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Per poter raccontare al meglio la storia musicale parigina nel Novecento, mi trovo costretto a cominciare da

un prologo. Il nostro prologo sarà Camille Saint-Saens, ossia l’intruso, il conservatore. Nei primi decenni del
Novecento Saint-Saens è la figura più riverita del panorama musicale francese, detiene un potere pressoché
illimitato sulla situazione musicale parigina. Compositori in cerca di successo si scambiano lettere colme di
terrore per una cattiva recensione da parte del censore. Critico integerrimo, Saint-Saens rappresenta il più
potente bastione dell’accademismo, del rigore formale, di un nazionalismo conservatore e spietato.
Celeberrimo è in quegli anni l’affaire Dreyfuss, il caso di antisemitismo con il più alto impatto mediatico
dell’epoca, ecco, Saint-Saens era l’antisemita.

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