che tanto adoro l'empio rigor all' avanzarsi il foco nell'alma mia, onde mi strugge, e moro. e quel dolore, oh Dio? che dovrebbe destar dolce riposo nel sen dell'idol mio ah che voto cagion di crudeltade.
Che pena io sento,
che fier martire, non è il morire di rio dolor. non è tormento così tiranno come di affanno, ch'io sento al cor.
Che nieghi all'alma mia pietà nel suo dolore
è fiera tirannia, ma pur la soffre il tormentato core. ma che per suo diletto gode del pianto mio questo è dolor di rio, questo è di fier martire, che non si può soffrir senza morire.
Gode di farmi piangere
quella, ch'ogni mi dà con strana crudeltà pena, e martoro. Mesti lumi sorgono fiumi di largo pianto, ed ella ride in tanto , ed io mi moro.