Sei sulla pagina 1di 5

Tre preghiere collettive dei musulmani milanesi

Spunti di riflessione sulla fotografia etnografica


testo e foto di Lorenzo Ferrarini

Lorenzo Ferrarini è studente della Laurea Specialistica in Scienze Antropologiche ed Etnologiche dell’Università degli Studi di
Milano Bicocca e collaboratore per la sezione fotografica del Laboratorio di Etnomusicologia e Antropologia Visuale (Leav)
dell’Università degli Studi di Milano. Collabora anche con l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia.
Portfolio on-line: www.flickr.com/photos/lorenzoferrarini

Le fotografie presentate in questo reportage sono state


scattate a Milano, in occasione di tre diverse festività del
calendario musulmano. L’id al-fitr (festa di rottura del
digiuno, conclusiva del mese di ramadan, si svolge il
primo giorno del mese successivo, šawwal) del 1426
(03/11/2005), l’id al-kebir (grande festa, decimo giorno
del mese di du ‘l-hiğğa, coincide con i riti di sacrificio
durante il periodo del pellegrinaggio alla Mecca, quindi
si chiama anche id al-adha) dello stesso anno
(10/01/2006) e infine l’id al-fitr del 1427 (23/10/2006).
Le foto mostrano delle preghiere collettive di larga
partecipazione, nelle prime due occasioni presso il
Palalido di piazzale Stuparich e nella terza al velodromo
Vigorelli di via Arona.
In tutte e tre le occasioni sono stato accompagnato da
Osama, ventiseienne egiziano di Sharqiyya, sobborgo
del Cairo. Ci siamo conosciuti in una scuola di italiano
per stranieri anni fa e lui ha apprezzato il mio interesse
per la sua cultura, religione e modo di vita qui in Italia,
così mi ha invitato alla “nostra festa”, anticipandomi che
ci sarebbe stata molta gente e che sarebbe stato molto
bello. Osama partecipa a questa preghiera senza essere
legato a particolari associazioni religiose,
semplicemente considera importante vivere la preghiera
del giorno di festa con il maggior numero di
correligionari possibile. Al punto che, sebbene
quest’anno in Egitto l’id al-fitr sia stato celebrato con un
giorno di ritardo rispetto alla data della preghiera
organizzata in Italia, dove sono stati seguiti i mullah
sauditi (spesso sorgono controversie anche per questioni
di fuso orario e di visibilità della luna), lui e i suoi amici
hanno comunque partecipato alla preghiera comunitaria.
L’accesso al luogo di preghiera è assolutamente libero,
Foto 1: 10/1/2006, id al-kebir, si prende posto per la preghiera
dentro si trovano soprattutto due tipologie di persone:
musulmani che pregano, si ritrovano, festeggiano,
ascoltano la predica dell’imam, e qualche giornalista volte anche di amici o colleghi del Leav, tra cui donne, che avessero
che fotografa e fa riprese: la politica degli organizzatori accesso alla zona riservata al genere femminile, coi quali abbiamo anche
(legati all’UCOII e al Centro Culturale Islamico di viale realizzato riprese video, interviste e registrazioni sonore.
Jenner) per queste occasioni, infatti, è di apertura ai La prima scelta significativa che mi si è presentata è stata quella del
mezzi di informazione, sebbene gli eventi non siano per dove posizionarsi: al Palalido mi sono potuto sistemare sugli spalti in
nulla pubblicizzati. Ero in compagnia di Osama, e a mezzo ai fedeli, mentre nel caso del velodromo Vigorelli, essendo

4
Foto 2: 3/11/2005, id al-fitr, la prosternazione, suğud

arrivato a preghiera già iniziata, non ho potuto scegliere la visuale Dovendo decidere quali aspetti dell’evento rappresentare, se
migliore: mi sono trovato su una scalinata vuota e ho usato il porre l’accento sulla celebrazione religiosa ristretta al momento
teleobiettivo per riempire l’inquadratura. Essere vicini ai soggetti topico della preghiera, o se estendere lo sguardo alla festività
da fotografare influenza la scelta dell’obiettivo e l’impressione di come momento di socialità ed incontro (foto 8 e 9), nonché di
partecipazione che si vuole dare a chi guarderà le immagini: le scambi commerciali che coinvolgono anche i simboli religiosi
focali corte, infatti, si accompagnano al cosiddetto “effetto (foto 5), mi sono reso conto che una selezione di fotografie del
presenza”, dato dalla dilatazione dei piani e dall’accentuazione primo tipo potrebbe accompagnare e supportare un discorso
del primo piano rispetto allo sfondo. Il teleobiettivo, viceversa, essenzialista, che sostenga lo scontro di civiltà soprattutto come
comprime i piani dando l’impressione di osservare da lontano una scontro di tradizioni religiose. Un’analisi antropologica dovrebbe
scena ingrandita. Questo ha ovviamente delle conseguenze sul invece basarsi su una visione più ampia, includendo anche i
piano ideologico, quando si voglia sottolineare un’affinità o processi di cambiamento quali i tentativi di evangelizzazione in
un’estraneità rispetto all’individuo o al gruppo di persone ritratto corso poco lontano dal luogo di preghiera (foto 6).
(si confrontino ad esempio le immagini 3 e 7). Solitamente includo nel lavoro di revisione dei materiali anche
Esiste anche un modo per esprimere dei veri e propri giudizi sui chi ha partecipato all’evento: sapere cosa Osama pensi delle
propri soggetti, che agisce o attraverso la selezione di fotografie, quali apprezzi maggiormente, quali situazioni avrebbe
atteggiamenti individuali (ad es. foto 1 e 4), comunicando sottolineato al mio posto e che uso faccia delle copie che gli
un’impressione di umanità e familiarità, oppure al contrario stampo fornisce utili informazioni sui significati che attribuisce a
mostrando le persone come una massa omogenea, ottenendo un queste feste (magari da inserire in una ricerca più ampia
effetto magari esteticamente piacevole ma fornendo nel contempo sull’immigrazione dell’area urbana milanese). Un'altra
un possibile supporto visivo a rappresentazioni minacciose, di prospettiva di ricerca che ho trovato interessante, sviluppabile con
un’alterità impenetrabile e inconoscibile (sul genere di foto 2). la pratica del feedback, riguarda la cosiddetta cultura visuale,

4
Foto 3, a sinistra:
10/1/2006, id al-kebir,
l’inizio della
preghiera, la
pronuncia della niyya

Foto 4, a destra:
3/11/2005, id al-fitr,
durante la preghiera,
due bambini salutano
una bambina dall’altro
lato del palazzetto,
nella parte riservata
alle donne

4
Foto 5, a sinistra:
10/1/2006, id al-kebir,
bancarella che espone
souvenir e poster
raffiguranti i luoghi
santi

Foto 6, in basso:
3/11/2005, id al-fitr,
un uomo regala bibbie
in francese e arabo
poco lontano dal
Palalido

ovvero l’estetica, i significati e le modalità di fruizione


delle immagini di una specifica cultura.
Sto costruendo un mio modo di fotografare attraverso i
miei studi, le esperienze con la macchina fotografica sul
campo e i contatti con altri fotografi. Sia le letture teoriche
sia la pratica stanno facendo crescere in me la convinzione
che l’utilizzo di fotografie e materiali audio-video in
antropologia debba partire dal fondamentale presupposto
per il quale le attrezzature di volta in volta usate non
raccolgono dati grezzi, generando un sapere neutro e
ancora da interpretare. Sono invece un mezzo di creazione
di conoscenza interpretativa influenzata, oltre che dalle
caratteristiche tecniche del medium utilizzato, soprattutto
dallo sguardo e dalle idee del ricercatore, che ne è a tutti
gli effetti autore. Per questo motivo ho deciso di
accompagnare le immagini con un breve testo che, oltre a
contestualizzare, mostrasse anche quali significati si
possono far emergere da una serie di foto. Scopo
secondario è anche illustrare le mie modalità di lavoro. In
questo modo vorrei sottolineare l’importanza di un’analisi
critica dei materiali e della riflessività (espressione
dopotutto presa dall’ambito semantico del visuale) anche
in fotografia etnografica.

4
Foto 7, in alto a sinistra: 23/10/2006, id al-fitr, la pronuncia del takbir
Foto 8, in alto a destra:
10/1/2006, id al-kebir, la
Foto 9, in basso a sinistra: preghiera dei ritardatari e
10/1/2006, id al-kebir, i giochi di bambini
bambini sparano petardi per
festeggiare Foto 10, in basso a destra: 23/10/2006, id al-fitr, la preghiera dei
ritardatari al centro del velodromo Vigorelli

Potrebbero piacerti anche