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Piazza San Pietro � la piazza antistante la basilica di San Pietro.

Posta a margine del centro storico di Roma, a 19 m s.l.m.,[1] la piazza fa parte


della Citt� del Vaticano ed � delimitata dal confine con lo Stato italiano;
attraverso il rione Borgo che giace a est, i principali accessi sono da via di
Porta Angelica o da via della Conciliazione. Nella vistosa inclinazione dei
"corridori" Bernini rinuncia alla soluzione cinquecentesca di lasciare un ordine
retto, inserendo sotto la base e tra capitello e trabeazione dei 'cunei'
triangolari, e usa invece un'"architettura obliqua". Ci� contravviene a quanto
sosteneva Vitruvio riguardo all'architettura come specchio della realt�.[non
chiaro]

Indice
1 Descrizione
2 Storia
2.1 La Platea Sancti Petri fino al XV secolo
2.2 La Via Recta o via Alessandrina
2.3 La basilica di San Pietro
2.4 Interventi sulla platea dal Cinquecento
2.5 La questione della piazza
2.6 La facciata
2.7 Il primo progetto di Bernini
2.8 Il progetto definitivo
2.8.1 La piazza retta
2.8.2 L'asse architettonico e quello urbanistico
2.8.3 Piazza ad ovato tondo
2.8.4 Piazza Rusticucci
2.8.5 Le colonne
2.8.6 Il �terzo braccio�
2.8.7 Risoluzione dei problemi
2.8.8 Interventi sulla facciata del Maderno
2.9 Via della Conciliazione (1936�1950)
3 La vita nella piazza
3.1 L'albero natalizio di Piazza San Pietro
4 Le forze di polizia nella piazza
5 Trasporti
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Descrizione

Piazza San Pietro vista da Giovanni Battista Piranesi (1748)


La celeberrima piazza, notevole esempio di architettura ed urbanistica barocca, �
dedicata all'omonimo santo ed � quotidiano punto d'incontro per migliaia di fedeli
cattolici provenienti da tutto il mondo.

Lo spazio della piazza � formato da due parti: la prima a forma di trapezio


rovescio il cui lato maggiore corrisponde alla facciata con specifiche motivazioni
prospettiche (annullare la grande distanza tra la piazza e la basilica) e la
seconda, pi� grande, di forma ovale con l'obelisco Egiziano al centro.

I due grandi spazi sono unificati da un imponente colonnato architravato (4 file


con un totale di 284 colonne e 88 pilastri) sormontato da 140 statue. Nella
situazione attuale, davanti alla piazza vera e propria troviamo un altro spazio che
funge da vestibolo (Piazza Rusticucci, oggi piazza Pio XII) e su cui sbocca in
asse, la novecentesca Via della Conciliazione.
Storia
La Platea Sancti Petri fino al XV secolo
La Piazza di San Pietro e la basilica retrostante occupano una piccola valle posta
tra il colle Vaticano e colle Gianicolo occupata in epoca classica dal Circo di
Nerone, dalla via Cornelia e da un'area cimiteriale ora denominata Necropoli
vaticana, dove fu posta, secondo la tradizione, la tomba di san Pietro dopo il
martirio nel vicino Circo. Per tale motivo nel IV secolo fu eretta su tale area la
grande basilica costantiniana. Con tale costruzione venne creata, interrando anche
l'area cimiteriale[2], una vasta spianata chiamata platea Sancti Petri, in parte
occupata dalla chiesa, in parte dal quadriportico ed in parte lasciata libera.

Al suo margine nel Medioevo, nacque il quartiere del Borgo che occupava l'area
compresa tra il Tevere e la spianata.

Papa Pio II fece realizzare una scalinata marmorea davanti alla facciata della
basilica ed iniziare una loggia per le benedizioni a Francesco del Borgo. Papa
Niccol� V aveva progettato di trasformare l'informe spazio in terra battuta della
platea in una piazza porticata all'interno del complessivo riordino dell'area
vaticana in cui era impegnato Bernardo Rossellino, regolarizzando nel contempo le
tre strade medievali del Borgo che vi afferivano. Il progetto non ebbe seguito
immediato.

All'inizio del Cinquecento la piazza (platea Sancti Petri) era all'incirca


rettangolare, priva di pavimentazione, con un dislivello di circa dieci metri tra
il piede della scalinata che conduceva alla basilica e l'antistante quartiere del
Borgo che giungeva al Tevere.

La Via Recta o via Alessandrina


Papa Alessandro VI per il Giubileo del 1500 fece aprire la prima strada nuova
rettilinea di Roma, fra il ponte Sant'Angelo e il portone del Palazzo vaticano,
forse regolarizzando la medievale via porticata, Portica Sancti Petri[3] e
traversando la platea con una striscia lastricata, inclinata di circa 6 gradi
rispetto all'asse dell'antica basilica. Per realizzare tale strada fece demolire,
con l'aiuto dei pellegrini, la cosiddetta Meta Romuli, una sepoltura monumentale
romana a forma di piramide. Tale asse viario, detto anche Borgo Nuovo, creava
davanti al grande portale di ingresso ai palazzi vaticani una prospettiva di circa
800 metri (il Borgo pi� l'attraversamento lastricato della platea): si trattava
della conferma che Alessandro VI non assegnava alcun ruolo prioritario alla
basilica di San Pietro nel quadro della creazione della cittadella pontificia; egli
proponeva invece come riferimento per questa operazione il palazzo, la curia, la
residenza del papa.

La Via Recta, o via Alessandrina o via Borgo Nuovo, � dunque il primo rettifilo
centrato sul portone di un palazzo, come una lunga passatoia che dall'androne di
questo entra nella citt�. Il prototipo alessandrino nasce nell'ambito di un
programma che non � architettonico: non si prevedeva, in quegli anni, di
ricostruire n� San Pietro, n� i Palazzi Vaticani secondo un disegno unitario.
Mentre tutto verr� demolito e ricostruito attorno a quel portale, quell'asse non
verr� pi� cancellato: il portone diventa il Portone di bronzo, e la sua immagine
rimane impressa gi� molto prima di arrivarvi; l'atrio retrostante diventa il lungo
corridoio del Bernini, allineato in fondo con la Scala regia che conduce alla Sala
omonima, da cui si entra nella Sistina da una parte, nell'alloggio del pontefice
dall'altra.

Rapidamente intorno a quest'asse il Borgo, precedentemente in stato di abbandono,


si riorganizza in una commistione di edilizia popolare e palazzi cardinalizi
progettati dai pi� importanti architetti del primo XVI secolo.
La basilica di San Pietro
Durante il pontificato di Giulio II venne deciso di riedificare completamente la
grande basilica, iniziando i lavori dalla parte absidale, tanto che la piazza per
oltre un secolo non sar� interessata dal grande cantiere. Tuttavia la lunga storia
dei progetti, nell'alternanza tra pianta centrale a croce greca coperta la grande
cupola (voluta da Bramante e Michelangelo Buonarroti) e quella a croce latina che
si affermer� definitivamente nel clima della Controriforma, determiner� il rapporto
con la citt� della basilica ed in definitiva il futuro assetto della piazza. La
costruzione del grande edificio procedette lentamente, con un lungo elenco di
progettisti: Bramante, Raffaello (con Giuliano da Sangallo e Fra' Giocondo),
Antonio da Sangallo il Giovane con Baldassarre Peruzzi, Michelangelo, Jacopo
Barozzi da Vignola, Giacomo Della Porta con Domenico Fontana, Maderno.

Interventi sulla platea dal Cinquecento

La piazza alla fine del XVI secolo


Durante tutto il XVI secolo la piazza non fu interessata dai lavori di
ricostruzione della basilica che continuava a rivolgere, verso la piazza la vecchia
facciata, il quadriportico e le varie costruzioni addossate. Pio IV a met� del
Cinquecento allarga la piazza sui due lati. Nel 1586 Sisto V fa trasportare davanti
alla basilica, circa a met� dell'intervallo fra il piede dell'antica scalinata e
l'isolato di fronte, l'antico obelisco egiziano che, dopo essere stato usato come
Meta nel Circo Neroniano, si innalzava, poco discosto dall'edificio, sul fianco sud
della Basilica. Scavi archeologici hanno dimostrato come l'obelisco, prima dello
spostamento organizzato da Domenico Fontana, avesse mantenuto la posizione
originaria del I secolo[4].

Quando per�, vent'anni dopo, la nuova fabbrica di San Pietro si erge in fondo alla
piazza, l'obelisco risulta spostato di 1,56 metri verso nord rispetto al suo asse,
perch� l'architetto Domenico Fontana, nel trasportarlo e collocarlo, si era
probabilmente riferito alla basilica costantiniana allora parzialmente ancora in
piedi. Inoltre, se fosse stato collocato sull'asse dell'edificio nuovo, sarebbe
risultato quasi a ridosso degli isolati a sud della piazza, la cui demolizione
verr� decisa molto pi� tardi.

La questione della piazza

La facciata con i campanili del Maderno non realizzati


� solo dal Seicento che si pone la questione della piazza. Infatti papa Paolo V,
nei primi decenni del secolo fa costruire da Maderno il corpo longitudinale della
chiesa rinunciando definitivamente al progetto a pianta centrale di Michelangelo.

� in questa situazione che si passa dalle annose questioni relative all'impianto


planimetrico della chiesa, alle questioni relative alla sua facciata ed alla
definizione dello spazio antistante.

Il problema era quello di trasformare uno spazio abbastanza indifferenziato, quale


era la platea Sancti Petri, in uno spazio monumentale e rappresentativo,
direttamente funzionale alla basilica. Mentre, per costruire la navata, si
distrugge l'antico quadriportico del Paradiso, si ripropone il problema di
soddisfare alle sue funzioni di anticamera di san Pietro, ma pi� avanti, pi�
all'esterno verso est.

Inoltre adesso i papi guardano dal Quirinale a San Pietro in una prospettiva
formale e ideologica diversa da quella che avevano dal Vaticano. San Pietro cessa
di essere la grandiosa cappella del palazzo papale e ritorna ad essere una delle
basiliche di Roma, ed anzi ormai si concretizza il travagliato progetto, a cui
avevano dato avvio Giulio II e Bramante, di fare della chiesa il centro simbolico
della cristianit�.
La piazza, negli anni seguenti, viene sempre voluta e pensata come chiusa anche per
evidente contrapposizione alla precedente platea Sancti Petri, apertissima in ogni
direzione. Comunque l'intervento secentesco comprende in realt� tre parti
successive: la navata longitudinale con la sua facciata; la piazza San Pietro
interna, �chiusa� ed unitariamente progettata; la piazza Rusticucci esterna,
�aperta�, vuoto ottenuto senza nessun disegno e �progetto�.

La facciata
Subito dopo la navata, Maderno realizz� anche la facciata. II progetto fu scelto
nel 1607 con un concorso a cui parteciparono anche Domenico e Giovanni Fontana,
Girolamo Rainaldi, Giovanni Antonio Dosio e Ludovico Cigoli.[5] Maderno ripropose
il prospetto disegnato da Michelangelo, compreso l'ordine gigante,
reinterpretandolo per� su un unico piano prospettico, senza l'avanzamento del
pronao centrale.

Celebrazione liturgica Papale (1983)


Si ottenne cos� una facciata pi� larga che alta. Dopo che fu sostanzialmente finita
si decise di costruire anche due campanili affiancati alla facciata, forse per
correggere le sue proporzioni inusuali. La loro costruzione si interruppe nel 1622
e le due torri rimaste incomplete al primo ordine, finiranno per aumentare le
dimensioni orizzontali della facciata,[6] tanto che Bernini la defin� "quatta".

Nello stesso periodo Martino Ferrabosco adegu� l'ingresso ai palazzi vaticani


costruendo un nuovo avancorpo monumentale, marcato da una torre con orologio,
sempre sull'asse della via Alessandrina.

Nella prima met� del Seicento anche Bernini prov� a delimitare la cupola con due
campanili, per dare un maggior rilievo assiale all'edificio, ma le critiche ed il
cedimento delle fondamenta gli impedirono di procedere con la costruzione.

Immaginer� poi una diversa soluzione, legata alla risistemazione complessiva della
piazza.

Il primo progetto di Bernini


Quando Bernini affront� la sistemazione complessiva dello snodo tra il nuovo san
Pietro e la citt�, si trov� a dover conciliare diversi elementi architettonici
(come la grande facciata della basilica), urbanistici (come l'asse alessandrino
eccentrico rispetto alla facciata), funzionali (come la necessit� di ampi portici
per ricovero dei pellegrini) e liturgici (relativi alle rituali benedizioni
papali).[7] La soluzione di un tale problema non poteva non avere un grande impatto
urbanistico.

La prima soluzione elaborata nel 1656 da Bernini fu il progetto di una piazza


trapezoidale chiusa tra facciate di palazzi porticati, la cui presenza rispondevano
anche ai presupposti economici e funzionali enunciati dalla Congregazione della
Fabbrica di San Pietro,[8] che intendeva vendere o affittare botteghe e alloggi di
prestigio affacciati sulla grande piazza.

La soluzione viene comunque rapidamente scartata, probabilmente perch� non


sufficientemente monumentale e rappresentativa del ruolo liturgico della basilica
destinata a diventare sempre di pi� il centro della cristianit�.[8]

Il progetto definitivo

Piazza San Pietro, con vista frontale sull'omonima basilica; si notino le


architetture ai suoi lati, che rendono asimmetrica la veduta della piazza
La fontana vista da nord

La fontana vista da sud


Cos� nel 1657 il primo progetto fu sostituito da un altro con porticati liberi di
archi su colonne a formare un'ampia piazza ad ovato tondo e poco dopo con colonnati
architravati. Il portico, rispondeva anche all'esigenza liturgica della
tradizionale processione del Corpus Domini, guidata dal papa attraverso le strade
vicine del Borgo e protetta da grandi baldacchini.[8] In pi� l'altezza del portico,
senza ulteriori costruzioni soprastanti, non avrebbe impedito al popolo la veduta
del palazzo residenza del papa e a lui di veder loro e di benedirli.

Decisivo fu l'intervento di papa Alessandro VII Chigi che consente di superare le


obiezioni relative ai possibili rientri finanziari legati alla possibilit� di
edificare edifici sui margini della piazza. Nel ripensare il progetto Bernini
dovette comunque destreggiarsi tra il papa stesso e i prelati della Fabbrica,
superando intrighi e opposizioni.

La piazza retta
Davanti alla facciata Bernini prevede uno spazio a trapezio, la piazza "retta", la
cui forma � ottenuta ribaltando simmetricamente la direzione di via Alessandrina
rispetto all'asse della basilica. La divergenza fra le ali fa sembrare pi� vicina
la parete di fondo e al contempo cerca di mediare la necessit� di far predominare
nella piazza l'asse della basilica (sottolineato dall'obelisco) e nella citt�
l'asse della via Alessandrina, centrata sul portone di bronzo.

Per la forma trapezoidale pu� essere avanzata anche l'ipotesi di un riferimento


extra-biblico all'Ariel ("leone di Dio", perch� il leone viene schematizzato con un
trapezio per via delle maggiori dimensioni delle spalle), un cortile trapezoidale
del Tempio di Salomone (Re e Sacerdote, come il Papa).[senza fonte]

Le due ali rettilinee devono per� essere svincolate dalla scalinata centrale,
essendo il pavimento della nuova basilica 3,2 metri pi� alto di quello antico, per
la decisione presa di realizzare le �grotte vaticane�.

La cornice dei tratti porticati finisce esattamente alla quota di quella


dell'ordine basso inserito da Maderno nell'ordine gigante michelangiolesco. Si ha
cos� l'impressione di un unico partito architettonico che circonda l'invaso.

Nella vistosa inclinazione dei "corridori" Bernini rinuncia alla soluzione


cinquecentesca di lasciare un ordine retto, inserendo sotto la base e tra capitello
e trabeazione dei 'cunei' triangolari, e usa invece un'"architettura obliqua". Ci�
contravviene a quanto sosteneva Vitruvio riguardo all'architettura come specchio
della realt�.[non chiaro]

L'asse architettonico e quello urbanistico


Quello che nella citt� � l'asse principale (via Alessandrina), nella piazza diventa
l'asse secondario, tanto pi� che si procede alla demolizione della torre di
Ferrabosco che sottolineava l'ingresso ai Palazzi Vaticani, in corrispondenza con
tale asse urbanistico.

Inevitabilmente Bernini per la prima volta nella storia della piazza impone l'asse
della basilica; ma vi conserva dentro l'asse ormai plurisecolare del Borgo Nuovo,
anche se completamente nascosto. Non lo evidenzia in alcun modo n� il disegno della
pavimentazione, n� alcuna eminenza scultorea; ma � vero che nulla lo interrompe, e
la fontana nell'esedra settentrionale della piazza � tangente all'angolo esterno di
questo percorso, proprio per non intercettarlo.

Dovendo per� accettare l'obelisco come centro della nuova piazza, Bernini ha dovuto
ruotare l'asse maggiore dell'ovale per renderlo parallelo alla facciata, imprimendo
cos� una sensibile deformazione alla parte trapezoidale.

Piazza ad ovato tondo


Inizialmente Bernini previde un limitato sviluppo della piazza, per non occupare
altra area oltre a quella dell'�insula grande� e rispettare i prospetti delle case
ad essa antistanti, con l'intenzione di dimostrare cos� la netta insufficienza
della proposta. Con le demolizioni, che inevitabilmente deriveranno dalla redazione
definitiva del progetto, il quartiere di Borgo cambier� radicalmente; fino ad
allora le sue case si erano spinte oltre l'abside di San Pietro sul lato
meridionale, tra questo e le mura. Le demolizioni per la piazza lo spaccano quasi a
met�. La trasformazione di Borgo corrispose poi anche a un cambiamento di
popolazione: da povero il quartiere divenne aristocratico. E divent� probabilmente
anche pi� romano.

Ma perch� l'ovato tondo? Perch� non era un'ellisse, di pi� difficile disegno e
realizzazione e inconsueto nell'architettura sacra; e perch� l'ovato tondo �
l'unione di due semicirconferenze che si intersecano nei rispettivi centri unite da
due archi di cerchio, figura geometrica notoriamente cara alla Chiesa per via delle
sue implicazioni cosmologiche[senza fonte]. L'idea dell'ovato tondo di Bernini-
Alessandro VII, in forte contrapposizione alla basilica longitudinale, serviva a
reggere la spinta della sequenza formata dalla chiesa e dal suo sagrato. Bernini
sosteneva opportunamente che �la chiesa di S. Pietro, quasi matrice di tutte le
altre doveva haver' un portico che per l'appunto dimostrasse di ricever � braccia
aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl'Heretici per
riunirli alla Chiesa, e gl'Infedeli per illuminarli alla vera fede�, dando cos� una
felice immagine del suo intervento ancor oggi comunemente riconosciuta e accettata.

La piazza doveva per� essere ricavata in pendio, su cui la posizione dell'obelisco


costituiva una quota non modificabile. Nella primitiva soluzione ad arcate si era
pensato di far assorbire il dislivello dal basamento, lasciando l'ordine
architettonico orizzontale. Nella soluzione definitiva il colonnato corre su un
piano inclinato in modo impercettibile e sollevato di tre gradini uniformi; la sua
tessitura, formata da intercolumni uguali, � deformata a parallelogramma da
pavimento a soffitto.

La scelta del "triplo portico" era legata all'uso processionale, ma era anche un
tema evocabile dall'Antico Testamento, dove il cortile del Tempio di Dio viene
descritto da Ezechiele come porticus incta portici triplici (Ez 42, 3). Infine,
potrebbe evocare il mistero della Trinit�.

E la concavit� della piazza produce l'effetto �teatro� (cos� definito nei


documenti[non chiaro]): quando � piena di gente, permette alla folla di veder se
stessa, come in una cavea.

Altri particolari:

il prospetto a est di Palazzo Nuovo (la residenza papale) si trova ad essere uno
dei raggi dell'emiciclo settentrionale;
la testata libera (quella verso est) dell'emiciclo Nord � parallela al prospetto
meridionale dello stesso Palazzo Nuovo.[9]
Il corridoio centrale viene interrotto da risalti con colonne aggettanti, che
spezzano la linearit� dell'emiciclo; dietro ad esse vi sono dei pilastri, ma al
centro dell'emiciclo l'interno del corridoio risulta scorciato, a differenza delle
colonne perfettamente allineate. Con la posizione delle fontane, che si frappongono
tra l'osservatore e gli avancorpi, Bernini dissimula l'incongruenza (la fontana a
nord era stata rinnovata dal Maderno, quella "gemella" a sud fu fatta da lui
stesso, con Matthia De' Rossi).

La lunga teoria delle 162 statue di santi � ognuno in corrispondenza di una


colonna, come tante singole colonne trionfali � rappresenta la �ecclesia
triumphans� in relazione alla �ecclesia militans� cio� la folla dei fedeli in
preghiera nella piazza. Le dimensioni delle sculture � realizzate da collaboratori
di Bernini sotto la sua supervisione, con modelli dal vero provati sulla piazza �
sono esattamente la met� di quelle sulla facciata della basilica, rappresentanti i
dodici apostoli e un Ges� di mano berniniana (la cui croce � sulla retta di quella
della cupola retrostante e di quella dell'obelisco antistante). Dimensioni: 198 �
148 metri.

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