Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Premessa
Come utilizzare l’elettro‐stimolazione nella programmazione dell’alle‐namento del calciatore?
Entriamo dunque nello specifico per approfondire alcuni argomenti che sono sicuramente tra i più
dibattuti tra gli addetti ai lavori e su cui mi permetto di portare la mia esperienza. Al fine di essere il più
chiaro e sintetico possibile mi avvarrò di schemi riassuntivi di facile e immediata comprensione. Per
esempio una domanda che spesso mi viene posta è quando e come usare la stimolazione elettrica?
Proviamo a dare delle risposte.
Quando?
Nella seduta di allenamento:
• Al termine dell’allenamento con terapie decontratturanti o antalgiche.
• Usando programmi mirati alla tipologia dell’allenamento che si andrà a svolgere.
• Dopo il Riscaldamento.
• Con programmi di Capillarizzazione opzionali.
• Prima del lavoro specifico.
La programmazione dell’allenamento di un calciatore non può essere finalizzata al solo miglioramento
delle capacità organiche e muscolari, deve anche essere studiata in funzione della ricerca del benessere
fisico in equilibrio precario ma costante nei limiti di concessione che uno sport praticato a livello
agonistico consente. Sono solito ripetere che se fosse possibile clonare due atleti assolutamente uguali
per caratteristiche fisiche e mentali nel momento prestativo vincerebbe sicuramente colui che è più
rilassato e ha recuperato meglio dalla fatica degli allenamenti.
Terapie decontratturanti e antalgiche usate a livello preventivo o di reale necessità sono fondamentali
per il buon esito di un risultato. I programmi di elettrostimolazione devono essere assolutamente mirati
in funzione della tipologia dell’allenamento che si andrà a sviluppare. Non avrebbe alcun senso, per
esempio, proporre frequenze di stimolazione elevate qualora l’obiettivo fosse la preparazione di un
marciatore che necessita di tempi di contrazione muscolare decisamente inferiori. La mia esperienza di
tanti anni mi ha portato a sviluppare un modello di struttura della seduta di allenamento che preveda il
seguente schema:
• Allungamento muscolare/Mobilizzazione articolare Riscaldamento.
• Corsa di 10’ ad intensità media.
• Preatletismo generale/specifico.
• Elettrostimolazione mirata.
• Lavoro specifico.
• Defaticamento.
Si noti come l’elettrostimolazione sia stata inserita dopo il riscaldamento e prima del lavoro specifico.
Questi i motivi:
• Il riscaldamento serve a preparare la muscolatura riscaldandola per meglio affrontare tipologie di
lavoro più mpegnative. Ciò vale anche nel caso della elettrostimolazione a meno che non vengano
effettuate stimolazioni a frequenze e a intensità molto basse.
• Il lavoro specifico deve servire, even‐tualmente, per trasformare quanto fatto grazie con le
stimolazioni muscolari passive. I programmi di capillarizzazione hanno avere un duplice obiettivo:
• Ossigenare la muscolatura.
• Prevenire gli infortuni.
Frequenze basse con durata di impulso medio alta proposte ad intensità medio bassa hanno la funzione
di vascolarizzare la zona trattata in modo da favorire l’afflusso di sostanze nutritive. La vascolarizzazione
periferica avviene attraverso l’emoglobina che è a tutti gli effetti il complesso trasportatore di ossigeno
nel sangue.
Per cui si raccomanda vivamente un periodo di trattamenti di capillarizzazione:
• Prima della ripresa degli allenamenti dopo una lunga pausa.
Consigliato per ...
• Per chi soffre di dolori articolari e tendiniti (consigliabile anche prima della seduta di allenamento o
prima della partita). • Per i calciatori che sono impegnati in esercitazioni per il miglioramento della
potenza muscolare e vogliono favorire l’ipercapillarizzazione che si produce inizialmente intorno alle
fibre rapide ottimizzandone la qualità della contrazione. Programmazione annuale dell’allenamento •
All’inizio della preparazione come sistema complementare per lo sviluppo delle qualità fisiche da
implementare. • Durante il Campionato come sistema di mantenimento. • Per lavorare in maniera
diretta sui distretti muscolari che necessitano di particolari attenzioni. • Con lavori di capillarizzazione
prima della ripresa degli allenamenti. Soprattutto all’inizio della stagione di preparazione quando si
costruiscono le proprietà fisiche che sono alla base della preparazione del calciatore può essere
produttivo inserire sedute di elettrostimolazione che utilizzino parametri relativi al tipo di forza che si
vuole sviluppare. Una delle applicazioni più interessanti della elettrostimolazione è sicuramente quella
di potere andare a selezionare in maniera dettagliata un singolo distretto muscolare per concentrare gli
sforzi in modo finalizzato. Accade spesso, infatti, che gli elettrodi vengano posizionati in maniera
approssimativa e d’altra parte basta un errore di mezzo centimetro per determinare effetti che non
erano quelli che ci si era preposti . La corrente, infatti, si trasmette sulla cute seguendo i fasci di fibre
liberando elettroni che viaggiano dal polo negativo al positivo ed ogni qualvolta incontra un ostacolo
(cartilagini, tendini, etc…) tende a deviare il proprio corso, per cui risulta intuitivo capire come un
piccolo errore di posizionamento possa influire anche sul risultato finale. Per ottimizzare il
posizionamento degli elettrodi o per mirare il trattamento in maniera specifica su un distretto
muscolare preciso ho realizzato un manipolo in ferro che viene collegato allo snap di uno dei due
terminali del cavo (quello su cui andrebbe collegato l’elettrodo distale di un elettrostimolatore da me
progettato. Dopo avere spalmato la cute con del gel eco‐conducente si può effettuare una
“scannerizzazione” della cute stessa alla ricerca delle placche motrici, aprendo il contatto con un Joy
stick esterno che serve a modulare la durata del tempo di contrazione. Questo genere di lavoro produce
risultati importanti riducendo i tempi di applicazione dei programmi di elettrostimolazione tradizionali
poiché concentra l’area su cui operare in maniera dettagliata, potendo decidere i parametri elettrici da
utilizzare e il tempo di contrazione da proporre. Nel 1999 con due calciatori di una squadra di serie “A”
V.M. e Z.J insieme al fisio‐terapista Fabio Conta ho portato avanti una riabilitazione di caviglia e una di
ginocchio . Con V.M. si trattava di un conflitto Astragalo‐ Calcaneare associato a lassità legamentosa che
limitava la funzionalità dell’articolazione in maniera importante. L’intervento chirurgico si era reso
indispensabile per ridurre la lassità. Con Z.J. la limitazione della funzionalità dell’articolazione era dovuta
ai postumi di un intervento chirurgico a seguito di rottura dei legamenti crociati. Soprattutto nel primo
caso è stato possibile anticipare i tempi della riabilitazione complessiva di ca. 20 gg. , anche se dal mio
punto di vista non sempre vale la pena approfittare del vantaggio per rientrare il più presto possibile in
campo. In ogni caso i valori di forza espressi al “Cybex” avevano denotato un incremento sensibile
dell’arto trattato con la sola elettrostimolazione durata per 30 gg. Protocollo di Lavoro V.M. una setti‐
mana dopo l’intervento. • 5 gg. capillarizzazione: micro contrazioni in forma Sweep da 3 a 5 Hz con
durata dell’impulso di 300 microsec. Per 30’ al giorno sui distretti muscolari della gamba propriamente
detta. • 10 gg. di Forza Generale sui peronei e tibiali a giorni alterni con contrazioni ad arto disteso di 15
sec. a 55 Hz a media intensità; durata dell’impulso 300 mi‐crosec. Recuperi a 20 Hz a bassissima
intensità; durata dell’impulso 200 microsec per 20 secondi. • 5 gg. di Forza Generale sui peronei e tibiali
a giorni alterni con contrazioni ad arto disteso di 15 sec. a 55 Hz ad alta intensità; durata dell’impulso
300 micro‐sec. Recuperi a 20 Hz a bassissima intensità; durata dell’impulso 200 microsec per 20 secondi.
• 10 gg. di Forza Resistente su peronei, tibiali e gemelli a giorni alterni con contrazioni ad arto disteso in
“sweeppata” da 55 a 65 Hz in 15 secondi ad alta intensità; durata dell’impulso 300 micro‐sec. Recuperi a
20 Hz a bassissima intensità; durata dell’impulso 200 Microsec per 10 secondi.
• Contemporaneamente è stato portato avanti un protocollo di lavoro di Forza Generale/Resistente ed
Esplosiva su quadricipiti e ischio crurali in isometria massimale contro resistenza.
| Protocollo di lavoro
I Fase
• 20’ di stimolazione con manipolo a bassa intensità ca 20 milliampere;
• Frequenza di stimolazione: sweep da 1‐ 10 Hz;
• Durata dell’impulso: 300 Microsec.
II Fase
• 10’ di stimolazione con manipolo a bassa intensità ca 20 milliampere;
• Frequenza di stimolazione: Step normal 3 Hz;
• Durata dell’impulso: 200 Microsec.
III Fase
• 2’/4’ di stimolazione con manipolo a media intensità ca 40 Milliampere;
• Frequenza di stimolazione: sweep da 1‐ 200 Hz;
• Durata dell’impulso: 200 Microsec.
IV Fase
• 2’/4’ di stimolazione con manipolo a intensità medio alta ca 50 Milliampere con contrazioni della
durata di ca 3/5 sec.;
• Durata dell’impulso: 300 Microsec.
Obiettivi
L’obiettivo dell’intervento era quello di ridurre in brevissimo tempo il versamento sinoviale e di ottenere
una riduzione del livello di dolore.
Modalità operative
I due obiettivi sono stati raggiunti grazie a un intervento di tipo misto: contrazioni muscolari antalgiche
(Tens Endorfiniche) e contrazioni a media frequenza e media intensità veicolate attraverso una
superficie estremamente ridotta rappresentata dalla testa del manipolo in ferro del diametro di 1 cm.
Riscontri scientifici
La metodica di lavoro è stata successivamente studiata e perfezionata dal Prof. Bucci ( Ricercatore Area
Chirurgica dell’Università di Chieti, Specialista in Chirurgia Generale e Cardio Angio Chirurgia) che ha
riscontrato un aumento localizzato dello spasmo venulare con evidente diminuzione della fuoriuscita dei
liquidi dai vasi ( Atti del Convegno Nazionale SINFER , Napoli 4 ottobre 2000) . Le prime due fasi in
particolare hanno la funzione di abbassare anche la soglia del dolore. La terza effettuando una scansione
da 1 a 200 Hz va a ricercare tutte le frequenze tipiche del dolore. La quarta fase
provoca uno spasmo più accentuato che contribuisce in maniera più decisa a limitare il perpetuarsi dello
stravaso sinoviale.
Funzionamento delmeccanismo Tens
Eccitando le fibre nervose più grosse rivestite di mielina ed a bassa soglia di stimolazione (alfa,beta),
ottenendo così l’attivazione dell’interneurone inibitore, localizzato nel midollo spinale, capace di
ostacolare la progressione delle percezioni dolorose che sono veicolate dalle fibre nervose più fini,
amieliniche, a più elevata soglia di eccitabilità (fibre c). Oltre a questo meccanismo teorizzato e
dimostrato da Melzack e Wall (pubblicato sulla rivista “science”‐“pain mechanism: a new theory 1965),
e noto come GATE CONTROL è stata utilizzata un’altra metodica definita di tipo endorfinico. Alcuni
ricercatori, infatti, hanno postulato che impulsi elettrici a bassa frequenza sono capaci di aumentare la
concentrazione di beta‐endorfine (sostanze oppioido‐simili) nel sistema nervoso centrale. La Tens può
avere effetti indesiderati? Una ricerca condotta su 12 atleti affetti da dolore lombosciatalgico sx senza
segni di sofferenza neurogena ed in 10 soggetti sani, senza alcun precedente di dolore lombosciatalgico
ha escluso qualsiasi tipo di blocco periferico della trasmissione degli impulsi nocicettivi e quindi che tale
blocco possa essere annoverato tra le cause della ipoalgesia da neurostimolazione. L’assenza di tale
blocco esclude completamente la possibilità di effetti indesiderati sulla trasmissione degli impulsi
nervosi (Dott. R. casale Dip. Neuroriabilitazione, Servzio di eurofisiopatologia, Istituto di riabilitazione di
Montescano,IRCCS Montescano (PV) . La seduta di Elettrostimolazione deve essere svolta stando fermi
(Iso‐metrica) o movendosi (Dinamica)? Facendo Elettrostimolazione bisogna lavorare in isometrica o in
dinamica? A mio parere entrambe le possibilità hanno la propria validità. • In regime isometrico (ossia
senza che avvenga alcun spostamento dei capi articolari) , migliora sensibilmente il parametro di forza.
In dinamica, associando cioè il movimento volontario (molleggi, spinte, rotazioni, torsioni, etc… ),
migliorano le capacità della muscolatura di gestire la contrazione in sinergia con il gesto specifico
(Coordinazione inter ed ntramuscolare). Nel primo caso alcune recenti ricerche riportano aumenti del
parametro di forza assoluta dell’11% dopo 6 gg. e del 17% dopo 11 giorni di trattamento con
elettrostimolazione su soggetti sedentari . Tale ricerca è stata portata avanti con sedute della durata di
30’ con pattern di stimolazione da me suggeriti che prevedevano 7 secondi di contrazione, con
frequenze progressivamente crescenti da 60 a 90 Hz, alternati a 15 secondi di ristoro con frequenza pari
a 20 Hz. L’intensità della corrente veniva stabilita per ogni singolo soggetto, durante ogni seduta, a
seconda della personale soglia di dolore. risultati sono stati misurati mediante ergometro Cybex
stabilendo la forza massima volontaria del quadricipite dx e sx e la forza massima mediante
elettrostimolazione. Al primo giorno, inoltre è stato misurato il consumo di ossigeno basale e nel corso
di elettrostimolazione. è verificato, inoltre, che il consumo di ossigeno aumenta durante
l’elettrostimolazione di 0.47 ml (kgxmin.) per cui la variazione (circa 20% di aumento) è significativa. Lo
studio è stato svolto presso il Centro di riabilitazione “Don Orione” Unità di Fisiologia Applicata e
Medicina Preventiva‐Bergamo dal Prof. Giuseppe Miserocchi ‐17 Istituto di Fisiologia Umana ‐ Università
di Milano‐Bicocca‐ e dal suo Staff). Come è possibile un simile risultato nonostante la forza sviluppata
durante l'elettrostimolazione sia bassa ? Probabilmente a causa del fatto che l’elettrostimolazione
stimola una porzione ristretta del muscolo e in maniera superficiale. Il miglioramento potrebbe essere
dovuto al fatto che il soggetto é in grado di rimuovere fattori nervosi inibitori reclutando un maggio
numero di unità motorie. La stessa ricerca ha evidenziato come esercitazioni associate alla
elettrostimolazione non consentano di ottenere gli effetti sperati per quanto attiene al miglioramento
dei parametri legati allo sviluppo della forza. Ciò probabilmente perché la elettrostimolazione stimola
delle afferenze sensitive che esercitano un effetto inibitorio sui circuiti nervosi efferenti motori. Tant’è
che al “Cybex” il monitoraggio della co‐contrazione evidenzia come occorrano alcune fa‐si di
adattamento prima che il segnale del picco di forza venga ripulito dal “distur‐bo” esterno della
stimolazione elettrica. Paradossalmente però, è proprio lo “stress eccitomotorio” con il quale bisogna
fare i conti, ogni qual volta ci si sottopone ad una seduta di elettrostimolazione associata al movimento
volontario, che a mio parere ci permette di azzardare l’ipotesi che vi possa essere un sensibile
miglioramento nella capacità del soggetto di gestire le capacità coordinative intra ed intermuscolari.
Non vi può essere sviluppo di forza mirata al miglioramento del gesto tecnico se lo stesso non viene
ottimizzato nel tempo e nello spazio. La mia ipotesi rispecchia oltre che successi conseguiti sul campo
anche il postulato che per superare le barriere fisiologiche dell’assuefazione dovuta alla soglia di
adattamento all’allenamento occorre costruire “situazioni” ad intensità variabile e progressivamente più
difficili da risolvere in modo tale da creare difficoltà sempre nuove e sempre più complesse. Un po’
come accade nello studio della matematica che per riuscire a risolvere problemi che contengono
formule sofisticate occorre superare una serie di ostacoli che mettono a dura prova le nostre
conoscenze. L’abbinamento della elettrostimolazione al movimento volontario crea i presupposti per
una tipologia di lavoro basata sull’affinamento di caratteristiche neuromuscolari che rispondono ad
impulsi gestiti dal cervello e non soltanto a stimolazioni elettriche subite passivamente per via della
eccitazione esterna indotta . Nel caso di allenamento svolto in regime di contrazione isometrica è
fondamentale un lavoro di trasformazione sul campo o in palestra. In dinamica non è così indi‐
spensabile. La trasformazione del lavoro passivo isometrico si rende necessaria per fornire all’organismo
e ai distretti muscolari che sono stati particolarmente interessati le informazioni necessarie per
l’attivazione in velocità del carico di forza acquisito. Cosa ci si può aspettare dall’elet‐trostimolazione?
L’elettrostimolazione può essere proposta a tutti coloro che fanno sport o vogliono tenersi
semplicemente in forma. In questo caso ci soffermeremo a considerare il lavoro che può essere
proposto agli sportivi ed in particolare ai calciatori. Prima però una premessa: È evidente che con i
soggetti sedentari i risultati sono più evidenti ed immediati trattandosi di soggetti con masse muscolari
generalmente ipotoniche. Con gli atleti e ancor più con i grandi campioni i risultati sono meno eclatanti
e si aggirano nell’ordine dell’1‐10% dell’incremento della Forza massima. Risulta altrettanto evidente
che migliorare le prestazioni del grande campione anche soltanto di pochissimo può essere più che
sufficiente. L’elettrostimolazione non è la panacea di tutti i problemi. Gli atleti non possono pensare a
questa metodica di allenamento come sostitutiva della fatica fisica. Anzi per ottenere dei risultati
concreti bisogna entrare nell’ottica che bisogna fare qualcosa in più. All’inizio, quando se cominciò a
parlare, molti atleti fecero l’errore di abbandonare i metodi di costruzione della forza tradizionali per
dedicarsi esclusivamente alla elettrostimolazione. Qualcuno, senza averla mai provata
precedentemente, la utilizzò in maniera massiccia prima di una gara importante rimanendo
letteralmente “inchiodato”. Accadde ricordo ad un atleta famoso della rappresentativa azzurra di sci
prima di un Mondiale e gli allenatori di allora, traendo risultati affrettati, demonizzarono il sistema di
lavoro. Mi viene da sorridere a certe avventate conclusioni e per analogia mi viene da pensare a certe
notizie che riportano di malcapitati che vanno allo zoo e mettono una mano dentro la gabbia dei leoni
per accarezzarli e che per tutta risposta gliela portano via con un morso. La morale è che la colpa non è
del leone ma dello sprovveduto che ha infilato la mano tra le sbarre. Lo stesso dicasi dell’esempio
precedente. L’elettrostimolazione può essere paragonata ad un allenamento pesante di sovraccarichi
che può provocare fibrosi per cui non è raccomandabile abusarne o utilizzarla in maniera scorretta. La
stimolazione elettrica deve essere inserita in un programma di allenamento studiato a tavolino ed è un
complemento al piano di lavoro tradizionale. Diversamente i sedentari possono sottoporsi a sedute di
elettrostimolazione senza alcun problema in quanto sicuramente i risultati saranno tangibili poichè non
finalizzati. Problematiche nel calcio L’elettrostimolazione applicata al calcio deve tenere conto dei
seguenti fattori:
• Meccanismo metabolico richiesto dal sistema energetico.
• Muscolatura su cui si va ad operare.
• Il livello di capacità coordinative richiesto (Coordinazione intramuscolare).
• Le capacità tecnico/tattiche richieste (Coordinazione intermuscolare).
• Stato di forma.
• Feeling con l’elettrostimolazione.
• Disponibilità ad intraprendere un programma di elettrostimolazione con impegno e serietà nel rispetto
dei tempi di recupero.
Nel momento in cui proponiamo un programma di stimolazione elettrica non possiamo non tenere
conto del distretto muscolare su quale si va ad operare e le condizioni generali di allenamento anche se
quando si parla di stato di forma ci si dovrebbe soprattutto riferire alla capacità di sopportazione del
carico di “corrente”.
Diversi, per esempio, volendo estremizzare per rendere meglio il concetto, sono i parametri di forza che
possono sviluppare un muscolo orbicolare della bocca ed un quadricipite femorale. Diverse, risultano
anche le frequenze tipiche di stimolazione di muscoli ricchi di fibre bianche veloci, o rosse lente. E
ancora diverse appaiono le capacità contrattili della muscolatura di soggetti che, grazie al loro
patrimonio genetico, hanno una composizione muscolare totale dotata di un maggior numero di fibre di
un determinato tipo. Raramente accade che, alcuni soggetti, particolarmente sensibili, non sopportino
la stimolazione elettrica. Tali casi possono essere paragonati a quelli di coloro i quali di fronte ad un
prelievo di sangue si sentono svenire. Vale la pena, comunque, proporre ’elet‐trostimolazione per gradi,
soprattutto a coloro che non la conoscono, cominciando con programmi che utilizzano parametri “soft”
a bassa frequenza. Ad alzare l’intensità di corrente c’è sempre tempo e non c’è giustificazione per gesti
sconsiderati di chi vuole dimostrare quanta potenza è in grado di erogare l’elettrostimolatore ad un
amico, al proprio atleta o chi per esso. L’elettrostimolazione è un metodo di allenamento che, come
qualsiasi altro sistema, dà i propri frutti se l’impegno a portare avanti un piano di lavoro sia assoluto. In
caso contrario è difficile ottenere qualcosa di buono e, soprattutto, si rischia che chi non ottiene risultati
diventi anche un delatore di tale metodica. A tale proposito si ricordi dell’esempio di chi va allo zoo per
accarezzare il leone in gabbia! I parametri elettrici da utilizzare con i calciatori La tabella successiva
mostra quali sono le frequenze medie di stimolazione a seconda della tipologia delle fibre muscolari:
FIBRA II B oltre 75 Hz (Fibra esplosiva) FIBRA II A 35‐75 (Fibra intermedia)
FIBRA I fino a 35 Hz (Fibra lenta)
É risaputo che le fibre veloci possono lentamente trasformarsi in lente mentre quelle lente non possono
diventare veloci. Ragione per la quale, per esempio, sprinter si nasce mentre fondisti lo si può diventare
purchè, ovviamente, in entrambi i casi sussistano altre caratteristiche e motivazioni di vario genere. É
possibile però intervenire per modificare lo stato delle fibre intermedie tanto con l’allenamento a secco,
che con l’elettrostimolazione, tenendo presente che la stimolazione elettrica può agire limitatamente
alla parte trattata ed in maniera superficiale. Tanto con l’allenamento a secco che con
l’elettrostimolazione l’obiettivo è quello di reclutare il maggior numero possibile di fibre muscolari. Per
raggiungere lo scopo si dovranno osservare alcuni accorgimenti:
• Il carico di lavoro deve essere rapportato allo stato di allenamento del momento.
• L’intensità deve però essere massimale*, ossia deve essere sempre al limite della soglia di
sopportabilità dell’atleta.
• I carichi di lavoro devono essere progressivi.
• Nelle esercitazioni di forza a secco, l’attività balistica è senza dubbio quella più indicata per effettuare
lavori di trasformazione della forza dopo elettrostimolazione.
• Nel caso della elettrostimolazione l’intensità deve essere modulata erogando potenza crescente
attraverso i tasti che regolano il flusso di corrente in mA (milliampere).
• Le fasi di lavoro, nella scelta di qualsiasi programma sportivo di elettrostimolazione, devono essere
due: una di contrazione e una di rilassamento.
N.B.*
Nella contrazione elettrostimolata si può aumentare la forza di contrazione agendo su:
• Voltaggio (Amplitude) : Si reclutano più fibre per via di una maggiore differenza di potenziale (Flusso di
elettroni dal polo negativo al polo positivo).
• Ampiezza (Pulse Width): si reclutano più fibre muscolari per una ,maggiore durata della singola
contrazione.
• Frequenza (Numero di impulsi al sec.): si fanno contrarre più spesso lo stesso numero di fibre a parità
di ampiezza e voltaggio. Il sapiente mix di questi tre parametri consente di costruire programmi di
elettrostimolazione mirati allo sviluppo di una qualità fisica piuttosto che un’altra. A mio parere il dato
più interessante riguarda la possibilità di aumentare il voltaggio della macchina. Perché?
1. Un aumento esagerato dell’ampiezza dell’onda può comportare una sensazione di disagio dovuta al
superamento della soglia di sopportabilità del dolore che in condizioni non patologiche corrisponde al
momento in cui vengono sollecitate le fibre amieliniche più piccole (prive di guaina protettiva). Tale
fenomeno viene esaltato da una durata eccessiva del tempo di cronassia che in realtà è abbastanza
soggettivo. In ogni caso nei programmi di forza non si dovrebbe andare oltre i 300/400 Msec.
2. Un aumento esagerato della frequenza di stimolazione provoca un fenomeno, denominato “della
scala” , che somma le singole contrazioni fra di loro fino a determinare un altro fenomeno, denominato
“Frequenza di fusione”. La ricerca non ha ancora stabilito, in effetti, quali siano le frequenze limite oltre
le quali la frequenza di fusione può sconfinare nella contrazione tetanica condizione in cui il muscolo
non si contrae più in maniera fisiologica ma inizia andare in spasmo, senza risultati utili.
3. Un aumento del voltaggio invece, consente di reclutare un maggior numero di fibre muscolari.In
questo modo si va ad incidere sulla durata della contrazione o sull’aumento degli impulsi/secondo.
Fenomeni che come abbiamo visto bisogna continuamente tenere sott’occhio, per evitare di andare
oltre il livello fisiologico ottimale della contrazione muscolare. Nel calcio dunque le frequenze da
utilizzare saranno le seguenti:
• Miglioramento della Resistenza generale Fase di Contrazione:
‐ Frequenze: da 15 a 35 Hz;
‐ Durata dell’impulso: ca 300 Microsec.
‐ Tempo di durata della contrazione 20 sec.
Fase di ristoro:
‐ Frequenze: 3 Hz ;
‐ Durata dell’Impulso: 200 Microsec
‐ Tempo di durata delle contrazioni: 4 sec.
• Miglioramento della Resistenza specifica
Fase di Contrazione:
‐ Frequenze da 35 a 45 Hz;
‐ Durata dell’impulso: 300 microsec.;
‐ Tempo di durata delle contrazioni 15 sec;
Fase di ristoro:
‐ Frequenze: 3 Hz ;
‐ Durata dell’Impulso: 200 Microsec.;
‐ Tempo di durata del ristoro: 8 sec;
• Miglioramento delle qualità di
Forza Esplosiva
Fase di Contrazione:
‐ Frequenze da 75 a 100/120 Hz;
‐ Durata dell’impulso: 300 microsec.;
‐ Tempo di durata delle contrazioni 4/6 sec.
Fase di ristoro:
‐ Frequenze: 3 Hz ;
‐ Durata dell’Impulso: 200 Microsec.;
‐ Tempo di durata del ristoro: 20 sec.
Un esempio di programma per il miglioramento delle qualità di forza può essere di tipo piramidale
Contrazioni da 15 sec. 60 Hz 200 Msec
Contrazioni da 10 sec 80 Hz 200 Msec
Contrazioni da 8 Sec 100 Hz 200 Msec
Contrazioni da 6 Sec 110 Hz 250 Msec
Contrazioni da 4 sec 120 Hz 300 Msec
Contrazioni da 2 sec 120 Hz oltre 300 Msec
Ripetizione del “Loop” al contrario Esempio di lavoro misto per il miglioramento della Resistenza
Specifica del Calciatore
• 10’ di lavoro di Forza Isometrica generale (allenamento di costruzione mu‐scolare):
contrazioni da 10 sec. di ca. 45 Hz di frequenza con durata dell’impulso di 300 Microsec. Al max
dell’Intensità.
Fasi di recupero di 20/30 sec. a 3 Hz con durata dell’Impulso di 200 Microsec.
• 3/5 serie x 6 ostacoli alti ca. 40 cm disposti a griglia; • 3/5 serie x 6 balzi sul posto con cintura elastica;•
3/5 Sprint di 10 metri tra birilli disposti a slalom.I Esempio di lavoro misto per il mi‐glioramento della
Forza Istantanea del Calciatore • 5’ di Forza Istantanea. ( Allenamento di Coordinazione
Intramuscolare).Lavoro in regime Isometrico intorno a 100/120 Hz con contrazioni della duratadi 4
secondi con durata dell’Impulso fra i 300 e i 400 Microsecondi al max dell’Intensità.Fasi di recupero
come nell’esempio precedente.• 3/5 serie x 2 Spinte alla Leg Press orizzontale con 90/100% del carico;•
3/5 Serie x 2 Balzi massimali con sovraccarico.II Esempio di lavoro misto per il miglioramento della Forza
Istantanea del Calciatore • 5’ di Forza Istantanea lavorando in dinamica con molleggi sincronizzati
(Allenamento di Coordinazione Intermuscolare) con gli elettrodi posizionati sui muscoli agonisti e
antagonisti delle cosce. Stimoli intorno a 100/120 Hz con contrazioni della durata di 4 Secondi con
durata dell’Impulso fra i 300 e i 400 Microsecondi al max dell’Intensità. Fasi di recupero come
nell’esempio precedente.
• 3/5 serie x 2 Spinte alla Leg Press orizzontale con 90/100% del carico.• 3/5 Serie x 2 Balzi massimali
con sovraccarico.
Esempio di lavoro misto per il miglioramento della Forza Veloce Resistente nel Calciatore:
• 15’ di Forza resistente: Contrazioni da 15” intorno ai 45/55 Hz con durata dell’impulso di 300 Microsec.
al max dell’Intensità.
Fasi di recupero di 8 sec. a 3
Hz con durata dell’Impulso di 200 Mi‐crosec.
• 3/5 serie x 10 Balzi fra ostacoli alti ca.
40 cm a griglia e 5 in linea.
• 5/10 serie Sprint navetta di ca. 10 metri
da ripetere 3, 4 volte.
Miglioramento della Coordinazione specifica del calciatore con Elettrostimolazione:
é possibile migliorare la propriocettività che può essere definita come la capacità di colloquiare con il
proprio corpo attraverso le sensazioni più profonde di feed‐back neuromuscolare.
Ascoltare il proprio corpo e conoscerlo alla perfezione in definitiva vuol dire prevedere le situazioni e
riassumerle senza doverle scomporre risparmiando tempo e guadagnando in termini di prestazioni. É la
vera differenza che fa di un atleta un campione. Migliorare le componenti propriocettive vuol dire:
1. Migliorare lo stato d’ansia.
2. Migliorare la respirazione.
3. Migliorare i riflessi.
4. Migliorare la coordinazione e quindi l’equilibrio 5. Migliorare lo schema del movimento.
6. Migliorare la capacità di ragionamento.
7. Migliorare la capacità strategica.
8. Migliorare le capacità tecniche.
Alcuni esempi di esercizi di coordinazione per gli arti inferiori con l’ausilio della Elettrostimolazione:
Elettrostimolazione durante esercizi su tavole basculanti per migliorare la sensibilità delle caviglie
posizionando gli elettrodi sui peronei o tibiali a seconda degli obiettivi. Elettrostimolazione durante
esercizi di molleggio posizionando gli elettrodi su flessori ed estensori delle cosce per migliorare la
coordinazione simultanea dei muscoli agonisti e antagonisti.
Elettrostimolazione durante esercizi su macchine isotoniche per migliorare la sensibilità della risposta
neuromuscolare del gastrocnemio. Elettrostimolazione sui muscoli delle gambe associata ad esercizi di
equilibrio sulla trave.
In definitiva quali sono le indicazio‐ni della Elettrostimolazione e i suoi effetti nel calcio?
1. Aumenta la resistenza alla forza e migliora il livello di forza massimale. 2. Aumenta il metabolismo
muscolare.
3. Facilita il dimagramento nella zone trattate dovuto al maggiore consumo di ossigeno.
4. Facilita il reclutamento di unita’ motorie riducendo le inibizioni del sistema nervoso..
5. Accelera il recupero muscolare.
6. Integra i programmi di allenamento.
7. Combatte il dolore.
8. Migliora la vascolarizzazione sulle zone trattate.
Lo stato dell’arte La ricerca nel campo della elettrostimolazione ha fatto passi da gigante ma molto c’è
ancora da fare.
Non è assolutamente chiaro, per esempio, quale sia il tipo di onda migliore per la stimolazione
neuromuscolare sportiva. La maggior parte dei tecnici sostiene che l’onda quadra bifasica, simmetrica
sia la
più adatta perché è l’unica in grado di sottendere ai parametri di erogazione di corrente nell’unità di
tempo (Legge di Weiss e succ. di Lapique). Recenti studi però hanno messo in discussione tali
convinzioni, mai, peraltro, dimostrate
su basi scientifiche. In particolare ricerche condotte in Germania (Dott. H J Grober: “Metodische Ansate
der Elektrostimulation in der Terapie”, pubblicato su Elektrostimulation e Elektroterapie Atti del I
Congresso di
Elettroterapia Agosto 99 Erlangen) ed esperienze maturate in Spagna (Dott. E. Sanchez, Institut Catala
de La Salut ,
2000; Prof. J.M. Pastor Vega Univ.Malaga e Prof. L.Cayuelas Anton Univ.Cordoba: “Manual de Medicina
Fisica” , “Harcourt Brace” ed. ’97 Cap.12) definiscono addirittura poco importante la parte negativa
dell’onda e fondamentale che la parte positiva sia quadra. In Francia i Prof. G. de Bisschop (neurof.
Marsiglia e doc. Univ. Med. Parigi) e il Prof. J. Dumoulin (Doc. Univ. Med. Lille e Parigi) nel loro libro:
“Neurostimulation Electrique Transcutanée Antalgique et Ex‐cito Motrice” pag.88 ultimo paragrafo
pubblicato da “Masson” , già nel 1991 esaltavano l’onda asimmetrica sia nei
trattamenti Tens che nelle stimolazioni per la tonificazione perché in grado di ottenere la massima
energia con la minore intensità. In Italia (Prof. S. Bucci, Doc. Facoltà Medicina Univ. Chieti, e G.
D’Urbano, Preparatore Fisico, 2000, 2001) su centinaia di soggetti hanno messo in in dubbio che la
simmetria dell’onda sia la più consona ai programmi di elettrostimolazione degli sportivi ,
essenzialmente per due motivi: • Sembrerebbe, infatti, che proponendo la parte negativa dell’onda con
una forma geometrica diversa dalla positiva, che deve rimanere quadra, si eviti una sorta di
accomodamento della cellula nervosa durante il processo di reazione al la stimolazione elettrica indotta
• Sembrerebbe che le persone trattate con aperture eccessive dei tempi di cronassia dell’onda negativa
riscontrino una sensazione di “effetto spillo” che viene sensibilmente ridotta correggendo la forma con
uno “Spike ne‐gativo”. La riprova scientifica di quanto da me messo in discussione non può essere
ancora considerata sufficiente nonostante
sia validamente supportata. Vale però la pena di approfondire l’argomento perché di estremo interesse
per gli specialisti della materia. N.B.
Per quanto riguarda i protocolli di lavoro da me elaborati ho sempre utilizzato, sia nella
somministrazione di correnti TENS sia nell’utilizzazione di programmi sportivi l’onda asimmetrica che ha
dato, evidentemente, ottimi risultati.