisore nuovo
al conto del dentista.
Conviene comprare a rate? Tutto dipende dalle condizioni del finanziamento.
Per valutarne la convenienza è necessario confrontare tra loro più contratti e
paragonare non solo il Tan ma anche il Taeg, che rappresenta il reale costo
del finanziamento.
La normativa antiriciclaggio in vigore in Italia impone alla banca o alla finanziaria
di identificare sempre il cliente richiedendo un documento di identità e il codice
fiscale, oltre naturalmente a un documento che attesti il reddito percepito dal
richiedente (dichiarazione dei redditi o busta paga). Peraltro questi dati servono
all’operatore per valutare l’affidabilità finanziaria del potenziale cliente.

Pagare puntuali
Le date di scadenza delle rate sono indicate nel contratto e chi vi concede
il finanziamento non vi invierà ulteriori avvisi. Dovete quindi stare attenti a
ricordarvi di pagare regolarmente alla scadenza ogni rata. In caso di ritardato
o mancato pagamento di una o più rate possono infatti esserci conseguenze

124
Gestire i soldi

sgradevoli. Viene applicata una mora sugli interessi dovuti, che quindi risul-
tano maggiorati, e rischiate di finire nella lista dei “cattivi pagatori” ed essere
segnalati agli enti di tutela del credito, che condividono l’informazione con
tutto il sistema bancario e finanziario. Il rischio è insomma di non riuscire più
in futuro a ottenere un prestito o un mutuo.
Perciò se nel periodo di rimborso del debito subentrano delle difficoltà che vi
impediscono di rispettare i termini previsti (anche per una sola rata) è meglio
che contattiate subito la banca o la finanziaria.
Si può provare per esempio a chiedere una rinegoziazione del tasso o la
possibilità di saltare qualche rata; ovviamente dopo il periodo di sospensio-
ne il pagamento riprenderà regolarmente con un allungamento della durata
iniziale del prestito.
Sul nostro sito www.altroconsumo.it/modelli-lettere trovate il modello da
usare per verificare la presenza del vostro nominativo nelle Centrali rischi
private e chiederne la cancellazione.

Assicurazioni
Le stipuliamo nella speranza di non averne mai bisogno, ma questo non vuol
dire che non dobbiamo tenere gli occhi bene aperti prima di acquistare una
polizza. Di quelle sulla casa abbiamo già parlato nel capitolo 4, qui prendia-
mo in considerazione altre tre tipologie: responsabilità civile capofamiglia,
malattia e morte.

Rc Capofamiglia
L’infiltrazione d’acqua che danneggia il soffitto del piano di sotto, il cane
che morde un passante, vostro figlio che in bicicletta rovina un’auto in sosta.
Il Codice Civile (art. 2043 e seguenti) obbliga il capofamiglia a risarcire danni
fisici o materiali causati da lui stesso ma anche da tutte le persone (o animali
o cose) sotto la sua responsabilità. E nella vita quotidiana può capitare spesso.
Le polizze sulla responsabilità civile del capofamiglia coprono proprio queste
eventualità e di solito ne prevedono davvero molte.
Il consiglio è dunque di avere ben presente il contratto che state per firmare,
in modo da poter attivare la copertura ogni volta che questo è previsto. Può
insomma convenirvi stipulare una di queste polizze, specialmente se avete figli,
animali domestici, se siete degli sportivi, a patto di sfruttarle davvero appieno.
Esistono polizze vendute da sole e polizze Rc che rientrano in pacchetti più
ampi, le cosiddette multirischio. Assicurato è non solo chi stipula la polizza

125
Vivere meglio spendendo meno

ma anche le persone della famiglia (i conviventi sono equiparati ai coniugi)


o che per la famiglia lavorano stabilmente o temporaneamente (quindi per
esempio i collaboratori domestici). Questo tipo di assicurazione copre i fatti
illeciti colposi (se sono illeciti compiuti di proposito il danno causato non
è coperto) e solo nell’ambito della vita privata. Non quindi i fatti compiuti
nell’esercizio del proprio lavoro o i danni derivanti dal mancato rispetto di
un contratto.
Tutte le polizze coprono i danni provocati in Italia, in Europa e molte anche
nel resto del mondo.
Sul sito www.altroconsumo.it/soldi/assicurazioni potete trovare un compa-
ratore per le polizze Rc capofamiglia acquistabili singolarmente (o al massimo
abbinate alle garanzie assistenza o tutela legale, che sono polizze dal costo
contenuto: nel caso siano comprese lo abbiamo indicato nella nota relativa a
ciascuna compagnia) e comprensive di responsabilità civile della vita privata,
della conduzione e della proprietà di un appartamento. Le domande a cui
rispondere sono semplici e sono molto poche: che massimale volete assicurare,
la provincia di residenza, se avete dei figli, se avete degli animali, se una colf
lavora presso di voi e se vivete in una casa isolata.

A cosa stare attenti


Come sempre quando si tratta di scegliere una polizza d’assicurazione, biso-
gna fare particolare attenzione alle esclusioni, cioè a tutte quelle situazioni
(i tipi di incidenti) che non sono coperte dal contratto.
Qui di seguito riportiamo i casi più importanti, per i quali le compagnie si
differenziano maggiormente.

• Alcune polizze escludono la committenza di lavori di manutenzione straor-


dinaria come l’abbattimento di muri, il rifacimento di pavimenti o impianti.
• Generalmente è sempre esclusa la guida di imbarcazioni a motore e sempre
inclusa la guida di barche a vela o a remi, purché non siano più lunghe
di 6 metri e mezzo.
• Molte polizze escludono l’inquinamento dell’acqua, dell’aria o del suolo,
altre hanno un limite di indennizzo (in genere 50.000 euro) e prevedono
franchigie.
• Segnalate sempre se avete animali, e in special modo se sono cani. Infatti
se sono cani “impegnativi” – cioè quei cani che secondo la valutazione dei
servizi veterinari sono stati iscritti in un apposito registro a seguito di epi-
sodi “pericolosi” (morsicature, aggressioni…) - o appartenenti a specifiche
razze, potrebbero non essere coperti o la compagnia potrebbe richiedervi
un sovrappremio (nel calcolatore specifichiamo questa informazione nelle
note relative alla polizza).

126
Gestire i soldi

• Alcune delle evenienze coperte dalla polizza Rc capofamiglia potrebbero


in realtà essere già contemplate in altre coperture assicurative (per esempio
l’assicurazione sulla casa, o quella del condominio). Controllate i contratti
di tutte le vostre assicurazioni per evitare inutili doppioni nella copertura.

Come usare la polizza Rc


La denuncia alla propria assicurazione va fatta generalmente entro tre giorni
da quando succede l’incidente con raccomandata a/r (alcune polizze però
prevedono un diverso termine: controllate perciò cosa prevede la vostra poliz-
za all’articolo “Denuncia del sinistro”). È sempre utile chiedere, al momento
della firma del contratto, che in caso di risarcimento la compagnia paghi di-
rettamente il danneggiato; il Codice Civile infatti prevede questa possibilità e
la rende obbligatoria per l’assicurazione se il cliente lo chiede espressamente.
È anche consigliabile mandare una copia della richiesta di indennizzo al dan-
neggiato, in modo che sappia che verrà pagato dall’assicurazione. Una volta
che l’assicurazione ha fatto le sue verifiche sono possibili tre casi:

• la polizza Rc copre il danno, l’assicurato è responsabile e quindi l’assicura-


zione risarcisce il danneggiato;
• la polizza Rc copre il danno, ma l’assicurazione ritiene che il proprio cliente
non sia responsabile e quindi non paga. Il danneggiato, se non è d’accordo,
può ricorrere alle vie legali. Sarà l’assicurazione a coprire le eventuali spese
del proprio cliente, nominando un suo avvocato a difesa;
• il danno non è coperto dalla polizza Rc. Questo non esime il responsabile
dal risarcire comunque il danneggiato (l’obbligo, lo ricordiamo, è previsto
dal Codice Civile). Se però si ritiene che il danno debba essere coperto dal-
la propria polizza, dopo aver provveduto a ripagare il danneggiato si può
chiamare in giudizio l’assicuratore.

Polizze malattia: poco utili


Nel nostro paese alla salute e alle cure pensa lo Stato, attraverso il Servizio sani-
tario nazionale. Le polizze malattia, quindi, sono una specie di duplicato, perché
consentono a chi può curarsi già negli ospedali pubblici un’alternativa privata.
Queste polizze potrebbero comunque essere utili per chi, potendoselo per-
mettere economicamente visto che sono molto costose, vuole velocizzare i
tempi di esami e di ricovero rispetto alla normale trafila del servizio pubblico.
Nel caso, meglio rivolgersi alle strutture convenzionate con la compagnia
assicurativa, perché sarà quest’ultima a pagare direttamente le spese, senza
alcun anticipo da parte dell’assicurato. Se quest’ultimo si rivolge a strutture

127
Vivere meglio spendendo meno

del Servizio sanitario nazionale, solitamente gli verranno rimborsati i ticket.


Oltre al costo, che per una famiglia di tre persone può superare anche i 2.000
euro l’anno (ma alcune polizze possono arrivare anche a più di 5.000 euro
annuali), a limitarne la diffusione è anche il fatto che queste polizze non
coprono quasi mai i controlli di routine, come i check-up e le cure dentarie,
quelle sì eventualità utili, ma solo le spese mediche sostenute dall’assicurato
per ricovero in istituto di cura, con o senza intervento chirurgico, anche in day
hospital reso necessario da malattia o infortunio o per un intervento chirurgi-
co, il che rende il loro utilizzo molto limitato. Alcune compagnie prevedono
la possibilità di estendere la garanzia anche a qualche esame preventivo, ma
ovviamente questo implica una maggiorazione del premio.

In caso di morte
Per garantire una rendita a coniuge e figli, in caso di morte del capofamiglia,
si può scegliere una copertura assicurativa ad hoc: le cosiddette polizze “caso
morte”, che fanno parte delle assicurazioni vita. La compagnia, in cambio del
pagamento del premio, si impegna a corrispondere un capitale in caso di
decesso dell’assicurato. Di solito è una soluzione scelta dal capofamiglia, che
rappresenta la principale fonte di reddito, in modo da garantire una copertura
economica ai parenti stretti. Condizione vincolante è che il decesso avvenga
nel lasso di tempo in cui si paga il premio (di solito per un periodo che va dai
10 ai 25 anni), da qui la definizione di “polizza temporanea”. In caso contrario,
i premi pagati rimangono alla compagnia assicuratrice.
Non è poi così raro, ancora oggi, che ci siano famiglie sostenute da un unico
reddito, che subirebbero ripercussioni economiche gravi nel caso di un evento
luttuoso di questo tipo. Una polizza come questa conviene in particolare a un
capofamiglia giovane, che non ha ancora maturato il diritto alla pensione per
gli eredi o che, comunque, a oggi è di un importo insufficiente a garantire
una certa tranquillità economica alla sua famiglia. Può essere anche un aiuto
per i propri figli per sostenere gli studi universitari.
Questa copertura assicurativa non è sempre una scelta utile. Non conviene per
esempio a chi è già avanti con gli anni, oltre i 50, perché il premio aumenta con
l’età. Non serve neppure a chi prevede di lasciare risparmi sufficienti ai propri
cari, oppure se i figli sono già grandi, magari sposati, e con un reddito proprio.
Quanto investire dipende dalle vostre possibilità economiche e dalle effettive
necessità familiari. Ecco alcune voci di spesa da considerare per fare un bilancio:
il mantenimento degli studi dei figli; le spese mediche ricorrenti; un budget
minimo per gli imprevisti. In questa valutazione tenete conto del fatto che in
genere un giovane oggi raggiunge l’indipendenza economica non prima dei 25
anni. Se nelle aspettative vostre e dei vostri figli c’è l’università, potreste dover
considerare anche eventuali spese di vitto e alloggio in un’altra città.

128
Il tempo libero
8
Nel primo capitolo di questa guida vi chiedevamo di inventariare le vostre
spese in modo da poter capire più facilmente quali voci potevano essere
ridotte e quali tagliate. In un’ottica di risparmio tutte le spese “frivole” sono
da mettere in cima alla lista dei tagli.
Ma non si vive di solo pane e lavoro, perciò una famiglia ha bisogno di
concedersi qualche spesa per il tempo libero: se riesce a contenere i costi
anche in questo settore dovrà fare meno rinunce.

Vacanze a prezzi onesti


Le agenzie di viaggio non sono mai state così vuote. Da quando i col-
legamenti a internet hanno cominciato a diffondersi e il web italiano a
riempirsi di operatori turistici che vendono direttamente i loro pacchetti
vacanza, sempre più persone organizzano le proprie ferie online. Per farlo
non serve essere esperti, basta imparare a orientarsi tra le offerte per ca-
pire quali sono davvero vantaggiose, senza necessariamente rinunciare a
fare un confronto anche con quanto viene offerto in un’agenzia di viaggi
tradizionale. Se volete qualche dritta, richiedete la guida Viaggiare con
internet al sito www.altroconsumo.it/guidepratiche.
Vivere meglio spendendo meno

Prenotare via internet non sempre conviene


Avendo un po’ di tempo a disposizione e le idee chiare è possibile organizzarsi
da soli meglio di come farebbe un’agenzia e risparmiando un po’ sul costo
della vacanza. Comprare online è quasi sempre un’opzione a basso costo ma
non priva di rischi. Ricordatevi sempre di:

• confrontare il più possibile prima di procedere all’acquisto di un viaggio,


senza farvi attirare da scritte lampeggianti che offrono sconti eccezionali;
• conservare sempre una stampa delle pagine web con la descrizione dell’of-
ferta e i dati dell’acquisto (potranno servirvi in caso di contestazione);
• tenere presente che all’acquisto di viaggi online non si applica la disciplina
del recesso prevista dal Codice del Consumo sulle vendite a distanza (si
può recedere solo dietro il pagamento delle penali previste dal contratto);
• prestare attenzione alla sicurezza dei pagamenti, verificando che il sito utilizzi
un sistema certificato che garantisca la segretezza delle transazioni;
• infine, per quanto riguarda i pagamenti, ricordatevi di controllare perio-
dicamente l’estratto conto della carta di credito così da contestare imme-
diatamente alla banca o all’ente emittente eventuali addebiti illeciti. Nel
caso di uso fraudolento della carta di credito online l’ente emittente o la
banca devono riaccreditare tutta la somma, come previsto dal Codice del
Consumo.

I link per organizzare le vacanze sul web


• Voli Motore di ricerca per trovare i voli di tutte le compagnie al prezzo
migliore: www.skyscanner.it.

• Traghetti Sito per prenotare i traghetti in Italia e all’estero: www.traghetti.com.

• Treni Il sito della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, anche nella versione
in italiano, è un orario dei treni internazionale: www.bahn.de.

• Condividere il tragitto Usare il car sharing anche per le vacanze? Può essere
conveniente. Provate su www.blablacar.it.

• Alberghi Sito per trovare e prenotare una stanza in offerta in hotel di tutte le
categorie, si possono trovare pernottamenti a buon prezzo anche in alberghi
di lusso: www.booking.com.

• Ostelli Due siti adatti ai giovani che vogliono spendere poco per dormire:
www.hihostels.com, www.hostelworld.com/it.

130
Il tempo libero

Consigli per gli per acquisti online


Dal momento in cui vi siete fatti un’idea di dove volete andare e di dove volete
alloggiare, ecco alcuni utili suggerimenti per la prenotazione.

• Consultate il sito dell’albergo in cui intendete alloggiare: è possibile che siano


disponibili online offerte che per altri canali è difficile trovare.
• È probabile che il sito offra alcune pagine schematiche che permettono di
visualizzare più rapidamente in che periodo è più conveniente organizzare la
vacanza: se potete andare in ferie quando volete, potreste organizzarvi di con-
seguenza e risparmiare parecchio.
• Per la ricerca del volo è sempre bene avvalersi, nei siti che hanno questa funzio-
ne, di particolari sistemi di ricerca in grado di visualizzare rapidamente offerte e
occasioni relative al volo non solo per le date esatte che avete scelto, ma anche
per i giorni precedenti e successivi. Partendo, per esempio, a metà settimana può
capitare di trovare biglietti meno cari rispetto alle partenze di sabato o domenica.
• Fatevi un giro anche in un’agenzia di viaggio tradizionale: non è escluso che si
presenti qualche buona occasione che magari online non trovereste. Ricordate,
però, che quando andate in agenzia più avete le idee chiare sul tipo di vacanza
che volete fare più è facile ottenere le informazioni che cercate.

• In casa d’altri Prenotare un appartamento al posto di una stanza di albergo


è possibile su www.airbnb.it. Oppure può essere un’ottima idea dormire su
un divano per risparmiare. Scoprite come sul sito www.couchsurfing.org.

• Destinazioni pericolose Il sito del Ministero degli Esteri descrive le situazioni


e segnala le criticità di tutti i paesi del mondo: www.viaggiaresicuri.it.

• Con i bambini Per viaggiare con i più piccoli: www.quantomanca.com.

• Disabili Per avere consigli e destinazioni accessibili: www.disabili.com/viaggi.

Last minute, quello vero può essere un affare


Prendono questo nome i voli o i pacchetti-vacanza rimasti invenduti vicino
alla data di partenza: il tour operator li mette in vendita a prezzo scontato
all’ultimo minuto, appunto. Si considerano viaggi last minute solo quelli che

131
Vivere meglio spendendo meno

vengono offerti al massimo un paio di settimane prima della partenza. Oltre


al risparmio, il last minute offre il vantaggio di poter decidere all’ultimo minu-
to dove andare in vacanza. Ma questo tipo di acquisto non è privo di rischi.
Intanto a volte gli organizzatori si permettono delle libertà in più con i clienti
last minute, “dimenticando” dettagli non proprio superflui come assicurazioni e
documenti. Va poi detto che le penali in caso di rinuncia sono altissime. Dato
che il contratto si conclude pochi giorni prima della partenza, il cliente versa
subito l’intera quota, così se rinuncia all’ultimissimo momento perde tutto o paga
penali consistenti. Certo, per chi compra last minute la partenza è sempre molto
vicina e rinunciare è improbabile. Ma se la somma è alta e non volete rischiare
potreste stipulare una polizza che vi copra in caso di annullamento del viaggio.

Evitate i pacchi
• Affidatevi a siti e agenzie di fiducia, magari consigliati da chi li ha già provati
con soddisfazione.
• Leggete bene il contratto, controllando che siano indicati chiaramente nome
e sede del venditore, per avere un riferimento preciso in caso di controversie.
• Controllate che siano riportate le caratteristiche più importanti del viaggio:
durata, date di partenza e arrivo, voli, nome e categoria dell’hotel, tipo di
trattamento (mezza pensione, solo pernottamento, pensione completa).
• Verificate quali sono le penali previste per la rinuncia.
• Chiedete qual è il prezzo pieno del viaggio e a quanto ammonta lo sconto
che vi viene praticato, e se potete verificate queste informazioni sul catalogo.
• Verificate che nell’importo da pagare siano indicate tutte le spese in modo
chiaro. Controllate, per esempio, se sono compresi oppure no: tasse aero-
portuali, trasferimenti da e per l’aeroporto, pasti, bevande, spese per visti
d’ingresso, supplementi per camera singola, parcheggio.
• Chiedete se è compresa o se si può sottoscrivere qualche polizza assicurativa
(annullamento viaggio, smarrimento bagaglio).
• Informatevi sui documenti e i visti necessari e prima di pagare accertatevi
che ci sia il tempo di procurarseli. Lo stesso vale per le vacinazioni.

Stare in forma
Gli italiani non si distinguono per uno stile di vita molto attivo: secondo uno
studio Istat del 2015, circa il 40% dei nostri connazionali dai 3 anni in su non
pratica alcuna attività fisica. Eppure un’attività regolare, anche moderata, è
fondamentale per la prevenzione di molte malattie croniche. Una camminata

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Il tempo libero

di 30 minuti al giorno e alcune buone abitudini quotidiane (fare le scale, usa-


re meno la macchina, spostarsi in bicicletta) sono sufficienti per trasformare
il nostro stile di vita, sempre più sedentario, in modo da renderlo più sano.
Iscriversi a una palestra non è il solo modo per tenersi in forma: per fare
esercizio fisico, infatti, basta farlo. Siete tipi da tapis roulant? Forse è ora di
passare alla corsa su strada. Amate la cyclette? E se la sostituiste con una bici
vera per usarla magari anche per cose utili, come andare al lavoro?

Riscaldarsi prima, defatigare dopo


Un buon riscaldamento è importante perché prepara i muscoli e le articola-
zioni allo sforzo fisico e riduce il rischio di strappi e stiramenti. Per pianificare
correttamente il riscaldamento, occorre considerare tre fattori.

• Intensità Aumentate il ritmo in lenta progressione. Per una camminata dal


ritmo sostenuto potete prevedere come riscaldamento un inizio più lento.

• Durata Il riscaldamento dovrà essere più lungo se il clima è freddo, se l’e-


sercizio che segue è intenso e se la persona non è allenata. Per un’attività
fisica di moderata intensità saranno sufficienti 5-10 minuti.

• Tipologia Potete riscaldarvi sia con esercizi che sollecitano il ritmo cardiaco e
respiratorio (corsa leggera o camminata), sia con movimenti delle articolazioni
(allungamenti) che scaldino e aumentino la flessibilità dei muscoli. Per ese-
guire gli allungamenti correttamente allungate il muscolo fino a raggiungere
la tensione, non il dolore, e mantenete la posizione per 20-30 secondi.

Anche l’interruzione dell’attività, come il suo inizio, deve essere progressiva.


Fermarsi troppo bruscamente può essere controproducente. L’intensità deve
diminuire gradatamente, perché cuore, polmoni e muscoli possano rallentare
il ritmo insieme a poco a poco e la circolazione del sangue non subisca alte-
razioni improvvise: il rischio, infatti, è che insorgano capogiri e sensazione di
mancamento, dovute a un momentaneo ridotto afflusso di sangue al cervello.
Il recupero finale deve durare 4 o 5 minuti. In questa fase si possono ripetere
gli esercizi di stiramento, meno intensi, che ci evitano contrazioni muscolari.

Allenati a poco prezzo


Se avete intenzione di acquistare attrezzatura professionale (tapis roulant,
cyclette ecc.), rifletteteci bene. Intanto perché costano parecchio. E poi per-
ché c’è il rischio concreto che vi facciate abbagliare dall’oggetto, magari in

133
Vivere meglio spendendo meno

offerta, e poi lo releghiate in un angolo della casa senza usarlo più. A meno
che non siate dei veri sportivi o non dobbiate recuperare da un infortunio,
sconsigliamo l’acquisto di questo genere di attrezzatura.
Potete per esempio cominciare a camminare a passo veloce, iniziare a correre
o imparare esercizi eseguibili a corpo libero, con elastici e altri piccoli attrezzi
base che si trovano a poco prezzo (a questo scopo, possono essere utili le
nostre guide 100 esercizi per restare in forma e 100 esercizi per rilassare corpo
e mente che potete richiedere sul sito www.altroconsumo.it/guidepratiche).
Se invece volete un allenamento più completo e desiderate avere la possibilità
di utilizzare macchine e attrezzi avanzati, meglio iscriversi in palestra piuttosto
che allestirne una in casa. Complice la concorrenza, oggi l’iscrizione a una
palestra non ha costi proibitivi. Molte strutture fanno offerte davvero conve-
nienti, a patto di frequentarle poi con una certa regolarità.

In forma senza attrezzi


Se non siete disposti a investire qualche centinaio di euro per l’abbonamento
in palestra c’è sempre lo sport a corpo libero. E ancora prima dello sport
ci sono le normali attività fisiche che possiamo svolgere ogni giorno e che
possono contribuire a mantenerci in forma.
Abbiamo detto, nel capitolo dedicato ai trasporti, della regola dei 10.000
passi al giorno: una dose di attività fisica quotidiana da molti reputata un
vero toccasana per la salute. Bastano un paio di scarpe comode e un tragitto
da percorrere, il resto lo fanno le gambe. Per chi possiede già una bici da
città, l’idea brillante consiste nel tirarla fuori dalla cantina, pulirla e rimet-
terla in pista: andateci al lavoro, fate delle biciclettate nel week-end, usatela
per gli spostamenti brevi. Anche salire le scale, fare giardinaggio, nuotare
e ballare sono tutte attività che contribuiscono a farvi stare in forma e in
salute. Svolgendone una per mezz’ora al giorno la salute e la linea se ne
avvantaggiano sicuramente.
Va poi detto che se non riuscite a dedicare ogni giorno mezz’ora a questo
tipo di attività, che sia la camminata o la corsetta, il giro in bici, la nuotata o il
ballo, potete comunque trovare nel corso di una giornata di lavoro l’occasione
per fare un po’ di moto:

• prendete le scale ogni volta che vi è possibile invece di usare l’ascensore o


le scale mobili;
• se per andare in ufficio non c’è una vera alternativa all’auto, parcheggiatela
a una certa distanza per fare almeno un tratto a piedi;
• se usate i mezzi pubblici, salite una fermata dopo e scendete una fermata
prima per camminare almeno un po’;
• portate a passeggio il cane più spesso e più a lungo.

134
Il tempo libero

Esercizio aerobico o anaerobico?


Non esiste una suddivisione netta tra esercizi aerobici ed esercizi anaerobici. Molti
tipi di sport presentano sia l’uno sia l’altro aspetto. Svolgere entrambi significa
raggiungere il massimo dei benefici.

• Esercizio aerobico Durante questo tipo di esercizi aumenta molto la frequen-


za respiratoria, ai tessuti arriva più ossigeno e l’organismo brucia le scorte co-
stituite dal glucosio (zuccheri). In questo processo si bruciano molte calorie: è
indicato per chi vuole perdere peso, un po’ meno chi ha bisogno di aumentare
la massa muscolare. Gli sport di resistenza sono prevalentemente aerobici: cor-
sa, camminata e marcia, ciclismo, nuoto, pattinaggio.

• Esercizio anaerobico Durante questi esercizi arriva meno ossigeno ai tes-


suti e l’organismo brucia le scorte energetiche costituite dal tessuto adiposo
(grasso). In questo processo si bruciano molte meno calorie rispetto all’ae-
robico, ma si favorisce lo sviluppo della massa muscolare. Cuore e polmoni
hanno meno benefici. Tra gli sport prevalentemente anaerobici: il solleva-
mento pesi e gli esercizi isometrici (svolti contro una resistenza) come quelli
per sviluppare i muscoli addominali.

Comunicare: telefono e internet


Sono tra noi, sulle nostre scrivanie, nelle nostre tasche, in mano ai nostri figli,
dappertutto: sono gli strumenti della comunicazione che la tecnologia ha
reso accessibili, sempre più piccoli, sempre con noi. Ma quanto ci costano?
Ed è possibile risparmiare?

Telefonini
Secondo dati Eurispes quasi tutti gli italiani hanno un cellulare: il 93%
degli over 18. A fare la parte del leone sul mercato sono gli smartphone:
il 75% degli italiani ne ha uno.
Chi compra un cellulare oggi può ancora portarsi a casa un modello base a
partire da 30-40 euro, ma la maggior parte dei nuovi acquisti riguarda i cel-
lulari “intelligenti”. La scelta di modelli è abbastanza ampia, i prezzi partono
da un centinaio di euro e salgono fino a oltre 1.000 euro.

135
Vivere meglio spendendo meno

Sul sito www.altroconsumo.it/hi-tech/smartphone potete trovare lo smartphone


più adatto alle vostre esigenze, consultando i risultati dei test di Altroconsumo
e confrontando i prezzi.
Quanto alle tariffe, la tv e i giornali propongono incessantemente pubblicità
che ne presentano di nuove e cercano di attirare clienti strappandoli ad altri
operatori con prezzi allettanti, magari destinati a cambiare in futuro. Orientarsi
è difficile sia per il numero di operatori del settore (Tim Vodafone, Tre, Wind,
Fastweb a cui si aggiungono ogni giorno nuovi operatori che fino a poco
tempo fa hanno fatto tutt’altro, come Coop Voce o Postemobile) sia per le
innumerevoli sfumature nell’ambito dello stesso operatore. Per questo, la
scelta del fornitore del servizio e del tipo di tariffa dipende in larga misura
dall’uso che fate del cellulare: quanto lo usate, con chi parlate più spesso
(fissi, numerazioni di particolari operatori), quanto navigate? Rispondendo
a queste domande potete utilizzare il calcolatore che trovate all’indirizzo
www.altroconsumo.it/hi-tech/internet-telefono, che vi aiuta a trovare la
tariffa che fa al caso vostro.

Occhio ai servizi non richiesti


L’attivazione di servizi supplementari a pagamento da parte delle compagnie di
telefonia mobile sono tutt’altro che una rarità. Non potendo attivare questi servi-
zi in automatico e dovendo chiedere il consenso espresso del cliente, presentano
vari servizi via sms come “variazione contrattuale” o come “offerta” e la attivano
se il cliente non dice nulla. Poi, li camuffano in bolletta, inserendoli in mezzo al
resto dei costi. Fare attenzione ai messaggi che arrivano sul telefonino e alle voci
presenti in bolletta e contestare subito quanto non richiesto è il metodo migliore
per difendersi.
Ci sono poi altri tipi di servizi non richiesti,che spesso prendono di mira i più gio-
vani. Sono quegli abbonamenti (spesso costosissimi) che si sottoscrivono senza
accorgersene mentre si naviga o si gioca sul telefono. Basta sfiorare un banner o
toccare il pulsante sbagliato mentre si cerca di chiudere un pop-up ed ecco che
ci si trova iscritti a servizi inutili (oroscopi, ricette, ma anche contenuti erotici) che
succhiano il credito. Anche in questo caso, per difendersi occorre controllare con
attenzione i messaggi che si ricevono e il credito residuo. Occorre poi contestare
alla compagnia telefonica chiedendo la restituzione di quanto sottratto. Si può
anche chiedere l’attivazione del servizio di barring sms, che blocca gli sms di ser-
vizi a pagamento. Ma in questo caso, verranno bloccati anche i messaggi inviati
dalla banca per notificare l’uso della carta di credito.

136
Il tempo libero

Parlare senza spendere


Con le app giuste, bastano un computer o uno smartphone, una webcam,
un collegamento internet e ci si può mettere in contatto anche con amici
che abitano dall’altra parte del mondo o organizzare una riunione di lavoro
visualizzando più persone contemporaneamente.
Scaricare il software o l’app adatta è gratuito, così come chiamare, video-
chiamare e chattare se si usa la connessione wi-fi con un collegamento a
tariffa flat (quelle per cui si paga una cifra forfetaria). Se però si fa o si riceve
una videochiamata con lo smartphone quando non si è collegati via wi-fi,
il discorso cambia ed è meglio fare attenzione ai costi, perché si rischia di
consumare molti megabyte del traffico internet del proprio abbonamento.
Il risparmio è assicurato se ci si limita a mandare messaggi di testo al posto
dei classici sms. Vediamo alcune delle app più diffuse:

• Skype (skype.com/it) È il più diffuso servizio per videochiamare e viene


utilizzato anche in ambito lavorativo. Si può scaricare sullo smartphone
e su pc. È possibile utilizzarlo anche per effettuare normali telefonate a
numeri fissi e cellulari alle tariffe indicate sul sito.

• Messenger (messenger.com) È collegato a Facebook e lo si può usare


solo se si ha un account sul social network. Per computer non esiste una
versione installabile di Messenger, ma una web version.

• Google Hangouts (hangouts.google.com) È di Google ed è integrato in


Gmail. Non c’è una versione installabile per computer, ma bisogna utiliz-
zare la versione web. Le persone che volete videochiamare devono avere
un account Google.

• WhatsApp (web.whatsapp.com) È una popolarissima app di messaggistica


istantanea che permette anche di fare chiamate. Esiste anche una specie di
estensione per web, che funziona solo quando lo smartphone è acceso e
connesso a internet.

Internet ai tempi del tablet


Per la navigazione da rete fissa oggi i contratti convenienti sono tutti flat, con
una tariffa fissa che consente di navigare quanto si vuole. Cosa distingue le
offerte tra loro? L’abbinamento con la tariffa voce, che spesso considera una
parte delle telefonate come inclusa e una parte a pagamento, per esempio
quelle verso i cellulari. Oppure per la velocità di navigazione promessa o
infine il tipo di connessione: rete Adsl o fibra ottica.

137
Vivere meglio spendendo meno

La diffusione di smartphone e tablet ha però radicalmente cambiato il modo in


cui gli italiani fruiscono della rete. Molta della navigazione passa ormai per la
rete mobile. Vi sono diversi modi per navigare sulla banda larga mobile:

• da pc con chiavetta;
• da tablet;
• da smartphone.

Il sistema di connessione è lo stesso in tutti e tre i casi: una sim consente di


collegarsi a internet sfruttando la rete cellulare. Cambiano però le tariffe appli-
cate dagli operatori. Virtualmente le tariffe dovrebbero essere intercambiabili e
la differenza dovrebbe essere calibrata sul tipo di navigazione: ore al giorno,
megabyte scambiati, tipo di file.
In realtà spesso sono gli stessi operatori a imporre il loro contratto: a uno
specifico tablet o telefonino si accompagna una certa famiglia di tariffe.

Scegliere la tariffa
È importante farsi un’idea il più possibile chiara del tipo di navigazione che
si vorrà fare. Se pensate di usare lo smartphone per controllare la posta elet-
tronica e poco più, può andare bene anche un contratto con traffico dati più
limitato. Per un uso più intenso converranno dei contratti con un limite più alto.
Tenete conto che se sottoscrivete un contratto in occasione dell’acquisto del
dispositivo, spesso gli operatori propongono abbonamenti vincolanti. Se dove-
ste scoprire che la tariffa non vi soddisfa, svincolarvene vi costerà molto caro.
Se per comprare uno smartphone decidete di approfittare dell’offerta di un
operatore mobile, questo tenderà a imporvi anche una specifica tariffa. Meglio
comprare il telefono o il tablet che si vuole in un negozio qualunque e sce-
gliere la tariffa che preferisce.
Vi è però un’ultima considerazione da fare, ed è che molta della navigazione
su smartphone e tablet in realtà non viaggia sulla rete mobile bensì sulla rete
fissa in collegamento wi-fi. Le reti wi-fi sono sempre più diffuse, nelle abita-
zioni e nei posti di lavoro, ma anche in hotspot ad accesso gratuito dislocati
nei luoghi pubblici, come piazze e parchi, di molte città. Collegarsi a internet
dal telefonino appoggiandosi a queste reti consente di navigare gratis.

Comprare un computer
La configurazione minima della maggior parte dei computer in commercio
è più che sufficiente per un uso disinvolto di internet. La distinzione che ha
ancora senso fare, in base ai differenti scenari di uso, può essere questa:

138
Il tempo libero

• per il giocatore appassionato è consigliabile un desktop di alta gamma con


particolare attenzione alla scheda grafica e alla Ram;
• per il “lavoratore” che ne fa un utilizzo medio ma non “minimo” (qualche
conversione video, fotoritocco ecc.) può andare bene un notebook di fa-
scia medio/alta, oppure un notebook multimediale. Per montaggi video e
fotoritocco il consiglio è di collegarlo a un monitor esterno;
• per l’utente base, che usa pochi programmi e naviga in internet da casa
vanno bene sia un notebook sia un desktop di bassa gamma;
• per chi vuole un computer da usare solo per il web e soprattutto in mobilità
sono molto adatti gli ultrabook, che sono notebook ultrasottili e a lunga
autonomia.

• Il giocatore I giochi di ultima generazione sono la vostra passione? Vi serve


una scheda grafica all’altezza. La soluzione migliore è il pc fisso, perché la
scheda grafica nei portatili non è sostituibile, e nel giro di un paio d’anni sarà
sorpassata. Per un desktop di alta gamma spenderete anche più di 1.000 euro.

• Il lavoratore Siete alla ricerca di un notebook che regga lo stesso ritmo del
computer dell’ufficio. Il computer serve come postazione preferenziale per
avere accesso a tutte le applicazioni audio e video, da qualunque punto
della casa. Prezzo: tra 400 e 1.000 euro.

• L’utente basic Usa il computer da casa per fare cose semplici: elaboratore
testi, tabelle, foto, navigare su internet. In questo caso vanno bene sia un
notebook sia un desktop di bassa gamma. Il prezzo va dai 500 agli 800 euro.

• Il nomade con l’e-mail Siete un utente mobile che sfrutta appieno la por-
tabilità dell’apparecchio. Vi saranno utili le applicazioni da ufficio, tutte le
potenzialità della comunicazione elettronica (e-mail, messaggeria istantanea,
navigare in rete). Il peso, il più contenuto possibile, per questo profilo è un
requisito indispensabile. Per voi ci sono gli ultrabook, una versione “light”
del portatile, con più autonomia di batteria, e in grado di svolgere i compiti
di un pc, con un prezzo a partire dai 600 euro.

I programmi? Sono gratis!


La rete è piena di risorse, nella maggior parte dei casi gratuite. Che cosa vi
serve? Posta elettronica, navigazione in internet, gestione delle foto digitali,
VoIP, riproduzione di video e musica, documenti da ufficio, sicurezza infor-
matica? Il web pullula di software freeware, cioè gratuiti, e dai test svolti da
Altroconsumo emerge spesso un prodotto di questo tipo, che oltre a non
costare nulla si segnala per qualità ed efficacia.

139
Vivere meglio spendendo meno

• Internet e posta elettronica Il browser gratuito open source Mozilla Firefox


(www.mozilla.org/it/firefox) è un ottimo programma, si scarica da internet,
ha una dimensione ridotta, funziona bene ed è personalizzabile in ogni det-
taglio grazie alle applicazioni di contorno create dagli sviluppatori di tutto
il mondo. In alternativa potete scaricare Chrome (www.google.it/chrome),
il popolare e versatile browser di Google.
Per la posta elettronica Mozilla Thunderbird (www.mozilla.org/it/thunderbird)
è il software gratuito da consigliare: ha molte funzioni, altre si possono ag-
giungere tramite le estensioni, si può usare con differenti sistemi operativi,
ma è un po’ pesante, quindi non adatto a computer più vecchi. In alternativa
segnaliamo Sylpheed (sylpheed.sraoss.jp/en), di ottima qualità e leggero.

• Foto, audio e video Per visualizzare immagini e fare operazioni base di fo-
toritocco il migliore programma freeware è IrfanView (www.irfanview.com).
Alternativa valida è Album Archive (get.google.com/albumarchive), soprat-
tutto se vi interessa particolarmente la gestione del vostro archivio fotogra-
fico: permette infatti di “catalogare” in maniera intuitiva tutta la collezione
di foto digitali. Per un programma di fotoritocco professionale la soluzione
migliore è Gimp (www.gimp.org).
Per quanto riguarda i video, Vlc Media Player (www.videolan.org/vlc) è un
ottimo programma. Supporta molti formati audio e video e vari protocolli
per lo streaming, cioè la visione di filmati direttamente online.

• Sicurezza In base ai test sugli antivirus svolti da Altroconsumo, la scelta si


orienta su Avast Home Edition (www.avast.com).
Per quanto riguarda i firewall, software che permettono di filtrare le con-
nessioni da e per il nostro computer, la funzionalità di base è già compresa
nei sistemi operativi di Microsoft. In alternativa si può provare con Comodo
Firewall Pro (personalfirewall.comodo.com) e Ashampoo Firewall Free
(www.ashampoo.com).

• Suite da ufficio Word, Excel, Powerpoint vi servirebbero ma non volete


investire centinaia di euro per una copia dell’ultima versione di Microsoft
Office? C’è Open Office (www.openoffice.org/it) gratuito multilingue (anche
in italiano) e open source. Contiene un elaboratore testi, un foglio di calcolo,
un programma per le presentazioni, un’applicazione per creare database e
una per realizzare disegni, diagrammi di flusso, loghi. Versatile e facile da
usare, i documenti creati, però, possono non essere sempre compatibili al
100% con quelli di MS Office.

140
Indice analitico

A B
Acqua, 12, 17, 24, 46-48, 57, 62, 64, 65, 69, Banca, 12, 18, 19, 38, 58-60, 75, 92, 109-125,
75, 77-79, 82, 83, 85, 87-89, 92, 126 130, 136
danni da, 73, 74, 125 Banda larga, 138
del rubinetto, 89, 90 Benzina, 13, 15, 28, 37, 94, 97, 98, 103, 116
Adsl, 137 Bicicletta, 100, 105, 125, 133
Aereo, 33, 104-107 Biglietto
Affitto, 12, 15-17, 34, 57, 74, 101 aereo, vedi Aereo
Agevolazioni, 13, 19, 60-62 traghetto, vedi Traghetto
Albergo, 15, 32, 34, 74, 130, 131 treno, vedi Treno
Ambiente, 15, 22, 23, 39, 46-49, 51, 52, 64, Bike sharing, 102
65, 69, 75, 76, 87, 90, 91, 93, 94, 96, 97 Bilancio, 11, 13, 14, 16, 18, 93, 100, 128
Arredamento, 57, 66 Bollette, 11, 13, 16, 70, 75-77, 81, 83, 85,
Asciugatrice, 67, 76, 78, 79 90-92, 109, 110, 122, 136
Asseverazione, 63 Bonus sociale, 92
Assicurazione, 12, 17-20, 57, 71, 72-74, Bot, 123
99-101, 107, 125-128, 132 Bricolage, vedi Fai da te
casa, 12, 20, 71-74 Budget, 11, 15-17, 128
malattia, 20, 127
morte, 125, 128 C
auto e moto, 12, 17, 20, 91, 99, 101 Carburanti, 20, 94-98, 101, 103
Asta online, 24, 34, 35, 121 Car pooling, 17, 101
Attestato di certificazione energetica, 63 Car sharing, 100, 101, 130
Auto, 12, 13, 15-17, 20-28, 31, 37, 89, 93-103, Carta di credito, 13, 16, 20, 29, 34, 38, 106,
125, 134 107, 109-112, 115-122, 130, 136
Rc, vedi Assicurazione prepagata, 118-121
Autostrada, 13, 37, 98, 99 revolving, 115-118

141
Vivere meglio spendendo meno

Cartafreccia, 32 I
Carte fedeltà, 13, 31-34
Cellulare, vedi Telefonino Internet, 14, 18, 25, 28, 34, 92, 99, 104, 112,
Codice del consumo, 23, 59, 120, 130 119, 121, 129, 130, 135-140
Compagnia aerea, vedi Aereo Impatto ambientale, vedi Ambiente
Compagnia assicurativa, vedi Assicurazione Importazione parallela, 22
Computer, 18, 20, 24, 81, 112, 137-140 Ipermercato, 30, 42, 53, 56, 70
Concorrenza, 12, 20, 22, 28-30, 36, 53, 60, ISC (Indicatore Sintetico del Costo), 112
90, 92, 94, 99, 107, 134
Condizionatori, 78, 86, 87 L
Conservare (gli alimenti), 39, 43-45 Lampadine, 15, 75, 83-85
Consumi elettrici, 76, 77, 79, 81, 87 Lavastoviglie, 24, 67, 68, 73, 76, 79, 88
Conto corrente, 12, 17, 18, 58, 59, 109-118, Lavatrice, 14, 16, 24, 25, 67, 73, 76-79, 80
120, 123 Last minute, 131, 132
estratto, 110, 111, 112, 115-119, 130 Liquidazioni, 21, 115
online, 112, 113, 116 Low cost, 93, 105, 107, 108
deposito, 17, 18, 20, 114,
Coupon, 34, 35 M
Macchina per fare il pane, 48
D-E Mercato del contadino, 51, 52
Detrazioni, 60-64 Messenger, 137
Discount, 39, 42 Metano, 83, 95
Ebay, 24, 35 Mezzi pubblici, 13, 100, 134
Elettrodomestici, 14, 17, 20, 25, 28, 31, Mobili, 30, 31, 66, 67, 70
44, 46, 48, 57, 66-68, 70, 73, 75-81, 86, Mutuo, 12, 16, 17, 57-60, 125
88, 91
Emissioni, 75, 79, 85, 86, 94-97, 101, 103 N-O
Entrate, 11, 12, 14, 17, 18 Negozio, 14, 19, 20-25, 28-37, 40-42, 66,
Etichetta, 38, 44, 69 67, 70, 84, 88, 118-121, 138
energetica, 25, 70, 71, 76, 80, 81, 84 Offerte, 14, 20-22, 26, 28-30, 33-36,
40-43, 53, 58-60, 65-68, 90-93, 99,
F 103-106, 110-112, 114, 116, 119,
Fai da te, 53, 64, 65 123, 124, 129-131, 134, 136-138
Farmaco, 53-56 Omologazione europea, 95
Farmers market, vedi Mercato del contadino Online
Fibra ottica, 137 acquisti, 20, 34, 118, 121, 131
Filiera corta, 51, 52 agenzie di viaggio, 106
Finanziamenti, 12, 17, 59, 116, 117, 122-124 compagnie, 99
Fondo interbancario di tutela conto corrente, vedi Conto corrente
dei depositi, 115 negozi, 24, 25, 28, 34
Forno, 45, 47, 48, 76, 80 pagamenti, 121
a microonde, 45, 46, 67, 76 Orto, 52
Freezer, 43, 44, 46, 47, 69-71, 80 Ostelli, 130
Frigorifero, 14, 24, 40, 46, 47, 67, 69, 70, Outlet, 37
75, 76, 80, 90
Frutta, 45, 48, 49, 51, 52, 88 P
Palestra, 13, 17, 133, 134
G PayPal, 121
Gas, 12, 17, 45, 57, 73, 80, 82, 83, 90-92 Pc, vedi Computer
Gas serra, 23, 75, 85, 97, 100 Piatti pronti, 47
Google Hanghouts, 137 Polizza, vedi Assicurazione
Gpl, 82, 95 Prestiti, 58, 117, 122-125
Gruppi d’acquisto, 51 Promozioni, 13, 20, 28, 36, 40-42, 105, 107, 120

142
Indice analitico

R U-V-W
Rate, 12, 17, 58-60, 117, 122-125 Usato, 23-28, 34, 70, 96
Rc auto e moto, vedi Assicurazione Vacanze, 13, 15, 118, 129-132
Riscaldamento, 15, 62, 73, 75, 82, 85-87, Verdura, 45-48, 50-52, 88
90, 98, 133 Viaggi, 20, 32, 34, 98, 101, 103-106, 129-132
Risparmio energetico, 15, 46, 57, 60-62, Whatsapp, 137
70, 75-92 Wi-fi, 137,138
Ristrutturazione, 57, 59-61

S
Saldi, 37, 38, 119
Scaldabagno, 82, 83
Sconto, 20-22, 26, 28-38, 41, 51-55
Scontrino, 66, 67, 91, 93, 103-105, 120,
130-132
Seconda mano, vedi Usato
Shopping online, vedi Online
Skype, 137
Smartphone, 24, 67, 94, 103, 104, 120,
135-138
Software, 18, 137, 139, 140
Spesa alimentare, 11, 13, 34, 40
Sport, 134, 135
Spread, 58
Sprechi, 39, 43, 47, 75, 81, 82, 89, 90, 97
Stand-by, 75, 81, 82
Supermercato, 13, 16, 22, 31, 33, 39-44,
47, 48, 51, 54

T
Tablet, 24, 137, 138
Taeg, 59, 118, 123, 124
Tan, 122-124
Tariffa, 13, 79, 91, 92, 99, 101, 102, 104,
106, 107, 136-138
bioraria, 48, 68, 83, 91
Tasso (d’interesse), 18, 58-60, 110, 114,
118, 122, 123, 125
fisso, 58
variabile, 58
Telefonino, 13, 21-23, 25, 30, 82, 117, 118,
120, 135-138
Televisore, vedi Tv
Temperatura, 15, 44-48, 69, 75, 77-80, 82,
83, 85-87, 98
Termostato, 71, 80, 82
Test, 14, 19, 25, 42, 67, 68, 70, 79-81, 136,
139, 140
Traghetto, 130
Trenitalia, 32, 104, 105
Treno, 32, 93, 103-105, 130
Tv, 25, 28, 31, 67, 76, 81, 124, 136

143
Guide Pratiche

Non importa quale sia la nostra situazione economica, il risparmio è


comunque il miglior guadagno. Ci permette di mettere da parte soldi
per stare più tranquilli, affrontare gli imprevisti o anche togliersi qual-
che soddisfazione. E non è poi così difficile come si potrebbe pensare.
A volte è necessario solamente compiere il primo passo.

La nuova edizione di questa guida ci aiuta a cominciare con il piede


giusto. Scopriremo che possiamo risparmiare su molti fronti, non solo
tagliando le spese superflue o imponendoci delle rinunce, ma anche
scegliendo meglio cosa e come comprare. Impareremo come selezio-
nare prodotti di qualità senza spendere capitali.

Dai prodotti di uso quotidiano ai gadget tecnologici, dalla bolletta del gas
alle tariffe internet, dai coupon alle rate del mutuo, il volume è ricco di
consigli per capire come cogliere le occasioni ed evitare brutte sorprese.
Perché per spendere meno, spesso basta spendere meglio.

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