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Introduzione: lo studio del bilancio delle società di calcio presuppone la conoscenza delle principali
vicende che, negli ultimi anni, hanno contraddistinto la storia di questi club.
Le principali vicende che hanno segnato queste tappe sono segnate dalla presenza di:
In questo scenario, tra questi 2 punti tra loro interconnessi, la FIGC ed il legislatore sono stati
costretti ad intervenire attraverso l’approvazione di diversi provvedimenti per far fronte ai problemi
che si erano venuti a creare.
E’ possibile ricondurre lo studio degli eventi e delle fonti normative di riferimento a 3 diversi
periodi storici:
- il primo riguarda anni 60/70 → in cui sorgono e si sviluppano Le prime competizioni a livello
internazionale ed aumenta la dimensione economica dell’attività sportiva.
- il secondo ( 1981- metà anni ‘90), all’interno di cui trova vita la prima legge sullo sport
professionistico
-il terzo, dal 1996 (anno di emanazione della ‘’sentenza Bosman’’) - sino ai giorni nostri.
ANNI 60/70 – Periodo al quale possiamo ricondurre la nascita delle moderne società calcistiche
Una gestione pressochè ‘’improvvisata’’ spinge la FIGC ad approvare una serie di provvedimenti:
In questo passaggio, emerge il tentativo da parte del CONI, attraverso la FIGC, di stringere le
maglie dei controlli sulla gestione delle società. Tale sistema non produsse gli effetti sperati:
- ricerca di remunerazioni indirette tramite ritorni di immagine grazie alla popolarità dei club
- scarsa attenzione alle condizioni di equilibrio economico/finanziario
- rincorsa esasperata e a qualsiasi costo del risultato sportivo
Per concludere, c’era uno scenario catastrofico. Le cause sono diverse: divieto della finalità di
lucro, capitali da investire elevati (stipendi, acquisti, iscrizione alle competizioni).
La legge 91/81 è stato il primo e ad oggi unico provvedimento che disciplina lo sport in Italia.
Vede la luce nel blocco del calcio mercato imposto dalla pretura di Milano, che inibiva i
rappresentanti delle società calcistiche a svolgere trattative e stipulare contratti aventi ad oggetto la
cessione di un giocatore a un’altra società. Tra le principali ragioni che hanno portato
all’emanazione della legge 91/81, la dottrina giuridica aziendalistica concorda sull’impellenza di
regolamentare il rapporto di lavoro dello sportivo professionista.
Sul fronte dei contenuti introduce una serie di disposizioni volte a regolamentare i seguenti aspetti:
- oggetto sociale e forma giuridica della società sportiva professionistica;
- sistema dei controlli federali
- rapporto tra atleta e società e relative modalità di trasferimento
Ante 91/81→ vincolo sportivo e rapporto di lavoro. Post 91/81 → solo rapporto di lavoro.
IPP= nasce con la finalità teorica di recuperare i costi sostenuti per la crescita del giocatore.
Effettivamente detto indicatore mantiene in vita il vecchio ‘’vincolo sportivo’’.
1) CALCOLO: Si calcola moltiplicando un parametro base (media emolumenti globali lordi delle
ultime 2 stagioni) x il Coefficiente di moltiplicazione (in funzione dell’età e delle categorie di
arrivo/destinazione).
2) TERMINE ENTRO IL QUALE LA SOCIETA’ MATURAVA IL DIRITTO A PERCEPIRE
L’IPP: La legge 91/81 non stabiliva alcuna indicazione sul termine entro il quale si estingueva
l’IPP.
- La FIGC fissò la scadenza del diritto alla corresponsione dell’IPP al termine della seconda
stagione successiva a quella in cui era terminato il precedente rapporto contrattuale
EFFETTI CONSEGUENTI: L’ultima società del calciatore non poteva pretendere alcuna
prestazione, salvo che intervenisse la proroga del vecchio contratto o la stipula di uno nuovo
Il giocatore, a sua volta, non poteva trasferirsi sino a quando la società stessa non concedeva il
nullaosta o si accordava per il pagamento dell’IPP con una nuova società
DAL 96 AI GIORNI NOSTRI Sentenza Bosman e avvento pay Tv/Pay per view
1) Sentenza Bosman
• Sono messe in discussione tutte le norme che prevedono:
– la facoltà concessa alle federazioni sportive, nazionali ed internazionali, di includere nei rispettivi
regolamenti norme che limitavano la partecipazione di giocatori stranieri dell’Unione Europea, alle
competizioni sportive
– il diritto di pretendere il pagamento di una determinata somma di denaro per il trasferimento di un
proprio giocatore giunto a scadenza di contratto
Il 15 dicembre del 1995 la Corte di Giustizia europea accoglie il ricorso su entrambe le questioni
sollevate. Le conseguenze dirompenti della sentenza:
- La sentenza – sebbene indirizzate al solo giudice del rinvio (nella fattispecie, la Corte di Liegi) – è
produttiva di effetti immediati in tutti gli ordinamenti degli Stati membri, compreso il nostro
- Da questo momento, non è più consentito alle società calcistiche europee di richiedere il
pagamento di un’indennità per il trasferimento degli atleti professionisti
- Sparisce qualsiasi vincolo o limite alla possibilità di schierare giocatori stranieri comunitari
nei campionati sportivi professionistici da parte di ogni società.