1 Gymnasion
versioni greche
1
G. De Micheli
per il biennio
Gymnasion
libro
LiM
misto
Principato
::::::: Principato
Gymnasion
VERSIONI GRECHE PER IL BIENNIO
SECONDA EDIZIONE
Principato
ISBN 978-88-416-2755-6
Ristampe
V IV III II I
Printed in Italy
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Giuseppe De Micheli
Alpe di Siusi, 18 febbraio 2007
1 La scrittura
e la pronuncia
쎱 Per quanto riguarda la pronuncia, ricorda che il g si pronuncia con suono duro come nella
g di “gamba”: givgnomai (nasco, pr. ghìghnomai); glivcomai (desidero, pr. ghlìcomai);
gnw`s i~ (conoscenza, pr. ghnòsis). Quando però si trova davanti a k, g, c, x si pronuncia
n: a[ggelo~ (messaggero, pr. ànghelos).
쎱 Il q si pronuncia th aspirato come nelle parole inglesi thank (ringraziare) e three (tre); quan-
do però è preceduto da s, si pronuncia come t: aijsqavnomai (percepisco, pr. aistànomai).
쎱 Lo i sottoscritto viene ascritto quando la vocale sotto cui è posto viene scritta maiuscola; per-
ciò, ad esempio, a[/dw (canto), a{/dh~ (Ade), h|/ hJmevra/ (nel giorno in cui), h/jnivtteto (intende-
va dire) con l’iniziale maiuscola si scrivono “Aidw, Aidh~, { »Hi hJmevra/, jHinivtteto, ma si
pronunciano àdo, hàdes, hè hemèra, enìtteto. In queste parole si rileva che si tratta di i sot-
toscritto dalla posizione dello spirito e dell’accento, sulla prima vocale, e non sulla
seconda come nei dittonghi propri.
a[ s falto" – a[ t omo" – auj t odiv d akto" – auj t ov m ato" – auj t ov n omo" – bav r baro" –
genealogiva – gewgrafiva – gewmetriva – grammatikhv – gumnavs ion – gumnastikhv –
dhmagwgiva – dhmokrativa – diavmetro" – divesi" – ejmpovrion – eujqanasiva – hJgemoniva
– qerapeiva – qewvrhma – qewriva – iJppikov" – iJppovdromo" – katavlogo" – katastrofhv
– kathgorikov " – kolluv r ion – maqhmatikhv – mev t allon – metamov r fws i" –
misavnqrwpo" – mousikhv – teknologiva – favntasma – fantastikov" – favrmakon
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2 La prima
declinazione
La prima declinazione:
sostantivi femminili in a puro
쎱 Ricordando che tutti i sostantivi appartenenti alla prima declinazione hanno il genitivo plu-
rale perispòmeno, per un’applicazione corretta delle norme dell’accento suddividia-
mo i femminili in a puro in cinque gruppi:
1. sostantivi con l’accento sull’ultima sillaba (a lungo, l’accento acuto si muta in cir-
conflesso nel genitivo e dativo di tutti i numeri): ajgora–v , a`~, hJ la piazza; ajguia–v , a`~, hJ la
via; genea–v, a`~, hJ la generazione; qea–v, a`~, hJ la dea; diafora–v , a`~, hJ la discordia;
2. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, breve (quindi, su questa sillaba,
sempre l’accento acuto): hJmevra, a~, hJ il giorno; eJspevra, a~, hJ la sera; zhmi±a v , a~, hJ la puni-
zione; fili± va, a~, hJ l’amicizia;
3. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, lunga, e l’ultima pure lunga (quindi
l’accento acuto diventa circonflesso nel nominativo e vocativo plurale, con ai± breve):
cwvra, a~, hJ la regione; au[ra, a~, hJ l’aria, la brezza; ejlaiva, a~, hJ l’olivo; qhvra, a~, hJ la cac-
cia; w{ra, a~, hJ la stagione;
4. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, lunga e l’ultima breve (quindi con
l’accento circonflesso nel nominativo, accusativo e vocativo singolare e nel nominati-
vo e vocativo plurale, acuto negli altri casi): moi`ra, a~, hJ la sorte; grai`a, a~, hJ la vecchia;
mui`a, a~, hJ la mosca;
5. sostantivi con l’accento sulla terzultima sillaba, e quindi l’ultima breve (l’accento si
sposta quando l’ultima diventa lunga, e cioè nel genitivo e dativo singolare, nel dati-
vo e accusativo plurale – il genitivo è perispòmeno – e nel duale): basivleia, a~, hJ la
regina (leggi: basìleia, basilèias); mavcaira, a~, hJ la spada (leggi: màchaira, machàiras);
ajlhvqeia, a~, hJ la verità (leggi: alèzeia, alezèias); ejpimevleia, a~, hJ la cura (leggi: epimè-
leia, epimelèias); a[roura, a~, hJ il campo (leggi: àrura, arùras); bohvqeia, a~, hJ l’aiuto
(leggi: boètheia, boethèias).
쎱 Si declinano come i sostantivi in a puro anche gli aggettivi femminili che presentano le stes-
se caratteristiche, che cioè hanno e, i, r davanti alla desinenza.
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쎱 Sul vocabolario l’aggettivo viene indicato con la forma del maschile, seguita dalle desinen-
ze del femminile e del neutro: mikrov~, av, ovn (leggi: micròs, micrà, micròn), «piccolo»;
hJduv~, hJdei`a, hJduv, «dolce».
쎱 Per il momento consideriamo gli aggettivi femminili, che si declinano come i sostantivi della
prima declinazione in a puro se la desinenza è preceduta da e, i, r, altrimenti in h.
쎱 La declinazione degli aggettivi viene trattata espressamente nell’unità 3 (pp. 55 ss.) e nel-
l’unità 6 (pp. 108 ss.); per il momento presentiamo solo aggettivi che si declinano con
le stesse caratteristiche dei sostantivi di volta in volta trattati, e limitatamente agli eser-
cizi preliminari, mentre le versioni di questa unità per lo più non contengono forme di
aggettivi.
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쎱 Anche in greco, come in italiano e in latino, il verbo «essere» ha una coniugazione partico-
lare. Ecco come si coniugano l’indicativo, l’imperativo e l’infinito presente.
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PRESENTE
INDICATIVO IMPERATIVO
eijmiv io sono
Singolare ei\ tu sei i[sti sii tu
ejstiv(n) egli è e[stw sia egli
ejsmevn noi siamo
Plurale ejstev voi siete e[ste siate voi
eijs iv(n) essi sono e[stwn siano essi
opp. e[stwsan
Duale ejstovn voi due siete e[ston siate voi due
ejstovn essi due sono e[stwn siano essi due
INFINITO
ei\nai± essere
쎱 Ricorda che le forme del presente indicativo sono tutte enclitiche, tranne la seconda singo-
lare: ei\.
쎱 La terza persona singolare e la terza plurale del presente indicativo hanno il n efelcistico, che
di norma viene posto davanti a parola che inizia per vocale o davanti a segno di inter-
punzione.
쎱 La forma e[stin, con l’accento ritratto, significa «esiste», «è possibile», «è lecito». La stessa
forma, inoltre, viene usata quando si trova in principio di frase, e quando è preceduta
dalla negazione semplice: oujk e[stin.
쎱 Spesso si ha l’ellissi del verbo eijmiv, che cioè rimane sottinteso. Una proposizione col sogget-
to o predicato sottinteso si dice “ellittica”. Es. ∆En oi[nw/ ajlhvqeia (sott. ejstivn). «Nel vino
c’è la verità» (in latino: In vino veritas).
L’avverbio di negazione
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– oujk davanti a parola che inizia per vocale con spirito dolce: oujk ajeiv «non sempre»
– oujc davanti a parola che inizia per vocale con spirito aspro: oujc hJmei`~ «non noi»
– mhv davanti a modi diversi dall’indicativo: mh; levge tou`to «non dire questo»
쎱 Il verbo in greco ha tre forme: attiva, media e passiva. La forma attiva e passiva hanno lo
stesso significato e uso dell’italiano: luvw «sciolgo», luvomai «sono sciolto».
La forma media, che nel presente è uguale a quella passiva, di norma esprime un senso
riflessivo («mi sciolgo») o di interesse all’azione («sciolgo per me»).
Anche in greco, come in latino, ci sono inoltre dei verbi che non hanno la forma atti-
va, ma soltanto la forma passiva, con significato attivo; questi verbi sono detti depo-
nenti: mavcomai «combatto»; bouvlomai «voglio»; givgnomai «sono», «divento».
Sul vocabolario il verbo viene indicato con la prima persona singolare del presente
indicativo attivo (medio, se è deponente).
Ecco come si coniugano l’indicativo, l’imperativo e l’infinito presente attivo di un
verbo.
PRESENTE
INDICATIVO IMPERATIVO
luv-w io sciolgo
Singolare luv-ei~ tu sciogli lu`-e sciogli tu
luv-ei egli scioglie lu-evtw sciolga egli
luv-omen noi sciogliamo
Plurale luv-ete voi sciogliete luv-ete sciogliete voi
luv-ousi(n) essi sciolgono lu-ovntwn sciolgano essi
opp. lu-evtwsan
Duale luv-eton voi due sciogliete luv-eton sciogliete voi due
luv-eton essi due sciolgono lu-evtwn sciolgano essi due
INFINITO
luv-ein sciogliere
쎱 Ricorda che nell’imperativo l’accento si ritrae il più possibile; perciò con i verbi di tre o più
sillabe, come lambavnw e porivzw, si avrà l’accento sulla terzultima sillaba: lavmbane, lam-
bavnete, lambavneton ecc.; povrize, porivzete, porivzeton ecc.
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L’articolo
쎱 L’articolo greco in origine era un pronome dimostrativo; tale significato è stato conservato
in alcune espressioni, come ad esempio: oJ mevn... oJ dev «questo... quello»; oJ dev, hJ dev in
principio di proposizione: «ed egli», «ed essa»; «e quello», «e quella».
쎱 Spesso l’articolo seguito dal genitivo indica la discendenza paterna: Xevrxh~ oJ Dareivou
«Serse figlio di Dario».
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쎱 In greco viene usato l’articolo anche con i nomi propri di persona, città e divinità, se sono
già stati menzionati, o sono nomi noti a tutti: oJ Zeuv~ «Zeus»; hJ ∆Aqhna` «Atena».
L’articolo generalmente viene omesso con nomi astratti (virtù, vizi, scienze, arti ecc.).
Le particelle mevn e dev
쎱 Le particelle mevn e dev vengono usate per stabilire una correlazione fra due termini o due
proposizioni; non sono mai poste in principio di frase, ma posposte a un’altra parola,
e possono esprimere senso avversativo o aggiuntivo.
쎱 Se esprimono senso avversativo, vengono rese con le espressioni: «mentre... invece»; «da
una parte... dall’altra»; «... ma»; «... invece» e locuzioni simili.
ÔH me;n ajreth; nivkhn, hJ de; deiliva h|ssan parevcei.
Mentre il valore procura vittoria, la viltà invece (procura) sconfitta.
쎱 Se invece esprimono semplicemente un accostamento fra due termini o due proposizioni
non vanno tradotte, o si rende soltanto la particella dev con «e».
ÔH me;n ajndreiva nivkhn, hJ de; nivkh ejleuqerivan parevcei.
Il valore procura vittoria, (e) la vittoria libertà.
Posizione attributiva e posizione predicativa
쎱 Se un aggettivo, un avverbio o un complemento sono posti fra l’articolo e il nome, si dice
che si trovano in posizione attributiva; hanno cioè valore di attributo, e si possono
rendere con un aggettivo;
hJ clwra; davfnh il verde lauro
oiJ pavlai (avv.) a[nqrwpoi gli uomini antichi
oJ tw`n Persw`n basileuv~ il re dei Persiani, il re persiano
quando invece non sono preceduti dall’articolo sono in posizione predicativa, cioè
hanno valore di predicato.
hJ davfnh clwra; il lauro (è) verde; il lauro (che è) verde (non quello secco);
il lauro (quando è) verde, (se è) verde, (poiché è) verde
쎱 La differenza della posizione può determinare una sensibile differenza di significato, come
si può osservare nelle seguenti espressioni:
oiJ tw`n ∆Aqhnaivwn dou`loi oiJ dou`loi tw`n ∆Aqhnaivwn
gli schiavi degli Ateniesi (possessivo), gli schiavi fra gli Ateniesi (partitivo),
gli schiavi che appartengono agli Ateniesi, quelli fra gli Ateniesi (che sono) schiavi,
gli schiavi ateniesi gli Ateniesi schiavi
hJ aujtivka filonikiva aujtivka hJ filonikiva givgnetai
la presente contesa scoppia subito la contesa
oiJ provteron poli`tai provteron oiJ poli`tai ajpedivdraskon
gli antichi cittadini prima i cittadini fuggivano
ÔO tuflo;~ uiJo;~ oi[koi diamevnei. ÔO uiJo;~ oi[kade tuflo;~ ejpanevrcetai.
Il figlio cieco rimane a casa. Il figlio torna a casa cieco.
(distinto da uno “vedente”) (prima non lo era)
L’imperativo proibitivo
쎱 L’imperativo proibitivo viene reso con mhv e l’imperativo positivo.
Levge th;n ajlhvqeian. Mh; levge tou`to.
Di’ la verità! Non dire questo!
쎱 Come si può osservare in greco non si usa il punto esclamativo, che invece va aggiunto nella
traduzione quando il senso lo richiede.
I termini sottintesi
쎱 In greco spesso vengono sottintesi dei termini, come nelle seguenti espressioni:
hJ oijkoumevnh (gh`) la terra abitata, il mondo
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I complementi
쎱 Presentiamo raccolti nel seguente specchietto, per motivi di praticità, i complementi che si
trovano più frequentemente usati.
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moto a luogo eij~, prov~, parav, in, ad + acc. OiJ Pevrsai eij~ th;n ∆Attikh;n poreuvontai.
ejpiv + accusativo; Persae ad Atticam contendunt.
I Persiani si dirigono verso l’Attica.
wJ~ + acc. (con |Hken wJ~ tou;~ fivlou~.
nomi di persona) Si recò dagli amici.
moto ejk, ajpov + gen. a, ab, e, ex, de OiJ Pevrsai ejk th`~ ∆Asiva~ e[rcontai.
da luogo + ablativo Persae ab Asia veniunt.
I Persiani vengono dall’Asia.
moto per diav + genitivo; per + acc. OiJ Pevrsai poreuvontai dia; th`~ Boiwtiva~ /
luogo diav, katav + acc. dia; th;n Boiwtivan.
Persae per Boeotiam procedunt.
I Persiani marciano attraverso la Beozia.
oggetto acc. del termine acc. del term. OiJ stratiw`tai pikra;n mavchn mavcontai.
interno derivato dalla derivato dalla Milites acrem pugnam pugnant.
radice del verbo rad. del verbo I soldati combattono un’aspra battaglia.
origine o ejk, ajpov + gen. ablativo; ∆Ek th`~ kardiva~ givgnontai aiJ ejpiqumivai.
provenienza a, ab, e, ex, Ex animo cupiditates oriuntur.
de + abl. Dal cuore provengono le passioni.
stato in luogo ejn, parav + dat.; in + ablativo; OiJ poli`tai ejn th`/ ajgora/` eijs in.
ejpiv + gen. o dat.; super, sub Cives in foro sunt.
uJpov, uJpevr, + acc. I cittadini sono nella piazza.
prov + genitivo o abl.; AiJ kovrai ejpi; th`~ pova~ paivzousin.
apud, ante Puellae ludunt super herbam.
+ acc. Le fanciulle giocano sull’erba.
uJpo; th`~ ejlaiva~, sub oleam, sotto l’olivo
uJpe;r th`~ kefalh`~, super caput, sulla testa
pro; th`~ aJmavxh~, ante currum, davanti al carro
tempo accusativo; accusativo; ∆Anevmenon polla;~ hJmevra~ / dia; pollw`n hJmerw`n
continuato diav + gen.; per + acc. / ajna; (kata;...) polla;~ hJmevra~.
ajnav, katav, ejpiv, Exspectaverunt (per) multos dies.
parav + acc. Aspettarono per molti giorni.
tempo genitivo; ablativo; ojpwvra~, autumno, in autunno
determinato dativo; ante, post + th`/ uJsteraiva/ (hJmevra/), postero die, il giorno dopo
prov + genitivo; accusativo; pro; th`~ mavch~, ante pugnam, prima della battaglia
ejn + dativo; in + ejn th`/ mavch, in pugna, nella battaglia
metav, katav, diav ablativo; meta; th;n mavchn, post pugnam, dopo la battaglia
+ accusativo inter + acc. dia; to;n dei`pnon, inter cenam, durante il pranzo
Come si può rilevare dalla scheda, uno stesso caso e una stessa preposizione possono
rendere più complementi.
쎱 In particolare, ricorda:
metav + genitivo «con» (compagnia)
+ accusativo «dopo» (tempo)
+ dativo «fra», «con» (compagnia, poco frequente)
diav + genitivo «attraverso», «per», «in» (luogo)
«durante», «per» (tempo)
«con», «per mezzo di» (mezzo)
+ accusativo «attraverso», «per» (luogo)
«durante» (tempo)
«per mezzo di» (mezzo)
«per», «a causa di» (causa)
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쎱 Ricorda pure che in greco alcune preposizioni possono dare luogo all’anàstrofe, cioè si tro-
vano collocate dopo, anziché davanti al nome a cui si riferiscono; in questo caso, le
preposizioni bisillabiche ritraggono l’accento sulla prima sillaba. Ecco alcuni esempi
di anàstrofe:
eJspevra~ a[po invece che ajpo; eJspevra~ «dalla sera»
dw`ma kavta kata; dw`ma «in casa»
oi[ktou mevta meta; oi[ktou «gemendo»
ajriqmou` pevri peri; ajriqmou` «riguardo al numero»
cara`~ u{po uJpo; cara`~ «per gioia»
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paramuqivan fevrei. 5. AiJ ejpiqumivai pollavki~ ajtuciva~ fevrousin. 6. Biva bivan, e[cqra
e[cqran tivktei. 7. ÔH oJmovnoia th;n th`~ cwvra~ eujtucivan aujxavnei. 8. ÔH me;n eujsevbeia
eu[noian, hJ d∆ ajsevbeia duvsnoian tivktei. 9. ÔH me;n sofiva eujdaimonivan, hJ d∆ a[noia
ajtucivan tivktei. 10. ÔH me;n ajndreiva swthrivan kai; ejleuqerivan, hJ de; deiliva diafqora;n
kai; douleivan fevrei. 11. “Aneu oJmonoiva~ oujk e[stin eujdaimoniva. 12. AiJ qeai; th;n me;n
eujsevbeian stevrgousin, th;n d∆ ajsevbeian ijscurw`~ kolavzousin.
ƒIndica il nominativo e il genitivo dei sostantivi contenuti nell’esercizio.
Il verbo tugcavnw
쎱 Il verbo tugcavnw può assumere diversi significati, a seconda del caso che regge:
– col genitivo generalmente significa «ottenere»;
– col dativo significa «imbattersi in» qualcuno.
쎱 Viene usato frequentemente, inoltre, col participio predicativo (v. scheda a p. 117).
쎱 Nell’ultima frase dell’esercizio N abbiamo incontrato il termine ijscurw`~ e nel prospetto dei
complementi (compl. di modo) avevamo incontrato ajndreivw~. Sono forme di avverbi
che significano «fortemente» e «valorosamente».
Gli avverbi di questo tipo derivano da aggettivi qualificativi e, come in questi casi, di
norma terminano in -w`~ oppure in -w~.
쎱 Alcuni vocabolari, come ad esempio il LA MAGNA-ANNARATONE, riportano questi avverbi
come lemmi autonomi, altri li indicano sotto la voce degli aggettivi da cui derivano.
Osserva i seguenti esempi.
Per trovare l’avverbio ijscurw`~ si deve cercare sotto la voce dell’aggettivo ijscurov~
(«forte»).
A sei righe dalla fine della colonna, sul ROCCI si trova:
– AVV. -w`~, fortemente; potentemente...
sul MONTANARI, invece, a undici righe dalla fine:
♦ avv. ijscurw`~ con forza, vigorosamente, potentemente...
쎱 Analogamente, per trovare ajndreivw~ si deve cercare sotto la voce dell’aggettivo ajndrei`o~.
Alla penultima riga della colonna il ROCCI riporta:
– AVV. -eivw~, virilmente; coraggiosamente...
il MONTANARI, invece, alla terzultima riga:
♦ avv. ajndreivw~ con forza, coraggio, audacia...
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La prima declinazione:
sostantivi femminili in a impuro
쎱 Si dice a impuro quello preceduto da lettera diversa da e, i, r; questo a è breve.
I sostantivi femminili in a impuro preceduto da s, x, y, z, m, n, ss, tt, ll, ain, oin hanno
il genitivo e dativo singolare in h, per il resto seguono la declinazione dei sostantivi in
a puro.
Per una corretta applicazione delle norme dell’accento, suddividiamo anche questi
sostantivi in più gruppi:
1. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, breve (quindi, su questa sillaba,
sempre l’accento acuto): dovxa±, h~, hJ la fama, l’opinione; rJi± vza± , h~, hJ la radice; ma± vza± , h~, hJ
la focaccia;
2. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, lunga (quindi, su questa sillaba, si
ha l’accento circonflesso quando l’ultima è breve, e cioè nel nominativo, accusativo e
vocativo singolare, nel nominativo e vocativo plurale; acuto negli altri casi): glw`ssa± ,
h~, hJ la lingua; h|ssa± , h~, hJ la sconfitta; Mou`sa± , h~, hJ la Musa; clai`na± , h~, hJ il mantello;
3. sostantivi con l’accento sulla terzultima sillaba (quindi acuto, che si sposta quando
l’ultima sillaba diventa lunga, e cioè nel genitivo e dativo singolare, nel dativo e accu-
sativo plurale – il genitivo plurale è perispòmeno – e nel duale): a[milla± , h~, hJ la gara
(leggi: àmilla, amìlles); devspoina±, h~, hJ la padrona (leggi: dèspoina, despòines); mevlissa±,
h~, hJ l’ape (leggi: mélissa, melìsses); qavlassa± , h~, hJ il mare; quvella, -h~, hJ la tempesta.
쎱 I sostantivi in a impuro preceduto da lettera o gruppo diversi da quelli indicati sopra con-
servano l’a in tutta la declinazione (tranne, ovviamente, il genitivo plurale). Per l’ac-
cento, se si trova sull’ultima sillaba diventa circonflesso nel genitivo e dativo di tutti i
numeri (stoav, a`~, hJ il portico); se si trova su altre sillabe, si regola come negli altri grup-
pi (pova, a~, hJ l’erba; Lhvda, a~, hJ Leda).
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PRESENTE
INDICATIVO IMPERATIVO
INFINITO
쎱 La forma media, come detto sopra (v. p. 17), nel presente è uguale a quella passiva; essa
esprime un senso riflessivo («mi sciolgo») o di interesse all’azione («sciolgo per me»).
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쎱 I verbi deponenti si coniugano come i passivi, ma hanno significato attivo: mavcomai «com-
batto», mavch/ «combatti», mavcetai «combatte», mavcesqai «combattere» ecc. Sul vocabo-
lario vengono indicati con la forma media.
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13. ∆Enivote hJ qeravpaina th`/ peivnh/ kai; divyh/ pievzetai. 14. AiJ spoudai`ai qeravpainai
th;n travpezan me;n th`/ despoivnh/ paraskeuavzousin, pollavki~ de; peivnh/ kai; divy h/
pievzontai. 15. ÔH qeravpaina th;n a{maxan th`/ despoivnh/ paraskeuavzei. 16. AiJ
qeravpainai para; th`/ th`~ despoivnh~ aJmavxh/ badivzousin h] (o) trevcousin. 17. AiJ
qeravpainai uJpo; th`~ despoivnh~ dia; th;n glwssalgivan kolavzontai. 18. \W qeravpainai,
katevcete th;n glw`ssan kai; th;n th`~ despoivnh~ zhmivan deimaivnete. 19. ÔH glw`ssa
pollavki~ tai`~ qerapaivnai~ merimnw`n aijtiva ejstivn. 20. AiJ bradei`ai qeravpainai uJpo;
tw` n despoinw` n kolav z ontai. 21. ∆Eniv o te aiJ qerav p ainai bradei` a i mhv n , aj l l∆ ouj
ponhraiv eijs in. 22. AiJ me;n qeravpainai spoudai`ai uJpo; th`~ despoivnh~ ejgkwmiavzontai,
aiJ de; bradei`ai kai; ponhrai; kolavzontai.
ƒConiuga l’indicativo, l’imperativo e l’infinito presente attivo e passivo dei verbi con-
tenuti nell’esercizio.
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ajsevbeia duvsnoian fevrei: diovper th;n me;n eujsevbeian diwvkomen, th;n d∆ ajsevbeian, wJ~
ajdikivan, ajmuvnomen. Ei\ta ejk me;n th`~ filoponiva~ eujporiva, ejk de; th`~ ajrgiva~ peniva
givgnetai: diovper ejn th`/ ∆Aqhnw`n cwvra/ filoponivan, oujk ajrgivan euJrivskomen. Tevlo~1 hJ
me;n th`~ stratia`~ ajndreiva ejleuqerivan, hJ de; deiliva douleivan parevcei: hJ de; tw`n
∆Aqhnw`n stratia; su;n ajndreiva/ mavcetai, kai; th;n th`~ cwvra~ ejleuqerivan fulavssei.
Toigarou`n oujk a[gnoia, oujd∆ ajsevbeia, oujd∆ ajrgiva h] deiliva ejn th`/ ∆Aqhnw`n cwvra/
eijs ivn, ajlla; filomavqeia, eujsevbeia, filoponiva kai; ajndreiva: ou{tw~ aiJ ∆Aqh`nai th`/
sofiva/, eujnoiva/, eujporiva/ kai; ejleuqeriva/ qavllousin.
1. Tevlo~: avverbio.
ƒIndica il nominativo e genitivo singolare e plurale dei sostantivi contenuti nel
brano.
3 Atena ed Era
Ad Atene godono di particolare venerazione Atena ed Era, che ricambiano questo culto
con i loro doni caratteristici.
∆En tai` ~ ∆A qhv n ai~ pollav k i~ qusiv a i th` / ∆A qhna` / parev c ontai: aiJ ga; r ∆A qh` n ai uJ p o;
th`~ ∆Aqhna`~ froura`~ eijs in. ÔH ∆Aqhna` th;n me;n eujsevbeian stevrgei, th;n d∆ ajsevbeian
kolavzei. AiJ iJevreiai me;n zwvstra~, kaluvptra~ kai; mivtra~ th`/ qea`/ fevrousin, kai; th;n
ej s cav r an a{ p tous in, kai; qus iv a ~ quv o us in, 1 ej n de; tai` ~ qus iv a i~ aiJ yav l triai
coreuvousi kai; kiqarivzousin. ∆En tai`~ ∆Aqhvnai~ kai; th`~ {Hra~ latreiva ejstivn. ÔH
H
{ ra tw`n oijkiw`n kai; tw`n eJstiw`n ejpimevleian e[cei, tai`~ de; despoivnai~ eujdaimonivan
kai; eujgonivan parevcei. ÔH me;n ∆Aqhna` th`~ sofiva~ qeav ejstin, hJ d∆ {Hra tw`n qew`n2
basivleiav ejstin: ou{tw~ ejk th`~ latreiva~ ∆Aqhna`~ kai; {Hra~ sofiva, eujt uciva kai;
eujdaimoniva ejkgivgnontai.
1. qusiva~ quvousin: «compiono sacrifici» (acc. dell’ogg. interno). 2. tw`n qew`n: femminile.
La prima declinazione:
sostantivi femminili in h
쎱 Ricordando che anche questi sostantivi hanno il genitivo plurale perispòmeno, per una
corretta applicazione delle norme dell’accento li possiamo suddividere nei seguenti
gruppi:
1. sostantivi con l’accento sull’ultima sillaba (accento circonflesso nel genitivo e dati-
vo di tutti i numeri): ajrethv, h`~, hJ la virtù; hJdonhv, h`~, hJ il piacere; eJorthv, h`~, hJ la festa;
ojrghv, h`~, hJ l’ira; ajdelfhv, h`~, hJ la sorella; ejpistolhv, h`~, hJ la lettera;
2. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, lunga (accento circonflesso nel
nominativo e vocativo plurale, con desinenza ai± breve): gnwvmh, h~, hJ la sentenza, l’opi-
nione; kwvmh, h~, hJ il villaggio; mnhvmh, h~, hJ il ricordo; rJwvmh, h~, hJ la forza; selhvnh, h~, hJ la
luna; lu–vph, h~, hJ il dolore;
3. sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, breve (quindi sempre accento acuto,
tranne il genitivo plurale perispòmeno): kovrh, h~, hJ la fanciulla; kovmh, h~, hJ la chioma;
devrh, h~, hJ il collo; tevcnh, h~, hJ l’arte.
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